10 Tipi di Studente all’Esame

Gli esami universitaStruggling-Students-Desperate-For-Financial-Helpri sono come una partita di calcetto tra amici. All’inizio dai il massimo per far vedere a tutti quanto vali, quando sta per avvicinarsi la conclusione non vedi l’ora di finire. In particolare, quando parliamo di esami universitari, in quest’ultima parte esce fuori il meglio (inteso come peggio) degli studenti che, stremati, non vedono l’ora di vedere la firma su quel libretto e portare a casa 6 crediti che valgono oro.

Ecco a voi 10 TIPI DI STUDENTE CHE INCONTRI ALL’ESAME:

#1 IL BIANCO. È quello studente che si siede senza sapere nulla. Ma proprio nulla. Magari sa il titolo di un libro, forse l’autore, ma il libro non l’ha neanche visto con il binocolo. Se fa pena al professore tanto da arrivare al 18 festeggerà la sera interpretando quel 18 come se fosse la festa per i suoi 18 anni (passati da minimo 5 anni).

#2 IL FINTO BIANCO. Tutti, dico proprio tutti, abbiamo quel collega che sbandiera la sua impreparazione come se fosse un vanto. La frase tipica che sentirete è: “niente ragazzi, non so niente. Se tutto va bene passo la materia”. Si siede all’esame. 28. Non odiatelo però: a furia di spacciarsi per bianco, lo diventerà egli stesso. Sarete grandi amici un giorno.

#3 IL SUPERSTIZIOSO.  Giacca grigia. Camicia bianca. Pantalone stirato con la riga. Scarpe da acchiappo. Nelle grandi occasioni anche il cravattino. A tutti gli esami, il superstizioso, non lascia nulla al caso. La sua non è una preparazione, è un rito. È un guerriero che scende sul campo di battaglia armato praticamente di nulla. Ma lui non lo sa e proprio per questo è imbattibile.

#4 L’ANSIOSO. Già, forse un po’ banale direte. Siamo tutti un po’ ansiosi prima di un esame. Ma quello di cui parliamo in questo punto non è il semplice ansioso. È colui che ha lo speciale potere di infondere ansia a chi gli sta intorno. È come un morbo: se respiri la sua stessa aria non puoi fare a meno di ammalarti. Da tenere in quarantena come un lebbroso.

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#5 IL QUESTIONARIO UMANO. Questa particolare specie di ansioso si riconosce per domande del genere: “Ma tu in quanto l’hai preparata la materia? Il professore com’è all’esame? Che hanno chiesto? Da dove hai studiato?”. Finisce sempre che lui ti farà così tante domande che quando dovrai rispondere a quelle del professore gli dirai che per oggi hai risposto a troppe domande e che sei in silenzio stampa.

#6 LA RITIRATA. I livelli di ansia raggiungono picchi altissimi durante un esame. Sicuramente il professore, che quel giorno decide di fare una strage bocciando tutti, non aiuta. In questi casi bisogna rimanere uniti, ma non sempre va così. Come nelle più celebri battaglie c’è sempre qualcuno che batte in ritirata. Risulterà un bellissimo assente accanto al nome. Come si dice in questi casi: “quando il gioco si fa duro, meglio tornare a casa”.

#7 QUELLO BRAVOH. Ho deciso di chiamare questo punto così perché non sei mai tu quello bravo. È sempre un altro. Si presenta all’esame e con una straordinaria nonchalance fa commuovere il professore che non riesce a credere ai suoi occhi: non ha l’ennesima capra davanti. 30, con la lode di solito. Non fare l’errore di odiarlo. Ha studiato, è bravo. Sai che potresti imparare da lui, ma hai così tanta paura di impegnarti che continuerai a friendzonare i libri per il resto della tua vita.

#8 IL GUARDONE. Perché andare a fare l’esame quando puoi andare a guardarlo? E sì, perché guardare è meglio che fare. Il guardone è colui che si presenta all’esame a luglio, con 50 gradi, in pantaloncini. Tanto lui l’esame non lo deve fare. È lì per controllare la situazione. È un condor. Ha in corpo una calma zen che di solito ti fa venire ancora più ansia. Vorresti essere nei suoi panni (letteralmente). Poi tu l’esame lo passi. Lui lo farà al prossimo appello. Non vuoi più essere nei suoi panni.

#9 IL FANTASMA. Nel corso dei vari esami che vai a sostenere conosci i cognomi di tutti i colleghi del tuo anno e anche di anni remoti. Poi ci sono quei cognomi a cui sei particolarmente affezionato. Li senti sempre. Non sai chi sono ma sai che all’appello ci saranno. Purtroppo però non hai mai avuto il piacere di incontrarli. Perché quelle persone sono dei fantasmi. Si prenotano sempre ma non ci sono mai. Un alone di mistero li avvolge e le storie che girano su di loro ravvivano le serate in montagna intorno a un falò. C’è chi dice che sono profili fake, altri dicono di averli visti una volta fuori dall’aula. La verità non la saprà mai nessuno.

#10 L’OTTIMISTA. Diciamo che, chi più e chi meno, siamo passati da tutti i punti precedenti. Ma quando arrivi quasi alla meta, non sei più ansioso. La disperazione non sai cosa sia. La paura ti fa un baffo. È l’ottimismo ormai che ti contraddistingue. Non puoi fare altro. Occhio però, non è quell’ottimismo sano che riconosci come “il profumo della vita”. È un ottimismo malato, ignorante, rassegnato. Chi è arrivato agli ultimi esami mi capirà bene. Se sei invece un tenero novellino che crede nella preparazione e nella buona volontà, mi dispiace darti questo schiaffo morale. Arriverai anche tu ad essere ottimista. Prima l’ottimismo, poi la preparazione. E si va verso la meta. E si va verso la vittoria.

Nicola Ripepi

10 Cose da Scroccare al tuo Collega

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Una delle tecniche che si affina di più all’università non è, purtroppo, il metodo di studio ma è il metodo di scrocco. E noi, da veri specialisti dello scroccare, ne abbiamo voluto parlare con voi. NB: a tutte le presenti e future matricole raccomandiamo di fare buon uso di questo vademecum di stron… cose intelligenti.

#1 Le Sigarette. Dall’alba dei tempi l’esempio di sigaretta ed accendino come beni complementari ha condizionato la tua vita; ecco perché se te ne manca uno probabilmente non avrai neanche l’altro. Capita a tutti di uscire in ritardo da casa e sapere di dover comprare le sigarette perchè la sera prima, con gli amici, le hai finite tutte. Ma sei in ritardo per la lezione, quindi ti si pone davanti un dilemma: arrivare tardi a lezione e comprare le sigarette oppure arrivare in orario a lezione e scroccare le sigarette a un collega? Se dovessi essere un abile scroccatore la risposta già la sai. Così con la tua “faccia tosta” ( perchè lo scroccatore DEVE avere la “faccia tosta”) chiedi con nonchalance, e quasi sempre allo stesso collega (il collega va puntato, non si può scroccare a chiunque) ” senti ma hai per caso una sigaretta?” e lui che, con la faccia da ” perennemente scroccato” c’è nato, te la offre. Ma durante la giornata non chiederai mai soltanto una sigaretta, così utilizzerai le solite frasi per poter evitare che tu possa essere etichettato come scroccatore: ” poi, la prossima volta te le compro io!”, oppure ” dimmi quanto hai speso così facciamo a metà!”. Solitamente chi dice queste frasi spera anche che dall’altro lato si dia una risposta negativa, perchè probabilmente, in quel momento, non avrai neanche soldi con te! PS: Ma, peggio di chi chiede una sigaretta, c’è solo chi chiede di fare un tiro o lasciargli due tiri e sta lì, vicino a te come un avvoltoio.

#2 Gli Accendini. Ovviamente alla frase ” senti ma ce l’hai una sigaretta per me?”, segue sempre “…e l’accendino?”. Chiedere un accendino non richiede una particolare abilità, è molto più semplice rispetto al chiedere una sigaretta, ma è anche un’arma a doppio taglio. Nel momento in cui ti passano un accendino, potrebbe essere amore a prima vista. Tutto rallenta, spunta il sole e un coro di angeli fa da sottofondo al vostro primo incontro. Se dovessi aver preso in mano “l’accendino della vita” è tuo DOVERE scoccarlo. Quindi c’è chi lo mette abilmente in tasca per poi dire, una volta scoperto:” ah scusa! mi viene automatico!” oppure chi approfitta della confusione al bar e la disattenzione del proprietario (un mix perfetto) per mettere in atto il colpo. Chiaramente non potrai mai mostrare questo tuo trofeo in pubblico, vivendo con il costante timore di essere scoperto.

#3 I Passaggi. Capita, nella vita, che tu scelga di studiare in una città che non è la tua. Capita, sempre nella vita, che tu scelga di vivere nella suddetta città perché ti sembra “più comodo così”. Capita, bisogna proprio essere dei geni nella vita, di riuscire a trovare una casa situata in una via senza nome a due passi da quel paesino chiamato “IN CULO AL MONDO” (esiste, cercate nella cartina, mi vedrete salutare dalla finestra). Ora quando logisticamente sei fuori dal mondo, non hai una macchina e neanche gli autobus più lerci della città hanno il coraggio di venirti a trovare, sorge un problema: “ma… non è che mi daresti un passaggio?”. Volente o nolente ti ritrovi a scroccare passaggi anche per andare in bagno e sai che trovare il collega che ti assicura sempre il passaggio equivale a trovare l’amico più fedele. Altro che Frodo e Sam.

#4 Il Caffè. Il giorno che scegli di immatricolarti tu ancora non lo sai che la caffeina ti salverà la vita. Il giorno dopo sì, lo hai già scoperto. Nella desolazione della tua università, tra lezioni infrequentabili e libri illeggibili, ti sentirai sempre Gatto Silvestro che prova a tenere gli occhi aperti con gli stuzzicadenti. Sarà allora che ti farai una nuova amica: la macchinetta del caffè. Diventerai un sommelier, saprai individuare quella che fa il caffè più disgustoso e quello che lo fa un po’ meno disgustoso, vagliando con attenzione il quantitativo di zucchero perfetto. Poi, un giorno, per caso, ti capiterà una disgrazia: ti accorgerai di non avere spicci. Così, inizierà la tua carriera da scroccatore di caffè: ‘’ collega, me lo offri un caffè? Ricambio domani’’. Quel domani non è mai arrivato.

#5 Il Cibo. Tutto ha inizio al momento della fecondazione (o giù di li) quando, accartocciato nel grembo di tua madre, comincia la tua carriera da ciucciatore di cordone ombelicale. E, si sa, una volta provate certe sensazioni non ti abbandonano più. Passi dunque dal livello BASE di scroccatore di merendine scolastiche, a quello PRINCIPIANTE da raccattatore di panini da ricreazione: “sì, ma prima dagli almeno un morso”. Quando la posta in gioco aumenta, raggiungi il livello AVANZATO (che prevede uno scambio di tessere e identità) e ti ritrovi ad affermare di essere la nuova Platinette, ma di aver lasciato a casa il costume da donna, pur di mangiare sulle spalle della tua collega fuori sede che ha fatto la tessera alla mensa universitaria (ah, chiaramente in tutto ciò, tu hai una barba folta e rigogliosa). Il livello ESPERTO lo raggiungi quando, dopo anni di file ai buffet delle conferenze più disparate, i tuoi amici decidono di farti la spesa e sistemartela direttamente in frigo (e tu ti ostinerai, per declinazione professionale ormai, a chiedere al vicino un pasto caldo). Ps: Il livello MAESTRO è il piú nobile del curriculum: specializzato nel furto della punta del cornetto. Ecco, li puoi considerarti un professionista (dell’incitazione all’omicidio volontario).

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#6 Gli appunti. Qui si parla di sopravvivenza. Immagina: è una fredda serata di gennaio, ti guardi intorno in camera tua. È buio, ma hai paura di accendere la luce. Vedresti montagne di libri intorno a te che ti ricordano l’imminente appello. Sei in trincea. Non hai via di scampo: 700 pagine non le fai neanche pagato. In quel momento ti tornano alla mente le lezioni. Succede sempre. Tu, ignaro, eri lì in classe, di fronte al professore che parlava. Ma non hai preso appunti. Hai preferito dormire. Ti senti una merda. Poi l’illuminazione. Viene subito dopo lo sconforto e l’autocommiserazione. Pensi al tuo collega. Facciamo che di solito è una ragazza, quella brava che sotto al 30 non è mai scesa. Lei gli appunti li ha presi. Le chiedi in ginocchio di salvarti, ti fidi di lei, dovrebbe apprezzarlo. E lo fa. Accetta. La vita torna a scorrere nelle tue vene. È una sensazione strana. Sì, è la speranza. Superi l’esame. 30. Lei prende il suo primo 28. Ti senti una merda nuovamente. È il ciclo della vita. Lo accetti.

#7 Le “Masticanti”. Cicles, cicca, gingomma, chewing gum. Insomma, qualsiasi sia la tua provenienza geografica, qualunque sia il modo in cui la chiami, TU SEI DI CERTO UNO SCROCCATORE SERIALE DI MASTICANTI. Nel momento esatto in cui un pacchetto di gomme da masticare viene aperto o mostrato in tua presenza, il tuo cervello attiva un meccanismo grazie al quale gli occhi ti si illuminano e le mani si posizionano autonomamente, come se avessi appena finito di lavare il vetro di un’auto e stessi aspettando la tua sudata ricompensa. Ti ritrovi dunque ad elemosinare quell’impasto gommoso che ti trasforma in un ruminante soddisfatto e felice, chiedendoti dopo pochi minuti: “ma che schifo ho in bocca? Colla?” . Sono aperte, inoltre, le iscrizioni al campionato di “gomme sotto al banco” (sai bene che sotto al banco, non ci mettevi le gomme da cancellare).

#8 La penna. Se sei uno di quegli studenti svogliati e sempre di corsa, che vanno a lezione trascinati dalla forza gravitazionale che move il sole e l’altre stelle (ah no?!), allora sei uno di quelli che parcheggia alle 8.59, con tutto lo stress che questo può comportare, e corre alla ricerca dell’aula nella quale dovrà subire le varie torture del caso. Sono già le 9.10. La lezione cominciava alle 9.00 ma vabbè, il prof ritarda. Entri, ti guardano tutti. Trovi posto. Ti stanno ancora fissando tutti, dopo aver alzato la testa dal foglio sul quale stanno freneticamente prendendo appunti. Dissimuli. Provi a confonderti in mezzo agli altri. Trovi un pezzo di carta ma… NON HAI LA PENNA“. Cominci a bisbigliare: “Compare, hai una penna in piú?”. Nessuno ti accontenta. Sudi freddo. Continui la tua opera di ricerca, finché il prof si ammutolisce e poi esclama: “tenga signor Rossi, gliela presto io la penna”. Hai perso la dignità oramai, non sei nemmeno convinto di restituirgliela e, finita la lezione, scappi furtivo e torni a casa. Finalmente la tua collezione di penne scroccate è completa (magari, se sei uno di quelli simpatici, gliela riporti all’esame per farti segnare il 18 che gli hai ulteriormente scroccato).

#9 Il carica batterie. Nell’era dell’aifon e degli smartfon, li vedi tutti che camminano con la testa piegata su degli schermi illuminati: siamo noi, studenti allo sbando. Tu stai là, in quel posto oscuro detto Università, 45 ore su 24 e l’unica cosa in grado di farti avere ancora una vita (a)sociale è la tua piccola scatola luminosa. Tu, studente, ogni mattina ti svegli e sai che devi correre più veloce della gazzella, del leone e di tutta la settima generazione, se vuoi arrivare in aula prima che la tua batteria sia passata da un meraviglioso 100% a un deprimente 2%.  Così tu, sempre tu studente alla deriva, prendi l’abitudine di portarti dietro il carica batterie. Anzi, non tu, ma l’altro, quel tuo collega accucciato accanto alla presa che neanche Gollum mentre sussurra ‘’il mio tesssssoooooro’’. Ecco che entri in gioco tu: ‘’scusa, non è che me lo presteresti per 5 minuti?’’. Non tutti ne escono vivi.

#10 Il Perennemente Scroccato. Tu con la faccia da “perennemente scroccato”. Sì, proprio tu, mi rivolgo a te in quest’ultimo punto. Tu che non sai, non puoi e non vuoi dire mai di no, tu che esageri con la gentilezza, tu sei il migliore amico dello scroccatore. A te a cui viene chiesto di tutto e con il sorriso sulle labbra dici sempre di ‘’sì’’, per poi pentirtene l’attimo dopo. Solitamente sei quello che non chiede mai nulla e quello provvisto di qualunque cosa che possa essere chiesto, perciò sei perfetto. Hai la macchina, le sigarette, l’accendino, i soldi, il cibo, le masticanti, gli appunti, le penne e il carica batterie. Sei un elemento raro e quindi vai custodito. Gente che non sapevi neanche frequentasse il tuo stesso corso ti chiede: “senti non è che potresti darmi un passaggio?”, e tu che, dall’inizio della giornata, non hai fatto altro che pensare al momento in cui saresti tornato subito a casa, dopo quella domanda, realizzi che va tutto in frantumi. Perché? Perché ovviamente il passaggio da dare non ti verrà mai di strada, perché tu abiti a due passi dall’università! Ma sei buono e solitamente lo fai volentieri. Un consiglio? Per evitare di restare in mutande, un giorno, comincia ad attuare delle “tattiche di sopravvivenza” per aggirare il destino: ti chiedono una sigaretta? Rispondi dicendo: ” questa che sto fumando era l’ultima!”, ti chiedono l’accendino? Non darlo mai in mano a loro, offriti di accenderla tu. Il mondo è bello perché è vario, ma c’è una regola che governa il mondo: per ogni ” perennemente scroccato” ci saranno almeno dieci scroccatori pronti ad amarlo!

 

Elena Anna Andronico

Elisia Lo Schiavo

Vanessa Munaò

Nicola Ripepi