Nove studenti Unime a casa Sanremo, previste dirette e collegamenti dal backstage

Quest’anno in occasione del 69° Festival di Sanremo, cinque studenti iscritti al DAMS del Dipartimento Cospecs e quattro studentesse della redazione di UniVersoMe, testata giornalistica multiforme degli studenti UniMe, si troveranno a Casa Sanremo per l’importante manifestazione che si svolgerà dal 5 al 9 febbraio nella cittadina ligure.

Marta Frangella, Cristina Geraci, Giulia Greco ed Elena Perrone, rappresentanti della redazione di web radio di UniVersoMe, avranno la possibilità di accedere al parterre di Casa Sanremo, grazie all’affiliazione con Raduni (l’Associazione che riunisce le radio universitarie italiane). Gli studenti Dora Anastasi, Alfio Alessio Coco, Greta Olivo, Giorgia Puglisi e Denise Reale, accompagnati dalla docente Antonella Cava, svolgeranno un tirocinio, sulla base di un protocollo d’intesa tra l’Ente Consorzio Gruppo Eventi e il Dipartimento Cospecs. In questa occasione avranno la possibilità di stare a contatto con scenari stimolanti riguardanti la comunicazione e organizzazione di uno degli eventi più importanti dell’anno. Casa Sanremo, che nasce nel 2008, è un luogo di aggregazione per giornalisti, artisti e addetti ai lavori che ogni anno approdano nella cittadina ligure per il Festival della Canzone Italiana.

“E’ una grande opportunità per la crescita e la formazione degli studenti Unime – ha detto il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea -. Sarà un’ esperienza meravigliosa che non dimenticheranno mai, con il valore aggiunto che la stessa si inserisce nel percorso di studi da loro intrapreso”.

Durante la manifestazione la web radio dell’Ateneo peloritano si collegherà in diretta, raccontandoci cosa succede dietro le quinte del Festival, ed intervisterà gli ospiti di Casa Sanremo.

Le dirette si potranno seguire tramite i canali social di UniVersoMe.

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Mostre a Palermo: Vittorio Storaro e Antonello da Messina

A Palermo è stata accolta presso il Palazzo Chiaramonte Steri la mostra dedicata a Vittorio Storaro dal titolo “Scrivere con la luce”. Ha rappresentato un’occasione innovativa per scoprire la maestria di un importante autore della fotografia cinematografica.

Vincitore di numerosi premi tra cui tre premi Oscar per Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore, Vittorio Storaro ha lavorato con diversi registi come Bernardo Bertolucci e Francis Ford Coppola, e curato la fotografia di film rimasti nella storia (“Il Conformista”, “Ultimo tango a Parigi”, “Giordano Bruno”, “Novecento”, “Il tè nel deserto”). 

Innanzitutto, un po’ di chiarezza. Chi è l’autore della fotografia cinematografica? Una figura professionale, fondamentale per un set di un film, che ne cura la resa visiva, cioè l’aspetto dell’immagine in movimentoLa mostra è stata distribuita all’interno della Sala delle Armi e la Sala delle Verifiche, ed è stata allestita partendo dalla trilogia di libri scritti dall’artista per poi fare un confronto tra opere pittoriche (dal ‘700 in poi) e la cinematografia dei vari film.

La speranza è quella che in futuro verranno ideate ulteriori esposizioni riguardo alla settima arte, cercando anche di coinvolgere personalità della realtà cinematografica siciliana, in modo da fare sempre meglio e da espanderne la conoscenza con ampia risonanza.

L’Annunciazione, Antonello da Messina

La mostra di Antonello da Messina al Palazzo Abatellis invece è forse la più frequentata dal pubblico, nella quale sono presenti diverse opere provenienti da musei sparsi in molte città italiane e non solo.

Il percorso è suddiviso in diverse sale e presenta una sequenza cronologica della carriera artistica dell’autore. A partire dalla giovane età con dipinti del periodo fiammingo, per poi arrivare al periodo veneziano, che comprende la collaborazione con il figlio Jacobello nell’opera la Madonna col Bambino. Il tragitto viene seguito da grandi pannelli didattici che mostrano la vita e la storia delle opere dell’artista.

Questa monografica è una prova di come sia possibile realizzare mostre di grandi autori che, anche se spesso considerati minori, non hanno nulla da invidiare a quelli europei. L’unica nota negativa di questa mostra è l’assenza di altri lavori altrettanto rilevanti realizzati dal pittore, che rimangono visionabili solo fuori porta.

Avendo assistito nello stesso giorno a due mostre di impostazione e tipologia diverse, ma ugualmente interessanti, ho maturato alcune riflessioni. Sorge dunque spontaneo proporre il seguente confronto: la mostra di Antonello da Messina è organizzata sulla base di un ordinato orientamento spaziale; quella di Storaro, pur rispecchiando parzialmente questi canoni, risulta a tratti dispersiva, aspetto probabilmente attribuibile all’ampiezza delle sale.

“Scrivere con la luce” Vittorio Storaro, Palazzo Steri

Nonostante sia sicuramente una scelta valida confrontare i vari film con opere pittoriche che risalgono a epoche dal ‘700 in poi, questo aspetto rimane poco comprensibile e accessibile a quella parte di pubblico che non ha già visto preventivamente tutti i film.

Se le stampe dei frame fossero state sostituite con l’installazione di pannelli virtuali proiettanti pochi secondi di film, si sarebbe garantita maggiore dignità al maestro della luce Vittorio Storaro, mostrandola in tutta la sua interezza.

“Il cinema non è un’opera singola. Il cinema è un linguaggio di immagini attraverso cui si esprime un concetto, essendo l’immagine rilevata dal conflitto e dall’armonia dell’ombra e della luce e, come li chiamava Leonardo da Vinci, dei loro diretti figli: i colori. Infatti una diversa impostazione della luce, comporta nel film una differente struttura figurativa.”  Vittorio Storaro

 

Marina Fulco

Al via ciclo di incontri tra il rettore ed i dipartimenti per un confronto sulla policy d’ateneo

A partire da martedì 22 Gennaio avrà inizio un ciclo di incontri tra il Rettore, il prof. Salvatore Cuzzocrea ed i Dipartimenti dell’Ateneo.

Nel corso degli appuntamenti parteciperanno anche il Prorettore vicario, prof. Giovanni Moschella ed i prorettori.

Saranno centrali il tema della didattica, dei servizi offerti agli studenti e della ricerca, con il fine di stabilire un confronto attivo tra studenti, docenti e personale tecnico amministrativo riguardo alle politiche dell’amministrazione.

Riportiamo qui di seguito il calendario degli incontri previsti:

Martedì 22/01/2019
Ore 9.30 Dipartimento ECONOMIA
Ore 12.00  Dipartimento GIURISPRUDENZA
Ore 16.00 Dipartimento SCIENZE POLITICHE E GIURIDICHE

Mercoledì 23/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento CIVILTA’ ANTICHE E MODERNE
Ore 12.00 Dipartimento SCIENZE VETERINARIE

Giovedì 24/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento SCIENZE MATEMATICHE ED INFOMATICHE, SCIENZE FISICHE E DELLA TERRA
Ore 12.00 Dipartimento SCIENZE CHIMICHE, BIOLOGICHE, FARMACEUTICHE ED AMBIENTALI
Ore 15.00 Dipartimento di INGEGNERIA

Venerdì 25/01/2019
Ore 9.30  Dipartimento di SCIENZE COGNITIVE, PSICOLOGICHE, PEDAGOGICHE E DEGLI STUDI CULT.
Ore 12.30  Dipartimenti di MEDICINA E CHIRURGIA

 

Al via l’annuale concorso di poesia organizzato dal liceo “Galileo Galilei”

Oramai giunto alla sua 7^ edizione, anche per l’anno scolastico 2018/2019, il Liceo Scientifico-Linguistico “G. Galilei” di Spadafora bandisce l’annuale Concorso di Poesia intitolato all’omonimo istituto sul tema:

“un cantuccio in cui solo
siedo; e mi pare che dove esso termina
termini la città.” (U. Saba, Trieste)

Il concorso è rivolto a tutti gli studenti universitari dell’Ateneo di Messina, agli studenti universitari presso Atenei nazionali diplomati presso un istituto di istruzione superiore di Messina e provincia, agli studenti iscritti a scuole medie o superiori di Messina e provincia.
I componimenti inediti dovranno essere presentati entro e non oltre le ore 12 del 31 gennaio 2019 secondo le seguenti modalità: tramite posta (racc. AR) all’indirizzo LICEO SCIENTIFICO-LINGUISTICO “Galileo Galilei” – concorso di poesia – Via Nuova Grangiara, 98048 Spadafora (ME) (farà fede il timbro postale), oppure consegnandoli fisicamente presso la Segreteria del Liceo Scientifico-Linguistico “G. Galilei”.

Ogni concorrente proclamato vincitore per la propria categoria riceverà un premio di € 200,00. Saranno inoltre assegnate pergamene con menzione di merito ai concorrenti autori di componimenti ritenuti particolarmente meritevoli dalla Commissione.
Il luogo e le modalità della premiazione saranno comunicati tramite missiva o telefonicamente ai vincitori del premio e alle scuole di appartenenza.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il regolamento presente nel bando: http://www.maurolicomessina.gov.it/wp-content/uploads/2018/12/Bando-concorso-di-poesia-Liceo-Galilei-2018-2019.pdf .

 

Claudia Di Mento

“Il Diluvio Universale” a Messina: cronaca di un grande ritorno

Si è tenuta domenica 6 gennaio 2019, a partire dalle 18:00 al PalaCultura, nel contesto della stagione concertistica organizzata annualmente dalla Filarmonica Laudamo, la prima esecuzione messinese dell’oratorio “Il Diluvio Universale” di Michelangelo Falvetti. Compositore attivo a Messina sul finire del XVII sec., la sua musica, per la prima volta dopo secoli, ha potuto finalmente risuonare ancora una volta nella città in cui fu concepita ed eseguita originariamente. Lo spettacolo si è aperto dopo un conciso intervento del musicologo prof. Niccolò Maccavino, autore di una delle principali edizioni critiche dell’opera di Falvetti. Con gesto sicuro ed appassionato il maestro Carmine Daniele Lisanti ci ha guidati tra le pagine di questo piccolo gioiello barocco, dove la vicenda biblica fa da spunto per mettere in scena un dramma intenso e carico di emozioni. Toccante la performance dei protagonisti Angelo Quartarone (Noè, tenore) e Alessandra Foti (Rad, soprano); fra i solisti, Daniele Muscolino (basso) ha impersonato un Dio roccioso e tonante; ottime anche Santina Tomasello (soprano), una fragilissima e cristallina Humana Natura, e Caterina d’Angelo (contralto), vigorosa nei panni della Giustizia Divina; ultimo ma non per importanza Simone Lo Castro (controtenore) ha reso bene l’insolito ruolo falvettiano di una Morte ironica, scanzonata, che festeggia il suo trionfo a suon di tarantella.
Vero grande protagonista, commentatore attivo dei momenti più drammatici, è stato il coro polifonico “Luca Marenzio”: solido e limpidissimo nella non facile resa della texture contrappuntistica e rischiarato, sul finale, dall’intervento del coro di voci bianche (diretto da Salvina Miano e Giovanni Mundo) a sancire, metafora dell’arcobaleno, la riappacificazione fra cielo e terra (“Ecco l’iride paciera”) per poi culminare nel catartico fugato conclusivo (“Or se tra sacre olive”). Il tutto sostenuto dalle evoluzioni capricciose, quasi improvvisative, pienamente barocche dell’ensemble strumentale “Orpheus”, perfettamente in linea con lo spirito dei tempi e le antiche pratiche esecutive su strumenti d’epoca.
A sipario calato, e dopo i meritati applausi, noi di UniVersoMe abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con un emozionatissimo maestro Lisanti, che ha cortesemente risposto alle nostre domande:

Maestro, innanzitutto complimenti per lo spettacolo. Cominciamo con una domanda molto personale. Come ci si sente a dirigere la musica di Falvetti proprio qui, a pochi passi da dove fu eseguita la prima volta, nel lontano 1682?

“È una cosa favolosa, fantastica! La prima volta che l’ho sentita sono rimasto sbalordito da quest’opera, non la conoscevo ed è davvero incredibile. Peccato che qualcosa di così bello sia rimasto nascosto per oltre tre secoli. È stato forse il lavoro più bello che abbia mai diretto.”

Secondo lei per quale motivo questo autore e quest’opera sono rimasti nascosti tanto a lungo al pubblico?

“Come ha anche spiegato Maccavino, questa opera è rimasta a lungo inedita. La sua prima edizione critica è del 2001, è stata edita dal conservatorio di Reggio Calabria. Lo scorso ottobre è uscita la nuova edizione critica della urtext, la edizione Orpheus, curata sia da Maccavino che da Fabrizio Longo. Adesso è edita, la si può acquistare, può essere diffusa con facilità, prima era inedita, non era mai stata trascritta, quindi era più difficile arrivare al testo musicale”

Andando a indagare si scopre che Messina, nel corso dei secoli, ha avuto un patrimonio musicale davvero degno di nota. Eppure questo repertorio è quasi del tutto assente dalle programmazioni concertistiche di ogni anno. Quali sono le cause, secondo lei, di questo scarso interesse nei confronti del patrimonio musicale nostrano?

“In effetti è assurdo che questa musica sia così sconosciuta ai messinesi stessi, ma in fondo si tratta di autori che a volte non si trovano neanche sui libri di storia della musica, neanche nelle edizioni più moderne. Eppure Falvetti è ormai da circa dieci anni che viene eseguito, lo hanno fatto in Francia; in Israele; in Austria, a Salisburgo; mi pare anche a Torino e Milano negli ultimi anni, insomma ha avuto un discreto successo negli ultimi dieci anni.”

La nostra testata si rivolge a un pubblico giovane, che spesso è molto lontano dal mondo della musica colta. Cosa direbbe a dei ragazzi, a degli universitari, per invogliarli a scoprire di più ed avvicinarli al mondo della musica colta?

“Secondo me si dovrebbe partire dalla musica antica, dai grandi classici, Bach, Mozart, questi autori che sono veramente grandi, hanno fatto cose eccezionali. Sono gli autori che più invogliano, sono melodici, sono brillanti (penso a Mozart per esempio), sono un buon punto di partenza per chi vuole scoprire di più”.

Grazie mille per la cortesia. Un’ultima domanda prima di salutarci: visto il successo di quest’anno, l’anno prossimo avete intenzione di eseguire il Nabucco, altra opera inedita di Michelangelo Falvetti?

“ Io la partitura ce l’ho, l’ho letta. Senza dubbio sarebbe bello, vedremo quel che si può fare…”

Che dire: che sia forse l’inizio di un “Falvetti-revival” per Messina?

Gianpaolo Basile

“La notte dei regali” 2018: un connubio di festa e solidarietà

Quest’anno “La notte dei regali” giunge alla seconda edizione. La serata in discoteca si svolgerà domani, 19 dicembre, alle 22:30 presso il Centro Multiculturale Officina. L’idea dell’evento parte da un’iniziativa dell’associazione Morgana, che vede il coinvolgimento delle associazioni “Gli Invisibili”, “Nettuno”, “Orum” e “Leo Club Messina Host”.

L’accesso all’evento avverrà secondo una modalità innovativa all’insegna della solidarietà: oltre all’acquisto della prevendita di 5€, all’ingresso è prevista la consegna di un giocattolo usato (valido per un ingresso) oppure nuovo (valido per due ingressi) che verrà devoluto, assieme agli altri giocattoli raccolti, ai bambini della città sabato 22 dicembre dalle 17:00 alle 19:00 presso lo stand di Piazza Cairoli.

L’associazione si è già attivata in questi giorni allestendo vari punti di raccolta in cui è possibile recarsi per portare in dono i propri giocattoli. Tra questi, rientrano: la sede dell’Associazione Morgana in Via del Vespro 57, dove la raccolta avviene martedì, giovedì e venerdì dalle ore 15:00 alle 20:00; presso lo stand di Piazza Cairoli dalle 17:00 alle 20:00.

A proposito di giochi e aria di festa, un’altra parola d’ordine è: divertimento. Immancabile quindi la presenza della testata giornalistica universitaria UniVersoMe. Gli intervistatori della Web Tv intratterranno gli invitati con quiz e domande di cultura generale che li metteranno alla prova.

Per trascorrere un mercoledì universitario natalizio, per partecipare alla raccolta e per ulteriori informazioni, siete invitati a contattare gli organizzatori dell’evento, visitare la pagina facebook o inviare una e-mail ad associazione.morgana@gmail.com

 

Giusy Boccalatte

Inaugurazione BookSharing del Dipartimento di Ingegneria

L’associazione UnitaMente è lieta di invitarVi lunedì 17 alle 14.30, presso il Bar del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Messina, dove si terrà l’inaugurazione del primo BookSharing.
Lo scopo dell’iniziativa è quello di promuovere la cultura e la socializzazione all’interno del Dipartimento, in modo da creare una vera e propria comunità, i cui membri possano condividere il piacere per la lettura e scambiare opinioni. Il BookSharing è il primo passo verso questo obiettivo.

Si allega la locandina qui di seguito:

Locandina_48

UniVersoMe e RadUni presenzieranno al IX incontro nazionale dei corsi di scienze della comunicazione

Due portavoce degli studenti di UniVersoMe, la testata multiforme dell’Università di Messina, prenderanno parte, venerdì 14 dicembre 2018, al IX Incontro Nazionale dei Corsi in Scienze della Comunicazione promosso dalla Conferenza Italiana di Scienze della Comunicazione che avrà luogo presso la Sala delle Capriate, Palazzo Chiaramonte-Steri dell’Università degli Studi di Palermo in Piazza Marina, 59, Palermo.

L’incontro, che affronterà numerose tematiche legate al rapporto tra comunicazione e atenei, si terrà dalle 9.30 alle 18.30 e vedrà anche la partecipazione di RadUni, Associazione Operatori Radiofonici Universitari, con un panel dal titolo “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie”.

L’Associazione RadUni sarà rappresentata dal Segretario Nazionale Alice Plata, già direttore responsabile del media web Radio6023 presso UniUPO, che ha curato una presentazione dedicata alle Radio Universitarie, le loro attività e buone pratiche, volto a confermare il grande valore delle college radio all’interno delle Comunità Universitarie Italiane. Potete trovare l’intervento “Radio, atenei e network: coltivare la comunità attraverso la cultura delle #radiouniversitarie” all’interno del book of abstracts.

Nata nel 1992 come Conferenza Nazionale delle Facoltà e dei Corsi di Laurea in Scienze della Comunicazione, per riunire in Coordinamento Nazionale le tante anime che caratterizzano il campo di studi in questo ambito didattico e scientifico, la Conferenza si pone l’obiettivo primario di valorizzare e promuovere le Scienze della Comunicazione quale elemento dinamico e indispensabile per lo sviluppo economico, sociale e culturale del paese.

La sua mission è produrre e trasferire cultura e conoscenza, sviluppare e formare capacità professionali competenti e critiche.

Per ulteriori informazioni e per sapere nel dettaglio gli scopi dell’iniziativa e gli interventi previsti, si allegano qui di seguito i link della locandina e della brochure:

Locandina – Conferenza 2018 (email-web)

Brochure – Conferenza 2018 (email-web) orari completo

 

Laura Faranda e Mosè Previti presentano e raccontano “Cocco”

Se volete trascorrere una domenica pomeriggio diversa dal solito all’insegna dell’arte, dello scambio di idee e di buon vino, non perdete il finissage con brindisi che si terrà alle 17:00 presso il nuovo studio d’arte contemporanea Cocco. Sarà l’ultima imperdibile occasione per visitare la mostra di Ezio Cicciarella, primo artista in programma, senza precedenti per la città di Messina, dove espone le sue opere per la prima volta, ma che vanta di un’esperienza significativa a livello nazionale e internazionale. Se siete curiosi appassionati d’arte, intenditori e non, esperti o meno, e volete rivolgere domande all’artista, oggi sarà possibile incontrarlo allo studio. Lasciatevi ispirare e affascinare e fidatevi del nostro consiglio! Noi di UniVersoMe ci siamo già stati e abbiamo conversato con i curatori dello studio d’arte: Laura Faranda e Mosè Previti. Di seguito vi riportiamo alcuni stralci di un’intervista doppia, un piacevole confronto plurimo, a 360°, su un’eterogeneità di temi, sull’arte (di vivere).

Una volta entrata nello studio mi dimentico del resto e di ciò che c’è fuori: vengo catapultata in un ambiente dal sapore innovativo e fresco, quasi esotico, ma al contempo elegante, raffinato e semplice. Provo quella percezione di bellezza, non solo estetica, ma anche morale, che a parer mio riscatta la parte negativa della messinesità e che mi fa venir voglia di dire: “è questa la Messina che mi piace e che vorrei venisse valorizzata sempre”. Condivido questa riflessione con Mosè e scopro che ha maturato un’idea un po’ diversa ma altrettanto interessante, che offre innumerevoli spunti di dialogo e che potrete conoscere continuando a leggere. Prima ancora di esternare questo mio pensiero però, nonostante una chiarezza di intenti emersa dall’osservazione delle sculture e dalla lettura del catalogo, la mia instancabile curiosità mi spinge a volerne sapere di più. Mi avvicino a Laura e a Mosè, che dimostrano fin da subito di essere felici e ben disposti a rispondere a una serie di mie domande incessanti, proprio come una bambina che chiede i perché di ogni cosa agli adulti. Alla fine ho l’impressione di averli sfiniti, ma loro non lo danno a vedere, anzi, mi invitano con estrema gentilezza a tornare per il prossimo autore in mostra: poveri loro che dovranno sopportarmi ancora!

Comincio quindi a chiedere….

La prima cosa che mi ha colpito è stata la scelta del nome: perché Cocco? Cosa ha a che fare con uno studio d’arte contemporanea?

La spiegazione a me l’hanno data, ma non ve la svelo. Il modo migliore per capirla è andare direttamente sul posto, osservare e guardarsi un po’ intorno…lo intuirete anche da soli se avete l’occhio clinico e attento.

Qual è la genesi del vostro progetto? Com’è nata l’idea e come si è evoluta?

Laura: questo spazio era lo studio legale di mio nonno. Invece di lasciarlo inutilizzato, ho pensato di trasformarlo in qualcos’altro, tramutandolo, con tanta perseveranza e determinazione, in ciò che è adesso: uno studio d’arte contemporanea. Ho concretizzato il mio sogno di realizzare un qualcosa di personale e indipendente, svincolato dalle imposizioni degli altri, scevro di limiti, in cui potessi liberamente decidere cosa fare delle mie competenze e della mia professione di critica e curatrice d’arte  (ho appena concluso un master in “Curatrice Museale e di Eventi” a Roma). Con la collaborazione di Mosè ho rivoluzionato le finalità del luogo pur mantenendo la struttura, gli elementi portanti, le stanze, le porte e i colori. L’ho trasformato coerentemente alle mie attitudini artistiche, rivalutando e dando un’altra forma a ciò che già c’era.

Il motivo che ti ha convinta a dire “Comincio”, senza esitazioni, l’energia e il motore che ti hanno portata a intraprendere questa strada quali sono stati? Non ti ha spaventata o messa in difficoltà la decisione di realizzare questo progetto in una realtà a volte destabilizzante e demotivante come quella di Messina?

Laura: avevo già maturato l’idea di voler costruire e costituire uno spazio tutto mio da tempo e non mi sono fatta intimorire da nulla perché ero risoluta su ciò che volevo fare. Non mi sono posta troppe domande. Se l’avessi fatto, non avrei mai iniziato. A volte è meglio agire d’istinto, grazie a energie e stimoli positivi e ottimisti. Nonostante sia stata una scelta ponderata e soppesata, ho agito spinta dall’impegno e dalla voglia di voler raggiungere un obiettivo con serenità, consapevole del fatto che non sarebbe stato facile, ma fiduciosa di poterci riuscire. E certamente non da sola. Volevo poter contare sull’aiuto di una persona fidata, di un amico che stimo e rispetto, anche lui critico d’arte. Per questo motivo, la persona che ho pensato come mio collaboratore è stata Mosè. Ti racconto l’aneddoto di quando gli presentai l’idea, che è stato molto simpatico e singolare: gli esposi il mio progetto e lui mi rispose subito: “è grandioso! Ti faccio i miei migliori auguri!”. Io gli risposi “no, guarda che non ci siamo capiti, io ti sto proponendo di collaborare”. A quel punto Mosè accettò e ci siamo imbarcati assieme in questa avventura, con spirito di squadra ed entusiasmo costante. Mosè è un vulcano esplosivo di idee.

Credi che una realtà come questa possa avere un riscontro efficace nella cittadinanza?

Laura: l’inaugurazione ha riscosso molto successo e riteniamo di poter affermare che la popolazione messinese abbia risposto positivamente a questa novità. Ci hanno visitati e sono stati nostri ospiti sia persone comuni sia artisti e professionisti del settore artistico. Hanno apprezzato la mostra e hanno manifestato reale interesse, non sono venuti per approfittare esclusivamente del rinfresco che abbiamo offerto, come la nostra mentalità ci porterebbe erroneamente a pensare.

Mi incuriosisce anche il titolo dato alla mostra: “La volta pietra”. Le sculture di Ezio Cicciarella hanno innescato in me sensazioni contrastanti, che immagino rispecchino e rappresentino il senso della sua concezione d’arte. Perché avete inaugurato proprio con lui?

Laura: Ezio incarna gli obiettivi che io e Mosè ci prefiggiamo di raggiungere attraverso lo studio d’arte: innovazione, distacco dalla tradizione, con uno sguardo attuale e moderno che abbia una radice conterranea siciliana, ma esteso a un orizzonte nazionale e internazionale. Ezio è originario di Vittoria (RG). Nonostante vanti esposizioni al Cairo, ad Amsterdam e New York e del contatto con personalità come Franco Sarnari e Vittorio Sgarbi, ha sempre mantenuto un atteggiamento genuino, autentico e umile, come la pietra che lui stesso lavora. Incessante lavoratore e ricercatore, con grande maestria, da un unico blocco di pietra riesce a ricavare effetti diversi applicando tecniche che gli consentono di lasciare una parte di pietra allo stato grezzo e un’altra finemente lavorata. Quest’ultima è rappresentata da fasce che sembrano avvolgere e opprimere la pietra. È proprio questo ossimoro a creare risultati sinuosi e paradossali, emblema “dell’eterna lotta tra spirito e materia”, come commenta Mosè nel catalogo. È stato proprio Mosè a suggerirmi il nome di Ezio, che aveva conosciuto in occasione della partecipazione al workshop internazionale “Trasformatorio”, svoltosi a Giampilieri Superiore (Messina). Abbiamo pensato di attribuire alla mostra il nome “La volta pietra” perché assume e acquisisce varie sfumature di significati: la prima accezione è riconducibile alla presenza delle volte alte del soffitto nello studio di Ezio a Vittoria; ma anche “quella volta, la pietra” e “in origine fu la pietra” che rimanda al suo passato di ragazzo che ha cominciato lavorando con i materiali del padre artigiano, e che ricorda di essere sempre con i piedi per terra pur culminando nella carriera artistica.

Adesso mi rivolgo a Mosè.

Credi sia coraggioso e controcorrente aver contribuito a dar vita a una realtà come questa in un contesto di cittadinanza in parte disinteressata incapace di rispettare i monumenti della città deturpandoli?

Mosè: non credo sia coraggioso, è semplicemente una necessità, un’esigenza. Non voglio essere insignito di riconoscimenti perché credo che il ruolo dell’artista e dell’intellettuale non sia quello di eroe, ma di persona che guida verso la ricerca e il recupero di un rapporto personale con le cose. Io ho deciso di restare e aiutare Laura perché sentivo di volerlo fare, ma non biasimo i giovani che se ne vanno altrove per trovare il proprio percorso. Se una città come Messina opprime e prosciuga tutte la voglia e la buona volontà di una persona, l’unica soluzione è andarsene e perseguire il diritto di essere felici. Io anche per un periodo di tempo mi sono formato in altri luoghi, ho viaggiato e il mio lavoro mi fa viaggiare, e queste sinergie con altri posti mi portano a crescere, ad esportare ciò che imparo e riconsegnarlo a Messina.

Non credi quindi nel ruolo di artista-intellettuale impegnato in prima linea in battaglie politiche e sociali?

Mosè: io ritengo che l’artista non si debba rivestire di battaglie patriottiche e non debba indossare vesti politiche, senza assumersi responsabilità di comunità che non gli competono. Il suo lavoro, come quello di tutti, non dovrebbe avere nient’altro di speciale se non inseguire le proprie passioni, credendo fermamente in ciò che fa, ricercando sensi e mettendo a disposizione degli altri la propria arte e il proprio sapere, vivendo e trasmettendo un’identità con le cose. Bisogna insegnare ad avere cura di ciò che ci circonda, del valore del nostro territorio, senza essere passivi, restando connessi con una realtà che sarebbe nostro dovere comprendere. L’arte trasmette disciplina, impegno, lavoro, sacrificio, dedizione e rispetto verso le cose.

Dopo aver condiviso con voi questa intervista illuminante, non mi resta che consigliarvi di andare in via F. Todaro, n. 22, per lasciare che anche le vostre menti si illuminino.

Ecco il link all’evento: https://www.facebook.com/events/345057139383244/

Giusy Boccalatte

 

Studenti, competenze e lavoro al centro dell’ISM 2018

A una settimana di distanza dalla conclusione dei lavori dell’ISM 2018 (International Skills Meeting – Rassegna internazionale delle competenze 2018) è tempo di bilanci e resoconti, che noi redattori della testata giornalistica universitaria UniVersoMe possiamo delineare anche attraverso la molteplicità delle prospettive assunte da una parte degli uditori a cui si indirizzava l’evento, cioè la comunità accademica. Vi raccontiamo dunque in cosa è consistito, come si è svolto e quale impatto ha avuto sui principali destinatari a cui intendeva rivolgersi.

La rassegna internazionale delle competenze è stata realizzata da un’idea dell’Associazione Bios, unitamente alla sinergia e alla collaborazione delle partnership con i seguenti enti: Centro Orientamento e Placement dell’Università di Messina, Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario di Messina. Le attività si sono dislocate presso le aule dei quattro edifici del presso centrale dell’Università degli studi di Messina (Rettorato, Giurisprudenza, Economia).

“Take your future now” – il motto che ha caratterizzato la manifestazione che si è tenuta nei giorni 6, 7 e 8 novembre 2018 – è già indicativo dell’essenza su cui si è fondato il progetto e del significato ultimo che si ambiva a trasmettere. Il monito vuole esortare i giovani a prendere in mano la propria vita con consapevolezza, ad essere artefici attivi e attori protagonisti del proprio avvenire, costruendo il proprio futuro e investendo le proprie forze ed energie verso la realizzazione personale, sia umana sia professionale. Questa tematica è stata anche il fil rouge delle tre giornate in cui si è articolato l’ISM 2018, ognuna focalizzata sulla trattazione di un argomento in particolare, su cui vertevano vari appuntamenti quotidiani, come: le consuete plenarie introduttive di apertura, i seminari, le tavole rotonde, gli workshop, le simulazioni, e i concerti finali a cura del Conservatorio “A. Corelli”.

Durante il primo incontro inaugurale sono intervenute varie personalità coinvolte nell’organizzazione dell’evento. Le attività si sono avviate con i saluti istituzionali del rettore Salvatore Cuzzocrea, che si è fatto portavoce e fermo sostenitore dell’iniziativa che ha deciso di ospitare presso i locali dell’Università, affinché possa risaltare la qualità, la varietà e la validità dell’offerta didattica proposta dall’Ateneo, in preparazione alla scelta che gli studenti del quinto anno di liceo si accingeranno a fare riguardo al proseguimento del loro percorso di studi. Di fatto gran parte del pubblico a cui l’ISM si proponeva di indirizzarsi, è stato caratterizzato da studenti delle scuole, al fine di guidarli verso un criterio di analisi delle opportunità formative che possa permettere loro di capire la strada di apprendimento più adatta da intraprendere. A tale scopo infatti, nel cortile dell’Ateneo è stata allestita appositamente per quelle giornate un’area dedicata all’orientamento universitario che, attraverso i padiglioni dei vari dipartimenti e corsi di laurea, mirava ad informare e presentarne il funzionamento. È stato possibile registrare una partecipata affluenza di tantissimi diplomandi che si sono avvicinati agli stand esponendo domande e richieste con entusiasmo e interesse.

Nel corso dell’inaugurazione, così come per tutta la durata dell’evento, è stato presente anche Carmelo Lembo, Presidente dell’Associazione Bios, che ha spiegato come l’ISM 2018 si attesta all’interno di un più largo progetto denominato ItsTIME, volto a “promuovere il riconoscimento delle competenze e delle qualifiche, avvicinare i giovani al mercato del lavoro, sostenere la mobilità lavorativa nazionale e internazionale e l’autoimprenditorialità”. Proprio a tal proposito la rassegna si prefiggeva di agevolare anche un pubblico costituito da laureandi e laureati che si stanno affacciando o che si approcceranno presto alla ricerca del lavoro. Un’altra zona del cortile dell’Ateneo infatti è stata preposta al recruitment e all’orientamento lavorativo attraverso la possibilità di rilasciare il proprio CV o effettuare colloqui con alcune aziende, imprese ed enti no-profit. Ciò che ha accomunato il binomio scuola – università è stato voler instradare queste due tipologie di platea verso l’individuazione delle competenze che è necessario acquisire e conseguire per far fronte a un mondo del lavoro sempre più competitivo e concorrenziale. In una società odierna in costante dinamismo e in un’epoca storica pervasa dal costante progresso tecnologico, occorre adattarsi e adeguarsi, dato che al cambiamento sociale ne consegue inevitabilmente uno professionale, che prevede e richiede nuove competenze. Proprio per chiarire questi aspetti e consentirne l’accessibilità ai giovani, sono stati pensati una serie di seminari e workshop tenuti da rappresentanti di consorzi e associazioni, personalità di spicco a livello nazionale e internazionale nei settori della ricerca e della mobilità, e docenti universitari. Oggetto di questi incontri è stato il confronto su un’eterogeneità di temi: dalla prorompente attualità al campo squisitamente scientifico, dalle dissertazioni settoriali per finire con i dibattiti di carattere umanistico.

Stando alle testimonianze riportate dagli studenti, queste occasioni di apprendimento hanno tutte fornito spunti di riflessione e si sono rivelate altamente costruttive. Per approfondire, si rimanda all’elenco completo delle attività che può essere visionato nel sito www.ism2018.eu. Di seguito se ne menzionano alcune a titolo esemplificativo. Ha riscosso risvolti molto positivi la guida per la compilazione di un curriculum vitae efficace, tenuto da un referente per le risorse umane del consorzio interuniversitario AlmaLaurea, che tra gli altri suggerimenti ha fatto riferimento all’importanza delle competenze digitali e informatiche, a quelle linguistiche e al valore di quelle trasversali (le cosiddette Soft Skills). Queste ultime fanno proprio la differenza nell’ambito di una selezione professionale, e solitamente possono essere imparate ed esercitate non soltanto attraverso le esperienze lavorative, ma anche mediante le attività di volontariato e i viaggi di studio all’estero. Per competenze trasversali si intende: abilità comunicative, problem solving, lavoro di squadra, empatia, intelligenza emotiva, capacità relazionali, imprenditorialità e così via. Altrettanto interessante è stato il seminario riguardo al riconoscimento delle fake news, su cosa sono e come evitare di farsi ingannare e manipolare dalla distorsione delle notizie e dalla disinformazione. Una delle soluzioni è accertarsi sempre dell’attendibilità e affidabilità delle fonti confrontando i diversi contenuti che ricerchiamo e che ci viene proposto di leggere, e diffidando delle ipotesi infondate e incerte.

La testata giornalistica universitaria UniVersoMe è stata official media partner Radio/tv in occasione di un evento di tale portata. Alcuni studenti che collaborano al progetto si sono occupati di realizzare delle interviste alle figure ospiti, professori e professionisti, che saranno presto trasmesse in occasione del lancio della nuova Unit Web TV, con l’obiettivo di divulgare ed estendere il più possibile all’intero corpo studentesco le risposte a dubbi e curiosità collettive, soprattutto di coloro che non hanno potuto assistere in prima persona a ogni fase della rassegna.

Il numero elevatissimo di presenze che si stima essere stato pari a 5.000 studenti, dimostra come la riuscita dell’ISM si deve all’esigenza dei giovani di voler conoscere e sapere, e conferma un’efficiente programmazione che ha puntato alla creazione di momenti di formazione interdisciplinare. Ci auspichiamo che l’appuntamento vada alle prossime edizioni!

Giusy Boccalatte