Diamanti: il nuovo Gioiello firmato Ferzan Özpetek

Il 19 Dicembre è arrivato nelle sale l’ultimo attesissimo lavoro del regista turco Ferzan Özpetek, Diamanti, a solo un anno di distanza dal precedente, Nuovo Olimpo, in collaborazione con Netflix. Un film tanto atteso oltre che per un cast meraviglioso anche per Ozpetek diverso dal solito, dedito ad omaggiare la creatività femminile e il cinema mettendo sottosopra la società. 

Trama

Anni ’70, Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella Canova (Jasmine Trinca) sono le proprietarie di una sartoria cinematografica e teatrale a Roma. Le due sorelle sono affiancate da un gruppo di lavoro formato quasi esclusivamente da donne: Fausta (Geppi Cucciari), Eleonora (Lunetta Savino), Giuseppina (Sara Bosi), Nicoletta (Milena Mancini) e Nina, (Paola Minaccioni) la capo sarta. Oltre ai tre film in preparazione, iniziano una collaborazione con una costumista premio Oscar, Bianca Vega (Vanessa Scalera), incaricata di preparare i costumi per il film di un regista, anch’esso premio Oscar (interpretato da Stefano Accorsi). In sartoria lavorano anche Carlotta (Nicole Grimaudo), la tingitrice, e Silvana (Mara Venier), la cuoca. Durante la fase di lavorazione si vanno a conoscere queste donne, ognuna con la propria storia, fatta di fatica e di sacrificio.

Alberta (Luisa Ranieri) e Gabriella Canova (Jasmine Trinca)Fonte: The Space Cinema
Fonte: The Space Cinema

I 18 Diamanti

Per il suo quindicesimo lungometraggio, Özpetek  ha valuto fare le cose in grande. Prodotto da Marco Belardi e distribuito dalla Vision Distribution, il film, basato su alcune esperienze autobiografiche del regista, presenta un cast d’eccezione, composto da ben 18 attrici, alcune delle quali presenti in altri suoi film: Paola Minaccioni e Loredana Cannata sono arrivate alla sesta collaborazione; Milena Vukotic, Elena Sofia Ricci e Luisa Ranieri (che abbiamo visto negli scorsi mesi al cinema anche con Parthenope di Paolo Sorrentino e Modì di Johnny Depp) alla quarta; Jasmine Trinca, Lunetta Savino, Anna Ferzetti e Nicole Grimaudo alla terza; Carla Signoris e Kasia Smutniak alla seconda. Nuove collaborazioni, come Vanessa Scalera (arrivata al successo grazie alla fiction di Rai 1 Imma Tataranni – Sostituto Procuratore), Milena Mancini, Gisella Volodi (che ha collaborato con  Woody Allen e Wes Anderson) e Geppi Cucciari, inserita dal regista nel cast tre settimane dopo la chiusura).

Sorprese e Garanzie

Inoltre in questo cast straordinario troviamo due nuove leve del cinema italiano, Sara Bosi (scoperta dal regista presso L’Oltarno, l’Accademia di alta formazione del mestiere dell’attore a Firenze) e Aurora Giovinazzo (che abbiamo visto recentemente al cinema con Eterno Visionario diretta da Michele Placido), e la zia Mara Venier (che torna sul grande schermo dopo anni dedicati esclusivamente alla conduzione). Infine non possiamo non citare Stefano Accorsi (che con l’interpretazione del regista premio Oscar Lorenzo è arrivato alla sua collaborazione con Özpetek), Luca Barbarossa (cantautore e conduttore radiofonico, qui nei panni di Lucio, marito di Gabriella), Carmine Recano (conosciuto anche per il ruolo del comandante Massimo in Mare Fuori) e Edoardo Purgatori (conosciuto per il ruolo di Emiliano nella fiction storica di Rai 1 Un medico in famiglia)

Fonte: My Movies
Fonte: My Movies

Altri Contributi

Non mancano presenze importanti anche dal punto di vista musicale. A rendere ancora più magico il film non sono solo le musiche di Giuliano Taviani e Carmelo Travia ma anche tre voci straordinarie. Le abbiamo già visto in altri film del regista: Mina (con Mi sei scoppiato dentro al cuore e L’amore vero), Patty Pravo (con Gli occhi dell’amore) e Giorgia (con Diamanti che accompagna i titoli di coda). Proprio la prima ha suggerito al regista turco il titolo del film attraverso la seguente frase:

“Il diamante è quello che resiste a tutto, come le donne” 

 

Fonte: Style Magazine – Corriere della sera
Fonte: Style Magazine – Corriere della sera

Diamanti oscilla tra riflessione ed emozione

Daiamanti è un film che, per molti aspetti, si contrddistingue nel suo genere. la sceneggiatuera di Deniz Göktürk Kobanbay, i costumi di Stefano Ciammitti, il cast strepitoso già menzionato e le varie tematiche affrontate attraverso il capovolgimento degli stereotipi e i pregiudizi che caratterizzano la società (ancora oggi). Özpetek con questo è riuscito a mettere al centro la personalità di donne diverse. Proprio attraverso la creatività, il coraggio e la determinazione, affrontano il loro destino diventandone protagoniste. Un film emozionante, carico di energia e che stimola emozioni profonde.

 

Rosanna Bonfiglio

 

Diamanti e cristalli: si possono produrre in casa?

Quante volte ci siamo chiesti quanto saremmo ricchi se conoscessimo il segreto per fare i diamanti? È ovvio che nessuno di noi ha in mano questo, ma sappiamo, grazie alla scienza, quali sono i fenomeni fisici e chimici per cui, da un semplice pezzo di carbone la natura ci da queste preziose pietre. Vi spiegheremo questi fenomeni e capiremo insieme che ciò che accade non è possibile in una provetta e nemmeno in una semplice autoclave. Vi sveleremo il segreto per poter produrre dei cristalli di sale fatti in casa!

Ma cosa sono i cristalli?

Partiamo dalla definizione basilare: un cristallo è un solido formato da atomi ordinati nello spazio secondo una geometria per formare un reticolo cristallino. Poiché quest’ordine viene rispettato su tutto il solido, la forma finale del singolo cristallo sarà la stessa del reticolo nella sua parte più piccola. Mi spiego meglio: se il sale da cucina ha granelli più o meno cubici questo è dovuto al suo reticolo, che ha una geometria quadrata. In natura se ne trovano di varie forme oltre alla cubica, ad esempio esagonale, tetragonale (simile a cubo ma allungato), ortorombico (come il tetragonale ma la cui base o sezione ha la forma di un rombo), trigonale e così via.

 

Il normale sale da cucina. Fonte

 

È la natura degli atomi che compone il reticolo che dà la forma al reticolo stesso, e che definisce le sue caratteristiche fisiche e la sua grandezza.

Allora qualsiasi solido è un cristallo?

Ogni solido è costituito da molecole e atomi, ma è l’ordine di questi che conferisce all’oggetto le sue proprietà fisiche. Un esempio pratico: quando impiliamo una serie di fogli o libri in più colonne, possiamo ottenere forme tetragonali o cubiche, ma se questi fossero posti male o a casaccio? Nonostante il foglio o il libro abbiano forma rettangolare, avremo nell’insieme un’accozzaglia senza forma.

Un esempio curioso è quello del fosforo. Sebbene sia sempre fosforo, allo stato puro (elementare) lo troviamo in varie forme e colori. Citiamo il fosforo rosso e il fosforo bianco, entrambi sono costituiti da atomi ordinati a gruppi tetraedrici, ma solo il fosforo bianco brucia quando messo all’aria aperta. Questo accade perché non è rispettata la geometria tetraedrica all’interno dell’intero solido, non c’è un reticolo ordinato e questo viene definito come amorfo. Anche il vetro è un materiale amorfo, è costituito da atomi di silicio e ossigeno anch’essi legati in modo da dare una geometria tetraedrica, ma nello spazio questi tetraedri sono sparpagliati casualmente. Questo comporta che i materiali amorfi non abbiano una forma finale ben definita. Il vetro è malleabile, il fosforo rosso è granuloso e al microscopio non ha alcuna geometria definita.

Il normale fosforo trovato nei fiammiferi. Fonte

E quindi? Cosa c’entra coi diamanti?

I diamanti sono fatti solamente di atomi di carbonio, ma anche il semplice carbone è fatto della stessa materia. Dopo quanto spiegato, possiamo dedurre che questi oggetti abbiano un reticolo cristallino differente. Infatti il carbone è un materiale amorfo, mentre il diamante è costituito da un reticolo cristallino praticamente perfetto. L’unità geometrica di partenza è l’ottaedro ( o esacisottaedro, tetraedrico o ancora composto da rombododecaedri e cubi). Quest’ordine perfetto del reticolo conferisce al diamante la tipica trasparenza e rifrazione della luce.

Reticolo della grafite e del diamante. Fonte

Come è possibile che in natura si trovino carbone e diamanti?

Sono le condizioni ambientali a influenzare la forma di un materiale. Se ci pensiamo, i diamanti si trovano in giacimenti, o all’aperto (più comuni), o a pozzo. Ciò che succede alla maggior parte di questi diamanti è che si formano grazie al materiale organico, che troviamo alla profondità di 200 km nella crosta terrestre con temperature pari a 1500-2000 °C sotto 70 tonnellate di terra per centimetro quadro. Parliamo di materiale carbonioso che emerge assieme alle rocce sedimentarie o rocce madri dagli strati più profondi della crosta terrestre. Immaginate quindi che per produrre diamanti non sia cosa facile. Dopotutto arrivare a temperature e pressioni così elevate richiede un enorme quantitativo di energia, ecco perché non converrebbe sintetizzare diamanti per scopi di gioielleria. Piuttosto avrebbe senso sintetizzare piccole punte di diamanti come strumenti di precisione per produzioni in scala industriale. Perché oltre alla brillantezza e trasparenza sappiamo anche che il diamante è uno dei materiali più resistenti e leggeri conosciuti dall’uomo.

 

Come ottenere cristalli fighissimi

Ecco, dopo questa importante delusione, vogliamo donarvi questa fantastica ricetta per preparare a casa dei fantastici cristalli! Tutto ciò che serve è: 3 bicchieri di vetro, acqua, pentolino o bollitore per l’acqua, un filo (nylon o spago sottile), una bacchetta di legno, pellicola (o stagnola),una vaschetta di plastica e, infine, il sale da cristallizzare. Il sale il questione potrebbe essere anche il comune sale da cucina ma per dei fantastici cristalli dalla forma esagonale vi invitiamo a procurarvi dell’Allume di Rocca (detta anche di potassio). Avete l’occorrente? Iniziamo!

Servono 20g di allume (o sale) da sciogliere in 100 g di acqua. Per comodità, invece di scaldare la soluzione, usiamo dell’acqua già scaldata. Basta aver portato i 100g di acqua ad ebollizione con un bollitore o con un pentolino. Quindi una volta messi in un bicchiere di vetro allume e acqua, agitiamo con una bacchetta di legno pulita e copriamo il bicchiere con pellicola. Questo per evitare di far evaporare troppa acqua. Aspettiamo che si raffreddi. Dopodiché se si trova sul fondo del bicchiere qualche granello, dovremo travasare la soluzione in un secondo bicchiere. Dopo una mezz’ora la soluzione sarà fredda. Qui toccherà portare la soluzione dentro una vaschetta larga e poco profonda, un paio di centimetri alta di soluzione. Dopo 2-3 giorni potremo prelevare i cristalli.

Già dopo le prime 24 ore saranno visibili i primi cristalli. Questi, non troppo trasparenti, sono il risultato di una evaporazione troppo veloce e dipende dalla temperatura dell’ambiente: più è alta, più velocemente l’acqua evapora. Il segreto per evitare l’opacizzazione sta nel bloccare l’evaporazione ponendo una pellicola con alcuni buchi sopra la bacinella. Rallenteremo la crescita ma i cristalli saranno trasparenti! In ogni caso più tempo passa più i cristalli cresceranno.

Risultato dell’esperimento. Fonte

Ora siamo nella seconda fase: facciamo crescere i cristalli che abbiamo ottenuto! Dopo una selezione dei migliori cristalli, prepariamo un’altra soluzione di acqua da 200 grammi con 30 grammi di allume, come abbiamo fatto prima. Lasciamo raffreddare e mettiamo la soluzione in dei bicchieri di vetro, e questa volta dovremo agganciare il cristallo ad un filo e agganciarlo a un sostegno in modo che il cristallo stia a penzoloni a metà bicchiere. Man mano che cresce, l’acqua evapora e quando notiamo che troppa acqua è scomparsa riprepariamo un’altra soluzione. Tutto qua! Ecco come ottenere dei bellissimi cristalli bianchi e trasparenti in modo semplice! Per ottenere dei cristalli ancora più belli vi suggeriamo di mettere del colorante alimentare nelle soluzioni che preparerete. Vi sembrerà di ottenere dei minerali preziosi semplicemente in casa.


Salvatore Donato

 

Bibliografia

https://it.wikipedia.org/wiki/Diamante#Estrazione

https://www.diamant-gems.com/it/la-formazione-del-diamante/

https://youtu.be/lMRKZjvf-yg

I misteri della pioggia extraterrestre tra diamanti, rubini e zaffiri

Si avvicina la stagione autunnale e come ben sappiamo le piogge insieme a essa. Diamo per scontato ciò che abbiamo ma bramiamo ciò che ci manca. Nel nostro pianeta piove acqua, in base alle zone è un evento eccezionale o meno, ma comunque un evento a cui siamo abituati e al quale quasi non facciamo più caso. Ma cosa succederebbe se al posto di acqua piovesse ferro o meglio ancora diamanti? Impossibile direte voi, ma come scopriremo, questi eventi non sono poi così lontani dalla realtà in altri pianeti.

Cosa piove sugli altri pianeti?

Come vedremo in base alla composizione dell’atmosfera di ogni pianeta cambia la tipologia di pioggia.

Venere (Acido solforico)

Venere è il secondo pianeta dal Sole e, per molti versi, è proprio come la Terra. È simile per dimensioni, massa, composizione e persino vicinanza al Sole, ma è qui che finiscono le somiglianze. L’atmosfera di Venere è composta per il 96,5% da anidride carbonica, mentre la maggior parte del restante 3,5% è azoto.

La sua atmosfera è estremamente densa e si stima che la massa atmosferica sia 93 volte quella dell’atmosfera terrestre, mentre la pressione sulla superficie del pianeta è circa 92 volte quella sulla superficie terrestre. Le prime prove indicavano il contenuto di acido solforico nell’atmosfera, ma ora sappiamo che si tratta di un costituente piuttosto minore (sebbene ancora significativo) dell’atmosfera.

Poiché la CO2 è un gas serra e Venere ne ha così tanto, le temperature sul pianeta raggiungono i 462 °C, molto più alte di quelle di Mercurio, che è molto più vicino al Sole.

L’atmosfera venusiana sostiene nuvole opache di acido solforico, che si estendono da circa 50 a 70 km. Sotto le nuvole c’è uno strato di foschia fino a circa 30 km e al di sotto è chiaro. Al di sopra del denso strato di CO2 vi sono spesse nubi costituite principalmente da anidride solforosa e goccioline di acido solforico.

Composizione dell’atmosfera di Venere

Il fatto è che non piove sulla superficie di Venere, mentre la pioggia di acido solforico cade nell’atmosfera superiore, evapora a circa 25 km sopra la superficie.

HD 189733 b (Vetro)

HD 189733 b è un pianeta extrasolare a circa 63 anni luce dal Sistema Solare. Il pianeta è stato scoperto nel 2005.

Con una massa del 13% superiore a quella di Giove, HD 189733 b orbita attorno alla sua stella ospite una volta ogni 2,2 giorni, rendendolo un cosiddetto Giove caldo. I Giove caldi sono una classe di pianeti extrasolari le cui caratteristiche sono simili a Giove, ma che hanno temperature superficiali elevate perché orbitano molto vicino alla loro stella.

Il pianeta è stato scoperto utilizzando la spettroscopia Doppler, un metodo indiretto per rilevare pianeti extrasolari. Fondamentalmente, non osservi il pianeta stesso, studi le sue stelle e noti piccole oscillazioni in esso con spostamenti Doppler. Nel 2008, un team di astrofisici è riuscito a rilevare e monitorare la luce visibile del pianeta, il primo successo di questo tipo nella storia. Questo risultato è stato ulteriormente migliorato dallo stesso team nel 2011. Hanno scoperto che l’albedo planetario è significativamente più grande nella luce blu che nel rosso. Ma il blu non proviene da un oceano o da qualche superficie acquosa, proviene da un’atmosfera nebulosa e turbolenta che si crede sia intrisa di particelle di silicato, la materia di cui è fatto il vetro naturale.

Il pianeta ha venti incredibilmente veloci e una temperatura stimata di oltre 1000 °C, quindi la pioggia è probabilmente più orizzontale che verticale.

Ricostruzione di HD 189733 b della Nasa

Nettuno (Diamanti)

Nettuno è l’ottavo pianeta del Sistema Solare. La composizione di Nettuno è simile a quella di Urano e diversa da quella dei giganti gassosi come Saturno e Giove.

L’atmosfera di Nettuno è composta principalmente da idrogeno ed elio, insieme a tracce di idrocarburi e forse azoto; tuttavia, contiene una percentuale maggiore di “ghiacci” come acqua, ammoniaca e metano.

Il tempo di Nettuno è caratterizzato da sistemi di tempeste estremamente dinamici, con venti che raggiungono velocità di quasi 600 m/s (2160 km/h). L’abbondanza di metano, etano ed etino all’equatore di Nettuno è 10-100 volte maggiore che ai poli. È stato teorizzato che Urano e Nettuno frantumino effettivamente il metano in diamanti e gli esperimenti di laboratorio sembrano confermare che ciò è possibile. Tuttavia, hai bisogno di pressioni significative per farlo, e devi percorrere circa 7000 km all’interno del pianeta, ma il pianeta è fatto di gas (grosso modo l’80% di idrogeno, il 19% di elio e l’1% di metano).

Si stima che ad una profondità di 7000 km le condizioni possano essere tali che il metano si decomponga in cristalli di diamante che piovono verso il basso come chicchi di grandine.

I diamanti possono essere molto rari sulla Terra, ma gli astronomi ritengono che siano molto comuni nell’universo. Diamanti di dimensioni molecolari sono stati trovati nei meteoriti e recenti esperimenti suggeriscono che grandi quantità di diamanti si formano dal metano sui pianeti giganti del ghiaccio come Urano e Nettuno. Alcuni pianeti in altri sistemi solari possono essere costituiti da un diamante quasi puro.

Nettuno e Urano non sono unici in questo senso. C’è una buona possibilità che molti altri giganti gassosi nella nostra galassia abbiano atmosfere simili. In effetti, uno studio recente ha scoperto che un particolare pianeta chiamato 55 Cancri E ha un mantello che potrebbe essere principalmente diamante. Questo perché la composizione del pianeta contiene alti livelli di atomi di carbonio che, a temperature e pressioni previste, verrebbero compressi in diamanti.

OGLE-TR-56b (Ferro)

Gli astronomi dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics (CfA) di Cambridge lo rilevarono nel 2003. All’epoca era il pianeta più lontano mai scoperto e, sebbene quel record sia stato battuto da tempo, non abbiamo davvero imparato molto a proposito.

OGLE-TR-56b è anche un Giove caldo, con una temperatura superficiale stimata di 2000 °C, che è abbastanza calda da formare nuvole fatte di atomi di ferro. Non abbiamo informazioni dirette per confermarlo, sebbene gli astronomi abbiano riportato prove della pioggia di ferro sulle nane brune, le cosiddette “stelle fallite“, oggetti troppo grandi per essere un pianeta ma troppo piccoli per essere una stella.

Le dimensioni di Ogle-tr-56b messe a confronto con quelle di Giove

Titano (Metano)

Titano è la più grande luna di Saturno. È l’unico satellite naturale noto per avere un’atmosfera densa e l’unico oggetto diverso dalla Terra in cui è stata trovata una chiara evidenza di corpi stabili di liquido superficiale. Titano ha mari liquidi fatti di idrocarburi, laghi, montagne, nebbia, oceani sotterranei e sì, piove metano su Titano. In effetti, la Terra e Titano sono gli unici mondi del Sistema Solare in cui piove liquido su una superficie solida. Anche in questo caso, la pioggia è metano e non acqua.

HAT-P-7b (Rubini e Zaffiri)

I diamanti non sono abbastanza? Segnali di potenti venti mutevoli sono stati rilevati su un pianeta 16 volte più grande della Terra chiamato HAT-P-7b, ma non è certo la cosa più impressionante di questo pianeta. Sebbene sia difficile confermarlo, gli astronomi ritengono che le nuvole su questo pianeta sarebbero fatte di corindone, una forma cristallina di ossido di alluminio che forma rubini e zaffiri.

Anche se uno spettacolo del genere sarebbe senza dubbio visivamente sbalorditivo, è anche un posto infernale. A parte queste nuvole insolite, HAT-P-7b rimane molto importante come primo rilevamento del tempo su un pianeta gigante gassoso al di fuori del sistema solare.

Questi casi sono solo l’inizio della conversazione sulla pioggia su altri pianeti. Non siamo nemmeno entrati nella neve di ghiaccio secco su Marte, pioggia di elio liquido su Giove o della pioggia di plasma sul Sole.

L’universo è un luogo grande e selvaggio e stiamo appena iniziando a graffiarne la superficie. Sebbene possa piovere acqua sulla Terra, questa non è assolutamente la regola: su molti pianeti diversi, può piovere molte cose diverse. Chissà cosa scopriremo in futuro?

Gabriele Galletta