A Messina torna la passione nerd: arriva “NerDays Zero” al Centro Commerciale Maregrosso

Dopo il successo dell’edizione invernale, Messina si prepara ad accogliere una nuova ondata di cultura pop con “NerDays Zero”, in programma sabato 12 e domenica 13 luglio presso il Centro Commerciale Maregrosso. L’evento, a ingresso gratuito, è organizzato da The King and Queen Cosplay in collaborazione con EccoTech, e rappresenta un vero e proprio punto d’incontro per appassionati di fumetti, giochi di carte, action figure, artigianato fantasy e, naturalmente, cosplay.

Questa “versione zero” del NerDays nasce come una ripartenza: un’edizione estiva che rilancia la manifestazione dopo il banco di prova della tre giorni di gennaio e si propone come un’anticipazione della futura seconda edizione.

«Il successo dell’evento di gennaio ci ha portato a voler rinnovare l’evento ed organizzarlo in una cornice estiva» – spiega Giuseppe Ferrara, tra gli organizzatori. «Questa versione ‘zero’ rappresenta un nuovo inizio per la manifestazione. Ringraziamo in particolar modo StrettoCrea e il Messinacon per l’appoggio e l’entusiasmo: sono diventati i nostri sponsor ufficiali. È importante che le varie realtà di Messina lavorino in armonia».

Il programma è fitto di appuntamenti per nerd di tutte le età. Previsti tornei di giochi di carte come One Piece, Yu-Gi-Oh! e Magic: The Gathering, accanto a stand di collezionismo e artigianato a tema fantasy e pop culture. Ma l’appuntamento clou sarà la lotteria finale di domenica 13, che metterà in palio una Nintendo Switch 2 e un abbonamento per il Messinacon 2025, in programma dal 5 al 7 settembre a Villa Dante.

Tra competizioni, incontri e passione condivisa, NerDays Zero si candida a essere un appuntamento imperdibile per la community nerd della città, in attesa di un’edizione ancora più grande in arrivo nei prossimi mesi.

Gaetano Aspa

Etna Comics 2025: eravamo 4 nerd in quel di Catania

La cultura nerd, spesso stereotipata dai più, trova da tredici anni un solido appoggio in uno degli eventi più importanti della nostra terra, l’Etnacomics.

Io stesso, prima di partire, mi sono sentito rivolgere i soliti commenti sull’argomento, come se questa subcultura fosse soltanto roba da ragazzini, dalle nuove generazioni perennemente incollate al telefono e viste ai margini della società, insomma, i “tipi strani”.
Eppure, l’Etnacomics 2025 è stato uno degli eventi che più mi ha formato a livello personale, almeno negli ultimi anni.

A partire dal viaggio, la nostra strana banda si è trovata ad affrontare un primo nemico crudele, che un po’ tutti avevamo messo in conto senza però dargli troppo peso: il clima torrido dei primi giorni d’estate a Catania.
È stato proprio il caldo ad abbattersi maggiormente su di noi, come quel boss finale di un videogioco che sai di dover affrontare, ma cerchi di ignorare per non abbatterti in anticipo.
E in effetti non ci siamo lasciati abbattere: anzi, probabilmente abbiamo lavorato il doppio del previsto per raccogliere tutti i contenuti necessari a tenere aggiornati il giornale e i nostri social.

L’arrivo a Catania e il primo giorno di fiera sono stati durissimi per i nostri eroi. All’inizio, nessuno di noi aveva idea di dove sbattere la testa: la fiera sembrava un enorme labirinto, e perfino le mappe erano di difficile interpretazione.
Fortunatamente, Peppe si è trasformato in una sorta di GPS umano per tutto il gruppo, e stargli dietro mentre correva tra le stradine della fiera è stata un’impresa non da poco.
Appena entrati, quella che sembrava una distesa infinita di stand si è stagliata davanti a noi, e la curiosità non ci ha abbandonati nemmeno per un secondo.

Etna Comics e incontri

Proprio durante il primo giorno siamo stati protagonisti di uno degli incontri più memorabili del nostro festival: uno dei fumettisti più in voga del momento ha infatti trovato il tempo per parlare con noi.
Abbiamo così incontrato Nick Dragotta, autore della nuova testata di Batman, che, nonostante fosse impegnatissimo con firme e incontri, si è dimostrato estremamente disponibile a scambiare quattro parole con un gruppo di giovani armati di piccoli microfoni e di una macchina fotografica.
È stato in quel momento che nella mia testa è nata una nuova consapevolezza: quelle persone di cui avevo sempre sentito parlare da lontano esistevano davvero, ed era possibile interagirci.

Per il me ragazzino, molti di questi incontri sarebbero stati semplicemente impensabili. Viverli in prima persona ha rivoluzionato il mio modo di approcciarmi a un mondo che da bambino ho sempre adorato, e che ora, da un po’ più grande, ho potuto osservare da vicino.
Gli innumerevoli stand che hanno riempito le Ciminiere di Catania nei giorni della fiera ospitavano prodotti di ogni tipo: carte collezionabili, giochi da tavolo, fumetti, live art… Nulla ci ha lasciati indifferenti.

Il nostro team si è dato da fare per entrare quanto più possibile in contatto con l’ambiente, partecipando a conferenze e cercando interviste con le personalità più influenti del festival.
Dalla famosissima youtuber Fraffrog allo storico disegnatore di Spiderman, Alex Saviuk, fino a ospiti inaspettati come Lucio Passalacqua, che ha accettato con entusiasmo di dedicare qualche minuto della sua giornata a rispondere alle nostre domande.

Giorgio Vanni

Indimenticabile rimarrà di certo il concerto del cantautore che più di tutti ha segnato la nostra infanzia, la voce delle sigle che hanno accompagnato la nostra generazione: Giorgio Vanni.

Ospite della Federazione Angelo D’Arrigo, durante lo spettacolo commemorativo di questo grande atleta – a cui è stato anche attribuito l’omonimo premio – Giorgio Vanni ha intrattenuto non solo noi membri di UVM, ma anche una folla di fan che ha gremito l’area palco, rendendo la nostra terza serata catanese semplicemente magica.

In viaggio verso casa

Il nostro viaggio nella cultura nerd ci ha anche permesso di sviluppare nuove competenze, utili a ciascun membro del nostro peculiare staff.
Tra macchine fotografiche, microfoni e software di editing, abbiamo arricchito il nostro bagaglio tecnico grazie soprattutto alla guida instancabile delle nostre ragazze, Joan e Valeria, che con la loro impeccabile direzione del comparto social hanno dato un contributo fondamentale al racconto del nostro evento.

Non sono mancate cene improvvisate, corse al supermercato a fine giornata, innumerevoli energy drink e centinaia di euro spesi in gadget legati ai nostri pilastri della cultura pop.
Una cultura che, inaspettatamente, ha unito quattro ragazzi dalle personalità molto diverse, accomunati però dalla stessa passione.

Questa esperienza ci ha permesso non solo di intraprendere un viaggio fisico nella città di Catania, ma anche un percorso attraverso le nostre sfaccettature personali.
Ognuno di noi porta a casa qualcosa: dalle mie dormite improvvisate dentro l’armadio della stanza condivisa con Peppe, alle storie e challenge montate da Valeria e Joan, fino alle risate sul treno di ritorno che, nonostante la stanchezza, non ci hanno abbandonati nemmeno per un attimo.

Nick Donia

#SHOCKINMYTOWN: Tra fumetti, giochi e cultura pop, l’Anima di Battiato guida Etna Comics 2025

Giunge alla sua XIII edizione annuale, Etna Comics, il più grande festival del Sud Italia che lo scorso anno ha sfiorato le 100 mila presenze in quattro giorni.

Dal 30 maggio al 2 giugno 2025, il centro fieristico Le Ciminiere di Catania sarà, ancora una volta, luogo di ritrovo per appassionati di fumetti, cosplay, collezionismo, videogiochi, cinema, serie TV e molto altro ancora.

Ma c’è una novità! Quest’anno la location storica si espanderà, integrando due nuove zone: Piazzale Giovanni XXIII e il Palazzo delle Cultura (facilmente raggiungibile tramite una navetta gratuita).

Il manifesto

Il manifesto di questa imminente edizione del festival, firmato dalla matita del fumettista sardo Igort, è una dedica d’amore a Franco Battiato, e alla sua “La cura”.

«Attraverso questo manifesto vogliamo celebrare il genio e l’eredità di Battiato, affinché le nuove generazioni possano continuare a lasciarsi ispirare dal suo percorso unico e irripetibile.» Ha detto il direttore dell’Etna Comics, Antonio Mannino. «Catania gli deve tanto e noi, nel nostro piccolo, vogliamo rendere omaggio a chi ha saputo dare voce all’anima della nostra terra come pochi altri nella storia».

Il Maestro, gigante del cantautorato italiano e indiscusso Poeta dell’Anima, nato a Ionia (oggi Riposto), in provincia di Catania, il 23 marzo del 1945, verrà omaggiato, a distanza di quattro anni dalla sua scomparsa, anche da Panini, che distribuirà in anteprima assoluta a Etna Comics 2025 – presso lo stand Panini Comics Italia (#AreaComics) – il numero 3627 di Topolino Magazine, a lui dedicato. La storica rivista a fumetti infatti, ricorderà Battiato con una cover variant in edizione limitata, disegnata da Alessandro Pastrovicchio, in richiamo dell’iconica copertina dell’album La voce del padrone.

Il festival

Il Festival internazionale del fumetto, del Gioco e della Cultura Pop, vanterà anche quest’anno la presenza di numerosissimi ospiti. Tra i più attesi: Yumiko Igarashi, mangaka giapponese, autrice di Candy Candy, Georgie e Anna dai Capelli Rossi, Devon Murray, attore irlandese conosciuto per il ruolo di Seamus Finnigan nella serie cinematografica di Harry Potter, e Francesco Vairano, doppiatore, dialoghista e attore, nonché voce italiana di Severus Piton in Harry Potter e Gollum ne Il Signore degli Anelli. Durante la kermesse, gli appassionati potranno incontrare Alex Saviuk, uno dei più importanti disegnatori di Spider-Man, per la prima volta in Italia.

Tra gli ultimi ospiti annunciati ci sono: Wallie, Quasirosso, Labadessa, Lorenzo Longoni, Claudio Giovannesi e Tom Wänerstrand, uno dei 25 illustratori originali di Magic – The Gathering.

Tornerà anche il “Capitano” Giorgio Vanni che, domenica 1 giugno alle 20:30, sarà protagonista di un concerto live in occasione del Premio Angelo D’Arrigo (per accedere all’evento non dimenticate di munirvi dell’apposito braccialetto, disponibile al Pad. F.1 presso lo stand della Fondazione!).

Con un programma ricco di attività, tornei, concerti, firmacopie, workshop, proiezioni, mostre e nuove aree tutte da esplorare, il 30 maggio è ormai alle porte.

E tu, ci sarai?

Informazioni

I biglietti e gli abbonamenti per la manifestazione sono disponibili online! Per info e acquisto: https://www.etnacomics.com/ticket-online

Di seguito gli orari del festival:

Area espositiva dalle ore 10:00 alle ore 20:00

Area palco dalle ore 16:00 alle ore 21:00

 

Alcuni eventi che segnaliamo:

  • 30 MAGGIO 14:45 Cerimonia di inaugurazione Etna Comics 2025 con Igort, Val Romeo, Antonio Mannino, Alfio Cosentino
  • 30 MAGGIO 16:00 Un mondo di rose fiorite: incontro con la regina degli shojo, con Yumiko Igarashi.
  • 30 MAGGIO 15:00 “Tra maschere e mondi: ruoli in gioco” con Camihawke, Chiara Lipari.
  • 31 MAGGIO 11:30 Incontro con POW3R
  • 31 MAGGIO 12:00 The Amazing Alex-Saviuk
  •  31 MAGGIO 16:00 UltraLove – Presentazione del festival dedicato ai corpi liberi e liberati Con Fumettibrutti, Ester Cardella, Floriana Grasso e Massimo Ferrarotto
  • 31 MAGGIO 17:00 Absolute Batman: Il Cavaliere Oscuro del nuovo millennio, incontro con Nick Dragotta
  • 1 GIUGNO 12:00 Panel MACCIO CAPATONDA: comicità, satira e televisione
  • 1 GIUGNO 17:00 Dirt, che ne pensi? Incontro con l’autore Giulio Rincione.
  • 1 GIUGNO 18:00 Marco Merrino / Daniele Simonetti / Ciccio Merrino – I POLTERGUYS!
  • 1 GIUGNO 20:30 Evento Premio Angelo D’Arrigo – Concerto di Giorgio Vanni live
  • 2 GIUGNO 14:00 Sala Galatea Intervista a Cliff Wright
  • 2 GIUGNO 16:00 Proiezione IN ANTEPRIMA dei primi due episodi della nuova serie tv IL BARACCHINO
  • 2 GIUGNO 16:00 Contest Gran Cosplay Contest 
  • 2 GIUGNO 20:30 Premiazione Gran Cosplay Contest

Area Altri Mondi

 

Programma completo: https://www.etnacomics.com/programma-30-maggio-2025

Fonte: https://www.etnacomics.com/home

 

Valeria Giorgianni

Daredevil: Rinascita – La serie Marvel di cui avevamo bisogno

I primi episodi della nuova serie Marvel sono promettenti, Charlie Cox e Vincent D’Onofrio offrono prove convincenti, con interessanti prospettive per i rispettivi archi narrativi, ma aspettiamo conferme dagli episodi successivi. Voto UvM: 3/5

Daredevil: Rinascita è una delle serie più attese del Marvel Cinematic Universe (MCU), segnata dal ritorno di Charlie Cox nei panni di Matt Murdock/Daredevil e di Vincent D’Onofrio come Wilson Fisk/Kingpin. La serie, destinata a Disney+, promette di rilanciare il personaggio dopo la popolare serie Netflix Daredevil (2015-2018).

1. Il ritorno di Matt Murdock

2. La trama dei primi episodi

3. Una serie in cerca di conferme

4. Quale futuro?

5. Conclusioni

Il ritorno di Matt Murdock

Annunciata inizialmente come serie di 18 episodi, la nuova avventura televisiva di Matt Murdock nasce come tentativo di portare all’interno del MCU i personaggi del franchise di Netflix. I Marvel Studios tuttavia, non soddisfatti del risultato, hanno deciso di resettare la produzione e di riscrivere il progetto.

La serie, che ha debuttato su Disney+ il 5 Marzo con i primi due episodi è a tutti gli effetti la prima parte di un progetto diviso in due stagioni da 9 episodi, con una struttura narrativa a metà tra narrazione episodica e macro-trama orizzontale. E la puntata pilota sembra quasi un’estensione dell’ultima stagione dello show targato Netflix non solo per quello che succede ma per il suo valore produttivo, per la regia audace, per le scelte visive coraggiose. Sia perciò chiaro che questo vecchio-nuovo Daredevil è un soft-reboot che vuole apertamente citare le atmosfere mature e violente del franchise di Netflix.

Daredevil
Matt Murdock a.k.a. Daredevil – © Disney Plus

 

La trama dei primi episodi

Sicuramente l’intento di questa serie è sfruttare quanto di buono fatto dalla serie Netflix e sembra che i presupposti siano molto buoni. La serie riprende dunque le fila di un discorso interrotto anni fa e continua a farci seguire le avventure di un avvocato non vedente con abilità potenziate in quel di New York. E la storia, anche fumettistica se volete, del personaggio è proprio questa: una carriera professionale e uno studio legale da portare avanti e una lotta per la giustizia che va combattuta anche fuori dalle aule di un tribunale.

Tutto converge nell’incontro-scontro, inizialmente dialettico, tra Matt Murdock e il suo arcinemico storico, Wilson Fisk. Ottimo in tal senso il lavoro di entrambi gli interpreti, di Cox come di Vincent D’Onofrio, che danno solidità emotiva ai rispettivi archi narrativi.

Daredevil
Matt Murdock (Charlie Cox) e Wilson Fisk (Vincent D’Onofrio) in una scena del primo episodio – © Disney Plus

 

Una serie in cerca di conferme

Anche l’azione è in linea con il precedente in casa Netflix. Non si è commesso l’errore di ridimensionare la solida componente action, né di annacquarne lo spirito crudo e cupo con un approccio più leggero. Non nei primi episodi almeno, in cui abbiamo almeno un’ottima sequenza di combattimento: è azione dura, solida, tangibile, che mette i personaggi al centro e fa sì che lo spettatore possa partecipare emotivamente.

Insomma un inizio più che promettente, che però ci riserviamo di valutare di settimana in settimana, tenendoci per ora cauti sul giudizio complessivo. Infatti, salvo poche eccezioni, sono poco le serie tv del MCU ad aver mantenuto i buoni propositi mostrati coi primi episodi. Se la qualità dovesse confermarsi quella dei primi episodi, saremmo senza ombra di dubbio di fronte ad uno dei migliori prodotti Marvel degli ultimi anni. L’obiettivo dev’essere quindi mantenere la qualità narrativa e l’approfondimento dei personaggi.

 

Quale futuro?

L’integrazione di Daredevil nel MCU apre a numerose possibilità narrative. Matt Murdock potrebbe apparire in altri progetti legati a New York, come Spider-Man 4 o i futuri film dedicati agli Avengers. Inoltre, il ritorno di Kingpin potrebbe portare a una rivalità su scala più ampia, magari collegata a un adattamento di Shadowland o altre storie del lato più urbano e “grounded” dell’MCU.

Certo è che i Marvel Studios stanno puntando molto su questa serie tv, il cui obiettivo è evidentemente risollevare le sorti del franchise dopo il fenomeno della Marvel Fatigue, che potremmo spiegare come un periodo in cui i Marvel Studios hanno anteposto la quantità alla qualità dei prodotti. Chiara conseguenza di ciò è stato un allontanamento di molti fan di lunga data ed una perdita di appeal di questi prodotti.

Daredevil
Charlie Cox, Deborah Ann Woll e Elden Henson in una foto dal set – © Disney Plus

 

Conclusioni

Questa serie ha tutte le carte in regola per riportare in auge uno dei personaggi più amati della Marvel, offrendo una nuova prospettiva sulla sua vita e le sue battaglie. Tuttavia, le sfide produttive e il cambio di rotta creativo avvenuto nella scrittura della serie rappresentano un’incognita significativa.

Se i Marvel Studios riusciranno a trovare il giusto equilibrio tra innovazione e rispetto per il materiale originale, questa serie televisiva potrebbe diventare una rinascita per Daredevil che va oltre il titolo, un punto di riferimento per le future serie TV del MCU. Anche i fan sperano in un prodotto che sappia coniugare azione, dramma e quel tocco di realismo crudo. Insomma, tutto ciò che ha reso il Diavolo di Hell’s Kitchen un’icona della televisione e dei fumetti.

Questi primi episodi lasciano quindi soddisfatti per come la serie si ricollega, narrativamente e tematicamente, a quanto visto in passato. Allo stesso tempo traccia una linea per poter costruire anche qualcosa di nuovo. Siamo ancora cauti nel giudizio complessivo, ma speranzosi per i segnali positivi sia sul fronte delle interpretazioni, che della scrittura dei personaggi e la costruzione delle sequenze d’azione. Potrebbe essere la serie Marvel di cui avevamo bisogno?

 

Pietro Minissale

La Grande Crociata

Challengers
La Grande Crociata: un magnifico dark fantasy a sfondo storico- Voto UVM: 5/5

Theo Szczepanski, classe 1975, è un fumettista, illustratore brasiliano di nascita e cagliaritano di adozione. Pubblica nel 2015 la prima parte de La Grande Crociata, per poi pubblicarla integralmente nel 2022 con la casa editrice Neo. Ma di cosa parla quest’opera?

La grande crociata
Copertina de La grande crociata. Fonte: libraccio.it

Tra storia…

La “Crociata dei Fanciulli” è un evento sospeso tra realtà e mito. Una fiumana di ragazzi e bambini, provenienti principalmente da Francia e Germania, diretti verso la Terra Santa, in un viaggio dall’esito incerto ma comunque disastroso. Le fonti su questo evento sono poche e poco chiare: per alcuni storici il puer riportato da alcune cronache non indicherebbe neppure dei ragazzi ma dei diseredati; e, se pensiamo che una delle cause endogene delle Crociate furono proprio i giovani rampolli diseredati e desiderosi di avventura, questa ipotesi non appare così irrealistica.

…e delirio

Siamo nel 1212, in Francia, il protagonista è un pastorello dodicenne di nome Stefano. Ci troviamo circa un secolo dopo l’inizio delle Crociate, Stefano ci viene presentato mentre gioca a fare il crociato, imbevuto del mito che già si è creato intorno alle guerre sante. Tutto inizia a prendere una piega strana quando un’imponente figura fiammeggiante si rivela a Stefano: prima come uomo, poi con le sembianze di un essere simile al Bafometh. Questo essere non dice come si chiama, dà solo un ordine: Stefano deve radunare un esercito di puri e condurlo in Terra Santa. Solo così il Sepolcro potrà essere liberato. Da qui in poi veniamo trascinati in un turbine di follia sempre crescente, tra le atrocità della guerra, mossa da fanatici religiosi, e strane creature che si manifestano, esseri ignoti di cui nulla ci è dato sapere, se non che sono infinitamente superiori a noi uomini.

fumetto La grande crociata
“Dio” che si manifesta. Foto: Alberto Albanese, casa editrice Neo

E la ragione?

La fede cammina sempre al fianco della follia…

Stefano è una figura quasi messianica, l’eletto, scelto da “Dio”, che supera tutte le prove che gli vengono poste innanzi. In lui ha fede Umfrey, monaco e consigliere di Stefano che spesso gli intima di non andare troppo per il sottile con chi si oppone a loro o chi cerca di abbandonare la missione. Stefano, o i suoi fedelissimi, eliminano ogni ostacolo in maniera brutale, in quanto si sentono pienamente legittimati da Dio.

Fossero tutti sani, la Chiesa sarebbe da tempo preda della miseria

Una fede irrazionale, che taglia con l’accetta il mondo ma che ha un risvolto “positivo”: aiuta a dare un senso al mondo e alle forze incomprensibili che lo dominano. In un Medioevo che pullula di creature lovecraftiane e divinità cthonie, la fede diventa ciò che, per dirla con Nietzsche, impedisce a Stefano e agli altri di precipitare nel “non-senso“, ma anzi di dare un senso. Dall’altra parte della follia, c’è Blicze, un ex monaco che ha abbandonato la chiesa e cerca di indagare il mondo razionalmente, senza dogmi o pregiudizi. Uno scienziato ante litteram, volendo, ma che non trova posto in una realtà in preda al caos.

Il dubbio come compagno di viaggio

Ma se ai personaggi non è permesso dubitare, a noi lettori il dubbio viene insinuato sin dalle primissime pagine, già quando appare il “Dio” di fuoco. Infatti Stefano lo vede, si, ma dopo aver mangiato un fungo ignoto, lasciando quindi il sospetto che quell’apparizione fosse dovuta a sostanze allucinogene. Questo dubbio originale rimarrà, e ci accompagnerà per tutto il volume, acuendosi e arrivando a coinvolgere tutti gli eventi del volume, con la costante sensazione che qualcosa sfugga alla nostra comprensione.

Un intreccio di stili

Uno degli aspetti più interessanti de La Grande Crociata è senza dubbio il disegno: uno stile assai poco ortodosso. O meglio, un susseguirsi di stili. Questo perché l’autore non mantiene una coerenza del disegno, ma alterna immagini di varia natura, ora molto colorate e ora con un colore dominante, ora realistiche e ora oniriche, e ruotando persino le immagini nel mentre descrive i sogni di Stefano, costringendo dunque il lettore a girare il volume di 90 gradi per leggerle. C’è anche un doveroso disclaimer: molte immagini rappresentate sono forti, molto dirette e senza filtri, immagini brutali che potrebbero turbare i più sensibili. Perciò, se non volete turbare i vostri sogni, non approcciate il volume; per tutti gli altri, vi attende un dark fantasy molto particolare, di cui sono sicuro riuscirà a darvi anche numerosi temi su cui riflettere.

 

Alberto Albanese

Goodbye, Eri: tra narrazione e memoria

Goodbye, Eri
“Goodbye, Eri” di Tatsuki Fujimoto – Voto UVM: 5/5

 

Goodbye, Eri è un volume unico scritto e disegnato da Tatsuki Fujimoto, già autore di altri fortunati manga come Fire Punch o il più famoso Chainsaw man, e pubblicato in Italia nel 2023 dalla casa editrice Star Comics.

L’autore e le sue passioni

Il fumettista, nato a Nikaho nel 1993, è un grande appassionato sia del disegno, che coltiva sin da bambino frequentando i corsi a cui prendevano parte anche i suoi nonni, sia di cinema, tanto orientale quanto occidentale, e nelle sue opere non mancano riferimenti visivi tanto ad un’arte quanto all’altra: basti pensare che già nell’opening dell’anime Chainsaw man, tratto dalla sua serie più recente, è presente un riferimento a Pulp Fiction di Quentin Tarantino, regista amato da Fujimoto, e pochi anni fa l’autore ha pubblicato un altro volume unico, Look Back, interamente dedicato al suo amore per il disegno.

Goodbye, Eri
Cover “Goodbye, Eri”

Lo stile

Proprio lo stile di disegno merita qualche parola a parte. Fujimoto presenta uno stile particolare e molto caratteristico, impossibile da confondere: grezzo, graffiato, all’apparenza semplice e superficiale, ma molto complesso. Uno stile già presente nel suo Chainsaw man, divenuto famoso anche per questo disegno così particolare, e riproposto in Look Back. Ma lo stile si riconosce anche per l’espressività che sa imprimere ai volti: i sorrisi sono dolci e scaldano il petto del lettore, così come i pianti che vengono raffigurati non solo con le classiche lacrime, ma anche con vere e proprie smorfie che rendono grotteschi i personaggi, e un discorso analogo vale per le altre emozioni, che Fujimoto sa bene come rendere in maniera realistica, quasi straniante, personalmente.

Da sottolineare poi i perfetti intervalli tra scene con battute anche molto serrate, e vignette vuote e senza una parola, quasi contemplative, preparatorie per qualche colpo di scena o per una reazione dei personaggi a qualcosa che è appena successo, e che fanno tenere anche a noi lettori il fiato sospeso, mentre ammiriamo le tavolo del fumettista.

Goodbye, Eri
Tavola “Goodbye, Eri”.

Punto di vista…

Già nella sua premessa Goodbye, Eri potrebbe stranire: una madre gravemente malata chiede al figlio di registrare col cellulare ogni momento fino alla di lei morte. E così fa Yuta, il nostro protagonista, che accumulerà numerosissime ore di filmato che poi monterà in uno strano film per una mostra scolastica. Purtroppo però, il lavoro non verrà apprezzato da nessuno, e Yuta pensa di farla finita, salvo poi incontrare la sola persona che sembra aver visto del buono nel suo lavoro: l’Eri che compare sin dal titolo.

Inizia così la storia del rapporto tra i due adolescenti, che noi lettori vedremo sempre dal punto di vista del cellulare di Yuta, come viene lasciato intendere già dallo stile di disegno e di disposizione delle vignette: sempre strisce orizzontali, alle volte anche sfocate, proprio come se stessimo filmando tenendo in orizzontale il cellulare.

…e punti di vista

Ma tramite le innumerevoli ore di registrazioni dal cellulare noi non conosciamo tutta la realtà, ma solo il punto di vista di chi quelle registrazioni le monta e le riordina, ossia lo stesso Yuta: lui è il regista assoluto, è lui che ha il potere di superare la linea che c’è tra la realtà effettiva e la memoria, il come vogliamo ricordare qualcuno e la persona reale. Yuta ci narra così quello che è il suo punto di vista, filtrato dal cellulare, e diverso tanto da altri punti di vista quanto dall’effettiva realtà.

E in fondo, l’arte in generale non è proprio questo, cioè narrazione di un punto di vista che è sempre personale ed interiore? Forse è proprio questo quello che, tra una citazione e l’altra che i cinefili si divertiranno a cogliere, e gli altri a scoprire, voleva ricordarci Fujimoto.

 

Alberto Albanese

Etnacomics 2023: la nostra esperienza della fiera

Primo giorno di Giugno. Si parte per Catania, col caldo estivo che accompagna sempre la fiera. Sul treno di andata cominciamo già a trovare i primi segni di arrivo in quell’eterno carnevale che sono le fiere del fumetto, con qualche persona che arriva già in costume.
Arrivati in città, passiamo in camera a posare la valigia, prendiamo macchina fotografica, blocco note e partiamo. Alle Ciminiere di Catania ci accoglie la tipica calca di cosplayer e appassionati di tutte le età. Voci, pensieri e persone che non capita spesso di vedere per strada. Qui si raccolgono i nerd e qui si trova il loro paradiso. Comincia Etnacomics.

Le attività e gli ospiti di Etnacomics 2023

Etnacomics 2023, ha portato sui suoi palchi ospiti del calibro di John Romita Jr. e Samantha Cristoforetti, che arrivano da ogni ambito, dai fumetti allo spazio.
Anche Milo Manara era presente, artista dietro al Manifesto della fiera, che rappresenta Sant’Agata tra i fiori di Zagara con l’Etna sullo sfondo.

Altri nomi altisonanti sono stati Alessandro Broghi e il cantautore Caparezza, che ci hanno dato l’opportunità di ascoltarli su vari temi, riguardanti il rapporto tra musica e fumetto e le loro carriere in generale.

Anche la fondazione Angelo D’arrigo è stata presente in fiera con la sua fondatrice Laura Mancuso, che ha parlato in conferenza con Samantha Cristoforetti e Luca Perri, astrofisico che era tra i vari influencer presenti all’Etnacomics. Assieme a lui, presenti anche in varie attività sul palco anche, Mr. Marra, Rick Dufer, Victorlazlo88 e Marco Merrino. Quest’ultimo era anche all’interno dell’organizzazione della fiera.

Le nostre giornate tra costumi, videogiochi e fumetti

Le attività che la fiera offriva spaziavano tra gli spazi pieni di un’estetica asiatica, con musica K-pop e j-pop sparata dagli altoparlanti, e le attività di gioco di ruolo dal vivo in cui veniva insegnato come combattere o usare una spada laser.
Tra le attività preferite del pubblico ci sono state sicuramente quelle a tema Harry Potter andate avanti per tutta la durata della fiera e organizzate da PotterStage, una piccola compagnia teatrale nata a Catania dall’aggregazione di fan della saga di Harry Potter. Hanno messo in scena diversi spettacoli e inscenato anche una lezione di duello tra maghi armati di bacchetta.

A tema Harry Potter era anche la mostra in cui erano esposte le prime copertine dei libri con interessanti chicche di lavorazione e le bozze dell’illustratrice.

La fiera era strapiena anche degli stand delle varie fumetterie del luogo, con presenti anche i grandi editori come Panini e Star Comics. Anche i negozi di videogiochi erano presenti con tante chicche dal mondo retrogaming.

E parlando proprio di questo, come non citare le varia attività legate proprio al videogioco, con i tornei di League of Legends o le stanze interamente dedicate alle vecchie console, preparate in allestimento per fare giocare il pubblico.
Agli stand indie è stato invece possibile provare un gioco in anteprima e parlare con il suo sviluppatore, ed anche con il fondatore di un’accademia di sviluppo situata in centro a Catania: ne abbiamo scritto al riguardo in un altro articolo.

Non possiamo però non citare, ovviamente, la presenza dei cosplayer in fiera: non sarebbe una vera nerd convention senza di essi.
Qui nell’articolo inseriremo quelli più belli che abbiamo avuto modo di fotografare. Dal bambino accompagnato dalla madre al ragazzino che cerca di risparmiare a chi invece perde mesi dietro all’ago da cucito, tutti hanno avuto la possibilità di esprimersi coi loro costumi e di calarsi nei panni dei loro personaggi preferiti.

Cosa ci è rimasto di questi 4 giorni di fiera

Quello che abbiamo ancora in ricordo di questo Etnacomics (a parte il caldo soffocante) è l’atmosfera caotica ed energica che trasudava dalle pareti degli stand. Quello che più ci è rimasto impresso è stata la partecipazione da parte del pubblico: la calca non è mai finita per tutti e quattro i giorni di fiera, fino alle ore tarde del pomeriggio.

È di fatto il pubblico a tenere in piedi questo tipo di eventi e noi ci auguriamo, che questi ultimi continuino a migliorare per dare modo alle persone di divertirsi e dare sfogo alle proprie passioni.

Filippo Floramo, Matteo Mangano

Combattere come una femminuccia? Si, grazie

Prima di essere le buone o le cattive della storia, prima di essere “quelle” con il mantello, i tacchi alti, il viso angelico e il destro da paura, sono le femmine affascinanti, coraggiose, intelligenti e determinate che abbiamo – fortunatamente – imparato a conoscere e stimare attraverso fumetti, film e serie tv per le loro storie e le loro gesta da supereroine o, meglio, da super-donne.

Super-donne
Panchina rossa. Fonte: freepik.com

 

In occasione della “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne”, se nei luoghi pubblici è ormai diventata una consuetudine vedere adagiate file di scarpe rosse; nelle programmazioni tv o nelle vetrine delle librerie non è raro imbattersi in film, serie tv e fumetti di denuncia, nella speranza forse che chi è vittima assuma maggiore consapevolezza del suo “ruolo” e, soprattutto, della sua via d’uscita.

A questo proposito non possiamo evitare di nominare 5 supereroine che dall’essere donne vittime si sono trasformate – spesso, letteralmente – per salvare chi ne ha bisogno e, chissà, magari sono state d’aiuto anche a chi le ha conosciute solo attraverso lo schermo di una tv o la pagina di un libro.

  1. Wonder Woman

Figlia della regina Ippolita, Diana cresce nell’Isola Paradiso abitata da sole donne: le amazzoni che, dopo essere state violentate e uccise dall’esercito di Ercole, sono riportate in vita dagli dei dell’Olimpo. Spinta dal desiderio di portare la pace nel mondo degli uomini e dalla curiosità di scoprire cosa si celi oltre quelle “mura”, Diana Prince abbandona la sua terra d’origine e, catapultata in un mondo fortemente maschilista, diventa il simbolo dell’emancipazione delle donne.

  1. Jessica Jones

Dopo aver perso i suoi genitori in un incidente stradale, Jessica viene rapita dall’Uomo Porpora che ne violenta il corpo e la psiche (ma non l’anima da guerriera) fino a ridurla in sua schiava. Riuscita a spezzare il legame malato e tormentato con il suo rapitore, apre l’agenzia Alias Investigations per occuparsi, grazie al suo intuito e ai poteri da lei acquisiti durante l’incidente stradale, sia di casi “ordinari” sia di quelli da supereroi.

  1. Catwoman

Selina Kyle è l’inafferrabile femme fatale a cui nessun uomo può sfuggire, nemmeno Batman. Dopo aver deciso di abbandonare il “mestiere più antico del mondo”, comincia a dedicarsi ai furti. Rubando ai ricchi e ai potenti di Gotham City, riesce a conquistare il rispetto e la libertà che aveva tanto desiderato sin da giovanissima. Senza parlare dell’ammirazione e, forse, del cuore del tenebroso Pipistrello che, in più di un’occasione, la lascia fuggire col bottino.

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Catwoman nei fumetti. Fonte: pixabay.com

  1. Harley Queen

Brillante membro dello staff del manicomio di Gotham City, finisce per innamorarsi del folle criminale Joker che la manipola, convincendola a farlo scappare. Pur essendosi resa conto di essere stata letteralmente sedotta e abbandonata, non riesce a rinunciare all’uomo che ama, e con lui instaura un rapporto fatto di continue riappacificazioni e separazioni. Comincia comunque a collaborare con i “buoni” (più o meno) della Suicide Squad, per combattere le minacce sovrannaturali.

  1. Elektra

Rimasta orfana di madre ancora prima di nascere, Elektra cresce nutrendo il terribile dubbio di essere stata stuprata dal padre alla tenera età di 5 anni. Per dominare l’odio e il desiderio di vendetta che cresce giorno dopo giorno dentro di lei, si appassiona alle arti marziali e conosce l’amore vero con “Matt” Murdock, alias Daredevil.

Super-donna non si nasce, lo si diventa!

E se è vero che il 25 novembre sembra sia diventato, anno dopo anno, una mera dichiarazione di principio, non accompagnata da un reale impegno (o, quanto meno, interesse) e che il compito di salvare le vite di donne e bambine non spetta ai registi, agli sceneggiatori e agli scrittori ma, piuttosto, alle istituzioni pubbliche e alle forze dell’ordine, è vero anche che una pellicola o un libro possano far capire a una donna che ha il diritto di non sentirsi a disagio, sbagliata e “sporca” e che ha il potere di dire “no” e “basta”, per sé e forse per tutte noi, alla violenza.

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Donne: le nostre Supereroine. Fonte: freepik.com

 

Queste, come tante altre, sono le storie di donne che, dopo essere cadute (per mano del proprio carnefice e, spesso, della società) nell’abisso della paura e della vergogna, sono rinate… scalciando, graffiando, mordendo, piangendo e, soprattutto, urlando per quel dolore cui nessuna dovrebbe mai essere sottoposta e per quella vita cui nessuna dovrebbe mai essere privata.

 

Angelica Terranova

Spider-Man: No Way Home, la chiusura del cerchio

Tra grandi crossover e coreografie mozzafiato, Spider-Man No Way Home è un film che tocca nel profondo i fan dell’uomo ragno – Voto UVM: 5/5

 

Dopo quasi 20 anni di filmografia Sony sul “tessiragnatele”, Jon Watts col terzo capitolo della sua trilogia chiude un enorme cerchio narrativo.

Il film riprende esattamente dove si era concluso il precedente (Spider-Man Far From Home), quando grazie ad un trucco, Mysterio riesce a svelare l’identità di Spider-Man facendolo anche passare per l’autore della sua morte e conseguentemente scatenando una ripercussione sull’immagine del ragno.      Peter Parker (Tom Holland) decide così di andare a trovare Doctor Strange (Benedict Cumberbatch) per cercare un incantesimo tramite il quale tutti potessero dimenticare l’identità di Spider-Man.

L’incantesimo viene però alterato da Peter risultando nell’effetto opposto, ossia diversi villain appartenenti ad altri universi che sono a conoscenza che Peter Parker è Spider-Man, vengono teletrasportate nel MCU.  Rivediamo dall’universo narrativo dello Spider-Man di Sam Raimi dei ritorni illustri quali quello di Doc Ock (Alfred Molina), l’Uomo Sabbia (Thomas Haden Church) e Green Goblin (di un William Dafoe assolutamente strepitoso).

Alfred Molina di nuovo nei panni di Dottor Octopus dopo 17 anni

Mentre dall’universo narrativo dell’Amazing Spider-Man di Marc Webb, vediamo il ritorno di Electro (Jamie Foxx) e di Lizard (Rhys Ifans).

Gli eventi narrati nel film proseguono – come già detto – la storia da dove si era interrotta nel precedente capitolo e si sviluppano in modo assolutamente prevedibile nella prima parte della pellicola, con un Peter Parker che cerca di porre rimedio a ciò che Mysterio ha compiuto al termine di Spider-Man Far From Home.

Ma è nella seconda parte che il film diventa dirompente specialmente a livello emotivo.

Spider-Man si ritroverà a combattere nemici per lui sconosciuti, ma che al tempo stesso conoscono bene l’Uomo Ragno ma soprattutto Peter Parker.

Saranno proprio loro a spingere Peter verso una crescita emotiva esponenziale, ma non priva di possibili ricadute che potrebbero trascinare il nostro eroe in un tetro baratro senza possibilità di risalita, crescita messa in mostra dal miglior Tom Holland mai visto nelle vesti del ragno.

Un percorso di crescita che nessun altro film appartenente al MCU è stato in grado di portare in scena, un percorso affrontato anche dai personaggi secondari, tra i quali più di tutti brilla una Zia May (Marisa Tomey) alquanto commovente.

Tom Holland e Zendaya in una scena del film

Le coreografie dei combattimenti sono tra le migliori in assoluto mai viste non solo nel MCU, ma nel mondo dei cinecomics in generale.

Partendo dallo scontro tra Doc Ock e Spider-Man sul ponte fino ad arrivare a quello tra lo stesso e Goblin, quest’ultimo violento e crudo come pochi si sarebbero immaginati.

Non mancano ovviamente i riferimenti fumettistici, soprattutto quelli relativi a Soltanto Un Altro Giorno di Straczynski e Quesada.

 

Spider-Man, One More Day: copertina del fumetto. Fonte: Marvel Comics

 

Parlare di Spider-Man No Way Home è davvero complesso, in quanto ogni parola potrebbe risultare di troppo a chi il film non l’ha ancora visto, e soprattutto perché questa pellicola – più di tutte le altre sul ragno – tocca profondamente il cuore degli appassionati del più grande supereroe.

In conclusione, Spider-Man No Way Home è il film delle origini dell’Uomo Ragno di Tom Holland che ha l’abilità di chiudere molteplici storie, ma soprattutto di dare inizio a qualcosa di nuovo.

Il ragno sarà sempre iconico e quale modo migliore di finire un ciclo se non quello di tornare dove tutto è iniziato?!

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                               Giuseppe Catanzaro

Se cadono le montagne: un reportage a fumetti di Zerocalcare

 

Zerocalcare torna con il suo stile unico a raccontarci del suo viaggio nel nord dell’Iraq con incredibile sensibilità – Voto UVM:  5/5

 

Sulla copertina della recentissima uscita del settimanale Internazionale troviamo un disegno di Michele Rech in arte Zerocalcare, un assaggio del reportage a fumetti di 34 pagine, Etichette, che la rivista custodisce al suo interno. Ad accompagnare l’illustrazione in copertina c’è una frase: «Se cadono le montagne» e il sottotitolo Un reportage dal nord dell’Iraq, tra i curdi che vivono nel campo di Makhmour.

Il reportage è facilmente reperibile in edicola o con qualche click online sul sito del settimanale Internazionale; sempre online, sui social, si trova il racconto di  Zero circa la scelta di Alberto Madrigal per occuparsi della colorazione dell’illustrazione  in copertina e delle mezzetinte acquerellate all’interno del fumetto .

Zerocalcare, Con il cuore a Kobane; Internazionale. Fonte: ilbibliomane.wordpress.com

Se cadono le montagne?

Zerocalcare non è nuovo alla vicenda curda. Ci racconta infatti del suo viaggio tra il deserto e le montagne del Kurdistan qualche anno dopo l’uscita di Kobane Calling, un reportage a fumetti del viaggio di Michele in Turchia, Iraq e Siria in supporto ai combattenti curdi, un itinerario per comprendere le storie di un popolo in guerra per il proprio diritto ad esistere.

Ed è nell’introduzione del 2020 a Kobane Calling che ci scrive di un detto curdo che recita:

I curdi hanno un solo amico, le montagne.

In effetti nell’immaginario comune le montagne veicolano un significato di protezione e sicurezza. Il freddo e distaccato fascino del monte Fuji ne La grande onda di Kanagawa, qualcosa che è impossibile cada. E allora sembra che in gioco ci sia qualcosa di vitale, così la frase che leggiamo sulla copertina di Internazionale risuona in modo più decisivo e solenne, questa volta come una domanda: e se cadono le montagne?

La grande onda di Kanagawa, famosissima xilografia di Hokusai. Fonte: dueminutidiarte.com

Risposte                                    

La risposta la troviamo all’interno del fumetto: Se cadono le montagne cade tutto. Lapidaria, inscritta su uno sfondo malinconico, si vede una ragazza che siede su una roccia e regge un’arma mentre osserva i compagni che armi in spalla marciano tra le montagne.

Seguendo i dialoghi e le persone che Zerocalcare incontra nel viaggio verso il campo profughi di Makhmour, ci accorgiamo infatti che le montagne dei curdi non sono le montagne delle mappe o del nostro immaginario. Le montagne appiattite delle cartine. Sono le montagne del Pkk, dove si trovano i guerrieri curdi, considerati terroristi dai Turchi, le montagne del confederalismo democratico, le montagne da cui può arrivare l’aiuto.

Ci accorgiamo sfogliando che qualcosa non va nel nostro immaginario, che forse ci sono in gioco dinamiche più complesse a cui forse non abbiamo prestato ascolto. Dinamiche che è difficile districare e comprendere senza affidarsi ad etichette che altri hanno scelto per noi. E leggiamo ancora tra i disegni: “Le storie di guerra sono anche questo, portano con sé cose che non ci piace sentire, che ci fanno fare i conti con la realtà e la coscienza e con quello che siamo disposti ad accettare. Sono più complesse delle favole.”

 

“Se cadono le montagne”, Zerocalcare. Fonte: dalla rivista Internazionale.

Conclusioni

La complessità caratterizza le storie che Zero ci racconta con qualche battuta per alleggerire il carico emotivo.

Se cadono le montagne è una riflessione sulla complessità delle storie, 34 pagine ben riuscite che ci invitano all’ascolto e a superare i confini del – per dirla come farebbe Zero –  “così ho sentito di’ “, contro ogni riduzionismo o semplificazione. Un invito a disegni ad immaginare più da vicino i volti e i contesti, come quello dei campi profughi. Un aiuto a toccare con mano la realtà di chi abita quei luoghi e un modo per provare a prestare ascolto a voci che narrano storie diverse da quelle che siamo abituati a sentire, fuor da “etichette”.

Martina Violante