Il sogno azzurro si realizza. Siamo noi i campioni degli Europei 2020. I retroscena della finale più attesa degli ultimi tempi

Abbiamo vinto. Una partita durata più di 128 minuti, sofferta fino all’ultimo rigore, il decisivo. Ma prima di quello, una domenica piena di ansia e trepidazione. Ed alla fine l’Italia ne esce vincitrice, battendo l’Inghilterra 4-3 ai rigori. Sono gli attimi dell’incredulità a rendere ancor più dolce una vittoria senza dubbio meritata, accompagnata dalle voci commosse dei commentatori di Sky Sport Fabio Caressa e Beppe Bergomi.

Il calcio torna a Roma, l’Italia torna a vincere

Esclamano, a fine partita, i due inviati di Sky prima di dare il via ad un intenso tributo a Bergamo, alle vittime del covid-19, ricordando i duri mesi dei lockdown e l’impegno messo nella ripartenza. E quest’anno, la ripartenza europea inizia proprio dall’Italia.

La favola azzurra degli europei

La finale non era iniziata affatto bene: un improvviso gol di Luke Shaw al 2′ spezza immediatamente la quiete dell’inizio partita, costringendo gli azzurri a compiere una scelta fondamentale. Demoralizzarsi o stimolarsi a dare il massimo. Com’è andata lo sappiamo già, ma comunque stupiscono le parole di Bonucci nel post-partita: «Una volta che arrivi in fondo puoi solo spingerti per arrivare in alto. È la dimostrazione che bisogna sempre guardare in alto e non mollare mai».

Segue una lunga ripresa, con la squadra di Southgate che si sposta prevalentemente in difesa, riuscendo a chiudersi ermeticamente quasi ad ogni tentativo di trovare un corridoio o – meglio – uno spiraglio. È la difesa eccellente di Walker, Stones e Maguire accompagnata da un impenetrabile Pickford. Neanche il talento di Chiesa riesce a mettere a segno, pur suscitando un certo timore nella squadra inglese.

(fonte: vesuvius.it)

Dopo un primo tempo angosciante per l’Italia, arriva il secondo ed arrivano anche i primi cambi: Mancini fa rientrare Immobile e Barella (quest’ultimo ammonito poco prima del cambio) sostituendoli, rispettivamente, con Berardi e Crisante. Siamo al 55′. Un generalissimo nervosismo si avverte sulle spalle di tutti i giocatori, poi l’ennesima ammonizione: questa volta è Bonucci. Sarà la seconda delle cinque ammonizioni ricevute dall’Italia.

Al 67′ arriva il gol del pareggio: Bonucci approfitta di un calcio d’angolo per mettere la palla in rete. Si riaccendono le speranze degli azzurri, ma attenzione: torna ad alzarsi la guardia (mai troppo abbassata) inglese. E tornano gli attacchi. Trippier (che aveva fornito un prezioso assist al gol di Shaw) viene sostituito dal giovanissimo Bukayo Saka, classe 2001.

Poco prima del 90′, con un pareggio che ha il sapore di supplementari, Chiesa viene sostituito da Bernardeschi. La causa è di un forte dolore provocato da un colpo subito poco prima, da cui l’attaccante non è riuscito a riprendersi. In lacrime esce dal campo, con gli azzurri già alla loro terza sostituzione.

All’ultimo minuto di recupero del secondo tempo, il capitano Chiellini si lascia ammonire per fermare l’impeto del giovane – e freschissimo – Saka, smentendo un gol quasi sicuro. La scena è diventata virale, attirando non poche critiche ed insulti per il capitano azzurro.

(fonte: @reformacancha, twitter.com)

I supplementari trascorrono tra un fallo e l’altro, con varie occasioni per ambo le parti sfiancate dagli abilissimi portieri. Donnarumma tiene duro fino alla fine, in vista dei calci di rigore. Con una sequenza Berardi gol (2-1) Kane gol (2-2) Belotti parato (2-2) Maguire gol (2-3) Bonucci gol (3-3) Rushford sbagliato (ha preso il palo) (3-3) Bernardeschi gol (4-3) Sancho parato (4-3) Jorginho parato (4-3) Saka parato (4-3), è l’Italia – con tanto stupore – a portare a casa la coppa. Ed iniziano le esclamazioni, le sbeffeggiate al suon di It’s coming Rome, le lezioni di Bonucci sulla pastasciutta e l’esultanza tipicamente italiana.

Ma gettando lo sguardo dall’altro lato del campo, non si riesce a non notare la delusione dei tifosi inglesi per la sconfitta. Sono attimi di sentimenti contrastanti: si vedono gli azzurri ballare sullo sfondo di una squadra inglese distrutta, arrabbiata, fortemente critica della scelta di Southgate di piazzare due giovanissimi ed inesperti ai rigori. Intanto 54mila tifosi inglesi lasciano gli spalti, suscitando il riso di alcuni avversari.

Poi arriva il momento delle medaglie: se le tolgono, gli inglesi. Il secondo posto brucia, specie in un campionato che si voleva vincere con tanto ardore e si sarebbe potuto vincere in casa. Intanto lo stadio di Wembley si tinge del tricolore – il nostro. Avanzano uno per uno, primo tra tutti un saltellante Spinazzola, a raccogliere il proprio riconoscimento e baciare la coppa che porteranno a casa alcune ore dopo. Poi l’uscita di scena. Si conclude così un europeo da sogno; si conclude la favola azzurra degli europei. Ad accompagnare l’esultanza in ogni città d’Italia, l’intramontabile Gianna Nannini con le sue Notti Magiche.

Le prime pagine inglesi ed il razzismo contro Saka

Gli inglesi, com’era immaginabile, non hanno preso bene la sconfitta. Il rigore decisivo è stato quello del diciannovenne Saka – siamo al 128′ – parato prontamente da Donnarumma (nominato, poi, miglior giocatore di questi Europei). Subito i social del ragazzo vengono intasati da commenti sprezzanti e razzisti, poi condannati dal premier Boris Johnson.

(fonte: ilpost.it)

Intanto un’aria mesta accomuna le prime pagine inglesi; risuonano le voci heartbreak, it hurts, tears, ma non mancano neanche le voci proud, orgogliosi ed heroes, eroi. C’è tanta gratitudine verso i Lionhearts (così viene definita la nazionale inglese) ed il rimorso di un allenatore che sente di non aver fatto abbastanza, nonostante la ferma convinzione del capitano Kane: «Non avremmo potuto dare di più».

Ma per questa volta, la Coppa la portiamo a casa noi.

Valeria Bonaccorso

Approvato il ddl per l’abolizione degli esami di abilitazione: ecco cosa prevede

 

“Fare insieme esame di laurea e di stato permette di risparmiare un anno di tempo.”

fonte: Il Messaggero

Giorno 18 ottobre è stato approvato dal Consiglio dei Ministri n.67 il disegno di legge recante “Disposizioni in materia di titoli universitari abilitanti”. Figura centrale dietro l’ideazione e la sottoposizione al vaglio di Palazzo Chigi del suddetto disegno è stato il ministro dell’università e della ricerca, Gaetano Manfredi. Proprio Manfredi negli scorsi mesi è stato spesso invitato da numerosi gruppi studenteschi, universitari e laureandi, ad operare una massiccia opera di riforma circa gli esami di abilitazione di alcune professioni.

(Qui i nostri articoli a riguardo: https://universome.unime.it/2020/06/06/universitari-protestano-a-piazza-municipio-stop-allesame-di-abilitazione-lintervista-alla-dott-ssa-luciana-morabito/ ; https://universome.unime.it/2020/06/05/esame-di-stato-anche-gli-studenti-di-psicologia-protestano-ecco-perche/).

Il disegno di legge prevede l’abolizione dell’esame di Stato per alcune tra le professioni regolamentate ferma restando la necessità dello svolgimento di un tirocinio pratico, similmente a come già previsto per la laurea in medicina e chirurgia successivamente all’entrata in vigore dal decreto Cura Italia. L’obiettivo, come ben esplicitato nella relazione che accompagna il disegno di legge, è quello di consentire una “più diretta, immediata ed efficace collocazione dei giovani nel mercato del lavoro”.

Il Ddl è composto da 5 articoli da attuare in tre fasi diverse:

  1. una prima interesserà le lauree in odontoiatria, farmacia, veterinaria e psicologia;
  2. una seconda toccherà invece geometri, agrotecnici, periti agrari e periti industriali laureati iscritti a uno dei tre nuovi corsi di laurea professionalizzanti appena creati e che necessiteranno di almeno 3 anni di tempo per la realizzazione;
  3. infine, ma solo sulla base della richiesta dei consigli nazionali degli ordini o federazioni, sarà la volta di biologi, geologi, chimici fisici tecnologi alimentari dottori agronomi e forestali assistenti sociali attuari;

Passiamo dunque ad analizzare nel dettaglio il contenuto del disegno di legge.

Esame finale delle lauree magistrali a ciclo unico

All’articolo 1 vengono prese in esame le lauree magistrali. In particolare, si fa riferimento all’esame finale per il conseguimento delle seguenti lauree a ciclo unico: odontoiatria e protesi dentaria, farmacia e farmacia industriale, medicina veterinaria, oltre alla laurea in psicologia. Con l’entrata in vigore del progetto di legge lo stesso esame abiliterà anche all’esercizio delle professioni di odontoiatra, farmacista, veterinario e psicologo. Condizione necessaria sarà però quella di avere acquisito almeno 30 crediti formativi con un tirocinio pratico-valutativo interno ai corsi di studio.

Lauree professionalizzanti

Altro step sono invece le lauree professionalizzanti. Al riguardo l’articolo 2 prende in considerazione le nuove classi di laurea istituite dal MIUR con decreto del 12 agosto 2020, n. 446. Si tratta dei corsi di laurea: professioni tecniche per l’edilizia e il territorio, professioni tecniche agrarie, alimentari e forestali, professioni tecniche industriali e dell’informazione. Come per le lauree magistrali indicate all’articolo 1, anche tali percorsi formativi abiliteranno all’esercizio della professione nei rispettivi singoli corsi di studio. Quindi geometra laureato, perito agrario laureato e perito industriale laureato. “Le specifiche modalità di svolgimento, valutazione e certificazione del tirocinio obbligatorio che si dovrà svolgere durante gli studi sono previste nell’ambito della disciplina delle classi e dei regolamenti didattici delle singole università” spiega il Ddl.

Modalità di svolgimento dell’esame di laurea

L’articolo 3 specifica anche come saranno verificate le competenze acquisite. L’esame finale di laurea prevedrà lo svolgimento di una prova pratica in base alla quale verranno valutate le competenze professionali acquisite durante il tirocinio interno ai corsi di studio. La commissione giudicatrice, dovendo comprendere anche aspetti pratici della professione, sarà integrata da professionisti designati dagli Ordini, dai Collegi professionali o dalle federazioni nazionali. Le modalità di svolgimento e di valutazione delle prove pratiche valutative saranno stabilite con uno o più regolamenti.

Possibili ulteriori abilitazioni su proposta degli enti di categoria

L’articolo 4 riguarda invece gli “ulteriori titoli universitari abilitanti”. In questo ambito rientrino tutte quelle professioni regolamentate per cui è il Ministero dell’Università a indire gli esami e che non sono state ricomprese in questo Ddl (disegno di legge). Ben potrebbero in un futuro prossimo diventare abilitanti ma sarà necessario che i Consigli degli Ordini, i Collegi professionali e le relative federazioni nazionali forniscano indicazioni utili al MIUR. Tra queste, ricordiamo: assistente sociale, architetto, biologo, chimico, geologo, ingegnere, dottore commercialista, esperto contabile e revisore legale ed infine avvocato. Sarà dunque gli enti di categoria a doversi attivare per eliminare l’esame di Stato. Rispetto alla bozza presentata lo scorso 12 ottobre, è possibile vedere come sia stato accorciato l’elenco di professioni a cui è rivolta la liberalizzazione dell’accesso. Sul punto il ministro Manfredi ha comunque aperto alla possibilità di “tornare sulla questione successivamente a un dibattito parlamentare”

I tempi di realizzazione non saranno certamente immediati ed infatti saranno numerosi gli aspetti che necessiteranno di un’opera di integrazione e revisione. È facile quindi immagine una notevole produzione di decreti attuativi. Infine, la collaborazione con gli ordini professionali sarà fondamentale sia per venire incontro alle esigenze di tutela dei professionisti iscritti agli albi che per far valere davanti al MIUR gli interessi e le posizioni di coloro volenterosi di iscriversi ai suddetti.

Filippo Giletto

Sanremo #Day5: come si è concluso il Festival?

Il #day5 inizia in modo frizzante. C’è chi se la prende comoda, chi salta fuori dal letto come una molla, chi il letto non lo tocca proprio.
Macchina fotografica? C’è.
Videocamera? C’è.
Microfono? C’è.
In marcia verso l’hotel che ha ospitato Alberto Urso durante la settimana del festival.

©CristinaGeraci – Intervista ad Alberto Urso, Sanremo 2020

Saltata la coda di fan impazzite, riusciamo ad entrare, ci sistemiamo e aspettiamo.  Il momento in cui il mio cervello ha detto “buongiorno mondo” è stato quando un paio di occhi azzurri e un sorriso stanco arrivano nella stanza esclamando: “Ciao ragazzuoli! Che piacere vedervi!”
Un volto conosciuto, visto in altre situazioni, che fino a poco tempo fa faceva le stesse cose che facevi tu. Una passeggiata sul viale, un calice di vino al solito posto , circondato dai soliti amici messinesi. E poco tempo dopo ritrovarlo a Sanremo, nei panni di cantante, e che cantante. Penso a tutto questo e mi si gonfia il petto di felicità, è una grande soddisfazione ritrovare volti conosciuti in occasioni del genere.  Iniziamo l’intervista, ridiamo, scattiamo due foto e lo lasciamo ai suoi impegni.

©CristinaGeraci – Diodato alla trasmissione “Italia Sì”, Sanremo 2020

La prossima tappa della giornata sarà passare da Casa SIAE per caricare il pc e sistemare un paio di contenuti. A farci da sottofondo è Diodato, intervistato a piazza Colombo.

Finisce la mattinata e decidiamo di tornare a casa, fare le valigie e riposare un po’.
Ci dirigiamo verso il centro e le strade sono affollate.
Direzione casa Sanremo per mangiare un boccone e subito dopo verso casa SIAE per guardare la tanto attesa finale.

Inizia il festival: sigla dell’Eurovision e ingresso di Amadeus in mezzo alla banda dell’Arma dei Carabinieri.
Via al televoto dopo l’apparizione dell’attrice Cristiana Capotondi.

Michele Zarrillo con “Nell’estasi o nel fango” è il primo ad esibirsi. Sempre elegantissima, Elodie entra in scena sul palco del teatro Ariston per interpretare la sua Andromeda, scritta da Mahmood.”Grazie per questa possibilità” le parole di Elodie nel ricevere i fiori da Amadeus.

Mara Venier si toglie le scarpe per scendere le scale e parla della puntata speciale di domani di Domenica In, proprio da Sanremo. Poi è la volta di Enrico Nigiotti con Baciami adesso.
Fiorello sul palco parla del successo del Festival e dell’affetto per Amadeus. Poi presenta il conduttore, che scende le scale dell’Ariston in versione bionda Maria De Filippi. Cantano insieme “Un mondo d’amore” di Gianni Morandi.

©CristinaGeraci – Casa SIAE, Sanremo 2020

Si torna alla gara, Irene Grandi con Finalmente ioAlberto Urso con il suo Sole ad est e subito dopo è il turno di Diodato, “Fai rumore”. Entra in scena Sabrina Salerno per presentare il settimo cantante in gara: Marco Masini al pianoforte canta Il confronto.
Amadeus parla della gara delle Nuove Proposte di ieri sera con la vittoria di Leo Gassmann. Questa sera canterà sul palco del Teatro Ariston “per diventare ufficialmente uno dei Big del Festival”. Non in gara, ovviamente. Canta “Vai bene così“.

Tiziano Ferro, dopo un monologo sulla sua età e sulla maturità, canta “Alla mia età“, “Non me lo so spiegare”, “Ed ero contentissimo” e “Per dirti ciao”. Piero Pelù scuote il Teatro Ariston con la sua energicaGigante“.
Nono cantante in gara, Levante con TikiBomBom. Bellissima ed elegante come sempre. I Pinguini Tattici Nucleari sul palco del Festival di Sanremo con la loro Ringo Starr.
Arriva sul palco la regina Elisabetta, piena di perle, che canta “Me ne frego” e da anche un bacio al chitarrista.
“No Grazie”, è il momento di Junior Cally.

La gara procede. Dire spedita è troppo, ma procede. Raphael Gualazzi canta “Carioca“, che abbiamo rivalutato in maniera positiva.
È il momento di Tosca con “Ho amato tutto“. Francesco Gabbani sul palco con la sua “Viceversa“.
Rita Pavone e la sua “Niente (Resilienza 74)“. Poi è la volta de Le Vibrazioni con “Dov’è“.

Gara interrotta dall’ospite della serata: si esibisce Biagio Antonacci con il nuovo singolo “Ti saprò aspettare“. A seguire un medley con Iris, Quanto tempo ancora e Liberatemi.
Anastasio è il prossimo ad esibirsi con “Rosso di rabbia“. La gara procede con Riki e la sua “Lo sappiamo entrambi“.
Giordana Angi canta “Come mia madre“. “Voglio parlarti adesso“, è il momento di Paolo Jannacci. Elettra Lamborghini penultima con “Musica (E il resto scompare)“. Rancore, ultimo ad esibirsi con la sua “Eden“.

Siamo ufficialmente alla fine della gara. Dopo l’intervento di Fiorello è il momento della standing ovation per lui. Con abbraccio ad Amadeus. Ma non finisce qui perché Fiorello canta anche “Amore Fermati” di Fred Bongusto.

Dopo l’intervento dei vari ospiti della serata, arriviamo al momento tanto atteso: la classifica.

23) Riki

22) Junior Cally

21) Elettra Lamborghini

20) Giordana Angi

19) Enrico Nigiotti

18) Michele Zarrillo

17) Rita Pavone

16) Paolo Jannacci

15) Marco Masini

14) Alberto Urso

13) Anastasio

12) Levante

11) Raphael Gualazzi

10) Rancore

09) Irene Grandi

08) Achille Lauro

07) Elodie

06) Tosca

05) Piero Pelù

04) Le Vibrazioni

Terzo posto per i pinguini tattici nucleari.  Ancora un po’ di attesa; secondo posto per Francesco Gabbani.

Vince il festival Diodato, con la sua “Fai rumore”. Avevamo già detto che Diodato era riuscito a fare tanto rumore. È suo il 70 esimo festival di sanremo.

Contenti della classifica, un po’ amareggiati per il nostro Alberto,che speravamo si classificasse un po’ più in alto, ci spostiamo verso Casa Sanremo per festeggiare. Troviamo Leo Gassman esibirsi.

©CristinaGeraci – Afterparty Casa Sanremo, 2020

Poco dopo Inizia il dj set con la bellissima Ema Stoccolma, accompagnata dalla collega Andrea Delogu. Eleganti e impeccabili. La serata prosegue fino alle 6 di mattina, passiamo gli ultimi momenti insieme ai colleghi delle radio universitarie, agli amici di casa SIAE. Un ultimo saluto e poi a casa, a riposare un’ora.

Ora siamo in viaggio per tornare, e continuo a pensare a quello che il festival è riuscito a fare nell’arco di poco tempo: dalle ingiurie verso un poco chiaro Amadeus, che grazie all’aiuto del fidato Fiorello è riuscito a portare a casa un signor festival. Alle vallette e agli ospiti internazionali. Bugo e Morgan. Fiorello e l’autotune.  Il twerk di Elettra, i vestiti succinti.

Ma il festival di Sanremo, non si ferma solo a questo. Si aggiornano le playlist italiane, si conoscono nuovi artisti. In un modo o in un altro il festival tocca tutti noi.
Inoltre, più da vicino, è riuscito ad unire quattro di noi.
Quattro persone che apparentemente non condividono nulla se non lo stesso lavoro, buttati sul campo e costretti a unirsi per fare squadra.
Oggi ringrazio Federica, Damiano e Alessio per avermi tenuto compagnia, per esserci aiutati nei momenti complicati durante la giornata e per avermi lasciato un bellissimo ricordo del festival.
Li guardo proprio ora e dormono tutti sul treno, magari se seguite i nostri social troverete qualche foto.

Grazie per averci seguito e supportato.

Per noi il Festival NON finisce qui.

Cristina Geraci

Domenica 10 alla Cittadella Sportiva Universitaria la finale regionale under 12 di hockey prato

CUS Unime – Hockey
Sarà il polivalente in sintetico dell’Impianto universitario il palcoscenico designato dalla Federazione per ospitare la fase finale del campionato siciliano dei piccoli under 12. Tra le contendenti al titolo anche il CUS Unime.
Si avvia alla conclusione il campionato regionale di hockey prato Under 12 e per la sua fase finale, in programma domenica prossima, il Comitato regionale della Federazione Italiana Hockey ha scelto il polivalente in sintetico e la splendida cornice della Cittadella Sportiva di Viale Palatucci.
Ai nastri di partenza per contendersi il titolo di categoria ci sarà anche il CUS Unime, che dovrà vedersela con il PGS Don Bosco, i Red Fox San cataldo CL e l’HC Ragusa. Delle 8 squadre che hanno partecipato al torneo federale queste sono le quattro squadre che, dopo quattro entusiasmanti concentramenti regionali, hanno conquistato l’accesso all’ultima fase: Red Fox San Cataldo CL e HC Ragusa per il Girone A, PGS Don Bosco e CUS Unime per il Girone B. Rimangono fuori dalla final four le “big” GS Raccomandata Giardini e le catanesi Valverde e Galatea Catania, alla vigilia considerate tra le papabili per vittoria finale del torneo e, invece, eliminate alla prima fase, segno che il livello di quest’ultima fase sarà certamente molto alto.


“Siamo veramente molto soddisfatti – commenta il tecnico cussino Giacomo Spignolo – arrivare sin qui non è stato per nulla semplice: abbiamo dovuto superare formazioni di alto livello e questo ci riempie d’orgoglio. La Federazione crede molto in questo campionato e quindi arrivare tra le prime quattro in Sicilia per noi è già un bellissimo traguardo. Giocarsi la possibilità di conquistare il titolo in casa propria, inoltre, ci inorgoglisce ancora di più e sono sicuro che ci divertiremo e faremo divertire i tanti appassionati che ci verranno a vedere.”
I cussini approdano alla fase eliminatoria con un cammino molto positivo: 3 vittorie, 1 pareggio e due sconfitte, con ben 32 reti segnate (delle quali ben 24 portano la firma del talentino gialloblu Davide Arena) e solamente 18 incassate. Le due sconfitte, invece, arrivano per mano della PGS Don Bosco, formazione di alto profilo che si candida per la vittoria finale del torneo. Nell’altro girone la parte del leone l’ha fatta la Red Fox, autentica corazzata che ha conquistato solo vittorie.
Ci sono tutti gli ingredienti, quindi, per garantire divertimento e spettacolo. Si comincia alle 09:00, con le 4 squadre che si sfideranno in un girone all’italiana al meglio delle 3 gare per ogni team. Questo il calendario degli incontri:

ore 9,00 PGS DON BOSCO – RED FOX CL
ore 10,00 CUS UNIME – HC RAGUSA
ore 11,00 PGS DON BOSCO – HC RAGUSA
ore 12,00 RED FOX CL – CUS UNIME
ore 13,00 PGS DON BOSCO – CUS UNIME
ore 14,00 HC RAGUSA – RED FOX CL