Venezia 2022: il festival delle stelle (e degli influencers)

Mentre tutto il mondo piange la fine delle vacanze estive, la prima settimana di settembre è sempre magica per tutti gli amanti del cinema. Questo è il periodo della mostra del cinema di Venezia, una delle premiazioni cinematografiche più prestigiose ed orgoglio italiano. Inaugurato il 31 agosto e conclusosi il 10 settembre, Venezia 2022  ci ha rivelato nuovi talenti e delle nuove interessanti pellicole. Parallelamente alle vicende prettamente inerenti al tema principale della mostra, si è sviluppato tutto un turbine di gossip da “tappeto rosso”.

Venezia 2022: i candidati

Venezia 2022
Ana De Armas, protagonista di Blonde. Author: Eric Longden. Fonte: commons. wikimedia.org

Quest’anno Venezia 2022 ha acceso i riflettori su alcune delle pellicole più attese, che si tratti di film in concorso o fuori concorso. Tra queste si ricorderanno sicuramente Blonde, film in gara, nuovo biopic su Marlyn Monroe; Ana de Armas ha ottenuto anche la candidatura per la coppa volpi come miglior attrice per la sua interpretazione della nota diva di Hollywood. Per questa categoria la vera favorita era però fin dall’apertura del festival Cate Blanchett, per la sua performance in Tàr.

Nella lista dei favoriti di questo festival non poteva certo mancare Bredan Fraser: dopo un lungo e difficile periodo per via di problemi personali e di salute, l’attore fa il suo ritorno sul grande schermo con il ruolo di Charlie, padre obeso che cerca di instaurare un rapporto con la figlia adolescente, in The Whale. Nel cast di questa pellicola ritroviamo anche l’attrice Sadie Sink (Max nella serie Stranger Things).

Per mantenere alto l’orgoglio del cinema italiano, quest’anno alla mostra del cinema di Venezia sono stati presentati ben cinque film targati Italia, quattro in concorso ed uno fuori. Tra questi ricordiamo Bones and all, nuova opera nata dalla seconda collaborazione Guadagnino- Chalamet dopo Chiamami col tuo nome. Il film, storia d’amore e d’orrore, racconta la relazione tra due giovani cannibali; il soggetto è tratto dal romanzo Fino all’osso (titolo originale “Bones and All”) di Camille DeAngelis.

Per la Sezione “Orizzonti”, ritroviamo tra gli altri un film particolare, con un’inteprete inaspettata: si tratta di Ti mangio il cuore di Pippo Mezzapesa e l’attrice protagonista è la nota cantante italiana Elodie. A questo proposito, molte sono state le polemiche mosse verso quest’ultima, in quanto non è un’attrice di professione.

Per quanto riguarda invece i “fuori concorso”, la pellicola più attesa è certamente Don’t worry, darling di Olivia Wilde. In questo dramma dai tratti distopici, i due protagonisti sono interpretati dall’attrice Florence Pugh (Piccole donne, Don’t worry darling) e dalla stella pop Harry Styles. Quest’ultimo è stata una seconda aggiunta al cast, dopo le tensioni avvenute con Shia LaBeouf, prima scelta per il ruolo, ed il suo ritiro dal cast.

Venezia 2022: i vincitori

Ma ora, senza ulteriori premesse, passiamo alla parte saliente di una mostra del cinema come quella di Venezia 2022: presentiamo i vincitori!

Il Leone, simbolo di Venezia e del festival. Author: Tryphon. Fonte: commons.wikimedia.org

La categoria delle selezioni ufficiali comprende i riconoscimenti più prestigiosi. Le voci riguardo a Gli orsi non esistono di Jafar Panahi come favorito per il Leone d’oro sono state smentite: ad aggiudicarsi il premio è stato All the beauty and the bloodshed, film documentario diretto da Laura Poitras. La protagonista del docufilm intraprende una lotta contro la famiglia Sackler, proprietaria di un colosso farmaceutico e ritenuta responsabile per un’epidemia di oppioidi negli Stati Uniti. Il Leone d’argento– gran premio della giuria invece è andato a Saint Omer, dramma opera prima della regista Alice Diop.

Bones and all, invece torna vincente da questa edizione della mostra del cinema: porta con sé il Leone d’argento per la miglior regia a Luca Guadagnino ed il premio Marcello Mastroianni (destinato a un attore o attrice emergente)all’attrice Taylor Russel.

Le previsioni per la Coppa Volpi per la miglior interpretazione femminile si sono rivelate corrette. Anche se Blonde  ha ricevuto una standing ovation di circa 14 minuti, non ha potuto togliere niente alla performance della Blanchett, che si è aggiudicata il premio.

Nel caso della categoria “miglior interpretazione maschile”, il vincitore designato ha sorpreso tutti, è stato totalmente inaspettato. Nonostante la performance commuovente di Fraser ed una standing ovation di sette minuti, ad aggiudicarsi questa Coppa Volpi è stato Colin Farell per il ruolo di Pàdraic Sùilleabhàin in The Banshees of Inisherin. La pellicola in questione ha conquistato anche il premio Osella per la migliore sceneggiatura.

Infine, meritevoli di attenzione sono i due leone d’oro alla carriera, conferiti al regista e sceneggiatore Paul Schrader e all’attrice francese Catherine Deneuve.

Un red carpet di stelle hollywoodiane e “vip” italiani

Venezia 2022
Julianne Moore, presidente della giuria. Author: David Alexander Elder. Fonte: flickr.com

Il red carpet di questa mostra del cinema di Venezia 2022 ha brillato per la presenza di alcune tra le figure più affermate nel cinema contemporaneo. Partendo da attori che occupano la scena da ormai diversi decenni, come Brad Pitt (anche se questa volta solo nei panni di produttore di Blonde), Anthony Hopkins o Julianne Moore, presidente della giuria di quest’anno fino ad arrivare alle nuove stelle di oggi. Tra queste la più brillante è certamente il giovane Timothèe Chamalet, amato dal pubblico per la sua bravura ed il suo fascino; a lui si affianca l’attrice e modella cubana Ana de Armas.

Ad ogni modo nell’edizione di quest’anno l’attenzione verso i veri protagonisti del festival sembra essere stata oscurata da figure totalmente estranee al mondo del cinema. Partendo dall’attivista Giorgia Soleri, la quale, in diverse occasioni, ha affermato sui social di non apprezzare nemmeno la settima arte, passando per l’influencer Camihawke, fino ad arrivare alla coppia composta da Sophie Codegoni – ex tronista di Uomini e donne e protagonista del Grande Fratello, e Alessandro Basciano. Quest’ultimo, mentre sfilava sul red carpet, ha chiesto alla Codegoni di sposarla, con tanto di flash e telecamere puntate.

In tutti e tre i casi si tratta di figure fuori luogo, che pur volendo partecipare, come tutti, ad un festival importante come questo, non sarebbero dovute divenire il centro dell’attenzione, “rubando” la scena ad attori, registi e film in gara.

Ilaria Denaro

Ddl Zan sull’omotransfobia: ecco cosa prevede e perché non è stata approvata. Dura mobilizzazione mediatica promossa da Elodie e Fedez

Il centrodestra blocca la legge contro l’omotransfobia in Senato. Il rinvio alla discussione del Disegno di Legge Zan ha visto coinvolti diversi personaggi della musica italiana, come Fedez ed Elodie che hanno alimentato la protesta sul mondo dei social, diffondendo il loro pensiero a macchia d’olio.

La Lega contro il ddl Zan sull’omofobia –Fonte:zazoom.it

La Commissione Giustizia del Senato non ha ancora calendarizzato la discussione dell’esame del ddl contro l’omotransfobia e misoginia, approvato già alla Camera il novembre scorso. Più comunemente viene conosciuta con il nome di ddl Zan, dal deputato Alessandro Zan appartenente al Partito Democratico che l’ha presentata.

I maggiori ostacoli per la sua approvazione vengono imposti, secondo il PD, dalla Lega ma anche da altre forze del centrodestra come Forza Italia e Fratelli d’Italia, che lo hanno definito come un provvedimento non prioritario, compromettendone l’avvio della discussione in Seconda Camera.

Cos’è la discriminazione

Discriminazioni in UE –Fonte:egalite.org

La discriminazione è il trattamento ineguale consistente per lo più nella violazione dei diritti a danno di individui o gruppi inferiorizzati o considerati a vario titolo marginali o addirittura estranei alla comunità. L’articolo 1 della Convenzione Internazionale, si sofferma proprio sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale definendola come

“una qualsiasi distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata su razza, colore, discendenza od origine nazionale o etnica che abbia lo scopo o l’effetto di annullare o pregiudicare il riconoscimento, godimento o esercizio, su un piano di parità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale o di qualsiasi altro tipo della vita pubblica”

Essa può essere:

  • Positiva: quando la disparità di trattamento è volta a favorire un gruppo o categoria di persone da lungo tempo discriminate. Ad esempio l’attuazione delle quote rosa o le facilitazioni all’inserimento lavorativo di persone con disabilità;
  • Negativa: quando la disparità del trattamento sia volta a sfavorire e/o ad escludere una persona o un gruppo di persone, in quanto socialmente e legalmente rilevante.

Il ddl Zan: ecco cosa prevede

Il provvedimento, se fosse approvato, instituirebbe misure di detenzione per coloro i quali compiano atti di discriminazione fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità.

I primi due articoli sono volti ad introdurre l’orientamento, il genere sessuale e l’abilismo, cioè quella forma di discriminazione che generalmente si crea sul presupporre che tutti abbiano un corpo abile. Questi, secondo quanto sancito dal Codice Penale agli articoli 604 bis e ter, puniscono la propaganda e l’istigazione a delinquere per ragioni discriminatorie.

Alessandro Zan , il papà della legge contro l’omotransfobia –Fonte:open.online

Il più importante, però, risulta essere il terzo articolo che modifica il decreto legge 122 del 1993, conosciuto come la Legge Mancino. Essa è un atto legislativo della Repubblica italiana che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan legati all’ideologia nazifascista e aventi per scopo l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici, religiosi o nazionali. Venne proposta dall’allora Ministro dell’Interno Nicola Mancino e mira reprimere i crimini d’odio e punisce l’uso di simbologie connesse ai movimenti politici suddetti.

Modifica della legge Mancino

Nell’articolo 1 del testo modificato dal disegno di legge Zan viene ad essere specificato che

“Per sesso si intende il sesso biolo­gico o anagrafico; per genere si intende qualunque ma­nifestazione esteriore di una persona che sia conforme o contrastante con le aspettative sociali connesse al sesso; per orientamento sessuale si intende l’attrazione sessuale o affettiva nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso, o di entrambi i sessi; per identità di genere si intende l’i­dentificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corri­spondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione.”

Il Disegno di legge “Zan” –Fonte:poterealpopolo.org

La disposizione come misura innovativa prevede, per chi commette atti di discriminazione sopraindicati, la reclusione fino a 18 mesi o una multa che può toccare quota di 6000 euro. Si prevede, altresì, l’istituto di pena:

  • Da 6 mesi a 4 anni per chi istiga a commettere o commette violenza per gli stessi motivi
  • Da 6 mesi a 4 anni per chi partecipa o aiuta organizzazioni aventi tra i propri intenti l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per gli stessi motivi
  • Per qualsiasi reato commesse per le finalità di discriminazione o di odio la pena viene aumentata fino alla metà.

La sospensione condizionale della pena, trattata dall’articolo 163 e seguenti del Codice Penale, stabilisce che al reo la cui condanna non supera i due anni di reclusione, può essere sospesa l’esecuzione della stessa. Inoltre se il condannato, durante la suddetta interruzione, non commette nuovi reati e adempie agli eventuali obblighi imposti dal giudice, si determina l’effetto estintivo delle pene principali e accessorie. In questo caso il detenuto per ottenerla dovrà prestare lavoro in favore delle associazioni di tutela delle vittime dei reati.

Giornata nazionale contro l’omofobia e i centri anti-violenza

Il provvedimento Zan avrebbe anche predisposto l’istituzione della “Giornata Nazionale contro l’omofobia” che si sarebbe celebrata il 17 maggio. Essa mira anche ad abbracciare la promozione della cultura del rispetto, dell’inclusione nonché a contrastare i pregiudizi e le discriminazioni. Sarà perciò fondamentale, al momento della sua approvazione, che le scuole di ogni ordine e grado inseriscano nei propri programmi, dei piani che puntino a far acquisire fin dalla tenera età, una maggiore sensibilizzazione verso queste tematiche.

Giornata mondiale contro l’omofobia –Fonte:repubblica.it

Oltre a ciò il disegno di legge predispone uno stanziamento di 4 milioni di euro annui per sostenere le strutture e i centri che lottano contro le discriminazioni motivate da orientamento sessuale e di identità di genere, per offrire assistenza nell’ambito legale, sanitario, psicologico, vitto e alloggio alle vittime di odio.

L’appello degli influencer

Ddl Zan, il centrodestra blocca la legge contro l’omotransfobia –Fonte:ilfattoquotidiano.it

La cantante Elodie, sulla piattaforma Instagram, ha pubblicato una storia che riprendesse le fila della discussione sull’approvazione del ddl Zan, definendo “indegni” i parlamentari che vi si sono opposti.

“Questa gente non dovrebbe essere in Parlamento. Questa gente è omotransfobica”

La risposta non è tardata ad arrivare, è sopraggiunta attraverso un post pubblicato su Facebook dal senatore Simone Pillon, personaggio appartenente al nido leghista e membro attivo nelle lotte dell’integralismo cattolico. Tale battaglia plasma sotto un’unica direttrice ogni aspetto della società civile ai principi della dottrina cristiana. Il parlamentare ha così ribattuto

“le valutazioni sull’incardinamento di leggi ideologiche, inutili e divisive possono aspettare. Con buona pace di Elodie e di tutta la compagnia cantante…”

Pillon si mostra contrario al ddl Zan perché l’approvazione di una legge sull’omotransfobia permetterebbe alle coppie omosessuali di procreare attraverso “l’utero in affitto”, dando perciò il via libera alla maternità surrogata pratica vietata in Italia.  In realtà la legge non fa alcun riferimento alla procreazione assistita, bensì il suo nucleo si impernia nel prevenire e contrastare le discriminazioni e gli atti di violenza.

Fedez contro Pillon –Fonte:today.it

La mobilizzazione dei social non si è fermata,  ha ritrovato voce nella persona di Fedez, che con una serie di storie e dirette pubblicate attraverso il suo profilo Ig, ha lanciato un appello al Parlamento a “far presto” ed ha invitato i suoi followers a scrivere al Presidente della Commissione di Giustizia, Andrea Ostellari (Lega). L’obiettivo del cantante è quello di sbloccare il fermo a Palazzo Madama e di sfatare le fake news che condannerebbero tale legge come una norma volta all’introduzione del reato di opinione.

Fedez in diretta con Alessandro Zan –Fonte:ilfattoquotidiano.it

Durante la diretta sul social, infatti, il “mediatore” Fedez ha coinvolto il deputato Alessandro Zan, il quale afferma

“Noi abbiamo la maggioranza della commissione Giustizia che vuole la calendarizzazione, ma purtroppo è in ostaggio di una minoranza e del suo presidente, che decide sulla calendarizzazione, cioè di farne iniziare o meno l’iter. Quindi alla fine la legge è bloccata perché lui non è d’accordo. E’ assurdo.”

Da tale intervento risulta altresì chiaro come in uno Stato democratico, basti una minoranza all’opposizione, che risiede nella figura del Presidente della Commissione, per bloccare la calendarizzazione di un disegno di legge avente come obiettivi primari tutele, pari opportunità e diritti.

Giovanna Sgarlata

Indiegeno day 2: la musica non si ferma

Elodie, Indiegeno 2020

Come ormai consuetudine nella stagione estiva, anche quest’anno noi di UniVersoMe abbiamo seguito l’Indigeno Fest, scegliendo di sostenere un settore – quello musicale – che ad oggi fa ancora fatica ad uscire dalla crisi scaturita dall’emergenza sanitaria, in qualità di spettatori.

Elodie, Indiegeno 2020 

Ma eccoci qua pronti a raccontarvi ancora una volta la serata del 5 agosto 2020, svoltasi in una location d’eccezione, il Teatro Greco di Tindari, preceduta dalla nottata di apertura che ha visto esibirsi il vincitore dello scorso festival di Sanremo, Diodato. Nonostante la minaccia di pioggia – concretizzatasi solo in parte – lo show parte subito con il nome più noto: Elodie. Reduce dalla pubblicazione del suo ultimo album  “This is Elodie” (2020), l’artista romana mette in scena uno spettacolo coinvolgente, supportata anche dalle sue bravissime coriste. Tantissimi i successi portati sul palco, da pezzi recentissimi, come la hit dell’estate Guaranà, ai grandi tormentoni che hanno animato la bella stagione negli anni precedenti, come Nero Bali e Margarita. 

Ciclone il pezzo più apprezzato e ballato dal pubblico, che ha richiesto anche un bis a gran voce. Nonostante il clima non propriamente estivo, con la sua voce poderosa – anche se lievemente sottotono – è riuscita a scaldare gli spettatori con tanti cavalli di battaglia ma anche cover e pezzi meno conosciuti. Molto divertenti alcuni siparietti con in membri del suo entourage: Elodie ha ammesso candidamente di non ricordare spesso gli “attacchi” delle canzoni e ha chiesto l’aiuto della DJ alle sue spalle, suscitando l’ilarità degli spettatori e contribuendo a creare un clima quasi amichevole con il pubblico.

Elodie e le coriste, Indiegeno 2020 

Dalla sua uscita di scena in poi la serata si “normalizza”: in tanti lasciano il Teatro nonostante i ripetuti appelli degli

organizzatori.

Davide Shorty, Indiegeno 2020

Noi non demordiamo ascoltiamo piacevolmente il secondo artista in programma, Davide Shorty. Un mix di sonorità rap, hip-hop e testi quasi “cantautorali”: il cantante siciliano è a proprio agio sul palco e riesce a coinvolgere il pubblico. Degna di nota una riflessione sul razzismo e i recenti fatti accaduti negli USA, tutta in rima ed a cappella. Prima di lasciare il palco regala anche qualche inedito, scritto e ideato durante il lungo periodo di quarantena, oltre a brani tratti da Straniero (2017) e Terapia di Gruppo (2018, in collaborazione con Funk Shui Project).

Blank, Indiegeno 2020

A chiudere la serata Blank, giovanissima ragazza di origine messinese e artista emergente della scena indie: emozionantissima di cantare nella sua città natale, ci regala anche l’inedito Pare, tra le canzoni che più ci hanno convinto.

È stato sicuramente un Indiegeno diverso dal solito: molto più “posato” per necessità, con gli spettatori seduti per gran parte del tempo. Ma, ad ogni modo, tutte le difficoltà per organizzare in questo anno particolarmente complesso un evento del genere sono state ripagate dalle esibizioni degli artisti.

Forse poco oculata la scelta di invertire la scaletta originaria, facendo esibire Elodie per prima.

E probabilmente le stesse difficoltà, menzionate qualche riga sopra, sono state sofferte sia dagli artisti che dagli organizzatori e messe in scena un po’ troppo: smorzare gli animi a uno spettacolo musicale che, per definizione, ha un animo leggero, ha fatto sì che il pubblico fosse un po’ frenato. Possiamo e dobbiamo tuttavia comprendere lo stato d’animo di tutti gli addetti ai lavori e dei cantanti stessi, che abbiamo visto tenere tanto alla riuscita dell’evento. L’Indiegeno ha comunque dimostrato che è possibile ripartire in sicurezza anche nel settore musicale e che un nuovo modo di concepire i festival, sfruttando magari le splendide location all’aperto di cui siamo ricchi in Sicilia (come in tutta Italia), può far sì che il mondo della musica non rimanga bloccato, e con lei le nostre emozioni.

Emanuele Chiara, Antonio Nuccio

Foto di Martina Galletta