Recuperare la performance dopo il lockdown: cos’è la memoria muscolare

Negli ultimi tempi le misure emergenziali per contrastare la diffusione del Covid-19 ci hanno imposto un lockdown che per sportivi e grandi atleti ha significato in certi casi l’impossibilità di allenarsi.

Giunti alla fase 2, non resta che iniziare nuovamente ad allenarsi per il proprio benessere psicofisico. Ma dopo un periodo di inattività muscolare è possibile recuperare facilmente e in tempi rapidi la propria forma fisica? Si sarà in grado di avere le stesse performance di prima? Le risposte a tali interrogativi sono fortunatamente affermative grazie all’esistenza di una vera e propria memoria intrinseca del muscolo, la cosiddetta “memoria muscolare”. In cosa consiste? Come funziona?

Per memoria muscolare si intende quel processo che consente ai muscoli di riacquisire il tono e il trofismo precedente a un periodo di  detraining o inattività fisica. La memoria muscolare quindi esiste, già nel 2016  Sharples ipotizzò una sorta di “Epimemoria” in topi, ma non furono effettuati degli studi sull’epigenetica in soggetti umani dopo una crescita muscolare (Sharples et a. 2016).

Il recupero della massa muscolare dopo una lunga pausa è possibile e sarebbe dovuto alla presenza delle cellule satelliti. Queste cellule sono localizzate sulla superficie delle fibre muscolari in corrispondenza del sarcolemma e consentono la rigenerazione del tessuto muscolare.

Durante l’omeostasi muscolare le cellule satelliti sono inattive. In seguito ad uno stimolo lesivo provocato o da un trauma o da uno stimolo allenante, si attivano, proliferano e si fondono con le miofibrille già presenti, permettendo la produzione di nuovo tessuto muscolare ovvero accrescendo la capacità di sintesi proteica.

Quindi, grazie a questa fusione, il nucleo appartenuto alla cellula satellite, viene incorporato dalla miofibra, che si troverà ad avere un pool di mionuclei aumentato. Numerosi studi hanno confermato che nonostante la perdita di massa muscolare, il numero di mionuclei rimane costante anche dopo un periodo di inattività caratterizzato da atrofia.

Nella fase di ripresa dell’allenamento muscolare i mionuclei si configurano come un substrato biologico, una sorta di memoria grazie alle loro caratteristiche epigenetiche, facilitando così il recupero dei muscoli e della forza muscolare.

Attualmente, conoscendo il valore preciso della vita media dei mionuclei, è impossibile identificare la durata della memoria muscolare, tuttavia si stima che la memoria muscolare potrebbe durare da quindici anni ad una vita intera.

Con riferimento all’ importanza della componente biologica della proliferazione delle cellule satelliti, è fondamentale evidenziare che la letteratura scientifica in merito non è concorde. La questione è molto controversa, tuttavia numerosi studi scientifici sostengono che il fattore principale nella determinazione della memoria muscolare sia di tipo neurale.

L’apprendimento motorio viene considerato il maggior responsabile della memoria muscolare. Basti pensare alcune attività complesse come andare in bicicletta, giocare a tennis, correre…

Nella fase di acquisizione delle suddette abilità è stata necessaria la volontà di compierle. Nello specifico, ogni singola azione è stata pensata a livello corticale, frazionata in singoli gesti motori; e solo successivamente, con una pratica costante è avvenuta una riorganizzazione neurale che ha permesso l’automatizzazione dei gesti.

Poter compiere dei gesti senza pensarci è indice di uno spostamento dell’attività da corticale a sottocorticale. Tutto ciò avviene anche nell’allenamento.

Per cui se in questo periodo in cui abbiamo smesso di allenarci e abbiamo perso la nostra massa muscolare, fortunatamente non abbiamo smarrito gli schemi motori appresi durante i nostri allenamenti.

Altro fattore importante è la metilazione del DNA, ovvero l’aggiunta di gruppi metilici (-CH3) in alcune regioni specifiche del nostro patrimonio genetico (da modificare), in quanto l’ipometilazione comporterebbe un invecchiamento del corpo e tra le conseguenze di quest’ ultimo vi sarebbe la perdita del trofismo muscolare.

Chi pratica sport, dopo un periodo di inattività  e riprende ad allenarsi, è in grado di recuperare una condizione prestativa elevata e la propria forma fisica prima rispetto a un neofita, in quanto l’allenamento comporta degli adattamenti cellulari complessi con riferimento non solo all’ipertrofia muscolare, ma ad adeguamenti neurologici delle placche motrici che permangono nel tempo.

 

Recenti sperimentazioni hanno dimostrato l’esistenza di una connessione tra attività muscolare e corteccia cerebrale. I dati emergono da un articolo di recente apparso sul Journal of Neurophysiology.  Il prof. Brian Clark, docente di fisiologia alla Ohio University  ha spiegato che si attivano le stesse parti del cervello impiegate nell’ attività muscolare anche quando l’attività viene immaginata. Il sistema nervoso è correlato alla performance muscolare, pertanto la forza muscolare non è esclusivamente determinata dalla massa.

I muscoli iniziano a crescere e la forza ad aumentare solo quando sia il  sistema nervoso sia il corpo hanno imparato, o per meglio dire “memorizzato” il movimento da compiere.

Lo studio dell’Università non dimostra che l’immaginazione dell’esercizio fisico faccia aumentare la forza, ma che il cervello possa rallentare o fermare l’atrofia muscolare. Pertanto l’immaginazione può risultare utile ai nostri muscoli.

 

                                                                                                               Daniela Cannistrà

Bibliografia

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Biblioteche UniMe e Fase2

 

www.unime.it

La Fase 2 raggiunge anche le Biblioteche dell’Ateneo di Messina e l’allentamento delle misure restrittive permette l’erogazione di un numero maggiore di servizi.

Come spiega il “Documento ad interim dell’Università di Messina sull’avvio della fase 2” la biblioteca può essere utilizzata dagli studenti unicamente in merito alle attività di prelievo e restituzione di libri attraverso una precedente richiesta.

È possibile per  le Biblioteche del Polo centrale e la Biblioteca del Polo Annunziata riprendere l’erogazione dei servizi di prestito e di richiesta di articoli cartacei.

Il servizio di prestito in sede è disponibile solo per motivi urgenti di studio e destinato solo a docenti, ricercatori, dottorandi, specializzandi e tesisti, questi ultimi soltanto attraverso un’autorizzazione rilasciata dal proprio relatore. Per usufruire del servizio è necessario compilare un modulo online o inviare un massimo di tre richieste all’indirizzo email della Biblioteca del Polo centrale o del Polo Annunziata (link in basso). La richiesta sarà valutata dal personale della biblioteca in modo da poter stabilire con l’utente un appuntamento per ritirare l’articolo.

In questo modo sarà possibile accedere alla postazione di front office allestita nell’atrio del palazzo del Rettorato. La restituzione dei libri verrà svolta secondo un procedimento preciso: dopo l’identificazione dell’utente e del libro, l’utente stesso inserirà l’articolo preso in prestito in un contenitore adatto che verrà fornito al momento. Il libro verrà poi messo in quarantena per una settimana e quindi non sarà temporaneamente disponibile per un nuovo prestito.

Possono essere richiesti anche articoli da riviste cartacee o capitoli di libri, unicamente da personale accademico (docenti, ricercatori, dottorandi, specializzandi) o tesisti, per motivi validi da specificare nel modulo di richiesta specifico.

I servizi sono disponibili il martedì e il giovedì dalle ore 10:00 alle ore 13:00. Purtroppo non è ancora possibile consultare i testi in sede, ma rimangono disponibili i servizi digitali che possono essere richiesti attraverso il Team SBA – Servizio di Orientamento e Consulenza bibliografica.

– Link utili

per approfondire: www.unime.it

per seguire gli aggiornamenti: “Portale del sistema bibliotecario”

per contattare la biblioteca centrale: bibpolocentrale@unime.it

per contattare la biblioteca del polo Annunziata: bibpoloannunziata@unime.it

Team SBA Microsoft per richiedere servizi digitali

“Documento ad interim dell’Università di Messina sull’avvio della fase 2”

Federica Cannavò

 

Lockdown archiviato: ecco come riparte il 18 maggio l’Italia

Da domani 18 maggio, il lockdown potrà considerarsi archiviato. Come tutti sappiamo, questa data (tanto attesa) indica un seconda tappa della Fase 2.

Il decreto approvato dal governo sul quadro normativo nazionale, prevede da lunedì 18 la riapertura di bar, ristoranti, stabilimenti balneari, parrucchieri e centri estetici, musei, negozi al dettaglio. Ovviamente ciò non significa libertà assolute come se nulla fosse accaduto, ma bisognerà rispettare le linee guida dettate appositamente dal governo, insieme alle singole regioni le quali, qualora dovessero avvertire la presenza di una nuova possibile ondata o la nascita di nuovi focolai di covid-19, potranno chiedere al governo di emanare provvedimenti che dichiarino l’allarme “zona rossa”.

Tra le linee guida che ormai gli italiani conoscono, ce n’è una che dovrà cambiare per limitare i contagi: la distanza di sicurezza negli ambienti al chiuso non sarà più limitata ad un metro ma ben due.

Vediamo insieme cosa sarà possibile fare nella data di domani.

Bar, ristoranti, gelaterie

Nei bar, ristoranti, gelaterie  e locali in generale si dovrà rispettare la distanza di due metri tra i clienti e per i posti ai tavoli i gestori dovranno garantire per ogni cliente una superficie di quattro metri quadrati: due metri per due. Tale distanza può essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli adeguate a prevenire il contagio tramite droplet (le temutissime goccioline di saliva). L’uso della mascherina è previsto quando ci si alza dal tavolo. Si potrà rilevare la temperatura dei clienti ed impedirne l’accesso se è superiore ai 37.5 gradi. Dovranno essere messi a disposizione dei prodotti igienizzanti all’interno del locale, soprattutto all’entrata e vicino ai bagni. Non è consentito un numero di clienti maggiori dei posti a sedere nel locale. Stop ai buffet e favorire menù digitali o menù plastificati, che consentano di essere disinfettai dopo l’utilizzo. Sarà necessario prediligere la prenotazione.

I locali senza posti a sedere, dovranno consentire l’ingresso ad un numero limitato di persone, assicurando sempre il distanziamento sociale.Riapertura di bar e ristoranti dal 18 maggio: ecco le linee guida ...

Parrucchieri e centri estetici

Per tutte le attività riguardanti la cura della persona sarà consentito l’accesso dei clienti solo su prenotazione. Bisognerà assicurare una distanza di 2 metri sia tra le postazioni di lavoro, sia tra i clienti. Mettere a disposizione del cliente dei gel disinfettanti per l’igiene delle mani. Obbligo di indossare la mascherina sia da parte del cliente che del professionista. In particolare, per i servizi di estetica che prevedono un ravvicinamento con il cliente, l’operatore dovrà indossare la visiera protettiva e mascherina FFP2 senza valvola. Igienizzazione delle postazioni  tra un cliente e l’altro e  favorire un cambiamento frequente d’aria all’interno delle cabine o comunque dei singoli spazi. Non è permesso l’uso della sauna, bagno turco e idromassaggio.Riapertura parrucchieri dal 18 maggio: le linee guida di governo e regioni

Spostamenti

In base a quanto stabilito dal decreto, a partire da lunedì 18 è consentito spostarsi all’interno della propria regione senza alcuna limitazione, oltre al raggiungimento delle seconde case ( sempre se collocate nella stessa regione) senza il bisogno di compilare il modulo di autocertificazione. Quest’ultima servirà – fino al 3 giugno – per gli spostamenti in altre regioni, consentiti ancora solamente per lavoro, salute, necessità è urgenza.

Visite e amici

Finalmente sarà possibile rivedere i propri amici. Non è prevista nessuna regola sul numero di persone che è consentito vedere nella propria abitazione ( ci si affida alla responsabilità individuale), mentre per quanto riguarda luoghi pubblici e all’aperto è vietato l’assembramento. Resta l’obbligo della mascherina se negli incontri non è possibile rispettare la distanza di un metro.

Messe e riti religiosi

La riapertura delle funzioni religiose prevede l’obbligo di accesso con la mascherina sia da parte dei fedeli che dei sacerdoti. Quest’ultimi dovranno individuare il numero massimo di persone che la chiesa in questione può ospitare, prevedendo dei posti a distanza all’interno dell’edificio ( indicati da cartelli), e dei volontari che aiutino a rispettare il numero di persone stabilito. La comunione sarà distribuita con dei guanti, mentre le acquasantiere dovranno rimanere sempre vuote. Sarà possibile partecipare alle messe attraverso prenotazioni online.Riapertura spiagge libere e stabilimenti dal 18 maggio: le linee guida di governo e regioni

Stabilimenti balneari

Gli stabilimenti  balneari potranno riaprire secondo il decreto approvato dal governo, il 3 giugno, ma sono previste anche riaperture anticipate in base alle scelte delle singole regioni. Bisognerà garantire la sanificazione dei lettini, sdraio, ombrelloni, tavolini ecc,ogni fine giornata. Inoltre è prevista una distanza di almeno 1,5 metri tra i lettini e di 5 metri circa tra un ombrellone e l’altro.  Mentre per le spiagge libere si consiglia la presenza di un addetto alla sorveglianza. È da vietare la pratica di attività ludico-sportive di gruppo che possono dar luogo ad assembramenti.

Commercio e negozi al dettaglio

Nelle attività commerciali gli ingressi dovranno essere scaglionati rispettando sempre il distanziamento sociale, e l’uso della mascherina. Si prevede l’utilizzo di guanti monouso per i negozi di abbigliamento , nella scelta dei vestiti.  Inoltre è necessario la sistemazione di appositi dispenser igienizzanti all’ingresso e anche vicino le casse,  consigliando il pagamento elettronico. Si potranno decidere orari prolungati di apertura proprio per evitare il sovraffollamento.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Eleonora Genovese

Le risposte ai dubbi del 4 maggio: sì ai fidanzati, no agli amici. Inizia la riapertura

Mancano poche ore alla “ripartenza” dell’Italia. Dopo due mesi di lockdown, il tanto atteso 4 maggio, data indicata per la cosiddetta Fase 2 è alle porte. Tutte le regole del day after: visite consentite ai parenti ma non agli amici

Il nuovo dpcm del 26 aprile – che sarà valido dal 4 fino al 17 maggio – ha portato con sè non pochi dubbi. Tantissime sono le domande dei cittadini su ciò che si potrà o non potrà fare. Il decreto ministeriale stabilisce come si dovranno comportare le regioni dettandone le linee guida lasciando spazio, però, alle interpretazioni.

Prima fra tutte, la tanto discussa questione dei “congiunti”.

Chi sono questi congiunti?  E tra loro rientrano gli amici?

Vediamo un pò di chiarire la situazione.

La questione ha destato non poche polemiche, ma a meno di 24 ore dall’inizio della Fase 2 sono arrivati i tanto attesi chiarimenti. Con congiunto – spiega il governo – si indicano i coniugi, i partner conviventi, i partner delle unioni civili, le persone che sono legate da uno stabile legame affettivo, nonché i parenti fino al sesto grado (ad esempio i figli dei cugini tra loro)  specificando che gli amici non rientrano tra gli affetti stabili.

Decisione alquanto discutibile se vogliamo dirla tutta, considerando che spesso l’affetto per un  amico caro non è  inferiore rispetto a quello per i consanguinei. Inoltre non sarà necessario rivelare il nome della persona dell’incontro , nel caso di fermo dalle forze dell’ordine , per tutelare questioni  legate alla privacy.

Il bacio di Hayez ma con mascherina, l'opera di TvBoy sull'amore ...

Vediamo insieme le altre disposizioni stabilite attraverso il decreto.

E’ necessario portare la mascherina?

La mascherina risulta necessaria in tutti i luoghi chiusi accessibili al pubblico ( mezzi di trasporto , esercizi commerciali). Ed anche durante gli incontri con i parenti. Durante le cerimonie funebri , dove è previsto un massimo di 15 persone.

Si potrà farne a meno in strada o per svolgere attività sportiva. Queste sono le linee generali del governo, a cui seguono ordinanze più restrittive da parte di alcune regioni, è il caso della Lombardia che ne prevede l’uso anche all’aria aperta.

Risultano esentati dall’obbligo di indossarla solamente i bambini di età inferiore ai 6 anni e individui con forme di disabilità incompatibili con l’uso continuato della mascherina. Inoltre per far crescere consapevolezza tra i più piccoli e rendere più allettante la questione, sono state creati dei modelli di protezione individuale raffiguranti cartoni animati, che in breve tempo dovrebbero essere messi sul mercato.

Le seconde case

Questo è uno dei punti più volte rivisti. Nel decreto non è più presente il divieto di trasferirsi nelle seconde case a patto che si svolga per necessità e all’interno della propria regione. Su pressioni del Ministro Speranza mostratosi sfavorevole si è cambiata idea.  Fonti del governo precisano: “I motivi che rendono legittimi gli spostamenti restano quelli del lavoro, della salute e della necessità. Spostarsi alla seconda casa non è una necessità”. Ma visto che nel decreto un divieto non c’è, Sicilia e Sardegna hanno invece autorizzato il trasferimento stagionale.

Attività motoria

Si potrà svolgere attività motoria liberamente anche distanti dalla propria abitazione, spostandosi con un mezzo per raggiungere il luogo desiderato. Dunque non solo è permesso andare a correre , ma è previsto anche l’uso della bicicletta per raggiungere la sede di lavoro, il luogo di residenza o i negozi che proseguono l’attività di vendita. È inoltre consentito utilizzare la bicicletta per svolgere attività motoria all’aperto, rientrano anche il nuoto , canoa e surf e tennis per la regione Sicilia. Il tutto mantenendo sempre le distanze di sicurezza che prevedono un metro in caso di passeggiata e due metri in caso di sport.

Campania, passeggiate solo individuali o con i bimbi. Ordinanza ...

Trasporti e lavoro

Sono consentiti tutti i mezzi di trasporto; ma si invita alla prudenza e si scoraggia fortemente l’uso di di quelli pubblici per evitare un affollamento eccessivo di autobus e metropolitane soprattutto nelle grandi città , che non permetterebbero di rispettare le norme di sicurezza. Molti comuni si sono attivati mettendo dei segnali per terra che indicano la posizione in cui devono stare le persone che si trovano in piedi.

Attività commerciali e cibi da asporto

Limitata la ripresa delle attività commerciali. Restano aperte librerie, cartolerie e negozi per bambini, oltre ovviamente ai negozi alimentari . Bar, gelaterie, ristoranti , pub, pizzerie resteranno chiusi, ma con una novità: oltre al delivery sarà consentito anche l’asporto. Bisognerà sempre rispettare la distanza di sicurezza di almeno un metro, con il divieto di consumare il cibo all’interno del locale o in prossimità di questo. Spetterà poi alle singole regione stabilire in maniera più dettagliata il quadro, fermo restando l’obbligo di indossare guanti e mascherine per il personale.

Rientro dei fuori sede

E’ previsto il ritorno nelle proprie regioni a tutti coloro che a causa del lockdown sono rimasti bloccati. Una volta fatto lo spostamento non sono consentiti via vai ripetitivi fuori dalla ragione in cui ci si trova se non per comprovate esigenze lavorative, di salute o urgenza. Inoltre molto governatori delle regioni meridionali richiedono l’obbligo di quarantena per chi arriva da altre regioni.

Messe e cimiteri

Sarà consentita la riapertura dei cimiteri e lo spostamento per raggiungerli all’interno della propria regione, sempre rispettando l’obbligo di distanziamento e ingressi razionalizzati. Riguardo alle messe il quadro non è ancora chiaro. Una prima data per la riapertura sembra essere impostata per l’11 maggio. Resta comunque uno dei temi più divisori tra chi è favorevole al ripristino delle messe e chi contrario. Anche se il pontefice attraverso un appello ha ricordato la necessità di rispettare le norme affinché la pandemia non torni.

“In questo tempo nel quale si comincia ad avere disposizioni per uscire dalla quarantena preghiamo il Signore perché dia al suo popolo, a tutti noi, la grazia della prudenza e dell’obbedienza alle disposizioni perché la pandemia non torni” ha dichiarato il Papa nell’introduzione della messa a Santa Marta.

         

                                                                                                                                                                                                                                                                                               Eleonora Genovese

Fase 2: ecco come e perchè le Regioni si schierano contro la linea di Palazzo Chigi

Da quando il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che il 4 maggio avrebbe avuto inizio la Fase 2 sono state numerose le critiche rivolte alla strategia del Governo. Alcuni Presidenti di Regione hanno infatti deciso di contestare pubblicamente il contenuto di alcuni punti del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri rivendicando una più ampia sfera di autonomia decisionale.

Tali proteste si sono tradotte, nelle scorse settimane, in una aperta “sfida” verso le posizioni dell’esecutivo. Basti pensare al documento firmato dai Presidenti di Regione espressione di forze politiche opposte a quelle della maggioranza parlamentare (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto, Provincia Autonoma di Trento) in cui si richiede una revisione dell’ultimo DPCM datato 26 Aprile.

Proprio in quest’ultimo è importante sapere che il Governo riconosce agli enti locali la capacità di adottare misure maggiormente restrittive, rispetto a quelle aventi carattere nazionale, ove si rendessero necessarie.

Ciò che le Regioni chiedono è, però, l’esatto opposto ovvero la possibilità, sulla base di valutazioni autonome, di allentare tali misure riconoscendo quindi una maggiore apertura.

La sfida più azzardata è partita poi dalle dichiarazioni di Jole Santelli, la neoeletta governatrice della Calabria, che ha approvato un’ordinanza con cui autorizza, nella sua regione, la riapertura di bar e servizi al tavolo all’aperto prima ancora della fine della fase 1,  in netto contrasto con la linea di Palazzo Chigi.

Il Presidente Conte ha respinto le richieste delle Regioni definendo queste azioni come illegittime, profilando dunque l’ipotesi di un ricorso davanti al Tribunale Amministrativo competente, e il Presidente della Camera Fico non ha mancato di sottolineare come, in un periodo straordinario come quello che stiamo vivendo, qualsiasi decisione circa l’allargamento delle maglie delle restrizioni deve essere frutto di una decisione centrale.

Le Regioni, sebbene godano nel nostro ordinamento di un grado di autonomia più o meno intenso a seconda del settore di riferimento, della natura del loro statuto e di apposite previsioni della Costituzione, sono comunque enti derivati che trovano il fondamento delle loro attribuzioni in un sistema che ha nello Stato la sua istituzione più elevata.

Questa “sfida” al Governo, oggetto di interviste, prese di posizione e servizi televisivi, smuove l’opinione pubblica e suscita acceso dibattito tra i cittadini o sulla necessità di una pronta riapertura per non fare soffrire l’economia o sull’importanza di congelare le nostre vite in favore di un’immediata difesa della salute. Ma, facendo ben attenzione a superare gli “ami” della politica e le battaglie fondate sulla ricerca del consenso, si rimane con una trista realizzazione: l’assenza di un progetto nazionale che si basi, oltre che sugli appelli alla responsabilità dei cittadini, su una vera strategia comune.

In Sicilia il Presidente Nello Musumeci, ha più volta ricordato che, con l’arrivo della stagione estiva, la riapertura del Paese possa comportare un nuovo esodo, di portata ben maggiore di quello avvenuto cinque settimane fa, sposando dunque una linea di chiusura con il resto della penisola.

E quindi, se per Luca Zaia “il Veneto potrebbe riaprire già domani” e il Presidente della Lombardia, Attilio Fontana, riapre i mercati all’aperto, se il Governatore della Campania “chiude i confini” e in Calabria vengono riaperti i bar perché la stagione estiva è alle porte, a noi cittadini non ci resta che aspettare che interessi più grandi si allineino con i nostri.

Filippo Giletto

Il 4 maggio il via alla fase due: distanza sociale e graduale ripartenza

Forza, coraggio, metodo e rigore.

Sono queste le parole-chiave con le quali il Presidente del Consiglio Conte ha esordito nella conferenza stampa di ieri sera convocata per l’annuncio del nuovo attesissimo Dpcm.

Rivolgendosi, come forse mai aveva fatto direttamente ai cittadini, il Premier ha esposto le misure, le disposizioni e le prescrizioni relative alla «fase 2» dell’emergenza coronavirus, la fase della convivenza con il nemico invisibile.

Evitare il rischio (scellerato e che non possiamo permetterci) che arrivi una seconda ondata di contagi: questo il “claim” fondamentale che ha attraversato in parallelo tutto il discorso trasmesso in diretta nazionale.

Conte ha ribadito la stringente necessità di rispettare le precauzioni, anche nelle relazioni con i propri familiari.
L’unico modo responsabile ed efficace per convivere con il virus è di mantenere la distanza sociale almeno un metro: «se vuoi bene all’Italia devi evitare la diffusione del contagio».

Le diposizioni del nuovo Dpcm per la Fase 2 saranno valide dal 4 al 17 maggio 2020; alle imprese che potranno riaprire verrà permessa la ripartenza mediante attività propedeutiche a partire dal 27 aprile.

Sarà possibile spostarsi, all’interno della propria regione, anche per visitare i propri familiari, nel rispetto delle distanze e con l’utilizzo delle mascherine. Resta in vigore l’autocertificazione.

E’ consentito tornare alla propria residenza, fare sport lontano da casa purché si rispetti la distanza di due metri.

Non sarà però ancora possibile spostarsi in altre regioni, eccezion fatta per urgenti motivi di salute o di lavoro.

Graduale ed appannata ripartenza anche per il settore della ristorazione, dove sarà aggiunta alle attività di servizio a domicilio anche la possibilità  di asporto.

Dal 4 Maggio, inoltre, potranno riaprire parchi e giardini pubblici (nel consueto rispetto della distanza di sicurezza); si potranno celebrare funerali con la partecipazione di non più di 15 persone (dotate dei presidi di sicurezza).

Confermato con rigore il divieto assoluto per tutte le modalità di assembramento in luoghi pubblici e privati.

 

Per la vendita al dettaglio ed i luoghi di cultura (musei, istituti d’arte) dovremo pazientare fino al 18 maggio.

Più dure e rigorose le misure prescrittive per le attività che si prestano naturalmente allo sviluppo di dinamiche di relazione sociale come bar, esercizi commerciali legati alla ristorazione e centri estetici potranno tornare ad essere frequentati dal 1 giugno.

Quanto alle scuole, Conte ha spiegato che tenere chiuse le scuole significa seguire con rigore e lungimiranza le indicazioni scientifiche degli esperti; riaprire irresponsabilmente gli istituti scolastici ed universitari comporterebbe una potenziale nuova esplosione di contagi, che rischierebbe di vanificare gli sforzi ed i sacrifici prodotti dagli italiani.

Il presidente del Consiglio ha dedicato un passaggio del suo discorso anche al tema caldissimo dell’Unione Europea.

Conte ha parlato del Recovery Fund come di un risultato storico, che adesso va traslato in termini di lavoro tecnico, affinché si eviti che questo strumento si trasformi in una macchina crea-debito.

L’arma della ragionevolezza, della pacatezza lucida e della lungimiranza pare stia iniziando a dare i suoi frutti nel contesto delle trattative europee.

Seguiranno sicuramente settimane difficili ma che, se affrontate con responsabilità e senso civico, potrebbero rivelarsi decisive nella prospettiva di una lenta e difficile guerra al coronavirus che pare, purtroppo, solo all’inizio.

Antonio Mulone

Un piano nazionale per la ripresa. Si va verso la fase 2

La scorsa notte si è tenuta una riunione tra governo, presidenti di provincia e sindaci per discutere della tanto attesa Fase 2, al quale hanno partecipato gli esperti della Task force e alcuni rappresentanti del comitato tecnico- scientifico.  L’esito della Cabina di regia  tra governo, regioni ed enti locali  si è concluso con comune accordo sull’impossibilità di riaprire più attività produttive prima del 4 maggio.

Se bene nei giorni precedenti si fosse discusso sull’eventuale possibilità  di riapertura anticipata di alcune aziende, il Governo appoggiato dagli  enti locali fa marcia indietro. Come spiegato da un post su Facebook da Giuseppe Conte, la decisione finale è dipesa da un’attenta analisi degli avvenimenti. Nonostante il numero dei contagiati sia diminuito progressivamente, grazie alle misure di contenimento del virus, potendo registrare giorno per giorno i primi effetti positivi,  non sembra esser questo il momento per abbassare la guardia e ritirare le norme di sicurezza.

Serve prudenza, ribadisce Conte su Facebook. Nel frattempo il governo, continua il suo lavoro per la formulazione di un programma nazionale che permetta alle aziende produttive la ripresa al lavoro ,in condizioni di  massima sicurezza, adottando le precauzioni necessarie per evitare la crescita della curva epidemiologica. Sullo stesso fronte anche le regioni, che concordano sulla necessità di formulare delle  linee guida per la ripresa del paese, garantendo contemporaneamente la tutela della salute e le esigenze  della produzione.

Il Premier del consiglio ha evidenziato come nonostante nelle settimane precedenti, le varie ipotesi di esperti, avessero suggerito una riapertura graduale diversificata da regione in regione, per intensità di manifestazione del virus,  e dunque una ripartenza a blocchi, disomogenea, è prevalsa l’idea che un comportamento di questo tipo possa contrariamente produrre effetti negativi, innescando una nuova ondata di contagi.FOTO - L'Italia è in quarantena e Palazzo Chigi si illumina con il ...

“Abbiamo posto al Governo alcune questioni relative alla ‘fase 2’, soprattutto perché riteniamo necessaria una condivisione fra l’esecutivo e le Regioni su “come” affrontare la fase della riapertura, in base ad indicazioni precise del comitato tecnico-scientifico e della task force diretta da Vittorio Colao”, ha dichiarato il Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini .

Le questioni poste riguardano 4 aree.

1 Coordinamento della fasi della ripartenza

L’adozione di linee guida nazionali, che fissino  regole di carattere generale per la riapertura, secondo fasi ben precise e graduali; lasciando autonomia alle Regioni per contemplare le singole esigenze locali in ordine agli aspetti relativi ai dati geografici, economici e sociali. Definizione di dispositivi di protezione individuale, test ed app in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale per evitare confusione, valutando l’obbligo per tutta la popolazione dei dpi e prevedendone la diffusione attraverso supermercati e altri canali di vendita. In modo da stabilizzarne anche i prezzi di vendita, visto le speculazioni che si sono registrate al riguardo.

2 Revisione dei tempi della città

Bisogno di regolare la riapertura delle attività lavorative e dei servizi delle città, riorganizzare gli spostamenti della popolazione, prevedendo un piano di adeguamento del trasporto pubblico locale per far fronte alle esigenze della riapertura. Occorre considerane – sottolinea il Presidente della Conferenza delle Regioni – la necessità di distanziamento, Dpi (dispositivi di protezione individuale), eventuale suddivisione degli orari lavorativi, riducendo al minimo i contatti e gli assembramenti; da qui il maggiore costo economico a cui far fronte. Prolungamento della possibilità di spostarsi da una regione all’altra.

3. Riavviare il motore economico del Paese

Si può prevedere a tale scopo – ha proseguito Bonaccini –  la possibilità di riapertura, anche dal 27 aprile: – dei cantieri edili, in particolare quelli all’aperto; valutare una procedura semplificata per la ripresa immediata dei cantieri del terremoto attraverso norme in grado di far ripartire gli investimenti – di alcune filiere produttive maggiormente esposte alla concorrenza internazionale, per evitare la sostituzione di tali quote di mercato a vantaggio dei competitor stranieri. Si prevede la formulazione di disposizioni, concordate e programmate, per una graduale riapertura di bar e ristoranti. Così come emerge una necessità sempre più forte di programmazione delle modalità e dei  tempi di riapertura delle attività turistiche. Infine, è necessario prevedere misure efficaci di sostegno allo smart working.

4 Infanzia e scuola

Per quanto riguarda gli istituti scolastici non si prevede l’apertura prima di settembre. Occorre affrontare le riaperture tenendo conto delle esigenze del mondo dell’infanzia, adottando soluzioni alternative per le necessità dei bambini in considerazione della chiusura di scuole, nidi e centri estivi. Possibilità di consentire, nel rispetto delle regole, una graduale ripresa della socialità dei bambini.

Eleonora Genovese