Nuovo accordo Ue: consentito il turismo ai vaccinati, ma il green pass europeo è ancora in trattativa. In Sicilia nuove iniziative sulle vaccinazioni

Fonte: Il Messaggero

Gli Stati membri dell’Unione Europea permetteranno – in seguito ad un accordo preliminare raggiunto dagli stessi – i viaggi turistici ai cittadini dei Paesi che non fanno parte dell’Unione: lo ha annunciato, ieri 19 maggio, il portavoce della Commissione Europea Christian Wigan, mentre è ancora aperta la disputa tra Consiglio ed Eurocamera, per l’accordo sul pass vaccinale Covid per i viaggi degli europei nell’Unione.

A livello locale, invece, arriva la nuova iniziativa ‘’Proteggi te e i nonni’’ promossa dalla Regione siciliana per dare ulteriore impulso alla campagna vaccinale nell’Isola.

L’Ue approva la proposta della Commissione

L’accordo raggiunto dall’Unione riguarda la proposta avanzata dalla Commissione il 3 maggio, ovvero, quella di ammettere l’ingresso nei Paesi dell’Unione per fini turistici, a tutti i visitatori che potranno dimostrare di aver completato, 14 giorni prima del viaggio, tutto il processo di vaccinazione anti-covid, con uno dei vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

I vaccini attualmente autorizzati sono: Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson & Johnson. Mentre non sono autorizzati né il vaccino russo Sputnik V né quelli cinesi di Sinovac e Sinopharm.

Fonte: Fanpage

Wigand ha detto che i membri del COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) hanno approvato la proposta della Commissione, che dovrà però essere ora adottata dal Consiglio Europeo ed, in seguito, anche dai governi dei singoli paesi.

L’annuncio è stato accolto favorevolmente al Parlamento europeo dal capogruppo socialista, Iratxe Garcia, che all’Europarlamento rilascia le seguenti parole:

«Qualsiasi accordo che miri a normalizzare la situazione … con tutte le garanzie sanitarie, ovviamente, e con il supporto di medici esperti e ricercatori … penso sia positivo».

Le specifiche dell’accordo

La trovata intesa tra gli ambasciatori europei prevede la raccomandazione ai governi dei singoli Paesi di rimuovere le restrizioni vigenti nei confronti dei turisti extra-Ue (provenienti da fuori dell’Unione) ed il permesso, all’arrivo, delle persone vaccinate con i sieri approvati dall’EMA.

Il Consiglio ha poi deciso di espandere la lista di Paesi – che non fanno parte dell’Unione – da considerarsi con una buona situazione epidemiologica e dai quali sono permessi i viaggi per motivi turistici.

La lista verrà stilata «sulla base di nuovi criteri» benché questi ultimi non siano ancora del tutto chiari, secondo quanto detto da Wigand. Con le nuove regole, comunque, si dovrebbe compiere un significativo salto da 25 a 75 Stati che riceveranno il nullaosta, qualora dovessero registrare 75 casi Covid ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni.

Ha poi aggiunto che, al fine di limitare il rischio che nuove varianti del coronavirus facciano il loro ingresso nell’Unione Europea, «è stato previsto un meccanismo di freno di emergenza, che consente ai Paesi di agire rapidamente e in modo coordinato» per ripristinare le restrizioni.

Nuovi spostamenti consentiti

Finora gli arrivi da paesi terzi nell’Unione Europea sono il più delle volte proibiti per motivi che non siano di salute, lavoro e necessità. Ma laddove la situazione epidemiologica risulta essere particolarmente buona, indipendentemente dalla situazione vaccinale del viaggiatore, gli spostamenti verso l’Unione sono consentiti ai cittadini.

Otto sono i Paesi da cui è attualmente possibile partire anche per altri motivi, non necessariamente prioritari: si sta parlando di Israele, Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina (per quest’ultima solo se confermata la reciprocità per i turisti europei). Chiunque arrivi deve comunque presentare il risultato negativo di un test o, se le regole del Paese d’ingresso lo prevedono, sottoporsi ad un periodo di quarantena.

Secondo una simulazione circolata tra i diplomatici a Bruxelles, poi, sulla base dei nuovi criteri rientrerebbero nell’elenco anche Giappone, Marocco, Albania, e Regno Unito, ma non gli Stati Uniti (la cui soglia va ben oltre). Ciononostante, il premier britannico Boris Johnson continua a ribadire le sue raccomandazioni per i cittadini inglesi di non viaggiare per turismo nei 170 Paesi e territori inseriti nella cosiddetta ‘’lista arancione’’, comprendente pressoché tutta l’Ue (Italia inclusa) ad esclusione del Portogallo.

Green Pass europeo

Fonte: Il Messaggero

L’Unione Europea si sta organizzando affinché sia possibile realizzare un sistema che permetta di muoversi nei Paesi europei tramite un green pass europeo dei viaggi, che consista in un semplice QR Code.

Il Certificato EU Covid-19 – documento che attesta se una persona ha completato l’intero ciclo vaccinale contro il Covid-19 oppure se è guarita dall’infezione – dovrebbe essere già disponibile entro giugno, sia in versione fisica che digitale.

Tuttavia, le istituzioni Ue sono ancora in trattativa per via di alcuni punti che ostacolano il raggiungimento di un accordo finale. Tra questi, il prezzo dei test PCR (test molecolare che evidenzia la presenza di materiale genetico del virus), alto, soprattutto per i giovani, ma necessario ai fini dell’ottenimento del green pass.

«Abbiamo bisogno di un certificato a livello europeo, altrimenti rischiamo di avere una frammentazione dei documenti e questo non è nell’interesse di nessuno in Europa. Ecco perché abbiamo bisogno di un certificato. Ma per il Parlamento è chiaro che il certificato deve significare qualcosa, deve significare che le persone hanno il diritto di viaggiare nell’UE, che ha libertà di movimento», afferma il leader del gruppo PPE Manfred Weber.

‘’Proteggi te e i nonni’’, l’iniziativa siciliana

Dopo l’avvio alle prenotazioni vaccinali per gli over 40 e i diversi open day degli ultimi giorni, la Regione Sicilia presenta un nuovo progetto intitolato ‘’Proteggi te e i nonni’’, indirizzato agli ultra 80enni e ad i loro accompagnatori (anche più di uno) over 18, non necessariamente legati da un vincolo di parentela.

Fonte: Antenna Uno Notizie

Da venerdì 21 a domenica 23 maggio, gli interessati potranno presentarsi in tutti gli hub provinciali della Sicilia per ricevere il vaccino anti-covid, senza che sia necessaria alcuna prenotazione. Sarà loro riservata un’apposita corsia in modo tale da ridurre i tempi di attesa. Per gli accompagnatori verranno utilizzati, previa adesione volontaria, vaccini “a vettore adenovirale’’ (vale a dire Johnson & Johnson o AstraZeneca).

Nel frattempo, in provincia di Messina, è già in corso la nuova iniziativa “on the road’’, che prevede il giro di un camper ‘’anti-covid’’ tra tutti i piccoli paesini del messinese, per portare il vaccino praticamente sotto casa dei residenti. La prima tappa si è svolta lo scorso 18 maggio a Roccafiorita. Per sapere le successive tappe è possibile cliccare sul seguente link: https://normanno.com/attualita/vaccini-a-km-0-nella-provincia-di-messina-arriva-il-camper-anti-covid/ .

Gaia Cautela

AstraZeneca: facciamo il punto

AstraZeneca è un vaccino a vettore virale approvato per far fronte alla dilagante pandemia da COVID-19. Assieme agli altri vaccini proposti dalla Comunità Scientifica, si auspica che possa permettere una significativa protezione dell’intera popolazione. Sono stati numerosi i trials clinici che hanno portato alla sua immissione in commercio, confermandone l’alta sicurezza ed efficacia. Tuttavia, di recente, non pochi sono stati gli eventi che hanno suscitato allarme in merito alla somministrazione del vaccino. Di seguito verrà ripercorso l’intero iter subito dal vaccino, dalla sua approvazione all’inatteso ritiro precauzionale, per far luce sugli aspetti chiave emersi nelle ultime settimane.

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Certificati verdi per poter viaggiare: le proposte della Commissione UE per i passaporti di immunità per salvare il turismo

La Commissione Europea ha proposto un programma che salvi il turismo. Si prevede un documento che certifichi l’avvenuta vaccinazione o la guarigione da coronavirus consentendo a chi è negativo un’agevole circolazione fra gli Stati membri. L’EMA, inoltre, ha garantito la sicurezza della ripresa dell’uso del vaccino di AstraZeneca.

Commissione Europea: proposta certificati verdi –Fonte:leasenews.it

Mercoledì 17 marzo la Commissione Europea ha esposto un piano che miri allo sviluppo di un “certificato verde digitale”, con lo scopo di rendere più fruibili i viaggi tra i paesi dell’Unione. Questo progetto entrerà in vigore in estate permettendo così alle Nazioni, che più dipendono dal turismo, di affrontare la stagione con maggiore flessibilità.  Sebbene siano stati presentati i principi alla base del nuovo sistema, innumerevoli dubbi sorgono sulla sua reale funzionalità.

Passaporti di immunità

Il servirsi di passaporti di immunità validi in tutta l’Unione Europea, segneranno il lasciapassare per essere esclusi dalle diverse restrizioni vigenti a livello nazionale e internazionale, necessarie per arrestare l’avanzata della pandemia. È fondamentale ricordare che questo certificato non sarà il presupposto di base per permettere la libera circolazione, diritto fondamentale, né per viaggiare sugli aerei o sui treni ed attraversare i confini nazionali. Servirà bensì a dare la possibilità a chi si è vaccinato o risultato da recente tampone negativo oppure chi ha acquisito per via naturale l’immunità, di potersi spostare con maggiore facilità poiché risulterà essere un soggetto a minor rischio rispetto agli altri.

“Sarà un documento che descriverà la situazione medica

Certificati, app e test all’arrivo –Fonte:repubblica.it

Nel caso in cui, nonostante i certificati, lo Stato membro richieda al cittadino europeo l’obbligo della quarantena o l’effettuazione di un test, dovrà necessariamente informare della sua decisione la Commissione Europea e porre in essa una valida giustificazione.

Altresì è stata ritenuta inopportuna la definizione di “passaporto vaccinale”, in quanto avrebbe potuto avere un carattere discriminatorio verso chi non è stato ancora sottoposto al farmaco.

Necessità di attuazione del certificato

Sebbene siano ancora molto rilevanti i dubbi sull’effettiva utilità dei documenti, questi rappresenteranno una plausibile soluzione volta a tutelare il settore turistico messo gravemente in ginocchio dall’epidemia. Nonostante vi sia l’impossibilità di poter stabilire in modo preciso la durata della stessa.

L’impatto del Covid-19 sul turismo europeo –Fonte:mondointernazionale.com

L’istituzione del certificato verde discussa già lo scorso febbraio dai capi di governo dei Paesi membri, era stata accettata senza indugio dai leader degli Stati meridionali, la cui economia si fonda principalmente sul settore del turismo. Emergevano invece scetticismi dalle Nazioni settentrionali dell’Europa.

Il progetto

Il piano prevede l’emissione di un documento, che potrà essere sia in formato digitale che cartaceo, scritto in lingua italiano e in inglese e fornito di codice QR, che permetterà una rapida scansione e verifica sull’autenticità. Sarà altresì necessario il riscontro di almeno una delle seguenti condizioni:

  • L’avvenuta vaccinazione
  • Un recente risultato negativo ai test per coronavirus
  • La guarigione dal Covid-19

Covid, verso il passaporto di immunità –Fonte:ilmessaggero.it

Secondo quanto prescritto nel testo ufficiale della Commissione Europea, ciascuno degli Stati membri avrà a carico l’emissione dei certificati. Questi potranno perciò valutare le migliori modalità di distribuzione che vada dall’ausilio di un sistema centralizzato o che preveda una dislocazione presso i centri collaudati, per la somministrazione del vaccino, oppure che fornisca tale abilitazione agli operatori sanitari che riscontrano la completa guarigione dal Covid-19.  Le autorità nazionali dovranno dotare ogni organismo autorizzato di propria chiave digitale, che consentirebbe la creazione di una struttura che miri a limitare i rischi di contraffazione. Risulta evidente come ogni Paese debba tenere il registro delle stesse, garantendo così una maggiore tutela della privacy necessaria per custodire le informazioni delicate riguardanti la salute.

Informazioni richieste dal certificato

I dati personali richiesti sono:

  • Dati anagrafici: quali nome, cognome e data di nascita
  • L’eventuale vaccino inoculato, segnando opportunamente la somministrazione della prima o della seconda dose, oppure l’esito di un test recente o informazioni sulla guarigione
  • Codice identificativo univoco
  • Data e luogo del rilascio del documento

I controlli previsti dalle Nazioni saranno effettuati con il solo fine di verificare l’autenticità del certificato, eliminando alcuna possibilità di registrazione delle informazioni sensibili, che saranno mantenute unicamente dal Paese di origine che ha emesso il documento.

Vaccinati, guariti o testati –Fonte:europa.today.it

A seguito dell’impegno della Commissione Europea sulla definizione di un’adeguata infrastruttura informatica che possa garantire la gestione dei certificati verdi entro questa estate, gli Stati membri necessiteranno altresì della creazione di propri sistemi volti all’amministrazione dei dati sanitari che vadano di pari passo con la nuova soluzione proposta.

Dubbi degli Stati membri

Lo scetticismo del Nord Europa nasce della determinatezza del progetto che aspira nel giro di tre mesi al suo completo funzionamento. Sebbene ogni Paese sia libero di imporre restrizioni più o meno incisive sulle limitazioni turistiche, la Commissione vorrebbe evitare che tale scenario prenda piede nel continente, arginando così una totale mancanza di regole e sistemi comuni.

Le vaccinazioni –Fonte:marionegri.it

Alcuni ritengono che l’avvenuta vaccinazione sia più facile da dimostrare rispetto alla semplice guarigione, che renderebbe più rapida e chiara l’emissione dei certificati e conseguentemente la loro verifica. Altri ancora credono che una tale soluzione sia intrinseca di carattere discriminatorio nei confronti di chi è in attesa della somministrazione della dose o di chi a seguito di problemi di salute non potrà sottoporvi.

La ripresa del vaccino AstraZeneca

A questi dubbi seguono quelli relativi alla capacità dei vaccini di rendere meno contagiosi dalla divulgazione del virus. Fino ad adesso i farmaci usati mostrano un’elevata efficacia nella protezione dalle forme più gravi della malattia, facendo così diminuire i rischi di ricovero e mortalità.

L’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha però chiarito una tra le maggiori perplessità che dalla scorsa settimana circolavano nel continente. Questa ha terminato la propria indagine sui vaccini dell’azienda farmaceutica AstraZeneca evidenziando la totale assenza di nessi causali tra i casi di trombosi e l’utilizzo del farmaco.

Vaccini AstraZeneca –Fonte:gds.it

L’analisi effettuata su un’ampia fetta di dati raccolti negli scorsi giorni, ha permesso la ripresa della somministrazione del vaccino incriminato nei paesi dove l’inoculazione dello stesso era stata sospesa, tra cui l’Italia.

Le verifiche effettuate

Gli esperti dell’Agenzia hanno studiato i casi sospetti su un indagine statistica che abbraccia milioni di somministrazioni del vaccino nell’Unione Europea. Gli esami si sono mossi tenendo in conto di diverse variabili come:

  • Modalità e tempi di somministrazione del farmaco AstraZeneca
  • Condizioni di salute dei soggetti che avevano poi sviluppato i problemi circolatori

I controlli effettuati non hanno rilevato la presenza di anomalie o l’esistenza di fattori che possano causare rischi di trombosi negli individui sottoposti al vaccino.

AstraZeneca –Fonte:adnkronos.com

Perciò a seguito della registrazione di pochi eventi avversi sul totale delle vaccinazioni effettuate con AstraZeneca, l’EMA ha dato il via libera alla ripresa del farmaco. Da questa indagine però l’agenzia non ha escluso che vi sarà una possibile ulteriore analisi dei casi.

Cosa farà l’Italia?

AstraZeneca, c’è il via libera dall’EMA –Fonte:orizzontescuola.it

L’Esecutivo non ha atteso alcun comunicato dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), ha stabilito che da venerdì 19 marzo riprenderà a livello nazionale l’uso del vaccino, sospeso il 15 marzo scorso. In un comunicato il Governo italiano ha poi espresso che:

“ La somministrazione del vaccino AstraZeneca riprenderà già da domani. La priorità del governo rimane quella di realizzare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile.”

I funzionari della Commissione Europea, perciò hanno previsto per il progetto del certificato verde l’uso di un sistema flessibile che possa essere aggiornato a seguito di nuove disposizioni scientifiche. Queste risulteranno necessarie al fine di fornire maggiori garanzie sulla validità del piano e contemporaneamente salvaguardare un settore turistico già fortemente debilitato.

Giovanna Sgarlata

Il punto sulla situazione vaccini. Il nuovo piano vaccinale, controlli sui lotti di AstraZeneca e l’approvazione di Johnson & Johnson

È stato stabilito un nuovo piano vaccinale con direttive valide per tutto il territorio nazionale. La bozza prevede nuovi ordini di priorità. Altresì sono stati previsti maggiori controlli sul vaccino AstraZeneca mentre prendono avvio gli accordi per la diffusione del farmaco Johnson & Johnson.

Il nuovo Piano vaccinale –Fonte:gds.it

Le premesse del nuovo piano vaccinale voluto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, sarà caratterizzato da regole uniche e criteri uniformi per la vaccinazione di tutte le regioni. Si dovrà attendere la fine di questa settimana per essere prettamente definito. L’obiettivo comune risulta essere quello di segnare una brusca accelerazione della campagna vaccinale di immunizzazione anti- Covid.

Il nuovo piano vaccinale

La nuova bozza presentata alla Conferenza unificata tra Stato, Regioni e Provincie a cui hanno partecipato,  in via telematica, i ministri Mariastella Gelmini degli Affari regionali, Roberto Speranza della Salute ed Erika Stefani alle Disabilità, presenta diversi aggiornamenti rispetto alla pubblicazione avvenuta lo scorso dicembre dal governo Conte. L’ultimo piano proposto non prevede più una distinzione caratterizzata da criteri discrezionali lasciati alle Regioni, bensì punterà ad una pianificazione unitaria per tutto il territorio nazionale.

Vaccini anti Covid, il piano Draghi –Fonte:tg24.sky.it

Da aprile a giugno, secondo quanto prescritto, l’Italia dovrebbe ricevere oltre 12 milioni di dosi al mese, che permetteranno di vaccinare almeno 400 mila persone quotidianamente. Diventa perciò cruciale la logistica, i luoghi di riferimento e le unità mobili tali da riuscire a garantire questo servizio.

Secondo il governatore della Liguria Giovanni Toti, in un’intervista presso il programma televisivo “Omnibus”, ha sostenuto la necessità della formulazione di una legge-quadro che semplifichi le procedure, volte a modificare il piano vaccinale eliminando qualsiasi rallentamento.

Governatore della Liguria Toti –Fonte:video.corriere.it

“Se arrivassero tutti i vaccini che ci hanno promesso i contratti non saremmo in grado di somministrarli perché abbiamo sbagliato la programmazione”

Si noti come viene segnalata a gran voce l’esigenza di mutamenti organizzativi che mirano ad ampliare la platea di infermieri ed operatori sanitari coinvolti nella somministrazione del farmaco.

La divisione in 5 categorie

Si procederà seguendo il criterio delle fasce d’età, partendo dagli individui con più di 80 anni proseguendo in via discendente. La novità apportata rispetto al vecchio piano, risiede nell’identificazione di cinque nuove categorie a cui la popolazione è soggetta a spartizione. Tale divisione è avvenuta seguendo i parametri di anzianità e di eventuali condizioni patologiche. Viene data priorità alla categoria 1 per poi seguire in via progressiva:

  • La categoria 1 è composta da soggetti con elevate fragilità, come persone estremamente vulnerabili o con disabilità gravi;
  • La categoria 2 contiene soggetti con età compresa tra i 70 e i 79 anni;
  • La categoria 3 contiene soggetti con età compresa tra i 60 e i 69 anni;
  • La categoria 4 contiene soggetti di età inferiore ai 60 anni che presentano patologie o situazioni di compromissione immunologiche che possono incrementare la probabilità di ammalarsi. Questi però non rientrano nelle stesse condizioni di gravità di coloro i quali sono estremamente vulnerabili;
  • La categoria 5 invece include il resto della popolazione con età inferire a 60 anni.

Restano considerate come prioritarie la classe di individui che a prescindere dall’età e dalle condizioni patologiche, fanno parte

  • del tessuto scolastico e universitario, come personale docente e non docente;
  • le forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico;
  • dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali.

Rispetto al piano precedente è stata eliminata la categoria primaria che vedeva protagonisti i lavoratori essenziali, segnalandola come una scelta volta a prevenire eventuali tentativi di prevaricazione da parte di alcuni gruppi.

Vaccinazioni anche nelle aziende, priorità a 5 categorie –Fonte:ilmessaggero.it

È stata disposta la possibilità, qualora le dosi di vaccino lo permettano, di vaccinare all’interno dei posti di lavoro

“a prescindere dall’età, fatto salvo che la vaccinazione venga realizzata in sede, da parte di sanitari ivi disponibili, al fine di realizzare un notevole guadagno in termini di tempestività, efficacia e livello di adesione”

Cosa è previsto dal nuovo piano

L’Esecutivo ha stabilito il proseguimento della fase 1 previsto dal precedente piano vaccinale, che sfrutta i vaccini Pfizer e Moderna da dover somministrare ai soggetti con più di 80 anni, continuando fino al completamento della distribuzione del farmaco al personale sanitario, alle scuole, ai militari e alle forze dell’ordine.

Vaccini Covid –Fonte:rep.repubblica.it

In parallelo, alle precedenti aziende citate, nel nostro territorio nazionale è stata autorizzato il vaccino proposto da AstraZeneca sottoposto, prima delle disposizioni del 7 marzo del ministro della Salute ai soggetti con età compresa tra i 18 e i 65 anni. Dopo l’approvazione di Speranza è stata ampliata la fetta di popolazione che potrà usufruirne, includendo anche a coloro i quali hanno più di 65 anni.

Controlli sul vaccino di AstraZeneca

La sospensione, nel territorio danese, in via precauzionale dell’utilizzo del vaccino dell’azienda farmaceutica AstraZeneca, è avvenuta per poter ricavare informazioni più chiare riguardanti i problemi circolatori che si manifestavano in alcuni soggetti, successivamente la somministrazione del farmaco. Le autorità locali non si sono ancora formalmente pronunciate sul possibile nesso che potrebbe sussistere tra il vaccino e gli episodi riscontrati.

Vaccino AstraZeneca –Fonte:adnkronos.com

Giorni fa anche l’Austria aveva annunciato la sospensione dell’utilizzo del lotto ABV5300 del vaccino, a seguito di episodi di trombosi da dover approfondire. Le dosi dello stesso, circa 1 milione, erano ripartite oltre alla nazione in questione anche in Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Francia, Grecia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Svezia.

Fondamentale è stato l’intervento dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che ha diffuso un comunicato che testimoniasse l’assenza di elementi correlati alle sintomatologie registrate. L’EMA ritiene altresì che

“i benefici del vaccino continuano a superare i rischi e la sua somministrazione può continuare, mentre proseguono le indagini sulle trombosi”

Come si sta comportando l’Italia?

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) con riguardo ha predisposto il divieto di utilizzo di un altro lotto del vaccino di AstraZeneca, prevedendo una loro analisi presso l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), per l’individuazione di eventuali anomalie. Ciò andrebbe anche ad incidere sui controlli da parte delle autorità, che avvengono prima della consegna di ogni lotto, con l’obiettivo di assicurare la tracciabilità delle dosi e la sicurezza del farmaco.

AstraZeneca, AIFA vieta un lotto in Italia –Fonte:bresciaoggi.it

Del resto altri paesi dell’Unione Europea, come il Regno Unito, hanno somministrato il vaccino AstraZeneca a milioni di persone senza che si verificassero le problematiche sopra descritte. Non è raro che farmaci come questi in alcuni casi possano causare cefalee e sintomi febbrili di breve durata. 

Il quarto vaccino: Johnson & Johnson (J&J)

Come funziona il vaccino monodose –Fonte:open.online

L’EMA ha dato il via libera all’utilizzo del vaccino della multinazionale statunitense Johnson & Johnson (J&J). Si dovrà aspettare la Commissione Europea per autorizzarne la somministrazione, diventando il quarto vaccino disponibile nell’Unione Europea dopo quelli di Pfizer-BioNTech, Moderna e AstraZeneca.

La differenza sostanziale con i precedenti è che il J&J necessita della somministrazione di un’unica dose, ponendosi come miglior risolutore dell’accelerazione della campagna vaccinale europea.

Mentre i vaccini proposti da Pfizer-BioNTech e Moderna costituiti a RNA messaggero, quello creato dall’azienda statunitense oltre ad essere meno dispendioso economicamente, non necessita di essere conservato in potenti congelatori. Fattori che influenzano negativamente sulla rapidità delle consegne e sull’amministrazioni delle dosi.

Adenovirus –Fonte:news-medical.net

Il J&J si basa su un adenovirus, ossia un gruppo di virus aventi in comune la forma, la grandezza e un antigene solubile fissante il complemento. Ciascuna particella virale è formata da un aggregato regolare di 232 subunità proteiche, chiamate capsomeri, disposti attorno al nucleo centrale di acido desossiribonucleico.  Questi non causando particolari problemi di salute nell’uomo, vengono inseriti in un gene che contiene le istruzioni necessarie per la produzione della proteina del coronavirus. Quando si somministra la dose, perciò, gli adenovirus inducono alcuni tipi di cellule a produrre copie della proteina che verrà di seguito riconosciuta come “minaccia” dal sistema immunitario. Ciò porta l’organismo a sviluppare una difesa che lo protegga dalla proteina in questione. Per un approfondimento, rimandiamo a questo articolo 

L’efficacia media ricavata dai test clinici del vaccino nell’ultima fase, giunge al 66% riguardo la prevenzione dal Covid-19, mentre tocca quota 85% rispetto alla protezione dalle forme di più gravi dello stesso. Risulta evidente come la resa del farmaco sia influenzata dalle aree geografiche a cui l’analisi statistica è stata applicata, mostrando come il suo effetto arrivi solo al 57% nelle zone del Sudamerica, culla della variante che rende il virus maggiormente contagioso.

Si prospetta che l’azienda americana arriverà a pieno regime con la fornitura delle dosi del vaccino presumibilmente dal mese di aprile, a seguito degli accordi stipulati sulla previsione delle consegne che puntano per il loro avvio all’arco temporale dal secondo trimestre del 2021.

Giovanna Sgarlata