Inaugurazione BookSharing del Dipartimento di Ingegneria

L’associazione UnitaMente è lieta di invitarVi lunedì 17 alle 14.30, presso il Bar del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, dove si terrà l’inaugurazione del primo BookSharing.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere la cultura e la socializzazione all’interno del Dipartimento, in modo da creare una vera e propria comunità, i cui membri possano condividere il piacere per la lettura e scambiare opinioni. Il BookSharing è il primo passo verso questo obiettivo.

Si allega la locandina qui di seguito:

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UniVersoMe e RadUni presenzieranno al IX incontro nazionale dei corsi di scienze della comunicazione

Due portavoce degli studenti di UniVersoMe, la testata multiforme dell’Università di Messina, prenderanno parte, venerdì 14 dicembre 2018, al IX Incontro Nazionale dei Corsi in Scienze della Comunicazione promosso dalla Conferenza Italiana di Scienze della Comunicazione che avrà luogo presso la Sala delle Capriate, Palazzo Chiaramonte-Steri dell’Università degli Studi di Palermo in Piazza Marina, 59, Palermo.

L’incontro, che affronterà numerose tematiche legate al rapporto tra comunicazione e atenei, si terrà dalle 9.30 alle 18.30 e vedrà anche la partecipazione di RadUni, Associazione Operatori Radiofonici Universitari, con un panel dal titolo “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie”.

L’Associazione RadUni sarà rappresentata dal Segretario Nazionale Alice Plata, già direttore responsabile del media web Radio6023 presso UniUPO, che ha curato una presentazione dedicata alle Radio Universitarie, le loro attività e buone pratiche, volto a confermare il grande valore delle college radio all’interno delle Comunità Universitarie Italiane. Potete trovare l’intervento “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie” all’interno del book of abstracts.

Nata nel 1992 come Conferenza Nazionale delle Facoltà e dei Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, per riunire in Coordinamento Nazionale le tante anime che caratterizzano il campo di studi in questo ambito didattico e scientifico, la Conferenza si pone l’obiettivo primario di valorizzare e promuovere le Scienze della Comunicazione quale elemento dinamico e indispensabile per lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese.

La sua mission è produrre e trasferire cultura e conoscenza, sviluppare e formare capacità professionali competenti e critiche.

Per ulteriori informazioni e per sapere nel dettaglio gli scopi dell’iniziativa e gli interventi previsti, si allegano qui di seguito i link della locandina e della brochure:

Locandina – Conferenza 2018 (email-web)

Brochure – Conferenza 2018 (email-web) orari completo

 

Laura Faranda e Mosè Previti presentano e raccontano “Cocco”

Se volete trascorrere una domenica pomeriggio diversa dal solito all’insegna dell’arte, dello scambio di idee e di buon vino, non perdete il finissage con brindisi che si terrà alle 17:00 presso il nuovo studio d’arte contemporanea Cocco. Sarà l’ultima imperdibile occasione per visitare la mostra di Ezio Cicciarella, primo artista in programma, senza precedenti per la città di Messina, dove espone le sue opere per la prima volta, ma che vanta di un’esperienza significativa a livello nazionale e internazionale. Se siete curiosi appassionati d’arte, intenditori e non, esperti o meno, e volete rivolgere domande all’artista, oggi sarà possibile incontrarlo allo studio. Lasciatevi ispirare e affascinare e fidatevi del nostro consiglio! Noi di UniVersoMe ci siamo già stati e abbiamo conversato con i curatori dello studio d’arte: Laura Faranda e Mosè Previti. Di seguito vi riportiamo alcuni stralci di un’intervista doppia, un piacevole confronto plurimo, a 360°, su un’eterogeneità di temi, sull’arte (di vivere).

Una volta entrata nello studio mi dimentico del resto e di ciò che c’è fuori: vengo catapultata in un ambiente dal sapore innovativo e fresco, quasi esotico, ma al contempo elegante, raffinato e semplice. Provo quella percezione di bellezza, non solo estetica, ma anche morale, che a parer mio riscatta la parte negativa della messinesità e che mi fa venir voglia di dire: “è questa la Messina che mi piace e che vorrei venisse valorizzata sempre”. Condivido questa riflessione con Mosè e scopro che ha maturato un’idea un po’ diversa ma altrettanto interessante, che offre innumerevoli spunti di dialogo e che potrete conoscere continuando a leggere. Prima ancora di esternare questo mio pensiero però, nonostante una chiarezza di intenti emersa dall’osservazione delle sculture e dalla lettura del catalogo, la mia instancabile curiosità mi spinge a volerne sapere di più. Mi avvicino a Laura e a Mosè, che dimostrano fin da subito di essere felici e ben disposti a rispondere a una serie di mie domande incessanti, proprio come una bambina che chiede i perché di ogni cosa agli adulti. Alla fine ho l’impressione di averli sfiniti, ma loro non lo danno a vedere, anzi, mi invitano con estrema gentilezza a tornare per il prossimo autore in mostra: poveri loro che dovranno sopportarmi ancora!

Comincio quindi a chiedere….

La prima cosa che mi ha colpito è stata la scelta del nome: perché Cocco? Cosa ha a che fare con uno studio d’arte contemporanea?

La spiegazione a me l’hanno data, ma non ve la svelo. Il modo migliore per capirla è andare direttamente sul posto, osservare e guardarsi un po’ intorno…lo intuirete anche da soli se avete l’occhio clinico e attento.

Qual è la genesi del vostro progetto? Com’è nata l’idea e come si è evoluta?

Laura: questo spazio era lo studio legale di mio nonno. Invece di lasciarlo inutilizzato, ho pensato di trasformarlo in qualcos’altro, tramutandolo, con tanta perseveranza e determinazione, in ciò che è adesso: uno studio d’arte contemporanea. Ho concretizzato il mio sogno di realizzare un qualcosa di personale e indipendente, svincolato dalle imposizioni degli altri, scevro di limiti, in cui potessi liberamente decidere cosa fare delle mie competenze e della mia professione di critica e curatrice d’arte  (ho appena concluso un master in “Curatrice Museale e di Eventi” a Roma). Con la collaborazione di Mosè ho rivoluzionato le finalità del luogo pur mantenendo la struttura, gli elementi portanti, le stanze, le porte e i colori. L’ho trasformato coerentemente alle mie attitudini artistiche, rivalutando e dando un’altra forma a ciò che già c’era.

Il motivo che ti ha convinta a dire “Comincio”, senza esitazioni, l’energia e il motore che ti hanno portata a intraprendere questa strada quali sono stati? Non ti ha spaventata o messa in difficoltà la decisione di realizzare questo progetto in una realtà a volte destabilizzante e demotivante come quella di Messina?

Laura: avevo già maturato l’idea di voler costruire e costituire uno spazio tutto mio da tempo e non mi sono fatta intimorire da nulla perché ero risoluta su ciò che volevo fare. Non mi sono posta troppe domande. Se l’avessi fatto, non avrei mai iniziato. A volte è meglio agire d’istinto, grazie a energie e stimoli positivi e ottimisti. Nonostante sia stata una scelta ponderata e soppesata, ho agito spinta dall’impegno e dalla voglia di voler raggiungere un obiettivo con serenità, consapevole del fatto che non sarebbe stato facile, ma fiduciosa di poterci riuscire. E certamente non da sola. Volevo poter contare sull’aiuto di una persona fidata, di un amico che stimo e rispetto, anche lui critico d’arte. Per questo motivo, la persona che ho pensato come mio collaboratore è stata Mosè. Ti racconto l’aneddoto di quando gli presentai l’idea, che è stato molto simpatico e singolare: gli esposi il mio progetto e lui mi rispose subito: “è grandioso! Ti faccio i miei migliori auguri!”. Io gli risposi “no, guarda che non ci siamo capiti, io ti sto proponendo di collaborare”. A quel punto Mosè accettò e ci siamo imbarcati assieme in questa avventura, con spirito di squadra ed entusiasmo costante. Mosè è un vulcano esplosivo di idee.

Credi che una realtà come questa possa avere un riscontro efficace nella cittadinanza?

Laura: l’inaugurazione ha riscosso molto successo e riteniamo di poter affermare che la popolazione messinese abbia risposto positivamente a questa novità. Ci hanno visitati e sono stati nostri ospiti sia persone comuni sia artisti e professionisti del settore artistico. Hanno apprezzato la mostra e hanno manifestato reale interesse, non sono venuti per approfittare esclusivamente del rinfresco che abbiamo offerto, come la nostra mentalità ci porterebbe erroneamente a pensare.

Mi incuriosisce anche il titolo dato alla mostra: “La volta pietra”. Le sculture di Ezio Cicciarella hanno innescato in me sensazioni contrastanti, che immagino rispecchino e rappresentino il senso della sua concezione d’arte. Perché avete inaugurato proprio con lui?

Laura: Ezio incarna gli obiettivi che io e Mosè ci prefiggiamo di raggiungere attraverso lo studio d’arte: innovazione, distacco dalla tradizione, con uno sguardo attuale e moderno che abbia una radice conterranea siciliana, ma esteso a un orizzonte nazionale e internazionale. Ezio è originario di Vittoria (RG). Nonostante vanti esposizioni al Cairo, ad Amsterdam e New York e del contatto con personalità come Franco Sarnari e Vittorio Sgarbi, ha sempre mantenuto un atteggiamento genuino, autentico e umile, come la pietra che lui stesso lavora. Incessante lavoratore e ricercatore, con grande maestria, da un unico blocco di pietra riesce a ricavare effetti diversi applicando tecniche che gli consentono di lasciare una parte di pietra allo stato grezzo e un’altra finemente lavorata. Quest’ultima è rappresentata da fasce che sembrano avvolgere e opprimere la pietra. È proprio questo ossimoro a creare risultati sinuosi e paradossali, emblema “dell’eterna lotta tra spirito e materia”, come commenta Mosè nel catalogo. È stato proprio Mosè a suggerirmi il nome di Ezio, che aveva conosciuto in occasione della partecipazione al workshop internazionale “Trasformatorio”, svoltosi a Giampilieri Superiore (Messina). Abbiamo pensato di attribuire alla mostra il nome “La volta pietra” perché assume e acquisisce varie sfumature di significati: la prima accezione è riconducibile alla presenza delle volte alte del soffitto nello studio di Ezio a Vittoria; ma anche “quella volta, la pietra” e “in origine fu la pietra” che rimanda al suo passato di ragazzo che ha cominciato lavorando con i materiali del padre artigiano, e che ricorda di essere sempre con i piedi per terra pur culminando nella carriera artistica.

Adesso mi rivolgo a Mosè.

Credi sia coraggioso e controcorrente aver contribuito a dar vita a una realtà come questa in un contesto di cittadinanza in parte disinteressata incapace di rispettare i monumenti della città deturpandoli?

Mosè: non credo sia coraggioso, è semplicemente una necessità, un’esigenza. Non voglio essere insignito di riconoscimenti perché credo che il ruolo dell’artista e dell’intellettuale non sia quello di eroe, ma di persona che guida verso la ricerca e il recupero di un rapporto personale con le cose. Io ho deciso di restare e aiutare Laura perché sentivo di volerlo fare, ma non biasimo i giovani che se ne vanno altrove per trovare il proprio percorso. Se una città come Messina opprime e prosciuga tutte la voglia e la buona volontà di una persona, l’unica soluzione è andarsene e perseguire il diritto di essere felici. Io anche per un periodo di tempo mi sono formato in altri luoghi, ho viaggiato e il mio lavoro mi fa viaggiare, e queste sinergie con altri posti mi portano a crescere, ad esportare ciò che imparo e riconsegnarlo a Messina.

Non credi quindi nel ruolo di artista-intellettuale impegnato in prima linea in battaglie politiche e sociali?

Mosè: io ritengo che l’artista non si debba rivestire di battaglie patriottiche e non debba indossare vesti politiche, senza assumersi responsabilità di comunità che non gli competono. Il suo lavoro, come quello di tutti, non dovrebbe avere nient’altro di speciale se non inseguire le proprie passioni, credendo fermamente in ciò che fa, ricercando sensi e mettendo a disposizione degli altri la propria arte e il proprio sapere, vivendo e trasmettendo un’identità con le cose. Bisogna insegnare ad avere cura di ciò che ci circonda, del valore del nostro territorio, senza essere passivi, restando connessi con una realtà che sarebbe nostro dovere comprendere. L’arte trasmette disciplina, impegno, lavoro, sacrificio, dedizione e rispetto verso le cose.

Dopo aver condiviso con voi questa intervista illuminante, non mi resta che consigliarvi di andare in via F. Todaro, n. 22, per lasciare che anche le vostre menti si illuminino.

Ecco il link all’evento: https://www.facebook.com/events/345057139383244/

Giusy Boccalatte

 

Studenti, competenze e lavoro al centro dell’ISM 2018

A una settimana di distanza dalla conclusione dei lavori dell’ISM 2018 (International Skills Meeting – Rassegna internazionale delle competenze 2018) è tempo di bilanci e resoconti, che noi redattori della testata giornalistica universitaria UniVersoMe possiamo delineare anche attraverso la molteplicità delle prospettive assunte da una parte degli uditori a cui si indirizzava l’evento, cioè la comunità accademica. Vi raccontiamo dunque in cosa è consistito, come si è svolto e quale impatto ha avuto sui principali destinatari a cui intendeva rivolgersi.

La rassegna internazionale delle competenze è stata realizzata da un’idea dell’Associazione Bios, unitamente alla sinergia e alla collaborazione delle partnership con i seguenti enti: Centro Orientamento e Placement dell’Università di Messina, Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Messina. Le attività si sono dislocate presso le aule dei quattro edifici del presso centrale dell’Università degli studi di Messina (Rettorato, Giurisprudenza, Economia).

“Take your future now” – il motto che ha caratterizzato la manifestazione che si è tenuta nei giorni 6, 7 e 8 novembre 2018 – è già indicativo dell’essenza su cui si è fondato il progetto e del significato ultimo che si ambiva a trasmettere. Il monito vuole esortare i giovani a prendere in mano la propria vita con consapevolezza, ad essere artefici attivi e attori protagonisti del proprio avvenire, costruendo il proprio futuro e investendo le proprie forze ed energie verso la realizzazione personale, sia umana sia professionale. Questa tematica è stata anche il fil rouge delle tre giornate in cui si è articolato l’ISM 2018, ognuna focalizzata sulla trattazione di un argomento in particolare, su cui vertevano vari appuntamenti quotidiani, come: le consuete plenarie introduttive di apertura, i seminari, le tavole rotonde, gli workshop, le simulazioni, e i concerti finali a cura del Conservatorio “A. Corelli”.

Durante il primo incontro inaugurale sono intervenute varie personalità coinvolte nell’organizzazione dell’evento. Le attività si sono avviate con i saluti istituzionali del rettore Salvatore Cuzzocrea, che si è fatto portavoce e fermo sostenitore dell’iniziativa che ha deciso di ospitare presso i locali dell’Università, affinché possa risaltare la qualità, la varietà e la validità dell’offerta didattica proposta dall’Ateneo, in preparazione alla scelta che gli studenti del quinto anno di liceo si accingeranno a fare riguardo al proseguimento del loro percorso di studi. Di fatto gran parte del pubblico a cui l’ISM si proponeva di indirizzarsi, è stato caratterizzato da studenti delle scuole, al fine di guidarli verso un criterio di analisi delle opportunità formative che possa permettere loro di capire la strada di apprendimento più adatta da intraprendere. A tale scopo infatti, nel cortile dell’Ateneo è stata allestita appositamente per quelle giornate un’area dedicata all’orientamento universitario che, attraverso i padiglioni dei vari dipartimenti e corsi di laurea, mirava ad informare e presentarne il funzionamento. È stato possibile registrare una partecipata affluenza di tantissimi diplomandi che si sono avvicinati agli stand esponendo domande e richieste con entusiasmo e interesse.

Nel corso dell’inaugurazione, così come per tutta la durata dell’evento, è stato presente anche Carmelo Lembo, Presidente dell’Associazione Bios, che ha spiegato come l’ISM 2018 si attesta all’interno di un più largo progetto denominato ItsTIME, volto a “promuovere il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, avvicinare i giovani al mercato del lavoro, sostenere la mobilità lavorativa nazionale e internazionale e l’autoimprenditorialità”. Proprio a tal proposito la rassegna si prefiggeva di agevolare anche un pubblico costituito da laureandi e laureati che si stanno affacciando o che si approcceranno presto alla ricerca del lavoro. Un’altra zona del cortile dell’Ateneo infatti è stata preposta al recruitment e all’orientamento lavorativo attraverso la possibilità di rilasciare il proprio CV o effettuare colloqui con alcune aziende, imprese ed enti no-profit. Ciò che ha accomunato il binomio scuola – università è stato voler instradare queste due tipologie di platea verso l’individuazione delle competenze che è necessario acquisire e conseguire per far fronte a un mondo del lavoro sempre più competitivo e concorrenziale. In una società odierna in costante dinamismo e in un’epoca storica pervasa dal costante progresso tecnologico, occorre adattarsi e adeguarsi, dato che al cambiamento sociale ne consegue inevitabilmente uno professionale, che prevede e richiede nuove competenze. Proprio per chiarire questi aspetti e consentirne l’accessibilità ai giovani, sono stati pensati una serie di seminari e workshop tenuti da rappresentanti di consorzi e associazioni, personalità di spicco a livello nazionale e internazionale nei settori della ricerca e della mobilità, e docenti universitari. Oggetto di questi incontri è stato il confronto su un’eterogeneità di temi: dalla prorompente attualità al campo squisitamente scientifico, dalle dissertazioni settoriali per finire con i dibattiti di carattere umanistico.

Stando alle testimonianze riportate dagli studenti, queste occasioni di apprendimento hanno tutte fornito spunti di riflessione e si sono rivelate altamente costruttive. Per approfondire, si rimanda all’elenco completo delle attività che può essere visionato nel sito www.ism2018.eu. Di seguito se ne menzionano alcune a titolo esemplificativo. Ha riscosso risvolti molto positivi la guida per la compilazione di un curriculum vitae efficace, tenuto da un referente per le risorse umane del consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che tra gli altri suggerimenti ha fatto riferimento all’importanza delle competenze digitali e informatiche, a quelle linguistiche e al valore di quelle trasversali (le cosiddette Soft Skills). Queste ultime fanno proprio la differenza nell’ambito di una selezione professionale, e solitamente possono essere imparate ed esercitate non soltanto attraverso le esperienze lavorative, ma anche mediante le attività di volontariato e i viaggi di studio all’estero. Per competenze trasversali si intende: abilità comunicative, problem solving, lavoro di squadra, empatia, intelligenza emotiva, capacità relazionali, imprenditorialità e così via. Altrettanto interessante è stato il seminario riguardo al riconoscimento delle fake news, su cosa sono e come evitare di farsi ingannare e manipolare dalla distorsione delle notizie e dalla disinformazione. Una delle soluzioni è accertarsi sempre dell’attendibilità e affidabilità delle fonti confrontando i diversi contenuti che ricerchiamo e che ci viene proposto di leggere, e diffidando delle ipotesi infondate e incerte.

La testata giornalistica universitaria UniVersoMe è stata official media partner Radio/tv in occasione di un evento di tale portata. Alcuni studenti che collaborano al progetto si sono occupati di realizzare delle interviste alle figure ospiti, professori e professionisti, che saranno presto trasmesse in occasione del lancio della nuova Unit Web TV, con l’obiettivo di divulgare ed estendere il più possibile all’intero corpo studentesco le risposte a dubbi e curiosità collettive, soprattutto di coloro che non hanno potuto assistere in prima persona a ogni fase della rassegna.

Il numero elevatissimo di presenze che si stima essere stato pari a 5.000 studenti, dimostra come la riuscita dell’ISM si deve all’esigenza dei giovani di voler conoscere e sapere, e conferma un’efficiente programmazione che ha puntato alla creazione di momenti di formazione interdisciplinare. Ci auspichiamo che l’appuntamento vada alle prossime edizioni!

Giusy Boccalatte

Workshop “L’accoglienza infermieristica e il patto infermiere cittadino tenuto da Docenti del DIMED: dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale”

All’ “INTERNATIONAL SKILLS MEETING – RASSEGNA INTERNAZIONALE DELLE COMPETENZE” svoltosi a Messina nei giorni 6-7-8 Novembre 2018  presente anche il “Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale” con i docenti medici, docenti infermieri, studenti di infermieristica e ovviamente tanti studenti provenienti dalle scuole medie superiori della città financo dalla provincia e dall’area metropolitana dello stretto,  i quali affascinati dagli argomenti trattati non hanno fatto mancare la loro linfa vitale ed energica, utile alla vita comunitaria d’ateneo.

La Prof.ssa Caruso e la Prof.ssa Calatozzo hanno dato ampio spazio alla figura dell’ infermiere professionista, delucidando ampiamente le competenze dell’infermiere e il concetto di empatia, nonché alcune delle manovre di approccio con il possibile utente/paziente. Presenti in aula anche i Professori Giuseppe Maurizio Campo e Giovanni Crea.

Al giorno d’oggi, per intraprendere questa professione, è quanto più necessaria una predisposizione all’ascolto, che consiste nell’essere empatici verso il nostro prossimo, ancor più in una società “distratta” come la nostra, dove vige l’indifferenza verso gli altri. Ecco che la figura dell’infermiere, o meglio, di chi in generale voglia affacciarsi al mondo dell’assistenza, deve far propri i valori di solidarietà, umanità e amore empatico, a priori, come fosse un legame imprescindibile. Per “amore” si intende quello che nella vita bisognerebbe avere nel prendersi cura degli altri sotto tutti i punti di vista, anche in modo assistenziale. I concetti di aiuto e del mettersi a disposizione degli altri sono quei presupposti che dovrebbero animare qualsiasi aspirante infermiere, ancor prima dell’essere un professionista della salute.

 

L’infermiere, che viene riconosciuto come operatore sanitario dal decreto ministeriale 739 del 1994, e che da pochissimo si vede attribuito il passaggio dal Collegio IPASVI (Infermieri Professionali Assistenti Sanitari Vigilatrici d’ Infanzia ) a Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI), fa della sua professione uno stile di vita, sua e degli altri, in una società in cui mai prima di adesso la sua figura è tanto richiesta.

Ai ragazzi che hanno avuto il piacere di essere ospiti del Dipartimento di Medicina Clinica e sperimentale e più in generale delle iniziative d’ateneo, vanno i nostri più sinceri auguri per un futuro ricco di luce, la stessa che anche noi sperammo, perseguimmo, e trovammo. Luce a voi futuro dell’ateneo Messinese e di questa nostra Italia!

A supporto della kermesse, instancabili, presenti, attenti e costanti i ragazzi di UniVersoMe, che in tutte le sue componenti hanno dato risalto alle attività e a tutti i singoli aspetti della manifestazione.

Filippo Celi

Eyes di Maria Laura Moraci: trenta attori recitano ad occhi chiusi

 

Eyes è un cortometraggio della durata di 13 minuti, nel quale la regista ha voluto mettere in luce un tema molto attuale, ovvero l’indifferenza.

La regista e sceneggiatrice Maria Laura Moraci, alla sua prima esperienza, è una ragazza 24enne, attrice, ha lavorato con registi come Pupi Avati e Bernardo Carboni; tratta di un documentario basato su una storia vera di immigrazione e integrazione.

Ha dedicato quest’opera al pestaggio di Niccolò Ciatti, ventiduenne picchiato a morte da tre coetanei nell’indifferenza generale ad agosto 2017 in una discoteca vicino Barcellona.

L’originalità è data dal fatto che 28 attori su 30 hanno recitato ad occhi chiusi per l’intero cortometraggio, con gli occhi dipinti sulle palpebre.

Inizialmente si vedono delle prostitute che parlano tra di loro, una delle quali si allontana, con le cuffie nelle orecchie ascoltando “Mad World”.

Poi si passa alla scena principale, nella quale dei personaggi attendono presso la fermata del bus, un bus che peraltro non arriverà mai, in chiaro riferimento ad “Aspettando Godot”.

Ad un tratto si sentono delle urla provenienti davanti a loro, ma nessuno si alza. Una ragazza ha le cuffie isolandosi dal mondo esterno, una coppia si bacia, due ragazze attendono giudicando i passanti, un uomo intento a disegnare una donna cancella le sue labbra con il rosso, con rabbia, intento a cancellare il rumore fastidioso che sente. Come se non volesse sentirlo.

Nessuno si alza nonostante le grida persistano. Ma passato un po’ di tempo tutti i personaggi aprono gli occhi contemporaneamente, e decidono di alzarsi andando verso la donna che continua ad urlare.

Emozionante e intenso, Eyes ci manda delle immagini di grande impatto e potenti in cui vediamo una società che non vuole vedere, non vuole ascoltare il mondo circostante, una società egocentrica se vogliamo, ma soprattutto incapace di avere empatia verso l’altro.

Solo alla determinazione della donna, che desidera essere salvata, che crede davvero che qualcuno possa venire ad aiutarla, le persone si alzano andando verso di lei.

La fotografia è stata curata da Daniele Ciprì, autore della fotografia che ha lavorato con Bellocchio. Risulta ben fatto, il colore è saturo, caldo, rimane impresso nella mente.

Le opere cinematografiche che vogliono fare denuncia sociale, verso temi delicati ed attuali (qui la violenza sulla donna e l’indifferenza) sono da ammirare e da prendere come modelli d’ispirazione.

Il cortometraggio ha ricevuto parecchi riconoscimenti e premi in festival di tutto il mondo.

Marina Fulco

Mish Mash Festival: aprono le porte del castello di Milazzo

Dal 2 al 4 agosto al via una nuova edizione del festival: nella line up, tra gli altri, Selton, Populous, Galeffi e Indian Wells

Se questa ondata di caldo rende piatte le lunghe giornate ad agosto, non disperate: la splendida cittadella fortificata dell’area del Castello di Milazzo, per un’altra estate, è pronta ad accogliere una nuova edizione del Mish Mash, giunto al suo terzo anno. Tre giorni (il primo giovedì, 2 agosto, ospiterà il Welcome Day) dedicati alle esibizioni all’interno dell’antico maniero normanno e a molteplici installazioni artistiche.

In programma un’ampia escursione tra generi, stili e principali tendenze nella attuale musica elettronica, alternative, rock, pop e hip-pop. “Mish Mash”, che vuol dire proprio “miscuglio”, è nato dalla sinergia di realtà giovanili che operano da anni nella provincia di Messina. I numeri del 2017, grazie alla line up e alle partnership, hanno mostrato un aumento di pubblico, proveniente, per buona parte, fuori dalla Sicilia.

Ed è questa scia “internazionale”, insieme alla qualità del Festival, una delle realtà più suggestive in Italia, merito anche dell’eccezionale scenario storico e naturale sul mare, ad avere accompagnato la preview del 19 maggio scorso a Bologna al TPO con i concerti di Be a Bear, ≈ Belize ≈, Dargen D’Amico e altri artisti. Arrivata dopo alcuni live invernali al Retronoveau, l’esibizione del 25 luglio al Perditempo della band palermitana I Giocattoli, ha rappresentato il primo effettivo anticipo dell’edizione di quest’anno.

L‘anno prima abbiamo visto, sul Main stage, di fronte l’ex Monastero, accompagnati dal visual mapping proiettato sulla facciata a cura di Aurelio Calamuneri e Giovanni Scolaro, Giorgio Poi e Gazzelle, musicisti come Colombre, Clap! Clap! e Jolly Mare e i gruppi Carl Brave e x Franco126, Veivecura, Canova e Camillas. Mentre l’Island Stage è stato calcato da Filippo Zironi e Andrea Normanno.

Nel 2018 attese tante novità. Al pubblico verrà data la possibilità di accedere a delle zone del Castello non utilizzate fino a un anno fa. Al momento dell’inaugurazione, il 2 agosto, presso il Duomo Antico, sarà presentata l’art exhibition di Giuseppe la Spada, Fluctus, che simboleggia l’inquinamento dei nostri mari. Il Welcome Day, ad ingresso gratuito, accenderà la terza edizione insieme a RadioStreet, LeVacanze, Ylyne, Safarà e Resolution. Ulteriori installazioni artistiche verranno presentate nei giorni successivi.

Venerdì 3 e sabato 4 si entrerà nel vivo dell’evento estivo: il piazzale dell’ex Monastero delle Benedettine per due giorni accoglierà i Sound Butik, un collettivo formato da djs palermitani che infiammeranno gli aperitivi al tramonto con un sound che intreccia house, techno e soul. Nello stesso luogo Dischirotti allestirà una mostra con 12 copertine selezionate tra gli artisti che hanno partecipato alle scorse edizioni. A completare l’offerta ci sarà Alessio Barchitta nel Bastione di Santa Maria e i visual di QBO.

Ma è la musica il fiore all’occhiello. Una line up che spazia, come poche altre, tra le uscite più fresche in campo discografico. Reduce dal Primo Maggio romano, il 3 agosto sul palco principale, alle 22, ci sarà Galeffi. Dopo il cantautore è il turno di Coma Cose, duo di Milano, che mette insieme cultura hip pop ed estetica urban pop. A mezzanotte è attesa Myss Keta, rapper alla guida de “le ragazze di Porta Venezia”, eccessiva e dissacrante, mentre toccherà a Populous il compito di chiudere la prima giornata del Festival.

Il 4 agosto la magia si ripete: Francesco De Leo de L’officina della Camomilla aprirà la seconda giornata con le sue atmosfere lisergiche cantautoriali. Il pop italo-brasiliano troverà espressione nei Selton di tappa a Milazzo per presentare Manifesto Tropicale, dopo la collaborazione con Dente. Francesco Servidei, bresciano, alias Frah Quintale invece porterà sul palco il suo progetto solista. Il live set di Indian Wells, producer lucano, infine si prolungherà fino a tarda notte con una miscela melodica di musica elettronica.

Noi di UniVersoMe saremo presenti a Milazzo! Voi che cosa aspettate? Continuate a dare un’occhiata alla nostra pagina per seguire l’evento attraverso le foto e le dirette social. Per chi, ancora, non avesse fatto l’abbonamento, i biglietti saranno disponibili a partire dal 2 agosto (ore 18:30) al botteghino del Castello.

Eulalia Cambria

Celebrazioni per il 50esimo anniversario della morte di Salvatore Quasimodo.

La giornata del 14 giugno sarà fitta di eventi per le celebrazioni del 50esimo anniversario della morte del poeta e scrittore siciliano Salvatore Quasimodo.
Uno degli esponenti principali dell’ermetismo, fra le opere ricordiamo “Ed è subito sera” “Oboe sommerso” “Erato e Apollion” gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 1959.

Le celebrazioni inizieranno dalla mattina a Roccalumera, dove il poeta trascorse l’infanzia, e continueranno a Messina nel pomeriggio presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” in via XXIV maggio.

A Roccalumera avrà luogo la deposizione di una corona di fiori al monumento dedicato al poeta in Piazza Quasimodo ,dopo, la cerimonia di presentazione dell’annullo filatelico speciale realizzato da Poste italiane in collaborazione con il Circolo Filatelico Peloritano.
Alle ore 11.30 si terrà il convegno “Salvatore Quasimodo: cinquant’anni dopo”.
Le celebrazioni continueranno alle 16:30 presso la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea “Lucio Barbera” che è anche sede dell’Archivio Quasimodo di proprietà dell’Ente.
Angela Pipitò, direttrice della Galleria d’Arte introdurrà e coordinerà i lavori.
Alle ore 17.30 verrà proiettato un filmato originale dell’assegnazione della cittadinanza onoraria a Salvatore Quasimodo nel 1960, donato all’Archivio Quasimodo dalla Famiglia Davoli e subito dopo seguirà un recital di poesie di Salvatore Quasimodo recitate dalla viva voce di Gianni Di Giacomo.

A seguire l’ inaugurazione della mostra “Gli anni di Quasimodo a Messina” un’esposizione fotografica e documentaria sulla vita e sull’attività del poeta a Messina dagli anni giovanili alla sua partecipazione all’Accademia della Scocca, con documenti originali e articoli di stampa dell’epoca provenienti dall’Archivio Quasimodo.
La mostra sarà visitabile fino al 30 giugno, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13 e dalle 15 alle 17.30.

 

Arianna De Arcangelis

 

 

Do you LovMe?

A tu per tu con uno degli organizzatori del LovMe Fest

LovMe Fest: tutti ne parlano, chiunque lo nomina. 

Ma come nasce questo festival ormai radicato nello spirito cittadino? 

Abbiamo intervistato Santi Enrico Bruno, uno degli ideatori di questo attesissimo evento, per saperne di più. 

 

 Come e quando nasce l’idea del LovMe Fest? 

 – Santi: L’idea del LovMe nasce esattamente quattro anni fa, il come è quasi ironico. Seduti ad un bar con quattro amici si parlava di feste e festival in giro per l’Italia ed un po’ per orgoglio, un po’ per invidia ci siamo chiesti perché Messina non dovesse avere il proprio festival. Così tra una richiesta, un rastrello ed un panino di anno in anno la LovMe Family è andata pian piano crescendo, coinvolgendo sempre nuove attività e nuovi volontari ed è questa la cosa che più ci riempie d’ orgoglio. Perché al di là del 2 giugno in sè, vedere tanti amici avvicinarsi e mettersi a disposizione, non per il LovMe soltanto, ma proprio per la propria città e senza volere nulla in cambia, è un qualcosa di straordinario.  

 

Parliamo della location: perché Villa Dante? 

– Santi: Perché Villa Dante… beh iniziamo dicendo che la prima location è stata Forte Ogliastri ed un pezzo di cuore resterà per sempre lì. Già l’anno scorso abbiamo virato su Villa Dante, un po’ per scelta e un per necessità. Uno degli ideali trainanti del LovMe è proprio la rivalutazione degli spazi verdi cittadini e la riappropriazione degli stessi. E allora perché non farlo proprio a Villa Dante che rappresenta il polmone verde più grande in città?! In più la Villa con i suoi ampi spazi si presta e permette una ricca programmazione e la realizzazione di tante attività con zone dedicate.  

Se devo parlare dal mio punto di vista soggettivo, per me Villa Dante ha una marcia in più su tutto, ci sono cresciuto e l’ho vista cambiare negli anni. Diciamo che sogno una villa dove sia sempre il 2 giugno! 

 

A chi non è mai stato a questo festival cittadino e ai titubanti: perché dovrebbero partecipare? Vogliamo cinque motivazioni convincenti. 

 – Santi: Solo cinque? Non è affatto facile, sai?  

Sicuramente per chi non ha mai visto il Festival della propria città vi è un girone dedicato all’inferno direbbe Dante. A parte gli scherzi, secondo me è un appuntamento imperdibile per la città di Messina, perché organizzato da volontari che da quattro anni dedicano anima e cuore per la riuscita, solo per esprimere il proprio amore verso la città, senza alcun secondo fine. 

Poi, lo spessore artistico, inteso come quantità e come qualità, sono tanti, tantissimi gli artisti coinvolti: dagli artigiani, ai pittori, illustratori, fumettisti, band, dj e davvero, chi più ne ha più ne metta. 

Mettiamoci pure che il 2 giugno è festa, quest’anno casca pure di sabato tra l’altro, che ci saranno decine e decine di attività gratuite ed esibizione e vabbè, cosa da non sottovalutare è free ragazzi, aggratiss! Il LovMe è sempre riuscito a fornire una manifestazione totalmente gratuita autofinanziandosi grazie a sponsor e area ristoro. 

Quindi perché non venire? 

 

Cos’è per te il LovMe Fest e cosa rappresenta per la città? 

 – SantiEcco, questa è la domanda che ci poniamo sempre tutti alla prima riunione dell’anno. Ne ho sentite parecchie di risposte, ma ti dirò la mia, riprendendo un titolo che descriveva così la manifestazione alla prima edizione: ” il LovMe è un vero e proprio gesto d’amore verso la città. Gesto d’amore da parte di tutti, di chi vi partecipa come volontario, partner, artista, espositore e anche da parte di chi semplicemente sceglie di passarci una giornata. ”

Ed è questo il messaggio che vorremmo passasse, tutti amiamo questa città, e dovremmo farlo 365 giorni l’anno ripartendo dai piccoli gesti. 

 

Jessica Cardullo

Emilio Isgrò, presenta il suo libro Autocurriculum.

Ieri sera, alle ore 21 presso il Circolo delle Lucertole di Barcellona Pg, si è svolta la presentazione del libro di Emilio Isgrò, dal titolo Autocurriculum.

Emilio Isgrò, conosciuto maggiormente per le opere delle “cancellature”, è uomo di cultura, poliedrico, artista, scrittore e regista. Ha partecipato a diverse edizioni della Biennale di Venezia, oggi vive e lavora a Milano. E’ uno dei nomi dell’arte italiana più prestigiosi a livello internazionale.

 

Introdotto da Marco Bazzini e Matteo Reale che accennano alla biografia dell’autore, incentrando il discorso sul testo, “Autocurriculum” ovvero il lavoro creato da sé.

Nel libro presenti diversi episodi simpatici dove si raccontano gli anni di formazione in Sicilia, e poi il trasferimento a Milano.

Barcellonese di nascita, città alla quale ha donato l’opera del seme d’arancia, che è divenuto simbolo di questa. Tornato a casa, ci accoglie mangiando delle more di gelso. Nomina tutti i conoscenti e amici venuto a trovarlo per la presentazione, raccontando piccoli aneddoti della sua vita.
Fin dall’inizio si mostra come una persona di grande umiltà.
Uomo colto e abile oratore, accenna al luogo in cui ci si trova, non sempre incline ad attività culturali che purtroppo scarseggiano.

Racconta di aver viaggiato molto, della sua vita, si auto definisce un privilegiato, molto riconoscente al padre, amante dei libri e della musica, che l’ha indottrinato verso gli studi migliori.
Al contrario del padre, lui stesso non si considera uno studioso, anzi da giovane si comportava in modo svagato per questo lo definivano “il poeta”.
Artista che ha vissuto negli anni della pop art in America, pre-concettuale sempre avanti rispetto agli altri, non ha mai voluto essere riconosciuto in uno stile.

In copertina del libro si legge “che è il direttore della società unico per raccomandare di non fare”. Ne accenna l’autore mentre sta per concludere il discorso sul suo libro, parlando dell’importanza dell’individualità e sull’essere originali.

Parla dell’omologazione della massa, della necessità di riconoscere la diversità accettandola come tale e facendone un punto di forza.
Ma cosa più importante, del bisogno di diffondere la cultura, ovvero l’antidoto a tutte le guerre.

 

Articolo e foto Marina Fulco