Morire per una ciocca di capelli. L’Iran in rivolta per la tragedia di Mahsa Amini

Tre settimane fa, è successo qualcosa che ha sconvolto il mondo: il 16 settembre, la ventiduenne iraniana Mahsa Amini è stata picchiata a morte dalla polizia morale”, perché dal velo le sfuggiva una ciocca di capelli. La giovane è morta in ospedale tre giorni dopo e da allora, a partire dalle province con forte presenza di curdi, è dilagata nel Paese una rivolta.

Proteste a Teheran e nel resto dell’Iran per la tragedia di Mahsa (fonte: zazoom.it)

 

Arrestata per una ciocca di capelli fuori dall’hijab

La questione ha velocemente trovato eco in tutti gli angoli del mondo, soprattutto perché le donne iraniane hanno dato avvio alla più grande ribellione mai vista negli ultimi cinquant’anni.

Dal 1979, l’hijab, il velo, copre la testa delle donne già dall’età di nove anni. Fu detta “rivoluzione iraniana” e voluta dal regime degli ayatollah. “Rivoluzione” è un termine carico di storia, forse una delle parole più piene di significato in tutte le lingue: fa subito pensare alla ricerca e l’ottenimento di una libertà, in ogni caso più grande di ciò che precede. Nel caso delle donne iraniane e arabe tutte, questo termine ha avuto tutt’altra valenza, per mezzo secolo ha assunto il significato del suo contrario, quello di involuzione.

Mahsa era in vacanza a Teheran con la famiglia, originaria di una provincia del nord dell’Iran, quando è stata fermata proprio a causa del suo velo, che gli è costato la vita, solo perché non indossato rigorosamente a copertura di tutti i capelli.

Il generale Hossein Rahimi, il capo della polizia di Teheran, ha respinto le accuse di maltrattamento e ha dichiarato che la giovane è stata vittima diuno sfortunato incidente“, che sia morta di infarto e non per le percosse ricevute. Così la un altro colpo è stato inferto.

Al padre di Masha, Amjad Amini, è stato negato l’accesso alle informazioni riguardo il caso della morte di sua figlia:

“Nessuno mi dice cosa le hanno fatto e non mi fanno vedere i dati sulla sua morte”.

È intervenuto nella vicenda il presidente stesso dell’Iran, Ebrahim Raisi. Aveva promesso che sulla vicenda sarebbero state fatte indagini e pure con una certa celerità, ma ancora non vi sono novità, resta tutto nella vaghezza, seppur sembrano non esservi dubbi per le persone. Per il mondo intero è tutto chiaro: Mahsa è stata uccisa per una ciocca di capelli.

La morte della ventiduenne Mahsa fa scoppiare proteste che potrebbero cambiare per sempre il volto dell’Iran (fonte: lacrocequotidiano.it)

Le proteste dopo la morte di Mahsa e la risonanza in tutto il mondo

Nella sua inspiegabile tragedia Mahsa è divenuta il simbolo di una nuova lotta importantissima per un progresso sociale. Le piazze hanno iniziato ad infiammarsi, seguite soprattutto dalle università. Molte donne stanno scendendo in strada e, in segno di protesta contro il regime, si tagliano i capelli o bruciano hijab. Molti uomini le affiancano.

Attraverso i social media soprattutto arrivano testimonianze di ciò che sta accadendo: chi protesta viene investito dalla repressione delle forze dell’ordine iraniane, che si armano di gas lacrimogeni e violenza. Gli arresti sono in continua crescita e, purtroppo, alcune fonti segnalano la morte di varie persone.

Le donne che si ribellano rischiano la vita, ma continuare a lasciare da parte la libertà individuale non è un prezzo che vogliono ancora pagare.

Internet aiuta a raccontare, affinché sempre più persone possano sapere – così come le stesse iraniane supplicano di fare – e perché ciò che finora è stato normalità, possa esser descritto per quello che realmente è: una violazione dell’inalienabile libertà personale. Anche persone note stanno veicolando la propria popolarità perché un cambiamento reale possa avvenire. In Iran,

In Italia, l’attrice Claudia Gerini, nella giornata di ieri, si è filmata mentre si tagliava una ciocca di capelli, poi messa in una busta indirizzata all’ambasciata iraniana in Italia, a Roma: un gesto forte e chiaro, che molte altre attrici, anche non italiane, stanno compiendo per sottolineare l’importanza di far qualcosa e per farsi sentire più vicine alle donne iraniane.

L’obiettivo è quello di smuovere le coscienze della classe politica iraniana, di coloro che mantengono vivo un regime poco rispettoso dei diritti delle persone.

 

Un’italiana arrestata a Teheran

Alcune fonti segnalano dati terribili: molte persone sarebbero morte per la repressione delle proteste e ancora di più sono state arrestate.

Inoltre, è giunta la notizia dell’arresto di una ragazza italiana, in viaggio in Iran, la romana Alessia Piperno. Non si avevano notizie dallo scorso 28 settembre, data dell’arresto. Lei una viaggiatrice per lavoro, ormai da sette anni, con un amore grande per il mondo e le diverse culture. La trentenne travel blogger potrebbe trovarsi nel carcere di Evin, noto per essere il luogo riservato agli oppositori politici della repubblica islamica iraniana.

Alessia Piperno, travel blogger italiana arrestata in Iran (fonte: zazoom.it)

Alessia è riuscita, dopo giorni di silenzio, è riuscita ad avere una telefonata con la famiglia. Ha raccontato di essere stata fermata dalla polizia a Teheran, ma i motivi dell’arresto rimangono ancora sconosciuti.

Amnesty International ha ricordato quelli sono i capi d’accusa che il governo iraniano solitamente imputa ai prigionieri politici, per volere degli ayatollah, gli stessi che nel ’79 introdussero proprio l’obbligo dell’hijab:

“L’Iran ha detto di aver fermato nove stranieri che avrebbero preso parte alle manifestazioni. Se questa fosse l’accusa anche per Alessia sarebbe del tutto ingiustificata – le parole di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italian – ma i possibili capi d’accusa rischiano di passare dalla ‘minaccia contro la sicurezza nazionale’ alla ‘propaganda’ fino allo ‘spionaggio’.”.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio è a lavoro per cercare di risolvere la complicatissima situazione. Ha già avuto un colloquio telefonico con il suo omonimo iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. Attraverso una nota ne sono stati resi noti i punti affrontati. Sembrerebbe, però, che il nome della giovane italiana non sarebbe stato fatto inizialmente. Il ministro Iraniano avrebbe parlato solo della situazione generale, dei disordini registrati dopo la morte di Mahsa Amini. Sarebbe stato, secondo fonti attendibili, il ministro Di Maio a sollevare la questione dell’arresto di Alessia.

In ogni caso, la Farnesina, per la liberazione della nostra connazionale, come reso pubblico tramite una nota, sta facendo leva su “legami secolari” che uniscono il nostro Paese all’Iran. Il lavoro per la diplomazia è molto difficile. La vicenda è delicatissima, una problematica potrebbe avere conseguenze gravissime.

Intanto le donne iraniane continuano a combattere per la propria libertà e anche quella di tutti noi indirettamente, poiché la libertà è un concetto universale o almeno dovrebbe esserlo. Forse, finalmente, stanno per esser spezzate alcune delle catene imposte dall’uomo conservatore che spesso confonde la tutela della libertà individuale con il mancato rispetto della moralità.

 

Rita Bonaccurso

Il congedo di Mattarella alla Farnesina: ‘’È il mio ultimo saluto alla comunità degli ambasciatori’’

Mattarella saluta per l’ultima volta gli ambasciatori. Fonte: lavocedinewyork.com

Ieri, lunedì 20 dicembre, ha preso avvio, presso la Farnesina, la XIV Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici d’Italia nel mondo, intitolata “Ripartire insieme: il contributo della politica estera ed europea dell’Italia alla trasformazione internazionale’’.

La sessione inaugurale della Conferenza è stata aperta dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella – oltre che dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, e dal Segretario Generale della Farnesina, Ettore Francesco Sequi – che, allo scadere del suo settennato, si congeda tra applausi e standing ovation dei presenti.

L’evento sarà chiuso oggi, martedì 21 dicembre, dagli interventi del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e dal Ministro Di Maio.

Il riconoscimento alle forze politiche

“Consentitemi in questa ultima occasione in cui posso rivolgermi alla vostra comunità, di esprimervi fervidi auguri per il Natale, per il Nuovo Anno e per il futuro”:

La Conferenza cominciata ieri è stata l’occasione del Presidente per rivolgere un ultimo saluto a diplomatici e rappresentanti delle istituzioni italiani prima del congedo e, accanto all’ormai tradizionale scambio di auguri, diversi sono stati i punti toccati dal suo discorso: dalla gestione dell’emergenza sanitaria, al tema del lavoro accompagnato da una profonda riflessione sul nostro Paese.

Palazzo della Farnesina. Fonte: mosaico-cem.it

Mattarella ha voluto, come prima cosa, spendere alcune parole di ringraziamento e riconoscenza nei confronti del Ministero degli Esteri:

“Vorrei iniziare esprimendo la mia riconoscenza per il supporto fornito in questi anni all’attività sviluppata dalla Presidenza della Repubblica, in Italia e all’estero. Nel volgere lo sguardo ai sette anni passati, non posso non rilevare come l’attività internazionale che li ha caratterizzati non sarebbe stata possibile senza l’efficiente supporto del ministero degli Esteri, nonché dell’intera rete diplomatico-consolare “, ha detto il Capo dello Stato.

Il ricordo di memorabili italiani

Tra gli applausi e la commozione, le parole del Presidente non hanno mancato di ricordare l’ambasciatore Luca Attanasio, ucciso, insieme al carabiniere Vittorio Iacovacci e all’autista Mustapha Milambo, nella Repubblica Democratica del Congo:

“Un esempio di chi aveva messo la propria italianità a servizio della causa dell’umanità”, ha detto Mattarella.

Anche Di Maio ha voluto citare l’esempio, annunciando la decisione di voler conferire ad Attanasio il titolo onorifico di Ambasciatore di grado.

Per visualizzare il testo integrale del discorso del Presidente, visitare il sito ufficiale del Quirinale: https://www.quirinale.it/elementi/61716

 

La prima difesa del virus è la fiducia

La Conferenza degli Ambasciatori e delle Ambasciatrici è stata anche un’occasione per stilare un bilancio della pandemia, tutt’ora in corso:

Fonte: insiciliareport.it

“La pandemia ha messo in luce la vitalità e il valore aggiunto della costruzione europea, che ha saputo coordinare le risposte degli Stati membri, evitato una chiusura totale delle frontiere nazionali, messo a fattore comune le risorse europee e nazionali per finanziare ricerca e acquisto di vaccini. Infine, con il lancio di ‘Next Generation’ è riuscita a costruire un’articolata risposta ai devastanti effetti economici e sociali della crisi. Un’azione comune, frutto di una scelta lucida, che nasce dalla consapevolezza che i destini e gli interessi degli europei sono strettamente intrecciati tra loro”.

Il più grande punto toccato da Mattarella è stata proprio l’importanza dell’avere fiducia nella scienza, poiché questa rappresenta “la prima difesa del virus“.
Il Presidente ha poi constatato come sia stato dato “troppo risalto mediatico ai No Vax” aggiungendo che ciò non andrebbe comunque a scalfire “in alcun modo l’esemplare condotta della quasi totalità degli italiani”.

 

La mission dell’Ue

L’evento è stato anche occasione per ribadire lamission dell’Unione Europea:

Deve difendere i valori liberaldemocratici e i diritti ma non si deve chiudere in un atteggiamento di ‘fortezza’ perché – ha ammonito il capo dello Stato – l’atteggiamento di ”fortezza Europa” che, con scarso rispetto dei diritti umani, alcuni manifestano, non corrisponde alle ambizioni di questa Unione europea”.

L’Italia unita davanti alla pandemia

In ultimo, ma non per importanza, il Presidente Mattarella ha illustrato il quadro economico del nostro Paese, per certi versi, incoraggiante:

“Il tasso di crescita del Pil nazionale sarà tra i più alti tra i Paesi dell’Unione. A questo si aggiunge un recupero di posti di lavoro, una ripresa dei ritmi produttivi e dei consumi e un apprezzabile miglioramento della fiducia delle famiglie e delle imprese. Segnali positivi ma ancora fragili”.

Fonte: L’Eco di Bergamo

E in tempi duri come questi, il Capo dello Stato si spinge anche fino ad elogiare l’atteggiamento costruttivo che ha accomunato maggioranza e opposizione, nel nome dell’interesse nazionale, e lo spirito italiano di dare il meglio di sé proprio nei momenti più difficili:

“Una delle caratteristiche della nostra gente si manifesta quando le condizioni sono difficili: è il momento in cui riusciamo a esprimere il meglio di noi. A ritrovare la fiducia smarrita. Non rinunciamo alle differenze e alle diversità. Ma sappiamo essere uniti sulle grandi scelte, quando le circostanze della vita lo richiedono. L’augurio che rivolgo a voi e al nostro amato Paese – per il futuro – è che lo spirito costruttivo e collaborativo, reciprocamente rispettoso, possa divenire un tratto stabile dei rapporti istituzionali”.

Gaia Cautela

Un altro capitolo del caso Biot: espulso un diplomatico italiano dalla Russia

E’ arrivata la “risposta” russa al caso Biot. Il Ministero degli Esteri russi ha lasciato solo 24 ore di tempo a Curzio Pacifici, per lasciare il Paese. Definito “persona non grata”, Pacifici, è funzionario dell’ambasciata italiana a Mosca, che lavorava come assistente addetto alla Difesa e addetto navale.

Curzio Pacifici (fonte: il Messaggero)

La decisione è arrivata come risposta alle “misure ostili e infondate delle autorità italiane”, riguardo al recente scandalo scoppiato in Italia: due ambasciatori russi sono stati espulsi dall’Italia perché coinvolti nel caso di spionaggio di Walter Biot.

L’inizio di tutto: il caso Biot

Walter Biot, 56 anni, accusato di aver fornito informazioni top secret ai funzionari russi. Fonte: Il Fatto Quotidiano.Walter Biot, 56 anni, ha iniziato la sua carriera nella Marina Militare come ufficiale, qualificandosi inizialmente come «guida caccia», figura che indirizza gli aerei da guerra verso degli obiettivi. Imbarcato per anni su caccia torpedinieri e sulla portaerei Garibaldi, nel 2010 era passato all’ufficio stampa della Marina per poi finire nello staff dell’ufficio Relazioni Esterne della Difesa, svolgendo compiti come la gestione di dossier “top secret” riguardanti le ambasciate straniere e i comandi alleati.

Facendo un passo indietro, ricorderemo che, lo scorso 30 marzo, Biot è stato arrestato a Roma con l’accusa di aver passato documenti Nato (circa 181) ai servizi segreti russi, organizzando degli incontri in un parcheggio della Capitale. Secondo quanto si è appreso, il modus operandi dell’ufficiale consisteva nel trasmettere, attraverso un pennetta USB, tali documenti che poi consegnava al suo contatto russo, incontrato già diverse volte.

Ben 5mila euro (contenuti in piccole scatole) è la somma intascata per l’operazione dal capitano di fregata italiano, adesso sotto accusa per rivelazione di segreti militari a scopo di spionaggio, procacciamento di notizie segrete, esecuzione di fotografie, procacciamento e rivelazione di notizie di carattere riservato.

Le dichiarazioni

La detenzione, confermata il 23 aprile, presso il Regina Coeli fino ad oggi, quando ha ottenuto il trasferimento nel carcere carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. In sede di tribunale ha rilasciato dichiarazioni spontanee: «Ho passato cose di poco conto, non ho passato segreti, non ho mai messo in pericolo l’Italia e non sono un traditore”. Ha giustificato il gesto così: “Sono un uomo disperato, pieno di debiti e con una figlia malata».

 

La tensione tra Ministeri degli Esteri russo e italiano

Un caso, dunque, pieno di tensioni che non danno segno di svanire, tanto che il Ministero degli Esteri russo ha precisato le motivazioni alla base del provvedimento contro Pacifici:

“Il 26 aprile l’ambasciatore italiano a Mosca Pasquale Terracciano è stato invitato al ministero degli Esteri russo, dove gli è stata consegnata una nota del ministero relativa alla dichiarazione di persona non grata dell’assistente dell’addetto per la difesa e addetto alla Marina e all’Esercito dell’ambasciata della Repubblica Italiana nella Federazione Russa C. Pacifici in risposta alle misure ostili e infondate delle autorità italiane nei confronti dell’ufficio dell’addetto alla Difesa presso l’ambasciata russa a Roma. Al funzionario è stato ordinato di lasciare il territorio della Federazione Russa entro 24 ore“.

Luigi di Maio, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Fonte: Huffington Post.

La risposta della Farnesina non si è fatta attendere:

“Abbiamo appreso con profondo rammarico della decisione della Federazione Russa. Consideriamo la decisione infondata e ingiusta perché in ritorsione ad una legittima misura presa dalle Autorità italiane a difesa della propria sicurezza”.

 

Alessia Vaccarella

101 Tirocini curriculari presso le sedi estere del MAECI: disponibile il bando

È disponibile il bando per partecipare alla selezione di 101 tirocini curriculari grazie alla collaborazione fra il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI), il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) e le Università Italiane, attraverso il supporto della Fondazione CRUI.

  • I tirocini verranno svolti presso le sedi all’estero del MAECI: Rappresentanze Diplomatiche, Uffici Consolari e gli Istituti di Cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
  • I tirocinanti realizzeranno ricerche, studi, analisi ed elaborazione di dati utili all’approfondimento dei dossier che vengono trattati in ciascuna sede.
  • Inoltre, gli studenti saranno coinvolti nell’organizzazione di eventi e potranno assistere il personale del MAECI nelle attività di proiezione esterna.

A chi è rivolto

Può presentare la domanda di partecipazione qualsiasi studente iscritto ad uno dei corsi di Laurea indicati nel Bando.

(Tra i quali LMG/01- Giurisprudenza  – LM-16 Finanza  – LM-52 Relazioni internazionali  – LM-56 Scienze dell’economia  – LM-62 Scienze della politica  – LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni  – LM-76 Scienze economiche per l’ambiente e la cultura  – LM-77 Scienze economico-aziendali  – LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo  – LM-87 Servizio sociale e politiche sociali  – LM-88 Sociologia e ricerca sociale – LM-90 Studi europei  – LMG/01- Giurisprudenza – LM/SC-GIUR – Scienze giuridiche – LM-01 Antropologia culturale ed Etnologia – LM-02 Archeologia – LM-05 Archivistica e Biblioteconomia – LM-10 Conservazione dei beni architettonici e ambientali – LM-11 Conservazione e Restauro dei beni culturali – LM-14 Filologia moderna – LM-15 Filologia, Letterature e Storia dell’antichità – LM-16 Finanza – LM-19 Informazione e Sistemi editoriali – LM-36 Lingue e letterature dell’Asia e dell’Africa – LM-37 Lingue e letterature moderne europee e americane – LM-38 Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale – LM-39 Linguistica – LM-43 Metodologie informatiche per le discipline umanistiche – LM-45 Musicologia e beni culturali – LM-49 Progettazione e gestione dei sistemi turistici – LM-52 Relazioni internazionali – LM-56 Scienze dell’economia – LM-59 Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità – LM-62 Scienza della politica – LM-63 Scienze delle pubbliche amministrazioni – LM-64 Scienze delle religioni – LM-65 Scienze dello spettacolo e produzione multimediale – LM-76 Scienze economiche per l’ambiente e la cultura – LM-77 Scienze economico-aziendali – LM-78 Scienze filosofiche – LM-81 Scienze per la cooperazione allo sviluppo – LM-84 Scienze storiche – LM-87 Servizio sociale e politiche sociali – LM-88 Sociologia e ricerca sociale – LM-89 Storia dell’arte – LM-90 Studi europei – LM-91 Tecniche e metodi per la società dell’informazione – LM-92 Teorie della comunicazione – LM-94 Traduzione specialistica e interpretariato – LMR/02 Conservazione e restauro dei beni culturali).

Requisiti fondamentali:

  • Cittadinanza italiana;
  • Non essere stati condannati per delitti non colposi;
  • Non essere destinatari di provvedimenti che riguardano misure di sicurezza o prevenzione;
  • Essere iscritti a un corso di laurea magistrale o a ciclo unico che consente l’accesso alla carriera diplomatica, solo nel caso di tirocini presso le Rappresentanze Diplomatiche;
  • Essere iscritti ad uno dei corsi di laurea elencati nel bando nel caso di tirocini presso gli IIC;
  • Avere acquisito almeno 60 CFU nel caso di lauree specialistiche o magistrali e almeno 230 CFU nel caso di lauree magistrali a ciclo unico;
  • Avere una conoscenza certificata della lingua inglese a livello B2 (QCER);
  • Avere riportato una media delle votazioni finali degli esami di almeno 27/30;
  • Avere un età inferiore ai 29 anni.
  • Lo status di studente deve essere posseduto al momento della candidatura e mantenuto per tutta la durata del tirocinio, pena l’esclusione dal programma.

Come Candidarsi

Sarà possibile inviare la propria candidatura esclusivamente per via telematica tramite il sito http://www.crui.it/tirocini/tirociniwa.

Sezioni da compilare

  • Dati Anagrafici;
  • Curriculum Vitae;
  • Curriculum Universitario;
  • Candidatura;

Attenzione: Si ricorda di salvare i contenuti sezione per sezione, una volta inviata la candidatura non è più modificabile. 

Ogni tirocinante riceverà un rimborso spese, nella misura minima di 300 euro mensili, che verrà corrisposto dall’Ateneo di corrispondenza.

Date Importanti

  • Sarà necessario inviare le candidature esclusivamente per via telematica entro le ore 17 del 30 ottobre 2020.
  • Il tirocinio potrà essere svolto nel periodo dall’11 Gennaio al 9 Aprile 2021.

È importante controllare con la massima attenzione il sito del MAECI http://www.viaggiaresicuri.it/ prima di selezionare le sedi di destinazione, in modo da acquisire consapevolezza riguardo al contesto territoriale e la eventuale presenza di problematiche relative alla sicurezza o alle condizioni sanitarie, procedure d’ingresso e la documentazione necessaria.

Qui il Bando per la selezione.

Qui l’Elenco degli atenei partecipanti.

Ornella Venuti

Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersi a:

U. Org. AlmaLaurea e Banche Dati – Sig.ra Rosalba Pruiti: rpruiti@unime.it – T. 090676832