Falso ma Bello o Vero ma Brutto?

La diffusione delle notizie false è ormai diventata una piaga diffusa nella società contemporanea. Spesso queste notizie sono veicolate attraverso i social media e altri mezzi di comunicazione raggiungendo un vasto pubblico e influenzando opinioni e decisioni. Questo fenomeno non è casuale bensì è il risultato di complessi meccanismi psicologici e sociali che influenzano il modo in cui percepiamo e valutiamo le informazioni ed in particolar modo la narrazione gioca un ruolo cruciale nella trasformazione della realtà apparente o del parere soggettivo in verità incontestabile ma nei fatti, spesso, quantomeno dubbia.

Lo storytelling, quindi, può plasmare la nostra percezione della realtà e renderci in grado di credere a qualsiasi cosa, dai complotti sui Rettiliani fino alla credenza che i piccioni in realtà non esistano e siano robot governativi passando magari per Terra Piatta e Vaccini. E’ perciò fondamentale, per non farsi ingannare, imparare a riconoscere le notizie false e a distinguerle dai dati di fatto e dalle opinioni.

Speriamo che il seguente articolo possa arricchire lo spirito critico di chiunque lo leggerà.

  1. Partiamo dal Cervello: Come si elabora un pensiero?
  2. Notizie false: Sogno o Incubo?
  3. Come valutare criticamente una informazione?
Un “mondo” nella scatola cranica , CNSC Centro di Neuroscienze Comportamentali. Fonte

Partiamo dal Cervello: Come si elabora un pensiero?

Partiamo dal Cervello: Come si elabora un pensiero?

L’analisi neurofisiologica dell’elaborazione del pensiero e del pensiero critico coinvolge diverse aree del cervello che interagiscono per integrare, interpretare e valutare le informazioni.
Una delle regioni chiave coinvolte in questo processo è la corteccia prefrontale, situata nella parte anteriore del cervello, in quanto è coinvolta in molte funzioni cognitive superiori. Tra queste sono incluse: l’integrazione di informazioni provenienti da varie fonti, la pianificazione, il ragionamento e il controllo delle emozioni.

In particolare pensiamo all’area dorsolaterale e a quella orbitofrontale.

L’area dorsolaterale è associata al pensiero critico e alla valutazione delle informazioni mentre quella orbitofrontale è coinvolta nella regolazione delle emozioni, nella valutazione delle ricompense e dei rischi e a creare risposte empatiche e socialmente accettate.

Altre strutture coinvolte nel processo di elaborazione del pensiero includono:

  • sistema limbico (che regola le emozioni e il coinvolgimento affettivo nella presa di decisioni)
  • amigdala (che svolge un ruolo chiave nella risposta emotiva e nell’apprendimento associativo)
  • sistema dopaminergico (coinvolto nella motivazione, nella gratificazione e nel mantenimento dell’attenzione).

Nel contesto delle notizie false l’elaborazione delle informazioni avviene attraverso complesse reti neurali che integrano input sensoriali, memorie passate e valutazioni emotive. Le fake news spesso attivano le stesse aree cerebrali coinvolte nella risposta emotiva e nell’apprendimento, suscitando una risposta affettiva che può influenzare il giudizio e la percezione della veridicità delle informazioni fino a modificare l’attività cerebrale e alterare la percezione della realtà. Ad esempio il sistema dopaminergico può giocare un ruolo nella suscettibilità alle fake news poiché l’elaborazione delle informazioni gratificanti può influenzare la percezione della loro veridicità e la volontà di condividerle con gli altri auto-alimentando ed estendendo alla massa un certo concetto.

In sintesi, l’analisi neurofisiologica dell’elaborazione del pensiero rivela una complessa interazione di regioni cerebrali e reti neuronali coinvolte nella valutazione delle informazioni, nelle emozioni e nel giudizio critico. Comprendere come e perchè un’informazione ci coinvolga emotivamente è ciò che ci permette di contrastare la disinformazione col pensiero critico.

 

Narrazione nella psicologia | Profumo di storie | Marina di Marco. Fonte

Notizie false: Sogno o Incubo?

Uno dei meccanismi che favorisce la diffusione di una notizia falsa è l’effetto del falso consenso, un noto errore cognitivo che ci porta a proiettare sugli altri il nostro modo di pensare, convincendoci che tutti la pensino come noi. Questo processo è particolarmente diffuso nei gruppi di individui, dove crea una presunta omogeneità di idee che, statisticamente, è infondata. Tuttavia, questa presunta omogeneità, è alimentata da un pregiudizio del consenso che ci fa credere che le nostre opinioni siano più diffuse di quanto non siano realmente.

Parallelamente esiste il cosiddetto “Effetto Dunning-Kruger”, che è un famoso fenomeno psicologico che si manifesta quando individui poco esperti in un certo campo sovrastimano le proprie capacità. Spesso si arriva persino a considerarsi superiori alla media per il cosiddetto “Pregiudizio della Superiorità Illusoria”. Ciò si manifesta quando le persone non sono in grado di riconoscere la propria mancanza di competenza in qualcosa e in assenza di consapevolezza delle proprie capacità queste non possono essere valutate correttamente.
Tutti questi fenomeni, uniti a una narrazione intrigante e spesso arbitraria (se non del tutto falsa) di un fatto e alla sua semplificazione portano alla romanticizzazione di un mondo che nella realtà appare ben poco fiabesco ma senza dubbio più emotivamente intrigante e apparentemente “appagante” per il proprio intelletto anche se in negativo.

 

Pensiero lento e veloce: due sistemi, una sola mente / Filippo Frisina. Fonte

Come valutare criticamente una informazione?

In conclusione l’ascesa delle notizie false costituisce una delle sfide più pressanti della nostra epoca, minando profondamente la fiducia nelle istituzioni democratiche e nella scienza e alimentando l’eccessiva polarizzazione politica. Affrontare questa sfida richiede un approccio sinergico di piattaforme digitali, media, organizzazioni civili e governative, le quali dovrebbero puntare all’istruzione e alla formazione non solo per fornire competenze di base nella valutazione delle fonti ma anche a coltivare un pensiero critico e riflessivo riguardo alle informazioni che riceviamo.

Le principali Red Flag a cui fare attenzione quando si legge una notizia sono:

  • Titoli altisonanti e particolarmente provocatori
  • Narrazione di un fatto che mira a coinvolgere emotivamente chi legge ad esempio usando Titoli in Maiuscolo con molti punti esclamativi volti ad attirare l’attenzione
  • Conflitti d’interesse o coinvolgimento emotivo in chi narra un fatto
  • Mancanza di prove o prove facilmente evidenziabili come false

Visto quanto detto prima si consiglia di fare sempre, in particolar modo quando abbiamo a che fare con notizie particolarmente polarizzanti ed emotivamente conturbanti, il fact checking delle notizie (in tal senso ci auguriamo che possiate trovare utili i consigli detti prima) e di affidarsi a Mezzi di Informazione indipendenti e con fonti verificabili, complete ed attendibili. 

Questo ci permetterà di distinguere tra ciò che è vero e ciò che è falso adottando comportamenti informati e responsabili e creando opinioni più funzionali e adeguate.

                                                                                          Simone Garretto

Bibliografia:
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fninf.2020.607853/full https://www.neurowebcopywriting.com/come-il-cervello-valuta-attendibilita-informazioni/?cn-reloaded=1 https://unikore.it/wp-content/uploads/2024/03/20-lobo_frontale23.pdf
Psicologia delle fake news | Psicologia Contemporanea
Fake news, i meccanismi cognitivi che ci fanno cascare (tutti) nelle bufale – Agenda Digitale
Le fake news influenzano i nostri comportamenti? | Recenti Progressi in Medicina
FAKE NEWS: cosa sono e come difendersi – Cittadinanzattiva una organizzazione, fondata nel 1978
Inganni mentali e causalità apparente. La teoria di Daniel Wegner | DPU | Diritto Penale e Uomo
Attendibilità delle informazioni: il ruolo delle emozioni
cervello, struttura e funzione del in “Dizionario di Medicina” – Treccani – Treccani
Effetto Dunning-Kruger: l’importanza di sapere di non sapere
https://www.pnas.org/doi/full/10.1073/pnas.1517441113
https://www.neuroscienzecomportamentali.it/blog/conoscere-il-cervello/
https://www.skuola.net/news/fun/parole-ostili-festival-comunicazione.html

Fake News: nonostante il nome, un album sincero

 

L’album riesce ampiamente a trasmettere ciò che vuole, forse però senza variare troppo dalle recenti sonorità dei Pinguini. Voto UVM 4/5

 

Tutto ha avuto inizio questa estate, quando in rete cominciarono a diffondersi alcune indiscrezioni intorno ad un presunto scioglimento dei Pinguini Tattici Nucleari, la band musicale bergamasca più in voga in Italia. E proprio queste indiscrezioni, in seguito smentite dal frontman del gruppo Riccardo Zanotti, hanno poi ispirato i PTN per la realizzazione del loro nuovissimo progetto discografico, pubblicato lo scorso venerdì 2 Dicembre, intitolato Fake News.

Rilasciato con quattro copertine differenti tra loro, in cui in ognuna gli artisti sono raffigurati come protagonisti di falsi articoli di giornale, l’album contiene 14 tracce, di cui una (la settima) disponibile solo nel formato fisico del disco.

Tutta la verità sui Pinguini Tattici Nucleari

In un’epoca in cui disinformazione e manipolazione delle notizie sono fenomeni in crescita, le cosiddette ‘bufale’ finiscono per inquinare persino l’ambiente musicale. Inoltre, è solito degli artisti prendere “in prestito” esperienze di amici e conoscenti, andando ad arricchire così i contenuti dei loro testi. Ed è in questo clima che i Pinguini Tattici Nucleari sembrano invece voler raccontare una storia vera, regalandoci un album seppur molto autoreferenziale, ricco di situazioni in cui tutti possiamo immedesimarci.

Zen, la traccia d’apertura del disco, è il tentativo riuscito di narrare la realtà dei fatti: è un pezzo urban in cui Zanotti rivela al pubblico l’altra faccia della medaglia dell’avere successo, trasportandoci all’interno della propria coscienza, alla ricerca di un equilibrio tra le infinite pressioni e paure che incombono nell’approcciarsi con la sua professione.

Ma i dolori che ho annegato qualche volta tornan fuori
Come gocce nella doccia che non mi fan dormire mai
O come quelle che mi prendo per non sbagliare troppo ai live.

Ed è sempre Zanotti che in Barfly ci svela la realtà che spesso sta dietro l’illusoria promessa di un futuro migliore all’estero, riportandoci indietro nel tempo nella sua vita a Londra da studente e lavoratore part-time. Il brano deve il titolo all’omonimo pub di Chalk Farm, che il cantante era solito raggiungere nei suoi pochi momenti di svago.

Ma la traccia autobiografica per eccellenza è Dentista Croazia, secondo dei tre singoli che hanno anticipato l’album. E’ la storia della gavetta affrontata da un gruppo ancora agli esordi, che percorre tragitti immensi su un furgone noleggiato a poco prezzo, per riuscire ad esibirsi nei locali in giro per l’Italia. Rappresenta una significativa fase di vita della band, e la scelta di non trasmetterlo in radio lo rende ancora più speciale.

 

Tra citazioni e riferimenti alla pop culture

Componente essenziale della scrittura dei Pinguini, e punto di forza dei testi dell’album, è la presenza di numerosi giochi di parole ed inside joke. E tra sottili reference a canzoni dei Coldplay, musica degli U2 e performance dei Maneskin, il disco è un concentrato di molteplici richiami alla cultura popolare. Per citarne solo alcuni:

In Non Sono Cool si fa riferimento alla canzone Indietro di Tiziano Ferro, con il verso:

Hai nomen omen
E, se ci pensi, “raccordi” è l’anagramma del mio nome

E a chi li accusa di aver adottato nel tempo un sound esageratamente pop, i sei ragazzi di Bergamo rispondono con ironia:

A ventisette puoi morire, oppure diventare un po’ più pop (“Dentista Croazia”)

Nell’ottica commerciale, però, la scelta di seguire un percorso che vira al mainstream ha dato i suoi frutti, garantendo alla band un successo che ha permesso il tour negli stadi previsto per l’estate 2023:

Non so a che stadio siamo dell’evoluzione
Però forse in questa stessa frase trovo la risposta (“Dentista Croazia”)

Tirando le somme

Fake News non apporta importanti variazioni di stile alle sonorità che di recente hanno trascinato la band al successo ma bisogna riconoscere la messa in atto di una volontà di sperimentazione: Non sono cool e Fede sono forse le tracce più interessanti dal punto di vista strumentale poiché strizzano l’occhio alla vena rockeggiante dei Pinguini del passato. Anche Melting Pop, pur essendo caratterizzato da sonorità pop riesce a distinguersi, in quanto, come suggerisce il nome stesso, è contaminato da una miscela di influenze musicali diverse.

A chiudere il disco è Cena di Classe, ballad che per lo stile ricorda Freddie di Fuori dall’Hype (2019), e che riflette quindi la tradizione cantautorale e la grande abilità di storytelling del gruppo. E’ la traccia che forse rappresenta al meglio ciò che Fake News vuole comunicare, poiché attraverso la storia di un incontro tra vecchi compagni di scuola, condanna chi si rifugia nell’ ipocrisia per celare le proprie debolezze, chi resta fermo ai titoli “clickbait” senza leggerne davvero il contenuto. A tal proposito, merita di essere menzionato l’omaggio della band a Cloe Bianco, reso con lo scopo di veicolare al mondo un messaggio ben preciso: per progredire in quanto società, alcune storie non devono essere dimenticate.

Per far capire le stelle agli scemi servono Laika da poter bruciareMa Bianco ora è cenere che sporca i divani di chi ancora usa la parola “normale”

 

Giulia Giaimo

Russia-Ucraina: dal conflitto alla lotta contro le fake news. Oggi, nuovo round di negoziati

Le sirene continuano a risuonare in 19 regioni Ucraine su 24, il che lascia presagire un attacco su larga scala. Il conflitto che da 19 giorni sta interessando Russia, Ucraina ed economia mondiale, deve anche far fronte all’enorme dilagare di fake news. Così viene minacciata un chiara e veritiera ricostruzione dei fatti, inficiando l’informazione globale e le sorti del conflitto.

Nella giornata di oggi, due incontri diplomatici fondamentali per la risoluzione del conflitto, che nelle ultime settimane ha cambiato radicalmente il quadro geopolitico, strategico e di sicurezza dell’Europa. Il ministro degli Esteri italiano, Di Maio si è detto positivo in vista dei vertici:

“Abbiamo sentito i cinesi, i turchi, gli israeliani bisogna parlare con tutti per arrivare prima a una tregua umanitaria e poi ad un accordo di pace”.

Il vertice Usa-Cina

È attualmente in corso, a Roma, l’incontro del consigliere alla Sicurezza nazionale americano, Jack Sullivan, e il capo della diplomazia del Partito comunista cinese, Yang Jiechi, per cercare “una forte risposta internazionale e per delineare una strategia di sicurezza globale“. Il vertice arriva in un momento denso di indiscrezioni sulla richiesta della Russia di assistenza militare e potrebbe disattendere le aspettative. Non è escluso che, al termine del colloquio, la Cina decida di rispondere alle richieste di aiuto militare di Mosca.

Per fronteggiare tale eventualità, gli Stati Uniti avrebbero preparato il warning per gli alleati.

La posizione della Cina nel corso dei 18 giorni di guerra non è mai apparsa troppo chiara: nessuna condanna è stata avanzata e Pechino si è astenuta sulla risoluzione dell’Onu di condanna nei confronti della Russia.

Tuttavia, solo nel corso di una chiamata con il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron, la Cina ha pronunciato per la prima volta il termine ‘guerra. Però, ha subito controbilanciando con le critiche rivolte alle sanzioni occidentali che “danneggeranno la ripresa dell’economia globale dalla pandemia del Covid-19“.

Intanto l’ambasciata cinese a Washington ha dichiarato:  “Speriamo con sincerità che la situazione si allenti e la pace torni presto“, precisando “di non aver mai sentito parlare” della richiesta di aiuto militare. La priorità della Cina è di:

“Impedire che la situazione di tensione in Ucraina possa sfuggire dal controllo. È una situazione davvero sconcertante”.

Le sanzioni

Gli Usa sfrutteranno il tema sanzioni per mettere pressione alla Cina.

“Ogni mossa da parte di Pechino o di altri Paesi per offrire un’ancora di salvezza alla Russia o aiutarla a evadere le sanzioni occidentali avrà conseguenze. Faremo in modo che né la Cina, né nessun altro, possano risarcire Mosca per queste perdite”.

Le parole del consigliere Sullivan non lasciano spazio a fraintendimenti, gli Stati Uniti punteranno a convincere Pechino a entrare in campo in modo più diretto per fare pressioni su Mosca e cercare di trovare una via d’uscita alla guerra. Inoltre, come molte fonti diplomatiche fanno notare, le sanzioni destinate a durare nel tempo avrebbero gravi ripercussioni anche all’economia cinese.

 

Le fake news sull’attacco russo all’ospedale di Mariupol

Continua il braccio di ferro tra i colossi dei social media e la propaganda di Mosca sulla guerra in Ucraina. Al centro dell’ennesimo tentativo di disinformazione, poi inevitabilmente sfociata in misinformazione, è l’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol del 9 Marzo.

Nel post pubblicato dall’ambasciata russa in Gran Bretagna, questi ultimi sostenevano che le immagini delle vittime dell’attacco all’ospedale fossero false. “L’ospedale – si legge nei post poi rimossi – non era più operativo da tempo, perché passato sotto il controllo delle forze armate ucraine che avrebbero fatto evacuare pazienti e personale medico. Di conseguenza i soggetti che compaiono nelle immagini altro non sarebbero che attori.“.

La denuncia innescata ha coinvolto altre rappresentanze diplomatiche russe in altri Paesi. La sede italiana, ad esempio, ha parlato del “tentativo di gonfiare lo scandalo” da parte dei media occidentali e ucraini.

Attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol (fonte: lasicilia.it)

Le informazioni diffuse hanno sin da subito innescato la caccia alla verità da parte di giornalisti e lettori. Il giornalista James Clayton della BBC, ha rintracciato un post Facebook del nosocomio del 2 marzo in cui si chiede supporto di gasolio e altri strumenti per fare funzionare la struttura.

L’intervento di Anonymous 

L’intervento di Anonymous in funzione della divulgazione delle informazioni sulla guerra continua a dimostrarsi fondamentale.

Il gruppo GhostSec, come riportato su Twitter da uno degli attivisti, avrebbe violato centinaia di stampanti governative e militari russe.

“Questa non è la tua guerra. Questa è la guerra del tuo governo. Mentiamo a fratelli e sorelle. I soldati di alcune unità militari pensano di eseguire attività di formazione” si legge. “Ma quando raggiungono il loro obiettivo, vengono accolti da ucraini che vogliono vendicarsi per la distruzione della loro terra portata avanti dai burattini di Putin”.

 

Elidia Trifirò 

Fake news e COVID: il virus dell’infodemia

Quante volte abbiamo letto in rete o ascoltato in TV notizie contrastanti a proposito del COVID-19? “È un semplice virus influenzale”, “assumere integratori a base di vitamina C previene il rischio di infezione”, fino alle più varie teorie complottiste sulla presunta creazione del virus in laboratorio. Dopo più di un anno di pandemia quanto sappiamo realmente del Coronavirus e della malattia ad esso correlata? Facciamo un po’ di chiarezza.

In breve

  • Il COVID-19 ha un’origine zoonotica e il passaggio all’uomo si deve a un meccanismo di spillover
  • Il COVID e il virus dell’influenza appartengono a classi tassonomiche differenti
  • La trasmissione non prevede veicoli
  • I vaccini non introducono il virus all’interno dell’ospite e sono accuratamente vagliati
  • Scegliere accuratamente le fonti di informazione è un dovere morale

Il COVID è stato creato in laboratorio

Nulla di più artificioso. Il SARS-CoV-2 è un virus appartenente alla famiglia dei Coronaviridae, genere Betacoronavirus. Ebbene, l’agente eziologico di una pandemia riconosce nella maggior parte dei casi un’origine zoonotica. Si tratta, infatti, di un meccanismo definito spillover, o “salto di specie”: ovvero, la capacità di un patogeno di passare da un ospite abituale ad un altro di specie differente. Il nuovo ospite è privo di difese immunitarie specifiche e questo favorisce la propagazione del patogeno tra la popolazione. Nel caso dei Sars-CoV-1 e 2 vari studi hanno identificato pipistrelli e pangolini quali ospiti abituali, specie nel Sud-Est asiatico. I pipistrelli contengono oltre 200 Coronavirus: tanto i virus pandemici quanto quelli responsabili del comune raffreddore. Il successivo passaggio all’uomo sarebbe poi avvenuto per mezzo di vari ospiti intermedi, come i serpenti.

Il virus causa un’influenza

I virus responsabili della comune influenza appartengono alla famiglia degli Orthomyxoviridae, con caratteristiche microbiologiche molto diverse da quelle dei Coronavirus. Il SARS-CoV-2, quindi, essendo un virus completamente differente rispetto ai virus influenzali, non può causare l’influenza.

Le mosche trasmettono il virus

Anche qui bisogna dissentire. L’infezione da SARS-CoV-2 prevede una trasmissione aerea semidiretta. La sorgente uomo, malato o asintomatico, elimina il patogeno all’esterno, questo è veicolato dall’aria e inalato dall’individuo suscettibile. Attività come parlare, cantare, tossire e starnutire determinano l’eliminazione di aria espirata contenente le droplets, goccioline di pochi micron di diametro in grado di trasportare il virus.

Più recentemente si è visto che il virus ha anche la capacità di resistere su alcune superfici, come vetro e plastica, per qualche giorno. Non c’è comunque alcuna evidenza scientifica riguardante il fatto che il virus possa essere trasmesso da mosche o insetti.

Rimane comunque importante un’accurata detersione delle mani utilizzando comuni saponi che, essendo tensioattivi, sciolgono i grassi e l’envelope virale (una struttura glicoproteica di rivestimento). Occorre, invece, evitare il ricorso a falsi miti, come l’uso di sostanze ben più aggressive, tra cui la candeggina, che espongono al rischio di dermatiti da contatto.

Il vaccino inocula il virus e può causare la malattia

Assolutamente no. Le principali tipologie di vaccini anti-Covid finora disponibili comprendono quelli a mRNA (Pzifer-BioNtech e Moderna) e quelli a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson). L’mRNA è una molecola indispensabile per la sintesi delle proteine virali, tra cui la proteina spike. Ricordiamo che il virus utilizza questa proteina per legare un recettore, ACE2, espresso dalle cellule dell’epitelio respiratorio dell’ospite e così infettarle. La vaccinazione introduce l’mRNA virale che codifica per la proteina Spike, opportunamente protetto da nano particelle lipidiche. Le cellule vaccinate produrranno questa proteina e la esporranno sulla loro superficie così da stimolare una risposta immunitaria specifica contro la proteina Spike. L’mRNA è una molecola instabile e viene distrutta poco dopo senza creare alcun danno alla cellula.

Il concetto di vettore virale si riferisce all’utilizzo di una versione modificata dell’adenovirus dello scimpanzé. Questo viene messo in condizioni di non potersi replicare e viene utilizzato per veicolare nell’organismo la sequenza genetica virale codificante per la proteina Spike.

Il vaccino non è stato testato abbastanza

I vaccini, così come i nuovi farmaci, passano sotto il vaglio di un’accurata sperimentazione. Le prime tre sono fasi pre-marketing, cioè avvengono prima che il farmaco sia messo sul mercato. L’ultima avviene post-marketing ed è la farmacovigilanza. Le prime tre hanno lo scopo di testare il profilo di sicurezza/pericolosità e l’ultima monitora eventuali reazioni avverse. Queste possono derivare da molteplici fattori, come le interazioni tra farmaci o la presenza di comorbidità nel paziente.

Normalmente questi passaggi richiedono anni, ma nel nostro caso è stato possibile condensare tutto in poco tempo. Perché? Sicuramente gli investimenti economici da parte dei vari Stati hanno avuto un ruolo sostanziale. Inoltre, gli scienziati avevano già una base pronta, quella dell’esperienza di SARS-CoV-1 e di Mers. A tutto ciò si aggiungono le nuove frontiere dell’ingegneria genetica che ha permesso l’impiego di mRNA.

L’utilità della vaccinazione è, invece, incontrovertibile nel prevenire tanto le forme sintomatiche quanto quelle asintomatiche. Uno studio dell’Università di Oxford sul Pfizer-BioNTech ha dimostrato come una singola dose di vaccino sia efficace nel prevenire l’infezione nel 65% dei casi. Questa percentuale sale poi al 90% con la seconda dose.

Il fumo non incide sul rischio di ammalarsi

Alcuni studi hanno dimostrato come i fumatori abbiano un rischio circa tre volte superiore di polmonite severa da COVID-19. Inoltre, hanno anche una maggiore suscettibilità per patologie polmonari croniche.

Le principali fonti d’informazione durante la pandemia

È stato effettuato un rapporto sulla disinformazione e fake news durante la pandemia da parte dell’istituto di ricerche Censis. Da quanto appreso dal gruppo degli intervistati la prima fonte di informazione (75,5%) sono i media tradizionali. Con un 51,8% si aggiudica il secondo posto internet. Al terzo posto figurano i social networks e per ultimi medici di medicina generale, specialisti e farmacisti di fiducia.

Per concludere, occorre non affidarsi a notizie di dubbia provenienza: scegliere fonti adeguate è un dovere morale, ma anche la nostra arma contro il virus dell’infodemia e della disinformazione.

Elena Allegra

I ragazzi del Verona Trento incontrano il direttore della Gazzetta del Sud

 

Giornalismo e nuove generazioni. I ragazzi dell’istituto Verona Trento hanno avuto l’occasione di incontrare il direttore della Gazzetta del Sud.

È tutto merito del progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine”, coordinato dalla giornalista Natalia La Rosa e voluto nell’istituto tecnico messinese dalla preside Simonetta Di Prima.

Realtà e verità, questo il tema cardine dell’incontro con il direttore responsabile della Gazzetta del Sud Alessandro Notarstefano.

Le classi quarte e quinte hanno avuto la possibilità di riflettere sulla necessità di essere obiettivi nel racconto della realtà.

 

Gazzettadelsud.it

 

Temi di spicco sono stati anche l’ormai noto “scontro” tra online e informazione su carta.

L’attenzione è stata poi spostata sulle modalità: è meglio un’informazione rapida, a portata di click, o un articolo approfondito?

Tra queste argomentazioni il filo conduttore era sempre la necessità che a guidarci sia il senso di responsabilità.

In una realtà in cui le fake news fanno da padrone e dove nulla è verificabile, incontri simili possono aiutare le giovani generazioni a informarsi consapevolmente e a contribuire all’informazione di altri con coscienza.

 

Angela Cucinotta

Echo chambers e dissonanze cognitive: la scienza di difendere la scienza

La comunicazione scientifica, negli ultimi decenni, è diventata sempre più pervasiva. Tutti parlano di scienza: dai politici ai giornalisti, da Wikipedia a Piero Angela, dai talk shows a tuo cugino.

Si parla di scienza per i motivi più disparati: per puro intrattenimento, a volte, con lo scopo di soddisfare la curiosità altrui. Ma ci sono anche motivi più seri: ad esempio, per giustificare una scelta, alle volte particolarmente importante per chi la compie (ad esempio, fare o non fare un vaccino, prendere o non prendere un farmaco) o per l’ambiente circostante (si pensi alle campagne contro l’inquinamento). Motivi che rendono fondamentale il fatto che la divulgazione scientifica funzioni bene, che sia efficace e chiara.

 

A questo fenomeno di massificazione della comunicazione scientifica ne corrisponde un altro per certi versi uguale e contrario: la circolazione di bufale, fake news, notizie scientifiche false, talvolta delle vere e proprie truffe, altre volte talmente articolate da assumere i contorni di vere e proprie teorie del complotto.

 

Comunicazione scientifica e bufale, per quanto apparentemente opposti, possono in realtà essere considerati due facce della stessa medaglia. Sia il divulgatore scientifico che il creatore di bufale, infatti, per comunicare le loro posizioni, mettono in atto processi narrativi, che, in quanto tali, non sono mai ideologicamente neutri: piaccia o no, entrambi fanno riferimenti a sistemi di valori e di credenze condivisi dal gruppo sociale a cui il narratore fa riferimento.

 

L’avvento dei social network ha amplificato ulteriormente la portata del problema: gli algoritmi informatici che regolano i social  sono infatti costruiti in un modo tale da facilitare l’interazione con soggetti che potenzialmente la pensano come noi e l’esposizione a informazioni che confermano le nostre posizioni. Si formano così dei gruppi di persone che condividono gli stessi sistemi di valori e di credenze e quindi sono potenzialmente più propensi a ritenere vere (o false) le stesse informazioni, si tratti di divulgazione scientifica o di teorie del complotto: sono le cosiddette “camere di risonanza”, o echo chambers.

 

La reazione al fenomeno delle bufale, da parte di chi si occupa di comunicazione scientifica, è spesso quella del cosidetto debunking: prendere le false notizie o le false teorie e confutarle pezzo per pezzo presentando i dati scientifici disponibili sull’argomento. Capita spesso che il debunking assuma toni anche molto accesi, per mettere in evidenza l’assurdità e l’infondatezza delle false notizie. La convinzione di chi pratica il debunking è che questo approccio, basato sulla solida evidenza delle prove addotte e sulla limpidezza delle argomentazioni, possa in qualche modo persuadere chi crede alle bufale a rivedere le proprie idee sull’argomento, oltre a convincere eventuali scettici ed indecisi.

 

Ma è veramente così? Sebbene apparentemente fondato in termini logici, questo ragionamento sembra non tenere conto di un fenomeno noto da decenni in psicologia sociale: la dissonanza cognitiva. Semplificando, un soggetto si trova di fronte a una dissonanza cognitiva quando si trova costretto a riconoscere come vera una affermazione che contrasta con il proprio pregresso sistema di valori e di credenze. In queste situazioni, è come se il nostro cervello mettesse in atto una sorta di meccanismo difensivo volto a rimuovere al più presto la contraddizione, e, nella maggior parte dei casi, ciò avviene attraverso la assoluta negazione o addirittura l’attacco nei confronti dell’affermazione nuova.

 

Si potrebbe quindi ipotizzare che un soggetto fortemente convinto della veridicità di una bufala, magari perché condivisa da soggetti che la pensano come lui e condividono la sua echo chambermesso alle strette dal rigore del debunker possa reagire in maniera opposta a quanto atteso, addirittura in maniera aggressiva, rifiutando di cambiare idea.

 

É possibile mettere alla prova questa ipotesi? Si, ed è quello che ha fatto questo articolo, uscito su PLOS One e firmato da un team internazionale guidato da Walter Quattrociocchi, dell’Università Ca’Foscari di Venezia. Sono stati analizzate le attività (Like, commenti e condivisioni) su Facebook US di oltre 54 milioni di utenti nel lasso di tempo di cinque anni, su un database di pagine divise fra pagine a tema scientifico e pagine di controinformazione. Una prima analisi quantitativa ha consentito di dimostrare una polarizzazione fra utenti che svolgono preferenzialmente attività riguardanti le pagine scientifiche (pro-science) e utenti che le svolgono nei confronti delle pagine di controinformazione (pro-conspiracy). In breve, i due gruppi di utenti tendono a interagire preferenzialmente tra di loro e tra le loro pagine di riferimento, piuttosto che con membri o pagine del gruppo opposto, confermando così l’esistenza delle echo chambers. In aggiunta, sono stati valutati i commenti e le attività dei soggetti del gruppo “pro-conspiracy” in risposta a post provenienti da pagine che si occupano di debunking, evidenziando una prevalenza netta di contenuti negativi: in pratica, i soggetti che credono a teorie del complotto e bufale tendono a reagire negativamente sui social se esposti a post di debunking. Non solo, ma è anche stata riscontrata, per questi soggetti, una aumentata attività nelle loro pagine “di riferimento” a seguito dell’esposizione: come se l’esposizione alle smentite li avesse ulteriormente irrigiditi nelle loro posizioni.

 

Morale della favola? Intanto che l’approccio del debunking non solo non è efficace a far cambiare idea, ma potrebbe anche essere dannoso; e secondariamente che esiste anche una scienza di raccontare la scienza, e persino una scienza di difenderla. Divulgatori scientifici non ci si improvvisa e l’articolo si conclude infatti con un invito, da parte degli autori, ad adottare strategie di divulgazione più morbide, per abbattere i muri tra le camere di risonanza in cui le bufale proliferano. Un monito che dovrebbe risuonare nelle menti di tanti auto-proclamati “paladini della scienza”, che proprio alla luce di dati scientifici sembrano fare più danno che altro allo sviluppo di un dibattito sano ed efficace.

In esclusiva Carlo Freccero: “Unitevi, siate autentici, costruitevi la vostra identità”

Carlo Freccero, consigliere di amministrazione della Rai e già direttore di Rai2 e Rai4, è stato ospite d’onore alla Cerimonia di Consegna dei Diplomi, nella cornice del Teatro Antico di Taormina il 24 luglio. Freccero ha rivolto i suoi auguri ai neo laureati dell’Ateneo peloritano e prima di volare verso altri lidi, ci ha concesso una interessante intervista in cui abbiamo parlato di comunicazione, fake news e medium emergenti.

C’è in atto una manipolazione dei poteri forti sui medium emergenti, ad esempio la rete?

Assolutamente si, ma d’altra parte è normale, i media si rivolgono alle masse, a una moltitudine di persone,è connaturale in qualche modo che la manipolazione sia insita. Il problema è essere capaci di decriptarla, ed è questo il nostro compito: credo che la rete abbia tutti gli anticorpi per poter fare cose. È sempre un corpo a corpo con i medium, ricordatevelo, all’inizio essi sono delle fate, poi diventano delle streghe: è importante saper gestire e decifrare questa trasformazione.

Qual è il ruolo della televisione di Stato dei nativi digitali sempre di più attratti dai “new media”?

Domanda molto interessante, a me particolarmente vicina perché io ho creato Rai 4, la prima rete digitale, free (come voi ben sapete) rivolta ad un pubblico che non ha memoria storica della Rai, bensì si rivolge ai millennials, tant’è che abbiamo fatto in modo di programmare fantasy, sci-fi, fantascienza…

E Giulia le è grata perché una delle sue serie preferite è Doctor who ed in italia si vede solo su Rai 4!

Esattamente, sono io che l’ho importato, e a riguardo non vedo l’ora di vedere la nuova protagonista in azione. Benissimo, e proprio in questo modo la Rai ha il compito di rivolgersi a tutti i pubblici, con attenzione particolare verso i millennials (ndr tutti i nati tra il 1979 e il 2000). Insomma, è importante fornire un’offerta di fiction adeguata (che la fiction di Rai 1 non ha nulla a che vedere con la fiction dei millennials) e rinnovarsi sempre parallelamente alla crescita e all’evoluzione del pubblico.

Nell’era delle fake news, generata dalla rete, come può la televisione tradizionale acquisire maggiore credibilità rispetto al web?

Innanzitutto le fake news esistono da tempi immemori, ci sono sempre state. È vero che con il digitale l’immagine può essere corretta, completamente modificata anche, ed è una forma di realtà definitiva. Però c’è da dire che chi crea fake news generalmente ha il potere. È un discorso molto ampio, difficile da concentrare in un’intervista! (siete proprio arguti voi eh? * ridendo *). Quello che posso dire riguardo l’analisi dei media, adesso è fondamentale per creare un spettatore critico e consapevole, non più contemplativo ma che possa in qualche modo decriptare tutto quanto.

Qual è il consiglio che lei da ai giovani giornalisti o ai futuri fotoreporter? A chi vuole intraprendere una carriera nell’ambito della comunicazione di massa.

Come il vostro giornale è online, il digitale è l’ibridazione di tutti quanti i media, quando non esiste più una preminenza della stampa, della tv o della radio, tutti i media interagiscono ed è molto importante perché crea un universo unico. Penso, sfortunatamente, che il lavoro intellettuale è deprezzato, e chi vince è la firma, il testimonial. Credo sia fondamentale che voi creiate tra di voi delle cooperative e in qualche modo dare visibilità a notizie che i media mainstream (stampa, tv, ecc) non danno: tutto questo mondo è dominato dalle grandi firme, e poter dar voce a ciò che viene nascosto, che viene scartato per puri fini economici. Unitevi, siate autentici, costruitevi la vostra identità.

Giulia Greco, Alessio Gugliotta