Banzai: il lato “arancio” di Frah Quintale

Un album non per i deboli di cuore, ma che in compenso lascia all’ascoltatore emozioni calde, come l’arancio  4.0 – Voto UVM: 4/5

Il colore arancione è un colore caldo, passionale, viene associato all’estate ed è l’unione tra il rosso e il giallo. Indica vitalità e amore, e proprio come l’arancione, il nuovo album di Frah Quintale è un viaggio d’amore e di passione, ma questi ultimi nascondono tanta sofferenza, sono sentimenti così grandi che trascinano noi esseri umani  in un mondo in cui tutti ci sentiamo al sicuro, ma viviamo con la paura costante di perderli. 

Frah Quintale durante un set fotografico per “Banzai (lato arancio)”  – Fonte: metropolitanmegazin.it

Banzai (Lato Blu) è stato pubblicato un anno fa, è molto più malinconico e nostalgico come il colore blu, un colore freddo a differenza dell’arancio. Lato Blu contiene 10 tracce in cui l’artista racconta le sue esperienze personali; è come una serie tv in cui pian piano scopriamo varie “puntate” della vita del cantante, esperienze che quasi tutti noi abbiamo vissuto o vivremo e ci rendono perciò partecipi del suo dolore.

Ma non stavamo parlando di Lato Arancio? Non preoccupatevi, ne parleremo, ma era giusto soffermarsi su Lato Blu prima: difatti quest’ultimo è la prima parte del progetto del rapper e bisogna ascoltarlo se si vuole seguire Lato Arancio, se si vuole capire fino in fondo il nuovo album. Due colori così diversi, uno freddo e uno caldo, ma che Frah Quintale ha unito quasi con un ponte.

         Con te ho smesso, però mi è rimasto il vizio
         E si capiva già la fine dall’inizio
         La pioggia e il cuore battono allo stesso ritmo
         E non lo vedi che ora scende a capofitto?

Banzai-Lato Arancio (2021)

Il 4 Giugno è uscito il terzo album del rapper Frah Quintale: il CD contiene dieci tracce e si va dal blues al pop, difatti il genere è contemporary R&B. C’era grande attesa per il nuovo album del rapper bresciano: dopo poche ore dalla pubblicazione, su varie pagine social comparivano i suoi testi e gli utenti postavano una storia condividendo la canzone da Spotify… Di certo l’album non è passato inosservato!

Lato arancio è il secondo atto del precedente Lato Blu, è come un film dei più grandi registi. Frah Quintale con la sua voce, i suoi testi e la sua musica ha incantato il pubblico, regalando cartoline immaginarie in cui l’ascoltatore si tuffa nei ricordi.

Le sigarette, l’umore tuo è un castello con le carte

Le dita gialle come luci dei semafori la notte

Le sigarette, l’umore tuo è un castello con le carte

 

Copertina ufficiale di “Banzai (lato arancio)”. Fonte: rockit.it

Come già citato sopra, l’album contiene dieci tracce: tutti i testi parlano di una metamorfosi, non solo dell’artista stesso ma di tutti noi: difatti Frah Quintale ha voluto sfruttare il tema del cambiamento che ha attraversato ognuno di noi da quando è scoppiata la pandemia, rendendoci persone nuove ma senza abbandonare il nostro vecchio stile.

I brani si alternano passando da un sound lento a uno stile più o meno ritmato. Interessante la traccia Chicchi di riso, con il featuring di Franco 126, l’unione dei due artisti è perfetta: due stili diversi ma allo stesso tempo simili.

Lato arancio, è “la parte” che completa l’anima del rapper: vediamo un’artista nuovo e più maturo nei suoi testi, ma la sua mano, quella che ci ha fatto innamorare, piangere e sognare è sempre li.

Il primo giorno di vacanze dopo
Metà dell’anno chiusi in casa
Ho lasciato scaricare il cellulare
E il mio orologio chissà dove
Godersi certi pomeriggi persi

Frah Quintale durante il set fotografico di Banzai (lato arancio). Fonte: hiphopstarztour.com

                                                                                                                       Alessia Orsa

Multisala, il nuovo album di Franco126

Dopo il grande successo di Stanza Singola, Franco126 presenta: Multisala.
Un album scritto come da copione di un film in cui le scene camminano a rallentatore e sono capaci di rievocare immagini vivide. Alessandro D’Avenia, scrittore italiano, in uno dei suoi libri scrive:

A volte nella musica si trovano le risposte che cerchi, quasi senza cercarle. E anche se non le trovi, almeno trovi quegli stessi sentimenti che stai provando. Qualcun altro li ha provati. Non ti senti solo

Franco126 fonte:rollingstone.it

Come in un film

Si chiama Multisala, contiene dieci tracce ed è la nuova creatura di Franco126 in uscita il 23 aprile 2021.
Immagini a rallentatore che sembrano fermare il tempo e che danno vita ad un album “cinematografico”.
Lo stile rimane sempre lo stesso: a metà tra la malinconia e la nostalgia, ma con grande capacità di rievocare immagini potenti. È proprio questo uno dei casi in cui possiamo chiudere gli occhi, indossare le cuffiette e sentirci non solo spettatori ma anche protagonisti della stessa penna dell’autore.

Dolceamaro tra le righe

La prima traccia dell’album è Che senso ha: intima, con diversi punti di domanda e dall’umore spezzato di chi sembra combattuto da un amore che sembra andato perso.

E me ne vado con la giacca sulla spalla
Lascio indietro dubbi e punti di domanda
E ci sta un silenzio che
Sembra che parli per te

A metà tra scrollarsi dai gomiti sul bancone e riflettere sui consigli dati.
L’immagine che segue è quella di un mix di stagioni: l’inverno dentro, l’estate fuori. Mentre fuori, in un attimo è già l’alba.

Franco126 a Rock in Roma 2019. fonte: romatoday.it

La seconda traccia è Blue Jeans, questa volta si tratta di un feat con Calcutta. La canzone ci introduce in una dimensione in cui l’amore finito è ancora il protagonista della sua penna.

Vorrei essere in un altro tempo
In cui se sbagli, riparti da capo
Ma il futuro che io avevo in mente
Sembra già far parte del passato

Segue Maledetto tempo, in cui viene descritta la paura di diventare grandi con tutti i dubbi e le insicurezze del futuro. La traccia sembra un proseguo della precedente descritta, con tutti gli equivoci che ci allontanano dal terreno sicuro.

Ma chi lo sa
Se è solo un altro scherzo del destino
Che poi, che è tutto quanto già deciso
Chi l’ha deciso?

Frammenti di tempo

Lieto fine, mette in scena diverse domande esistenziali di chi si chiede cosa succede quando il pubblico si appresta ad uscire. Pensiero molto comune anche nella letteratura, con lo stesso Pirandello che riflette sul tema della maschera che ognuno di noi indossa per adattarsi ai diversi contesti. Ma cosa succede quando ci si leva la maschera? Cosa succede quando il pubblico si defila?

E restiamo da soli, senza controfigure
Senza più i riflettori, senza più le battute da dire

Franco126 in Stanza Singola. fonte: rapologia.it

A tutti è capitato di ritrovarsi senza risposte alle proprie domande, Nessun perché è la sintesi di cosa succede nella mente di chi perde o non trova approdo in momenti, parole, situazioni e finisce con il dire che la strada che ci appare più semplice si rivela piena di intoppi:

Perchè la strada più dritta va a zig zag che ci vuoi fare

Miopia è l’emblema del sarcasmo dentro un testo malinconico.

Può darsi che c’ho visto lungo
Ma magari è solo miopia
Cosa vuoi chе sia?

Il brano può essere interpretato come la descrizione di chi perde tra la gente ciò che teneva sott’occhio nonostante la situazione fosse chiara, o quasi. Forse era solo una causa di un’anomalia refrattiva.

Dulcis in fundo, o forse

Simone, sembra essere l’accurata descrizione che tutti potremmo fare di un nostro amico. Il solito testardo che non ascolta nessuno e «si regala un nuovo grattacapo» mentre continua a bere birra e a spendere i suoi soldi.

Simone, mille sbagli

Il brano seguente ci fa ritornare al solito (amato) mood di una ragazza con il Vestito a fiori che ha sogni troppo grandi. E sono sicura che siamo un po’ tutti come quella bambina che continua a sbagliare rincorrendo il suo palloncino.

Lo sai pensavo
Che a voltе è facile sentirsi smarriti
E darla vinta alle ombre con cui convivi

Come una sorta di filo invisibile, segue Ladri di sogni. Ancora una volta ci ritroviamo in un cinema, con in testa le solite domande mentre scendono i titoli di coda e…

Saltano in aria i piani come tappi di champagne“

Franco126 e Carl Brave. Fonte: giornaledellamusica.it

Accidenti a te, un titolo che sembra dirla lunga su un probabile litigio in cui non mancano le complicazioni e le porte chiuse in faccia. O forse solo socchiuse?

No, non ci credo più
Però un po’ ancora ci spero
E qui lo dico e qui lo nego

L’incoerenza di chi sa di aver urlato tanti insulti, un addio insicuro, mentre tra i denti masticava l’unico pasto della giornata: una sigaretta.

Ti ho detto addio, sì, ma solo in teoria

Fiato sospeso

Lasciandoci tutti a fiato sospeso, Franco126 ha prodotto un gran bel lavoro, regalandoci nuove canzoni su cui perderci le notti e sprecare le nostre domande.

Annina Monteleone

All’Indiegeno Fest la musica e l’arte non vanno in vacanza: buona la prima!

©GiuliaGreco – Indiegeno Fest 2019

Stessa location dello scorso anno, ma artisti diversi: l’indiegeno è finalmente giunto alla sesta edizione, che si sta svolgendo dal 2 agosto con ospiti del panorama musicale contemporaneo che si esibiscono su un palco allestito nella spiaggia di Patti Marina. Ormai diventato un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati del genere musicale Indie, quest’anno il mood che funge da filo conduttore dell’evento e che ne caratterizza anche la grafica è ispirato agli anni ’90. Già in quell’epoca si comunicava tramite cellulari e sms, ma c’era ancora uno spirito di autenticità che, con l’incombere dei social e di una vita sempre più virtuale, per certi versi si è andato perdendo. Questo festival invece consente ai nostalgici di tornare un po’ alle origini e recuperare quella voglia matta di acquistare i dischi dei cantanti per ascoltarli in automobile e imparare tutta la playlist a memoria per poi poterla cantare a squarciagola ai concerti.

©GiuliaGreco – Indiegeno Fest 2019

È stato proprio questo lo scenario che si è prospettato nella prima serata del festival, che ha riscosso un grande successo con una spiaggia gremita di gente. La musica cura gli animi, accomuna, unisce e fa condividere storie che meritano di essere raccontate. Il miglior modo, quello più genuino, per fruirne al meglio, godendosela dalla prima all’ultima nota, è ascoltarla dal vivo. La musica è una forma d’arte, e per questo non va sempre necessariamente spiegata, ma sentita e vissuta. Lo ha dimostrato Fulminacci, classe 1997, cantautore esordiente che già ha seminato fan in tutta Italia, secondo artista che si esibisce nella serata d’apertura. Prima di cantare “Davanti a te”, la introduce cercando di spiegarne brevemente il significato. Poi lui stesso ha affermato: “Vabbè non ci avrete capito nulla, meglio se la canto”, a riprova che la musica arriva laddove le parole, a volte, si rivelano insufficienti e inconsistenti.

©GiuliaGreco – Fulminacci, Indiegeno Fest 2019

Per circa un’ora Fulminacci riesce a tenere il pubblico instancabile e con il fiato sospeso, mentre lui invece di fiato per cantare ne ha da vendere ed è capace di gestirlo al meglio, soprattutto per quei suoi brani il cui ritmo veloce è sorprendente. Impeccabile, non sbaglia una nota e dal pubblico arrivano applausi di consenso e approvazione. Il cantante romano ci privilegia anche con una novità e una sorpresa inaspettata: un inedito che non è presente nel suo disco, che arrangia solo con voce e chitarra, e una cover singolare e unica nel suo genere di “Stavo pensando a te” di Fabri Fibra.

Dopo Fulminacci, a far scatenare la platea continuano i Canova, che alternano momenti di esibizione ad altri in cui lasciano che siano i cori del pubblico ad animare il concerto, e che confermano quanto le loro canzoni rappresentino ed esprimano a pieno emozioni, sentimenti, disagi, vizi e virtù di una generazione di giovani che come direbbe qualcuno “non è più quella di una volta”, e meno male che sia così. 

©GiuliaGreco – Franco126, Indiegeno Fest 2019

A chiudere la serata incanta la platea Franco126, con i singoli tratti dall’album “Stanza singola”, e uno spazio riservato anche agli esordi di “Polaroid 2.0”. Da parte di Franchino non sono mancati gli omaggi e le menzioni a quelli che lui definisce “fratelli”: la sua band e Tommaso Paradiso. 

©GiuliaGreco – Canova, Indiegeno Fest 2019

Non avrebbe potuto esserci miglior modo per concludere la prima tappa di un festival che si sta rivelando all’altezza di tutte le aspettative. Non ci resta che darvi appuntamento per questa sera e le prossime che seguiranno fino all’alba dell’8 agosto, la cui location sarà il teatro greco di Tindari, per nutrirci ancora di arte e musica, due bellezze che non ci potrà mai togliere nessuno, e che diventano immortali e intramontabili, capaci di perdurare nel tempo. Ci hanno detto: niente dura per sempre, tranne la musica, quella rimane: e se lo dicono i Coma_Cose, tra gli artisti in programma per la serata del 4 agosto, non gli si può non credere.

Giusy Boccalatte

 

©GiuliaGreco – Matteo Mobrici (frontman dei Canova), Indiegeno Fest 2019