Con il Green Pass si tornerà a viaggiare all’estero, ecco come ottenerlo a partire dai prossimi giorni

Alcuni giorni fa l’Europarlamento ha approvato la certificazione digitale “Green Pass” che permetterà gli spostamenti all’interno dell’Unione e dell’area Schengen a partire dal 1º luglio. Ieri, il Premier italiano Mario Draghi ha firmato il decreto contenente le modalità di rilascio della certificazione che sarà valida, da luglio, a livello europeo.

Con il rilascio della certificazione, sarà possibile:

  • A livello nazionale: partecipare ad eventi pubblici (feste, cerimonie, eventi sportivi), accedere alle strutture sanitarie assistenziali (RSA) e gli spostarsi sul territorio nazionale in regioni anche di colore diverso.
  • A livello europeo (dal 1º luglio): viaggiare liberamente tra i paesi dell’Unione Europea e dell’Area Schengen senza dover fare tamponi o sottoporsi a periodi di quarantena. I certificati dovranno essere rilasciati dai vari paesi UE alle medesime condizioni. Non sarà, dunque, possibile applicare ulteriori restrizioni se non in casi eccezionali, come quello di una variante potenzialmente pericolosa.
(fonte: ilfattoquotidiano.it)

 

Green pass digitale e cartaceo, come e dove ottenerlo

Sarà possibile ottenere la certificazione verde in base ad un’avvenuta vaccinazione, guarigione dall’infezione (negli ultimi 6 mesi) o la negatività al virus tramite tampone molecolare o antigenico (nelle ultime 48 ore). Alle tre diverse condizioni corrisponderà un certificato distinto.

Ad occuparsene sarà la Piattaforma – attiva da ieri – nazionale digital green certificate (Piattaforma nazionale-DGC), che raccoglierà i dati riguardanti i vaccini, tamponi e certificati di avvenuta guarigione per poi avvisare, tramite sms o email, il cittadino della possibilità di scaricare il proprio Green Pass. Il processo non è altresì automatico, ma per il servizio della piattaforma (e per l’App Immuni) sarà necessario inserire i dati della tessera sanitaria o i codici identificativi di tampone o certificato di guarigione.

La Certificazione verde COVID-19 conterrà un codice a barre bidimensionale (QR code) con una firma digitale del Ministero della Salute per impedirne la falsificazione.

Con riguardo alle vaccinazioni, si ritiene che le certificazioni ad esse associate saranno disponibili sulla piattaforma entro il 28 giugno.

(fonte: thesocialpost.it)

Vi sono altre modalità per ottenere il Green Pass:

  • App Immuni: anche in questo caso, come accennato, sarà necessario inserire i dati relativi alla propria tessera sanitaria o i codici identificativi di tampone o il certificato di guarigione.
  • Fascicolo Sanitario Elettronico 
  • App IO: coloro che hanno già fatto l’accesso con le proprie credenziali SPID o con la carta d’identità elettronica non avranno bisogno di inserire altri dati.
  • In alternativa al Green Pass digitale, sarà possibile richiedere la certificazione al proprio medico di base, pediatra o in farmacia utilizzando la tessera sanitaria.

Per tutte le informazioni è possibile contattare il Numero Verde della App Immuni 800.91.24.91, attivo tutti i giorni dalle ore 8.00 alle ore 20.00. La certificazione rimane, in ogni caso, gratuita.

Validità del Green Pass e scadenze

La Piattaforma Nazionale-DGC ha specificato, nella propria FAQ, i tempi di validità della certificazione in Italia.

  • In caso di vaccinazione: per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità fino alla dose successiva.
  • Nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezione: la Certificazione sarà generata entro un paio di giorni e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi) dalla data di somministrazione.
  • Per i vaccini monodose: la Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione e avrà validità per 270 giorni (circa nove mesi).
  • Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo.
  • Nei casi di guarigione da COVID-19 la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente e avrà validità per 180 giorni (6 mesi). (fonte)

Infine, gli Stati membri avranno la possibilità di decidere se accettare anche i certificati per altri vaccini autorizzati secondo le procedure nazionali (come per esempio il vaccino russo Sputnik, approvato in Ungheria) o meno, diversamente da come si prevedeva nei giorni precedenti.

Valeria Bonaccorso

La bozza del nuovo decreto e il punto sull’obbligo a vaccinarsi per gli operatori sanitari

Continua la stretta per contenere i contagi da coronavirus, ma vi saranno delle novità rispetto alle scorse settimane. Pochi giorni fa, il premier Draghi ha presentato la bozza del nuovo Decreto Legge, contenente le misure proposte per il periodo dal 7 al 30 aprile.

Il premier Draghi presenta la bozza del nuovo DL (fonte: orizzontescuola.it)

Nessuna zona gialla

Nelle prossime settimane, la Penisola non vedrà zone gialle, ma solo arancioni o rosse. In base dell’andamento dell’epidemia e in relazione allo stato di attuazione del Piano strategico nazionale dei vaccini, sarà possibile prevedere deroghe alle misure di contenimento del coronavirus.

Nelle regioni e province autonome di Trento e Bolzano i cui territori si collocano in zona gialla, verranno applicate le misure stabilite per la zona arancione. Secondo l’andamento, queste misure, anche qui, potranno esser modificate. I Presidenti delle Regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano potranno disporre l’applicazione delle misure stabilite per la zona rossa, nonché ulteriori, motivate, misure più restrittive, qualora: l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sarebbe superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti, sulla base dei dati validati dell’ultimo monitoraggio disponibile; nelle aree in cui la circolazione di varianti di SARS-CoV-2 determinerebbe alto rischio di diffusività o induce malattia grave.

In tutta Italia, i Presidenti delle Regioni non potranno più chiudere le scuole dal nido fino alla prima media. Consentite deroghe solo in casi di eccezionale e straordinaria necessità dovuta alla presenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus o di sue varianti nella popolazione scolastica, una volta ascoltato il parere delle autorità sanitarie competenti e “nel rispetto dei principi di adeguatezza e proporzionalità”, con la possibilità di circoscrivere l’applicazione a specifiche aree del territorio.

Didattica a distanza per gli studenti del secondo e terzo anno della scuola secondaria di primo grado, nonché della scuola secondaria di secondo grado. Nei casi in cui sia possibile, scuole secondarie superiori in presenza, al 50% e fino ad un massimo del 75%.

Spostamenti

Saranno vietati gli spostamenti tra le 22 e le 5 del mattino, quelli fuori dal proprio Comune e tra regioni. Resteranno sempre ammesse le eccezioni per motivi di necessità, salute o comprovate esigenze lavorative. Saranno permesse deroghe per ritornare ai luoghi di residenza, domicilio o abitazione.

Consentito, una sola volta al giorno, spostarsi verso un’altra abitazione privata abitata che si trovi, però, nello stesso Comune, tra le ore 5 e le ore 22, a un massimo di due persone oltre a quelle già conviventi nell’abitazione di destinazione. La persona o le due persone che si spostano potranno comunque portare con sé i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti che con loro convivono.

Per gli abitanti dei Comuni con massimo 5milla abitanti saranno consentiti spostamenti in un raggio di 30km con divieto di spostamento nei capoluoghi di provincia.

Bar e ristorazione

Sono sospese le attività dei servizi di ristorazione (bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie), ma nessuna restrizione per la consegna a domicilio. L’asporto resterà consentito – comunque con divieto di consumazione sul posto – fino alle 22. Per i soggetti che svolgono come attività prevalente una di quelle identificate dai codici Ateco 56.3 (bar e altri esercizi simili, senza cucina) l’asporto sarà consentito, invece, fino alle 18.

Attività commerciali al dettaglio e centri commerciali

Esercizi commerciali tutti aperti, con i consueti orari, nel rispetto dei protocolli e delle misure anti contagio. Nelle giornate festive e prefestive sono chiusi gli esercizi commerciali presenti all’interno dei mercati e dei centri commerciali, gallerie commerciali, parchi commerciali, ad eccezione delle farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, di prodotti agricoli e florovivaistici, tabacchi, edicole e librerie.

Attività motoria e sportiva

Sono sospese tutte le competizioni sportive, tranne quelle a cui è riconosciuto interesse nazionale dal CONI e dal CIP. Sospese le attività nei centri sportivi. Resterà possibile svolgere attività motoria all’aperto solo nei pressi della propria abitazione e solo in forma individuale.

Concorsi pubblici: lo sblocco

Dal 3 maggio 2021 potrà riprendere lo svolgimento delle procedure selettive dei concorsi banditi dalle pubbliche amministrazioni, in presenza. Lo svolgimento delle prove deve avvenire nel rispetto delle linee guida validate dal Comitato tecnico scientifico nazionale.

Potranno essere adottate misure semplificate. Per i concorsi per il reclutamento di personale non dirigenziale, si potrà prevedere una sola prova scritta e una sola prova orale.

Sarà consentito l’utilizzo di strumenti informatici e digitali e, facoltativamente, lo svolgimento in videoconferenza della prova orale, garantendo comunque l’adozione di soluzioni tecniche che ne assicurino la pubblicità, l’identificazione dei partecipanti, la sicurezza delle comunicazioni e la loro tracciabilità, nel rispetto della normativa in materia di protezione dei dati personali. In caso di necessità, l’amministrazione che si occupa dell’organizzazione di un concorso potrà, in ragione del numero di partecipanti, disporre dell’utilizzo di sedi decentrate.

Nella bozza del DL compaiono tutte le informazioni relative a tutti gli altri tipi di concorsi pubblici, tra cui quelle relative alle prove scritte del concorso per magistrato ordinario, indetto il 29 ottobre 2019.

 

Obbligo a vaccinarsi per gli operatori sanitari: il punto più dibattuto

Un tema molto caldo e dibattuto sin dagli inizi, forse anche prima della campagna vaccinale, è l’obbligo di vaccino. Con la bozza del nuovo DL, l’obbligo sarà previsto per: gli esercenti le professioni sanitarie e gli operatori di interesse sanitario che svolgono la loro attività nelle strutture sanitarie, sociosanitarie e socio-assistenziali, pubbliche e private, farmacie, parafarmacie e studi professionali.

(fonte: corriere.it)

Nella bozza si legge: “La vaccinazione costituisce requisito essenziale per l’esercizio della professione e per lo svolgimento delle prestazioni lavorative rese dai soggetti obbligati”. Dunque, solo in caso di accertato pericolo per la salute, a specifiche condizioni cliniche documentate, attestate dal medico di medicina generale, vaccinarsi non sarà obbligatorio per le suddette categorie, con la possibilità di rifiutarsi o rimandare la decisione.

Entro cinque giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto, ciascun Ordine professionale territoriale competente dovrà trasmettere l’elenco degli iscritti. Chi risulterà non vaccinato o chi non avesse prodotto richiesta di vaccinazione entro i 10 giorni successivi, avrà 5 giorni per sottoporsi alla vaccinazione o fornire la documentazione comprovante l’avvenuta somministrazione del vaccino non prima pervenuta o la documentazione che giustifichi l’omissione o il differimento della stessa per i motivi ammessi.

Per chi si rifiuterà sarà determinata, dall’azienda sanitaria locale, la sospensione del proprio impiego, l’impossibilità di svolgere prestazioni o mansioni che implicano contatti interpersonali o comportano, in qualsiasi altra forma, il rischio di diffusione del contagio. Tutto ciò verrà poi trasmesso all’Ordine professionale di appartenenza. Il datore di lavoro, se possibile, potrà affidare al lavoratore non vaccinato altre mansioni anche inferiori, che non implichino rischi di diffusione del virus. In caso non vi fosse alcuna possibilità, è prevista la sospensione del lavoratore a cui non spetterà la retribuzione, fino alla vaccinazione o, nel caso in cui si rifiutasse ancora, fino al 31 dicembre 2021, data in cui è previsto il completamento del piano vaccinale.

 

Rita Bonaccurso

Proroga stato di emergenza e nuovo decreto devono aspettare: troppi assenti alla camera e slitta il Cdm

Ormai certo lo slittamento, senza tuttavia alcuna comunicazione ufficiale, del Consiglio dei ministri previsto originariamente per oggi, martedì 6 ottobre, e convocato per l’approvazione del DPCM in merito a quanto discusso ieri in seno al consiglio dei Ministri su un prolungamento dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio 2021, ossia ad un anno esatto dalla sua prima emanazione, e sulle nuove misure restrittive da adottare.

Il comitato tecnico scientifico a seguito di un’analisi sull’andamento dei contagi in Italia e nei Paesi vicini ha reputato opportuno un prolungamento dello stato d’emergnza, attualmente in vigore fino al 15 ottobre.

Lo slittamento a domani del Consiglio si lega alla sospensione della seduta parlamentare di oggi dovuta all’assenza di ben 41 deputati della maggioranza posti in quarantena fiduciaria e da una decisione di destra e centrodestra di non prendere parte al voto, non appena appresa tale assenza.

L’evento è stato accompagnato da pungenti osservazioni, fra cui in primis anche Matteo Salvini 

Maggioranza allo sbando, litigiosa e assente, perfino quando si parla di virus

A tal punto al Governo restano due opzioni:

  1. aspettare il termine del periodo di isolamento e slittare di diversi giorni tale approvazione, con il potenziale probelam di resare per qualche giorno privati dei poteri garantiti da uno stato di emergenza
  2. avvalersi della clausola prevista dal “decreto COVID” la quale prevede la possibilità di approvare un DPCM qualora sussistano comprovato ragioni d’emergenza

Cosa comporta lo stato d’emergenza

Medici – Fonte:AssoCareNews.it

Lo stato di emergenza indica la possibilità di emanare DPCM, decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, rappresentata da Giuseppe Conte, in deroga a numerosi aspetti della vita pubblica, essendo infatti emanabili SOLO in stato d’emergenza, e ordinanze del ministro per la Salute, ad oggi Roberto Speranza.

  • Consente sia ai dipendenti pubblici sia a quelli privati, condizioni permettendo, di ricorrere al telelavoro, o come ormai conoscuto in Italia smart working, ossia un lavoro da casa al fine di limitare i contatti tra le persone e garantire il distanziamento sociale.
  • Le Regioni possono continuare a firmare ordinanze ma nel rispetto delle linee guida stabilite dal governo, a cui dunque è affidata una funzione direttiva, e solo con misure anti contagio più restrittive, al fine di operare secondo una linea comunque, ma differenziandola tenendo conto della differente situazione epidemiologica nelle diverse aree.
  • Proseguirà il monitoraggio settimanale del ministero della Salute in base ai dati forniti dalle Regioni, al fine di gestire eventuali focolai e di regolare le aperture e le chiusure, nonchè particolari misure di restrizioni, in queste zone.
  • Sarà possibile prendere provvedimenti sulla limitazione dell’ingresso nel Paese di soggetti provenienti da altri Stati.

Cosa prevederà il nuovo DPCM

Mascherine all’Aperto- Fonte: Castelfranco Piandiscò

Utilizzo obbligatorio delle mascherine anche all’aperto con sanzioni i caso di violazione dai 500 ai 3000 euro; obbligo già vigente in diverse Regioni, tra cui anche la Sicilia.

  • Al fine di assicurare il massimo rispetto saranno effettuati ingenti controlli, specialmente nei luoghi di assembramento, da parte delle forze dell’ordine e delle forze armate, quali l’esercito.
  • No alla chiusura anticipata di locali, palestre e ristoranti entro le 22 o le 23 ( come si era ipotizzato) ma resta in vigore l’obbligo di garanzia del rispetto del distanziamento sociale, per evitare potenziali assembramenti; inoltre gli ingressi nei negozi saranno regolati in base alla disponibilità di spazi; chiusura assoluta per le discoteche.
  • Confermata la limitazione al pubblico fino ad un numero di 200 persone per gli eventi al chiuso quali cinema, teatro, concerti e matrimoni mentre un limite di 1000 partecipanti per gli eventi all’aperto; tetto massimo di 1000 spettatori per i più importanti eventi sportivi all’aperto, quali incontri di Serie A, escluse invece le categorie minori; fissato il limite di passeggeri all’80% di capienza massima nei mezzi di trasporto pubblici.
  • Maggior tempo concesso ai commercianti, tramite il decreto agosto, approvato qualche giorno fa, per mettere sul mercato la merce invenduta a causa del lockdown tramite una “vendita in liquidazione“, ossia scontata, per i beni non alimentari immagazzinati.

Elemento sul quale si vuole far leva risulta l’app Immuni; dal capodelegazione M5S Alfonso Bonafede è stata lanciata l’idea di sensibilizzare i cittadini italiani tramite una maratona televisiva per discutere ed esporre riflessioni sull’utilità di quest’ultima.

Conte sul Dereto – Fonte: corriere.it

l premier Conte da Assisi afferma: “Il nemico non è stato ancora sconfitto, siamo consci che non possiamo disperdere i sacrifici compiuti”. Dichiarazione che esprime la necessità di ulteriore sforzo.

Manuel De Vita

Il Decreto “Rilancio”: ecco le mosse del Governo per risollevare l’economia

Il 13 maggio il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legge “Rilancio”. Una manovra da circa 155 miliardi di euro, di cui 55 in extra-deficit, destinati a rivitalizzare e sostenere la provata economia nazionale in questa nuova fase.

Il Decreto prevede numerosi interventi per rinforzare i settori della salute e della sicurezza, sostenere le imprese, i redditi da lavoro, il turismo e la cultura. Tra le misure vi è anche la cancellazione delle clausole di salvaguardia, eliminando così gli aumenti delle imposte (Iva e accise) previsti a partire dal 2021.

Nel vasta e corposa normativa d’urgenza vi sono tre aspetti fondamentali che suggeriscono l’indirizzo che il Premier Conte ha deciso di dare al governo e che sono indicativi delle dinamiche interne alla maggioranza: la sanatoria degli irregolari, il reddito di emergenza e la cassa integrazione straordinaria.

Circa il primo punto, il Decreto mira a garantire l’emersione del lavoro nero e la regolarizzazione limitatamente però ai braccianti, colf e badanti, di cittadinanza italiana e straniera con un rapporto di lavoro irregolare e cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto. Rimangono dunque esclusi i lavoratori irregolari nel settore dell’edilizia e gli «invisibili» dei ghetti, quelli cioè senza permesso di soggiorno.

Il procedimento di regolarizzazione viene avviato mediante richiesta, esperibile tanto dal lavoratore quanto dal datore di lavoro, che chiede l’emersione del rapporto di lavoro non regolare. La richiesta può essere presentata dai cittadini stranieri con permesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019. Questi potranno richiederne uno temporaneo di 6 mesi pagando 160 euro. Se entro quel termine otterranno un contratto di lavoro, il permesso verrà convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Nel caso in cui sia il datore di lavoro a presentare l’istanza di emersione del rapporto di lavoro deve indicare la durata del contratto di lavoro, la retribuzione non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo, e pagare 400 euro.

 

Per incentivare l’emersione del lavoro nero si è reputato necessario garantire un’immunità nei confronti del datore di lavoro che presenta l’istanza. Lo scudo viene escluso per chi negli ultimi cinque anni sia stato condannato anche in via non definitiva per i reati di caporalato, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, tratta e sfruttamento della prostituzione, reclutamento di minori, droga.

Il secondo punto è quello del Reddito di Emergenza (REM). Si tratta di un nuovo istituto concepito per venire incontro a quei nuclei familiari rimasti esclusi dal Reddito di Cittadinanza e altri sussidi (circa 1 milione). Il Rem può variare da 400 a 800 euro e verrà erogato in due quote. I requisiti necessari per ottenere il Rem sono: la residenza in Italia (non la cittadinanza) e ISEE inferiore a 15mila euro.

Infine la cassa integrazione straordinaria. Su tale questione è necessaria una dovuta premessa sul funzionamento di questo istituto. La cassa integrazione è uno strumento ampiamente utilizzato in tutto il mondo. In Italia è gestita dall’INPS, che si occupa di rimborsare le aziende o di pagare direttamente una parte degli stipendi dei lavoratori anche quando questi non lavorano o lavorano a un orario ridotto. Il ricorso massiccio alla cassa integrazione, dovuto alla crisi pandemica, e l’impreparazione del personale hanno rallentato notevolmente le operazioni di erogazione dei sussidi. Ad essere maggiormente in difficoltà è la Cassa Integrazione in Deroga, quella destinata alle imprese con meno di 5 dipendenti e a tutte le altre imprese che normalmente non avrebbero accesso alla cassa ordinaria. Il 5 maggio l’INPS dichiarava di aver ricevuto 277 mila domande e di averne pagate 46 mila, per un totale di 97 mila beneficiari. Numeri piuttosto bassi sia per quanto riguarda le domande effettivamente pagate che per  le richieste arrivate all’INPS, probabilmente soltanto una frazione del totale.

La Cassa Integrazione in Deroga segue infatti un percorso burocratico molto più complicato. Per farne richiesta un’impresa deve prima passare dalla sua regione. Ogni passaggio in più può rallentare qualsiasi pratica, ma in questo caso, non tutte le regioni sono ugualmente preparate a gestire la mole di richieste.

In Campania e Veneto le richieste sono state gestite in maniera piuttosto efficiente, mentre la Lombardia ha incontrato grossissime difficoltà. In Sicilia i dipendenti della regione sono arrivati a chiedere un bonus di 10 euro per ogni pratica sbloccata, provocando l’irritazione della ministra per la Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone.

Grazie al Decreto “Rilancio” i lavoratori e le aziende potranno adesso rivolgersi direttamente allo Stato presentando le proprie richieste all’Inps.

Filippo Giletto

Conte:”la crisi piú difficile dal dopoguerra”

Nella drammatica giornata di ieri , il premier Conte si é nuovamente espresso attraverso una diretta facebook dopo le ore 23, per annunciare nuove misure restrittive contro il covid-19. Le misure  momentaneamente sono previste dal 23 marzo fino al 3 aprile. La cruciale decisione annunciata in tarda serata dal premier, risulta necesseria a seguito dei dati  critici sul piano dei contagi e dei morti.

Sotto l’azione sempre piú insistente da parte di regioni, sindacati e dall’opposizione, il premier dà il via ad ulteriori restrizioni estese a tutto il territorio italiano.

Questa é la sfida piú difficile dal dopoguerra” premette. Per poi annunciare:

chiuderanno tutte le attivitá produttive non cruciali. Ma resteranno aperti supermercati alimentari, farmacie e parafarmacie. Saranno garantiti i servizi essenziali: bancari, postali, assicurativi, finanziari e i trasporti”.

A premere su questa drastica decisione sono state soprattutto le spinte da parte delle regioni. I rispettivi governatori della Lombardia e del Piemonte Attilio fontana e  Alberto Cirio in precedenza si erano giá espressi, firmando delle ordinanze per ulteriori misure restrittive.

Il presidente del Piemonte Cirio ha dichiarato: “chiudiamo tutto quello che é possibile chiudere con i poteri delle regioni.” Nel caso della Lombardia chiusi uffici pubblici,studi professionali,cantieri e attivitá all’aperto.

Il resoconto dei dati sui contagiati di coronavirus in Italia risulta essere negativo. Si registra un ammonto totale di 42.681 casi positivi e un numero di vittime  attualmente pari a 4.825. É fondamentale -pertanto – la decisione del premier Giuseppe Conte della scorsa notte di procedere alla chiusura totale delle attivitá non essenziali.

Le nuove disposizioni del covid-19

Le nuove disposizioni  prevedono l‘apertura dei negozi alimentari, discount , ipermercati  senza limiti di orario, rispettando le misure precauzionali del metro di distanza e indossando le apposite mascherine con guanti monouso poiché devono essere garantiti  normalmente i generi alimentari per il fabbisogno quotidiano dei cittadini.

Non sono previsti cambiamenti sulla produzione, sul trasporto e l’acquisto di medicinali. Farmacie e parafarmacie, dunque, resteranno aperte.

Edicole e tabbacai continueranno ad essere aperti, ma con l’obbligo di accesso ad una sola persona per  volta.

Blocco totale per il gioco del lotto,gratta e vinci  e le rispettive  attivitá svolte online.

Per quanto riguarda i trasporti non rientrano nello stop i trasporti ferroviari di persone e merci, quello di passeggeri in aeree urbane , i taxi, il trasporto di merci su gomma, quello marittimo e aereo.

Tra i servizi considerati essenziali rientrano anche le coltivazioni agricole; industrie alimentari; fabbricazione di spago, carta funi e reti; fabbricazione di carta; fabbricazione di strumenti e forniture mediche e dentistiche; fornitura di energia elettrica ; raccolta e trattamento dei rifiuti; Servizi postali; Servizi veterinari.

Resteranno attive le imprese produttrici di gomma; le raffinerie di petrolio indispensabili per il funzionamento dei trasporti.

Consapevole dell’ulteriore sforzo che viene chiesto ai cittadini, il premier invita a mantenere la calma. Bisogna evitare gli accaparammenti e rispettare le norme dettate.

Uno sforzo necessario per il bene futuro dei cittadini accompagnato da misure ancora piú stringenti per combattere un nemico apparentemente invisibile.

Conte continua dichirando:

Mai come ora la nostra comunitá deve stringersi forte come una catena a protezione del bene piú importante,la vita. Se dovesse cedere un solo anello di questa catena saremo esposti a pericoli piú grandi per tutti”.

Adesso piú che mai i cittadini sono chiamati a rispettare le nuove misure. Solo attraverso impegno quotidiano, coscienza sociale e rispetto per il prossimo, inizieremo a vedere i primi passi verso l’abbattimento del virus che sta piegando il mondo. Uniti ce la faremo.

Eleonora  Genovese

Decreto Sicurezza: arriva il sì del senato

Dl sicurezza, l’ufficio Bilancio del Senato: «Mancano le coperture». Il Viminale: «Solo normali rilievi»

Via libera del Senato al decreto Sicurezza con 163 Sì, 59 no e 19 astenuti. I presenti sono stati 288, i votanti 241. Il decreto, che è stato approvato con il voto di fiducia, ora passa al vaglio della Camera. Cinque i dissidenti tra i pentastellati che hanno disertato l’Aula: trattasi di Gregorio De Falco, Paola Nugnes, Elena Fattori, Matteo Mantero e Virginia La Mura. I senatori di Forza Italia, che apprezza il contenuto del provvedimento, sono rimasti in aula senza votare. Mentre Fratelli d’Italia, che pure tifa per la misura sull’ immigrazione, ha scelto l’astensione, che, con il nuovo regolamento del Senato, non equivale più a un voto contrario. Hanno votato contro invece il Partito Democratico, Liberi e Uguali e le Autonomie.

 

 

Tuona così  su Twitter il ministro degli interni Matteo Salvini.

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi, in una conferenza stampa, si rivolge a quelli che definisce “sciacalli“: “Si rassegnino – dice – questo governo andrà avanti a lavorare per 5 anni“.
Il decreto in questione si compone di quaranta articoli, con misure che vanno dall’abrogazione dell’istituto del permesso di soggiorno per motivi umanitari, al restringimento dell’azione degli Spar, dai trattenimenti più lunghi nei Cpr, Centri di permanenza per i rimpatri, a norme più severe per la concessione della cittadinanza. Fino all’estensione del taser (la pistola ad impulsi elettrici), dei Daspo nelle città e norme sulla lotta alle mafie.

Oltretutto vi sono novità sulla videosorveglianza, gli sgomberi degli immobili occupati abusivamente, il Fondo per la sicurezza urbana e l’utilizzo dei droni. Tuttavia il fulcro rimane sui richiedenti asilo: per quelli che compiono gravi reati è prevista la sospensione dell’esame della domanda di protezione ed è possibile l’obbligo di lasciare il territorio nazionale. In caso di condanna in primo grado è contemplato che il questore ne dia tempestiva comunicazione alla Commissione territoriale competente. Inoltre il decreto riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale e ai minori non accompagnati, i progetti di integrazione ed inclusione sociale previsti dallo Sprar (Sistema protezione e richiedenti asilo e rifugiati). Vengono stanziati quasi 360 milioni fino al 2025, per Polizia e Vigili del Fuoco per l’acquisto e potenziamento dei sistemi informativi per il contrasto del terrorismo internazionale.
Di questi 360 milioni, 267 sono per la pubblica sicurezza e 92 per i pompieri. Inoltre i Comuni con più di 100 mila abitanti potranno dotare 2 poliziotti municipali di taser in via sperimentale per un periodo di sei mesi. Quest’ultimi, se addetti ai servizi di polizia stradale e in possesso della qualifica di agente di pubblica sicurezza, possono accedere al Centro elaborazione dati (Ced) delle forze di polizia.

Per di più vengono ampliate le zone dove può scattare il Daspo urbano, includendo quelle di particolare interesse turistico e le aree destinate allo svolgimento di fiere, mercati pubblici e spettacoli. Previsto anche il Daspo per coloro che sono indiziati per reati di terrorismo. Inoltre i blocchi stradali tornano ad essere sanzionati penalmente e non più in via amministrativa. E ancora, l’utilizzo del braccialetto elettronico sarà possibile anche nei confronti degli imputati dei reati di maltrattamento in famiglia e stalking. Infine il potenziamento dell’Agenzia per i beni confiscati, i quali saranno dati in affitto “sociale” alle famiglie in condizioni di disagio.

 

Santoro Mangeruca