“Sradichiamo il sistema!”: lottare per l’ambiente è lottare per il nostro futuro

Nella giornata di ieri più di mille persone erano radunate a piazza Duomo fra studenti e studentesse, organizzazioni sociali, partiti, forze sindacali e svariate associazioni ambientaliste per dare un messaggio globale: dobbiamo cambiare rotta, e subito, prima di evitare un disastro planetario senza precedenti.

Il messaggio che è stato lanciato ieri, 24 settembre 2021, al sesto Global Strike for Future, iniziativa che va avanti dal 15 marzo 2019 (giorno della prima manifestazione internazionale che in Italia ha contato un milione di persone in tutte le piazze del paese) grazie al movimento globale Fridays For Future, non solo è chiaro ma rappresenta una nuova prospettiva nel leggere la questione climatica. La lotta per l’ambiente non è solo ecologica, ma coinvolge le istituzioni, la società civile, le disuguaglianze economiche e sociali, la generazione Z, il sistema di istruzione e i consumi. In gioco non c’è solo preservare l’ambiente, ma dare un futuro in cui tutte e tutti possano vivere in maniera dignitosa.

La manifestazione è stata segnata non solo da cartelloni e cori, ma anche da vari interventi delle associazioni partecipanti come Legambiente Messina, CGIL Messina, UDU Messina – Unione degli Universitari, Link Messina – Studenti Indipendenti, Puli-AMO Messina, Liberazione Queer+ Messina, Potere al Popolo Messina e l’Unione Inquilini. Significanti sono state anche le parole degli attivisti e delle attiviste del comitato territoriale di Fridays For Future Messina, che dopo anni sono riusciti a ricreare il movimento qua a Messina e a costruire una manifestazione che torni a far parlare di questo tema.
Dalle multinazionali che praticano “greenwashing” (ovvero usano la questione ambientale come facciata) ai percorsi educativi all’interno scuole e università, dalla questione ambientale nel mondo del lavoro e l’intersezione fra lotta transfemminista e ambiente, gli interventi delle varie organizzazioni hanno dato una prospettiva a trecentosessanta gradi della situazione cui ci troviamo.


Un altro momento intenso della manifestazione è stata la performance “Funerale della Terra”, in cui la Terra, rappresentata da una tomba fatta di cartone nero, viene portata in giro nella piazza a rappresentare la sua morte e rinascita nelle nuove generazioni che lottano per essa. Alla fine della performance, la portavoce di Fidays For Future Messina, Martina Celesti, ha letto una lettera scritta da “l’ultima persona rimasta sulla Terra” in cui si parla di ciò che il pianeta è stato per gli umani e come è stato distrutto da esso.

I moniti della comunità scientifica sono chiari, e abbiamo poco tempo per cambiare il sistema. Per questo abbiamo bisogno di queste manifestazioni, di questi giovani attivisti e attiviste, per dare un segnale chiaro a chi detiene il potere e cercare di fare noi, dal basso, la vera differenza.

Taormina Film Festival: un esordio in sordina?

Tra ferventi attese e scetticismi è partito ieri il Taormina Film Fest: ospiti d’eccezione hanno calcato il palco del Teatro Antico durante la cerimonia di apertura di questa 67esima edizione tenutasi alle 21: 30 e condotta dall’attrice Anna Ferzetti, nota alle cronache per essere compagna del più celebre Pierfrancesco Favino. L’occhio disincantato dei frequentatori abituali della rassegna non si sarà lasciato sfuggire sicuramente l’assenza di ospiti internazionali, l’esiguo numero di attori e registi presenti o i tanti posti vuoti in tribuna.

Pochi ma buoni invece a nostro parere i protagonisti della serata: dall’elegante presenza di Massimo Ghini, insignito del Premio Manfredi da Luca Manfredi, figlio del grande Nino, fino all’inaspettato cast del film fuori concorso Boys (nelle sale dal 1 luglio).

Un emozionato Massimo Ghini riceve dalle mani di Luca Manfredi il premio in onore del grande Nino.

Chi si aspettava di trovare sullo stesso palco – e ancor di più nella stessa pellicola – Giorgio Tirabassi, Marco Paolini, un disinvolto Neri Marcorè, in collegamento dall’isola d’Elba, e un divertentissimo Giovanni Storti senza i suoi compari del trio? Chi si aspettava di vederli cantare tutti assieme sulle note del maestro Mauro Pagani, anche lui presente, che ha firmato la soundtrack del film? Eppure sono i prodigi di un regista come Davide Ferrario che ha firmato questo lavoro, del mixer della commedia italiana, genere oggi tanto bistrattato perché magari incapace di elevarsi ai livelli di quella commedia all’ italiana che ha portato alto il nostro nome nel mondo, ma comunque capace di strapparci ancora qualche emozione e qualche risata.

Da sinistra a destra: l’attrice Linda Messerklinger, Anna Ferzetti e Mauro Pagani. © Gianluca Carbone

Un cinema fatto per divertire, ma anche divertendosi: nonostante non avevamo mai visto questi attori coinvolti in un progetto comune, non si può fare a meno di notare la loro sintonia, la complicità vibrante. Proprio come la voce tremante del maestro Pagani mentre canta Regola 3, canzone che aveva nel cassetto dai tempi in cui negli anni ’70 collaborava con Faber, assieme a tante altre che sono andate a comporre la colonna sonora della pellicola di Ferrario. Sempre all’interno di questa parentesi musicale, davanti alla scenografia suggestiva del teatro antico, si esibisce poi con tanto di chitarra acustica Neri Marcoré in collegamento sul maxischermo e conclude l’intera band di attori/ cantanti di Boys, prima della premiere del film.

Il cast del film “Boys” assieme al maestro Marco Pagani durante l’esibizione musicale.© Gianluca Carbone 

Poche celebrazioni, pochi momenti decisivi, poca solennità insomma, ma tanta nostalgia a cominciare dalla proiezione di alcuni spezzoni di Nino Manfredi, in occasione del centenario della sua nascita, fino al ricordo del figlio e di Massimo Ghini che hanno decantato la capacità quasi “americana” dell’attore ciociaro di immedesimarsi «come un camaleonte» nei personaggi che andava ad interpretare, ricordo accolto con una commossa standing ovation del pubblico.

Sempre legata al fil rouge della nostalgia è la trama dell’esordiente Boys che ruota attorno alle vincende di una band anni ’70 ormai in decadenza, un film che mostra come il modo di fare musica e di trasmetterla sia davvero cambiato da quelli che erano gli anni d’oro del vinile, di Woodstock, del rock nudo e crudo. Forse anche il modo di produrre cinema è di certo cambiato: non si scrivono più le stesse storie, non si ride alle stesse battute, non esistono più i “Nino Manfredi”, ma il pubblico riesce sempre ad emozionarsi, a caricare premiere ed eventi come questi di alte aspettative e a trasmettere il proprio calore ai protagonisti: a fine serata non sono mancati infatti i fan accaniti che hanno approfittato per strappare una foto ai loro beniamini.

Angelica Rocca

 

 

 

 

Ecco come l’Italia oggi ricorda la Shoah

Nonostante il trambusto e la baraonda della crisi di governo, oggi l’Italia non manca di celebrare la Giornata della Memoria. A sottolineare l’importanza di questo momento, la decisione del presidente della Repubblica di dare avvio alle consultazioni solo nel pomeriggio per non rinunciare ai suoi impegni di commemorazione.

Quando è stata istituita? Perché proprio il 27 gennaio?

Fu una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che, l’ 1 Novembre del 2005, scelse il 27 gennaio come giornata internazionale per ricordare le vittime dell’olocausto. In Italia, in realtà, già qualche anno prima si era giunti all’istituzione formale di una giornata commemorativa attraverso la legge 211 del 20 luglio 2000.

È stata scelta questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nei pressi della città polacca di Auschwitz scoprendo il campo di concentramento e di sterminio maggiormente rappresentativo degli orrori compiuti dal Nazismo.

Campo di Auschwitz – Fonte: lilyrianitravelholic.blogspot.com

La Giornata della Memoria negli anni

Historia magistra vitae: è questa l’idea che ha guidato le celebrazioni per la Giornata della Memoria negli anni. Evocare il passato è sempre stato considerato un dovere necessario a ricordare alle generazioni presenti chi è stato l’uomo e chi potrebbe ancora essere. Nella Giornata della Memoria si sono sempre coniugate allerta e speranza per il futuro.

Il ricordo delle vittime dell’olocausto è stato tenuto vivo attraverso concerti, conferenze, incontri, racconti di testimoni. Un’iniziativa importante è da anni quella del treno della memoria: un treno che ha offerto a ragazzi di diverse regioni di Italia un viaggio lungo i sentieri della Memoria europea attraverso varie tappe, come la città di Cracovia, il Ghetto ebraico, i campi di Auschwitz e Birkenau. Forte impatto ha avuto l’incontro commemorativo, tenutosi l’anno scorso ad Auschwitz, tra duecento sopravvissuti e 50 delegazioni di più Stati. Alcuni tra gli ospiti importanti sono stati il presidente israeliano Reuven Rivlin, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il re spagnolo Filippo VI, il re dei Paesi Bassi Willem Alexander, la viceministra degli Esteri italiana Marina Sereni.

Eventi in programma per oggi

Nonostante l’emergenza Covid, seppur con limiti e difficoltà, sono stati organizzati molti eventi per oggi, soprattutto grazie all’aiuto del web.

Il treno della memoria si trasferisce su binari virtuali: studenti di alcune scuole della Toscana, della Lombardia e del Piemonte potranno visitare, mediante un tour digitale, i campi di Auschwitz e Birkenau.

Nella pagina Facebook del Conservatorio di Milano alle ore 21:00 sarà trasmesso il concerto “Note per la Shoah”. Registrato a porte chiuse nella Sala Verdi del conservatorio di Milano, proporrà delle colonne sonore di film dedicati all’olocausto scritte dal maestro Ennio Morricone. Inoltre, nella giornata di oggi, dalla pagina Facebook del Memoriale della Shoah milanese sarà possibile partecipare ad un tour virtuale nella storia del Memoriale.

La comunità ebraica di Roma questa mattina ha tenuto sulla sua pagina Facebook un incontro con Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz, intervistato dalla presidente Ruth Dureghello: un evento indirizzato a tutte le scuole d’Italia che non potranno partecipare a iniziative in presenza.

A Torino, stamattina ha avuto luogo la posa delle pietre d’inciampo, a cura del Museo Diffuso della Resistenza. Si troverà un video riassuntivo dell’evento sui canali social del Museo e del Polo del ‘900. Inoltre, alle 18 alcuni ragazzi saranno protagonisti di “Adotta un negazionista”, diretta radiofonica su Tradi Radio organizzata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare alla ricerca del significato della parola negazionista ieri e oggi.

Il Memoriale italiano di Auschwitz propone un evento digitale: alle 17 si terrà una conferenza dedicata all’opera custodita a Firenze e a ciò che essa ha rappresentato e rappresenta per l’intera comunità.

Firenze, il memoriale italiano di Auschwitz – Fonte: www.ansa.it

La Giornata della Memoria a Messina

Anche la nostra città si è preparata alla celebrazione della Giornata della Memoria. Ad essere ricordati sono stati in particolare Giovanni Grasso e Salvatore Franchina, deportati e internati nei lager nazisti. Alle loro famiglie, durante una cerimonia che avuto luogo questa mattina nel rispetto delle norme Covid presso il palazzo del governo, sono state consegnate le medaglie d’oro dal prefetto Maria Carmela Librizzi. Ad essere premiato anche l’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Patorniti, vittima di un atto terroristico mentre prestava servizio.

La stessa Università di Messina, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, il Centro di Ricerca internazionale per gli Studi sull’Antisemitismo ed il Centro Italiano femminile, si è fatta promotrice di un evento. Alle ore 9:00, sulla piattaforma Microsoft Teams, dopo il saluto del direttore del DiCAM, il professore Giuseppe Giordano, ha avuto inizio un webinar intitolato “Persecutori, Perseguitati. Biografie” con l’intervento di docenti ed esperti. L’iniziativa continuerà anche nel pomeriggio con approfondimenti sulle biografie di importanti personaggi della storia, come Marc Bloch, Claudio Pavone, Teresa Noce, Agnes Heller e Edith Stein.

Inneggi a Hitler anche nella Giornata della Memoria

Quello di oggi è un paese che si impegna a tenere vivo il ricordo del passato riconoscendolo come un atto doveroso. Infatti, sono molti gli avvenimenti che testimoniano che, ancora oggi, i principi che guidarono le terribili azioni del XX secolo fanno presa su molti. Proprio ieri, nel bel mezzo di una conferenza online organizzata dalla scuola di Monteverde Federico Caffè per ricordare l’olocausto, la chat Meet in cui si è svolta l’iniziativa è stata presa d’assalto da bestemmie, inneggi a Hitler e offese antisemite: “Riaprite i forni”, “Posaceneri”, “Viva Hitler”, “Vi ammazzo tutti bastardi”. Il sospetto è che qualcuno dei partecipanti alla riunione Meet abbia passato il link d’invito a gruppi esterni estremisti.

Chiara Vita

“Cinema e consumi”. Uno sguardo nuovo al mondo dei film

Si è svolto ieri 15 dicembre, il workshop di presentazione del PRIN (Progetto di Ricerca di Interesse Nazionale) “Il pollo ruspante: il cinema e la nuova cultura dei consumi in Italia (1950-1973)” , coordinato da Federico Vitella, Professore Associato di Storia del Cinema al COSPECS (Dipartimento di Scienze Cognitive, Psicologiche, Pedagogiche e degli Studi Culturali) dell’Università di Messina. Il seminario si è svolto interamente online dalle ore 10 alle 13 circa sulla piattaforma Zoom e in contemporanea in diretta Facebook e ha visto la partecipazione del CUC (Consulta Universitaria del Cinema) e il patrocinio dell’AIRSC (Associazione Italiana per le Ricerche di Storia del Cinema).

Locandina dell’evento. Fonte: consultacinema.org

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Riaperti i termini per il corso “L’Agenda 2030 e gli obiettivi di sviluppo sostenibile”

Riaprono le iscrizioni, sulla piattaforma E-learning UniMe, al corso di formazione “L’Agenda 2030 e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile”, realizzato dall’ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).

Fonte: asvis.it

L’Università di Messina, che partecipa alla Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile (RUS), ha creato questo corso al fine di promuovere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU.

Il corso durerà dal 10 novembre al 31 gennaio e sarà rivolto a studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo.

Como sono gestiti i singoli incontri

Il percorso sarà suddiviso in 20 moduli della durata di circa 5 minuti ciascuno con un registro linguistico accessibile anche ai non addetti ai lavori.

Verranno trattati i 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile approvati nel settembre 2015 dalle Nazioni Unite e di cui se ne prevede la realizzazione a livello globale entro il 2030.

I primi tre moduli verteranno in generale sull’Agenda 2030, sulle strategie di implementazione e sulle misurazione degli Obiettivi, i restanti sono dedicati a ognuno dei 17 Obiettivi.

La professoressa Salomone, Protettrice ai “Servizi agli Studenti” e Presidente del COP UniMe, ha spiegato che il percorso ha come obiettivo: “aumentare la sensibilità ambientale dell’Ateneo e la consapevolezza della insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo economico, stimolando momenti di riflessione, promuovendo un cambiamento culturale e fornendo elementi utili per scelte di studio e professionali che tengano conto delle tematiche della sostenibilità economica, sociale ed ambientale”.

Come iscriversi

Per partecipare bisogna iscriversi attraverso il link: https://moodle2.unime.it/go/cop, utilizzando preferibilmente il browser Google Chrome.

Al termine del percorso sarà rilasciato regolare attestato di partecipazione.

Garantiti 0,25 CFU

Il Corso sullo Sviluppo sostenibile riconosce, in forza della Delibera del Senato Accademico Repertorio n.157/2020 Prot. n. 45117 del 18/05/2020, un numero di crediti universitari pari a n. 0,25, come da delibera del Senato Accademico del 23 dicembre 2013.

Come avere il riconoscimento dei CFU

La richiesta può essere fatta dallo stesso studente e indirizzata a:

  • Coordinatore del proprio corso di Laurea,
  • Segreteria studenti.

Ricordiamo che sarà necessario allegare l’attestato scaricato dalla piattaforma.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Giuseppina Simona Della Valle

Una giornata con il FAI: il “restauro conservativo” dell’agriturismo Fontanelle

Ultimo appuntamento alla scoperta del nostro territorio con il FAI, nell’ambito delle giornate d’autunno: la visita del 24 ottobre all’Agriturismo Fontanelle di San Filippo del Mela (ME). Dopo il primo evento, anche questa volta non abbiamo perso l’occasione di recarci sul posto e far scoprire ai lettori luoghi spesso poco noti di Messina e provincia.

Perché un agriturismo?

Non siamo di fronte ad antiche rovine, palazzi o monumenti, ma ad un agriturismo – all’apparenza – come tanti, in cui si possono degustare prodotti tipici immersi nel verde della natura circostante. In realtà l’agriturismo Fontanelle è diretto erede di una tradizione agricola che affonda radici nella storia dei baroni Ryolo, famiglia nobiliare di origini palermitane trasferitasi nel messinese nel XVIII secolo in seguito alla concessione da parte del viceré delle due Sicilie del baronato di Fontanelle. Qui, tra Sette e Ottocento, approfittando della ricchezza del suolo (il nome Fontanelle deriva infatti dai tanti rivoli d’acqua che scorrevano nel territorio) i baroni Ryolo hanno dato vita a un’azienda fruttuosa famosa in tutta la Sicilia – e non solo – per l’olio e il vino pregiati (olio D.O.P. Valdemone, Mamertino D.O.P.). L’edificio centrale è stato infatti restaurato dalla proprietaria, l’architetto Giuseppina Marullo, seguendo il canone originale della villa settecentesca con l’intento di preservare la memoria di attività agricole cadute ormai in disuso.

Area sotterranea un tempo destinata a parte del processo di vinificazione – Cristina Lucà © San Filippo del Mela 2020

Proprio per questo motivo il FAI ha deciso di premiare il “restauro conservativo”  della struttura e l’impegno concettuale ed economico che l’hanno reso possibile, conducendoci – in una soleggiata mattina d’autunno – alla scoperta di tecniche perdute e memorie di vita contadina.

All’ingresso dell’agriturismo siamo accolti da Benedetta e Andrea, studentesse del Liceo Artistico Renato Guttuso di Milazzo e volontarie FAI: saranno loro a farci da cicerone durante la visita, in compagnia di un gruppetto di dieci persone, muniti di mascherine e alla dovuta distanza di sicurezza.

La stanza del vino

Iniziamo dalla prima grande stanza, la hall dell’intera struttura. Adibita un tempo alla produzione del vino, è oggi un ambiente ampio che – con i comuni comfort e arredi moderni – presenta ancora un torchio dell’epoca utilizzato per la spremitura, il processo più difficile e dispendioso dell’intera vinificazione. Ma fare il vino all’epoca dei nostri avi era anche un momento di festa e convivialità generale. Avete mai visto Il profumo del mosto selvatico con Antony Quinn, Keanu Reeves e Giancarlo Giannini? Contadini e baroni si radunavano e – dopo aver gettato tonnellate di uva raccolta a mano in grandi vasche – vi “ballavano” su a piedi nudi, un po’ come in quella bellissima danza dionisiaca che possiamo ammirare in una famosa scena del film. Ci viene svelato, infatti, che i comodi sedili ricoperti da cuscini sono in realtà i bordi rimasti intatti di una vasca di epoca ottocentesca usata proprio per la pigiatura.

Hall dell’agriturismo. Si possono osservare gli affreschi (non originali) e il muro (originale) dalla caratteristica tonalità violacea, oltre ai sedili – Cristina Lucà © San Filippo del Mela (ME) 2020

Il Frantoio

Entriamo nella seconda stanza, l’ambiente che un tempo costituiva il frantoio. Tra i tavoli in cui vengono serviti i clienti (ci viene spiegato che attualmente la struttura è chiusa per scelta della proprietaria, vista la complessa situazione epidemiologica), è infatti ancora conservata una macina in pietra originale con la quale veniva eseguita la spremitura delle olive, il primo step della lavorazione dell’olio. I nostri ciceroni ci raccontano che la macina veniva fatta girare per due ore grazie alla forza di un bue, fino all’ottenimento della pasta d’olive: questa veniva poi conservata in delle sacche dette bruscole, che troviamo appese alle pareti. Il nostro occhio attento ai piccoli dettagli non si lascia sfuggire u cafisu: una piccola tazza in alluminio utilizzata proprio come unità di misura dell’olio durante la lavorazione (corrisponde a 11,5 litri ca.) L’etimologia della parola risale a qafiz, misura di volume ancora oggi presente nel mondo arabo.

Antica macina nella moderna sala da pranzo – Cristina Lucà © San Filippo del Mela 2020

Proseguiamo nel giro e virtualmente anche nella storia dell’olio. Ultimo step della lavorazione: l’olio veniva versato in giare, poi interrate nel pavimento. È la volta quindi della stanza più piccola, un tempo la stanza delle giare, oggi anch’essa destinata alla ristorazione. Anche qui è possibile ammirare quella commistione particolare tra cimeli originali e arredi moderni, con parte del soffitto in legno originale e parte ristrutturato, a causa dello stato in cui riversava il tetto stesso. Discorso analogo per i muri, rifatti per rispettare le norme antisismiche.

Esempio di antica giara originale – Cristina Lucà © San Filippo del Mela 2020

La visita volge alla conclusione, ma la villa ha ancora le sue chicche da rivelarci: le nostre guide ci conducono negli ambienti minori, inquadrati un tempo come case coloniali. Ci viene mostrato un atto della camera di commercio del 1867 che testimonia come il vino dei baroni Ryolo approdò quell’anno all’esposizione universale di Parigi per rappresentare le delizie dell’Italia. Sorridiamo al pensiero che oggi preferiamo importare vini francesi e scopriamo il motivo dell’interesse nell’esportazione: dalla prima spremitura era ottenuto un vino dalla gradazione alcolica maggiore, spedito in Francia per “tagliare” i vini locali molto più leggeri; dalla seconda si ricavava l’acquerello, molto meno alcolico e veduto a basso prezzo in Sicilia.

Vari oggetti nella stanza delle botti – Cristina Lucà © San Filippo del Mela 2020

Ma la meraviglia finale e forse più nascosta della villa è sicuramente la stanza delle botti, l’unico ambiente in cui il presente sembra quasi non essere ancora entrato. In questa sorta di piccolo museo agricolo dai toni grigi e marroni troviamo gli oggetti più disparati: aratri, bilance, bruscole perfino antichi infissi, ma anche del filo spinato, un tempo utilizzato per segnare i confini della tenuta. Le ragazze spiegano che è stato lasciato dai soldati – insieme ad armi e munizioni – durante la Seconda Guerra Mondiale e la proprietaria ha deciso di conservarlo proprio in memoria delle atrocità della guerra.

La nostra giornata d’autunno in compagnia del FAI volge al termine: scambiamo due parole con la proprietaria, con le organizzatrici e ci rendiamo conto di come le iniziative FAI rimangono forse una delle poche occasioni per scoprire la cultura del nostro territorio.

 

 Angelica Rocca, Emanuele Chiara

 

Immagine in evidenza: Agriturismo Fontanelle, Azienda Agricola Barone Ryolo dal 1824 – Cristina Lucà ©, San Filippo del Mela 2020

Giornate FAI d’Autunno a Messina: scopri i luoghi

Tutto pronto per l’edizione 2020  delle Giornate Fai d’Autunno, quest’anno dedicata a Giulia Maria Crespi, fondatrice del FAI, scomparsa lo scorso luglio. Aperte nei giorni di sabato 17 e domenica 18, sabato 24 e domenica 25 ottobre in tutta Italia 400 siti a contributo libero. Ad  aderire anche Messina con due siti d’eccezione.

Si comincerà il 17 e 18 ottobre con l’apertura del Casale dei Brasiliani e dei 40 Mulini a San Filippo Superiore in collaborazione con il Gruppo Museo del Grano e la Cooperativa di Comunità dei Casali Peloritani. In programma trekking urbano nel villaggio per conoscere gli antichi insediamenti, visite nella Chiesa di San Nicola di Bari e nella Casa Cardile-Barbera, percorso nelle tradizioni agricole locali e  nella valle dei mulini a cascata. Visite dalle 10:00 alle 17:00. Per il tour  10-13; 15-17. Ultima partenza percorso naturalistico ore 17.

Nel weekend successivo ovvero nei giorni 24 e 25 ottobre il programma prevede la visita al Borgo di Fontanelle “Aziende agricola Biologica Barone Ryolo 1824” a San Filippo del Mela restaurato dall’architetto Giusy Marullo. Apertura dalle alle 17:00 10:30. Si potrà ammirare il complesso agricolo, l’antico impianto di Frantoio, un viaggio in un luogo  dal forte valore  storico e culturale.

Per sostenere la missione del Fai  e partecipare si consiglia di prenotare la visita per essere certi del proprio turno su www.giornatefai.it, digitare i luoghi interessati , scegliere il giorno e l’orario preferiti tra quelli disponibili e versare il contributo in favore del Fai. Nel caso i turni disponibili nelle prenotazioni online non fossero pieni, sarà possibile far partecipare i visitatori che non hanno prenotato, fino ad esaurimento della capienza del turno di visita.

Tutto ciò si è reso necessario per poter monitorare la disponibilità dei posti, prendere visione della normativa richiesta sulla sicurezza e versare contestualmente il contributo a sostegno del FAI. Gli eventi si terranno nel pieno rispetto delle norme anti-Covid: è obbligatorio l’uso della mascherina , disinfettare le mani e seguire le indicazioni date dal personale volontario. I visitatori dovranno rinunciare alla visita qualora, nei 14 giorni antecedenti ovvero il giorno stesso abbiano avuto una temperatura corporea superiore ai 37,5°, abbiano presentato qualsiasi sintomo influenzale, abbiano avuto contatti con persone risultate positive al Covid -19.

fonte: www.fondoambiente.it

 

Visita guidata al Tempio di “Cristo Re”, Torre di Rocca Guelfonia, mura di Carlo V e vecchie carceri borboniche

Il “Progetto Crescere Insieme” nella persona dei gestori del sito Nino Femminó e Alessandra Di Giacomo, in collaborazione con il movimento “Vento dello Stretto” di Messina e “Fare Verde” di Messina organizza per domenica 11 ottobre a partire dalle ore 10:00 una visita guidata al Tempio di “Cristo Re”, Torre di Rocca Guelfonia, mura di Carlo V e museo delle vecchie carceri borboniche.

La visita guidata di domenica 11 ottobre darà la possibilità ai cittadini messinesi di ascoltare la storia di una tra le zone più suggestive della nostra città, molto spesso sconosciuta.

Sarà possibile partecipare alla visita guidata esclusivamente previa prenotazione, inviando una mail all’indirizzo infoventodellostretto@gmail.com indicando nome, cognome, luogo e data di nascita ed un recapito telefonico, così da predisporre l’elenco dei partecipanti nel rispetto della normativa anti-covid.

Durante tutto il tragitto sarà obbligatorio indossare la mascherina e mantenere il distanziamento; i partecipanti saranno suddivisi in due gruppi.

Sarà possibile – dopo essersi prenotati nel rispetto della procedura descritta sopra -acquistare in loco il biglietto per la visita guidata che avrà il costo di 5 euro.

Il raduno dei partecipanti è previsto alle ore 10:30 al Belvedere di Cristo Re.

Mappa per arrivare al luogo dell’evento:

L’Ora, edizione straordinaria a Palazzo Zanca

Il volume L’Ora, edizione straordinaria – edito dalla Biblioteca centrale della Regione Siciliana verrà presentato venerdì 9 ottobre alle 18 al Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.

Fondato nel 1900 dai Florio, imprenditori siciliani fra i più illuminati e intraprendenti, il quotidiano palermitano L’Ora ha conquistato in quasi un secolo di vita fama di giornale di battaglia, scomodo e irriducibile, fino a diventare un simbolo della lotta contro la mafia. La sua chiusura, l’8 maggio 1992, a poche settimane dalla strage di Capaci, piuttosto che spegnerne il ricordo, lo ha paradossalmente amplificato fino a farne una leggenda.

Il volume  ne racconta la storia con le testimonianze di tre generazioni di cronisti, tutti cresciuti alla scuola di un direttore mitico, Vittorio Nisticò, che dal 1954 al 1975 resse il timone di quel vascello corsaro, tenendo dritta la barra fra bombe di mafia, querele di potenti, roventi polemiche e riuscì a raccogliere intorno al giornale le migliori intelligenze siciliane, da Leonardo Sciascia a Renato Guttuso, da Danilo Dolci a Vincenzo Consolo.

Dal 1970 al 1976 L’Ora pubblicò anche una pagina quotidiana di cronaca di Messina. “Sei anni in campo avverso” annotano, ricostruendo nel volume quell’esperienza, Antonio Padalino, che di quella redazione fu il responsabile prima di trasferirsi a Roma, come inviato del settimanale Panorama, e Sergio Sergi, poi autorevole firma de l’Unità. Per inaugurare quella pagina, nel marzo 1970, arrivò da Palermo un prestigioso giornalista, Mauro De Mauro. “Scrisse, da par suo, inchieste e articoli sul potere messinese, sull’amministrazione comunale, suscitando inattesi interessi nell’opinione pubblica” raccontano Padalino e Sergi. Il 16 settembre di quello stesso anno, a Palermo, De Mauro fu sequestrato sotto casa e fatto sparire. Vittima di mafia, come altri due cronisti de L’Ora, Cosimo Cristina e Giovanni Spampinato.

Il libro verrà presentato dal professor Gaetano Silvestri, presidente emerito della Corte costituzionale e già rettore dell’Università di Messina, e da tre ex giornalisti del quotidiano: Gaetano Perricone, che oggi cura la pagina Facebook dedicata alla testata, Sergio Sergi e Bianca Stancanelli. Saranno presenti anche Antonio Padalino e Attilio Raimondi, che de L’Ora fu prima corrispondente, poi collaboratore e diventò direttore di Rtp, la prima televisione libera messinese. L’evento è organizzato in collaborazione con la Feltrinelli Point di Messina.

Mappa per raggiungere il luogo dell’evento:

Convegno Ecm al Policlinico, focus sull’alterazione del microbiota intestinale

Venerdì 2 ottobre, nell’Aula Magna del PalaCongressi del Policlinico, dalle ore 8,30 alle 18,30, si terrà il Convegno Ecm “Il Microbiota nella regolazione redox dei processi infiammatori: prospettive diagnostiche e terapeutiche nelle Sindromi da Sensibilizzazione Centrale”.

L’evento è stato promosso dall’Azienda Ospedaliera Universitaria “G. Martino” e dall’Università di Messina, in collaborazione col Comitato Fibromialgici Uniti (CFU-Italia), organizzazione di volontariato no-profit costituita da pazienti che soffrono di Fibromialgia, Encefalite Mialgica Benigna e Sensibilità Chimica Multipla, e con l’Ateneo di Messina. Responsabile scientifica è la professoressa Daniela Caccamo, associata di Biochimica Clinica e Biologia Molecolare Clinica e dirigente biologa al Policlinico. Sono previsti in apertura i saluti istituzionali dell’Ateneo, del Policlinico, degli Ordini professionali e dell’assessore alle Politiche Sociali del Comune di Messina, avvocata Alessandra Calafiore.

Il programma è stato accreditato dal ministero della Salute con 10 crediti Ecm e il numero dei partecipanti è di cento persone. Il corso si svolgerà in modalità blended, ovvero in presenza per i relatori della sede e per gli accreditati Ecm, e sotto forma di web-conference con i relatori delle sedi esterne e gli uditori (studenti, pazienti, liberi cittadini), che potranno seguire l’evento on-line sulla piattaforma Teams di UniME, previa registrazione all’indirizzo cfuitalia@gmail.com (fino al raggiungimento della capienza della piattaforma). Le iscrizioni sono in corso. Il convegno punta ad aggiornare i professionisti della salute sui processi patologici innescati dall’alterazione del microbiota intestinale.

Il microbiota intestinale è una componente fondamentale del nostro organismo, costituita prevalentemente da molte specie di batteri, oltre a lieviti, parassiti e virus, in numero simile al numero di cellule del corpo umano. Se si altera lo stato di equilibrio (disbiosi) tra le varie componenti il microbiota non è più in grado di sintetizzare sostanze utili all’organismo, di proteggere e stimolare il sistema immunitario ed eliminare i tossici, tutte funzioni essenziali per una buona salute generale dell’organismo. Di conseguenza possono insorgere numerose patologie croniche, caratterizzate da stress ossidativo e infiammazione di basso grado a livello sistemico.

 

Mappa per raggiungere il luogo dell’evento: