Ecco come l’Italia oggi ricorda la Shoah

Nonostante il trambusto e la baraonda della crisi di governo, oggi l’Italia non manca di celebrare la Giornata della Memoria. A sottolineare l’importanza di questo momento, la decisione del presidente della Repubblica di dare avvio alle consultazioni solo nel pomeriggio per non rinunciare ai suoi impegni di commemorazione.

Quando è stata istituita? Perché proprio il 27 gennaio?

Fu una risoluzione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite che, l’ 1 Novembre del 2005, scelse il 27 gennaio come giornata internazionale per ricordare le vittime dell’olocausto. In Italia, in realtà, già qualche anno prima si era giunti all’istituzione formale di una giornata commemorativa attraverso la legge 211 del 20 luglio 2000.

È stata scelta questa data perché il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell’Armata Rossa arrivarono nei pressi della città polacca di Auschwitz scoprendo il campo di concentramento e di sterminio maggiormente rappresentativo degli orrori compiuti dal Nazismo.

Campo di Auschwitz – Fonte: lilyrianitravelholic.blogspot.com

La Giornata della Memoria negli anni

Historia magistra vitae: è questa l’idea che ha guidato le celebrazioni per la Giornata della Memoria negli anni. Evocare il passato è sempre stato considerato un dovere necessario a ricordare alle generazioni presenti chi è stato l’uomo e chi potrebbe ancora essere. Nella Giornata della Memoria si sono sempre coniugate allerta e speranza per il futuro.

Il ricordo delle vittime dell’olocausto è stato tenuto vivo attraverso concerti, conferenze, incontri, racconti di testimoni. Un’iniziativa importante è da anni quella del treno della memoria: un treno che ha offerto a ragazzi di diverse regioni di Italia un viaggio lungo i sentieri della Memoria europea attraverso varie tappe, come la città di Cracovia, il Ghetto ebraico, i campi di Auschwitz e Birkenau. Forte impatto ha avuto l’incontro commemorativo, tenutosi l’anno scorso ad Auschwitz, tra duecento sopravvissuti e 50 delegazioni di più Stati. Alcuni tra gli ospiti importanti sono stati il presidente israeliano Reuven Rivlin, il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, il re spagnolo Filippo VI, il re dei Paesi Bassi Willem Alexander, la viceministra degli Esteri italiana Marina Sereni.

Eventi in programma per oggi

Nonostante l’emergenza Covid, seppur con limiti e difficoltà, sono stati organizzati molti eventi per oggi, soprattutto grazie all’aiuto del web.

Il treno della memoria si trasferisce su binari virtuali: studenti di alcune scuole della Toscana, della Lombardia e del Piemonte potranno visitare, mediante un tour digitale, i campi di Auschwitz e Birkenau.

Nella pagina Facebook del Conservatorio di Milano alle ore 21:00 sarà trasmesso il concerto “Note per la Shoah”. Registrato a porte chiuse nella Sala Verdi del conservatorio di Milano, proporrà delle colonne sonore di film dedicati all’olocausto scritte dal maestro Ennio Morricone. Inoltre, nella giornata di oggi, dalla pagina Facebook del Memoriale della Shoah milanese sarà possibile partecipare ad un tour virtuale nella storia del Memoriale.

La comunità ebraica di Roma questa mattina ha tenuto sulla sua pagina Facebook un incontro con Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz, intervistato dalla presidente Ruth Dureghello: un evento indirizzato a tutte le scuole d’Italia che non potranno partecipare a iniziative in presenza.

A Torino, stamattina ha avuto luogo la posa delle pietre d’inciampo, a cura del Museo Diffuso della Resistenza. Si troverà un video riassuntivo dell’evento sui canali social del Museo e del Polo del ‘900. Inoltre, alle 18 alcuni ragazzi saranno protagonisti di “Adotta un negazionista”, diretta radiofonica su Tradi Radio organizzata dalla Rete Italiana di Cultura Popolare alla ricerca del significato della parola negazionista ieri e oggi.

Il Memoriale italiano di Auschwitz propone un evento digitale: alle 17 si terrà una conferenza dedicata all’opera custodita a Firenze e a ciò che essa ha rappresentato e rappresenta per l’intera comunità.

Firenze, il memoriale italiano di Auschwitz – Fonte: www.ansa.it

La Giornata della Memoria a Messina

Anche la nostra città si è preparata alla celebrazione della Giornata della Memoria. Ad essere ricordati sono stati in particolare Giovanni Grasso e Salvatore Franchina, deportati e internati nei lager nazisti. Alle loro famiglie, durante una cerimonia che avuto luogo questa mattina nel rispetto delle norme Covid presso il palazzo del governo, sono state consegnate le medaglie d’oro dal prefetto Maria Carmela Librizzi. Ad essere premiato anche l’ufficiale dell’Arma dei Carabinieri Salvatore Patorniti, vittima di un atto terroristico mentre prestava servizio.

La stessa Università di Messina, grazie alla collaborazione tra il Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne, il Centro di Ricerca internazionale per gli Studi sull’Antisemitismo ed il Centro Italiano femminile, si è fatta promotrice di un evento. Alle ore 9:00, sulla piattaforma Microsoft Teams, dopo il saluto del direttore del DiCAM, il professore Giuseppe Giordano, ha avuto inizio un webinar intitolato “Persecutori, Perseguitati. Biografie” con l’intervento di docenti ed esperti. L’iniziativa continuerà anche nel pomeriggio con approfondimenti sulle biografie di importanti personaggi della storia, come Marc Bloch, Claudio Pavone, Teresa Noce, Agnes Heller e Edith Stein.

Inneggi a Hitler anche nella Giornata della Memoria

Quello di oggi è un paese che si impegna a tenere vivo il ricordo del passato riconoscendolo come un atto doveroso. Infatti, sono molti gli avvenimenti che testimoniano che, ancora oggi, i principi che guidarono le terribili azioni del XX secolo fanno presa su molti. Proprio ieri, nel bel mezzo di una conferenza online organizzata dalla scuola di Monteverde Federico Caffè per ricordare l’olocausto, la chat Meet in cui si è svolta l’iniziativa è stata presa d’assalto da bestemmie, inneggi a Hitler e offese antisemite: “Riaprite i forni”, “Posaceneri”, “Viva Hitler”, “Vi ammazzo tutti bastardi”. Il sospetto è che qualcuno dei partecipanti alla riunione Meet abbia passato il link d’invito a gruppi esterni estremisti.

Chiara Vita

Hunters: la vendetta ai nazisti è servita

Amazon Studios con Hunters si dimostra, ancora una volta, principale competitor di Netlix nel settore dei contenuti originali.

La serie sui cacciatori di nazisti, prodotta da Jordan Peele (sceneggiatore premio Oscar di Get Out) e nata dalla penna dell’esordiente David Weil, ci riporta nell’America degli anni Settanta minacciata da un’ondata di razzismo antisemita.

Fonte: Ciakclub.it

Jonah Heidelbaum (intepretato dal giovanissimo Logan Lerman) è un diciannovenne ebreo che vive con la zia Ruth (Jeannie Berlin) sopravvissuta agli orrori dell’Olocausto e ad una serie di tragedie familiari che l’hanno portata ad essere la sola tutrice del nipote.

Il turning point della serie è indubbiamente l’omicidio della zia che accende il desiderio di vendetta (motore dell’intera storia) di Jonah che sceglie consapevolmente di farsi giustizia da solo.

Il ragazzo scopre che l’omicida è un ex nazista, uno degli incubi della zia nel campo di concentramento.

Jonah viene così a conoscenza di un gruppo clandestino che dà la caccia ai nazisti emigrati negli Stati Uniti dopo le atrocità della guerra.

I Cacciatori sono capitanati dal carismatico Meyer Offerman (Al Pacino), che ha condiviso con Ruth la segnante esperienza dei campi di concentramento.

Fonte: Movietime.it

Sulla scia emotiva della vendetta, Jonah è sempre più attratto da Meyer, sempre più affascinato dal passato controverso e difficile che viene narrato mediante frequenti flashback, espediente narrativo che funge da collante empatico tra i due protagonisti.

Parallelamente allo snodo delle vicende drammatiche dei due ebrei, la trama nazista si sviluppa nell’ombra della malvagità più subdola: dare vita al Quarto Reich e riportare pericolosamente in auge l’ideologia ariana.

L’indagine federale condotta dall’agente donna afro-americana Millie Morris (incarnata da una convincente Jerrika Hilton) si intreccia inaspettatamente con la dimensione narrativa principale.

Emergono le scomode verità del caso Paperclipp, celate per troppo tempo dal Governo Americano che aveva dato protezione e nuova identità a tantissimi nazisti inseriti in importanti programmi governativo-scientifici della Nasa.

La show targato Amazon prova a dare delle risposte a temi complicati, così come è complesso il rapporto che Jonah instaura col sentimento di vendetta.

La spinta nichilista di Meyer, che mira ad annientare i nazisti per vendicarsi ed espiare al tempo stesso le proprie colpe, è bilanciata dal temperamento di Ruth più riflessivo per quanto concerne le delicate questioni dell’anima e della propria coscienza, che non vanno di certo gestite trasformandosi nel mostro che si combatte.

Sarà questo precario equilibrio a guidare le azioni di Jonah e a forgiarne la tempra combattiva.

Vivere “bene” è la miglior vendetta. Ma volte è altrettanto vero che la vendetta è la miglior vendetta.

Fonte: Skycinema.it

Hunters mostra, fin dalla primissima scena, un clima pop surreale attraverso una fotografia accesa, che colora l’ordinarietà di un inizio che è tutto fuorché normale: il senatore Biff Simpson stermina tutti i presenti, moglie e figli compresi, e ricorda all’ebrea (con un sadismo crudele che solo i nazisti più convinti possono avere) che il Quarto Reich è più vivo che mai e che i suoi componenti sono disposti a tutto per difenderne la causa.

La costruzione di un fantomatico Quarto Reich, la purezza della razza e la loro infiltrazione nelle istituzioni diventano occasione narrativa per esplicitare stereotipi, che più che a minacce somigliano a riferimenti fumettistici.

L’eccezione che conferma la regola è impersonata da Travis (Greg Austin), un americano (imprevedibilmente folle e malvagio, che conferisce alla serie alcuni riferimenti pulp) fedele all’ideologia nazista che rappresenta l’unica concreta minaccia per Jonah e per gli altri Cacciatori.

Fonte: Hallseries.it

David Weil esordisce con Hunters nelle vesti di showrunner e di unico sceneggiatore.

La serie nasce dall’urgenza comunicativa di Weil di raccontare una storia che onorasse la memoria della nonna Sara, sopravvissuta ai campi di concentramento di Auschwitz e Bergen-Belsen.

Infatti, gli elementi più validi dello show risultano essere il rapporto tra Jonah e la nonna Ruth, i flashback sull’Olocausto e la rappresentazione forte della cultura ebraica che pervade l’intera stagione.

Rimane il fatto che la maggior parte dei personaggi pare indossare senza efficacia maschere prese in prestito che non instillano la scintilla necessaria a creare alchimia tra spettatore e trama.

La seconda stagione, che dovrebbe arrivare sulla piattaforma di Jeff Bezos, dovrà essere  più convincente della prima, sicuramente buona, ma colpevole di non aver saputo soddisfare le aspettative.

Antonio Mulone