Anche UVM al Festival degli Aquiloni 2023: ecco la nostra esperienza

Torna con la sua quinta edizione il Festival degli Aquiloni a Capo Peloro, per dare ancora una volta vita e colore al cielo dello Stretto di Messina. Dal 29 Settembre al 1 Ottobre 2023, tre giornate all’insegna del mare, del sole e del vento, che hanno catturato l’interesse di grandi e piccini.

L’evento, organizzato dalla Pro Loco Capo Peloro, ha visto la partecipazione del Comune di Messina, del patrocinio dell’Assessorato al Turismo della Regione Sicilia, della Città Metropolitana di Messina, di Unpli e della VI Circoscrizione del Comune di Messina, e la collaborazione con la Fondazione Horcynus Orca.

Protagonisti indiscussi delle tre giornate, numerosi aquilonisti professionisti provenienti da tutto il territorio nazionale, con la speciale partecipazione dell’Associazione Aquilonisti “I Millepiedi” di Foligno diretto da Giovanni Angelini, del gruppo Aquilonisti “Il Trio” di Bologna diretto da Giovanni Govoni, degli Aquilonisti “Eolo Gubbio” diretto da Andrea Baffoni, e degli organizzatori del famosissimo Festival Internazionale degli Aquiloni di San Vito Lo Capo, tra cui Ignazio “Capitan” Billera.

L’area che ha interessato il festival di quest’anno è più estesa rispetto a quella delle passate edizioni: comprende anche l’ex Area Sea Flight oggi Arena Capo Peloro, la spiaggia libera sotto il pilone, anche conosciuta come la “Punta”, Piazza Lanternino, e la Fondazione Horcynus Orca. La scelta di allargare la zona in cui si svolge l’evento, come ha sottolineato il Segretario della Pro Loco Capo Peloro, nonchè fondatore, Paolo Alibrandi – che noi di UVM abbiamo avuto occasione di intervistare – ha contribuito a registrare numerose visite e adesioni da parte

Non solo aquiloni: tutte le attività

Numerosi i contenuti del festival che hanno fatto da cornice alle esibizioni degli aquilonisti. Laboratori creativi, mostre fotografiche e di arte contemporanea, workshop di fotografia, musica live e performance di ballo sono solo alcuni degli eventi che hanno caratterizzato la manifestazione.

Tra le attività proposte, la “Caccia al rifiuto” dell’associazione PuliAMO Messina , l’insegnamento di manovre di disostruzione a cura del Clan del sole Gruppo Scout Agesci Messina 3, insieme al dott. Franco De Luca, e l’apertura della zona Pro Market, allestita per la vendita di artigianato.

L’area Pro Market del Festival degli Aquiloni. ©UniVersoMe

Anche questa volta il festival ha assunto una forte valenza culturale grazie alle interessanti attività di carattere artistico. Tra queste, le “Vie della poesia”, un’installazione fatta di versi scritti da autori siciliani e non, lungo un percorso che si estende da Piazza Chiesa, fino al Parco Horcynus Orca. Quest’ultimo spazio ha poi ospitato le sessioni di Live Drawing di Lelio Bonaccorso e Gianluca Gugliotta, il workshop di disegno guidato da Fabio Franchi e Carmelo Chillè dell’Officina del Sole e la “Living Library” di Crescendo Incubatore.

Testo poetico de Le “vie della poesia”. © UniVersoMe

Non mancano le attività rivolte ai bambini: i Giochi Medievali a cura dell’Associazione Cuore di Drago, lo spettacolo di bolle di sapone in Piazza Lanternino a cura di Circobaleno, e il giro sui pony organizzato da Mater Vitae, hanno fatto sorridere e divertire anche i più piccoli.

I bambini impegnati nelle attività ricreative. ©UniVersoMe

Chi c’è dietro il festival degli aquiloni

Il successo del 5° Festival degli Aquiloni di Capo Peloro si deve soprattutto ai tanti volontari della Pro Loco Capo Peloro, che nei mesi precedenti hanno dedicato tempo ed energie affinchè l’evento fosse organizzato nei minimi dettagli.

La prima edizione del Festival degli Aquiloni di Capo Peloro si tenne nel 2017, quando l’associazione era già nata da due anni, ed aveva già organizzato alcune edizioni del Capo Peloro Fest e del Mytilus Circus, il festival dedicato alla cozza di Ganzirri. «La nostra è stata la prima pro loco nata a Messina», spiega Paolo Alibrandi: «è un’associazione che ha come scopo la promozione turistica, sociale e culturale, che rappresenta la realtà territoriale legata anche alle attività produttive. Il festival è nato perché secondo noi – oltre a coinvolgere la cittadinanza – era un modo per richiamare turisti da fuori». E oggi infatti l’evento «è rappresentativo in tutta Italia di quello che è l’aquilonismo in Sicilia e non solo».

La riserva naturale di Capo Peloro

Tra gli obiettivi della Pro Loco, vi sono indubbiamente il rispetto dell’ambiente e la tutela della Riserva Naturale di Capo Peloro.  Molte delle attività incluse nel programma del festival, sono orientate in questa direzione.

Ne sono esempi IL GIARDINO DI EOLO, che rientra nel più ampio progetto della Città Metropolitana di Messina dal titolo Nodo INFEA (INformazione e Formazione Educazione Ambientale), ricco di installazioni realizzate dagli alunni degli Istituti Comprensivi Evemero da Messina e Paino Gravitelli, e i racconti dei Cantastorie dell’8 a cura dell’associazione ARB al Parco Horcynus Orca, che hanno riguardato tematiche affini alla tutela ambientale. 

La Riserva naturale orientata Laguna di Capo Peloro è un’area naturale protetta della Regione Siciliana istituita nel 2001. È un sito di importanza internazionale, inserito nel Water Project dell’UNESCO del 1972, e riconosciuto dalla Società Botanica Italiana. Basti pensare che all’interno della riserva vi sono più di 400 specie acquatiche, di cui almeno dieci endemiche. Si tratta di un’area che questa estate è stata e continua ad essere al centro degli accesi dibattiti sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto. Un ponte che, come mettono in rilievo alcuni abitanti della zona con cui abbiamo dialogato, «cancellerebbe un territorio».

Le prospettive future per le prossime edizioni

«Il nostro intento è quello di far diventare il Festival degli Aquiloni di Capo Peloro un festival internazionale, e di inserirlo ufficialmente nella lista dei primi venti festival degli aquiloni di Italia, in cui è presente anche quello di San Vito Lo Capo». Queste le parole di Alibrandi in merito ai progetti futuri dell’associazione. «Ci auguriamo per la sesta edizione di entrare in un circuito un po’ più ampio, che vada a beneficio della nostra città nell’ottica di un turismo sostenibile. Non a caso, gli aquiloni sono simbolo di libertà e leggerezza».

Ed è proprio aria di libertà e leggerezza quella che abbiamo respirato al Festival degli Aquiloni di Capo Peloro, che ha regalato tre giornate ricche di emozioni e spensieratezza ad appassionati e non, famiglie, e bambini provenienti da tutto il territorio nazionale. La manifestazione, quindi, sembrerebbe proprio essere riuscita per la quinta volta!

Giulia Giaimo

Alta Fedeltà: il mercatino dei dischi in vinile a Messina

Nel pomeriggio di Domenica 12 Maggio si è tenuto il “Mercatino del vinile” alla Stanza dello Scirocco, centro culturale che ha sede in Via Verdi dietro al Rettorato. Entrando nel locale si ha l’impressione di essere in una casa, c’è un attaccapanni sulla sinistra e un arredamento domestico rende l’aria accogliente. Questa domenica c’era musica messa da Francesco, l’organizzatore del mercatino. Francesco ha lavorato a Roma come dj per 15 anni e ha sempre lavorato con il vinile.

©SofiaCampagna – “Mercatino del vinile” , Messina, 2019

Ha raccontato un po’ di storia della musica in analogico. Innanzitutto, il vinile è plastica, il nome viene da PoliVinilCloruro, la classica plastica PVC. È un’invenzione americana degli anni ’50 che si è presto diffusa in Europa. Il primo vinile è stato il 45 giri, che significa che in un minuto il disco gira 45 volte, chiamato anche NP, cioè Normal Playing. All’inizio degli anni ’60 è arrivato il 33 giri o LP cioè Long Playing, disco di maggiori dimensioni che fa poco più di 33 giri al minuto. Il classico 45 giri conteneva un brano per lato, costava poco e aveva un’ottima qualità del suono. In quegli anni si fruiva della musica attraverso il 45 giri. La discografia era diversa, infatti prima non esisteva il concetto di album. Di un artista usciva volta per volta un nuovo brano e si comprava il 45 giri per ascoltarlo. Con l’avvento del 33 giri, che conteneva più brani per lato, di conseguenza è anche cambiata la discografia.

©SofiaCampagna – “Mercatino del vinile”, Messina, 2019

Dalla prima sala della Stanza dello scirocco, un corridoio porta alla cucina dove delle ragazze fanno del pane condito e danno a poco calici di vino a km zero. In fondo al corridoio c’è una seconda sala con un divano e dei mobili su cui erano messi in esposizione i dischi dei quattro venditori. Ma come si fa a stimare il valore di un disco in vinile? Questi venditori esperti in materia, hanno risposto che i criteri sono: reperibilità, stato di conservazione del disco e qualità del vinile: può essere più o meno spesso; se è più spesso suona meglio perché ha un solco più profondo. La puntina di diamante entra nel solco mentre il disco gira sotto, all’interno di questo ci sono incisioni trasversali (per questo si dice “incidere” un disco) che fanno vibrare in su e in giù la puntina. Queste vibrazioni sempre differenti vengono portate ad un trasduttore che le trasforma in suono. Se il solco è più profondo la vibrazione della puntina è maggiore e il suono è migliore.

©SofiaCampagna – “Mercatino del vinile” , Messina, 2019

Il locale ha anche un terrazzo che dà sulla strada con dei tavolini dov’è riunito un gruppo di amici. Molti di loro sono troppo giovani per aver vissuto gli anni in cui l’unico modo per ascoltare musica era il vinile, non sono quindi lì per cercare dischi sentiti in gioventù, ma per passione. Sorge spontaneo chiedersi perché preferiscano ascoltare musica da un disco in vinile invece che da un CD. Hanno risposto che per ascoltare buona musica in vinile bisogna avere un buon impianto: giradischi, amplificatore e casse. Inizia a essere considerato valido dai 600 euro in su. E naturalmente la qualità del disco deve essere buona. Con queste prerogative i motivi che fanno appassionare al suono del vinile sono diversi. Alcuni dicono che il suono è più caldo e più fedele alla realtà, come se il cantante fosse lì presente nella stanza. Altri dicono che è una questione di atmosfera. Con gli apparecchi di oggi si può certamente ottenere una qualità dell’audio migliore, è il gesto di rito che fa la differenza. Si prende il disco dalla copertina con attenzione senza toccare la parte incisa su cui dovrà scorrere la puntina, lo si mette sul giradischi e il disco inizia a girare senza suono, si porta il braccio e quindi la testa del giradischi sulla parte più esterna non incisa e delicatamente si appoggia, si attende che la puntina arrivi al solco e che il brano inizi. Allora il movimento diventa musica. Nel CD non si vede questa trasformazione mentre avviene, il disco sparisce nella bocca dello stereo. Non sei tu con gesti precisi e delicati a dare vita al suono. Tra di loro c’è chi ama ascoltare in vinile il genere Jazz, chi l’Opera Lirica, chi ha invece a casa la collezione completa dei vinili di Guccini. Moltissimi sono concordi sul fatto che da ascoltare in vinile non c’è niente di meglio che i Beatles.

©SofiaCampagna – “Mercatino del vinile”, Messina, 2019

Il prossimo mercatino si terrà probabilmente dopo l’estate. Ma non finisce qui, alla stanza dello scirocco accadono molte altre cose interessanti: Mario, il presidente del Centro Culturale, ha detto che alla Stanza dello Scirocco si organizzano eventi con cadenza settimanale come un corso gratuito di English Conversation, e mostre. Ad esempio domenica era in mostra un artista che fa opere con piccoli giocattoli per bambini e oggetti colorati. Spesso si organizzano anche aperitivi sociali con vini locali e cibo a poco.

                                 Flavia Tecleme