UniMe: le novità dal 15 febbraio

L’Università degli Studi di Messina ha da poco reso note le nuove disposizioni che avranno valenza da Lunedì 15 febbraio 2021, in merito all’emergenza Covid-19.

Lezioni

  • A partire dal secondo semestre le attività formative e curriculari si svolgeranno in modalità blended.
  • Anche le attività didattiche presso le sedi decentrate si svolgeranno in modalità blended.
  • Lo studente potrà scegliere la modalità nella quale intende seguire le lezioni:
    1. modalità in presenza
    2. modalità telematica
  • In caso di modalità in presenza sarà necessario prenotare il proprio posto a lezione tramite applicazione.
  • Qualora il numero dei prenotati superasse il numero di posti disponibili, gli studenti non rientranti seguiranno le lezioni in teledidattica.
  • Per presenze inferiori o uguali a 10, il corso verrà erogato esclusivamente in modalità telematica. 

Ricevimento docenti-studenti

  • I ricevimenti avverranno in modalità blended, secondo le modalità indicate dal Docente.

Laboratori

  • Le attività relative si svolgeranno in presenza nel rispetto delle normative anti Covid-19.

Biblioteche

  • Le sedi bibliotecarie e le aule studio non saranno fruibili.
  • Il Servizio di prestito libri sarà su prenotazione dal lunedì al venerdì.

Esami

  • Gli esami di profitto si svolgeranno in modalità telematica tramite piattaforma Teams fino al mese di marzo.
  • A partire dal primo appello utile di maggio, gli esami si terranno in modalità blended.
  • Le prove scritte potranno svolgersi in presenza a partire da marzo.

Lauree

  • Le sedute di laurea, gli esami di diploma di specializzazione e gli esami di dottorato di ricerca si svolgeranno in modalità a distanza.

Tirocini

  • I tirocini curricolari ed extracurricolari potranno svolgersi in presenza nel rispetto delle normative anti-contagio e  delle regole e disponibilità della struttura ospitante.
  • I tirocini di area medica all’interno della struttura sanitaria si svolgeranno in presenza per gli studenti che hanno ricevuto le due dosi di vaccino anti Covid-19.
  • I tirocini di TFA sostegno e per i tirocini del corso di laurea di Scienze della Formazione Primaria si terranno secondo le modalità stabilite dai coordinatori.

Attività di ricerca

  • Le attività di ricerca di dottorandi, tesisti e specializzandi di area non medica potranno svolgersi in presenza.
  • Tutte le attività degli specializzandi di area medica continueranno a svolgersi in presenza.

Mobilità internazionale

  • Gli spostamenti relativi al programma Erasmus e a tutti i programmi di mobilità internazionale potranno riprendere previa sottoscrizione di apposita liberatoria per docenti, studenti e personale TA.
  • Gli uffici di Ateneo supporteranno ciascun vincitore di borsa.

Sedute e Convegni

  • Le riunioni degli organi collegiali di ogni ordine e grado si svolgeranno in modalità a distanza tramite piattaforma Teams.
  • Le attività convegnistiche e congressuali, i seminari e i workshop si svolgeranno esclusivamente in modalità telematica.

 

Claudia Di Mento

Vaccine day: da oggi si va verso la vittoria nella lotta contro il Covid-19. I numeri, i nomi e le proiezioni di questa giornata

Vaccine Day in tutta Europa, 27 dicembre 2020. Inizio vaccinazioni contro il Covid (fonte: ilfriuli.it)

E’ arrivato l’attesissimo “Vaccine Day” detto anche “V-Day” per tutta l’Europa e l’Italia. Un giorno di svolta, che segna l’inizio della rimonta contro la pandemia. Per inaugurare simbolicamente la distribuzione vera e propria che, in realtà, inizierà da domani, sono state destinate all’Italia 9.750 dosi del vaccino Pfizer-Biontech contro il Covid-19.

“Partiamo dagli operatori sanitari e dalle fasce più fragili per poi estendere a tutta la popolazione la possibilità di conseguire l’immunità e sconfiggere definitivamente questo virus.”. Così il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha scritto oggi su Twitter.

I primi tre italiani ad esser vaccinati

Vaccinazioni allo Spallanzani (fonte: Ministero della Salute)

La direttrice del laboratorio di virologia dell’Istituto nazionale malattie infettive (Inmi) Maria Rosaria Capobianchi, l’infermiera Claudia Alivernini e l’operatore sociosanitario Omar Altobelli dell’ospedale simbolo nella lotta al virus, lo Spallanzani di Roma, sono stati i primi in tutta Italia ad essere vaccinati, alle 7.20 di questa mattina. Poi altri due del personale dell’Inmi. Presenti il commissario Domenico Arcuri, il ministro della Salute, Roberto Speranza, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio d’Amato e il direttore sanitario dello Spallanzani, Francesco Vaia. Zingaretti ha commentato:

 “Oggi è una giornata di speranza, una giornata simbolica. Ma non dobbiamo abbassare la guardia, ci aspettano mesi di dura battaglia in una fase nuova”.

E’ arrivato attraverso la frontiera del Brennero, proveniente dal Belgio, il furgone con le 9.750 dosi per l’Italia, portate prima tutte allo Spallanzani. Da qui, l’esercito le ha poi prelevate per distribuirle in tutte le altre regioni del Paese.

 

Le successive dosi – come previsto dal “Piano Vaccini” – saranno consegnate direttamente dalla casa farmaceutica Pfizer ai 300 “siti di somministrazione”, individuati dalla Struttura commissariale in accordo con le stesse Regioni, che diventeranno 1.500 in primavera, quando le vaccinazioni dovranno essere di massa. A questi si aggiungeranno le unità mobili.

Infermiera Lucia Premoli riceve il vaccino nel V-Day (fonte: ansa.it)

Primi vaccini anche a Codogno, città del paziente 1

Giornata particolarmente sentita a Codogno, città colpita duramente all’inizio della pandemia, la prima zona rossa d’Italia. Lucia Premoli, infermiera della Rianimazione dell’ospedale della città, tra gli operatori che hanno assistito ilpaziente 1“, è la prima ad essere stata vaccinata nel presidio ospedaliero del Lodigiano simbolo della pandemia. Annalisa Malara, l’anestesista dello stesso ospedale che per prima scoprì la presenza del Covid in Italia che ha commentato gli avvenimenti di oggi dicendo che “con la giornata di oggi si chiude finalmente un cerchio”. La dottoressa non ha potuto vaccinarsi subito perché da poco sottopostasi al vaccino antinfluenzale, ma ha dichiarato di farlo appena possibile perché il vaccino “un’arma fondamentale”.

 

Il trasporto delle dosi per le regioni “più lontane”

Cinque aerei militari, dall’hub nazionale di Pratica di Mare, hanno trasportato le dosi nelle regioni più periferiche per permettere di far partire le vaccinazioni simultaneamente in tutta Italia, mentre per le altre è bastato il trasferimento via terra. Il primo aereo è atterrato in Sardegna pochi minuti prima delle 22 di ieri, 26 dicembre, poi gli altri a Bari e Palermo.

Qualche minuto prima delle 23.30 è atterrato nel capoluogo siciliano, il C27J dell’Aeronautica militare con a bordo le 685 dosi destinate alla Sicilia, delle quasi diecimila per tutto il Paese. Il carico è stato preso in consegna dal Reggimento logistico “Brigata Aosta” e, con due furgoni scortati dai carabinieri, trasferito alla Caserma “Scianna”. Poi la consegna all’ospedale Civico di Palermo. Alla prima somministrazione – effettuata alle 11.30 nel padiglione 24 presenti il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, e l’assessore alla Salute, Ruggero Razza. Vaccinati 9 rappresentanti dell’Ordine dei medici, uno per ogni provincia, cinque medici di medicina generale, 5 pediatri di libera scelta, 5 medici di continuità assistenziale e 10 operatori del 118, tra medici, infermieri e autisti soccorritori.

“Questo giorno lo dedico a tutte le famiglie e ai defunti che abbiamo avuto in questi mesi. Il pensiero in questo momento va a loro. Dopo quello che ho visto non si può pensare di non vaccinarsi.” ha detto Rosalba Setticasi, coordinatore infermieristico della Rianimazione Covid che ha vissuto in prima linea l’emergenza in Sicilia.

Dal 28 al il 30 dicembre delle delegazioni delle Aziende sanitarie delle altre province siciliane giungeranno nel capoluogo, per essere anch’esse vaccinate.

V-Day a Palermo (fonte: blogsicilia.it)

L’obiettivo per la Sicilia

La Sicilia è la seconda regione d’Italia, dopo la Toscana, ad avere attivato un form di registrazione per la “Fase 1” della vaccinazione, che avrà luogo dal 4 gennaio fino a marzo 2021, lanciata sul portale “siciliacoronavirus.it”.

L’assessore Razza ha illustrato in conferenza stampa alcuni dettagli, indicando come obiettivo il numero di 141.084 persone per questa fase secondo quanto stabilito nel Piano nazionale. Il target previsto è così suddiviso: 79.385 professionisti della sanità e personale che opera in ambito ospedaliero; 21.551 ospiti e 10.463 operatori delle 1.465 RSA censite sul territorio regionale; 8.600 operatori della sanità privata; 3.092 operatori del 118; 4.721 tra medici di base e pediatri; 1.455 collaboratori degli studi dei medici di base e dei pediatri; 2.956 operatori di Medicina emergenza territoriale; 4.527 unità di personale assunto per l’emergenza Covid; 800 studenti dei corsi di medicina generale e 3.534 specializzandi.

A Messina arrivate le prime dosi destinate alle strutture Bonino Pulejo e Papardo.

Anche se oggi è stata una giornata importante, tutte le autorità invitano a non abbassare la guardia, perché ancora ci vorranno mesi prima di poterci considerare fuori pericolo. Però, oggi per gli italiani è, comunque, un giorno in cui la speranza si è riaccesa dopo mesi di buio.

 

Rita Bonaccurso

Una nuova mutazione del coronavirus in Inghilterra. E’ molto più contagiosa: massima prudenza in Europa

Il Primo ministro Boris Johnson annuncia le nuove restrizioni (fonte: ilpost,it)

L’Europa si prepara a una nuova sfida contro il coronavirus. In Inghilterra è stata riscontrata, attraverso la sorveglianza genomica della Public Health England, una nuova mutazione del virus che preoccupa l’Oms.

L’allarme in Inghilterra

Nuove restrizioni e lockdown per Londra, il Sud-Est e l’Est dell’Inghilterra. L’allerta è stata innalzata al livello 4, il più severo mai adottato nel Paese. L’annuncio era stato dato già nel pomeriggio del 19 dicembre, dal primo ministro Boris Johnson, provocando un allarmante esodo di persone da Londra verso altre parti del Paese meno colpite da Covid. La speranza delle autorità è che questo non si traduca in più casi in quelle regioni.

(fonte: Financial Times)

Subito dopo, è stato comunicato il dispiegamento di poliziotti in tutto il Paese per un maggior controllo sugli spostamenti.

“Se siete in una zona livello quattro, la legge prescrive che rimaniate a casa e non potete trascorrere la notte fuori. – ha dichiarato Grant Shapps, sottosegretario responsabile per i viaggi – Per favore, seguite le indicazioni e non recatevi in una stazione a meno che non abbiate il permesso di viaggiare. Saranno dispiegati agenti aggiuntivi per garantire che solo chi deve fare viaggi essenziali possa viaggiare in sicurezza.”.

Il 60% delle nuove infezioni nella capitale inglese è stata causata proprio da questa variazione. Secondo alcuni studi preliminari, pare che questa stia velocemente rimpiazzando i vecchi ceppi, da tempo in circolazione.

Il parere degli esperti sui primi dati

Al momento, si sa veramente poco. Inizialmente, gli esperti britannici avevano rivelato che questa mutazione fosse stata già ritrovata anche in altri due Paesi, ma non rivelando di quali si trattasse. Poche ore dopo accertata la diffusione in Danimarca, Olanda e Australia.

Secondo diversi esperti, una variante scoperta in Sud Africa, mesi fa – causa di una seconda ondata esplosiva nell’emisfero meridionale e dell’80-90% delle nuove infezioni nel Paese – sia uguale alla mutazione rilevata in Inghilterra, essendo parte di un ceppo che continua ad essere distinto da quest’ultimo.

Il primo consulente del governo inglese, Patrick Vallance, ha ammesso sono state identificate 23 mutazioni nella variante che tanto preoccupa, un numero decisamente alto rispetto al solito. Alcune di queste riguardano la proteinaSpike”, tramite la quale il virus si attacca alle cellule dell’organismo ospite. Inoltre, quasi tutti i vaccini sviluppati finora sono stati ideati sfruttando questa proteina.

“Più che una variante, si tratta di una famiglia di varianti. Tutte le mutazioni riguardano la regione esposta della proteina Spike, cioè le parti riconosciute dagli anticorpi. Sono probabilmente tentativi riusciti del ceppo virale di scappare dagli anticorpi di chi ha sviluppato immunità e – spiega Giorgio Gilestro, neurobiologo e professore associato dell’Imperial College di Londra – sono immuni, ad esempio, alla terapia al plasma”.

La mutazione riscontrata non sembra pregiudicare l’efficacia del vaccino, neanche di quelli in sperimentazione, ma fermare la diffusione di questa, significa bloccare una serie di altre eventuali variazioni potenzialmente pericolose. Non ci sono neanche evidenze che suggeriscano un tasso di mortalità più alto, sebbene siano in atto ulteriori verifiche. Ora, l’importante continua ad essere cercare di ridurre la trasmissione del coronavirus, che con questa mutazione avviene più velocemente del 70%.

In ogni caso, non è la prima volta che il virus muta. Proprio nei giorni scorsi, uno studio pubblicato da un team internazionale di 28 scienziati guidato da Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Campus Biomedico di Roma, ha rivelato che in Italia sono stati rilevati, sin dall’inizio della pandemia, 13 ceppi diversi.

In Italia si sceglie la via della massima prudenza

Il ministro Speranza sceglie la via della precauzione e firma una nuova ordinanza (fonte: liberoquotidiano.it)

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha annunciato di aver firmato una nuova ordinanza sul blocco – dalle 16.54 di ieri – dei voli e sulle nuove misure per chi è transitato sul territorio inglese:

“Chiunque si trovi già in Italia, in provenienza da quel territorio, è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione. La variante del Covid, da poco scoperta a Londra, è preoccupante e dovrà essere approfondita dai nostri scienziati. Nel frattempo scegliamo la strada della massima prudenza.”.

In un primo momento, lo stop ai collegamenti – previsto, per ora, almeno fino alle 23.59 del 6 gennaio – si pensava sarebbe scattato alle ore 00.01 di lunedì 21 dicembre, ma, per l’articolo 2 dell’ordinanza, è entrato in vigore immediatamente. Molta confusione, dunque, si è generata ieri pomeriggio. Addirittura, il volo Alitalia AZ204 Roma Fiumicino-Londra Heathrow delle 14.25 è, poi, decollato alle 15.12 con 55 passeggeri a bordo, ma l’Airbus A320, di ritorno da oltremanica, invece di imbarcare i connazionali è ripartito vuoto perché era intanto scattato il blocco.

Il coronavirus è già mutato

Ieri, è stato trovato positivo alla suddetta mutazione un italiano. Lo ha annunciato tramite una nota, il Ministero della Salute: il Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare del Celio, che collabora con l’Istituto Superiore della Sanità, ha sequenziato il genoma del coronavirus contratto dal nostro connazionale. Quest’ultimo e il suo convivente, rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure.

Oltre l’Italia, anche altri Paesi europei hanno preso provvedimenti: Olanda, la prima a bloccare i voli per e dalla Gran Bretagna fino all’1 gennaio e il Belgio anche i treni in arrivo via Francia; Austria, Germania e anche Francia e Irlanda che hanno predisposto, al momento per 48 ore, il blocco di treni e aerei. La Spagna, invece, chiede che si formuli una linea di azione unica e coordinata a livello europeo.

 

Rita Bonaccurso

Diabete Mellito e Covid-19: l’incontro di due pandemie

Il diabete mellito di tipo 2 e l’obesità rappresentano due entità cliniche spesso correlate, oggi dilaganti fra la popolazione mondiale, tanto da costituire una vera e propria pandemia.

Nel 2019 nel mondo erano 463 milioni le persone con diabete mellito tipo 1 e 2, di cui 59 milioni in Europa. Si prevede che nel 2045 si arriverà a 700 milioni di soggetti affetti.

Si tratta di dati allarmanti e dalla crescita esponenziale. Nonostante ciò, il diabete continua ad essere descritto come una “pandemia silenziosa” poiché, alla stregua di molte altre patologie croniche, non suscita la stessa preoccupazione delle malattie infettive acute. Queste ultime, per la loro celere modalità di trasmissione, accompagnata da un rapido impennarsi di contagi, vedono maggiore impatto nella visione collettiva. Questo è uno fra i tanti effetti che stiamo sperimentando a nostre spese in questo delicato periodo, con il crescere del numero di soggetti positivi al Covid-19.

Da un lato abbiamo una pandemia silenziosa, che per le sue caratteristiche ha tutto il tempo necessario per evolversi e condurre verso quadri clinici severi, dall’altro quella da Coronavirus, che per le sue implicazioni cliniche e socioeconomiche è tutt’altro che silente.

Pur essendo delle entità diverse, le due pandemie celano aspetti che le vedono co-protagoniste, scontrandosi clinicamente su più fronti.

Il diabete rappresenta non solo una tra le più frequenti comorbilità segnalate nei pazienti con COVID-19, ma anche un fattore di rischio per gli esiti più severi che la contrazione dell’infezione può avere nei pazienti diabetici.

 

                                                   Dati: International Diabetes Federation, IDF DIABETES ATLAS IX Edizione 2019

Globesità

L’obesità ha un ruolo chiave nell’insorgenza del diabete mellito di tipo 2.

A livello mondiale, negli ultimi 40 anni, il numero di soggetti obesi è quasi triplicato. Anche l’obesità si accompagna più frequentemente a forme critiche di COVID-19.

Un importante studio denominato CORONADO ha valutato specificatamente la relazione esistente tra le classi di Body Mass Index (BMI) e la prognosi di COVID-19 nei pazienti diabetici.

Sono state analizzate le caratteristiche cliniche dei pazienti diabetici e i risultati correlati al COVID-19, in termini di maggiore ricorso a intubazione attraverso ventilazione meccanica invasiva e aumentata mortalità, in base al BMI individuale.

Come atteso, è emerso che l’obesità conclamata si associa a una prognosi infausta nei pazienti con diabete ricoverati per COVID-19.

Aspetti nutrizionali

L’eccessivo consumo di alimenti ricchi in grassi saturi, zuccheri e carboidrati raffinati contribuisce ad incrementare la prevalenza di tali condizioni morbose.

Questo tipo di alimentazione, ipercalorica e disregolata, costituisce uno tra i principali fattori responsabili della compromissione del nostro sistema immunitario, in grado di alterare i meccanismi di difesa dell’ospite contro i virus.

Pertanto, in questo periodo più che mai risulta necessario migliorare il proprio stile di vita, ricercando cibi sani, ai fini di ridurre la suscettibilità e le complicazioni a lungo termine da COVID-19.

Glucovigilanza

Oltre alle misure preventive generali, è necessario monitorare regolarmente la glicemia. Si tratta di un parametro costituente un importante punto di snodo per l’iter terapeutico di tutti i pazienti diabetici.

Nei pazienti affetti da Covid non è di infrequente riscontro anche uno scarso controllo glicemico.

D’altra parte questi pazienti, anche se non sono affetti da Covid-19, sono a rischio di inadeguato controllo glicemico.  Ciò è dovuto alle misure restrittive che hanno compromesso, soprattutto nei mesi scorsi, una assidua assistenza sanitaria.

La pandemia da COVID-19 ha influenzato la gestione dei pazienti diabetici in modi senza precedenti, rendendola più difficoltosa di quanto non fosse già. Tuttavia, con il subentrare della nuova era digitale anche in campo medico, gli sviluppi della telemedicina offrono innovative possibilità nel monitoraggio dei pazienti.

Gli inibitori di DPP-4 come innovativa strategia terapeutica del Covid-19

Fonte: V. Stalin Raj et al Nature, “Il Recettore DPP4 essenziale per la replicazione dei Coronavirus Umani”

Tra le via d’ingresso del Coronavirus a livello cellulare, una tra le più peculiari è rappresentata da quella che sfrutta il recettore Dpp-4. Esso, presente su tutte le cellule dell’individuo ospite, costituisce una “serratura molecolare” che il virus usa per invaderle.

Si tratta della stessa via  su cui agiscono mirabilmente molti farmaci anti-diabete, noti come Inibitori di DPP-4. Ciò indica che gli stessi farmaci potrebbero essere usati contro il Covid-19, almeno nei casi più lievi.

L’osservazione ha aperto il campo a nuove strategie e ipotesi per il futuro, ma al momento si attendono ulteriori studi, affinchè si possa avvalorare il ruolo protettivo di tale possibilità terapeutica.

Prospettive future

Un messaggio positivo è quello emerso da uno studio condotto dai ricercatori dell’Ospedale San Raffaele. Alla luce dei risultati ottenuti, i pazienti diabetici sono in grado di produrre anticorpi con la stessa efficacia della popolazione sana.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Diabetologia, lascia uno spiraglio di fiducia: quando sarà disponibile un vaccino per il nuovo coronavirus, tra quelli attualmente in corso di sperimentazione, è plausibile che anche i pazienti diabetici potranno beneficiarne.

Pertanto, se da un lato i soggetti con DM2 hanno rappresentato e continuano a rappresentare una fascia di popolazione tra le più colpite da severe complicanze da Covid-19, dall’altro lasciano intendere possibilità terapeutiche che danno speranza.

                                                                                                                                                                                                                              Federica Tinè

 

Bibliografia:

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32345579/

“Clinical characteristics and outcomes of patients with severe covid-19 with diabetes”

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32369736/

“Association of Blood Glucose Control and Outcomes in Patients with COVID-19 and Pre-existing Type 2 Diabetes”

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33062712/

Clinical Features of COVID-19 Patients with Diabetes and Secondary Hyperglycemia”

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32413342/

COVID-19 in diabetic patients: Related risks and specifics of management”

  • https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33051976/

“Relationship between obesity and severe COVID-19 outcomes in patients with type 2 diabetes: results from the CORONADO study”

 

 

 

 

«Sei guarito dal Covid? Ci serve il tuo plasma!». L’appello dell’ospedale Papardo

(fonte: blogsicilia.it)

Si cercano, sempre di più, ex positivi al Covid per le donazioni di plasma iperimmune utile a guarire nuovi contagiati. Di questo tipo di trametto e dei pareri contrastanti al riguardo ne abbiamo già parlato qui. In ogni caso, tra gli otto centri di raccolta del plasma già attivi in Sicilia, vi è l’ospedale Papardo, dal quale, negli scorsi giorni, è stato lanciato un nuovo appello. Si cercano persone guarite del coronavirus, ma da almeno 14 giorni, poiché maggiore è la probabilità che questi soggetti possiedano l’ “iperimmunità” necessaria alla cura di altri positivi. La procedura – detta plasmafaresi – richiede circa 50 minuti ed è aperta a tutti coloro che rientrano nella fascia di età compresa tra i 18 e i 65 anni. La cura attraverso le trasfusioni di plasma iperimmune sta dando comunque risultati non trascurabili nella lotta al coronavirus, soprattutto in assenza del vaccino. Perciò sia il presidente della regione, Nello Musumeci, che il sindaco Cateno De Luca si sono esposti per esortare i guariti a donare. Il primo cittadino di Messina ha pubblicato tramite la propria pagina Facebook un video che riprende le parole della prima donatrice di plasma al Papardo guarita al Covid-19.

Ospedale Papardo
Fonte: L’eco del Sud

La censura di Facebook

L’iniziativa è parte del progettoTsunami“, attivato su indicazione del Ministero della Salute, e promosso dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’AIFA (Agenzia Italiana del farmaco) su tutto il territorio nazionale. Nonostante il contributo fondamentale fino ad ora raggiunto, i risultati del trattamento con il plasma sui pazienti Covid sembrano ancora essere lontani dall’essere riconosciuti come validi. A tal proposito Facebook, pochi giorni fa, ha censurato il post dell’appello sulla pagina dell’ospedale messinese. La notizia, pubblicata in data 12 novembre, è stata bollata come fake news dall’algoritmo del popolare social che, tuttavia, ha riabilitato a qualche giorno di distanza, la sua linea. Il fatto non è di certo passato inosservato e il primo a rispondere, non senza provocazione, è stato il capogruppo dell’Ars per la Lega Antonio Catalfamo:

“Facebook oscurando il post dell’Ospedale Papardo ha infatti mostrato di essere di parte, garantendo gli interessi poco chiari dei poteri forti. Chi guadagna dalla censura anti plasma? Il governo? Le case farmaceutiche? Non si capisce perché nascondere una informazione che di per sé non avrebbe arrecato danno a nessuno poiché la cura del plasma è cosa ben diversa dal vaccino. Non serve essere medici per capire che il vaccino infatti interviene prima, la cura del plasma dopo e durante. Una cura che tra l’altro ha costi irrisori e disponibilità maggiore data la percentuale di guariti. La Regione Siciliana si è attivata tra le prime per la raccolta del plasma iperimmune. Lo scorso aprile avevo anche presentato un ddl sul tema Banca del Plasma. Un metodo che non sostituisce il vaccino ma rafforza il nostro sistema sanitario in questa guerra contro il virus. Non sarà che qualcuno vuole far cassa col vaccino a discapito del plasma iperimmune?”

Contribuire alla donazione

Al di là delle polemiche, è indubbio che aiutare la ricerca sia di fondamentale importanza. Infatti, con una sacca di plasma di circa 600 ml è possibile salvare almeno tre pazienti. Per questo, i contatti utili forniti dal Centro Trasfusionale A.O. Papardo di Messina sono per i numeri fissi: 090 3993507 oppure 090 3993803. Su Whatsapp al numero 3341061707. L’indirizzo email è, invece, donatorisanguepapardo@aopapardo.it

Processi di plasmaferesi
Il processo di plasmaferesi ha la durata di circa 50 minuti e il plasma si rigenera solitamente in tempi estremamente brevi. (Fonte: Fondazione Umberto Veronesi)

 

Alessia Vaccarella

 

MTV EMA 2020: dai BTS a Diodato, ecco i vincitori

Ieri sera si è tenuta la 27esima edizione degli MTV European Music Award. Come è facile immaginare, la premiazione è stata perlopiù virtuale e a distanza, con le performance pre-registrate in diverse location, tra cui California e Londra,  a causa della pandemia mondiale.

Budapest, capitale ungherese, che avrebbe dovuto essere la location di questa edizione, lo sarà il prossimo anno. Anche il red carpet è stato insolito: un ridotto numero di star, infatti, ha sfilato virtualmente. Niente giornalisti e nemmeno il pubblico ha potuto sostenere fisicamente i suoi beniamini preferiti.

Jade Thirlwaal, Leigh-Anne Pinnock e Perrie Edwards del girl group britannico Little Mix hanno presentato l’evento, facendo a meno del loro quarto membro Jesy Nelson, assente per un non bene specificato problema di salute.

Le Little Mix, le presentatrici di quest’anno. Fonte: News MTV Italia

Le esibizioni

Nonostante il Covid-19, lo show non ha subito danni e molte star si sono potute esibire come Zara Larsson, Karol G, YUNGBLUD, Alicia Keys, Jack Harlow, Tate McRae e Sam Smith. Vediamone alcune nel dettaglio.

Doja Cat si è esibita in una versione metal/rock del suo singolo più famoso, “Say So“. La vediamo uscire da uno schermo, con i capelli scuri davanti il volto e un lungo e strappato vestito bianco – che abbia provato ad imitare Samara Morgan del famossisimo film horror “The Ring“?

DaBaby invece ha messo insieme in un medley le canzoni “Practice“, “Blind” e “Rockstar” e non si è limitato solo all’esibizione. Ha voluto dare uno scopo ben preciso alla sua performance, denunciando la brutalità della polizia americana nei confronti della comunità nera. Ogni canzone corrisponde ad una determinata fase di un arresto e l’azione si sposta da un’auto della polizia ad un tribunale.

Maluma ha preferito un tema più semplice e per nulla impegantivo: quello del lockdown. Si è esibito infatti direttamente dal suo letto con “Djadja” e “Hawài” con la comparsa poi di ballerine munite di mascherina.

Anche le presentatrici, le Little Mix, si sono esibite nel corso della serata. Hanno ballato sulle note di “Sweet Melody“, terzo singolo ufficiale estratto dal loro ultimo album “Confetti“. Nel loro corpo di ballo, inoltre, era presente un ballerino italiano, Giuseppe Giofrè, vincitore della categoria danza dell’11esima edizione di Amici di Maria De Filippi.

I vincitori

I BTS, boy group sud-coreano, hanno portato a casa quattro dei cinque premi delle categorie in cui erano nominati. Hanno vinto i premi più prestigiosi della serata, ovvero “Best song“, “Best group“, “Best virtual Live” con il loro Map of the Soul Concert Live Stream e, infine, il “Biggest fans” grazie ai loro Army.

Fonte: News MTV Italia.

Lady Gaga è stata l’artista con più nomination della serata (ben sette) ed ha vinto nelle categorie “Best artist” e  “Best US Act“.

Doja Cat ottiene il “Best new“, ovvero il premio come “miglior artista rivelazione”.

Le Little Mix ottengono i premi “Best pop” e “Best UK & Ireland Act” – si vede proprio che le ragazze hanno cambiato casa discografica. Finalmente infatti possono esprimersi liberamente ed esplorare altre realtà come l’essere presentatrici. Simon Cowell, il vecchio manager, non può più ostacolarle.

YUNGBLUD vince il premio “Best push“, cioè il premio per il migliore artista scelto da MTV.

Le vittorie non finiscono qui: DJ Khaled, Karol G, Coldplay, Cardi B, H.E.R., Hayley Williams e David Guetta vincono nelle restanti categorie.

“Best Italian Act”

Nella categoria italiana si sono sfidati Elettra Lamborghini, Random, Levante, Diodato e Irama. Loro hanno rappresentato l’Italia nella competizione europea e a spuntarla è stato il cantautore Diodato, vincitore di Sanremo 2020. L’artista ha poi ringraziato in inglese i fan con un video:

Grazie infinite per aver scelto me come miglior artista italiano. Sono molto grato di aver vinto questo premio, non lo avrei vinto se non fosse stato per voi. Quindi grazie, grazie tante, grazie davvero. Spero che supereremo questo difficile periodo e che torneremo alla normalità, alla vita reale, con tanti concerti e abbracci sia sul palco che fuori da esso. Ciao!

“Generation Change Award”

Un premio tutto nuovo quest’anno, il “Generation Change Award”. Si tratta del primo premio creato da MTV per omaggiare coloro che si impegnano per far rispettare i diritti umani ed è un premio tutto al femminile. Le prime vincitrici di questo premio sono cinque donne impegnate nella lotta al razzismo:

  • la giornalista e attivista brasiliana Luiza Brasil, creatrice della piattaforma Mequetrefismos il cui scopo è far conoscere e diffondere l’arte delle persone nere;
Fonte: Twitter. @mequetrefismos
  • la giornalista e regista nigeriana Kiki Mordi, attivista contro la polizia nigeriana e conosciuta per “Sex For Grades“, un documentario della BBC che spiega l’importanza dei diritti delle donne e dei bambini;
Fonte: Indipendent Newspaper Nigeria
  • la fotografa e femminista malesiana Catherhea Potjanaporn, famosa per i suoi scatti riguardo la body positivity;
Fonte: Instagram. @catherhea
  • l’inglese Temi Mwale, fondatrice di 4Front Project, un’associazione che si occupa di vittime di violenze, razzismo e disuguaglianza sociale;
Fonte: Twitter. @TemiMwale
  • la statunitense Raquel Willis, fondatrice di Black Trans Circles, un’associazione che sostiene le donne nere transgender.
Fonte: Twitter. @RaquelWillis_

MTV non si è limitata a scegliere queste donne e a dare loro un premio: insieme a ViacomCBS si impegna a dare sostegno economico alle vincitrici e a finanziare i loro progetti.

Sarah Tandurella

UniMe tra gli sviluppatori di PACE, tool software per la lotta alla Covid-19

PACE: è questo il nome del tool software sviluppato dalle Università di Messina e Catania in sinergia con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia per contrastare l’epidemia da Covid-19.

PACE è stato pensato per essere uno strumento di supporto ai radiologi nella lotta al COVID-19.

Per l’Università di Messina hanno preso parte alla ricerca il prof. Giovanni Finocchio del Dipartimento di Scienze Matematiche e Informatiche, Scienze Fisiche e della Terra (MIFT), il prof. Michele Gaeta e il dr. Giuseppe Cicero del Dipartimento di Scienze biomediche, odontoiatriche e delle immagini morfologiche e funzionali.

Per l’Università di Catania il lavoro di ricerca è stato svolto dal prof. Aurelio La Corte del Dipartimento di Ingegneria Elettrica Elettronica e Informatica e l‘ing. Giulio Siracusano, assegnista di ricerca presso lo stesso Dipartimento.

In pazienti Covid-19, la valutazione radiologica di lesioni polmonari è necessaria per il monitoraggio dell’evoluzione della malattia e fornisce risposte per specifiche terapie.

  • Il software aiuta a rendere meno complicata la valutazione radiologica in pazienti che, nella fase acuta della malattia, sono non collaborativi e\o in terapia intensiva.
  • La capacità di PACE di supportare il monitoraggio dell’immagine dello stato di salute dei pazienti COVID-19 è stata testata in 79 pazienti.
  • Da un punto di vista clinico, il miglioramento dell’immagine indotto dal metodo implementato in questo lavoro ha dato origine ha una più rapida rilevazione delle lesioni polmonari.

PACE ottimizza il contrasto delle immagini radiografiche del torace.

Attualmente, è stato applicato a immagini di pazienti Covid-19 del Policlinico Universitario “G. Martino”, mostrando la capacità di migliorare significativamente la lettura del radiogramma da parte del radiologo.

AOU “G. Martino” – Fonte: unime.it

Il prof. Giovanni Finocchio, dal punto di vista tecnico, ha spiegato come una delle difficoltà maggiori nello sviluppo del tool software sia stata la riduzione dei tempi di calcolo. La prima versione impiegava 30-40 minuti di tempo per l’elaborazione delle immagini, attualmente, il software fornisce la risposta in circa 3-4 minuti.

L’algoritmo combina lo stato dell’arte di tool numerici di elaborazione delle immagini, quali la decomposizione empirica bi-dimensionale, il filtro omomorfico e l’equalizzazione adattiva dell’istogramma in modo opportuno.

Dal punto di vista clinico, è stato importante trovare un modo per verificare che le informazioni aggiuntive osservate nelle immagini post-processate fossero reali. A tal proposito, ha sottolineato il prof. Michele Gaeta, l’elaborazione delle immagini sono state effettuate di pari passo alle radiografie del torace ed alle TAC, metodiche ampiamente in uso.

La mia sorpresa principale è stata quella di vedere come le lesioni aggiuntive osservate nelle immagini elaborate con PACE fossero confermate dalle TAC.

I risultati della ricerca sono a disposizione liberamente della comunità medica e non, liberamente, sulla rivista scientifica Sustainability 2020, 12(20), 8573.

PACE ha un impatto significativo sulle applicazioni mediche e, poiché la qualità dell’assistenza sanitaria incide direttamente sulla qualità della vita di un paziente, l’utilizzo dell’imaging per migliorare le prestazioni degli specialisti medici è una questione prioritaria.

Maria Cotugno

 

 

Cos’è il tasso di positività e perché ci aiuta meglio a capire l’andamento dell’epidemia

L’obiettivo di tutti gli stati nel mondo è quello di limitare e controllare il virus. Da un lato il tasso di positività diventa un indicatore sempre più accreditato per studiare l’andamento della pandemia, dall’altro in paesi come la Francia ci si sta chiedendo se le limitazioni sulla circolazione possano garantire un rallentamento della diffusione dell’epidemia.

Tasso di positività dei tamponi in Europa – Fonte:corriere.it

Nelle ultime settimane il tasso di positività dei tamponi permette ai ricercatori di avere un quadro più chiaro sui singoli dati del contagio da coronavirus che, se contestualizzati e analizzati correttamente, mostrano l’estensione della diffusione del virus in un’area ben definita come una regione o uno stato.

Cos’è il tasso di positività

È un valore utile, ai fini di un’analisi effettuata su un’ampia fetta di una popolazione, appartenente a un dato territorio, che ne valuta e stabilisce il livello di incidenza. Tale risultato viene evidenziato attraverso una percentuale alta o bassa, calcolata per mezzo di una proporzione tra i tamponi positivi e il totale di quelli effettuati.  Si rileva perciò che una maggiore estensione del tasso di positività fornirà dati più realistici sugli effetti dell’epidemia sulla popolazione.

Esiste una soglia allarmante?

Secondo Pezzotti:

“ un tasso di positività tra il 5% e il 10% vuol dire che non riusciamo più a tracciare molto bene e ci  concentriamo su chi ha sintomi, senza raggiungere le persone asintomatiche, che poi sono quelle che vanno più spesso in giro”

Risulta chiaro che non esistono indicatori che presi singolarmente possono illustrare esattamente ciò che sta succedendo, ma allo stesso modo non bisogna dare troppo peso alla percentuali di tamponi positivi risultati in un determinato territorio in un solo giorno. È importate valutare il modo in cui un’autorità sanitaria ha effettuato i controlli; infatti se da un lato alcune regioni, molto attente e scrupolose, potrebbero applicare il contact tracing, un metodo particolarmente preciso per l’individuazione di persone da sottoporre al tampone; altre invece indurrebbero all’esame soggetti che non hanno motivo di essere controllati escludendone altri dentro cui il contagio potrebbe essere più diffuso.

Una bussola nel mare dei dati Covid: il tasso di positività – Fonte:ilbolive.unipd.it

Ecco perché risulta essenziale valutare un quadro più ampio che abbraccia un periodo più esteso e permette di avere dei valori medi sull’andamento epidemiologico.  Si arriva perciò a capire come un’epidemia sia un fenomeno molto complesso e articolato da poter controllare e conseguenzialmente il suo monitoraggio deve essere vasto, fitto e capillare per poter riscontrare il tasso di positività a livello internazionale.

Cosa stanno facendo gli stati per contenere il contagio?

Il presidente francese Emmanuel Macron, ha disposto il coprifuoco a Parigi e in altre otto grandi città metropolitane, con l’obiettivo di diminuire la diffusione dell’epidemia da coronavirus, che entrerà in vigore da sabato 17 ottobre, ma molti dubitano sulla sua utilità.

Macron annuncia il coprifuoco – Fonte:policymakermag.it

Perché si vuole ricorrere al coprifuoco

Sebbene la parola coprifuoco riporti alla memoria scenari di guerra che sembrano distanti dai nostri tempi, possiamo attribuirle anche un significato più imparziale, come divieto di uscire durante le ore serali, per motivi di ordine pubblico o in situazioni di particolare stato di emergenza.

Francia, 12mila agenti per il coprifuoco – Fonte:agenpress.it

La corsa al coprifuoco, come quello francese, mette in guardia la popolazione sulla situazione ancora in fase acuta dell’epidemia, della diffusione in corso del contagio e della necessità di non esporsi a rischi, rispettando tutte le prevenzioni necessarie per ridurre al minimo i contagi. Alcuni esperti pensano che queste restrizioni possano responsabilizzare la popolazione, mostrando rettitudine anche in orari esterni al coprifuoco, altri invece ritengono che questo possa limitare non solo le interazioni sociali informali ma anche a contenere il consumo di alcol che tende a ridurre le inibizioni e può fare assumere atteggiamenti più imprudenti.

Esistono prove scientifiche che ne testimoniano l’efficacia?

Le autorità sanitarie e gli epidemiologi, stanno aspettando dati concreti su cui poter fare maggiori valutazioni, ma fino ad ora tutto quello che è stato fatto si basa esclusivamente su ciò che è possibile prevedere, dal momento in cui milioni di persone sono obbligate a rimanere a casa al di fuori dell’orario lavorativo.

Quali paesi si stanno mobilitando verso restrizioni più rigide?

In Australia, la città di Melbourne è stata sottoposta ad un coprifuoco drastico per un mese, in cui i controlli effettuati dalle forze dell’ordine hanno incentivato il rispetto delle regole imposte e le misure che sono state adottate avevano le sembianze di un vero lockdown.

Australia impone nuove restrizioni nello Stato di Victoria – Fonte:asknews.it

Il Regno Unito invece ha sperimentato nelle ultime settimane un coprifuoco flessibile, che si adatta alle aree geografiche e all’incidenza dell’epidemia. Come per la Francia, anche per la nazione inglese bisognerà aspettare del tempo per verificare i vantaggi prodotti dalle limitazioni messo in atto da ancora pochi giorni.

Perplessità sulle misure attuate

Sono parecchie le voci discordanti sull’adeguatezza delle restrizioni imposte. Il limite prescritto dall’orario di rientro a casa potrebbe solo anticipare di qualche ora tutte le attività sociali informali, che causerebbero ugualmente assembramenti e la concentrazione delle persone in luoghi al chiuso. Molti obiettano che il coprifuoco influendo solo nelle ore serali, non abbia alcun nessun effetto sul resto della giornata in cui è inevitabile esporsi al riesco di contagio.  I responsabili delle istituzioni sanitarie si mostrano positivi, poiché ritengono che qualsiasi misura di intervento può far nascere un beneficio che moltiplicato per milioni di persone potrebbe portare al rallentamento di diffusione del coronavirus.

Giovanna Sgarlata

Sospensione attività didattiche al Policlinico

È appena stata resa nota, con relativo comunicato stampa, la sospensione delle attività didattiche in presenza, comprese le esercitazioni, laboratori e tirocini, programmate nelle aule ubicate presso l’A.O.U. Policlinico “G. Martino”.

La decisione nasce a seguito delle mutevoli condizioni epidemiologiche in atto a livello nazionale e locale e in virtù del fatto che la maggior parte delle attività didattiche dei corsi di studio triennali, magistrali e a ciclo unico di area medica si svolgono all’interno del nosocomio “G. Martino”, individuata dalla Regione Siciliana quale Azienda di riferimento per i malati Covid-19 della provincia di Messina.

La sospensione è limitata al primo semestre 2020/2021.

Lezioni

  • A decorrere dal 16 ottobre 2020, tutte le lezioni programmate nelle aule all’interno dell’A.O.U. Policlinico “G. Martino” dovranno essere erogate esclusivamente in modalità telematica.
  • Le lezioni relative ai corsi di studio di area medica programmate presso i locali del Dipartimento di Ingegneria continueranno a svolgersi in modalità blended.

Esami

Gli esami di profitto relativi ai corsi di studio di area medica continueranno a svolgersi in modalità blended e dovranno tenersi presso altre strutture didattiche dell’Ateneo, ubicate all’esterno dell’A.O.U. Policlinico “G. Martino”.

Lauree

Gli esami di laurea relativi ai corsi di studio di area medica dovranno svolgersi presso altre strutture didattiche dell’Ateneo, ubicate all’esterno dell’A.O.U. Policlinico “G. Martino”.

Tirocini

  • I tirocini e le esercitazioni previsti in tutti i corsi di studio di area medica dovranno svolgersi in modalità telematica.
  • I tirocini e le esercitazioni del corso di laurea triennale in Scienze Motorie, sport e salute (L-22) e del corso di laurea magistrale in Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate (LM-67) dovranno svolgersi in modalità telematica.
L’accesso alle strutture dell’Ateneo sarà consentito esclusivamente al personale docente, al personale tecnico-amministrativo e agli studenti. I soggetti diversi da quelli indicati potranno accedere previa autorizzazione dei responsabili apicali e/o loro delegati delle singole strutture.

Claudia Di Mento

Nuova ordinanza di Musumeci sul Covid-19: ecco cosa prevede

La situazione in Sicilia oggi

La Sicilia si trova al momento in una fase critica, ovvero in una situazione che può rimanere stabile oppure peggiorare nel giro di pochissimo tempo. Con quasi 100 nuovi contagiati al giorno e circa 2.600 positivi, si trova infatti a rivivere dinamiche simili a quelle di qualche mese fa. A Palermo e Catania, ad esempio, i reparti ospedalieri adibiti alla cura del virus sono pieni. Gli esperti, inoltre, prevedono un peggioramento della situazione non solo con l’inizio della stagione influenzale, ma anche con la riapertura delle scuole non ancora operative.

L’ospedale Civico di Palermo visto da fuori. Fonte: Sanità in Sicilia

L’ordinanza di Musumeci

Il Governatore della Regione Sicilia, Nello Musumeci, ha predisposto una nuova ordinanza per combattere l’emergenza Covid-19. L’ordinanza entrerà in vigore già da domani 30 settembre e durerà fino al 30 ottobre. Essa prevede il ritorno dell’obbligo della mascherina nei luoghi chiusi ma non solo, anche controlli periodici e divieti di assembramento. Nessun lockdown in vista ma occorre rispettare le norme comportamentali se vogliamo veramente evitarlo:

Abbiamo appreso che la chiave più importante per affrontare questa emergenza è  rappresentata dalla tempestività delle decisioni e della previsione degli eventi futuri. La Sicilia non vuole un nuovo lockdown, ma per impedirlo dobbiamo impegnarci tutti, soprattutto i più giovani” ha dichiarato il presidente Nello Musumeci a proposito dell’ordinanza.

Il Governatore della Regione Sicilia Nello Musumeci. Fonte: il Corriere

 

La mascherina chirurgica

Secondo l’ordinanza, la mascherina chirurgica torna ad essere obbligatoria su chiunque abbia più di 6 anni e su chiunque si trovi al di fuori del proprio domicilio, quindi anche all’aperto. Si è esonerati solo se le distanze lo permettono e se ci si trova in compagnia di congiunti o conviventi. L’unica eccezione è se si sta facendo attività intensa e, anche qui, solo se le distanze lo permettono. Torna anche il divieto di assembramento: non si può stazionare per tanto tempo in luoghi pubblici o aperti al pubblico a meno che non siano previste iniziative pubbliche. In questi casi, il responsabile che deve vigilare sul comportamento dei partecipanti e che deve evitare ulteriori contagi è l’organizzatore dell’evento.

Come indossare correttamente la mascherina. Fonte: Corriere della Sera
Come indossare correttamente la mascherina. Fonte: Corriere della Sera

Il nuovo sito per tracciare i viaggiatori

Novità introdotta dall’ordinanza è la creazione del sito www.siciliacoronavirus.it per coloro che entrano nell’Isola. Non importa se il viaggio è di piacere o di lavoro: chiunque abbia soggiornato all’estero, sia in paesi che fanno parte dell’Unione Europea sia in quelli che non ne fanno parte, dovrà registrarsi al sito in modo da comunicare il proprio stato al servizio sanitario della regione. Ciò non esclude la figura del medico di famiglia: egli infatti dovrà sempre essere aggiornato sulle condizioni di coloro che rientrano dall’estero nonostante la registrazione al sito. A questo proposito, le Aziende sanitarie provinciali sottoscriveranno un Protocollo con le Società di gestione dei mezzi di trasporto per sottoporre al test del tampone i turisti.

Screen del sito siciliacoronavirus.it . Fonte: BlogSicilia

Maggiori controlli per il servizio sanitario e non solo

L’ultimo accorgimento dell’ordinanza riguarda i controlli periodici svolti dalle Aziende del sistema sanitario della Regione Sicilia. Questi controlli riguarderanno tutto il personale sanitario e i soggetti cosiddetti fragili (quindi coloro che hanno una patologia pregressa) tramite il test del tampone rapido, ovvero quel tipo di test che si effettua prelevando il liquido presente sulle mucose delle fosse nasali e nella parte superiore della gola.

Esempio di tampone rapido. Fonte: Bergamonews

Come superare la situazione

“Gli appelli alla cautela e alla prudenza che abbiamo lanciato negli ultimi mesi non hanno sordido particolare effetto e, tuttavia, si tratta di misure che servono a chiamare al senso di responsabilità la comunità siciliana, non misure che possano penalizzare le attività economiche” ha dichiarato il Governatore in un’intervista.

Possiamo dire che la nuova ordinanza non stravolge le nostre ritrovate abitudini quotidiane e non intacca nemmeno le attività commerciali. Tuttavia, il rispetto delle norme comportamentali è fondamentale se non vogliamo che la situazione non precipiti.  Le direttive generali rimangono invariate: mascherina protettiva sul viso e sul naso, disinfettante per le mani e isolamento se si iniziano a manifestare i primi sintomi.

 

Sarah Tandurella