Ordinanza in vigore da oggi: ecco le nuove regole da rispettare

A partire da oggi, lunedì primo marzo, Lombardia, Marche e Piemonte saranno in zona arancione, Basilicata e Molise in area rossa, la Liguria è tornata in zona gialla, mentre la Sardegna sarà la sola regione italiana in zona bianca– l’area con minori restrizioni in base alla classificazione del rischio introdotta a inizio gennaio.

La decisione era stata già comunicata venerdì ed è stata introdotta attraverso cinque ordinanze firmate dal ministro della Salute Roberto Speranza sabato 27 febbraio, in base ai dati e alle indicazioni della Cabina di regia.

(fonte: Perugiatoday)

“Sarebbe bello dire che è tutto finito e che siamo in una fase diversa, ma la più grande responsabilità di chi rappresenta le istituzioni è dire come stanno le cose. E la verità è che le prossime settimane non saranno facili. Abbiamo una campagna vaccinale da accelerare e allo stesso tempo una epidemia molto forte e presente sui territori”

Le regole da rispettare

In attesa della firma del Presidente del Consiglio Mario Draghi al nuovo Dpcm, che avrà efficacia dal 6 marzo fino al 6 aprile, entrano oggi in vigore le nuove disposizione dettate dalle ordinanze del ministro Speranza.

Sono cinque le ordinanze firmate che dettano disposizioni diverse in base ai dati sulla curva epidemiologica forniti dal CTS:

  1. La prima ordinanza del Ministro Speranza “conferma per ulteriori quindici giorni per le Regioni Abruzzo, Toscana, Umbria e per la Provincia Autonoma di Trento e Bolzano, le misure disposte dall’Ordinanza del 12 febbraio 2021”.
  2. La seconda ordinanza “dispone il passaggio in zona arancione per le Regioni Marche, Lombardia e Piemonte”.
  3. La terza ordinanza “dispone il passaggio in zona rossa per la Regione Basilicata”.
  4. La quarta ordinanza “dispone il passaggio in zona rossa per la Regione Molise”.
  5. La quinta ordinanza “dispone il passaggio in zona bianca per la Regione Sardegna”.

In Umbria entra in vigore anche l’ordinanza della Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, che “prevede alcune misure sia di carattere regionali sia specifiche per la Provincia di Perugia, senza l’individuazione di aree rosse”.

Dunque, Calabria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Puglia, Sicilia, Valle d’Aosta, Veneto sono in zona gialla; Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Provincia Autonoma di Bolzano, Provincia autonoma di Trento, Umbria in area arancione; Basilicata, Molise in zona rossa e Sardegna in zona bianca.

(fonte: Adnkronos)

La Sardegna è l’unica regione italiana a essere in zona bianca, cioè quella con il più basso livello di rischio epidemiologico. Secondo quanto disposto dall’ordinanza firmata dal presidente della Regione, Christian Solinas, si punta ad una graduale riapertura delle attività di ristorazione, permettendo ai ristoranti di rimanere aperti fino alle 23 e ai bar fino alle 21; il coprifuoco non sarà eliminato ma sarà dalle 23 alle 5; si valuta anche una possibile riapertura, con le necessarie restrizioni, di palestre e piscine, musei, e centri commerciali: Solinas ha comunque precisato che l’allentamento delle restrizioni “non rappresenta certamente un invito al liberi tutti”, ma piuttosto “uno sprone alla massima responsabilità”.

Mentre, per le regioni in zona arancione restano in vigore le regole generali: il coprifuoco dalle 22 alle 5, tuttavia, dalle 5 alle 22 non è necessario motivare gli spostamenti all’interno del proprio comune; non ci si può spostare tra comuni se non per motivi di lavoro, salute o necessità, ma si può sempre rientrare alla propria residenza, domicilio o abitazione: è possibile fare visita a una sola casa una volta al giorno, sempre dalle 5 alle 22 ed all’interno dello stesso comune e in una massimo di due individui, salvo accompagnatori di minori di 14 anni, persone disabili o non autosufficienti, per cui tale limite non vale; i negozi possono rimanere aperti, sempre nel rispetto delle linee guida (controllando gli ingressi e facendo mantenere il distanziamento fisico); permane il divieto di consumare cibi e bevande presso locali delle attività di ristorazione; bar e ristoranti potranno lavorare soltanto con le consegne da asporto e a domicilio dalle 5 alle 22.

In zona rossa si limitano al massimo gli spostamenti, consentiti solo per lavoro, salute o necessità, o per rientrare al domicilio, residenza o abitazione; negozi non essenziali sono chiusi; ristoranti e bar possono fare asporto (fino alle 18) e consegne a domicilio; non è più in vigore la “deroga sulle visite”, dunque si potrà andare a casa di altre persone soltanto per motivi di necessità;  gli spostamenti tra regioni saranno consentiti esclusivamente per comprovati motivi di lavoro, salute o necessità.

La situazione epidemiologica in Italia

Tocca quota tre milioni il numero dei casi di Covid in Italia (ad oggi sono 2.925.265), con un aumento del tasso di positività: in base ai 257.024 tamponi eseguiti, oggi risulta del 6,7%, a differenza di ieri dove era del 5,8%; aumento dei positivi che oggi sono 10.401 in più a discapito dei guariti che sono 6.847.

Invece, vi son 17.455 nuovi casi registrati, in diminuzione rispetto a ieri, quando se ne contavano 18.916, ma con più tamponi eseguiti. In diminuzione consistente anche il numero dei morti da Covid, con 192 decessi rispetto ai 280 di ieri; sono 2.231 i pazienti ricoverati in terapia intensiva, con un aumento di 15 unità rispetto a ieri; gli ingressi giornalieri in rianimazione sono stati 131 (ieri erano stati 163); ricoverate 18.638 persone nei reparti ordinari.

(fonte: LaStampa)

A fronte di una situazione simile l’unica reale soluzione resta il vaccino; tuttavia, ad oggi i soggetti vaccinati, compreso il richiamo con la seconda dose, sono, secondo il sito del governo, 1.400.262.

Si punta comunque ad un incremento di vaccinazioni che tra arrivi tra le trecentomila e le cinquecentomila somministrazioni al giorno ad aprile, per raggiungere l’obiettivo di poter ottenere fino a 19 milioni di vaccinazioni al mese.

È quanto auspicano fonti che lavorano alla nuova strategia sui vaccini, anche alla luce del previsto arrivo delle dosi Johnson & Johnson ad aprile; infatti, secondo gli accordi, per quest’ultima tipologia di vaccino sono previste sette milioni e trecentomila dosi nel secondo trimestre del 2021.

Il presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi ha affermato che potrebbero arrivare in aprile in Italia le prime dosi del vaccino Johnson&Johnson, non appena si avrà l’ok dell’Ema, l’autorità regolatoria europea, e dell’Aifa, l’agenzia italiana, ha poi aggiunto che potrebbero arrivare in Italia alcuni milioni di dosi entro giugno e 27 milioni entro dicembre.

Intanto, per accelerare la distribuzione AstraZeneca è disposta a cedere le licenze di produzione. Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia, ha comunicato: “Abbiamo bisogno di un partner capace di gestire questo processo di produzione, perché il trasferimento tecnologico non è assolutamente facile, e che abbia capacità di produzione di decine di milioni al mese”

Emblematico il caso del novantunenne Giovanni, che ha deciso di donare la propria dose di vaccino anti-Covid a Cinzia, madre di un ragazzo con gravi disabilità: “Vaccinate lei che non può ammalarsi, e non può permettersi di portare il virus in casa, io ho 91 anni, credo proprio di essere meno utile”

L’uomo ha risposto a un appello che la mamma aveva lanciato qualche giorno prima alla regione Toscana affinché anche i genitori delle persone disabili, soprattutto giovani, potessero rientrare nelle categorie prioritarie delle persone da vaccinare.

Gesti di solidarietà che riscaldano il cuore in un periodo dove “il freddo” è all’ordine del giorno; perché risulta inammissibile che una persona debba rinunciare alla propria salute a causa dell’egoismo altrui.

Manuel De Vita

Da oggi Messina è zona rossa. Dal 15 in vigore anche le restrizioni del sindaco De Luca

È iniziato il nuovo anno ma la situazione non sembra voler migliorare. Il COVID-19 continua ad intaccare la nostra quotidianità, siamo in un limbo fatto di quarantene ed isolamento e DPCM, eccetera eccetera. Nonostante l’arrivo di un vaccino, sembra ancora lontano il periodo in cui potremmo mettere la parola “fine” a questo periodo.

Proprio in questi giorni sono state rilasciate nuove ordinanze che hanno ad oggetto Messina e dintorni.

ASP Messina
Fonte: asp.messina.it

La nuova ordinanza: Messina zona rossa

Da oggi, lunedì 11 gennaio, fino al 31 gennaio Messina osserverà regole più severe rispetto agli altri comuni siciliani. Infatti, tutta la Sicilia sarà dichiarata zona arancione mentre il comune dello Stretto ed altri due catanesi saranno gli unici in tutta la Regione ad essere zona rossa. La nuova ordinanza emanata dal presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci è in linea con le precedenti e prevede:

  • divieto di accesso e di allontanamento dal territorio comunale, con mezzi pubblici e/o privati, da parte di ogni soggetto ad eccezione di  spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità e/o motivi di salute. È sempre consentito il transito dal territorio comunale per il rientro presso la propria abitazione;
  • divieto di circolare, a piedi o con qualsiasi mezzo pubblico e/o privato ad eccezione di comprovate esigenze di lavoro, per l’acquisto di generi alimentari e beni di prima necessità, per ragioni di natura sanitaria, per stato di necessità o per usufruire di servizi o attività non sospese;
  • sospensione delle attività didattiche e scolastiche, di ogni ordine e grado, con l’obbligo di continuare con la didattica a distanza;
  • interruzione di ogni esercizio degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità;
  • sospensione delle attività commerciali al dettaglio, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità
  • nelle giornate festive è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, ad eccezione di edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie;
  • rimane sempre consentita la vendita con consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per riscaldamento.

Cosa non cambia con la nuova ordinanza

Gli spostamenti consentiti devono essere giustificati da un’autocertificazione (vedi qui). Sappiamo tutti come funziona: la compilazione del modulo serve a dimostrare che lo spostamento è consentito dalla legge e l’accertata falsità di quanto scritto nel modulo costituisce un reato.

Anche per coloro che mostrano sintomi riconducibili al virus non ci sono novità: al manifestarsi di febbre superiore ai 37,5° o in caso di perdita di olfatto e gusto occorre contattare il proprio medico curante e rimanere presso il proprio domicilio. Bisogna evitare qualunque contatto sociale e limitare quelli con i propri conviventi.

Le Chiese potranno continuare a celebrare Messe ma dovranno far rispettare le regole di distanziamento sociale e i fedeli hanno l’obbligo di usare la mascherina.

Quindi, ricapitolando: le attività commerciali che vendono beni di prima necessità e alimentari (farmacie, supermercati e negozi alimentari), esercizi di vendita di articoli igienico-sanitari, cosmetici e profumerie, tabaccai, ferramenta, edicole, librerie e cartolerie rimarranno aperti durante questo lasso di tempo; parrucchieri, barbieri, lavanderie e centri commerciali saranno chiusi fino al 31 gennaio; bar, ristoranti e pizzerie potranno effettuare solo consegne a domicilio.

Ecco i negozi al dettaglio che resteranno aperti a Messina da lunedì al 31 gennaio - Gazzetta del Sud
Negozio messinese chiuso. Fonte: Gazzetta del Sud

Come il sindaco de Luca sta affrontando la pandemia

Messina fino al 31 gennaio sarà zona rossa. Sono pronto a riaprire il Centro operativo comunale, a predisporre il gabinetto di guerra e a chiudere tutto. Tuttavia gli esercizi chiusi potranno contare su riduzioni Tari, occupazione suolo e acqua e la Family card per la spesa durerà fino a giugno.

Questo è quello che ha dichiarato il sindaco di Messina riguardo la situazione della zona rossa.

L’allarme nella città dello Stretto ha condotto il sindaco ad introdurre ulteriori misure restrittive rispetto a quelle già presenti nell’Ordinanza Regionale. A partire dalle 00.00 del 15 gennaio, infatti, entra in vigore l’ordinanza  De Luca, che lascia aperti , in sintesi, solo negozi di alimentari, farmacie, parafarmacie, edicole e tabacchi.

Chi chiude dal 15 gennaio

Di seguito l’elenco integrale che esplicita come  sospese anche le attività di vendita di beni di prima necessità individuate nell’allegato 23 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 3 dicembre 2020.

Ecco quali.

• Commercio al dettaglio in esercizi non specializzati con prevalenza di prodotti

• Commercio al dettaglio di libri in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di articoli di cartoleria e forniture per ufficio
• Commercio al dettaglio di confezioni e calzature per bambini e neonati
• Commercio al dettaglio di biancheria personale
• Commercio al dettaglio di articoli sportivi, biciclette e articoli per il tempo libero in
esercizi specializzati
• Commercio di autoveicoli, motocicli e relative parti ed accessori
• Commercio al dettaglio di giochi e giocattoli in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di medicinali in esercizi specializzati (farmacie e altri esercizi
specializzati di medicinali non soggetti a prescrizione medica)
• Commercio al dettaglio di articoli medicali e ortopedici in esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di cosmetici, di articoli di profumeria e di erboristeria in
esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti
• Commercio al dettaglio di animali domestici e alimenti per animali domestici in
esercizi specializzati
• Commercio al dettaglio di materiale per ottica e fotografia
• Commercio al dettaglio di combustibile per uso domestico e per riscaldamento
• Commercio al dettaglio di saponi, detersivi, prodotti per la lucidatura e affini
• Commercio al dettaglio di articoli funerari e cimiteriali
• Commercio al dettaglio ambulante di: prodotti alimentari e bevande; ortofrutticoli;
ittici; carne; fiori, piante, bulbi, semi e fertilizzanti; profumi e cosmetici; saponi,
detersivi ed altri detergenti; biancheria; confezioni e calzature per bambini e neonati
• Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet, per
televisione, per corrispondenza, radio, telefono
• Commercio effettuato per mezzo di distributori automatici
12)E’ disposta la sospensione dell’attività dei mercati alimentari e non alimentari.
13)E’ disposta la chiusura dei centri commerciali e/o outlet.
14)Rimangono aperte le edicole, i tabaccai, le farmacie e le parafarmacie secondo gli ordinari
orari di lavoro con orario di apertura ordinario dalle ore 8,00 alle ore 20,00. Le farmacie
rispettano i turni e gli orari di apertura secondo la loro programmazione.
15) Nelle giornate festive è vietato l’esercizio di ogni attività commerciale, ad eccezione di
edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie. Rimane sempre consentita la vendita con
consegna a domicilio dei prodotti alimentari e dei combustibili per uso domestico e per
riscaldamento.
16)In virtù ed applicazione dell’art. 3 del DPCM 3 dicembre 2020, è disposta la sospensione
delle attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie,
pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering continuativo su base contrattuale,
a condizione che vengano rispettati i protocollo o le linee guida diretti a prevenire o
contenere il contagio. Resta consentita fino alle ore 24,00 la sola ristorazione con
consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di
confezionamento che di trasporto. Restano, altresì, aperti gli esercizi di somministrazione
di alimenti e bevande posti nelle aree di servizio e rifornimento carburante situati lungo la
rete stradale, autostradale e all’interno delle stazioni ferroviarie, nei porti, negli ospedali con
obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto della distanza interpersonale di almeno un
metro.
17)I panifici possono vendere al banco solo prodotti da forno con esclusione di preparati
cucinati e articoli di rosticceria e di pasticceria panaria per i quali possono svolgere solo
servizio di consegna a domicilio.
18)A decorrere da venerdì 15 gennaio è fatto divieto a tutte le attività di ristorazione di
esercitare l’attività di asporto.
19)E’ disposta la sospensione delle attività inerenti i servizi alla persona (fra cui
parrucchieri, barbieri, estetisti).
20)Restano consentite tutte le attività che garantiscono un servizio di pronto intervento, non
derogabile e che contribuisce al mantenimento dei servizi essenziali e che sono tenute a
garantire la reperibilità dandone comunicazione all’utenza mediante avviso da affiggere
all’ingresso dell’attività e/o attraverso la comunicazione dei social media.
21)Sono consentite tutte le attività inerenti l’esecuzione dei lavori per la realizzazione delle
Opere Pubbliche e delle Industrie la cui produzione è considerata di rilevanza nazionale.
22)A decorrere da venerdì 15 gennaio 2021 viene sospesa l’attività inerente gli interventi di
edilizia privata, che può proseguire solo per garantire gli interventi improcrastinabili di
messa in sicurezza e di completamento di opere di cui sia stata disposta l’esecuzione con
urgenza mediante atto amministrativo e/o giudiziario;
23)Le attività professionali, ad eccezione delle professioni sanitarie per le quali non opera
alcuna sospensione e/o limitazione, proseguono limitatamente all’attività di studio e
consulenza, con divieto di ricevimento del pubblico se non per indifferibili ragioni di
urgenza e/o di difesa.
24)E’ consentita l’erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e le
attività riabilitative o terapeutiche conformemente alle disposizioni di cui alla Circolare
Assessorato Regionale alla Salute nr. 30188 del 3/07/2020 e n. 14268 dell’11/03/2020.
25)E’ consentita solo su prenotazione l’erogazione dei servizi di tolettatura di animali
finalizzata ala sanificazione del contatto con soggetti positivi a Covid-19 e ozonoterapia a
scopo terapeutico.
26)Il servizio di consegna a domicilio, che deve essere esercitato nel rispetto delle condizioni
igienico sanitarie previste dalla normativa vigente tanto per il confezionamento che per il
trasporto, deve cessare entro le ore 24:00; i soggetti impegnati nel detto servizio devono
essere dotati dal datore di lavoro di tutti i Dispositivi di Protezione Individuale atti a
mitigare al massimo i rischi di eventuale contagio da COVID 19.
27)E’ disposta la sospensione delle attività sportive ad eccezione di quelle che sono svolte da
atleti di rilevanza nazionale e/o impegnati in campionati di rilevanza nazionale, fermo
restando il rispetto dei protocollo sottoscritti dalle Federazioni di appartenenza per la
prevenzione del contagio da Covid-19.
28)E’ disposta la chiusura di tutti gli impianti sportivi comunali. Le Società che svolgono
attività sportiva di rilevanza nazionale e che abbiano interesse alla prosecuzione della stessa,
sono tenute a comunicare entro le ore 14,00 di mercoledì 13 gennaio 2021 al Dipartimento
Servizi alla Persona ed alle Imprese una dichiarazione comprovante l’avvenuta iscrizione al
campionato di rilevanza nazionale ed il nominativo degli atleti iscritti al detto campionato.
L’accesso all’impianto sportivo verrà consentito solo alle società ed ai relativi atleti che
abbiano presentato la richiesta di cui sopra. Della compilazione degli elenchi e del corretto
esercizio dell’impianto verrà demandato apposito controllo alla Polizia Municipale.
29)Sono consentiti i servizi finanziari, bancari, assicurativi, postali, di CAF e patronato per le
prestazioni indifferibili e per quelle che non possono essere erogate in modalità di lavoro
agile, con invito garantire il rispetto delle disposizioni in merito al distanziamento sociale E
assicurare tutti i Dispositivi di Protezione Individuale necessari alla sicurezza, con
particolare riferimento a tutti coloro che svolgono attività a diretto contatto con il pubblico.
30)Nel rispetto dell’obiettivo generale di contenimento del rischio epidemiologico da Covid l’ATM SpA è invitata a ridurre i servizi nelle fasce antemeridiane, pomeridiane e serali garantendo i servizi essenziali per consentire ai cittadini il raggiungimento dei luoghi di lavoro ed il rientro nella propria abitazione. L’erogazione del servizio deve essere modulata in modo da evitare il sovraffollamento secondo le vigenti disposizioni nazionali e regionali
che prevedono per il TPL, con esclusione del trasporto scolastico dedicato, un coefficiente di riempimento massimo dei mezzi del 50%.

Tutta la città si è comunque mobilitata per rispondere all’emergenza, come il Policlinico che ha aggiunto 20 posti di degenza ordinaria e 6 di terapia intensiva. Sono poi stati costituiti i “covid hotel” al Capo Peloro Resort (90 posti) e, per garantire sicurezza sul lavoro agli operatori delle partecipate comunali Messina Servizi bene Comune e Messina Social City, che si occuperanno del ritiro dei rifiuti speciali e dell’assistenza domiciliare, l’Asp di Messina ha avviato la campagna vaccini per i dipendenti che sono impegnati in prima linea nel combattere l’emergenza corona-virus.

Il test del tampone sul “serpentone”. Fonte: la Repubblica.

Sarah Tandurella

Nuovo DPCM: tutte le disposizioni in vigore a partire dal 7 gennaio

Oggi e domani, giorno dell’Epifania, l’Italia è in zona rossa, come previsto dal decreto del 18 dicembre. È così che si concludono le disposizioni “natalizie”. E adesso cosa succederà? Di quale e di quanti colori sarà l’Italia?

Proprio ieri, lunedì 4 gennaio, alle 21.00, si è riunito il Consiglio dei ministri per fare il punto sulle nuove restrizioni da adottare in Italia a partire dal 7 gennaio e fino al 15 di gennaio.

(fonte:IlNuovoDiarioMessaggero)

Le Disposizioni sempre valide

Il governo ha deciso dunque di approvare un nuovo DPCM che prevede nuove restrizioni per contenere la pandemia da coronavirus, il cui testo non è ancora stato pubblicato, ma di cui è stata presentata una prima bozza tramite comunicato stampa del governo.

  • Il testo prevede «il divieto, su tutto il territorio nazionale, di spostarsi tra regioni o province autonome diverse, tranne che per comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute».
  • Sempre consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, ad eccezione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma.
  • Resta sempre attivo il coprifuoco dalle 22 alle 5.

La suddivisione in colori

  • Il 7 e l’8 gennaio l’Italia sarà zona gialla, ciò comporterà l’apertura dei negozi fino alle 21, bar e ristoranti dalle 5 alle 18 e dei centri sportivi
  • Per quanto riguarda il fine settimana del 9-10 gennaio, considerato critico per l’andamento della pandemia, si prevede l’applicazione su tutto il territorio nazionale delle misure previste per la cosiddetta zona arancione, dunque: negozi aperti fino alle 21, ristoranti e bar aperti solo per asporto e domicilio, centri sportivi sempre aperti. Sarà dunque vietata la possibilità di spostarsi fuori dal comune, salvo per lavoro, salute, visite a parenti ed amici (servirà comunque l’autocertificazione), mentre sarà liberamente possibile muoversi all’interno del proprio comune, a differenza di quanto previsto dalla zona rossa. Il governo specifica che saranno consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione di massimo 5.000 abitanti ed entro 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia.
  • Dall’ 11 gennaio tornerà una suddivisione per colori eterogenea basata sui dati dell’andamento epidemiologico. Il Consiglio dei ministri ha anche annunciato la rivalutazione dei criteri per l’individuazione degli scenari di rischio, sulla base dei quali saranno applicate le restrizioni più o meno stringenti, ma al momento non ha diffuso maggiori informazioni a riguardo. Si prevede per territori che verranno inseriti nella zona rossa, la possibilità di spostarsi, per una sola volta al giorno ed in un massimo di due persone, verso una sola abitazione privata che si trova nella propria regione. La persona o le due persone che si spostano potranno accompagnare i figli minori di 14 anni, od altri minori di 14 anni sui quali le stesse persone esercitino la potestà genitoriale, e le persone disabili o non autosufficienti conviventi.                                                                                                                                             

Vietati comunque gli spostamenti tra regioni.

(fonte: Huffington Post)

La scuola ed il vaccino

Scartata l’ipotesi di un rientro in presenza a scuola il 7 gennaio; si prevede infatti, per le scuole superiori, una ripresa, solo per il 50% degli studenti, ma da lunedì 11 gennaio. Anche se Veneto, Friuli Venezia Giulia e Marche hanno autonomamente deciso di slittare ulteriormente la riapertura al prossimo 31 gennaio.

Per quanto riguarda la possibilità di vaccinarsi, il decreto dedica ampio spazio alla questione del libero consenso: qualora il paziente non fosse in grado di esprimerlo e non avesse un tutore legale, il giudice tutelare dovrà rinviare la decisione al direttore sanitario oppure al medico responsabile.

Nel nostro ordinamento, infatti, si prevede all’Articolo 32 della Costituzione che: nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge; tuttavia numerose sono le esortazioni da parte di personaggi illustri e politiche ad effettuare tale vaccino per una questione di buon senso

(fonte : Ansta.it)

“Vaccinarsi è un dovere, io lo farò appena possibile”, ha detto il presidente Mattarella durante il tradizionale discorso augurale di fine anno.

 

Manuel De Vita

 

 

 

 

Firmato il nuovo Dpcm: Conte frena sulle festività natalizie

Numerose restrizioni sono state promosse per le festività natalizie. Dal 21 dicembre al 6 gennaio saranno in vigore nuove misure per tutta l’Italia.

Nuovo Dpcm del 4 dicembre – Fonte:cremonaoggi.it

Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha firmato il nuovo Dpcm  per fronteggiare l’emergenza sanitaria, estendendone la sua validità dagli attuali 30 giorni a 50.

Confermate le divisioni in fasce gialle, arancioni e rosse delle regioni.

“È un sistema che si sta rivelando efficace. Continuando in questo modo, è ragionevole prevedere che nel giro di qualche settimana, e quindi in prossimità delle festività natalizie, tutte le regioni saranno gialle”

Il premier sottolinea che nelle prossime settimane i colori potrebbero cambiare su decisione del ministro della Salute Roberto Speranza come è già avvenuto in precedenza.

 

Mobilità

Sarà vietato spostarsi tra regioni, comprese le provincie autonome di Trento e Bolzano, ad eccezione che avvenga per comprovati motivi di lavoro, situazioni di necessità o di salute. Nello stesso arco temporale sarà garantito il rientro nella propria residenza, domicilio o abitazione. È proibito inoltre muoversi nelle seconde case che si trovino in regioni diverse dalla propria.

Nuovo Dpcm, giornata decisiva. Mobilità tra Regioni e lockdown – Fonte:ilfattoquotidiano.it

Le festività di Natale e Capodanno saranno “blindate” entro i confini comunali. Dalle ore 22:00 alle 5:00 del giorno successivo sarà previsto il coprifuoco su tutto il territorio nazionale. Per la notte del 31 dicembre è prevista un’espansione dello stesso fino alle 7:00 del mattino. Resta fortemente consigliato di non spostarsi con mezzi pubblici o privati salvo situazioni di bisogno.

Gli italiani che invece si troveranno all’estero, al loro rientro, se successivo al 20 dicembre, dovranno sottoporsi a quarantena. Per il presidente del Consiglio si tratta di una “misura dissuasiva” che avrà valenza anche per gli stranieri che soggiorneranno nel territorio nazionale.

Commercio al dettaglio

Dpcm per Natale – Fonte:tuttolavoro24.it

Il commercio al dettaglio sarà consentito fino all’Epifania, con limite di orario alle 21:00, per evitare la formazione di code all’esterno dei locali e assembramenti. Dal 4 dicembre al 15 gennaio rimarranno chiusi gli esercizi commerciali dentro mercati, centri, gallerie, parchi, aggregazioni di esercizi commerciali e di altre strutture assimilabili, nei giorni festivi e prefestivi. Sono escluse da queste misure restrittive le farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, generi alimenti, prodotti agricolo e florovivaistici, tabacchi ed edicole.

 Incentivazioni Piano cashless

Per incrementare l’acquisto nei negozi locali, il Governo ha previsto che da giorno 8 al 31 dicembre entrerà in vigore il piano extra cashback di Natale: chiunque pagherà con carte o app per qualsiasi acquisto, alimentare o di servizi, riceverà un rimborso del 10% su tutti i pagamenti fino ad un massimo di 150 euro (qui il nostro articolo). Sono esclusi gli acquisti online.

Piano Italia Cashless Extra Cashback di Natale – Fonte:dropnews.it

 Attività di ristorazione

Nelle zone gialle, bar, ristoranti, pub, pizzerie, gelaterie e pasticcerie potranno esercitare la loro attività, con consumo al tavolo, dalle ore 5:00 alle 18:00 tutti i giorni, comprese le festività di Natale e Santo Stefano. Ogni tavolo però potrà ospitare al massimo 4 persone, ad eccezione dei conviventi. Dopo le 18:00 è vietato consumare cibi e bevande nei locali o per strada.

In quelle arancioni e rosse è confermata la possibilità dell’asporto fino alle 22:00 e la consegna a domicilio.

Covid: divisione Italia in zone gialle, arancioni e rosse – Fonte:tg24.sky.it

In tutta Italia, gli alberghi resteranno aperti, ma la sera del 31 dicembre sarà proibito l’organizzazione di veglioni e cene; attivo, dalle 18:00 solo il servizio in camera.

Per pranzi e cene in casa, Conte ha così argomentato:

“In un sistema liberaldemocratico noi non possiamo entrare nelle case delle persone e imporre delle stringenti limitazioni e per questo possiamo limitarci a introdurre una forte raccomandazione”

Solo parenti stretti, con un numero massimo di 6 o 8 persone, possibilmente distanziati. Si fa appello al buon senso e alla responsabilità degli italiani per il rispetto delle regole anti contagio.

Divieti imposti dal Dpcm

Divieto a:

  • Qualsiasi riunione in piazze e strade dei centri urbani. Può essere disposta per tutta la giornata o in fasce orarie la chiusura al pubblico per evitare che si creino situazioni di assembramento, fatta esclusione per gli esercizi commerciali aperti e per le abitazioni private.
  • Alle vacanze sulla neve
  • A crociere in partenza, scalo o arrivo in porti italiani fino al 6 gennaio 2021
  • Sale giochi e scommesse, sale bingo e casinò
  • Spettacoli aperti al pubblico, come sale da concerto e sale cinematografiche
  • Discoteche, sale ballo e locali assimilati all’aperto o al chiuso
  • Feste, cerimonie civili e religiose
  • Convegni, congressi e altri eventi; fatta eccezione per quelle che si svolgono a distanza
  • Mostre e servizi di apertura al pubblico di musei e di altri istituti e luoghi della cultura

Eventi sportivi

Si potranno svolgere solo incontri e gare di “alto livello”, riconosciuti dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI) e dal Comitato italiano paralimpico (CIP). Il nuovo Dpcm coinvolge gli sport individuali e di squadra, organizzate entro le proprie federazioni, le discipline sportive associate, gli entri come organismi sportivi internazionali purchè avvengano entro strutture senza la presenza del pubblico.

Gli impianti sciistici possono essere usati solo da atleti professionisti e non, che siano riconosciuti a livello nazionale per permettere loro una preparazione finalizzata allo svolgimento delle competizioni. Dal 7 gennaio, l’apertura degli stessi sarà estesa a tutti gli sciatori amatoriali. Le misure assunte dovranno essere conformi alle linee guida di regioni e province autonome secondo le disposizioni dei Cts (Centri Territoriali di Supporto).

Decreto coronavirus, impianti sciistici chiusi – Fonte:montagna.tv

Disposizioni sulla didattica

Sono previste forme flessibili per le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado nell’organizzazione della didattica. Si prevede che dal 7 gennaio 2021 al 75% della popolazione studentesca sarà garantita l’attività in presenza. I servizi educativi di infanzia, la scuola dell’infanzia e il primo ciclo di istruzione continuerà a svolgersi integralmente entro le proprie strutture scolastiche.

Università, didattica ed esami – Fonte:catania.liveuniversity.it

Le università invece devono sottostare al Comitato Universitario Regionale di riferimento, che sulla base dell’andamento epidemiologico predispongono di piani di organizzazione della didattica conformi alla sicurezza sanitaria. Sono consentite in presenza le sole attività formative degli studenti dei primi anni dei corsi di studio, quelle laboratoriali, nonché quelle curriculari come esami, prove e sedute di laurea. Qualora vi siano delle impossibilità di partecipazione in presenza, deve essere garantito lo svolgimento delle stesse con modalità a distanza.

Giovanna Sgarlata

Il nuovo Dpcm tra conferme e nuove disposizioni.

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Entrerà in vigore il 4 dicembre il Dpcm che riscrive le regole per il contenimento dei contagi da Covid-19 in vista delle feste.

Alcuni dei divieti attualmente in vigore saranno nuovamente confermati, tra i quali la divisione in fasce di diversi colori dell’Italia: regioni gialle, arancioni e rosse. L’obiettivo preposto per le prossime settimane, comunque, è quello che tutte le regioni possano rientrare nella fascia gialla per le festività natalizie.

Di seguito le novità che il Governo introdurrà nei prossimi giorni con il nuovo decreto.

Le nuove disposizioni

  • Divieto di spostamento tra Regioni;
  • Coprifuoco alle 22 nei giorni di Natale e Capodanno;
  • Chiusi gli impianti sciistici;
  • Quarantena obbligatoria per chi proviene dall’estero dopo il 20 dicembre.

Il divieto allo spostamento tra Regioni

Anche tra le Regioni che si trovano in fascia gialla sarà vietato lo spostamento, dal 20 dicembre all’Epifania. La scelta è stata fatta per limitare il più possibile i trasferimenti che, come accaduto la scorsa estate, hanno veicolato il virus in tutto il Paese.

Sarà consentito il ritorno presso la propria residenza o domicilio. Vi potrebbero essere permessi per i fuori sede universitari, che potranno rientrare a casa anche dopo il 20 dicembre. Si sta, invece, ancora discutendo se concedere, per evitare che gli anziani trascorrino le festività da soli, deroghe anche solo a un parente stretto, per permettergli di muoversi appositamente.

Tra le deroghe discusse la scorsa notte, c’è quella che scioglierebbe il dubbio sulle seconde case: queste potranno essere raggiunte anche se si trovano fuori dalla propria regione, purché in un territorio in fascia gialla.

Il punto sugli spostamenti è quello che ha creat maggiori tensioni a palazzo Chigi. I capi di delegazione hanno deciso di scrivere un decreto ad hoc, che andrà nella Gazzetta Ufficiale insieme al nuovo Dpcm e che servirà a coprire, dal punto di vista costituzionale, la limitazione delle libertà personali.

Ancora nessuna decisione sul rientro a scuola.

I limiti di orario per le attività e il coprifuoco

(fonte: tg24.sky.it)

I negozi chiuderanno alle 21 e i centri commerciali potranno rimanere aperti nel fine settimana e nei giorni festivi prima del 20 dicembre. Dovranno restare chiusi, invece, durante i giorni di festività veri e propri.

I ristoranti continueranno ad avere l’imposizione della chiusura alle ore 18; dopo quest’orario sarà consentita solo la vendita da asporto e la consegna a domicilio.

Dopo una lunga discussione si è stabilito che nei giorni di festività, i ristoranti potranno rimanere aperti perché, secondo gli esperti, si potrebbero evitare i pranzi con un numero alto di commensali all’interno delle case favorendo gli incontri in luoghi che adottano regole ferree.

Il coprifuoco rimane alle 22 e durerà per tutto il tempo delle festività. La scelta del governo è volta a evitare che si creino assembramenti ed evitare spostamenti dopo le 22 la sera di Natale e Capodanno.

Le funzioni religiose dovranno terminare entro un orario che permetta il rientro a casa dei fedeli prima del coprifuoco. Rimane l’ipotesi di fornire un’indicazione riguardo alla Messa di Natale, che potrebbe essere celebrata in anticipo, alle ore 20.

Chiusi gli impianti e piste da sci per evitare soggiorni oltre confine

Caduta l’ipotesi di poter raggiungere un accordo in sede europea, l’Italia ha deciso, di fermare le vacanze in montagna. Il governo aveva deciso di chiudere anche gli alberghi di montagna, ma la discussione è ancora aperta dopo le perplessità espresse dal premier Conte.

Inoltre, per scoraggiare i soggiorni all’estero, in Paesi che adottano misure anti Covid-19 meno stringenti – Svizzera e Slovenia – è stato stabilito che, per chi ritorna dall’estero dopo il 20 dicembre, ci sarà l’obbligo di effettuare la quarantena. Per coloro i quali tornano prima di tale data sarà sufficiente sottoporsi solo al tampone.

Appare fondamentale la gestione del periodo delle festività per evitare l’avvento di una terza ondata di contagi e le conseguenze che ne deriverebbero. Per ora vi è un andamento che vede un miglioramento, seppur minimo, della curva dei contagi, a tutti i costi da preservare, anche se, purtroppo, il numero dei decessi continua ad essere drammaticamente alto.

Maria Cotugno

 

Calabria rossa ma non per contagi. L’assurda vicenda da Cotticelli a Zuccatelli

Il commissario che non sapeva di essere commissario

Il Commissario alla Sanità non sapeva di essere l’incaricato a fare un “Piano Covid” non conosceva il numero dei posti letto di terapia intensiva della regione a lui affidata, finché non l’ho appreso dall’usciere. Stiamo parlando della triste vicenda di cui protagonisti sono la Calabria e il Commissario alla Sanità, Saverio Cotticelli.

Calabria zona rossa. L’inizio della vicenda

Tutto è iniziato con la firma del Dpcm del 3 novembre con il quale si è decretata la divisione dell’Italia in regioni gialle, arancioni e rosse, secondo 21 parametri e l’indice Rt. Tra quest’ultime proprio la Calabria insieme a Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta. Tutte regioni con un elevato numero di contagi, men che la Calabria, che all’inizio di novembre si ritrovava con 200 contagiati circa.

La motivazione è stata ritrovata nella mancanza di posti letto nelle terapie intensive, rischiosissima nell’eventualità di un incremento vertiginoso dei malati, e della generale inadeguatezza dell’intera macchina sanitaria. Il numero di contagiati in proporzione alla popolazione complessiva di 2 milioni, era e continua ad essere bassa. Poco prima dello scoppio della pandemia erano 107 i posti letto nelle terapie intensive, diventati poi 161, di cui solo 57 dedicati ai malati di coronavirus.

Con il Decreto Rilancio di maggio, il Governo aveva predisposto nuove risorse per tutte le regioni, in modo che riorganizzassero i sistemi sanitari, tra cui l’implemento dei posti letto, fino a che fossero circa 0,14 ogni mille abitanti ovunque nella Penisola.

Alla Calabria, per questo, sono stati riservati circa 65 milioni di euro affinché divenissero 280, in vista dell’autunno, mai usati.

L’intervista delle rivelazioni

La strana situazione, che qualche giorno fa ha iniziato a destare un malcontento generale tra i Calabresi, è arrivata all’attenzione dell’intero Paese a causa di unintervista televisiva. Il giornalista Walter Molino della trasmissione di Rai Tre “Titolo Quinto”, dopo . Subito dopo la rabbia e le dure parole del premier Conte:

“Cotticelli va sostituito con effetto immediato perché i calabresi meritano subito un nuovo commissario pienamente capace di affrontare la complessa e impegnativa sfida della sanità.“.

Cotticelli durante l’intervista (fonte: ilVibonese.it)

Un’imbarazzante escalation di risposte assurde da parte di Cotticelli.

Campano, 69 anni, generale dei Carabinieri in pensione, è stato nominato il 7 dicembre 2018, dall’allora ministro dell’Economia Tria, la ministra della Salute, Grillo, e la ministra degli Affari Regionali, Stefani, poi confermato da Conte il 19 luglio 2019. Una lunga carriera nell’Arma, che lo ha visto ricoprire anche incarichi di rilievo, non solo in Campania; dieci anni fa l’onorificenza di Commendatore, Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2012 la Presidenza del Cocer interforze. Un uomo con grande esperienza, che è finito nel ciclone di una polemica di proporzioni enormi.

Solo con le domande del giornalista di Rai Tre, Cotticelli ha appreso di esser stato designato responsabile della redazione del Piano Covid per la Calabria, dunque non la Regione. Sebbene questo sarebbe bastato a delineare una brutta figura – anzi una tragedia di cui le vittime sono i calabresi – la sua seconda gaffe è stata quella di capire, pochi momenti dopo, di aver anche organizzato e presentato un piano al Governo, da cui giungono le conferme sulle date: il potenziamento della rete ospedaliera fu predisposto dallo stessa struttura commissariale il 18 giugno scorso e integrato il 3 luglio, poi addirittura approvato dal Ministero della Salute il 16 luglio e inviato al commissario straordinario nazionale per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri.

Il problema è che tutto ciò è rimasto sulla carta e non è diventato realtà, entro il termine del 3 novembre.

Le dichiarazioni shock

Cotticelli dà la sua versione da Giletti (fonte: ecodellojonio.it)

Subito dopo le dimissioni, Cotticelli ha anche giocato d’anticipo rispetto le mosse di Montecitorio. La vicenda, però, ha continuato a riservare colpi di scena ai limiti dell’assurdo: l’ormai ex Commisario alla Sanità calabrese ha detto di aver rivisto le immagini di quell’intervista e di non essersi riconosciuto.

Infatti, domenica sera, invitato nella trasmissione “Non è l’Arena” di Massimo Giletti ha dichiarato di aver trovato di pensare di esser stato addirittura drogato:

“Sto ricostruendo quello che è accaduto il giorno dell’intervista, è tutto molto strano. Gli orari, le modalità… non torna nulla.”

Cotticelli sospetta, dunque, di esser stato vittima di un boicottaggio e di esser stato reso capro espiatorio di una vicenda in cui c’entrerebbero “forze” esterne.

La versione di Cotticelli (fonte: liberoquotidiano.it)

Un nuovo Commissario alla Sanità, ma si scopre che è stato un no mask

Poco dopo revoca del suo mandato è stato nominato un nuovo commissario. Una notizia che ha generato del sollievo, durato, però pochissimo, prima dell’ennesima svolta verso l’assurdo. Giuseppe Zuccatelli, il nuovo commissario, si è scoperto esser stato scelto più per una logica di vicinanza politica. Infatti, quest’ultimo è in buoni rapporti con il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Ciò che ha, però, sconvolto nuovamente i calabresi è stato venire a conoscenza di una dichiarazione, di cui vi è anche un video, fatta lo scorso maggio, che ha dipinto il nuovo commissario come un no mask:

“ti becchi il virus solo se ficchi la lingua in bocca ad uno per 15 minuti. La mascherina non serve a un c***o”.

Il nuovo Commissario Zuccatelli (fonte: zoom24.it)

Speriamo che, come dichiarato dallo stesso Zuccatelli, questo sia stato dovuto ad una confusione nelle prime fasi della pandemia riguardo i comportamenti da tenere per contenere i contagi, anche perché ciò che veramente non serve ai calabresi è un altro anno di cattiva gestione della Sanità, dopo dieci anni di commissariamento e un debito di 160 milioni non ancora risanato.

Rita Bonaccurso

Nuovo DPCM: ecco tutte le nuove disposizioni UniMe

A seguito dell’aggravarsi della situazione epidemiologica locale e nazionale in merito alla pandemia da SARS-CoV-2, considerato il dpcm in vigore da domani 06/11/2020 che classifica la Sicilia come regione arancione, con decreto rettorale si dispone quanto segue:

Lezioni

  • Le attività formative e curriculari si svolgeranno a distanza.
  • Le lezioni per le matricole proseguiranno in modalità blended. Se gli studenti saranno in numero inferiore a 10, il corso verrà erogato esclusivamente da remoto.
  • Le attività didattiche presso le sedi decentrate si svolgeranno in modalità a distanza.

Laboratori

  • Le attività relative si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Biblioteche

  • Le sedi bibliotecarie e le aule studio saranno esclusivamente fruibili per il servizio di prestito libri e non come locali studio.

Esami

  • Gli esami di profitto si svolgeranno in modalità telematica.

Lauree

  • Le sedute di laurea, gli esami di diploma di specializzazione e gli esami di dottorato di ricerca si svolgeranno in modalità a distanza.

Tirocini

  • I tirocini si svolgeranno in modalità a distanza.
  • Per i TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria verrà fatta richiesta ai Dirigenti scolastici di prevedere l’ingresso nelle aule virtuali dei tirocinanti iscritti ai corsi di riferimento.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi, tesisti e specializzandi di area non medica, non coinvolti in attività sanitarie a diverso titolo, purché non provenienti da zone rosse, potranno svolgersi in presenza.
  • Tutte le attività degli specializzandi di area medica continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale sono sospesi per docenti, studenti e personale TA degli Atenei siciliani, eccetto i casi di percorsi già avviati.
  • Le Università siciliane rimangono disponibili, in presenza di richieste pervenute da Atenei stranieri, nel rispetto delle direttive dell’agenzia Erasmus, di accogliere studenti che possano frequentare in modalità da remoto.
  • Sospesi anche i tirocini curriculari e post curriculari fuori Regione e all’estero.

Sedute e Convegni

  • Le riunioni degli organi collegiali di ogni ordine e grado si svolgeranno in modalità a distanza tramite piattaforma Teams.
  • Le attività convegnistiche e congressuali, i seminari e i workshop si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

Claudia Di Mento

il DPCM del 4 novembre: l’Italia divisa in fasce

“Non ci saranno chiusure generalizzate ma sarà un “lockdown light”, simile al modello tedesco. Il tentativo è di non paralizzare il paese, anche se è abbastanza complicato fare una misura delle restrizioni da adottare basata su zone”.

fonte: il Corriere della Sera

Nel corso della notte il Presidente del consiglio Giuseppe Conte ha firmato il nuovo DPCM. Le misure contenute nel decreto entreranno in vigore venerdì e rimarranno valide fino al 3 dicembre. Al momento sembra scongiurato il rischio di un lockdown nazionale generale ma il governo ha reputato necessario intervenire in maniera più decisa rispetto alle scorse settimane. Gli ultimi dati forniti dalla Protezione Civile parlano infatti di 30.550 nuovi contagi da Coronavirus registrati nelle ultime 24 ore.

A differenza di quanto avvenuto a marzo si è deciso di adottare differenti gradi di intervento per diverse zone del territorio. A seconda del tipo di zona e il relativo rischio le misure e le limitazioni potranno essere più o meno stringenti. Alle soluzioni previste per le singole zone si accostano poi quelle che invece avranno portata generale e che quindi dovranno trovare applicazione su tutto il territorio italiano.

 

Misure in vigore in tutta Italia

Gli interventi che varranno per tutta Italia si vanno ad aggiungere a quelli già in vigore, come la chiusura dei bar e ristornati alle ore 18. Il meccanismo individuato dal decreto è quello di una prima linea di “misure nazionali, più leggere e valide per tutti”. Tra queste:

  • il divieto di spostamenti dalle 22 alle 5 del mattino salvo comprovate esigenze lavorative, di necessità o di salute da accertare con autocertificazione;
  • la chiusura dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi;
  • la chiusura dei corner di giochi e scommesse all’interno di bar e tabacchi;
  • lo stop ai musei e allo svolgimento delle mostre;
  • la riduzione dall’80 percento al 50 percento della capienza sui mezzi pubblici (fatta eccezione per i mezzi di trasporto scolastico);
  • la didattica a distanza al 100% per gli studenti delle superiori e obbligo di mascherine per gli altri ordini e gradi;
  • la didattica a distanza anche per le università, eccetto alcune attività per le matricole e laboratori.
  • sospensione di tutte le prove scritte in presenza per concorsi pubblici, privati e di abilitazione, eccetto area medico-sanitaria e Protezione Civile.
  • resta ferma la raccomandazione di evitare spostamenti non necessari.

Le misure in questione sono le uniche che troveranno applicazione nelle “zone gialle” individuate nel decreto. L’eventuale adozione di misure più dure dovrà avvenire da parte del Presidente della Regione interessata di concerto con il ministro della salute Roberto Speranza, che aggiorneranno lo “status” di ciascuna regione in base a parametri oggettivi valutati nel tempo.

 

Divisione in zone di rischio del territorio nazionale

A fronte di un diverso trend di diffusione del virus il provvedimento prevede misure differenziate per le regioni sulla base di diversi fattori: l’indice Rt (vedi prossimo paragrafo) e 21 indicatori fissati dagli esperti (tra cui la percentuale dei tamponi positivi, il numero di nuovi focolai e l’occupazione dei posti letti sulla base della disponibilità). In base a questi fattori sono state individuate tre diverse fasce di rischio e, di conseguenza, tre aree di intervento: “zona rossa” (rischio molto elevato), “zona arancione” (rischio alto) e “zona gialla” (rischio medio-alto).

Cos’è l’indice Rt e in che fascia si colloca la Sicilia

L’indice Rt (indice di trasmissibilità) ci aiuta a capire la misura della trasmissibilità di una malattia infettiva e, sulla base di esso, ci consente di valutare l’efficacia delle misure di contenimento del contagio. Nella settimana tra il 19 e il 25 ottobre, per esempio, l’indice Rt nazionale era di 1,7. Al momento sono poche le regioni ad avere un indice di trasmissibilità inferiore all’ 1,5 e tra queste vi è la Sicilia. La nostra regione secondo gli ultimi report avrebbe un indice Rt pari a 1,42 che, tenendo in considerazione anche gli altri 21 fattori, la collocherebbe in fascia arancione, quindi con rischio alto.

fonte: Quotidiano.net

 

Zone arancioni e relative misure

Tra le regioni rientranti in uno scenario intermedio vi sono la Sicilia e la Puglia. In queste saranno in vigore le seguenti misure aggiuntive:

  • sarà vietato ogni spostamento, in entrata e in uscita, dalla Regione salvo che per comprovate esigenze. Saranno però consentiti gli spostamenti necessari allo svolgimento della didattica nel rispetto dei limiti in cui è consentita. Sarà consentito il rientro nel proprio domicilio o nella propria residenza;
  • sarà vietato ogni spostamento in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze di lavoro, studio, necessità e salute oltre che per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili nel proprio comune;
  • saranno sospese le attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ad esclusione delle mense e del catering. Resta consentita la consegna a domicilio senza limiti di orario e l’asporto fino alle 22.

Zone Rosse

Le Regioni che invece si trovano in uno scenario di massima gravità e con un livello di rischio molto alto sono la Lombardia, il Piemonte, la Calabria e la Valle d’Aosta. Per queste regioni scatterà di fatto un lockdown simile a quello di marzo ed avrà una validità di 15 giorni. In queste è previsto:

  • Blocco totale della mobilità interna ed esterna (salvo spostamenti per motivi di lavoro, salute o necesità)
  • Chiusura dei negozi al dettaglio, tranne alimentari, farmacie, parafarmacie tabaccherie, edicole.
  • Parrucchieri, barbieri e lavanderie rimarranno aperte.
  • Smart working per tutte le attività con eccezione per le attività indifferibili
  • Chiusura delle università salvo specifiche eccezioni (corsi di medicina e relativi tirocini).
  • È sempre consentito il rientro nel proprio comune di domicilio o residenza e la possibilità di accompagnare i propri figli a scuola. Si potranno fare attività motorie sportiva in prossimità della propria abitazione, ed esclusivamente individuale.
  • Continuerà la didattica in presenza solo per la scuola dell’infanzia, elementare e prima media.
  • Sospensione di tutte le competizioni sportive e le attività all’interno dei centri sportivi, salvo quelle riconosciute di interesse nazionale dal CONI.

 

É bene ricordare infine che il meccanismo di collocamento delle regioni nelle varie fasce è “semiautomatico”: ciò significa che l’applicazione delle relative misure avverrà sulla base dei criteri oggettivi indicati all’interno del medesimo decreto, escludendo di fatto qualsiasi forma di discrezionalità da parte del Governo o dei Presidenti di Regione.

Maria Cotugno

 

Messina manifesta: commercianti e artisti scendono in piazza pacificamente

Sulle note di “We Will Rock You” e “The Show Must Go On” dei Queen ha avuto inizio la Manifestazione Popolare Pacifica, svoltasi il 30 ottobre presso Piazza Unione Europea, con lo scopo di dar voce al popolo messinese e, soprattutto, a coloro i quali sono stati costretti a cessare temporaneamente le proprie attività commerciali a causa del nuovo Dpcm.

“Il popolo fino ad oggi ha dimostrato profondo rispetto per le normative anti covid, ma adesso è stanco di essere preso in giro. In questo momento ci stiamo unendo. Oggi Messina c’è!” Queste le parole di Daniele Zuccarello, promotore dell’evento.

Locandina dell’evento

Centinaia di persone tra ristoratori, rappresentanti del mondo dello spettacolo, dello sport e dell’animazione hanno manifestato contro il Governo per la carenza di misure di sostegno a favore delle attività penalizzate, nel peggiore dei casi chiuse, a causa dell’emergenza sanitaria Covid.

Oltre ai commercianti, anche famiglie e giovani hanno preso parte alla manifestazione; ogni intervento, seppur molto sofferto, non ha visto la rabbia dei cittadini sfociare in atti di violenza, come è accaduto in altre città. Gli organizzatori della manifestazione, infatti, hanno sottolineato di essere contro ogni forma di violenza e vandalismo.

Parole forti ai microfoni, piene di preoccupazione, rabbia, insofferenza. I lavoratori sono stati costretti a mettere le loro attività in sicurezza per poter riaccogliere i clienti, e ora che sono obbligati a chiudere nuovamente i battenti, non hanno la certezza che riceveranno un sostegno economico. L’unica certezza, in questo momento, è che in molti non ricaveranno nulla dalla loro professione.

I cittadini, in merito a questo problema, hanno avanzato la proposta di posticipare l’orario di chiusura oltre le 18:00, orario imposto dal nuovo Dpcm.

La manifestazione si è conclusa con un gesto simbolico: liberare in piazza palloncini tricolore in simbolo di unità.

Foto di Corinne Marika Rianò

Meno di 24 ore dopo, anche gli artisti messinesi, nelle categorie di attori, musicisti, danzatori, cantanti, insegnanti di musica, canto, teatro e danza, sono scesi in piazza spontaneamente e liberamente, per chiedere a gran voce la revisione delle misure restrittive imposte dal Governo. Il Municipio si veste di nero insieme agli artisti: “La compostezza e il rigore sono i principi di questa manifestazione in piazza – afferma Mariapia Rizzo – vestiti di nero, non in segno di lutto ma per suggerire il buio delle nostre arti e l’invisibilità che sembra caratterizzarci. Il nostro settore è al silenzio. E di questo silenzio vogliamo rendere partecipi tutti“.

I luoghi della cultura, ad eccezione dei musei, sono stati chiusi da ormai una settimana.

Locandina dell’evento

Tra i manifestanti: i Magazzini del Sale, On Stage, Clan Off Teatro, Oltredanza, Compagnia delle Arti Visive e tante altre realtà messinesi che rischiano di spegnersi.

“Se è vero che il nostro lavoro è nutrimento dell’anima, è pur vero che esso è anche un’ importante risorsa economica per la Nazione. Siamo lavoratori e produttori di reddito. Rivediamo se necessario i protocolli di sicurezza. Se sarà il caso, ci adatteremo a norme ancora più restrittive, ma non lasciateci morire. Questa manifestazione, nata da un impeto spontaneo, non ignora peraltro la necessità più generale di ripensare alla gestione di una intera categoria, reclamando a gran voce la necessità di rivedere il rapporto tra gli Enti pubblici e le realtà del territorio, ipotizzando che una gestione più coerente del danaro e delle risorse potrà consentire di superare questo difficile momento di crisi e gettare le basi per un futuro migliore.”

Diana Colombraro, Corinne Marika Rianò

Il musicale dell’Ainis in protesta. L’intervista: “Vogliamo quel 25%. La videocamera uccide la musica.”

(fonte: gazzettadelsud.it)

Arrivano nuove reazioni alle misure restrittive imposte, a partire dal 24 ottobre, dall’ultimo DPCM e dalle ordinanze dei vari consigli regionali. Avevamo già parlato qui delle proteste dei lavoratori; oggi sono le scuole a prendere la parola.

In particolare, gli studenti dell’indirizzo musicale del Liceo Emilio Ainis di Messina si sono assentati per due giorni, 26 e 27 ottobre, dalle lezioni in via telematica in segno di protesta contro la D.A.D. (Didattica a Distanza). Hanno inoltre emesso un comunicato, firmato da 87 degli studenti in questione, che è stato pubblicato da diverse testate giornalistiche.

Per approfondire meglio la questione, abbiamo deciso di ascoltare i pareri di alcuni dei diretti interessati.

Come nasce l’iniziativa

“Tengo a sottolineare che è un iniziativa degli studenti del musicale e non sono stati affatto indirizzati dai docenti. Dal punto di vista logistico, ci sono delle discipline che presuppongo il contatto diretto con lo strumento, della presenza dell’insegnante che fa strumento o musica d’insieme, forme laboratoriali per cui hanno delle difficoltà in più.”

Afferma il professore Cesare Natoli, insegnante di storia e filosofia presso l’indirizzo musicale del Liceo Ainis.

“Noi viviamo di musica e fare una lezione di strumento in D.A.D. non è la stessa cosa. In primo luogo perché sarebbe necessaria una strumentazione costosissima, dal momento che le classiche attrezzature tendono a ‘tagliare’ frequenze, sia alte che basse, per comprimere il suono. Dunque, non si sentirebbe allo stesso modo. Le materie che più ne risentono, oltre Strumento, nell’ambito musicale sono – ad esempio – tecnologie musicali. Anche Teoria di analisi e composizione è una materia che necessita di un approccio di presenza.”

Aggiunge lo studente Emanuele Arena, rappresentante degli studenti del Liceo Emilio Ainis.

Le richieste degli studenti

Quando gli abbiamo chiesto a cosa mirasse la loro iniziativa, la risposta è stata secca:

“Noi puntiamo tutto su quel 25%. Uno schermo, una videocamera uccidono la musica.”

Ed in effetti, il 25% è la percentuale che il DPCM aveva concesso per le lezioni in presenza. Gli istituti superiori siciliani si sono tuttavia dovuti conformare all’ordinanza regionale del presidente Musumeci che prevede un 100% di D.A.D. fino al 13 novembre. La richiesta è proprio quella di adeguarsi alla normativa nazionale. D’altro canto, una recente comunicazione del Presidente Regionale prevede che, per motivi logistici di particolare esigenza (e potrebbe rientrarvi il caso del liceo musicale) e per gli studenti con gravi disabilità sia possibile svolgere la didattica in presenza. Sarebbe per loro un risultato già significativo.

Alla protesta dei ragazzi si sono uniti anche molti genitori e professori, che continuano ad accompagnarli in questa situazione di criticità. A tal proposito, il professor Natoli, portavoce del gruppo ‘Scuola in presenza’, assieme ai colleghi intende organizzare una manifestazione di protesta che si svolgerà – nel rispetto delle misure anti-covid – giorno 7 novembre presso Piazza Unione Europea (Municipio). I dettagli sono reperibili sull’omonimo gruppo Facebook. Essa intende coinvolgere il mondo della scuola (docenti, studenti, personale ATA, genitori), dell’università e gli operatori culturali del teatro e della musica (ricordiamo le associazioni concertistiche messinesi come l’Accademia Filarmonica, la Filarmonica Laudamo e l’Associazione Bellini. Questi ultimi settori, colpiti dall’ultimo DPCM, sono stati costretti a chiudere dopo aver compiuto molti sacrifici per adattarsi alle misure anti-virali promosse negli ultimi mesi dal Ministero della Salute e dal comitato tecnico scientifico.

“Il fatto che siano stati minati i centri di cultura come i teatri, per noi che amiamo la musica e lo spettacolo e tutto ciò che è annesso, è stato un colpo. Noi rendiamo di questo, dopotutto.”

Continua Emanuele, tenendo in considerazione anche i risvolti che tali misure potrebbero avere sul futuro lavorativo di questi studenti.

(fonte: tg24.sky.it)

Il futuro della società e l’importanza dell’arte

Il professore si abbandona poi ad una riflessione: “Quale umanità stiamo difendendo?”, si domanda, prendendo spunto dalla riflessione di uno dei maggiori filosofi italiani, Giorgio Agamben.

“Il bios, il restare in vita, è senza dubbio sacrosanto. Tuttavia, non possiamo limitarci solo a questo poiché l’umano eccede il bios, va oltre il semplice restare in vita. Se tutto il resto viene trascurato, allora ci stiamo degradando. Il covid, probabilmente, ha semplicemente scoperchiato la questione. Ma si tratta di un processo che affonda le proprie radici lontano nel tempo.”

(fonte: stateofmind.it)

Nell’esprimere la propria preoccupazione per il futuro della cultura e dell’uomo come animale sociale, il professore ha offerto anche una propria visione di quelli che potranno essere i possibili scenari di una società post-covid. Ad una visione (considerata ‘idilliaca’) del ritorno alla normalità si accosta la possibilità che, da scelte così drastiche e necessarie, derivino conseguenze altrettanto importanti anche per la vita in società.

“Bisogna fare in modo che l’emergenza rimanga emergenza”

Ossia che non si trasformi in normalità. Fondamentale è ben soppesare i rischi derivanti da un non adeguato controllo dell’epidemia ai rischi derivanti da altre cose, come le questioni legate allo sviluppo relazionale dell’individuo.

Ed in tal senso, si sa, l’arte ha la straordinaria capacità di unire oltre ogni barriera.

“L’arte è libertà d’espressione.”

Afferma, infine, Emanuele alla domanda su cosa essa rappresenti per un qualsiasi ragazzo.

Guai a dimenticare il valore dell’arte, linguaggio universale capace di unire i popoli laddove l’incomprensione li divide.

 

Valeria Bonaccorso