Con UniVersoMe alla (ri)scoperta del grande cinema…al cinema!

Cosa sia il cinema se lo sono chiesti in tanti nel corso della storia. Dai fratelli Lumière alle sorelle Wachowski, passando per Woody Allen, Godard, Bertolucci e perché no, guardando al presente anche l’acclamato Quentin Tarantino che di recente ha pubblicato un libro sul suo “vizio”, Cinema Speculation, presentato a Milano dov’è stato acclamato da una folla di appassionati. Ognuno, ovviamente, dando una propria ed originale interpretazione.
Una cosa però, a mio parere, potrebbe mettere tutti d’accordo: la magia che da sempre l’arte cinematografica esercita sulla vita delle persone.
Il cinema, anzi, non è “semplicemente” un’arte; è quel compagno di viaggio di cui molti non possono fare a meno. Un film, un buon film, ha il potere di farci emozionare, di farci piangere, ridere, come nessun’altra espressione culturale e artistica riesce a fare. Forse perché questa le racchiude un po’ tutte?
Una cosa è certa, il cinema è una vera e propria esperienza, e solo dopo essere stati dentro una sala cinematografica potremo vantarci di averla vissuta per davvero. Questa mia affermazione, che per certi versi potrebbe pure sembrare scontata, contiene del vero ed è sempre più riscontrata dal grande pubblico. Al giorno d’oggi, noi, cittadini globali e al tempo stesso soli; figli di una società postmoderna, o “liquida” come direbbe il sociologo polacco Bauman, siamo costretti a fare i conti con molte (e forse troppe) esperienze mediali. E la cosa, forse più dolorosa, è che alcuni di noi ne sono totalmente inconsapevoli.
Mi riallaccio ad un discorso fatto dal professore Federico Vitella, ordinario di storia del cinema all’Università degli studi di Messina, che nel corso di una sua lezione ha evidenziato il fatto che ormai sempre meno persone, ed in particolar modo le nuove generazioni, risultano attratte dalla “magia” dell’esperienza vissuta in sala, preferendo piuttosto quel famoso “hic et nunc” (qui ed ora) e spesso meglio se nel mondo virtuale.
Abbiamo reso la nostra quotidianità sempre più “smart”. E guardare un film, scelto minuziosamente su una delle tante piattaforme, stando seduti comodamente sul nostro divano, può attirare maggiormente piuttosto che stare ore seduti su delle poltrone, – talvolta anche scomode – in attesa di un prodotto cinematografico che poi magari nemmeno ci piace. Ma non fa anche questo parte di un’esperienza?
E ancora, il cinema, non è come le altre arti fondamentale per la nostra crescita personale?
In questo mondo “frammentato”, forse, ciò di cui abbiamo bisogno è di alcune verità, e credo che il regista Jean-Luc Godard, esponente di rilievo della Nouvelle Vague, avesse ragione nell’affermare che se la fotografia è verità, il cinema lo è ventiquattro volte al secondo. E forse, per riscoprire certe verità urge entrare in una sala cinematografica, qualunque essa sia, per distaccarci da quei prodotti commerciali e mediali e andare alla riscoperta di quei capolavori che hanno fatto la storia del cinema. Proprio da questo è nata l’esigenza, da parte di UniVersoMe, in collaborazione col Cinema Lux di Messina, di dar vita ad un cineforum che avesse come scopo principale quello di riscoprire certi titoli. In primis, per un arricchimento personale ma senza tralasciare l’aspetto sociale, al giorno d’oggi più che fondamentale.
Si è tenuta così mercoledì 5 aprile la prima proiezione, “8½” di Federico Fellini, accompagnata dall’intervento del professore Federico Vitella, che nel fare un breve excursus sul regista e sulla sua arte ha comunque evidenziato, ancora una volta, l’importanza dell’arte cinematografica. Il progetto del cineforum continuerà fino al mese di maggio e prevede la proiezione di film come “Uccellini e uccellacci” di Pier Paolo Pasolini, “Effetto notte” di Truffaut, e “Mulholland Drive” di Lynch, tutti in versione restaurata dalla Cineteca di Bologna. Con l’obiettivo di ricordare a tutti l’importanza della settima arte!

Domenico Leonello
Caposervizio UniVersoMe

* Articolo pubblicato il 13/04/23 nell’inserto “Noi Magazine” di Gazzetta del Sud

Il primo Cineforum di UniVersoMe: La storia del cinema

Giorno 5 Aprile si è tenuta la prima proiezione del primo cineforum targato UniVersoMe (qui il nostro articolo sulla Gazzetta del Sud), in collaborazione col Cinema Lux. La prima proiezione è stata 8 1/2 di Federico Fellini, pellicola introdotta dalle parole del professore Federico Vitella, ordinario di Storia e Teorie del Cinema presso l’Università di Messina.

Le sue parole sono servite a noi del pubblico per dare una migliore contestualizzazione a quello da lui descritto come uno dei capolavori dell’arte cinematografica del ‘900, la cui influenza si continua a sentire ancora oggi.

Il professore Federico Vitella, ordinario di Storia del cinema, durante la sua introduzione al film. © Salvo Donato

 

Un’opera riflessiva e fortemente autocritica dell’autore Fellini in cui Marcello Mastroianni impersona un alter ego del regista, Guido Anselmi, regista in piena crisi creativa che si ritrova a dover affrontare una corte di spasimanti costituita dall’intera produzione del suo prossimo film. Guido è, quindi, circondato per l’intera durata del film da questi personaggi e dalle sue incertezze che noi spettatori vediamo attraverso continue sequenze sognanti. In queste tutti i personaggi del film che il regista Anselmi ha in mente interagiscono tra loro e si mescolano alle persone che egli stesso ha incontrato nel corso della sua vita, fin da bambino.

Domenico Leonello, Caposervizio della rubrica Recensioni e Segretario Generale di UniVersoMe presenta il progetto del cineforum al pubblico. © Salvo Donato

 

È un opera nata da un’idea mai nata di Fellini, che dopo essersi dimenticato quale fosse l’idea vincente per il suo prossimo film decide di parlare proprio di quello: un regista senza un’idea.

Dopo questa prima proiezione il nostro Cineforum continuerà con la seguenti date:
– il 19 Aprile ore 18:00, Uccellacci e Uccellini di Pier Paolo Pasolini
– il 3 Maggio ore 18:00, Effetto Notte di Francois Truffaut
– il 17 Maggio ore 18:00, Mulholland Drive di David Lynch

Team di UniVersoMe, insieme al professore Federico Vitella e all’esercente del Cinema Lux, Francesco Torre. © Salvo Donato

 

Ringraziamo anche Francesco Torre, esercente del Cinema Lux, per l’opportunità che ha dato a noi e a tutti quelli presenti tra il pubblico di riscoprire una perla del cinema italiano ed internazionale.

Il Cinema Lux ha, in contemporanea, dato inizio al suo cineforum: “La valigia dei sogni”.
Le pellicole proiettate saranno:
Psyco, il 14 Aprile alle 20:30;
Strade perdute, il 28 Aprile alle 20:30;
The General e One week, il 12 Maggio alle 20:30;
Cantando sotto la pioggia, il 26 Maggio alle 20:30.

Matteo Mangano

Fellini realista visionario: l’uomo che rubò le scene ai nostri sogni

Su Fellini si è detto e scritto tanto, si è cercato di scandagliare scena per scena i suoi film alla ricerca di significati allegorici, si è tentato anche all’estero di copiarlo – ora con successo, ora con esiti incerti – tentando di ricreare quell’universo grottesco e sublime ricco di simboli meravigliosi, ma anche di donne giunoniche e affascinanti latin lovers che per anni hanno incarnato la dolce vita italiana.

A cent’anni dalla sua nascita e a 60 dalla  Palma d’Oro a La dolce vita, Rai Movie sta trasmettendo dal 20 maggio, ogni mercoledì in prima serata, il ciclo di film e documentari intitolato “Fellini realista visionario”. Un ossimoro sta ad indicare uno dei più celebri registi, una definizione che possiamo spiegare allacciandoci a un altro grande genio italiano: Dante Alighieri.

Il realismo non sta in cosa si racconta, ma in come lo si racconta. Lo sapeva bene il poeta della Divina Commedia quando utilizzò le parole più crude per far parlare le creature dell’Inferno. Lo sapeva Fellini, fumettista prestato al cinema, che faceva dialogare i personaggi dei suoi film ciascuno con il proprio dialetto e insieme al sogno portava in scena vizi e ipocrisie della società italiana del tempo.

Se è abitudine consolidata studiare Dante al liceo, perché allora non far conoscere alle giovani generazioni anche Fellini?

La scelta di Rai Movie  si rivela perciò azzeccata e noi di UniVersoMe non possiamo fare a meno di segnalarvela con i dovuti approfondimenti.

 Ad inaugurare la rassegna è stata La dolce Vita (1960)

Uno dei primi capolavori del grande maestro, la pellicola che l’ha consacrato alla fama internazionale capace di imprimersi con scene celebri, modi di dire (ma anche di vestire) nella memoria collettiva italiana e del mondo intero.

La celebre scena della fontana di Trevi ne La dolce vita. Fonte: turismo.it

La fontana di Trevi con Anita Ekberg, archetipo della donna divina che grida “Marcello come here ” a un avvenente Mastroianni, “Paparazzo”, il fotoreporter che affianca il protagonista e che è diventato per antonomasia il nome di qualsiasi “avvoltoio” che vive di scatti scandalosi delle star, il maglioncino a collo alto indossato dai personaggi chiamato da allora in poi “dolce vita”: sono tutte immagini in miniatura dell’Italia mondana del boom economico.

È l’Italia di Via Veneto, crocevia di stelle del cinema, borghesi, intellettuali, artisti e giornalisti in cerca di scoop. Fellini rappresenta con spiccato realismo questo mondo di luci abbaglianti e flash fotografici attraverso la storia del giornalista Marcello Anselmi (Marcello Mastroianni), provinciale dalle aspirazioni letterarie emigrato a Roma per far fortuna.

Il 27 maggio è stata la volta di 8 ½ (1963)

Vincitore di 2 premi Oscar e ben 6 nastri d’argento, 8 ½  è la trasposizione in cellulosa di ciò che in letteratura hanno fatto geni come Joyce e Pirandello. Abbiamo sempre Marcello Mastroianni nei panni di Guido Anselmi, regista in preda a una crisi creativa ed esistenziale che gli impedisce di portare a termine il suo ultimo film. Memorie, allucinazioni e sogni (celebre la scena in cui il protagonista si alza in volo) si fondono assieme alla realtà in un flusso di coscienza continuo in cui lo spettatore può ammirare la realizzazione di un film in fieri.

Il sogno di Guido con cui si apre il film. Fonte: 180 gradi.org

8 ½ è stato salutato non a caso come l’esempio più brillante di metacinema: arte e vita si mescolano e il protagonista cerca come tutti noi l’ordine e la pulizia nel caos della vita. Guido non sa scegliere: conteso tra l’amore coniugale di Luisa (Anouk Aimée) e la passione  carnale per l’amante Carla (Sandra Milo), vagheggia un harem in cui può far convivere pacificamente tutte le donne della sua vita, coccolato e vezzeggiato come un bimbo, ma desidera essere salvato dalla tipica donna-angelo: qui entra in scena Claudia Cardinale che sembra condannarlo: “un tipo così non fa mica tanta pena”, “non sa voler bene”.

Mastroianni e Cardinale a confronto in uno dei più bei dialoghi del film. Fonte:pinterest.com

Fellini che invece vede in Guido il suo alter ego non condanna, ma racconta come pochi sanno fare!

Stasera alle 21: 10 non perdetevi I Vitelloni (1953).

Ambientazione nella natia Rimini per questo film di stampo neorealista del primo Fellini, in cui il suo stile magico è meno riconoscibile. I Vitelloni è la storia di cinque giovani perdigiorno restii ad assumersi le responsabilità della vita: a fare da sfondo una provincia stagnante e arretrata, in cui l’unico dinamismo è dato dal vento (elemento onnipresente nei film di Fellini) che soffia con forza in diverse scene.

Fausto (Franco Fabrizi), costretto a sposare la giovane Sandra ( Leonora Ruffo) perché rimasta incinta, rimane ancora un playboy; Riccardo (Riccardo Fellini, fratello del regista) si diletta a fare il tenore; Leopoldo (Leopoldo Trieste), l’intellettuale, tenta di sfondare come commediografo e Alberto (il grande Sordi che vinse il Nastro d’Argento), il più ridanciano, trova il proprio lato più maturo ergendosi a figura morale della sorella, che col suo lavoro in realtà sostiene madre e fratello nullafacente.

In questo spaccato si riscontra il maschilismo dell’epoca cui Fellini accenna senza tanta insistenza. Nel gruppo spicca però Moraldo (Franco Interlenghi), il più taciturno. Sarà lui l’unico capace di quella scelta drastica in grado di far decollare la propria vita.

Come continuerà il ciclo su Fellini

Il ciclo di Rai Movie proseguirà con La città delle donne (mercoledì 10 giugno in prima serata) e poi tutte le mattine alle 10: 30, da domenica 14  a sabato 20 con altri capolavori, tra cui Lo sceicco bianco e Ginger e Fred. Dal 24 si sposterà invece in seconda e terza serata. Scelta piuttosto discutibile: solo i “notturni” potranno assistere a capolavori come La voce della luna (con Benigni e Villaggio) o il meno conosciuto Prova d’Orchestra (1979).

Fonte: mymovies. com

È quest’ultima un’opera minore del maestro, modesta anche nella durata (70 min), che inscena la rivolta di un’orchestra nei confronti del proprio direttore autoritario. Che fosse il tentativo di Fellini di dire la sua sugli anni di Piombo?

Stupisce però in questa rassegna Rai l’assenza di titoli come Amarcord (1970).

 Fonte: amazon.it

Affresco magico della Rimini dell’infanzia in cui hanno trovato posto personaggi esemplari: la tabaccaia (Maria Antonietta Beluzzi), la sensuale Gradisca ( Magali Noel), lo zio matto interpretato da un grande Ciccio Ingrassia, il giovane protagonista Titta (Bruno Zanin) in preda ai primi risvegli sessuali e ai sensi di colpa dettati dalla cultura cattolica e arretrata in cui è immerso e dall’imperante mentalità fascista. Se amate i racconti corali alla Nuovo Cinema Paradiso, i ritratti dei borghi che non esistono più con i loro personaggi bizzarri, rimediate guardando questo degno antecedente.

Perché guardare ancora oggi Fellini?

Sicuramente la fine del lock- down sarà un’ottima scusa per uscire di casa e andare a gustarvi quella dolce vita che Fellini amava “sentire e non capire” e lasciar perdere la rassegna di RaiMovie. Ma quando avete un po’ di tempo, correte a recuperare questi film. Scoprirete forse che Fellini è un ladro: le sue immagini sembrano arraffate dai nostri sogni più stravaganti . Ma forse sta proprio in questo la grandezza di un genio: trovare il modo di dire ciò che ognuno di noi ha dentro di sé e non sa narrare.

L’apparizione di un pavone in mezzo alla neve in Amarcord. Fonte: movietravel.org

 

Angelica Rocca