L’AISM Messina si #SMuove e combatte la sclerosi multipla a colpi di sound!

Giovedì 7 Marzo 2019. La sezione Provinciale di Messina dell’AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla – ha celebrato la donna, organizzando un grande evento allo Zeronovanta – locale sito in Via Solferino 10 per poi trovarsi in piazza dall’8 al 10 Marzo, per la sensibilizzazione e la raccolta fondi.

I volontari dal gruppo young e i volontari del servizio civile AISM sono riusciti a donare alla città una festa della donna totalmente diversa e significativa. Un connubio di utile e dilettevole: festeggiare contribuendo a salvare il mondo dalla sclerosi multipla.

Oggi, grazie ai progressi compiuti dalla ricerca scientifica, esistono terapie e trattamenti in grado di rallentare il decorso della sclerosi multipla e di migliorare la qualità di vita delle persone affette da SM.

Ѐ Stello Colloca, operatore volontario del servizio civile AISM Messina che ci spiega quanti progressi siano stati ottenuti grazie ai fondi ricavati dalle raccolte annuali:

“Manifestazioni come la Gardensia, crasi tra Gardenia e Ortensia, hanno permesso negli anni di raccogliere significativi fondi destinati al finanziamento dei progetti di ricerca e al potenziamento di servizi per le persone colpite da SM, in particolare per le donne, colpite in misura doppia rispetto agli uomini. Basti pensare che ogni giorno, in Italia, 5 donne ricevono una diagnosi di sclerosi multipla. La sclerosi multipla è una malattia cronica, imprevedibile e spesso progressivamente invalidante; una delle più gravi del sistema nervoso centrale.
Il 50% delle persone con SM è giovane: riceve la diagnosi quando ancora non ha compiuto i 40 anni, in un periodo della vita ricco di progetti e aspettative. Ѐ a loro ed alle loro famiglie che abbiamo dedicato quest’evento”.

Diverse sono state le associazioni aderenti all’iniziativa #SMuoviti balla con Gardensia: SISM – Segretario Italiano Studenti in Medicina; AISO – Associazione Italiana Studenti Odontoiatria; ACLI – Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani e l’ActorGym, che nel corso della serata si è esibita proponendo diversi spezzoni in dialetto siculo.

Ѐ Selene Schirru, RLEA (Responsabile Locale di Ente Accreditato) del Servizio Civile delle ACLI a delucidarci sul come nasca una collaborazione di tale portata:

“Premesso che le due associazioni, ACLI ed AISM, si conoscevano già precedentemente ed avevano già collaborato nel mese di Ottobre con la raccolta fondi attraverso l’acquisto delle mele, sembra quasi banale sottolineare che è insito nel nostro DNA associativo collaborare attivamente con associazioni come l’AISM che svolge un servizio importante per promuovere la ricerca. Inoltre, pensiamo fortemente che sia di fondamentale importanza fare rete nel territorio per promuovere a 360ᵒ il bene comune”.

L’evento ha registrato grande affluenza. A partire dalle 20.30 fino alle 2.30 del mattino si poteva scegliere di cenare insieme, ricevendo, qualora si fosse partecipato in coppia, una gardenia o un’ortensia, a discrezione del soggetto partecipante all’evento, simbolo della lotta contro la sclerosi multipla, oppure, si poteva comodamente scegliere di entrare dopo cena e godersi solo la parte “ballerina” della serata. Il Presidente dell’associazione, Angelo La Via, ha sottolineato, durante le varie interviste ricevute, come la festa della donna spesso resti priva di contenuti morali, all’insegna unicamente del consumismo e del lato meramente commerciale, umiliando e rattristando quelle donne che tanto hanno fatto e tutt’oggi fanno. Ed ha confessato che è stato proprio questo il punto di partenza per andare controcorrente e donare alla città una vera e propria festa della donna colma di significato e simbolismo.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Quinto anniversario del Policlinic Party

L’associazione “Figli di Ippocrate” in collaborazione con l’organizzazione Mood sarà lieta di presentarvi,  giovedì 7 marzo 2019, “The Policlinic Party show Vs Mood 5°anniversary”

Un’edizione speciale dedicata al tema della festa della donna. Mood e Policlinic Party, principali organizzazioni della nightlife messinese, dopo i numerosi successi targati “Policlinic Party”, festeggeranno con voi questo quinto anniversario.
Sarà un evento unico per la città.

Con l’acquisto del ticket per la serata del 7 verranno rilasciate delle promozioni da sfruttare per la serata successiva di giorno 8.

Per l’occasione, il Centro Multiculturale Officina sarà a vostra completa disposizione, a partire delle 22:00, per una serata che durerà tutta la notte.

L’ingresso è esclusivamente riservato a chi ha acquistato la prevendita, pari al costo di 15€, inclusa la consumazione.

I partners ufficiali dell’evento sono : LIBRERIA DELLO STUDENTE; CLIP ART; CARTOCENTER; BURGER KING; FARMACIA DEL TIRRENO DR PIRROTTA e UNIVERSOME.

I punti in cui richiedere le prevendite sono:
CARTO – COPY CENTER: Via Consolare Valeria, 19/C – 98100 Messina  https://www.facebook.com/Cartocenter/timeline
CLIP ART SERVICE : Via vecchia comunale 82/84 Gazzi – Messina
https://www.facebook.com/Clip-Art-Service-492968370735810/timeline/

Per informazioni e la prenotazioni dei tavoli rivolgersi a:
FRANCESCO DESTEFANO 3466532809
ANDREA BARBARELLO 3494697478

Qui di seguito si allega il link dell’evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/351577265433451/

UniVersoMe sarà ancora una volta official media partner del Policlinic Party. Studiate bene perché la testata sarà presente all’evento per interrogarvi con le consuete interviste sobrie. Inoltre, è attivo il primo contest giveaway targato #policlinicparty tramite il quale sarà possibile vincere: una bottiglia di vodka, una bottiglia di prosecco e due prevendite (consumazione inclusa).
Per partecipare basta seguire questi tre semplici passaggi:
1) Seguire tre pagine instagram: uvm_universome; the_policlinic_party; mood_messina;
2) mettere like al post su instagram che trovate al seguente link: https://www.instagram.com/p/BulPgAcFBUz/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=amlemlwi8ern
3) taggare due amici nei commenti del post con l’hashtag #PoliclincParty (che a loro volta possono partecipare seguendo le stesse regole)
Avete tempo per partecipare fino al 7 Marzo ore 17:00.

Se condividete il post al link https://www.instagram.com/p/BulPgAcFBUz/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=amlemlwi8ern sulle vostre instagram stories, potreste essere tra i fortunati che ogni giorno possono vincere: una drink card, un pass entrata, un bracciale per accedere al privè.
Nella vostra instagram story occorre taggare: uvm_universome, the_policlinic_party e mood_messina.
Le estrazioni dei fortunati vincitori avverranno in diretta radio fino al 7  marzo durante le puntate di questa settimana sul profilo Spreaker Radio UniVersoMe (in onda dalle 15:30).

DAMS e LUX in collaborazione per il bene del mondo: il buon cinema in sala

26 febbraio 2019. Messina. Via Largo Seggiola. Si è svolta la giornata pilota della seconda edizione della rassegna cinematografica “il DAMS in sala”, a cura del prof. Federico Vitella, insegnante di Storia del Cinema presso il Dipartimento di scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali, in collaborazione con Umberto Parlagreco, gestore dei cinema LUX  e IRIS di Messina. Rassegna dedicata ai grandi classici della storia del cinema.

Federico Vitella e Umberto Parlagreco spiegano come nasce la loro collaborazione ed il perché:

“la nostra collaborazione nasce innanzitutto perché siamo appassionati di cinema e poi come avrà ben notato facciamo dei mestieri in linea con questo progetto che stiamo portando avanti, io sono per l’appunto un professore di Storia del Cinema e Umberto è un esercente. Il nostro obiettivo comune – commenta ironicamente il Prof. F. Vitella – è lavorare per il BENE DEL MONDO! Perché abbiamo sempre più bisogno di cinema e sempre più bisogno di BUON cinema; Ci teniamo molto affinchè il cinema venga visto al cinema soprattutto ora, in un momento come questo, di grande difficoltà, ove le sale cinematografiche chiudono un giorno sì e l’altro pure, pensare di riportare i grandi classici sul grande schermo è quasi un atto rivoluzionario, anzi, è un atto rivoluzionario.

La collaborazione è questa, ma chiaramente non finisce qui, faremo molto altro…abbiamo solo deciso di iniziare dai  Fratelli Lumière poiché sono considerati gli inventori del cinema, gli inventori dell’apparecchio cinematografico, i primi grandi produttori cinematografici, che hanno fatto film per un decennio, dal 1895 al 1905. In sala è stato proiettato un montaggio di oltre 100 film restaurati dagli archivi francesi del Centre National de la Cinématographie ad opera dell’Istituto Lumière di Parigi.”

Umberto Parlagreco interviene dando maggiori delucidazioni tecniche e spiegando che non è un evento esclusivo e riservato o di nicchia, anzi, è aperto all’intero pubblico cittadino ad un prezzo modico per far sì che i grandi capolavori di ogni tempo tornino ad essere prime visioni:

“La struttura del LUX ospiterà in totale 6 appuntamenti che ripercorrono tutta la storia del cinema, i film sono aperti a tutti gli studenti universitari e gli studenti delle superiori con una corsia preferenziale che consiste in un prezzo ultra scontato di € 3.50. Per chi non appartenesse a queste due categorie il prezzo sarà di € 5.00 con la possibilità di fare anche un abbonamento di € 15.oo per tutta la rassegna.”

Attraverso la visione condivisa davanti a un grande schermo si recupera l’aurea magica di questi film. Si tratta di pellicole restaurate negli ultimi anni con tecnologia digitale, pertanto risultano di una nitidezza visiva mai raggiunta prima. Ogni proiezione è introdotta e commentata da docenti del dipartimento di Scienze cognitive, psicologiche, pedagogiche e degli studi culturali specializzati in materia. I prossimi appuntamenti saranno: Metropolis di Fritz Lang, Luci della città di Charlie Chaplin, Ladri di biciclette di Vittorio de Sica, Il disprezzo di Jean-Luc Godard e Toro scatenato di Martin Scorsese.

Gabriella Parasiliti Collazzo

 

Seminario articolo scientifico: processi di peer review

Relatori – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

Grande opportunità, tenutasi il 26 febbraio, per gli studenti del sesto anno di medicina e psicologia e i dottorandi di ricerca, che hanno seguito il seminario sulla revisione dell’articolo scientifico, curato dal Prof. Salvatore Settineri (Editor in Chief della MJCP) e trasmesso in diretta streaming a livello nazionale.

Una ricchezza di contenuti e qualità, concentrati in pochissime ore.
Strumenti utili sono stati forniti ai giovani appassionati di ricerca scientifica, comunicando la bellezza di una scienza aperta, raccontando le diverse figure e i molteplici aspetti di una produzione scientifica e del ruolo del revisore.
Un incontro di eccellenza animato dall’entusiasmo di giovani ricercatori, l’esperienza di una rivista internazionale e Open Journal come la MJPC (Mediterranean Journal of Clinical Psychology), a cui partecipano anche i funzionari del sistema bibliotecario di ateneo. La Mediterranean Journal of Clinical Psycology è una delle poche riviste Open Journal. Numerosi sono gli spunti di riflessione forniti in relazione ai vari momenti e ai vari interventi dell’incontro, che verranno analizzati e illustrati di seguito.

All’apertura il professor Settineri ha invitato a riflettere sull’approccio in merito ai metodi con cui si svolge questo genere di lavoro.

Racconta che editare una rivista parte tutto da un sogno. Quando era giovane per lui le riviste importanti erano attaccate sulle pareti, era difficile reperirle, e cercare un articolo era come una caccia al tesoro, un gap colmato oggi tra le possibilità che si aprono davanti ai nostri occhi con la rete.
Spiega l’importanza della multidisciplinarità ringraziando la Sba (Sistema bibliotecario di Ateneo) che ha consentito lo streaming, e la docente di statistica, la prof.ssa Alibrandi, che segue il lavoro di più discipline all’interno della rivista, sottolineando l’importanza di un lavoro di gruppo in cui partecipano svariate figure, di diversi settori, varie discipline senza le quali non sarebbe possibile la realizzazione di un buon prodotto finale.

La collaborazione di tutti è necessaria ad individuare punti di forza e debolezza del lavoro. Anche noi studenti inconsciamente partecipiamo da spettatori passivi quando siamo lettori, e attivi quando effettuiamo tesi di Dottorato.
A seguire, l’interessante intervento della dottoressa Benedetta Alosi (SBA di Ateneo) sulla revisione parietaria con una prospettiva nuova di evoluzione e cambiamento per i giovani che abbraccia l’open science.
Fa una panoramica di modi alternativi di fare revisione scientifica oltre a quello tradizionale (revisione prima della pubblicazione). Il metodo di revisione tradizionale non tiene conto dell’apporto che la comunità può dare al dibattito su quei temi che tratta o sulla scienza.
L’open peer review invece è un processo di revisione aperta vissuto come dibattito e confronto. Lo scopo di una pubblicazione di una rivista, soprattutto online e open access, è la promozione della circolazione libera delle idee. Le riviste chiuse e a pagamento limitano la circolazione delle idee. Le riviste aperte la favoriscono, ovviamente con norme che la regolamentino e licenze di copyright.

Fare scienza è comunicarla. Si dice, appunto, che se un pittore fa un opera d’arte ma la tiene chiusa nella sua stanza, quest’ultima non è più arte, ma diventa arte nel momento in cui la si rende disponibile e fruibile a tutti .”

Aula Cannizzaro – ©GiuliaGreco 2019

Successivamente, si è passati alla rassegna delle varie tipologie di peer review.
L’open peer review è una sezione dell’open science che non vuole mettere a disposizione solo il prodotto finale, ma includere anche la condivisione di tutti i passaggi per dare solidità e trasparenza alla scrittura scientifica. In alcune piattaforme esiste proprio un continuum per la review.
La revisione dell’articolo scientifico è un momento dinamico, non chiuso.
Tra i vantaggi: un’opportunità per i giovani nelle tesi di dottorato con onori e oneri che aumento la qualità del prodotto. Evitare i pregiudizi e le faziosità tra chi scrive, salvaguardare l’integrità e trasparenza della scienza.
Attenzione però al rischio che si potrebbe correre. Occorre sempre distinguere tra scienza vera e falsa. La dottoressa Aloisi cita il caso della correlazione tra autismo e vaccini di Andrew Wakefield, rifiutato da un’importante rivista, polemica attuale che ancora persiste sui vaccini. Lo stesso British Medical Journal, autorità nel campo delle pubblicazioni mediche, afferma che è una grande bufala. L’impatto per la collettività e la grande responsabilità che ha il revisore verso numerose vite e sull’informazione pubblica, esiste anche in ambito farmacologico.

È intervenuto anche il dottor Nunzio Feminò (Sba di Ateneo), evidenziando “l’importanza della ricerca bibliometrica nelle fonti e delle fonti stesse come strumento rilevante per la revisione parietaria.” Ha affermato come la citazione sia come strumento di qualità, così come l’indice H (qualità e autore) e i valori citazionali facendo anche riferimento ai vantaggi e ai limiti delle più importanti banche dati: web of science, Scopus, Google scholar, Software publish or perish, Google books.

Il Professor Settineri ha ribadito che non è necessariamente vera il legame tra alto impact e qualità.
Ha condiviso e raccontato la sua esperienza di clinico, quando prima di editare il giornale si occupava di scienze nuove che anni fa non venivano prese in considerazione. La clinica è diversa dall’esattezza anche rispettando la statistica e la matematica. Il professore ha messo in guardia dalla presenza di regole da conoscere necessariamente nel mondo della ricerca scientifica, e nel mondo accademico. La mancanza di conoscenza di tali regole espone ad un grosso rischio, che è l’abbandono dell’amore per la scienza.

Inoltre, si è dibattuto il tema del referaggio dell’articolo scientifico dal punto di vista statistico, curato dalla Professoressa Angela Alibrandi.

Relatori – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

“Il bello della ricerca è il continuum in cui ognuno aggiunge un mattoncino”.

La dottoressa ha fornito ottimi consigli utili per gli autori delle riviste. Ha spiegato che il metodo statistico è basato su un obiettivo: ogni autore prima di scrivere deve avere un obiettivo e chiedersi qual è il contributo aggiuntivo che apporta ai precedenti studi. Ciò presuppone una maggiore rewiew e un ulteriore approfondimento del tema che si vuole trattare.

Ha sottolineato anche l’importanza della pianificazione e dei metodi, di un ordine, di orientare la scrittura verso un senso logico che predispone ad una chiarezza che verrà percepita dal lettore. Consiglia di scrivere meno e meglio, e di prefiggersi come scopo la qualità, non la quantità.

A seguire sono intervenuti il Dottor Emanuele Maria Merlo, in qualità di Journal Manager, Fabio Frisone, in veste di assistente Journal della rivista MJCP, che ci hanno riportato la loro esperienza in questo ambito.
Il dottor Merlo si è soffermato sull’analisi dei ruoli dei diversi membri della rivista, invitando a ragionare intorno alla parola chiave riassuntiva dell’incontro: openpoiché afferma che l’1/3 dei soldi destinati alla ricerca si spendono per contributi che il 90% della gente non legge.

In chiusura, ricco di spunti e stimoli di riflessione è stato l’intervento dal titolo “La rivista come strumento di cultura, recensioni e rubriche”, curato dall’assistente Journal Fabio Frisone, volto a far capire quanto sia interessante e al contempo impegnativo il ruolo del referee. Per garantire accuratezza, completezza e originalità al nuovo contributo bisogna interiorizzare e far proprio il contributo, per poi consegnarlo al pubblico di lettori. Non è sufficiente una sola lettura del lavoro. Fare il referee non è solo curare la forma e il suo contenuto, ma anche interiorizzare la cultura.
Il secondo aspetto su cui ha posto l’accento è la potenzialità divulgativa dell’Open Journal. La parte divulgativa non è indispensabile in una rivista, ma per la MJCP lo è. Vengono fatte una o più recensioni di un libro pertinenti al numero della rivista. Nel loro ultimo numero hanno recensito il libro “The bible as dream” di Murray SteinPresidente dell’International Association for Analytical Psychology (iaap), membro della Chicago Society of Jungian Analysts, e impegnato nella pratica clinica privata. Editore di Jungian Analysis. Hanno scritto inviando a questo autore la loro recensione, instaurato dunque una corrispondenza, ed è stato lo stesso autore che si è offerto di scrivere un pezzo per la loro rivista. Ecco la prova della divulgazione come amore per la scienza e la cultura, per lo scambio di idee, e per il confronto.

Anche l’illustre Professor Sergio Baldari, direttore del dipartimento BIOMORF Messina, professore ordinario, e direttore della scuola di specializzazione di medicina nucleare ha speso delle parole in merito a una questione molto controversa, eppure molto comune. Il professore ha spiegato che in clinica molti pazienti arrivano con informazioni talvolta scorrette rilevate dal web, ed entrano nel panico quando il medico dà un’opinione diversa da quella che ci si aspettava.

I poveri pazienti finiscono con il domandarsi: “qual è l’informazione giusta? Quella dei medici o quella diffusa senza criterio online?

Desk – ©GiuliaGreco, Aula Cannizzaro 2019

Il Professor Settineri infine saluta affettuosamente gli studenti presenti in aula, con un auspicio:

“Vi auguro tanto successo; successo non significa essere importanti, avere successo significa essere felici. Ed essere felici significa rendere felici gli altri con il vostro prodotto.”

Per tutti i giovani studenti di medicina ha rappresentato un’occasione costruttiva di dialogo per l’università, che dovrebbe essere sempre un ambiente in cui fioriscano idee, in cui le persone, come fossero tante molecole, interagiscano tra loro reagendo e scambiandosi energia, idee, contenuti e, una volta avvenuto questo contatto, non essere più quelli di prima, ma migliori. Si è trattato di un’esperienza per cui essere grati, grazie alla quale si può veramente dire di “essere stati seduti sulle spalle dei giganti”, come disse Newton.

Daniela Cannistrà

Psicologia del mentitore – Le bugie hanno vita breve

Lo scorso Martedì 19 Febbraio si è tenuto l’incontro “Psicologia del mentitore” presso la Feltrinelli Point Messina, tenuta dal dott. Pietro La Seta.

Psicologia del mentitore, Feltrinelli Point Messina 2019

Questo incontro è stato dedicato agli studi di Paul Ekman, pioniere della comunicazione non verbale e della psicologia delle emozioni, dove sono stati affrontati gli aspetti più importanti del suo libro “I volti della menzogna – Gli indizi dell’inganno nei rapporti interpersonali”.

“Non siamo né trasparenti come il lattante, né perfettamente camuffati, possiamo mentire o essere sinceri, riconoscere le bugie o non vederle, essere ingannati o riuscire a difenderci. Abbiamo possibilità di scelta e questa è la nostra natura.” – P. Ekman

Che cos’è una menzogna? È possibile scoprire un inganno attraverso le parole, la voce, i gesti e il viso?

Figura 1 – Cal Lightman, protagonista della serie tv Lie To Me, ispirato a Paul Ekman. Immagine utilizzata durante l’incontro.

Secondo Ekman, le espressioni facciali innate, essenzialmente, sono 6: il disgusto, il disprezzo, la tristezza, la paura, la rabbia e la sorpresa (vedi Figura 1).

Allo stesso modo distingue 6 tipi di sorrisi per coprire altre emozioni: il sorriso sentito,  il sorriso di paura, il sorriso di disprezzo, il sorriso smorzato, il sorriso triste e il sorriso Chaplin. Il più delle volte, il sorriso viene usato per coprire emozioni negative, tranne nel caso del “sorriso sentito”, il vero sorriso che esprime felicità, riconoscibile grazie alle zampe di gallina che si formano intorno agli occhi.

Secondo Ekman, inoltre, le emozioni negative sono le più difficili da simulare. Siamo incapaci di muovere volontariamente quei particolari muscoli facciali. Rabbia o disgusto sono più facili.

Gli indizi possono essere rivelatori, che mettono a nudo la verità, o di falso, in cui so che l’interlocutore sta mentendo ma non so qual è la verità.

Ma come, le bugie, possono essere scoperte?

Chiaramente, la vittima può scoprire per caso le prove oppure il mentitore può essere tradito da altre persone. I segnali di una bugia ritrovabili nel mentitore possono essere manifestati dal movimento del corpo, dalle inflessioni di voce, da una respirazione affannosa o troppo profonda, dal cambiamento di espressione del volto, dalla deglutizione della saliva, pause lunghe, ecc …

In questi casi, la macchina della verità non individua le menzogne come un metal detector ma rileva, e rivela, i segni di emozione (sudorazione, respirazione, pressione sanguigna), l’individuo si troverà in una situazione di massima apprensione per il rischio di essere scoperto.

Il senso di colpa può venire forse per il fatto stesso di mentire o per il contenuto della bugia, in ogni caso è diverso dalla vergogna. Tra l’altro si prova meno senso di colpa se si mente a persone che, secondo noi, si comportano male.

Ma questo era solo un convegno introduttivo,  continuerà su Instagram alla pagina PIETRO LA SETA (@pietro.laseta) .

Dott. Pietro La Seta, Feltrinelli Point Messina 2019

Mark Twain diceva:

Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe.

Tutte queste lezioni di Ekman non devono essere usate per diventare un bravo bugiardo ma per andare a caccia di mentitori. Tutti, nella vita, abbiamo detto una bugia, soprattutto da bambini con i genitori che dicevano “Le bugie hanno le gambe corte”. Con questo libro le bugie non hanno le gambe corte, hanno vita breve grazie all’occhio allenato di chi sa riconoscerle.

Serena Votano

Fashion Week 2019

Fashion Week 2019: Un nome, una settimana all’ultimo grido che annuncia la moda in grande stile. 60 sfilate, 81 presentazioni e 33 eventi per la città di Milano, con una nuova collezione autunno/inverno di tutti quei marchi che hanno fatto sognare, non solo le mura di Milano, ma di tutta Italia. Con i migliori stilisti che hanno reso possibile l’impossibile.

A partire da Prada con il suo stile romantico in chiave dark, ironicamente gotico e pieno di rifermenti ai classici dell’horror, ispirandosi al gotico della famiglia Addams con la sua caratteristica inconfondibile: le trecce lunghe della protagonista Mercoledì. Ma quest’anno non tutti gli stilisti erano concentrati in questo grande evento, anche nel mondo della moda il nero si fa avanti, con la grande perdita di Karl Lagerfeld, sarto tedesco, stilista e fotografo, definito come: “il leggendario Kaiser della moda”… Keiser Karl, così veniva chiamato nel mondo della moda.

Un uomo che è stato fino a poco tempo fa un emblema per tutte le modelle, e a confermarlo è stata proprio una di quest’ultime, alla quale Karl ha fatto aprire gli occhi su ciò che si stava perdendo dietro la sue timidezze da ragazzina, aiutandola sempre di più per diventare una fotomodella piena di carisma. Essa dichiara che Karl ha fatto di lei una topmodel che oggi vedremo sulle passerelle con sicurezza e determinazione facendole scoprire non solo la bellezza di questo mondo, ma insegnandole la moda così come stile per sopravvivere nel mondo del “Look all’ultimo grido”. Proprio con queste ultime parole si esprime con un post su Instangram Claudia Schiffer, ricordando lo stilista: “Quello che Andy Wharhol era per l’arte, lui lo era per la moda…Colui che rendeva il bianco e il nero pieno di colore – aggiunge la Schiffer – Uno stilista che non ha mai camminato con un solo colore, cercando di farne combaciare più di uno”. Ecco come inizia una settimana ricca di colore con qualche sfumatura di bianco e nero, con il ricordo di Karl Kaiser che si fa spazio nella mente delle modelle e con le passerelle che si fanno più grandi per i loro prossimi stili.

Dalila DeBenedetto

Il ragazzo più felice del mondo

“Quando c’ho una storia per le mani e quell’entusiasmo lì io sono discretamente contento, era lui quando riceve i disegni, penso sia Gero quando troviamo l’idea giusta per far un corto. Penso che sia un fenomeno che si verifica ogni volta che la tua passione prende una concretezza e nel mio caso annulla tutto quello che c’è attorno”. Così esordisce Gian Alfonso Pacinotti, in arte Gipi, alla mia domanda su chi fosse questo famigerato ragazzo tanto felice.

Sabato 16 febbraio alla Multisala Iris di Messina è stato proiettato il film “Il ragazzo più felice del mondo” di Gipi. Presentato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, il film affronta vicende tratte da una storia vera: un fumettista, con un’innata passione per le riprese, decide di girare un documentario dai toni più leggeri che si focalizza in particolare su una domanda su cui oggigiorno in pochi si fermano a riflettere: “essere prima un uomo o un avvoltoio?”

Date del tour in Sicilia, con intervento di Gipi e Gero Arnone

Nel film vediamo un ragazzo, o meglio, quella di un ragazzo è la realtà in cui egli si rifugia; da 20 anni, reiteratamente, scrive ai suoi fumettisti preferiti elogiandoli. Tuttavia, c’è una peculiarità che accomuna queste lettere: a tutti viene recapitata la medesima, dallo stesso ragazzo, con la stessa età, gli stessi apprezzamenti, l’unica cosa che cambia è il tema del disegno che richiede, che naturalmente varia a seconda dell’artista.

Una delle lettere scritte dall’ammiratore

Gipi, insieme alla sua estroversa ed improvvisata troupe, parte all’insegna di un viaggio alla ricerca di quello che la nostra realtà –  ahimè – definirebbe tranquillamente uno squilibrato; incontrano sensitivi e grafologi i quali gli permettono di tracciare un profilo psicologico della preda perfetta.

Arrivati nella tanto attesa cittadina sul mare, casa del collezionista misterioso, Gipi sta per dare un volto al nostro fatidico ragazzo, ma c’è un problema: Gipi ci delude. Si ricorda di essere prima un uomo, e non un avvoltoio! Prende il suo pullman e sceglie di tornare sui suoi passi, decidendo di chiudere così il film.

“Per una volta ho voluto provare ad essere buono”, questa è la sua risposta alla domanda da parte di alcuni spettatori presenti in sala, forse anche un po’ delusi per un finale meno interessante delle aspettative.

Tutto sommato Gipi decide di lasciarci qualcosa. Ha conservato in una scatola tutti gli apprezzamenti di quell’ingannevole ammiratore, di un giudice che a volte può risultare distruttivo per un artista, che con le sue insicurezze, fa dello spettatore una droga quotidiana, quelle lettere che per il nostro caro regista erano divenute del tutto illusorie. Così facendo non ci ha lasciato qualcosa di effimero, non si è comportato da sciacallo e ha evitato di dare in pasto a noi, infami giudici, il piccolo uomo.

E allora mi riferisco a Te, piccolo uomo di questo film, che ti trovi tutti i giorni ad affrontare i postumi di quello che la vita ti ha riservato, sii ancora felice quando scrivi una lettera, sii felice con i tuoi disegni, non aver paura, continua a scrivere per sentirti più libero dalle costrizioni della vita. Fin quando ci saranno uomini che gioiranno per un messaggio trasmesso a pochi, più che per una cascata di “mi piace”, tu potrai continuare a gioire quando alla tua porta arriverà ancora un disegno.

Gipi, il tuo tuffo nel mondo dei buoni è riuscito, per questa notte potrai fare sogni tranquilli. In una piccola sala, come quella dell’Iris, non solo hai lanciato l’ennesimo film, ma con una buona dose di umiltà mista a spirito pratico hai anche lasciato un grande messaggio di tolleranza.

Mattia Castano

Appuntamento ogni giovedì con i concerti dell’Ateneo

Dopo aver felicemente raggiunto – con la scorsa edizione – il prestigioso traguardo dei 30 anni di ininterrotta attività, I Concerti dell’Ateneo Messinese si ripresentano al pubblico con una nuova ed interessantissima stagione; nonostante le difficoltà organizzative siano sempre maggiori, il forte intento dell’ERSU e dell’Università di non rinunciare ad un appuntamento culturale ormai divenuto “storico” ha fatto sì che anche quest’anno si potesse continuare a proporre un’iniziativa molto attesa non solo dagli studenti, ma anche da tutte le altre componenti universitarie e dall’intera cittadinanza.
Per gli studenti, in particolare, I Concerti dell’Ateneo costituiscono un’importante opportunità di crescita culturale e spirituale (come riconosciuto dall’attribuzione di crediti formativi ai frequentanti) e rappresentano anche una piacevole occasione di incontro e di socializzazione, al di là della “routine” accademica.
Il cartellone della stagione 2019 comprende – come sempre – una grande varietà di generi musicali, tale da soddisfare i più svariati interessi del pubblico, specialmente di quello studentesco: Tango, Jazz, Colonne sonore, Pop, Musical e perfino Rock.

Come è ormai tradizione, tutti i concerti si svolgeranno nell’Aula Magna dell’Università, prestigiosa sede istituzionale, il giovedì alle ore 21.

Dando uno sguardo al programma, si può notare che è stato dato particolare rilievo allo spettacolo inaugurale (31 gennaio) ed a quello conclusivo (9 maggio), che – non a caso – saranno dedicati rispettivamente al Flamenco ed al Tango, due generi che riscuotono sempre grandi consensi da parte del pubblico.
Molti degli altri appuntamenti saranno a carattere tematico e prevedono un omaggio a Mina (7 febbraio), una serata dedicata alle liriche d’amore, in coincidenza con la festività di S. Valentino (14 febbraio), celebri danze per pianoforte a quattro mani (21 febbraio), fantasie su Arie d’Opera (14 marzo), la musica pianistica americana (4 aprile) e famose colonne sonore (2 maggio).

Infine ci saranno anche alcuni concerti che spazieranno su un repertorio molto più ampio: il 7 marzo il Trio Friedrich andrà da Mozart alla musica Klezmer; il 21 marzo la Camerata Musicale Ligure proporrà il meglio della musica italiana, da Rossini alle musiche da film di Rota, Morricone e Piovani, fino alla Canzone d’autore di Fabrizio De André e Renato Carosone; la settimana successiva (28 marzo) viaggeremo fra Napoli e Broadway, con Canzoni napoletane e Musicals; infine l’11 aprile il Duo des Alpes presenterà un simpatico programma che andrà dal Barocco di Vivaldi fino al Rock di Michael Jackson!
Le premesse, dunque, ci sono tutte perché anche la stagione 2019 possa riscuotere ancora una volta il pieno favore del pubblico, che negli anni ha sempre risposto in maniera entusiastica.
“È doveroso ringraziare  vivamente il Magnifico Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, – ha detto il Maestro Roberto Metro- che, sulla scia dei Suoi predecessori, ha mostrato di apprezzare e quindi di sostenere un’iniziativa tendente ad elevare il livello culturale degli studenti del nostro ateneo; inoltre, un sentito ringraziamento va rivolto anche ai prestigiosi operatori economici che, ormai da anni, hanno legato il loro nome alla splendida realtà de I Concerti dell’Ateneo Messinese”.

Qui di seguito si allega il link per la consultazione del programma della stagione concertistica: brochure_3

Grande successo per l’evento del SISM di Messina: “La salute scende in piazza”

 

Sabato 16 febbraio dalle ore 9:30 sino alle 19:30 a Messina, a Piazza Cairoli, si è tenuto un evento fortemente voluto da diverse associazioni no profit messinesi (SISM, Cambiamenti APS, Croce Rossa Messina, Admo, Aido, Avis, Unicef, UICI, AISO, A.G.D. Messina e Nonno Ascoltami).

È Roberta Minasi, presidentessa del Sism Messina, a fornirci delucidazioni in merito all’evento:

“Già da tempo, grazie anche al prezioso aiuto del policlinico di Messina, il SISM Messina organizza iniziative di sensibilizzazione su tematiche specifiche con lo scopo di educare la popolazione alla conoscenza di alcune tematiche attuali di rilievo nell’ambito della salute e della sanità pubblica.

Il SISM, come ogni anno, si è fatto portavoce de “La salute scende in piazza”, un evento di salute pubblica, che si pone l’obiettivo di portare all’attenzione della cittadinanza sia il vero significato di “salute”, sia i suoi principali determinanti. In tal modo si rende la popolazione capace di conoscere e di conseguenza riconoscere eventuali comportamenti nocivi, facendo sì che gli stessi cittadini diventino fautori della diffusione di tale ideale.

Si tratta di un evento dedicato non solo all’intera popolazione, dai progetti per i più piccini agli screening per adulti ed anziani, ma mirato anche alla crescita e formazione degli studenti di medicina, consapevoli dell’importanza della prevenzione.

Numerose le associazioni che, già da tempo, hanno lavorato e lavorano in sinergia con il SISM e che sono scese in piazza, come la Cri Messina, che in occasione della giornata di sensibilizzazione è presente con un importante progetto: “Non sono un bersaglio”.

Il presidente del Comitato di Messina della Cri, Dottor Dario Bagnato, dichiara attraverso un’intervista che:

Sono 3.000 i casi di violenza a operatori sanitari italiani registrati nel 2018, a fronte di sole 1.200 denunce all’Inail: aggressioni a medici e infermieri in ospedale, nei Pronto Soccorso e nei presidi medici assistenziali.

Altro drammatico aspetto è quello delle aggressioni agli operatori delle ambulanze e dei danneggiamenti ai mezzi stessi. Basta leggere i giornali e troviamo frammentate ma cicliche notizie al riguardo, da nord a sud.

Ecco perché, tenendo conto dei logici distinguo, la Croce Rossa Italiana ha deciso di realizzare una campagna per denunciare, oltre a quanto accade in scenari internazionali, una realtà pressoché sconosciuta o spesso sottovalutata che ci coinvolge da vicino e che riguarda anche (e non solo) i volontari CRI: quella delle violenze ai danni dei nostri operatori e/o strutture sanitarie. Così nasce “Non sono un bersaglio”.

Il Dottor Bagnato ricorda che chi aggredisce un operatore socio-sanitario si sta precludendo la possibilità di essere curato. È come se si stesse aggredendo da solo, come suggerisce l’immagine stessa scelta per la loro locandina. Pertanto, fa appello alla coscienza di ogni cittadino onde evitare il perpetuarsi di altre violenze.

I volontari delle varie Onlus partecipanti hanno realizzato dei punti informativi affinché ogni cittadino potesse avere tutte le notizie desiderate sulle attività svolte dai gruppi associativi e più in generale sulla tutela del bene salute. Durante la giornata è stato possibile effettuare vari test di screening come quello dell’HIV (sia ematico sia salivare). È stata inoltre dedicata una particolare attenzione a due progetti, interamente indirizzati ai più piccini: lo Smile-X (progetto dei dottor clown, che effettuano ogni giovedì clown therapy al policlinico), e l’Odp, cioè l’Ospedale Dei Pupazzi: un progetto di sensibilizzazione volto a ridurre il timore dei più piccoli nei confronti del camice bianco e dell’ambiente ospedaliero: la paura viene esorcizzata attraverso dei peluche che vengono curati dai più piccoli su dei tavoli da gioco.

 

 

Gabriella Parasiliti Collazzo