Alla (ri)scoperta delle scuole superiori di Messina: Ainis

Nuova puntata delle rubrica dedicata ai personaggi a cui sono intitolate le scuole superiori messinesi. Oggi è il turno del Liceo “Emilio Ainis”, sito nella zona di Provinciale, poco più avanti della Villa Dante.

L’istituto presenta un’offerta formativa articolata in diversi indirizzi: il Liceo delle Scienze Umane, il Liceo Economico Sociale, il Liceo Linguistico e il Liceo Musicale.

La scuola è intitolata a Emilio Ainis, soldato messinese la cui storia non è molto conosciuta.

©Angela Cucinotta – Il Liceo “Emilio Ainis”, sito in zona Provinciale, Messina

Chi era Emilio Ainis?

Per conoscere la storia di questo giovanissimo soldato messinese dobbiamo tornare indietro fino al 1895.

Siamo in una fase di grandi cambiamenti: l’Italia sta vivendo quella delicata e incerta fase del passaggio di secolo. Ogni nazione, in Europa, attua articolate campagne espansionistiche seguendo l’onda dell’Imperialismo.

Infatti sotto la guida del governo Depretis, il nostro paese aveva fondato una colonia in Eritrea.

Il suo successore –Francesco Crispi– organizzò invece una spedizione per l’Etiopia, allora denominato “Regno di Abissinia”.

Emilio Ainis era un soldato appartenente alla cosiddette “Batterie siciliane” e, nello specifico, era un Tenente della batteria comandata dal Generale Masotto.

In vista dell’imminente spedizione in Etiopia, il Generale Masotto decise di condurre delle esercitazioni speciali con i suoi uomini nell’estate del 1895.

Si trattò di un addestramento sulle montagne della provincia (Rometta, Santa Lucia del Mela, Novara di sicilia).

Arrivò poi l’ordine di partenza.

I soldati, insieme ai superiori, si imbarcarono alla volta dell’Africa.

Le testimonianze storiche ci suggeriscono l’entità del calore dimostrato dalla cittadinanza ai suoi giovani soldati.

Era la mattina del 18 dicembre e la folla salutò con grande affetto i suoi; presenti anche diverse delegazioni cittadine e il sindaco della città.

Tuttavia la campagna in Etiopia, come sappiamo, fu una disfatta.

Il destino della batteria di Ainis si decise l’1 marzo ad Adua, quando si trovò messa alle strette, come tutti i reparti italiani, da parte dell’esercito abissino.

Tutti i membri della Batteria Masotto morirono obbedendo all’ordine di sparare fino all’ultimo colpo.

Emilio Ainis fu l’ultimo, tra i compagni, a perdere la vita.

Secondo la testimonianza di un superstite, Ainis, in quanto ultimo sopravvissuto, assunse il comando continuando a ordinare di sparare.

Perse la vita quando fu finito a sciabolate tra l’artiglieria.

Emilio Ainis – Fonte: fortecavalli.it

Qualche dettaglio in più su Emilio Ainis

Emilio Ainis, nella Batteria Masotto aveva il grado di Tenente. Quando partì per l’Africa aveva solo 22 anni e lasciava a Messina moglie e figlioletto, in quanto era diventato padre da pochi mesi.

Si racconta tenesse sempre al cuore delle foto di suo figlio.

Fu insignito di medaglia d’argento alla memoria.

Giubba del Tenente Ainis conservata alla Caserma Ainis – Fonte: fortecavalli.it

Come la città ricorda il suo soldato

Le fonti storiche a testimonianza della vita militare di Emilio Ainis sono custodite nell’area museale del 24° Reggimento Artiglieria “Peloritani”, nella Caserma Ainis, a lui intitolata.

 

Qui sono conservate la sua giubba decorata e un dipinto che lo raffigura. È presente inoltre un diorama che rappresenta lo schieramento tenuto dai soldati in quel fatidico primo marzo.

 

Inoltre, quello di Ainis è anche il primo nome inciso sul monumento dedicato alla Batteria Masotto, nella piazza della Passeggiata.

©Angela Cucinotta – Monumento dedicato alla Batteria Masotto, Messina 2021

Alla prossima!

Concludiamo dandovi appuntamento al prossimo articolo, in cui conosceremo le personalità legate all’ultimo istituto statale della città dello Stretto: l’ I.S. “G. Minutoli“.

 

Angela Cucinotta

 

Fonti:

fortecavalli.it

ainis.edu.it

Il musicale dell’Ainis in protesta. L’intervista: “Vogliamo quel 25%. La videocamera uccide la musica.”

(fonte: gazzettadelsud.it)

Arrivano nuove reazioni alle misure restrittive imposte, a partire dal 24 ottobre, dall’ultimo DPCM e dalle ordinanze dei vari consigli regionali. Avevamo già parlato qui delle proteste dei lavoratori; oggi sono le scuole a prendere la parola.

In particolare, gli studenti dell’indirizzo musicale del Liceo Emilio Ainis di Messina si sono assentati per due giorni, 26 e 27 ottobre, dalle lezioni in via telematica in segno di protesta contro la D.A.D. (Didattica a Distanza). Hanno inoltre emesso un comunicato, firmato da 87 degli studenti in questione, che è stato pubblicato da diverse testate giornalistiche.

Per approfondire meglio la questione, abbiamo deciso di ascoltare i pareri di alcuni dei diretti interessati.

Come nasce l’iniziativa

“Tengo a sottolineare che è un iniziativa degli studenti del musicale e non sono stati affatto indirizzati dai docenti. Dal punto di vista logistico, ci sono delle discipline che presuppongo il contatto diretto con lo strumento, della presenza dell’insegnante che fa strumento o musica d’insieme, forme laboratoriali per cui hanno delle difficoltà in più.”

Afferma il professore Cesare Natoli, insegnante di storia e filosofia presso l’indirizzo musicale del Liceo Ainis.

“Noi viviamo di musica e fare una lezione di strumento in D.A.D. non è la stessa cosa. In primo luogo perché sarebbe necessaria una strumentazione costosissima, dal momento che le classiche attrezzature tendono a ‘tagliare’ frequenze, sia alte che basse, per comprimere il suono. Dunque, non si sentirebbe allo stesso modo. Le materie che più ne risentono, oltre Strumento, nell’ambito musicale sono – ad esempio – tecnologie musicali. Anche Teoria di analisi e composizione è una materia che necessita di un approccio di presenza.”

Aggiunge lo studente Emanuele Arena, rappresentante degli studenti del Liceo Emilio Ainis.

Le richieste degli studenti

Quando gli abbiamo chiesto a cosa mirasse la loro iniziativa, la risposta è stata secca:

“Noi puntiamo tutto su quel 25%. Uno schermo, una videocamera uccidono la musica.”

Ed in effetti, il 25% è la percentuale che il DPCM aveva concesso per le lezioni in presenza. Gli istituti superiori siciliani si sono tuttavia dovuti conformare all’ordinanza regionale del presidente Musumeci che prevede un 100% di D.A.D. fino al 13 novembre. La richiesta è proprio quella di adeguarsi alla normativa nazionale. D’altro canto, una recente comunicazione del Presidente Regionale prevede che, per motivi logistici di particolare esigenza (e potrebbe rientrarvi il caso del liceo musicale) e per gli studenti con gravi disabilità sia possibile svolgere la didattica in presenza. Sarebbe per loro un risultato già significativo.

Alla protesta dei ragazzi si sono uniti anche molti genitori e professori, che continuano ad accompagnarli in questa situazione di criticità. A tal proposito, il professor Natoli, portavoce del gruppo ‘Scuola in presenza’, assieme ai colleghi intende organizzare una manifestazione di protesta che si svolgerà – nel rispetto delle misure anti-covid – giorno 7 novembre presso Piazza Unione Europea (Municipio). I dettagli sono reperibili sull’omonimo gruppo Facebook. Essa intende coinvolgere il mondo della scuola (docenti, studenti, personale ATA, genitori), dell’università e gli operatori culturali del teatro e della musica (ricordiamo le associazioni concertistiche messinesi come l’Accademia Filarmonica, la Filarmonica Laudamo e l’Associazione Bellini. Questi ultimi settori, colpiti dall’ultimo DPCM, sono stati costretti a chiudere dopo aver compiuto molti sacrifici per adattarsi alle misure anti-virali promosse negli ultimi mesi dal Ministero della Salute e dal comitato tecnico scientifico.

“Il fatto che siano stati minati i centri di cultura come i teatri, per noi che amiamo la musica e lo spettacolo e tutto ciò che è annesso, è stato un colpo. Noi rendiamo di questo, dopotutto.”

Continua Emanuele, tenendo in considerazione anche i risvolti che tali misure potrebbero avere sul futuro lavorativo di questi studenti.

(fonte: tg24.sky.it)

Il futuro della società e l’importanza dell’arte

Il professore si abbandona poi ad una riflessione: “Quale umanità stiamo difendendo?”, si domanda, prendendo spunto dalla riflessione di uno dei maggiori filosofi italiani, Giorgio Agamben.

“Il bios, il restare in vita, è senza dubbio sacrosanto. Tuttavia, non possiamo limitarci solo a questo poiché l’umano eccede il bios, va oltre il semplice restare in vita. Se tutto il resto viene trascurato, allora ci stiamo degradando. Il covid, probabilmente, ha semplicemente scoperchiato la questione. Ma si tratta di un processo che affonda le proprie radici lontano nel tempo.”

(fonte: stateofmind.it)

Nell’esprimere la propria preoccupazione per il futuro della cultura e dell’uomo come animale sociale, il professore ha offerto anche una propria visione di quelli che potranno essere i possibili scenari di una società post-covid. Ad una visione (considerata ‘idilliaca’) del ritorno alla normalità si accosta la possibilità che, da scelte così drastiche e necessarie, derivino conseguenze altrettanto importanti anche per la vita in società.

“Bisogna fare in modo che l’emergenza rimanga emergenza”

Ossia che non si trasformi in normalità. Fondamentale è ben soppesare i rischi derivanti da un non adeguato controllo dell’epidemia ai rischi derivanti da altre cose, come le questioni legate allo sviluppo relazionale dell’individuo.

Ed in tal senso, si sa, l’arte ha la straordinaria capacità di unire oltre ogni barriera.

“L’arte è libertà d’espressione.”

Afferma, infine, Emanuele alla domanda su cosa essa rappresenti per un qualsiasi ragazzo.

Guai a dimenticare il valore dell’arte, linguaggio universale capace di unire i popoli laddove l’incomprensione li divide.

 

Valeria Bonaccorso

Messina che non rinuncia: l’interessante iniziativa della Notte della cultura in TV

Agli albori della fase 2 e soprattutto con l’arrivo della bella stagione, è forte il desiderio di uscire e percorrere le strade di Messina, sede della nostra università.

Per tornare alla normalità ci vorrà ancora un po’ di tempo ma nel frattempo, su proposta degli assessori Enzo Caruso (Assessore alla Cultura) e Salvatore Mondello (Assessore ai Beni Culturali) potremo godere di alcuni scorci inediti della città.


L’iniziativa ha come obiettivo la realizzazione di una Notte della cultura alternativa, dal tema “Curiosità, luoghi e monumenti della Messina sconosciuta”.

L’amministrazione comunale infatti aveva previsto, per i mesi di maggio e giugno, questo tipo di evento culturale ma a causa dell’emergenza sanitaria, chiaramente, non è stato possibile organizzarlo.

Tuttavia, così come molte altre attività, anche la cultura non si ferma e, grazie alla collaborazione di diverse emittenti locali, i messinesi avranno la loro Notte della cultura.

Si tratta di una proposta anche nell’ottica del servizio alla persona, con la speranza che possa essere utile al benessere psichico dei cittadini, ormai limitati alla propria abitazione da tempo.

Il primo appuntamento sarà venerdì 8 maggio alle 20.30 su Rtp.

Nell’ambito del programma “Scirocco“, condotto dal giornalista Emilio Pintaldi, avremo la possibilità di visitare virtualmente luoghi inediti della nostra città.

Ecco quali:

  • Il Palazzo S. Elia, sede della Brigata Meccanizzata Aosta
Google Maps

Via del Vespro, nei pressi di Via Garibaldi.

Non troppo lontano dalla sede centrale della nostra Università.

 

  • Il Palazzo della Guardia di Finanza
Google Maps

In Via Tommaso Cannizzaro.

Vicinissimo a Piazza Cairoli e nei pressi della Stazione Centrale.

 

  • Il Salone Storico del 24° Rgt. Artiglieria dedicato ad Emilio AINIS
Google Maps

In Via Taormina nella Caserma Ainis.

Si trova un po’ prima del Policlinico Universitario e del Capolinea Zir del Tram.

 

  • Il Centro Operativo VTS della Capitaneria di Porto (località Forte Ogliastri)
Google Maps

Si trova in linea d’aria diretta all’imbarco traghetti.

 

  • Il Palcoscenico del Teatro Vittorio Emanuele
Google Maps

In Via Garibaldi.

A metà tra il Municipio e la fermata del tram Boccetta.

 

  • I reperti pre-terremoto custoditi al Museo Regionale
Google Maps

Si trova sul viale della Libertà, proprio di fronte al capolinea del tram Museo.

 

Angela Cucinotta