Intervista a Monica Calcagni in occasione della Giornata Mondiale dell’Endometriosi: la conoscenza come arma di prevenzione

Leggendo il libro edito da Sperling&Kupfer ”Cose da donne che anche gli uomini dovrebbero sapere” di Monica Calcagni, una frase in particolare ha attratto la mia attenzione: ”Voglio raccontare la medicina per come la conosco e la vivo io, esprimermi in merito alle cose da donne come diretta interessata, e aprire una breccia nel muro che separa medico e paziente”.
Condividendo a pieno il pensiero e seguendo la dottoressa da tempo sui social, in collaborazione con UniVersoMe ho invitato la dottoressa per discutere su delle tematiche che molto mi stanno a cuore, al fine di far conoscere a ragazzi e genitori patologie come l’endometriosi e sensibilizzare gli adolescenti e le famiglie al dialogo interpersonale su ”questioni” che ancora oggi risentono di quel fantomatico velo ”storico” di castità.

  1. Chi è Monica Calcagni
  2. Perché è stata istituita la giornata mondiale dell’endometriosi? E soprattutto, di cosa si tratta?
  3. Fin da bambine ci sentiamo ripetere che è normale avere mestruazioni dolorose. E’ veramente così? 
  4. L’ endometriosi è una patologia congenita o si sviluppa a seguito di un evento scatenante? Quali fattori possono attivare il campanello di allarme nei genitori o nel soggetto stesso?
  5. Secondo la sua esperienza, pensa che l’endometriosi sia una patologia così comune? Generalmente, quale terapia viene somministrata?
  6. L’endometriosi è una patologia prettamente femminile?
  7. Nell’approccio interpersonale, cosa consiglia di non dire a chi ha l’endometriosi? 
  8. Perché secondo lei le patologie legate all’apparato riproduttore non sono soggette al dialogo familiare e scolastico?
  9. Da professionista e madre, cosa sente di dire ai ragazzi e ai genitori che ci seguono? 
  10. Conclusioni

Chi è Monica Calcagni

Monica Calcagni è una dottoressa laureata in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Roma ”Tor Vergata” e specializzata in Ginecologia e Ostetricia presso la medesima. Oltre a svolgere il lavoro per cui ha studiato, è anche una nota influencer che, con i suoi contenuti, ha debuttato sui social come ”ginfluencer”, raggiungendo oltre 250K persone su Instagram fino a 1MLN su TikTok. E se con i social ha raggiunto la popolarità tra i ragazzi, con la pubblicazione del suo libro è riuscita ad entrare nelle case degli italiani. Il suo curriculum è vasto e meritevole di nota, ma oggi preferiamo concentrarci su una patologia poco discussa e che rappresenta ancora un tabù, l’endometriosi. Oscura e non sempre silenziosa, affligge solo in Italia il 10-15% di donne in età fertile e oltre il 40% delle donne che hanno difficoltà a concepire.

 

Dottoressa Monica Calcagni

 

Dottoressa, perché è stata istituita la Giornata Mondiale dell’Endometriosi? E soprattutto, di cosa si tratta?

La Giornata Mondiale dell’Endometriosi è stata istituita al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica su questa patologia che può essere fortemente invalidante e che in Italia colpisce quasi tre milioni di donne. Probabilmente i numeri sono molto più alti, perché la diagnosi può arrivare anche dopo 8-10 anni.
Si tratta di una malattia infiammatoria pelvica che fino a qualche anno fa si pensava fosse dovuta alla localizzazione extra uterina dell’endometrio, il rivestimento interno dell’utero. Studi recenti hanno invece dimostrato che si tratta di un tessuto simile all’endometrio e, pertanto, si comporta più o meno come tale.
La sua localizzazione può avvenire a livello di organi pelvici, come utero e ovaie, ma anche di organi ben più distanti, come l’intestino.
Da non troppo tempo è stata inserita nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), per cui si può avere un’esenzione per poter effettuare un percorso diagnostico-terapeutico. Durante la giornata mondiale dell’endometriosi fioriscono una serie di iniziative finalizzate a sensibilizzare non solo le donne, ma anche gli uomini su questa importante patologia.

Fin da bambine ci sentiamo ripetere che è normale avere mestruazioni dolorose, quasi come se la cultura del dolore prevaricasse su quella della conoscenza. Mi rivolgo a lei, è veramente così? E’ normale avere dolori mestruali talvolta invalidanti e debilitanti?

Veniamo da un’educazione per cui la donna deve soffrire ‘’partorirai con dolore e con dolore avrai le mestruazioni’’. Qualsiasi ragazzina, io stessa quando avevo dolori mestruali, venivo tranquillizzata con la frase ‘’Abbiamo sofferto tutte, prima o poi passerà, aspetta di partorire’’ ma, in realtà, non è così.
Il dolore mestruale non è una cosa normale o che dobbiamo tollerare, piuttosto deve spingere a fare degli accertamenti. Nonostante questo, non significa che dolore mestruale voglia dire necessariamente endometriosi che è, invece, una patologia a volte silenziosa.
Il messaggio che io vorrei arrivasse non è finalizzato soltanto alle ragazze ma anche ai genitori. Non chiudete gli occhi, non evitate di portarle dal ginecologo perché avete paura che così possano essere autorizzate a fare qualcosa che voi non volete facciano. Piuttosto, pensate alla loro salute e fate in modo che possano vivere il rapporto con le mestruazioni in serenità e non come un dramma.

L’endometriosi è una malattia attorno alla quale ruotano svariate teorie. Ma facciamo un po’ di chiarezza. Dottoressa, l’endometriosi è una patologia congenita o si sviluppa a seguito di un evento scatenante? Quali fattori possono attivare il campanello di allarme nei genitori o nel soggetto stesso?

Sull’endometriosi si sa ancora molto poco. E’ recente lo studio che dimostra come la causa dell’endometriosi sia su base genica. Infatti, la probabilità di manifestare la malattia è dovuta alla mutazione di un gene che, inoltre, è stato rintracciato famiglie in cui c’era più di qualche caso di endometriosi. In commercio è possibile trovare un tampone salivare, l’ Endotest, che permette la diagnosi con un buon grado di affidabilità.
Tuttavia, non significa che l’unica causa sia la genetica. Un po’ come in tutte le malattie da una parte ci vuole la predisposizione, dall’altra degli agenti esterni come lo stile di vita, lo stress, lo smog, alterazioni ormonali che possono indurre la manifestazione  della malattia.
Il sospetto si ha quando i dolori mestruali sono invalidanti, quando si ha difficoltà ad avere una gravidanza o quando si soffre di stitichezza. Potenzialmente si potrebbe avere una localizzazione endometriosica a livello dell’intestino e invece non avere sintomi ginecologici. Quindi, fate i controlli a prescindere, perchè la maggior parte delle volte la scoperta dell’endometriosi è puramente casuale.

 

Fonte: wikiversity.org

Mi piace ricordare ai nostri lettori che fin dalla più tenera età ha coltivato il desiderio di essere medico delle mamme e, crescendo, delle donne. Secondo la sua esperienza, pensa che l’endometriosi sia una patologia così comune? Generalmente, quale terapia viene somministrata?

La diagnosi di endometriosi non è semplice. Spesso non si vede con l’ecografia o con risonanza magnetica, a meno che il tessuto non sia localizzato sulle ovaie o sul corpo uterino. L’unico esame che ci dà una diagnosi certa è la laparoscopia, una tecnica chirurgica.
Reputo che l’endometriosi sia una patologia più frequente di quanto si pensi. Sappiamo che colpisce il 10% delle donne in età fertile e quasi tre milioni di donne in Italia, ma bisogna considerare che c’è una grande fetta di donne a cui non viene diagnosticata perché sono asintomatiche e riescono ad avere gravidanze senza problemi.
Nella mia vita professionale ho diagnosticato tante endometriosi e di tante altre c’è il sospetto.
Purtroppo, ad oggi, non disponiamo di terapie che la curano, ma esistono quelle che permettono la gestione dei sintomi, come le terapie ormonali o l’utilizzo di dispositivi intrauterini.
Nelle donne asintomatiche, inoltre, è possibile somministrare anti-infiammatori che permettono di spegnere i focolai di flogosi.

L’endometriosi è una patologia prettamente femminile?

Gli ultimi dati ci dicono che l’endometriosi non è soltanto una patologia femminile ma può colpire anche gli uomini. E’ stato osservato il caso di un uomo con dolore addominale. La massa è stata asportata e, in seguito all’esame istologico, si è visto essere tessuto endometriale. Ci sono degli studi in corso atti a capire quali sono i sintomi che potrebbero manifestare gli uomini con endometriosi, così da trovare terapie finalizzate alla loro gestione. Ancora però bisogna fare molta strada, perchè purtroppo di questa patologia si conosce molto poco.

Nell’approccio interpersonale, cosa consiglia di non dire a chi ha l’endometriosi? Cosa vuole dire alle coppie?

‘’Avrai difficoltà ad avere bambini’’ o ‘’non diventerai mai madre’’.
Esistono quattro stadi dell’endometriosi, da quello più ‘’lieve’’ fino a quelli devastanti, che colpiscono non solo l’apparato riproduttore, ma anche l’intestino o organi lontani dalla pelvi. Questi ultimi portano a fare degli interventi chirurgici anche demolitivi, ma non vale per tutte le donne.
Quindi state tranquille, avere l’endometriosi non vuol dire avere un bollino rosso in fronte che etichetta come sterili o che implica l’intervento con certezza.
Molte donne hanno gravidanze senza alcuna difficoltà, alcune riescono ad avere una gravidanza a seguito di un percorso terapeutico. Altre, purtroppo, non riusciranno a realizzare il loro sogno.
Ai compagni consiglio di supportare le compagne soprattutto dal punto di vista emotivo e psicologico.

Perché secondo lei le patologie legate all’apparato riproduttore non sono soggette al dialogo familiare e scolastico?

E’ un problema di cultura. Si pensa che l’educazione sessuale sia equiparata all’ educazione pornografica, ma si tratta di due cose completamente diverse. Molte volte chi come me parla di sessualità e salute sessuale viene cancellato dai social, ma non ci arrendiamo! Speriamo pian piano che questa cosa venga superata, perché sensibilizzare alla sessualità significa anche prevenzione e conoscenza di patologie importarti come l’endometriosi che, molte volte, viene diagnosticata tardivamente perché appunto non si sospetta di avere.

Da professionista e madre, cosa sente di dire ai ragazzi e ai genitori che ci seguono?

Cari genitori, quello che mi sento di dire è di rispondere in maniera coerente a tutto quello che vi chiedono i ragazzi. Se su alcuni argomenti non siete preparati o non sapete come affrontarli, ammettete la vostra ignoranza e cercate insieme le informazioni. Sono certa che lo apprezzeranno.
Cercate di non sottovalutare i sintomi che vostri figli vi manifestano, non cercate di gestirli con il fai da te e con i rimedi della nonna. Piuttosto, andate da un professionista.
La stessa cosa fate con i vostri ragazzi, perché pian piano stiamo riuscendo a sensibilizzare i genitori sulle patologie femminili, ma ancora c’è un grandissimo tabù sui maschi che troppo poco vanno a fare la visita andrologica.

Conclusioni

“La libertà deriva dalla consapevolezza, la consapevolezza deriva dalla conoscenza, la conoscenza deriva dall’informazione, dallo studio e dalla lettura senza pregiudizi”.

Stefano Nasetti

Redattori UVM

 

Francesca Umina

Pillola contraccettiva maschile: la parità ‘’intima’’

Pillole per lei, ma anche per lui. Tra qualche tempo sarà possibile ampliare l’orizzonte della contraccezione con l’introduzione sul mercato della pillola anticoncezionale maschile, avendo la possibilità di promuovere ulteriormente la prevenzione delle gravidanze indesiderate.

  1. Contraccezione maschile
  2. La speranza della parità in capsula
  3. La novità
  4. Sicurezza al 99%
  5. Il vantaggio della sterilità reversibile
  6. Parere femminile sulla contraccezione maschile 
  7. Conclusioni

Contraccezione maschile

Circa un quarto delle coppie pratica la contraccezione attraverso metodi che riguardano il maschio e la loro percentuale è in costante aumento. Questi possono essere suddivisi secondo il meccanismo d’azione:

  • impedire l’inseminazione, cioè l’introduzione di spermatozoi in vagina;
  • impedire la spermatogenesi;
  • alterare il potere fecondante degli spermatozoi senza necessariamente influenzarne la produzione.
https://www.google.com

La speranza della parità in capsula

La pillola contraccettiva femminile è stata approvata negli anni 60 e, fin da subito, si è cercato di intervenire anche per sviluppare un equivalente maschile. Poichè l’anticoncezionale femminile agisce sfruttando degli ormoni che tendono ad interrompere il ciclo mestruale, si è pensato di sfruttare la stessa metodica agendo sul testosterone. Tuttavia, in seguito alle prime somministrazioni si sono osservati effetti collaterali, quali aumento di peso, attacchi di depressione, aumento del colesterolo e rischi di sviluppo di malattie cardiache.

La novità

Gli scienziati dell’Università del Minnesota, hanno sviluppato un contraccettivo non ormonale in grado di ridurre il rischio di concepimenti indesiderati. Lo studio è stato presentato durante l’American Chemical Society (ACS) Spring Meeting 2022, un incontro ibrido che si è tenuto dal 20 al 24 marzo. Attualmente, gli uomini hanno solo due opzioni efficaci affinchè vengano controllate le nascite: preservativi e vasectomia. Tuttavia, i preservativi sono monouso ed inclini ad essere difettosi. Al contrario, la vasectomia  è considerata una forma permanente di sterilizzazione maschile. L’intervento è costoso e non sempre ha successo. Pertanto, gli uomini hanno bisogno di un contraccettivo efficace, duraturo ma reversibile, simile alla pillola anticoncezionale per le donne.

Sicurezza al 99%

I ricercatori hanno studiato il recettore alfa dell’acido retinoico (RAR-), che parte di una famiglia di tre recettori nucleari che legano l’acido retinoico, una forma di vitamina A. Esso svolge un ruolo cruciale nella crescita cellulare, formazione del liquido seminale e nello sviluppo embrionale. Il farmaco in sperimentazione, inibisce il gene RAR- e provoca sterilità reversibile. L’eccipiente chimico “YCT529”, viene somministrato per via orale ai topi maschi per quattro settimane. Trascorso tale periodo si è notata una riduzione drastica nella produzione di spermatozoi, risultando efficace al 99% nel prevenire la gravidanza, senza effetti collaterali osservati.

Il vantaggio della sterilità reversibile

Da quattro a sei settimane dopo la fine del trattamento i roditori sono stati di nuovo in grado di riprodursi. La sperimentazione umana, visti i risultati incoraggianti dei test, potrebbe iniziare entro la fine dell’anno, mentre per la commercializzazione ci sarà da attendere almeno un quinquennio. La dottoressa Gunda Georg, direttrice del laboratorio di ricerca che ha condotto l’esperimento, si è dimostrata ottimista sui possibili effetti che il farmaco potrebbe sortire sull’uomo, nonostante non ci sia alcuna garanzia.

Fonte: https://s3.eu-central-1

Parere femminile sulla contraccezione maschile

Attraverso un questionario, somministrato a tutte le donne di età compresa tra i 16 anni e l’età della menopausa, sono stati raccolti i pareri delle donne sulla figura maschile nel campo della contraccezione. Tra le donne, il 69,7% è favorevole a lasciare che gli uomini si occupino della contraccezione, senza fare riferimento a un metodo specifico. Dopo essere state informate delle informazioni mediche relative ai contraccettivi maschili esistenti e a quelli in fase di sviluppo, la percentuale di donne a favore è scesa al 46,7%. Il metodo più accettabile per la maggior parte delle donne è la pillola maschile, che è ancora in fase di sviluppo. La maggior parte (78,4%) delle donne nel sondaggio si sentiva insufficientemente informata sulla contraccezione maschile.

Conclusioni

Se la percentuali di risposte positive risulteranno accettabili sugli uomini così come nei ratti, potremo finalmente affermare di avere una risposta contraccettiva efficace e non invasiva.

Alice Pantano

Bibliografia

Sex Education: tra sesso e amore

 

Una serie che va rompere i tabù sul sesso e che crea indignazione verso il politicamente corretto – Voto UVM: 5/5

 

L’atto sessuale in sé può essere stupendo ma può anche causare un dolore tremendo e se non fai attenzione il sesso ti può rovinare la vita.

Il 17 settembre è approdata su Netflix la terza stagione di Sex Education, una delle serie più attese e amate degli ultimi tempi. Una serie tv che a primo impatto può sembrare banale agli occhi dello spettatore, ma ha sorpreso tutti per le sue tematiche, non solo legate al sesso, ma anche alla violenza sessuale, all’amore non ricambiato e alla solidarietà ( e tante altre che vedremo fra poco).

Cari lettori, non ci soffermeremo sulla terza stagione, quindi – per chi non l’avesse ancora vista- state tranquilli, non ci saranno spoiler!

Otis e Meave.                             

Una serie che vuole infrangere i tabù del sesso

Sex Education mostra la sessualità dei ragazzi, i loro piaceri tenuti nascosti per vergogna o per scarsa informazione. 

La serie ci mostra due facce della medaglia: da una  parte ragazzi alle prime armi, con paure e poca conoscenza sulla materia, dall’altra il protagonista Otis (interpretato da Asa Butterfield), un ragazzo timido e romantico, vergine ma un vero esperto di sesso.Sarà proprio lui infatti, assieme alla sua amica Meave (Emma Mackey), ad aprire la clinica del sesso per aiutare gli altri con i loro problemi e dubbi sessuali.

In Otis vedremo un ragazzo interessato alle esigenze dei suoi coetanei che aiuterà anche nella sfera sentimentale, quest’ultima ancor più complicata del sesso. Ogni episodio è accompagnato da un tema legato alla sfera sessuale che fa da sfondo alle vicende dei personaggi principali. Vedremo argomenti come la masturbazione, il travestimento e i desideri più nascosti dell’eros.

Qualche volta le persone che ci piacciono non ricambiano . E’ doloroso ma non possiamo farci niente

Sex Education, è ambientato in Inghilterra e possiamo capirlo non solo dai paesaggi, ma anche dallo humor spiritoso e cinico che accompagna la serie e colpisce il telespettatore.

Uno dei personaggi più eclatanti è la sessuologa e scrittrice Jean Milburn (interpretata dalla talentuosa Gillian Anderson), madre di Otis, che con le sue domande scomode mette in imbarazzo il figlio anche davanti ai suoi amici, rendendo la trama ancora più unica nel suo genere. Diciamocelo: non siamo abituati a vedere una madre che parla col proprio figlio di sesso senza peli sulla lingua sullo sfondo di una casa arredata con arte erotica.  Un ambiento libero, insomma, in cui il figlio potrebbe esprimere la sua sessualità in modo altrettanto spensierato. Otis tuttavia è bloccato dal punto di vista sessuale (non riesce nemmeno a masturbarsi) per via di un episodio traumatico avvenuto durante l’infanzia, in cui vide il padre tradire la madre. Da quel momento in poi, il nostro protagonista assocerà il sesso a una forma distruttiva per l’essere umano.

Altro personaggio interessante è Eric, interpretato da Ncuti Gatwa, un ragazzo omosessuale dichiarato che non prova vergogna nel mostrare a tutti i suoi travestimenti e il suo trucco eccentrico . In lui vedremo una crescita interiore, in cui qualsiasi  ragazzo o ragazza si può identificare.

E’ più facile quando non ci tieni, non soffre nessuno

La paura di essere giudicati

Come già detto sopra, la serie presenta tante tematiche, ma mi soffermerò su due che mi hanno particolarmente toccato, perché possono coinvolgere ognuno di noi. La prima di cui parleremo è quella dell’aborto, un tema che ancora spaventa e indigna e su cui non si è ancora sufficientemente informati.  La regista è riuscita in modo sublime a parlare di questa tematica senza veli, mostrando la paura e l’angoscia di un tale gesto e il dolore che porta nonostante molte volte sia una soluzione indispensabile. 

Uno dei temi che è stato anche ben sviluppato è quello della molestia. Aimee (Aimee Lou Wood) viene molestata sopra l’autobus da un perfetto sconosciuto: la ragazza, sconvolta, non riuscirà più a mettere piede sopra il mezzo e a poco a poco maturerà la consapevolezza della molestia. Nell’evoluzione della trama assisteremo prima ad una ragazza sessualmente disinvolta trasformarsi dopo quel gesto in un’Aimee spaventata anche da un semplice tocco del proprio ragazzo: il sesso per lei diventerà paura e no ne vorrà sapere, si chiuderà in sé stessa per autodifesa.

Una delle scene più emozionanti è quando Aimee riesce a dire alle sue amiche di essere stata molestata. E’ una richiesta di aiuto: le ragazze difatti la aiuteranno ad affrontare il viaggio in autobus, un primo passo verso la guarigione. Vedremo un esempio di solidarietà femminile, quella che manca a volte nel nostro mondo reale. 

-Che ci fate qui ?                                                                                                                                                                               – Prendiamo l’autobus, lo prendiamo insieme!

Aimee assieme alle ragazze sopra l’autobus. 

La campagna pubblicitaria

Per promuovere la terza stagione di Sex Education, nella metropolitana di Milano sono comparsi cartelli pubblicitari con l’intento forse di irritare i bigotti e lanciare un messaggio verso il potere o, ancor meglio, per incitare a promuovere l’educazione sessuale all’interno delle scuole. Non è una novità, infatti, che i ragazzi siano poco informati sull’argomento e corrano perciò gravi pericoli.

L’Italia purtroppo è uno dei pochi Paesi al mondo in cui non si insegna educazione sessuale nelle scuole; forse la colpa è legata alla tradizione del nostro Paese, troppo assoggettata alla Chiesa o a pregiudizi di vario genere. Basti pensare come in Francia, nei licei e negli istituti suoperiori, esista il distributore dei preservativi, mentre in Italia ancora ci si scandalizza nel parlare di mestruazioni!

Cartellone pubblicitario di Sex Education- Fonte: idealia.it

Sex Education mostra entrambe le facce della medaglia del sesso e le difficolta che si possono riscontare nella vita quotidiana: la sessualità racconta di noi stessi, i nostri piaceri e le nostre fantasie ma anche le nostre paure. Allo stesso tempo la serie ci insegna come il sesso possa non piacere a tutti o come possa rovinare la vita di una persona, come nonostante tutto faccia parte di noi e di come i ragazzi siano pochi informati.

Cosa non meno importante, la regista è riuscita a parlarne senza dar piacere all’occhio del telespettatore.

 Se amate qualcuno ditelo, prima che sia troppo tardi

                                                                                                                                                      Alessia Orsa