What’s in my bag. Survival edition. L’Unione Europea e il kit per la guerra

Crisi e sfide sempre più complesse quelle che l’Unione Europea si trova ad affrontare. Guerre, pandemie, catastrofi naturali. E no, non è l’inizio di un film apocalittico. È la realtà che il mondo, gli Stati, le istituzioni e noi cittadini stiamo vivendo quasi giornalmente, assistendo a morti innocenti, disastri naturali e aggressioni armate.

Il 26 marzo la Commissione e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea lanciano il piano di Bruxelles per preparare l’Europa alle crisi. Infatti, l’UE cerca un piano preventivo per assicurare ai cittadini un’autosufficienza per almeno 72 ore. “Va proprio cambiata la mentalità“, dice la Commissione europea. Il punto centrale  di questa strategia è non farsi mai trovare impreparati.

Acqua, cibo, farmaci, documenti. Sono alcuni dei punti della Preparedness Union Strategy, la nuova strategia  dell’Unione Europea  in caso di crisi su larga scala, compresi gli scenari di guerra.

OBIETTIVI E AZIONI CHIAVE DELLA STRATEGIA

La strategia include 30 azioni concrete e un piano d’azione dettagliato, che prevede strumenti differenti in base alla crisi che si dovrà affrontare.

Tra le novità previste:  una definizione dei criteri minimi di preparazione per i servizi essenziali, quindi ospedali, infrastrutture, trasporti e comunicazioni. Oltre il potenziamento di risorse necessarie, tra cui medicine, acqua, cibo, vaccini, sono fondamentali delle indicazioni precise, non solo per gli Stati ma anche per i cittadini.

Ma perché questa strategia viene presentata proprio ora?

L’idea di fondo è che la popolazione sia preparata. Emergenza covid e guerra in Ucraina hanno dimostrato che dobbiamo essere pronti all’inaspettato. L’Europa ha bisogno di un piano più strutturato, così da non sottovalutare le minacce intorno a noi ed essere pronti a eventuali crisi globali.

Il kit di emergenza in caso di guerra secondo l'UE
Il kit di emergenza in caso di guerra secondo l’UE photo: Il Quotidiano Nazionale

In questa strategia c’è molto altro.

Nel piano viene evidenziato che anche i programmi scolastici dovrebbero essere integrati con apposite lezioni sulla preparazione alle crisi da affrontare. Si pensa addirittura a una giornata europea della Preparazione. E ancora si prevedono delle esercitazioni comuni, in modo che tutti sappiano cosa fare e come comportarsi in caso di emergenza.

Il piano include naturalmente un rafforzamento e un potenziamento della cooperazione civile-militare, attraverso varie indicazioni a livello superiore: ad esempio verrà creato un  hub di crisi europeo, in modo da integrare meglio la risposta tra tutte le strutture che già esistono.

Si tratta di linee guida che dovrebbero essere integrate nel più breve tempo possibile all’interno delle politiche e dei programmi degli Stati europei

UN CAMBIO DI MENTALITA’ PER L’UNIONE EUROPEA

Ursula von der Leyen, presidente della commissione europea ha spiegato che “ad ispirare la strategia è stato un rapporto dell’ex presidente finlandese Sauli Niinistö” che, subito dopo l’invasione russa dell’Ucraina, aveva lanciato l’allarme sulla sicurezza europea e aveva esortato tutti quanti ad alzare il proprio livello di preparazione. Dobbiamo allenarci di nuovo alla preparazione.

Un concetto che la vicepresidente della commissione Roxana Mînzatu ha voluto riassumere con un proverbio usato in Romania, il suo paese: costruisci la slitta d’estate e i carri d’inverno.

Ma quindi, quale è la minaccia più urgente a cui dobbiamo prepararci?

Per la commissaria europea alla gestione della crisi la belga Hadja Lahbib ci sono almeno “450 milioni di motivi per essere meglio preparati“, ha annunciato pronunciato il 26 marzo in conferenza stampa.

Il mio kit di sopravvivenza è già pronto, tutto ciò che mi serve è nella mia borsa“. Con queste parole la commissaria ha presentato in un video ironico sul suo profilo X la “borsa della resilienza”. Nel video Lahbib elenca il contenuto della sua borsa, che contiene documenti di identità, acqua, torcia, occhiali per vedere (o no) quello che succede, un coltellino svizzero, fiammiferi e accendino, medicine e cibo in scatola.

“Ovviamente dei contanti, perché nel bel mezzo di una crisi la tua carta di credito può essere solo un pezzo di plastica”, ha detto la commissaria, aggiungendo anche un mazzo di carte, una power bank per il cellulare e un radio portatile.

RISPOSTE DALL’ITALIA

Non è un piano pensato perché ci si aspetta di essere invasi domani e trascinati in guerra.

È un piano per renderci pronti ad ogni evenienza, per non ripetere delle scene come quelle che abbiamo visto durante la pandemia di covid: persone che prendono d’assalto i supermercati oppure di mascherine che di colpo non si trovano più perché le produzioni sono tutte bloccate.

Non sono mancate le polemiche su questo piano. Gli eurodeputati del Movimento 5 stelle hanno accusato la commissione di fare terrorismo psicologico, di essere guerrafondaia e di alimentare una spirale di paura che invece dovrebbe finire.

Immigrazione, il governo ha attivato lo “stato d’emergenza”. Che significa?

Dal giorno uno al giorno attuale di governo il tema dell’immigrazione s’è pian piano arroventato. Il “surriscaldamento” ha avuto inizio con i primi contenziosi Francia-Italia sulla gestione delle navi migranti, è proseguito con le particolari operazioni di distribuzione degli sbarchi operate dal Viminale e ha avuto il suo culmine nella triste tragedia di Cutro.

Quindi ora, dopo che ulteriori eventi “minori” hanno ricordato che nulla è stato risolto, l’amministrazione Meloni ha deciso di ufficializzare la questione come “un’emergenza”, aprendosi un fronte di nuove possibilità gestionali. Particolarmente, cosa comporterà la nuova definizione? Cos’è uno “stato d’emergenza”? E quante “emergenze” sono riconosciute tali nel panorama nazionale? Di seguito le risposte a ogni domanda.

 Immigrazione, mezzi speciali per “l’emergenza”

Riporta le informazioni Il Sole 24 Ore. Lo scorso martedì, in seno al Consiglio dei ministri, il governo ha deliberato lo stato di emergenza per l’intera Nazione a causa dell’incontrollabile incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo. Almeno, questa è stata la motivazione formalmente concessa per attuare una modifica dello status quo, fondata principalmente su un dato: nel 2023 i migranti giunti in Italia sono 31.200, il +300% rispetto all’anno scorso.

La nuova definizione è stata voluta per sbloccare l’utilizzo di mezzi e poteri straordinari, utili ad affrontare la questione. L’atto amministrativo che la regola avrà valore almeno per sei mesi, oltre i quali potrà essere prorogato. L’effetto immediato della sua entrata in vigore è stata la liberazione di una tranche pari a cinque milioni di euro, subito disponibili per il contenimento della criticità.

La delibera stabilisce uno stanziamento di risorse finanziarie da destinare agli interventi urgenti. Istituisce inoltre, come fonte finanziaria da cui attingere, il Fondo per le emergenze nazionali, che può essere progressivamente incrementato nel corso della durata dello stato di emergenza. Il provvedimento può avere anche un rilievo solo locale o regionale. Quando è di tipo nazionale non può superare i dodici mesi ed è prorogabile per altri dodici mesi al massimo.

Dopo il primo stanziamento di cinque milioni, si prevede che l’esecutivo ne stanzierà altri quindici. Il totale sarà impiegato prevalentemente per creare nuovi posti d’accoglienza e favoreggiare azioni di rimpatrio.

Immigrazione
GNV Azzurra. Fonte: Giornale di Calabria

Storia delle “emergenze” in Italia, c’è un precedente sull’immigrazione

Riporta le informazioni Openpolis. In Italia al momento sono in vigore circa una ventina di provvedimenti di questo tipo. Ma, cosa più sconvolgente, dal 2013 ad oggi nel nostro Paese lo stato di emergenza è stato dichiarato ben 127 volte. In 102 casi si è trattato di danni causati da eventi meteorologici, in 8 di eventi sismici o di origine vulcanica, in 7 emergenze internazionali, in 6 di eventi ambientali e sanitari (tra cui l’emergenza Covid-19) e in 4 di emergenze non gestite direttamente dalla protezione civile.

Esiste anche un precedente in materia di migranti. Nel 2011, infatti, il governo Berlusconi aveva varato un piano di equa distribuzione nelle regioni dei profughi provenienti dal Nordafrica, fruendo della stessa base legislativa, allora leggermente diversa nella sostanza.

“Emergenze”: lo strumento normativo che le definisce

Lo stato d’emergenza nazionale è regolato dall’articolo 24 del Codice della Protezione civile sulla base di alcuni requisiti definiti nell’articolo 7:

Emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall’attività dell’uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d’intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo“.

Gabriele Nostro

Emergenza siccità: in Italia scende il livello di molti fiumi e cresce la preoccupazione

Domani, mercoledì 22 Giugno si terrà una seduta straordinaria della conferenza delle regioni e delle provincie autonome. Uno dei temi principali della conferenza sicuramente sarà l’emergenza legata alla siccità. Con le temperature che in questo periodo sono in continuo aumento, si sta osservando un preoccupante calo dei raccolti, soprattutto di quelli la cui efficienza è legata alle acque del fiume Po.

Gli effetti dell’emergenza climatica e il livello del Po che scende drasticamente

la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, la Coldiretti (Confederazione Nazionale Coltivatori Diretti) ha constatato che in una zona di Pavia il livello del Po è diminuito in maniera maggiore rispetto al ferragosto di un anno fa.

Meuccio Berselli, segretario generale di AdBPo (l’autorità di bacino), ha dichiarato:

«La situazione sta diventando drammatica, perché oltre al fatto di avere una portata limitata e le piogge che stanno mancando, abbiamo altri due fattori molto importanti. La temperatura è più alta di 2-3 gradi, in alcuni punti anche quattro gradi, rispetto alla media del periodo. E manca completamente la risorsa della neve, quindi il magazzino e lo stoccaggio in montagna».

Difficile non ricollegare tale situazione all’emergenza climatica che sta colpendo il globo. Nonostante le varie proteste legate al tema da parte di alcuni movimenti (uno su tutti il Fridays for Future) chi sta al potere non sembra ancora intenzionato a compiere azioni incisive. Molto spesso sembra che il tema addirittura non desti interesse. Ciò probabilmente a causa del fatto che gli effetti del cambiamento climatico appaiono lontani dalla nostra realtà, ecco perché nell’osservare la situazione odierna del Po e di altri bacini situati in tutta la penisola molta gente si stupisce.

Nella speranza che si adottino misure su larga scala per cercare di attenuare la crisi climatica e ambientale, è impossibile non focalizzarsi sull’attualità e quindi risulta fondamentale cercare di porre rimedio alla discesa del livello del Po e scongiurare l’ipotesi di un’emergenza che si continui ad allargare coinvolgendo altre fonti di irrigazione. A proposito di ciò il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, sembra avere le idee chiare, ecco le sue parole:

«Dobbiamo chiedere lo stato di emergenza, collegato all’intervento della Protezione civile. Dobbiamo investire in tempi brevi sui bacini di accumulo. Rispetto a tutto ciò che concerne il tema depurazione non dobbiamo creare ostacoli perché c’è un 12 per cento di acqua che non ha le caratteristiche. Dobbiamo creare le condizioni per cui quel 12 per cento vada esattamente in linea con quelli che sono parametri che noi pretendiamo nel riutilizzo dell’acqua depurata, ma dobbiamo avere l’intelligenza di poter utilizzare tutto ciò che ci sarà messo a disposizione. Sennò le difficoltà ricadranno sul nostro mondo».

Immagine del fiume Po. Fonte: ilmeteo.it

Il Tevere in difficoltà. Nicola Zingaretti: “Calamità naturale”

Anche il livello del Tevere sembra essere il più basso registrato dopo anni. Nel bollettino dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino Centrale molta è l’attenzione riservata al problema della scarsa quantità di pioggia:

«Le precipitazioni cumulate sul territorio dell’ATO2 – Roma, aggiornate al mese di aprile 2022, denotano un significativo deficit pluviometrico rispetto alle condizioni medie di lungo termine. l’eventuale accadimento di precipitazioni ‘nella norma’ per il periodo primaverile ed estivo non sarebbero comunque sufficienti per recuperare il deficit accumulato»

Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti nell’esprimersi sullo stato attuale del Tevere appare molto preoccupato. Ecco le sue dichiarazioni:

«Nelle prossime ore proclamerò lo stato di calamità naturale, servirà ad adottare immediatamente le prime misure e a invitare i sindaci alle prime norme di contenimento. Ovviamente dobbiamo prepararci ad una situazione che sarà molto critica che dovrà basarsi sul risparmio idrico di tutte le attività a cominciare dai consumi familiari».

Immagine del Tevere. Fonte: roma.corriere.it

Le condizioni in cui versano i fiumi più importanti d’Italia sembra disastrosa. La sensazione è che l’emergenza legata al clima stia pian piano passando dall’essere un’emergenza “astratta” ad essere un qualcosa di tremendamente concreto, un gravissimo problema. A questo punto ciò che risulta necessario è l’azione, agire prima che sia troppo tardi.

Francesco Pullella

Evacuazione notturna a Vulcano. Cosa sta accadendo sull’isola eoliana negli ultimi giorni

Grande preoccupazione a Vulcano, nell’arcipelago delle isole Eolie: ieri è iniziata l’evacuazione delle abitazioni dell’area portuale e delle zone limitrofe – al momento con interdizione solo notturna, dalle 23 alle ore 6 – , dopo che venerdì 19 novembre il governo Musumeci ha dichiarato lo stato di crisi e di emergenza regionale per via dell’isola, in cui è immediatamente scattata l’allerta gialla, in particolare su tre zone dell’isola. 

Fonte: corrieredellacalabria.it

Le ragioni di tale allarmismo sono riconducibili al vertiginoso aumento di CO2 nell’aria, che sta mettendo a dura prova la salute dei residenti. L’obiettivo è quello di avviare tutte le iniziative possibili in grado di garantire una risposta operativa sul territorio, mitigare i rischi e assistere al meglio la popolazione colpita dal progredire nelle ultime settimane dei fenomeni vulcanici.

L’ordinanza del sindaco

Il sindaco di Lipari Marco Giorgianni ha già provveduto a disporre un’ordinanza che da oggi, lunedì 22 novembre, coinvolgerà 100-150 persone residenti (dei 300 abitanti complessivi, all’incirca), alle quali sarà proibito dormire dalle 23 alle 6 nelle proprie case perché situate nella zona di rischio.

Il sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. Fonte: Youtube.com

L’ordinanza sarà in vigore per un mese, durante il quale sarà vietato lo sbarco dei turisti, mentre continuerà ad essere consentito l’ingresso sull’isola ai pendolari. Escluse dall’ordinanza le località di Piano, Gelso e Vulcanello – essendo al momento ritenute sicure – ed è inoltre previsto il raddoppio h24 della guardia medica. Ad ogni modo, diverse famiglie dell’area di rischio dispongono di villette a più piani che pertanto potranno considerarsi tranquille se risiedenti ai piani alti.

Durante le ore diurne sarà consentito il normale svolgimento delle proprie attività, anche nella zona rossa, e sarà possibile frequentare le proprie case.
La durata di un mese dell’ordinanza servirà a dare il tempo alla INGV di raccogliere dati più precisi che possano prevedere dove potrebbero convergere i gas emessi dal Vulcano.

I rischi

A preoccupare i vulcanologi dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) e la protezione civile del luogo sono le continue fuoriuscite di fumi con gas, anidride carbonica e solforosa da più punti alle pendici del vulcano, oltre che dal cratere. Essendo che l’anidride carbonica pesante tende ad andare verso il basso, il sindaco teme per le conseguenze sulla popolazione.

Fonte: blogsicilia.it

Trasferimento e aiuti

A causa del divieto di pernottamento nelle zone di rischio, gran parte delle persone dovrà recarsi nelle seconde case, da amici o parenti, e anche nelle strutture turistiche alberghiere delle zone fuori pericolo che si sono messe a disposizione per fronteggiare l’emergenza.

Tali famiglie saranno aiutate da un contributo mensile quantificato dall’ordinanza sindacale per l’autonoma sistemazione: previsti 400 euro per i nuclei mono familiari, 500 euro per quelli composti da due persone, 700 euro per i nuclei da tre unità, 800 euro se il nucleo è di 4 o più soggetti.
Il Comune, in ogni caso, cercherà delle soluzioni per chi non avrà provveduto in autonomia, dando la priorità a famiglie con disabili gravi, poi i fragili e gli altri nuclei familiari a seguire. Eventuali costi extra sostenuti dai cittadini saranno rimborsati.

Le parole dell’esperto

Il direttore della Sezione Ingv di Palermo, Francesco Italiano, già noto alle Eolie per aver guidato la scoperta dei sistemi idrotermali sottomarini nell’isola di Panarea e dintorni, ricorda a proposito di Vulcano che:

«al momento il serio problema è rappresentato dalla massa di gas aumentata a dismisura. Dopo aver monitorato la parte geochimica dell’isola è stato accertato che i valori giornalieri di CO2 da 80 tonnellate sono lievitati a 480. Ecco perché è rischioso vivere nella zona rossa dove odore e calore sono segnali ai quali non bisogna essere esposti. Elementi che fanno capire che è meglio non dormire lì».

Fonte: zerozeronews.it

Le parole del sindaco Giorgianni suggeriscono una simile preoccupazione:

«Ci sono dei dati che riguardano l‘aumento dei gas – ha spiegato – che creano preoccupazione molto forte perché possono essere pericolosi per la salute pubblica. C’è un gas pesante al suolo che riduce la quantità di ossigeno che crea difficoltà respiratorie che possono avere effetti letali. Questo il dato giornaliero: 480 tonnellate di C02. Il dato normale è di 80. Poi dipende anche dal vento. Se si distribuisce in un territorio limitato diventa pericoloso, se in un territorio più vasto è meno pericoloso. Qualcosa quindi dobbiamo fare? Bisognerà fare una campagna in tutta l’isola per accertare i reali valori di gas e altro. Quando avremo i risultati di questo monitoraggio a tappeto si decideranno i nuovi provvedimenti».

Muscarà, la rassegnazione di un isolano

Tra gli isolani (chiamati ‘’vulcanari’’) aleggia uno stato di diffuso timore, come conferma Peppino Muscarà, membro di una delle famiglie storiche dell’isola:

«La situazione a Vulcano non è affatto buona, mi domando se la situazione fumi e gas dovesse restare così per anni… che futuro potrà avere l’isola e i suoi abitanti. Nessuno può garantire che torneremo come prima, nessuno scienziato può garantirlo. Che ne sarà’ delle nostre case, delle nostre attività, del lavoro, dei nostri animali e del turismo? Purtroppo – conclude – in questo caso non esiste un piano “B”, abbiamo a che fare con un Vulcano di natura esplosiva in una isoletta di 21 km quadrati e contro la natura in questo caso nulla si può fare per difendersi».

Gaia Cautela

Arresto cardiaco nei giovani atleti: cosa potrebbe essere successo a Eriksen?

Non si può non rimanere colpiti dalle immagini trasmesse durante la partita Danimarca – Finlandia, valevole per i campionati europei di calcio in corso. I momenti che hanno visto perdere i sensi a Christian Eriksen, ventinovenne calciatore danese, sono stati abbondantemente ripercorsi dai media. Una delle cose che sembra più stupire è come sia possibile che il cuore di un giovane sportivo in forma e attentamente monitorato possa smettere di battere all’improvviso.

L’arresto cardiaco è un evento molto complesso: inevitabilmente si rischia di essere imprecisi quando si commenta la vicenda. In effetti, le informazioni finora a disposizione sono parziali e ci permettono solo di fare delle ipotesi. L’occasione però può essere utilizzata per chiarire il concetto di “arresto cardiaco” e per ricordarne le principali cause nel giovane sportivo.

Cosa significa arresto cardiaco

L’AHA (American Heart Association, importante organizzazione medica statunitense) definisce l’arresto cardiaco come “la cessazione improvvisa dell’attività cardiaca in una persona a cui può essere stata diagnosticata o meno una malattia cardiaca”.

Per “attività cardiaca” si fa riferimento all’attività meccanica del cuore che, agendo da pompa, garantisce la circolazione del sangue. L’attività meccanica è accoppiata a quella elettrica che fa da segnapassi e mantiene il ritmo: un’alterazione dell’attività elettrica può comportare la perdita di una contrazione meccanica efficiente.

L’AHA, nella stessa definizione, evidenzia l’importanza di “prendere rapidamente delle misure correttive”. Questo sottolinea come l’arresto cardiaco, se affrontato col giusto tempismo, non sia necessariamente una condizione irreversibile.

Cosa potrebbe essere accaduto ad Eriksen

Sulla base delle immagini trasmesse, il calciatore è stato defibrillato. Con questo termine si intende il tentativo di ripristinare il ritmo normale in un cuore che non si contrae nella maniera corretta, a causa di specifiche turbe dell’attività elettrica.

Le uniche aritmie tali da giustificare una defibrillazione in quella condizione sono una tachicardia ventricolare senza polso o una fibrillazione ventricolare. In entrambi i casi l’attività meccanica dei ventricoli non è efficiente per il mantenimento della circolazione. In pochi secondi il cervello va in sofferenza e ciò determina la perdita dei sensi. Anche gli altri organi non risultano perfusi e non possono mantenere la loro funzionalità.

Un intervento tempestivo può salvare numerosissime vite

Un importante studio su una popolazione di 1667 pazienti ha calcolato che, in seguito a un arresto cardiaco, le possibilità di sopravvivenza sono del 67% se viene prestato soccorso immediato in maniera corretta.

Tale valore scende di una percentuale fino al 5.5% per ogni minuto di ritardo. Dopo dieci minuti dall’arresto le possibilità di sopravvivenza sono drasticamente ridotte. Il tempo che passa si associa anche a una maggior incidenza di deficit neurologici dovuti alla protratta sofferenza cerebrale.

L’addestramento del personale non medico può permettere di intervenire più tempestivamente e di salvare centinaia di migliaia di persone ogni anno nel mondo. L’intervento del compagno di squadra Kjaer rappresenta un ottimo esempio di prontezza, sebbene rimanga comunque la necessità di una maggior sensibilizzazione, specie tra sportivi professionisti. In molti si sono concentrati sul gesto di “tirare fuori la lingua”, ma l’AHA già dal 2010 suggerisce di concentrarsi già da subito sul ripristino della circolazione, attraverso le compressioni, e pensare solo successivamente alle vie aeree. Una ricerca ha osservato anche come concentrarsi inizialmente sulla lingua del paziente in arresto possa peggiorare le sue chance di sopravvivenza.

Catana della sopravvivenza degli arresti cardiaci extraospedalieri – Fonte: AHA

Quali possono essere le cause di arresto cardiaco

Nella popolazione generale, la principale patologia che determina arresto cardiaco è la cardiopatia ischemica. La condizione spesso dipende da una malattia delle arterie coronarie, di solito su base aterosclerotica. Si verifica, tipicamente, nei soggetti più adulti e risulta identificabile attraverso i normali esami di routine. Non si tratta, verosimilmente, della causa alla base dell’evento che ha colpito il giovane trequartista danese, sottoposto, da sportivo, a un’attenta sorveglianza medica.

Le altre cause di arresto cardiaco improvviso, in particolare nel giovane sportivo, sono eterogenee e talvolta di difficile identificazione e diagnosi.

Cause di morte improvvisa in 314 autopsie – Fonte: European Heart Journal

Le principali cause che possono determinare morte cardiaca improvvisa nel giovane

Un lavoro scientifico italiano si è concentrato sulla trattazione delle principali cause responsabili di morte improvvisa in seguito ad arresto cardiaco nel giovane. Si evidenzia anche come nello sportivo le cause siano sovrapponibili, con un’incidenza di eventi fatali però maggiore di 2,5 volte. La spiegazione starebbe nel fatto che l’attività fisica potrebbe innescare più facilmente delle aritmie nel contesto di patologie latenti. Le cause identificate sono distinte in meccaniche ed elettriche.

Cause meccaniche

Quelle meccaniche dipendono tipicamente dalla rottura di grossi vasi come l’aorta ascendente con tamponamento cardiaco. Si tratta di eventi meccanici che non prevedono la possibilità di defibrillazione in quanto il problema non è il ritmo, e vanno quindi escluse nel caso specifico del giocatore.

Cause elettriche

Alcuni difetti strutturali del cuore o difetti funzionali dell’attività delle cellule che compongono l’organo possono predisporre allo sviluppo di aritmie, alle volte fatali. Nel giovane entrambe le eventualità sono dovute spesso ad una condizione ereditaria.

Tra le cause strutturali ci sono le cardiomiopatie, patologie molto eterogenee. Tra tutte, la cardiomiopatia ipertrofica è responsabile di più di un terzo degli eventi fatali negli USA. Nella patologia si verifica un ispessimento progressivo delle pareti del cuore, con fibrosi, sofferenza ischemica e aumentata incidenza di eventi aritmici.

Un ruolo altrettanto importante ce l’ha la cardiomiopatia aritmogena. Si tratta di un difetto complesso in cui viene progressivamente sovvertita la struttura del ventricolo, con possibile insorgenza di aritmie maligne.

Altra condizione ben nota è la sindrome di Wolff-Parkinson-White, in cui la presenza di un fascio di conduzione anomalo tra atrio e ventricolo può causare rapide tachicardie che possono degenerare in fibrillazione ventricolare.

Altre cause strutturali, più rare, sono le anomalie congenite delle arterie coronarie, la cardiomiopatia dilatativa (che assume maggior importanza nell’adulto), il prolasso della valvola mitrale (sebbene si tratti molto più spesso di una condizione assolutamente benigna).

Quelle menzionate finora sono patologie su base ereditaria. Particolare rilevanza va anche data alla miocardite, patologia invece su base acquisita che si caratterizza per un’infiammazione a carico del muscolo cardiaco con un aumentato rischio di episodi aritmici. Si tratta di una condizione che, a volte, può essere del tutto asintomatica e rappresenta spesso il coinvolgimento del cuore nel contesto di infezioni sistemiche (per esempio, dopo influenza, gastroenteriti o persino in corso di COVID-19).

Tuttavia, tra il 5 e il 25% dei giovani che vanno incontro a morte cardiaca improvvisa non presentano evidenza di una patologia strutturale del cuore. Tali condizioni vengono definite non strutturali e dipendono spesso da difetti a carico dei canali che regolano la funzione elettrica del cuore (canalopatie). Si tratta di un territorio complesso e ancora in parte inesplorato. Tra le patologie più frequenti ci sono la sindrome del QT lungo o corto, la sindrome di Brugada e la tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica.

La risposta non sta per forza nel cuore

Anche patologie extracardiache che colpiscono altri organi e apparati possono determinare l’insorgenza di gravi aritmie. Molte condizioni metaboliche (ad esempio, le alterazioni elettrolitiche), patologie infettive che non coinvolgono direttamente il cuore, alcuni farmaci, ma anche eventi neurologici, come alcune forme di epilessia o gli ictus, o addirittura alcune neoplasie possono interferire con la normale funzionalità elettrica cardiaca.

Si può fare prevenzione, ma non è sempre possibile agire d’anticipo

Molte di queste condizioni si possono evidenziare già negli esami generali o nelle indagini elettrocardiografiche o ecocardiografiche di routine in quanto presentano spesso un quadro suggestivo. Identificare la presenza di una cardiopatia nel giovane permette di seguire il paziente ed eventualmente, se il caso lo prevede, impiantare un defibrillatore automatico. Diagnosticare una patologia extracardiaca permette eventualmente di trattarla.

Altre volte, la patologia può presentarsi in maniera meno evidente o caratterizzarsi addirittura per una completa normalità degli esami diagnostici di routine. Alcuni esami, come la risonanza magnetica del cuore o i test genetici possono permettere di studiare e caratterizzare molte patologie “invisibili”. Tuttavia, non sono esami che possono essere proposti su larga scala a tutti i pazienti giovani nel contesto di una visita cardiologica di controllo. Inoltre, sarebbe impossibile riuscire a diagnosticare tutto in quanto la caratterizzazione genetica di alcune condizioni non è ancora completa.

Durante il match Danimarca – Finlandia abbiamo assistito alla conferma pratica e, in parte, drammatica del fatto che un intervento tempestivo può cambiare il destino di chi subisce un arresto cardiaco. Si tratta di eventi che, come abbiamo visto, hanno un’importanza anche nei giovani, e in particolare negli sportivi.

Non dovrebbe mai essere comprensibile l’assenza, anche in un contesto non medico, di un soggetto che sappia praticare le principali misure di primo soccorso. Comprimere un torace per qualche minuto, in attesa dei soccorsi medici, può fare la differenza tra la vita e la morte.

Antonino Micari

Regione Sicilia: contributo straordinario per studenti fuorisede

L’Assessorato Regionale dell’Istruzione ha approvato l’avviso 41/2021.

Gli studenti universitari e Afam siciliani fuorisede potranno presentare domanda per ricevere un contributo una tantum di 500 Euro.

Chi può presentare domanda?

Possono presentare la domanda:

  • studenti siciliani conduttori o co-conduttori di unità immobiliari ad uso residenziale o in alloggio in residenze universitarie,
  • fiscalmente a carico del proprio nucleo familiare di provenienza,
  • individuati come “fuori sede” ai sensi del D.L. 104/2020, convertito in L. 126/2020,
  • con contratto di locazione regolarmente registrato alla data del 28 febbraio 2020, anche per un periodo inferiore a dieci mesi, purché non inferiore a quattro mesi,
  • che non risultino fruitori alla stessa data di servizi abitativi erogati da ciascun Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario (E.R.S.U.)

Inoltre, si tratta di studenti che siano stati:

  • iscritti a corsi di laurea, laurea magistrale o a ciclo unico, master universitari e dottorati di ricerca
    presso università ed AFAM, con sede in Sicilia, nell’a.a. 2019/2020 fino al 1° anno fuori corso;

oppure

  •  laureandi nelle sessioni straordinarie dell’a.a. 2018/2019 (presso università ed AFAM, con sede in Sicilia) fino al 1° anno fuori corso.

Sono esclusi dal riconoscimento del contribuito:

  • gli studenti universitari non fiscalmente a carico dei nuclei familiari di provenienza;
  • fiscalmente a carico dei nuclei familiari di provenienza che rientrano nella massima fascia di reddito ai fini del calcolo delle tasse universitarie dell’Istituzione universitaria frequentata.

Documenti necessari per presentare la domanda

Chiunque volesse richiedere il contributo, dovrà compilare e trasmettere:

  • Domanda di partecipazione;
  • copia leggibile di un documento di riconoscimento in corso di validità;
  • modello ISEE valido per prestazioni per il Diritto Studio Universitario in corso di validità e/o presentate al momento dell’iscrizione A.A. 2019/2020 e prive di annotazioni relative a omissioni/difformità rilevate dall’Agenzia delle Entrate;
  • Contratto di locazione regolarmente registrato alla data del 28/02/2020.

Si ricorda che ai fini del riconoscimento del contributo, il valore dell’indicatore (ISEE) dovrà risultare inferiore al valore della massima fascia di reddito (ai fini del calcolo delle tasse universitarie), dell’Istituzione universitaria frequentata.

Scadenze da ricordare e procedura

Ai fini della partecipazione l’istanza per la concessione del contributo straordinario dovrà essere presentata esclusivamente tramite specifica procedura, disponibile online dalle ore 9:00 del 07 aprile 2021 alle ore 14:00 del 30 aprile 2021, nelle modalità di seguito indicate:

  • accedere all’applicazione internet resa disponibile nella pagina personale dei servizi “ersuonline” del portale studenti ERSUSICILIANI raggiungibile dal sito istituzionale www.ersusiciliani.it;
  • compilare i campi obbligatori del form;
  • confermare i dati inseriti;
  • premere il pulsante “Valida richiesta”, generare OTP e attendere SMS con codice per la validazione degli stessi (ATTENZIONE: il codice OTP sarà inviato al numero di cellulare indicato in fase di registrazione al portale studenti);
  • validare i dati inseriti nella richiesta benefici inserendo nell’apposito campo (entro 60 minuti dalla ricezione) il codice OTP ricevuto via SMS.

La concessione del contributo deve essere regolarizzata, caricando nella sezione “Fascicolo” presente nella pagina personale del portale dei servizi “ersuonline”, la seguente documentazione aggiuntiva:

  • copia fronte/retro del documento d’identità;
  • copia del contratto di locazione regolarmente registrato alla data del 28/02/2020;
  • copia documentazione attestante la situazione reddituale/patrimoniale solo per ISEE parificato;
  • altro (specificare).

Per regolarizzare la concessione del contributo, i richiedenti dovranno eseguire la seguente procedura entro e non oltre le ore 14:00 del 8 maggio 2021:

  • accedere all’applicazione internet resa disponibile nella pagina personale dei servizi “ersuonline”
    del portale studenti;
  • selezionare la voce “concessione del contributo straordinario “una tantum” nella misura
    forfettaria di € 500,00”;
  • scannerizzare i documenti sopra elencati in un unico file pdf della dimensione massima di 5MB;
  • caricare (upload) il suddetto file pdf.

Il soggetto richiedente riceverà sul proprio indirizzo di posta elettronica una conferma dell’avvenuta protocollazione entro 24. Nel caso in cui si compissero errori, la domanda già inoltrata entro i termini e con le modalità sopra descritti, potrà essere annullata ripetendo tutta la procedura. L’ultima istanza sarà quella ritenuta valida ai fini dell’ammissione alla fase di istruttoria.

Servizio di assistenza

L’assistenza tecnica e le risposte ai quesiti inviati per e-mail saranno garantite fino alle ore 13:00 del 30 aprile 2021.

Graduatoria

La graduatoria sarà pubblicata entro il 30/05/2021.

La concessione del contributo economico straordinario sarà formulata sulla base di un’unica graduatoria, elaborata in ordine crescente del valore ISEE dichiarato.

A parità di requisiti economici l’età minore costituisce titolo preferenziale. Il contributo sarà attribuito prioritariamente a tutti i richiedenti con disabilità in condizioni di gravità, di cui all’art. 3 comma 3 della L. 104/92 o con invalidità non inferiore al 66%.

Per maggiori informazioni clicca qui.

Livio Milazzo

UniMe e Prefettura: l’indagine sulle famiglie durante l’emergenza

È da quasi un anno, ormai, che l’emergenza Covid-19 grava sulla popolazione mondiale causando disagi su ogni fronte. Fuori da ogni dubbio, il primo pensiero va al problema sanitario e prettamente medico, per il quale ci si focalizza spesso sulle vittime, su chi lotta in ospedale e sui numeri dei contagi che aumentano esponenzialmente. In realtà i disagi sono anche molti altri e incidono profondamente anche nella vita dei soggetti sani: dalla difficoltà nei rapporti sociali e interpersonali alla impossibilità di tornare a lavoro o di farlo a pieno regime con problemi di ordine psicologico e socio-economico.

L’indagine di Prefettura e UniMe

Per questo motivo l’Università degli Studi di Messina, insieme alla Prefettura cittadina, ha deciso di dare il via ad un’indagine il cui scopo è evidenziare i problemi e i disagi sia psicologici sia socio-economici delle famiglie della provincia.

Il Questionario

Obiettivo

L’obiettivo è capire in che modo la pandemia ha colpito le famiglie, esplorando i bisogni di base psicologici e le condizioni socio-economiche della popolazione della provincia di Messina. Il tutto permetterà anche di effettuare un’analisi dello stato di salute biopsicosociale anche di quelle famiglie che hanno uno o più componenti disabili e/o anziani non autosufficienti.

Come partecipare all’indagine?

Il Questionario è rivolto a tutta la città di Messina e la sua provincia. È possibile contribuire all’analisi e alla raccolta dei dati semplicemente compilando un questionario in forma anonima. Per ogni famiglia può rispondere un solo membro, il quale può decidere di ritirarsi in qualsiasi momento durante la compilazione che non durerà più di 15 minuti.

Di seguito il link per accedere: Indagine sulla situazione socio-economica e psicologica delle famiglie nella provincia di Messina durante l’emergenza Covid-19.

Privacy

Dopo aver accettato il consenso e completato il questionario, i dati verranno elaborati e archiviati in forma anonima e vi avrà accesso esclusivamente il personale coinvolto nella ricerca. Inoltre i risultati dello studio verranno pubblicati in modo aggregato ed anonimo ed eviteranno la possibilità di risalire ai partecipanti.

Il progetto, che vede come responsabili il Prof. Luigi Chiara, la Prof.ssa Maria C. Quattropani, il Prof. Dario Maimone Ansaldo Patti e la Prof.ssa Domenica Farinella, ci racconta di un Ateneo vicino alla propria comunità.

Giovanni Alizzi

UniMe: cosa cambia da domani

L’Università degli Studi di Messina ha da poco reso note le direttive che avranno valenza da Lunedì 11 gennaio fino al 31 gennaio 2021, in linea con le recenti disposizioni regionali in merito all’emergenza Covid-19.

 

Lezioni

  • Le attività formative e curriculari si svolgeranno a distanza.
  • Le attività didattiche presso le sedi decentrate si svolgeranno in modalità a distanza.

Laboratori

  • Le attività relative si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Biblioteche

  • Le sedi bibliotecarie e le aule studio non saranno fruibili.
  • Il servizio di prestito libri è al momento sospeso.

Esami

  • Gli esami di profitto si svolgeranno in modalità telematica tramite piattaforma Teams.

Lauree

  • Le sedute di laurea, gli esami di diploma di specializzazione e gli esami di dottorato di ricerca si svolgeranno in modalità a distanza.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi, tesisti e specializzandi di area non medica si svolgeranno a distanza, fatta eccezione per le attività di ricerca indifferibili (tipo cura di animali in stabulario o colture cellulari) che andranno svolte in presenza.
  • Tutte le attività degli specializzandi di area medica continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Rimane la disponibilità, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Sedute e Convegni

  • Le riunioni degli organi collegiali di ogni ordine e grado si svolgeranno in modalità a distanza tramite piattaforma Teams.
  • Le attività convegnistiche e congressuali, i seminari e i workshop si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Disposizioni per il personale

  • Il personale universitario lavorerà da remoto seguendo gli orari ordinari previsti e facendo rilevare la propria presenza mediante il sistema di timbratura virtuale.

Servizi ritenuti essenziali ed indifferibili

Servizio di prevenzione e protezione, servizio di autoparco, attività di direzione dei lavori, RUP, DEC, protocollo, manutenzione del verde, attività di cura degli animali, commissioni di gara.

Claudia Di Mento

Lo Spirito del Natale: questione di cuore o di cervello anche in pandemia?

Il mese di dicembre, da tutti, viene inevitabilmente associato al Natale: si inizia a percepire un’atmosfera magica, di festa, di gioia, si incontrano i familiari e gli amici e si riscoprono valori importanti quali la solidarietà, la famiglia, la bontà. Se l’atmosfera natalizia di gioia mista a nostalgia è nota, ciò che potrebbe non esserlo è la localizzazione del famoso “Spirito del Natale” nel cervello umano.

Secondo Hougaar (ricercatore in neuroscienze), Lo Spirito del Natale si è diffuso, di generazione in generazione, sotto forma di un “fenomeno” noto da un punto di vista religioso e commerciale, ma non noto da un punto di vista neuro-biologico. A tale scopo, nel 2015, il ricercatore ed i suoi collaboratori condussero uno studio a Copenaghen in cui vennero coinvolti due gruppi:

  • Il primo conteneva 10 soggetti sani residenti a Copenaghen, che festeggiavano ogni anno il Natale,
  • Il secondo 10 soggetti sani, residenti nella stessa zona, che non celebravano le tradizioni natalizie.

L’obiettivo dello studio era l’esatta localizzazione dello Spirito Del Natale a livello corticale e dei meccanismi neuro-biologici coinvolti, motivo per il quale i due gruppi furono sottoposti alla metodica diagnostica della risonanza magnetica funzionale (Functional Magnetic Resonance Imaging, fMRI) mentre osservavano una serie continua di 84 immagini, mostrate per due secondi ciascuna. La serie era strutturata in modo tale da mostrare ad ogni singolo soggetto sei immagini consecutive aventi un tema natalizio, seguite da sei immagini consecutive non aventi un tema natalizio. Ciascun soggetto, inoltre, dopo essere stato sottoposto alla fMRI, veniva sottoposto ad un questionario contente una serie di domande per indagare sulle credenze, sulle tradizioni rispettate e sulle sensazioni avvertite durante il periodo natalizio.

LO SPIRITO DEL NATALE ESISTE DAVVERO NEL CERVELLO?

Lo studio dimostrò che nel gruppo dei soggetti amanti del Natale, secondariamente all’osservazione delle immagini natalizie, si attivavano delle aree cerebrali in modo molto più significativo rispetto al gruppo dei non amanti del Natale. Grazie a questi risultati, il gruppo di Hougaar identificò un network cerebrale del Natale, che corrispondeva a diverse aree cerebrali, quali:

  • Corteccia motoria primaria;
  • Corteccia premotoria sinistra;
  • Lobo destro inferiore;
  • Lobo parietale superiore;
  • Corteccia somatosensoriale primaria.

PERCHÉ QUESTE AREE CEREBRALI SONO COSI’ IMPORTANTI?

Studi precedenti hanno associato tali aree cerebrali alla spiritualità e al riconoscimento facciale delle emozioni.
Urgesi, noto psicologo e ricercatore in neuroscienze, nel 2000 aveva già dimostrato come i lobi parietali destri e sinistri giochino un ruolo fondamentale nell’autotrascendenza, ovvero il tratto di personalità che determina la propensione individuale alla spiritualità; mentre Balconi dimostrò nel 2013 come la corteccia premotoria esplichi un ruolo chiave per esperire emozioni condivise con altri individui, mettendo in atto gli atteggiamenti altrui e riflettendo lo stato emotivo altrui. Infine, Adolphs nel 2000 dimostrò che la corteccia somatosensoriale è indispensabile non solo per il riconoscimento facciale delle emozioni, ma anche per ricavare informazioni sociali in rapporto alle espressioni e ai volti altrui.

IL NATALE E ALTRE RISPOSTE NEURO-ENDOCRINE

Il Natale, se da un lato è la festa gioiosa per eccellenza, dall’altro riflette le abitudini stressanti della società moderna: le attività pre-natalizie innescano una risposta fisiologica nell’organismo con rilascio di adrenalina e cortisolo. Il secondo, l’ormone dello stress, esercita una profonda attività sull‘ippocampo, con successivo decremento della capacità di apprendere e ricordare nuove informazioni. Tuttavia, al di là dell’aspetto prettamente materialistico che potrebbe condurre il soggetto ad eventi stressanti, il Natale è per eccellenza il simbolo della famiglia: la sensazione di “calore” associata a questi momenti è dovuta in parte all’ossitocina, definita da molti studiosi l’ormone dell’istinto materno e dei legami umani.

LA PANDEMIA CI RUBERÀ’ IL NATALE?

il Natale è ormai alle porte, anche se i festeggiamenti saranno differenti rispetto a quelli degli anni passati. Se da un lato è indispensabile evitare un aumento dei contagi, dall’altro bisogna considerare le conseguenze devastati a livello psichiatrico: l’isolamento esacerberà i disturbi di ansia e i disturbi depressivi maggiori, tanto da considerare questo periodo una vera e propria “emergenza psichiatrica“.

Come dimostrato in uno studio condotto su 402 pazienti al San Raffaele di Milano nei mesi scorsi, i pazienti con una precedente diagnosi di patologia psichiatrica sono peggiorati ed il 56% dei partecipanti allo studio ha manifestato almeno uno di questi disturbiin proporzione alla gravità dell’infiammazione durante la patologia:

  • disturbo post-traumatico da stress nel 28% dei casi;
  • depressione nel 31%;
  • ansia nel 42%;
  • insonnia nel 40%;
  • sintomatologia ossessivo-compulsiva nel 20%.

Sono state riscontrate ripercussioni psichiatriche meno gravi nei pazienti ricoverati in ospedale rispetto ai pazienti ambulatoriali. In generale, infatti, le conseguenze psichiatriche da COVID-19 possono essere causate sia dalla risposta immunitaria al virus stesso, sia da fattori di stress psicologico come l’isolamento sociale, la preoccupazione di infettare gli altri e lo stigma.

 COSA CONSIGLIANO GLI ESPERTI?

Secondo molti psichiatri, i festeggiamenti (nel limite delle norme imposte dal governo) sono un fattore prognostico positivo nel contesto della cosiddetta “ansia da pandemia”; anche la programmazione delle vacanze natalizie rappresenta un ponte tangibile tra il presente, incerto ed angosciante, ed il futuro.

Caterina Andaloro

Bibliografia

  • Adolphs, R., Damasio, H., Tranel, D., Cooper, G., Damasio, A.R. (2000). A role for somatosensory cortices in the visual recognition of emotion as revealed by three-dimensional lesion mapping. Journal of Neuroscience, 20 (7), 2683-2690
  • Balconi, M., Bortolotti, A. (2013). The “simulation” of the facial expression of emotions in case of short and long stimulus duration. The effect of pre-motor cortex inhibition by rTMS. Brain and Cognition, 83, 114-120.
  • Hougaard, A., Lindberg, U., Arngrim, N., Larsson, H.B.W., Olesen, J., Amin, F.M., Ashina, M., Haddock, B.T.  (2015). Evidence of a Christmas spirit network in the brain: functional MRI study. TheBMJ, 351:h6266.
  • Urgesi, C., Aglioti, S.M., Skrap, M., Fabbro, F. (2010). The spiritual brain: selective cortical lesions modulate human self-transcendence. Neuron, 65 (3), 309-319

 

«Sei guarito dal Covid? Ci serve il tuo plasma!». L’appello dell’ospedale Papardo

(fonte: blogsicilia.it)

Si cercano, sempre di più, ex positivi al Covid per le donazioni di plasma iperimmune utile a guarire nuovi contagiati. Di questo tipo di trametto e dei pareri contrastanti al riguardo ne abbiamo già parlato qui. In ogni caso, tra gli otto centri di raccolta del plasma già attivi in Sicilia, vi è l’ospedale Papardo, dal quale, negli scorsi giorni, è stato lanciato un nuovo appello. Si cercano persone guarite del coronavirus, ma da almeno 14 giorni, poiché maggiore è la probabilità che questi soggetti possiedano l’ “iperimmunità” necessaria alla cura di altri positivi. La procedura – detta plasmafaresi – richiede circa 50 minuti ed è aperta a tutti coloro che rientrano nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni. La cura attraverso le trasfusioni di plasma iperimmune sta dando comunque risultati non trascurabili nella lotta al coronavirus, soprattutto in assenza del vaccino. Perciò sia il presidente della regione, Nello Musumeci, che il sindaco Cateno De Luca si sono esposti per esortare i guariti a donare. Il primo cittadino di Messina ha pubblicato tramite la propria pagina Facebook un video che riprende le parole della prima donatrice di plasma al Papardo guarita al Covid-19.

Ospedale Papardo
Fonte: L’eco del Sud

La censura di Facebook

L’iniziativa è parte del progettoTsunami“, attivato su indicazione del Ministero della Salute, e promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) su tutto il territorio nazionale. Nonostante il contributo fondamentale fino ad ora raggiunto, i risultati del trattamento con il plasma sui pazienti Covid sembrano ancora essere lontani dall’essere riconosciuti come validi. A tal proposito Facebook, pochi giorni fa, ha censurato il post dell’appello sulla pagina dell’ospedale messinese. La notizia, pubblicata in data 12 novembre, è stata bollata come fake news dall’algoritmo del popolare social che, tuttavia, ha riabilitato a qualche giorno di distanza, la sua linea. Il fatto non è di certo passato inosservato e il primo a rispondere, non senza provocazione, è stato il capogruppo dell’Ars per la Lega Antonio Catalfamo:

“Facebook oscurando il post dell’Ospedale Papardo ha infatti mostrato di essere di parte, garantendo gli interessi poco chiari dei poteri forti. Chi guadagna dalla censura anti plasma? Il governo? Le case farmaceutiche? Non si capisce perché nascondere una informazione che di per sé non avrebbe arrecato danno a nessuno poiché la cura del plasma è cosa ben diversa dal vaccino. Non serve essere medici per capire che il vaccino infatti interviene prima, la cura del plasma dopo e durante. Una cura che tra l’altro ha costi irrisori e disponibilità maggiore data la percentuale di guariti. La Regione Siciliana si è attivata tra le prime per la raccolta del plasma iperimmune. Lo scorso aprile avevo anche presentato un ddl sul tema Banca del Plasma. Un metodo che non sostituisce il vaccino ma rafforza il nostro sistema sanitario in questa guerra contro il virus. Non sarà che qualcuno vuole far cassa col vaccino a discapito del plasma iperimmune?”

Contribuire alla donazione

Al di là delle polemiche, è indubbio che aiutare la ricerca sia di fondamentale importanza. Infatti, con una sacca di plasma di circa 600 ml è possibile salvare almeno tre pazienti. Per questo, i contatti utili forniti dal Centro Trasfusionale A.O. Papardo di Messina sono per i numeri fissi: 090 3993507 oppure 090 3993803. Su Whatsapp al numero 3341061707. L’indirizzo email è, invece, donatorisanguepapardo@aopapardo.it

Processi di plasmaferesi
Il processo di plasmaferesi ha la durata di circa 50 minuti e il plasma si rigenera solitamente in tempi estremamente brevi. (Fonte: Fondazione Umberto Veronesi)

 

Alessia Vaccarella