Nonostante: il ritorno di Valerio Mastandrea alla regia

nonostante: valerio mastandrea torna alla regia
“Nonostante”, ritorno alla regia di Valerio Mastandrea, è una pellicola che ognuno dovrebbe vedere. In un’epoca di incertezze, di crisi e di ansie, tutti (anche chi non lo ammette) hanno bisogno di forza e di cercare la propria dimensione, con l’altra metà della mela destinata a ciascuna persona. – Voto UVM: 4/5

Nonostante è un film del 2024 (è arrivato in sala il 27 Marzo 2025) dove Valerio Mastandrea  torna alla regia (la sua prima esperienza registica è stata Ride, nel 2018) Il film co-scritto, diretto, co-prodotto (assieme a Valeria Golino) ed interpretato da Mastandrea, è stato presentato in anteprima allo scorso Festival di Venezia ed è stato il film d’apertura della sezione Orizzonti.

Trama

Nonostante segna il ritorno di Valerio Mastandrea dietro alla cabina di regia e ricopre anche il ruolo di sceneggiatore e di protagonista.

Un uomo, ricoverato da alcune settimane in ospedale, non risente affatto della sua condizione di paziente. Egli, infatti, apprezza l’apparente tranquillità rispetto al mondo esterno, poiché si sente alleggerito dal fardello delle responsabilità e delle preoccupazioni della società. A differenza di altri pazienti del reparto, che si sentono intrappolati tra le mura dell’ospedale, egli coglie invece un senso di profonda libertà, abituandosi alla sua routine giornaliera. La situazione viene completamente stravolta dall’arrivo di una nuova paziente, iraconda e inquieta per il suo stato di degente, che è refrattaria a tutte le regole e le convenzioni sociali instauratesi tra i vari pazienti e il personale dell’ospedale. La donna appare sofferente e disposta a lasciare il reparto anche se non completamente guarita, in quanto vuole tornare a vivere e lasciare quella situazione di quiescenza. L’uomo, sconvolto dall’impeto della donna, inizia a riflettere sulla sua situazione, affrontando una presa di coscienza ed entrando nuovamente in contatto con le sue emozioni.

Valerio Mastandrea torna alla regia e si dimostra nuovamente poliedrico

Nel corso degli anni, Valerio Mastandrea ha avuto collaborazioni interessanti (Marco Bellocchio e Claudio Caligari) e diversi riconoscimenti in ruoli come La Prima Cosa Bella e Fiore. Il suo curriculum è pieno di ruoli e si può notare che non è stato solo attore, ma anche regista, co-sceneggiatore e persino doppiatore.

“Nonostante” è la sua seconda esperienza come regista e nella stessa pellicola ha rivestito diversi ruoli (attore protagonista, regista, co-sceneggiatore e co-produttore). Si rileva tanto impegno e tanto cuore nella realizzazione di questa pellicola. Ricoprendo lui stesso vai ruoli, ha avuto modo di vedere per bene la direzione che ha intrapreso nella buona riuscita di questo risultato.

Valerio Mastandrea
Fonte: tenderstories

Nonostante rompe gli schemi e sfiora il grottesco

Valerio Mastandrea ha dimostrato di essere un ottimo narratore e ha voluto rompere gli schemi di alcune pellicole del cinema italiano, sfiorando il grottesco e adottando uno stile metaforico, combinandosi anche con la leggerezza e la fantasia. Il film scorre con un ritmo danzante e a tratti leggero, come si sente lo spirito che naviga tra i corridoi con un senso di libertà. Il suo protagonista è una sorta di spirito che vive in un limbo, luogo che viene rappresentato come un ospedale.

Lo spirito si ritrova in mezzo tra la voglia di sfuggire dalle responsabilità della vita e la paura di essere dimenticati dagli altri e di crollare nella solitudine. Per il protagonista, inizialmente, trovarsi “nel mezzo” sembra la soluzione giusta e si aggira tra i corridoi dell’ospedale, in una strana forma di libertà. Fino a quando non avviene la svolta…..si innamora.

Valerio Mastandrea e Dolores Fonzi

Il nonostante è presente in ogni individuo

Ogni individuo è un “Nonostante”. Tutti hanno paura e riscontrano la difficoltà di trovare un proprio posto nel mondo e spesso ci si fa tanto schiacciare da esse, tanto che si preferisce rimanere fermi. Ma questa è la soluzione giusta? Quanto effettivamente questo comportamento salva dai rischi?

“Nonostante” è un film che parla della vita, della morte, della paura ma soprattutto dell’amore. Sì, perché è l’amore il perno di tutto e quando ci si innamora, al di là dell’età e dell’esperienza, ci si ritrova sempre impreparati. Però, è quello che dà forza e tira fuori il meglio di sé stessi. Riuscire a trovare la giusta consapevolezza e la voglia di affrontare la vita, nel bene e nel male, “nonostante” i rischi. Ecco il senso del titolo.

Per questi motivi, “Nonostante” è una pellicola che ognuno dovrebbe vedere. In un’epoca di incertezze, di crisi e di ansie, tutti (anche chi non lo ammette) hanno bisogno di forza e di cercare la propria dimensione, con l’altra metà della mela destinata a ciascuna persona. Valerio Mastandrea non voleva solo mandare un messaggio, ma entrare in empatia con le persone e farle sentire meno sole, incoraggiandole.

Giorgio Maria Aloi

La Stanza Accanto: Almodóvar porta delicatezza al cinema

La Stanza Accanto(The Room Next Door) è un film del 2024 scritto e diretto da Pedro Almodóvar, con protagoniste Tilda Swinton e Julianne Moore. Oltre loro due, sono presenti anche John Turturro, Alessandro Nivola, Juan Diego Botto, ecc.

Il film è il primo lungometraggio del regista in lingua inglese ed è tratto dal romanzo Attraverso La Vita di Sigrid Nunez. E’ stato proiettato in anteprima lo scorso Settembre all’81a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica Di Venezia, dove si è aggiudicato Il Leone D’Oro come Miglior Film. E’ arrivato in sala lo scorso 5 Dicembre.

Trama

Martha (Tilda Swinton) e Ingrid (Julianne Moore) erano due grandissime amiche ma un brutto litigio le ha portate ad allontanarsi, rimanendo distanti per moltissimi anni. Nel frattempo, entrambe hanno avuto carriere piuttosto brillanti. Ingrid è diventata un’autrice di successo ed ora ha pubblicato un nuovo libro, dove espone la sua paura della morte. Martha è divenuta una reporter di guerra, ma ora è affetta da un cancro alla cervice in fase terminale.

Il suo cancro potrebbe essere trattabile con una terapia sperimentale, ma non priva di sofferenze e non senza il rischio che porti comunque alla morte. Tuttavia Martha ha già deciso di morire e vorrebbe una morte rapida ed indolore, con una pillola comprata sul dark web. Non vorrebbe morire da sola e visto che non ha un rapporto ideale con la figlia, chiede alla sua ex-amica Ingrid (che è andata a trovarla in ospedale appena ha saputo della condizione di Martha) aiuto per il suicidio assistito. Le due amiche dovranno andare in una casa del bosco e Ingrid dovrà alloggiare nella stanza accanto a quella di Martha, mentre quest’ultima compirà l’atto estremo una volta avvertito l’arrivo del momento di “abbandonare il party”.

Nonostante la titubanza, Ingrid accetterà la proposta e trascorrerà gli ultimi attimi con la sua amica storica. Nell’accordo, è previsto che Ingrid troverà chiusa la porta della stanza di Martha, quando arriverà il momento.

Almodóvar non si smentisce mai (e va bene così)

Almodóvar è il più grande cineasta spagnolo di tutti i tempi e questo riconoscimento è pienamente meritato. Nel corso della sua carriera, il suo modo di fare cinema si è evoluto, seguendo ed adattandosi ai cambiamenti della società, mantenendo sempre una certa lucidità. La sua carriera si può considerare piuttosto variegata e i suoi film hanno fatto compiuto passaggi dalla trasgressione alla riflessione autobiografica, come il suo stile registico che è sempre stato contrastato, provocatorio, impulsivo o riflessivo (o addirittura ha compreso tutte queste caratteristiche).

Si è sempre discostato dalla normalità, tanto da considerarla quasi inaccettabile, avendo la capacità di raccontare  mondi estremamente complessi con intelligenza, ma soprattutto senza giudizio. Anzi, spesso aggiungendo delicatezza e sensibilità, Almodóvar riesce sempre a far entrare in empatia il pubblico con i personaggi dei suoi film e a far comprendere le loro azioni.

Con La Stanza Accanto, ha messo in risalto la sua capacità riflessiva e toccando una tematica, di cui si percepisce la sua sensibilità ad essa

Pedro Almodovar
Pedro Almodovar. Fonte: Gaeta

Il ritorno di Almodóvar in versione “riflessiva”, delicata ed empatica

“La Stanza Accanto” si può considerare uno dei migliori film di Almodóvar , dove quest’ultimo torna nella sua versione più riflessiva e delicata con un film (il primo del regista girato completamente in inglese) semplicemente toccante, struggente e capace di entrare dentro l’anima. Il suo obiettivo è quello di sensibilizzare, far riflettere e soprattutto far commuovere lo spettatore (e l’obiettivo è stato pienamente raggiunto) su una tematica così delicata come l’eutanasia.

Con una regia calma e delicata e con un ritmo che ricorda un po’ lo stile di Hitchcock, parla dell’eutanasia e della morte in tutte le sue sfumature. Ma attenzione, lui non vuole solo sensibilizzare lo spettatore all’eutanasia, ma far comprendere le motivazioni (altra caratteristica di Almodóvar)  di una delle due protagoniste e mostrare la bellezza e il valore della vita, senza cascare nella malinconia, attraverso Martha e Ingrid.

Martha ed Ingrid si abbracciano
Martha ed Ingrid si abbracciano. Fonte: Everyeye

Tilda Swinton e Julianne Moore da Oscar

Le due protagoniste, rimaste lontane per tanto tempo per poi ritrovarsi, condividono i momenti che accompagnano verso l’eutanasia. Da una parte, c’è una donna che ne ha passate tante e lotta contro una malattia che la sta divorando e preferisce una morte rapida ed indolore, al posto di una lenta e dolorosa. In tutto questo, viaggia attraverso i ricordi senza cascare nella malinconia e far capire il valore della vita, anche se la sua si sta spegnendo. Dall’altra, invece, c’è un’altra donna che lotta tra la paura della morte e i dubbi morali sull’appoggiare o no l’amica storica o lasciarla nelle sofferenze, però allo stesso tempo, sa di essere quella conferma per lei di aver vissuto quella vita. Tilda Swinton e Julianne Moore sono state bravissime e hanno mostrato un’alchimia pazzesca nelle scene. Le loro interpretazioni , varranno probabilmente la candidatura agli Oscar.

Martha ed Ingrid
Martha ed Ingrid. Fonte MovieDigger

Il significato metaforico della Stanza Accanto e il senso della vita

Il titolo del film fa pensare semplicemente ad una stanza effettiva accanto ad altre e vista la trama si può pensare semplicemente a questo, ma in realtà durante la visione si percepisce ben altro e rientra nel linguaggio cinematografico e nel movente di Almodóvar.

Ci sono significati letterari e metaforici nel film. Si racconta l’esplorazione di un rapporto intimo e l’importanza di una connessione umana indipendentemente da quello che il passato ha lasciato. In questo caso, il rapporto tra due amiche, fatto di ricordi e confidenze. Nonostante siano state lontane fisicamente, sono rimaste unite da un filo conduttore. Le strade delle due amiche si intrecciano di nuovo e andranno entrambe, nella stessa direzione ma con motivazioni diverse. La Stanza Accanto è un’opera delicata che tratta una tematica toccante, ma è anche un’inno alla bellezza e al senso della vita.

Un contrasto di significati

Nonostante il tema dell’eutanasia e della morte, il film è più luminoso di quanto si pensi ed invita anche ad apprezzare la vita e tutto quello che ha da offrire, fino alla fine. E’ giusto godersela, così com’è giusto il diritto di avere una morte dignitosa. La Stanza Accanto è una riflessione al tempo colorata e trattenuta, elegante e disperata, asciutta e commovente, sui momenti prima arrivare ad aprire l’ultima porta, vederla chiudersi, e varcare l’altra parte.

Uno dei migliori film dell’anno.

 

Giorgio Maria Aloi

 

Tutto sul Festival di Venezia 2024

Dai blockbuster di Hollywood al grande cinema d’autore: al Festival di Venezia una selezione che spazia dai generi più diversi tra avanguardia e tradizione.

La storica kermesse Veneziana, al Lido dal 28 agosto al 7 settembre, ha appena visto concludersi la sua 81esima edizione.

“La Mostra possiede ancora il potere oracolare di leggere la realtà in atto e captare ciò che arriva domani”

Così il nuovo Presidente della Biennale Pietrangelo Buttafuoco ci presenta un festival che nonostante la sua longevità, non dimentica mai di guardare al futuro e alle evoluzioni di un’industria così sensibile all’innovazione.

Questo “viaggio nel tempo” parte proprio dal film di pre-apertura della premiazione. L’Oro di Napoli (1954) restaurato, tripudio di nomi storici della settima arte, porta la firma di Vittorio De Sica. Con questo titolo, è stata inaugurata la sezione Venezia Classici, vinta invece dalla restaurazione di Ecce Bombo di Nanni Moretti.

Mercoledì 28 agosto si è poi tenuta la tradizionale cerimonia di apertura in Sala Grande : la madrina Sveva Alviti assegna il Leone d’Oro alla carriera a Sigourney Weaver e Peter Weir (The Truman Show e L’Attimo Fuggente). Quest’anno la giuria è stata presieduta dall’attrice francese Isabelle Huppert.

Le pellicole Fuori Concorso al Festival di Venezia

Il 28 agosto, Tim Burton (Edward Mani di Forbice, Alice in Wonderland) è tornato col seequel del cult di Halloween per eccellenza: Beetlejuice Beetlejuice (5 settembre 2024, Warner Bros). Cast stellare per una commedia del grottesco adatta a tutta la famiglia: ritornano Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara, mentre Jenna Ortega, Monica Bellucci e Willem Dafoe si presentano al pubblico con personaggi inediti.

Da sinistra Jenna Ortega, Winona Ryder, Tim Burton, Monica Bellucci, Michael Keaton e Willem Defoe – Beetlejuice Beetlejuice (2024) Tim Burton/Warner Bros.

Riflettori puntati anche sull’accoppiata Ocean dei Pitt-Clooney, che tornano all’azione con un thriller/ action comedy tutto americano: Wolfs – Lupi solitari di Jon Watts (19 settembre, Eagle Pictures), presentato sul tappeto rosso del Lido domenica 1 settembre.

La walk of fame del Festival di Venezia 81: i film In Concorso

Grande affluenza di divinità hollywoodiane: stiamo parlando di Lady Gaga e Joaquin Phoenix, protagonisti del prodotto più atteso di questa stagione cinematografica: Joker: folie à Deux di Todd Philips (2 ottobre, Warner Bros). Pubblico italiano in delirio: fan in fila per giorni di fronte alla Sala Grande per vederli approdare al Lido e sfilare sul red carpet lo scorso 4 settembre.

L’imperdibile Angelina Jolie il 29 agosto ha riportato in vita la regina del bel canto durante i suoi ultimi giorni nella Parigi degli anni ’70. Il biopic Maria (1 gennaio, The Apartment Pictures) diretto da Pablo Larrain e scritto da Steven Knight (Spencer, Peaky Blinders), vede figurare anche il nostro Pierfrancesco Favino.

In corsa per il Leone d’Oro anche Luca Guadagnino all’acme della sua carriera. Queer (Frenesy Film, Fremantle) è un’idea che ha coltivato per ben 35 anni: basata sull’omonimo libro di Burroughs, vede protagonisti  Drew Starkey e un Daniel Craig in odore di nomination all’Oscar.

Festival di Venezia
Pedro Almodòvar vince il Leone d’oro per The Room Next Door – La stanza Accanto (2024) Pedro Almodòvar/Warner Bros.

Leone d’oro per Almodòvar

Premio per il miglior film a La Stanza Accanto, votato all’unanimità e accolto da una standing ovation di 17 minuti. La prima opera in lingua inglese della carriera di Almodóvar che coinvolge due stelle internazionali come Tilda Swinton e Julianne Moore (5 dicembre, Warner Bros) . Basato sul romanzo What are you going through di Sigrid Nunez e presentato alla mostra il 2 settembre, esso ribadisce l’eutanasia come diritto fondamentale di poter scegliere dignitosamente cosa fare della propria vita.

“Il film parla di una donna agonizzante in un mondo agonizzante […] ogni essere umano deve essere libero di scegliere questo momento con dignità: non è un problema politico bensì un problema umano.”

Swinton è Martha, una corrispondente di guerra affetta da un cancro terminale, e Moore è Ingrid, scrittrice di fama che resta al fianco dell’amica fino alla fine. Almodóvar calibra i sentimenti, c’è partecipazione ma non pesante disperazione, i colori accesi sono limitati ai costumi di scena. La sua tendenza barocca si fa da parte per dare un messaggio di umanità e di speranza, d’amore incondizionato basato su generosità e accoglienza.

Leone D’Oro – 81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia

I Grandi Premiati:

  • Gran premio della Giuria all’italiana Maura Delpero con Vermiglio (Rai Cinema)
  • Leone d’argento per la miglior regia a Brady Corbet per The Brutalist
  • Coppa Volpi alla miglior attrice per Nicole Kidman in Babygirl e al miglior attore a Vincent Lindon per The Quiet Son
  • Premio Osella alla migliore sceneggiatura per Murilo Hauser e Heitor Loreg con I’m Still Here
  • Premio speciale della giuria a Dea Kulumbegashvili con April
  • Premio Mastroianni al miglior interprete esordiente per Paul Kircher in Leurs Enfants Après Eux

Da Hollywood a Cinecittà

La schiera di cineasti italiani in gara, forse mai come quest’anno,  è stata così varia: Gianni Amelio con Campo di battaglia (5 settembre), Giulia Louise Steigerwalt con Diva Futura e Iddu di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza , con Toni Servillo e Elio Germano (10 ottobre), tutte produzioni Rai Cinema.

La pellicola di chiusura della Mostra è stata anch’essa italiana. Pupi Avati chiude le danze con la presentazione di un horror gotico: L’Orto Americano (Minerva Pictures, Rai Cinema), ultima proiezione del 7 settembre.

                                                                                     Carla Fiorentino