Disney in odore di licenziamenti: l’impatto della crisi del 2022

Proseguono i numerosi licenziamenti: dopo Amazon, Meta, Twitter e Microsoft, anche la piattaforma Disney+ annuncia grossi interventi.

Le cause

Negli ultimi tre mesi del 2022, la piattaforma sembra aver perso 2,4 milioni di abbonati, motivo per cui si prospetta un taglio di circa 7mila posti di lavoro, pari a circa il 3,6% della forza lavoro globale.

Questa drastica decisione, genererà circa 5,5 miliardi di dollari di risparmi sui costi per la piattaforma. 

Crediamo che il lavoro che stiamo facendo per trasformare il nostro business intorno alla creatività, riducendo al contempo le spese, porterà a una crescita sostenibile e alla redditività della nostra attività di streaming.

Ha dichiarato Bob Iger, l’amministratore delegato.

È la prima volta dal 2019 che il servizio registra una perdita di abbonati di queste dimensioni, la piattaforma al momento sembrerebbe avere 161,8 milioni contro i 164,2 milioni del trimestre precedente.

Il motivo sarebbe riconducibile anche agli ultimi aumenti dei prezzi della piattaforma.

Cosa c’è dietro tutto questo 

Il team Disney conta circa 190mila dipendenti in tutto il mondo. Gestire questo elevato numero ha un costo piuttosto consistente, costo che la multinazionale non può più gestire. Così afferma il CEO di Disney:

Dopo un solido primo trimestre, ci stiamo imbarcando in una trasformazione significativa, che massimizzerà il potenziale dei nostri team creativi di livello mondiale e dei nostri marchi e franchising senza precedenti. Crediamo che il lavoro che stiamo facendo per rimodellare la nostra azienda attorno alla creatività, riducendo al contempo le spese, porterà a una crescita sostenuta e alla redditività per la nostra attività di streaming, posizionandoci meglio per affrontare le interruzioni future e le sfide economiche globali e fornire valore per i nostri azionisti.

Quanti saranno i licenziamenti nel 2023

Risulta che il 50% dei 2,5 miliardi di dollari di spese non relative ai contenuti deriverà dalle spese di marketing, il 30% dal costo del lavoro e il 20% dalla tecnologia e da altre spese aggiuntive.

Il servizio Disney prevede quindi che i risparmi sui costi verranno effettuati entro la fine del 2024.

Cosa succederà dopo il taglio dei posti di lavoro

L’amministratore delegato ha dichiarato di voler mettere in atto una nuova modalità operativa, che avrà inizio dopo i licenziamenti nel 2023, organizzando nello specifico tre segmenti di attività: Disney Entertainment (film, televisione e streaming), ESPN (focalizzata sullo sport) e Disney Parks, Experiences and Products (relativa ai parchi divertimenti).

I prossimi passi della Disney

Il CEO intende compiere vari passi per risolvere la situazione. Al momento, l’intenzione è quella di “ristrutturare” l’azienda, diminuendo i costi e migliorando la redditività. Tutto ciò risulterà possibile solo attraverso due azioni: limitando il personale e tagliando la produzioni dei programmi.

Iger ha, inoltre, precisato nelle ultime ore: «Ho un enorme rispetto e apprezzamento per il talento e la dedizione dei nostri dipendenti in tutto il mondo e sono consapevole dell’impatto personale di questi cambiamenti».

Perché il numero dei licenziamenti sta diventando sempre più elevato

La scelta di eliminare drasticamente il numero dei posti di lavoro è una conseguenza di una serie di fattori che negli ultimi anni ha influenzato la società in cui viviamo.  

Uno dei fattori chiave è stata la pandemia di COVID-19 che ha avuto un impatto decisivo sull’economia mondiale, provocando molteplici difficoltà nel settore economico. Anche la piattaforma Disney+ è rimasta vittima di questo cambiamento, e ha tentato di risolvere il problema riducendo le spese e semplificando le operazioni.

Il dubbio degli spettatori è anche quello dell’impatto che questa situazione alquanto complessa avrà sulla programmazione e sui contenuti: 

Per quanto riguarda i contenuti Disney ci saranno delle riduzioni di circa 3 miliardi di dollari:

Esamineremo realmente con attenzione tutto quello che realizziamo nel settore dell’intrattenimento perché le cose sono semplicemente diventate più costose in un mondo più competitivo.

Logo di Disney+. Fonte: AGI
Logo di Disney+. Fonte: AGI

Federica Lizzio

Maturità 2022: il ritorno alla normalità dell’Esame di Stato. Dal ritorno delle tracce alle novità ministeriali

Dopo due anni di pandemia tornano gli scritti all’esame di Stato. La Maturità 2022 si sta vivendo tra mascherine, distanziamento e toto tracce.

Maturità 2022, previsti gli scritti di italiano e di un’altra materia -Fonte:ladige.it

Il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, insieme ad un’ampia cerchia di professori ed intellettuali, ha dato il via libera allo svolgimento dell’esame di Maturità uguale ai tempi pre-Covid. Riprendono da quest’anno le due prove scritte e l’orale, affinché gli appelli nei mesi scorsi sul ritorno delle famose tracce tornasse in “voga”. Tantissime le incertezze dei maturandi sui possibili argomenti scelti per la prima prova, nonché l’attesa per le disposizioni sanitarie più consuete allo svolgimento, in sicurezza, dell’Esame di Stato.

La nuova guida alla Prova scritta di Italiano

Dopo settimane di tensioni, ieri si è conclusa la prova di italiano. Il primo scritto si è articolato in sette tracce proposte dal Ministero, per un peso massimo di 15 punti sul voto finale. Queste suddivise in:

  • Tipologia A: analisi e interpretazione di un testo letterario;
  • Tipologia B: analisi e produzione di un testo argomentativo;
  • Tipologia C: riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità.
Maturità 2022 -Fonte:ilsussidiario.net

Per ognuna sono state proposte:

  • Tracce guidate: che conducono lo studente alla comprensione e analisi del testo presentato e alla produzione autonoma e critica di un proprio elaborato;
  • Tracce non guidate: concepite in conformità con le più recenti indicazioni ministeriali, usate per le esercitazioni in classe o a casa;
  • Tracce svolte: che fungono da modello per la composizione di un testo coerente, coeso e argomentato.
  • Un’ampia e articolata sezione dedicata in particolare all’argomentazione: cioè alla vera novità dell’Esame di Stato, e alle sue tecniche, illustrate attraverso numerosi esempi e puntuali esercizi.

Per la tipologia A, l’autore estratto per l’analisi della poesia è Giovanni Pascoli e la lirica scelta è “La Via Ferrata”, tratta dalla raccolta Myricae, in cui il poeta contrappone gli scenari bucolici della campagna alla modernità che avanza.

Segue l’analisi del testo di un brano di Giovanni Verga, tratto dalla novella “Nedda”. La protagonista, una contadina, deve affrontare la perdita del suo amato, del quale aspetta una bambina. Nel testo ci si sofferma su un’interpretazione della vita di stampo sofocleo che caratterizzerà la produzione successiva dell’autore.

Passando alla tipologia B, la traccia storico-politica parte da un brano di “La sola colpa di essere nati”, libro di Liliana Segre scritto con Gherardo Colombo. La Segre ricorda le leggi razziali e quello che lei, la sua famiglia e i suoi coetanei subirono durante la dittatura fascista. La richiesta verte sulla produzione di una riflessione su quel periodo, mettendolo in parallelo con le discriminazioni della nostra contemporaneità.

Per la traccia artistico-letteraria la scelta è ricaduta su “Musicofilia”, un libro di Oliver Sacks del quale è stato sottoposto un brano. Gli studenti dovevano cimentarsi con la comprensione del testo, e successivamente produrre un elaborato che riflettesse il valore della musica per l’individuo e la società.

L’ultima traccia proposta per la tipologia B, di natura tecnico-scientifica, è quella sul cambiamento climatico. Ai maturandi è stato sottoposto uno stralcio del discorso che Giorgio Parisi, premio Nobel per la Fisica nel 2021, ha tenuto alla Camera dei Deputati prima della Conferenza sul clima di Glasgow. A partire da questo brano, è stato richiesto di analizzare il tema del cambiamento climatico e l’impatto che esso ha avuto e ha sulle loro vite.

La prima traccia della tipologia C riguarda gli effetti della pandemia di Covid sull’economia, sulla società e in generale sulla civiltà occidentale, chiamata a nuove sfide non solo sanitarie, ma anche e soprattutto sociali. Partendo da un brano di Bruno Ferrajoli, si è chiesto agli studenti di esporre le loro riflessioni sul tema.

La seconda invece è incentrata sull’iperconnessione, partendo da un brano tratto dal libro “Tienilo acceso” di Vera Gheno e Bruno Mastroianni.

Il podio delle tracce

La maggior parte degli studenti ha prediletto il tema relativo al mondo del digitale, tra rischi e pericoli collegati all’iperconnessione. Secondo quanto ricavato da un’indagine a campione effettuata dal Ministero dell’Istruzione, questa è stata svolta dal 21,2% dei maturandi.

Medaglia di argento, con il 18%, per la tipologia B che partiva da un estratto del libro “La sola colpa di essere nati” di Gherardo Colombo e di Liliana Segre.

Con il 16,5% delle preferenze, i candidati hanno optato per l’analisi del testo dell’estratto di “Nedda”, bozzetto siciliano di Giovanni Verga.

Seguono poi il tema, sulla musica (15,8%); sugli effetti della pandemia da Covid (14%); sul cambiamento climatico (11,6%); mentre il solo 2,9% degli studenti ha scelto l’analisi della poesia “La Via ferrata” di Giovanni Pascoli.

Le misure di sicurezza

Dopo settimane di discussione politica i ministri della Salute, Roberto Speranza, e dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, hanno deciso che durante il corso degli Esami di Stato, del primo e del secondo ciclo, non sarà necessario l’ausilio di dispositivi di protezione delle vie respiratorie. Sebbene cada l’obbligo della mascherina, questa rimane fortemente raccomandata nel caso in cui vi sia, ad esempio, l’impossibilità di garantire il distanziamento interpersonale di almeno un metro.

Maturità 2022, mascherine solo raccomandate -Fonte:adnkronos.com

Maturità 2019 vs Maturità 2022: differenze rispetto al passato?

Le differenze rispetto al passato, secondo quanto spiegato dall’ispettrice dal ministero dell’Istruzione Flaminia Giorda, sono poche. Si ripetono per la prima prova le stesse tipologie di tracce del 2019, che avrà un peso di 15 punti.

Maturità 2022, colloquio orale -Fonte:ilcapoluogo.it

Rispetto all’esame pre pandemia, alla seconda prova saranno destinati solo 10 punti, che verterà sulla disciplina di indirizzo individuata dal Ministero dell’Istruzione. Questa, però, a differenza degli anni pregressi, non sarà su scala nazionale, bensì predisposta dai singoli istituti, al fine di consentire una maggiore aderenza a quanto effettivamente è stato svolto dagli studenti in questi anni ostici.

Seguirà come di consueto il colloquio orale, che con il peso di ben 25 punti si articolerà con l’analisi di un materiale scelto dalla commissione (un testo, un documento, un problema, un progetto), riprendendo per vaste venute la Maturità 2019, del cosiddetto “sistema delle tre buste”, dalle quali i candidati dovevano pescare lo spunto iniziale del loro colloquio. Si terminerà con l’argomentazione di Educazione Civica e del PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento).

La commissione sarà composta da sei commissari interni e solo il Presidente sarà esterno, discostandosi dall’ex composizione del 2019, che vedeva commissari interni ed esterni formulare domande su “Cittadinanza e Costituzione”.

Si raggiungerà quest’anno il voto massimo di 100/100, con i crediti scolastici accumulati alla fine del triennio, per un massimo di 50 punti. Verrà attribuita la lode solo con la deliberazione unanime della Commissione.

Giovanna Sgarlata

Da domani, 1 maggio, diremo addio alla mascherina. O quasi.

Ci siamo. Da domani, 1 maggio, avrà inizio una fase che tutti noi attendavamo sin dal marzo 2020, ma che nessuno sapeva quando sarebbe realmente arrivata: fra circa 24 ore, diremo addio all’obbligo di mascherina, non dappertutto, ma in molti contesti.

A sancire il cambiamento delle regole finora attive, è l’ultimo decreto Covid del 24 marzo. Quest’ultimo avrebbe abolito totalmente l’uso – fatta eccezione per ospedali e Rsadelle mascherine, da domani, 1° maggio, ma il ministro della Salute, Roberto Speranza, il 28 aprile scorso, ha firmato un’ordinanza, con la quale si è stabilita la proroga dell’uso dei dispositivi di protezione in alcuni luoghi al chiuso, fino al 15 giugno.

Addio all’obbligo della mascherina in alcuni luoghi al chiuso (fonte: open.online)

Quando e dove continuare a usare la mascherina

Resterà in vigore l’obbligo di indossare le mascherine, fino al 15 giugno, solo per:

  • aerei, treni, navi, tram, metropolitane e autobus, dunque, su tutti i mezzi di trasporto locale e a lunga percorrenza;
  • sale teatrali e da concerto, cinema, teatri;
  • eventi e competizioni sportive al chiuso, come, ad esempio, quelle che si svolgano in palazzetti;
  • locali di intrattenimento e musica dal vivo e altri locali assimilati;
  • per lavoratori, utenti e visitatori di strutture sanitarie ed Rsa.

Per gli altri luoghi al chiuso, quali negozi, palestre e discoteche decadrà l’obbligo. Ciò varrà anche per i posti di lavoro, senza distinzione tra pubblico e privato. Per il privato, resterà possibile, per i singoli datori di lavoro, poter scegliere se, invece, continuare a mantenere la regola.

A scuola, invece, i dispositivi di sicurezza dovranno esser mantenuti fino alla fine dell’anno scolastico, previsto per l’8 giugno, ma anche durante gli esami di terza media e di maturità, dunque fino all’inizio di luglio, da tutti coloro che saranno coinvolti: studenti, ma anche docenti, personale Ata e altre persone che entreranno negli ambienti scolastici in quei giorni.

Per i luoghi religiosi, nonostante verrà meno anche in questi casi l’obbligo, la Conferenza Episcopale Italiana (Cei) ha raccomandato l’uso della mascherina in chiesa e per lo svolgimento di tutte le attività che prevedono la partecipazione dei fedeli in spazi al chiuso, come per le catechesi.

Uso Ffp2: dove rimane attivo il divieto della mascherina di tipo chirurgico

Negli ultimi mesi, era stato introdotto l’obbligo specifico di indossare la mascherina di tipo Ffp2, con il conseguente divieto di usare quella chirurgica, in diversi contesti. Tale disposizione rimarrà attiva, fino al 15 giugno, per tutti i mezzi di trasporto, locali e non, sale teatrali e da concerto, teatri, cinema, eventi e competizioni sportive al chiuso, locali di intrattenimento e musica dal vivo.

Inoltre, dal Ministero della salute è contemporaneamente giunta la raccomandazione di valutare di indossare i dispositivi, preferendo quelli di tipo Ffp2, in situazioni di rischio assembramento in luoghi dove l’obbligo non sarà più attivo.

 

Green pass, obbligo vaccinale e le regole per i viaggi

Le novità riguardano anche il Green pass e l’obbligo vaccinale. Sarà quasi la fine per la certificazione verde, la quale non dovrà essere più esibita per poter accedere a tutti i luoghi al chiuso dove finora l’accesso era regolato proprio dalla stessa. Di seguito ricordiamo quali, nello specifico:

  • bar;
  • ristoranti;
  • feste;
  • ricevimenti;
  • discoteche;
  • trasporto pubblico locale;
  • trasporto a lunga percorrenza;
  • palestre;
  • stadi;
  • concorsi pubblici;
  • sale gioco;
  • centri benessere;
  • centri universitari;
  • mense;
  • palazzetti dello sport;
  • tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati.

Sottolineiamo che la decadenza dell’obbligo nei suddetti casi riguarda sia il Green pass (3-4 dosi) “rafforzato” che quello “base” (due vaccinazioni, guarigione o tampone negativo), mentre l’obbligo rimane per accedere a ospedali e Rsa. La certificazione necessariamente richiesta sarà quella che attesti un ciclo vaccinale completo, di tre dosi di vaccino anti-Covid, quindi il Super Green pass. L’obbligo è stato esteso fino al prossimo 31 dicembre.

In caso di viaggi a lunga percorrenza, potrebbe essere necessario essere in possesso della certificazione, ma basterà quella base. Le regole variano a seconda dei Paesi di destinazione, ma per l’ingresso nei Paesi Ue rimane, a livello generale, obbligatorio esibire la certificazione verde all’arrivo.

 

L’attenuazione delle limitazioni in nome della fiducia ai cittadini

Il ministro Speranza (fonte: tpi.it)

Lungo e pieno di confronti all’interno dell’esecutivo è stato il percorso fino alla firma da parte del ministro Speranza, il 28 aprile. Quest’ultimo puntava a mantenere lo stesso livello di prudenza per le prossime settimane, così consigliato anche dal suo consulente, il dottor e docente di Igiene Pubblica all’Università Cattolica, Walter Ricciardi , che aveva messo un freno all’ipotesi di liberarsi in modo definitivo di uno dei principali strumenti per la protezione dal covid.

ma altri, tra i quali lo stesso sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, spingevano per una linea di maggior libertà:

«L’inizio di questa fase nuova – ha commentato Costa- è coerente con la responsabilità dimostrata dagli italiani che hanno imparato a convivere con il virus con grande consapevolezza. Si tratta di un atteso messaggio di fiducia per tutti.».

Alla fine, dunque, il compromesso è stato trovato tra le due posizioni, in nome di quella fiducia nel buon senso dei cittadini italiani, i quali sembra abbiano dimostrato prudenza, la stessa che non si deve abbandonare proprio ora, nel primo vero passo verso il ritorno a una vita senza limitazioni.

 

Rita Bonaccurso

 

Robot in corsia: come la tecnologia aiuta la medicina

La medicina si avvicina sempre di più al suo obiettivo principale: comprendere ‘’la macchina’’ quasi perfetta qual è il corpο umano e scoprire nuovi modi per poterla riparare. Nel ventunesimo secolo, i robot aiutano medici e chirurghi a compiere tale passo. Messina è l’esempio di come si possa effettivamente arrivare dove l’uomo non può.

  1. La macchina intelligente
  2. Dove si trova?
  3. Come funziona?
  4. Dove possiamo utilizzarlo?
  5. Benefici per i pazienti
  6. Vantaggi per medici e ospedale
  7. Le parole speranzose del DG Mario Paino
  8. Tecnologia Medica
  9. Conclusioni

La macchina intelligente

L’ingegneria medica caratterizza questo campo già dalla seconda metà del ventesimo secolo, rivelando quanto fondamentale sia la sua impronta. Lo dimostra un braccio robotico, presente anche nella nostra città, il quale guida la mano del chirurgo permettendo una precisione del 98,9% negli interventi più delicati, tra cui quelli alla colonna vertebrale.  

Dove si trova?

Questo braccio robotico si trova solo in 4 città in Italia, di cui 3 al Nord Italia: Bologna, Venezia e Torino. Anche l’Azienda Ospedaliera Papardo gode di questa brillante opera ingegneristica. Messina è l’unica città a poter usufruire di questa tecnologia, la quale rende il Papardo un Centro sanitario di eccellenza del Centro-Sud Italia.

infobreast.it

Come funziona?

Il braccio robotico è una delle invenzioni tecnologiche in campo medico più fruttuosa e intelligente mai realizzato. Inoltre, semplifica enormemente interventi che per le capacità e conoscenze limitate del chirurgo sono molto complesse. Il medico segue alcuni step prima di eseguire l’intervento, tra cui l’analisi delle immagini tridimensionali ottenute dalla TAC e l’utilizzo del Gps. La macchina robotica, grazie alle immagini ottenute e alla localizzazione data dal Gps, sa con precisione millimetrica dove operare e posizionare le viti.

Dove possiamo utilizzarlo?

La patologia traumatica, così come quelle neoplastiche vengono interessate dal suo utilizzo. Queste ultime sono trattate, in particolar modo, a livello del sacro e dell’anello pelvico. Il braccio permette di trattare sfaldature dell’osso causate da traumi di una certa intensità e tumori particolarmente aggressivi. Infine, può essere d’aiuto anche nelle malattie degenerative della colonna vertebrale.

Benefici per i pazienti

Questa innovazione rende meno invasivo l’intervento. Il medico spesso deve ricorrere a tagli lunghi e cicatrici che rovinano in alcuni casi l’aspetto estetico del paziente, prolungando notevolmente l’ospedalizzazione. Il robot esegue dei tagli di qualche centimetro, senza sfigurare la pelle e permettendo un recupero veloce. Infatti, può essere dimesso entro 72h dall’intervento.

Vantaggi per medici e ospedale

Il robot costituisce lo strumento ideale per permettere ai giovani medici, soprattutto specializzandi, a familiarizzare con la chirurgia spinale. È possibile ottenere le immagini in 3D da una TAC intraoperatoria molto particolare, un’altra invenzione tecnologica di cui dispone lo stesso Papardo: O-Arm. La macchina ha delle funzioni molto simili a quelle di una TAC, ma emana minori radiazioni, evitando di sottoporre alle stesse gli operatori sanitari. Anche l’ospedale trova numerosi vantaggi, tra cui i costi ridotti. Qualora l’intervento umano non dovesse andare bene, l’ospedale viene sottoposto ad un lungo e tortuoso processo legale. Con il braccio robotico si hanno meno errori e quindi la percentuale di costi riparativi viene diminuita sensibilmente.

Le parole speranzose del DG Mario Paino

Il Direttore Sanitario dell’Azienza Ospedaliera Papardo, Mario Paino, commenta questa innovazione tecnologica:

Gli investimenti in tecnologie come queste, rappresentano l’argine migliore contro la migrazione sanitaria. Ancora troppe persone del Centro-Sud Italia, ogni giorno, salgono su treni ed aerei diretti al Nord per andare a curarsi. Noi invece, pensiamo che trattamenti sicuri e di qualità siano un diritto per tutti e in tutto il Paese. Il Papardo rafforza la propria vocazione all’eccellenza. Personale medico-sanitario altamente formato assieme alle tecnologie mondiali più innovative sono la formula per garantire le cure migliori ai pazienti”.

Tecnologia Medica

Le innovazioni tecnologiche non interessano il solo campo chirurgico. Anche durante la pandemia da COVID-19, i supporti robotici sono stati fondamentali per fornire assistenza a medici e pazienti. Ad esempio, i robot hanno aiutato a pulire e mantenere sterili le stanze, riducendo così la possibilità di entrare a contatto con agenti patogeni. I robot possono aiutare anche nello spostamento di letti, diminuendo notevolmente gli sforzi richiesti dal personale sanitario. Esistono, inoltre, tecnologie disposte di una particolare telecamera: il medico la sfrutta per poter vedere all’interno del corpo del paziente. I macchinari robotici possono anche sostituire parti del corpo.

smartworld.it

Conclusioni

I riscontri positivi vengono confermati anche dai trenta mila interventi eseguiti fino ad ora su scala mondiale, i quali risultati sottolineano l’importanza degli avanzamenti tecnologici in campo medico. L’avvento della Tecnologia e delle Biotecnologie, ci ha consentito di rivoluzionare il mondo medico, permettendo di staccarci dalla medicina classica così come noi la conosciamo.

Con la tecnica gli uomini possono ottenere da sè quello che un tempo chiedevano agli dei. Umberto Galimberti

 Dario Gallo

Per approfondire:

Robotica nel settore sanitario: il futuro dell’assistenza medica –… (intel.it)

Chirurgia vertebrale, al Papardo un sistema robotico rivoluzionario (insanitas.it)

Il braccio robotico del DARPA controllato con il pensiero (video) | SmartWorld

Paralizzati: tornano a camminare grazie ad elettrodi nel midollo spinale

Shanghai, 25 milioni di persone tornano in lockdown. Il malcontento degli abitanti

Dopo due anni di pandemia e l’arrivo dei primi, seppur flebili, bagliori di speranza sull’essere prossimi al lasciarsi alle spalle uno dei più tristi e scombussolanti capitoli della storia moderna, tornare a parlare di lockdown è difficile. A fine marzo, il governo di Pechino ha reputato necessario tornare ad attuare tale misura nella città di Shanghai, in seguito a un esponenziale aumento dei contagi dalla variante Omicron.

25 milioni di persone in lockdown (fonte: ilmattino.it)

 

Il lockdown è entrato in vigore il 28 marzo. Era stato pensato per essere articolato in due diverse fasi: dal 28 marzo all’1 aprile per i distretti ad est del fiume che attraversa la città (il fiume Huangpu); dall’1 al 5 aprile per i distretti ad ovest. Tale predisposizione, secondo la previsione iniziale, avrebbe dovuto permettere di tenere sotto controllo la nuova ondata di contagi, evitando la totale paralisi della città.

Invece, oggi, in quello che è uno dei più importanti hub commerciali e finanziari della Cina si sta attuando, di fatto, la più grande chiusura dai tempi di Wuhan.

 

Record di contagi

Negli scorsi giorni il governo ha deciso di estendere le restrizioni all’intera città. Una misura drastica, ma necessaria per far fronte al picco di contagi registratosi lunedì 4 aprile, quando sugli account ufficiali della città erano stati segnalati 13.146 asintomatici e 268 nuovi positivi sintomatici.

Tamponi a tappetto in tutta la città (fonte: ilmessaggero.it)

Numeri in realtà in linea con altre esperienze nel panorama internazionale, ma che sono stati ritenuti sufficienti per far scattare l’allarme da Pechino.

«Attualmente, i nuovi casi locali di Covid confermati e le persone infette che sono asintomatiche stanno crescendo rapidamente e la trasmissione comunitaria in alcune aree non è ancora arginata – ha detto Mi Feng, portavoce della Commissione Nazionale della Sanità – il numero di infezioni rimane a un livello elevato e la situazione di prevenzione e controllo è seria e complessa.».

Nelle ultime 24 ore, la Cina ha annunciato un record di 20.472 infezioni, anche se 19.089 sono asintomatici, la maggior parte delle quali, l’80%, proprio a Shanghai, la città più grande del Paese e centro finanziario. Ora, ci si sta preparando per aprire un gigantesco ospedale da campo da 40mila posti. Fonti da Pechino, inoltre, riferiscono che altre città sono state mobilitate per accogliere fino a 60 mila pazienti evacuati da Shanghai.

 

Le proteste degli abitanti per le nuove misure di contenimento

Dopo le chiusure selettive, il passaggio al lockdown totale e l’inasprimento delle misure anti-contagio, stanno facendo montare la rabbia dei cittadini. Molte le problematiche nei centri per quarantena, affollati e con problemi di igiene, oltre alle difficoltà a reperire cibo o medicinali per tutti i cittadini.

Le lamentele si sono acuite per la decisione di separare i bambini positivi dalle proprie famiglie. Sono scoppiate delle proteste, finché, alla fine, è stata modificata la disposizione e ora ai genitori è permesso stare insieme ai propri piccoli in isolamento, previa firma di un documento in cui ci si assumono i rischi e ci si impegna a seguire le regole rigide delle strutture.

Però, il malcontento generale non si placa. La gestione nella megalopoli di oltre 25 milioni di abitanti si è dimostrata più complessa del previsto per le autorità locali. Una dirigente del Centro di prevenzione del distretto di Pudong ha detto: «la gestione politica del coronavirus ci sta facendo impazzire».

Nella città, le strutture per l’isolamento non bastano più. Per questo motivo si stanno intraprendendo i lavori per convertire il grande dormitorio Covid National Exhibition and Convention Center in un ospedale da campo da 40mila posti letto.

Foto di una tenda presso un posto di lavoro (fonte: informazione.it)

Molte persone sono costrette a trascorrere la quarantena presso la propria attività lavorativa, dormendo in sacchi a pelo e tende da campeggio, come testimoniano le foto che compaiono sui social network.

 

Le possibili ripercussioni sulla leadership di Xi Jinping

Il ritorno alla normalità per la megalopoli era stato previsto per l’inizio di aprile, ma la situazione ha spinto le autorità a riaffermare il regime restrittivo. Si avvicina il Congresso nazionale del Partito comunista cinese (Pcc), evento politico che determinerà la nuova leadership politica per il Paese.

Le conseguenze dell’inasprimento dell’epidemia potrebbero essere usate dai rivali del presidente Xi Jinping per contrastare la sua carica.  Il lockdown totale di Shanghai conferma che il governo cinese non ha portato il Paese veramente oltre l’emergenza della pandemia, nonostante le rigide misure di prevenzione e controllo attuate dal 2019 a oggi.

Shanghai non è l’unico grande focolaio attualmente presente in Cina: ci sono altri casi problematici, tra cui quello della provincia di Jilin, ma sicuramente è il più importante sul piano geopolitico. Shangai, che come enuncia il suo stesso nome, città “sul mare”, si trova in prossimità del delta del fiume Yangtze, terzo corso d’acqua più lungo al mondo e arteria idrica più importante della Cina, e intorno al suo delta si concentra oltre il 20% del Pil nazionale cinese.

Inoltre, la città rappresenta un teatro fondamentale per le lotte di potere intestine al Paese. Il suo porto è il più grande del mondo per flusso di merci ed è luogo di riferimento della cerchia politica intorno all’ex presidente cinese, Jiang Zemin, detta “gang di Shanghai” e rivale di quella dello Zhejiang, guidata da Xi.

A partire dal 2013, l’attuale presidente ha primeggiato all’interno del Pcc e delle Forze armate; ha posizionato i suoi fedelissimi nei centri nevralgici del Paese, anche a Shanghai, dove il capo di partito è Li Qiang.

Ad oggi, Pechino ha tolto il posto ad alcuni funzionari locali per non aver contenuto correttamente l’epidemia, ma l’incarico di Li non è stato ancora messo in discussione, ma non è escluso che, l’aggravarsi della situazione e le conseguenti difficoltà economiche possano ripercuotersi irrimediabilmente.

 

Rita Bonaccurso

 

 

“Decreto Riaperture”: abbandono progressivo di mascherine e Green Pass. Tutte le novità dall’1 aprile

Il 17 marzo il Consiglio dei ministri ha approvato all’unanimità il nuovo decreto avente ad oggetto le misure di contrasto alla pandemia da Covid-19. A differenza dei decreti emanati nel corso degli ultimi due anni sulla stessa materia stavolta la sensazione è quella di essere veramente arrivati alla fine di un percorso. Il Governo ha infatti delineato una “road map” che accompagnerà l’Italia attraverso la fase finale della pandemia, predisponendo un progressivo allentamento delle misure attualmente in vigore.

Il premier Mario Draghi e il ministro della salute Roberto Speranza, fonte: purelyfact.com

“Con il Consiglio dei ministri di oggi facciamo passi fondamentali verso la riapertura. Osserviamo con grande attenzione l’andamento della curva epidemica e siamo pronti ad adattare il nostro apparato alla sua evoluzione, anche in senso più espansivo, se è il caso. Ma attualmente abbiamo preso questi provvedimenti”.

Dal 1 aprile: green pass, uffici pubblici e scuola

Con la fine dello stato di emergenza Covid il Comitato tecnico scientifico (Cts) e la struttura del Commissario straordinario per l’emergenza, carica attualmente ricoperta dal generale Figliuolo e precedentemente da Domenico Arcuri, verranno definitivamente soppressi. Al loro posto, per la gestione delle rimanenti misure della campagna vaccinale e fino alla definitiva cessazione della pandemia, verrà costituita un’unità operativa ad hoc posta dapprima sotto la gestione del ministero della Difesa (fino al 31 dicembre) e successivamente a quello della Salute (dall’1 gennaio 2023). Terminerà anche il sistema dei colori delle regioni. Non sarà più necessario il possesso del Green Pass per entrare in uffici pubblici, negozi, banche, poste, tabacchini e (solo per gli stranieri) nei ristoranti. Permarrà l’obbligo del certificato base per i luoghi pubblici ad alta probabilità di assembramento, ad esempio gli stadi, che però non saranno più sottoposti a limiti di capienza. Sui mezzi di trasporto pubblici rimane l’obbligo di mascherina (almeno fino al 30 aprile) ma non sarà più necessario il possesso del certificato verde di base. Terminerà anche l’obbligo del Green Pass rafforzato sul luogo di lavoro per gli over50: chi ne sarà sprovvisto verrà multato ma non più sospeso dallo svolgimento della normale attività lavorativa. Infine stop alle quarantene da contatto positivo poiché, indipendentemente se si è vaccinati o meno, basterà il regime di autosorveglianza ed indossare una FFP2.

(fonte: ideawebtv.it)

Con particolare focus sulla scuola, dal primo aprile non sarà più obbligatorio indossare la mascherina in classe e in caso di positività rimarrà a casa, in didattica a distanza, solo il contagiato. In più, riparte la possibilità di svolgere attività sportive e gite scolastiche.

Tutte le altre date della road map, dagli obblighi vaccinali alle mascherine

La certificazione verde rafforzata continuerà ad essere richiesta fino al 30 aprile per le sole attività di ristorazione, centri benessere, sale gioco, discoteche, congressi ed eventi sportivi al chiuso. Mentre per alcune attività come mense, concorsi pubblici e colloqui in carcere, oltre ai trasporti a lunga percorrenza, sarà ancora obbligatorio in versione base. Dal 1 maggio terminerà l’obbligo di mascherina al chiuso nonché di Green Pass quasi ovunque. Un mese e mezzo dopo, dal 15 giugno, cesserà l’obbligo vaccinale per il personale scolastico e, in generale, per tutte le figure professionali per cui precedentemente era stato previsto (militari, agenti di polizia, soccorso pubblico, polizia locale etc…). Oltre questa data le uniche figure per cui continuerà a rimanere obbligatoria la vaccinazione sono il personale sanitario e gli impiegati delle Rsa. Per questi la situazione rimarrà invariata sicuramente sino a fine anno. Analogamente, e per intuibili necessità di tutela dei soggetti più fragili, le visite da parte di familiari e visitatori alle persone ricoverate all’interno di ospedali e Rsa saranno consentite solo con il Super Green Pass (sempre sino a fine anno).

(fonte: blitz quotidiano)

I ringraziamenti di Mario Draghi

Il premier Mario Draghi e il ministro della salute Roberto Speranza, nel corso della conferenza stampa successiva all’approvazione del decreto, hanno parlato di una nuova fase pensata e incentrata principalmente su due obiettivi: la definitiva ripresa dell’economia nazionale e la limitazione dell’esperienza della didattica a distanza al minor uso possibile. Il premier si è voluto dunque soffermare sul merito da attribuire ai cittadini italiani.

“Voglio ringraziare anche tutti gli italiani per l’altruismo e la pazienza dimostrata in questi anni: noi siamo spesso percepiti con scarso senso civico e invece siamo stati bravissimi in questa pandemia, occorre andare fieri”.

Un ringraziamento, a margine, anche ai membri del Cts: “se uno esamina la situazione di questi anni il Cts ha dato un supporto straordinario a decisioni difficilissime prese da questo e dal precedente governo. Ha dato il supporto psicologico per dire che le decisioni erano prese con il supporto della scienza, non sulla base di sensazioni. Questo per chi prende decisioni è essenziale”.

Filippo Giletto

NextGenerationMe: Patrizia Ajello, la cantautrice “imperfetta”

Torna la rubrica #NextGeneretionMe con un’intervista a Patrizia Ajello, giovane cantautrice messinese emergente, con all’attivo due album -“Imperfetta” e “Favole senza olio di palma“-  e diversi singoli.

Copertina dell’album “Imperfetta” di Patrizia Ajello – Foto: Valentina Amato, 2020

Quando e come è iniziata la tua passione per la musica?

La mia passione per la musica è nata sin da piccola: mi hanno iscritta a cinque anni a scuola di musica dove ho fatto prima propedeutica musicale, poi musica di insieme e poi pianoforte. Con l’adolescenza mi sono un po’ allontanata dal pianoforte e mi sono avvicinata alla chitarra da autodidatta, cominciando anche a scrivere racconti e poesie: mi è venuto poi naturale iniziare a scrivere canzoni, mettendo in musica le poesie che scrivevo. Per me è nata come una necessità di esprimere delle emozioni, delle sensazioni, e il modo che mi veniva più congeniale per farlo erano le canzoni. Da lì ho fatto anche un’esperienza all’interno del coro della mia scuola e dai miei 18 anni ho partecipato a concorsi canori nazionali, ottenendo ottimi risultati con i miei brani, in particolare il terzo posto al “Premio Mia Martini” nel 2010, che è stato il più importante.

A che genere musicale ti senti di appartenere?

Ho sempre un po’ di difficoltà a rispondere perché non amo moltissimo le etichette; penso che la musica sia bella tutta, e che inevitabilmente i generi si mescolino. Quindi se proprio dobbiamo andare a semplificare, parlerei di un misto tra pop e cantautorato, quindi “Pop cantautorale”, ovviamente indipendente perché mi sono sempre autoprodotta.

Dall’album “Imperfetta” – Foto: Valentina Amato, 2020

Che esperienza hai con i video su YouTube? Vuoi raccontarci qualche retroscena inedito?

Diciamo che mi è sempre piaciuto organizzare la regia, la ripresa e il montaggio di tutti i miei video musicali, perché questa è stata da sempre un’altra mia grande passione. Quindi, quando ho iniziato a pubblicare i miei primi brani ho anche organizzato la realizzazione dei video, e mi sono molto divertita nel farlo; spesso ho avuto anche degli amici accanto, che mi hanno comunque aiutato in maniera molto spontanea ed entusiasta.

Com’è vivere la tua carriera anche sui social? Che rapporto hai con i tuoi follower?

Beh, allora, i social secondo me sono un mondo che dà tante opportunità, ma che a volte può essere anche una trappola. Io infatti ogni tanto prendo le distanze dei social, per non farmi troppo travolgere; c’è anche una mia canzone che parla di questo, che è proprio “Canzone senza olio di palma“, una provocazione su come noi oggi viviamo i social, e soprattutto i rapporti, anche sentimentali, che si sono un po’ distorti. Quindi vado sempre alla ricerca dell’autenticità delle cose, anche nel rapporto con i fan, che preferisco magari incontrare di persona: sicuramente loro mi seguono molto sui social e mi manifestano grande affetto,  però poi la cosa più bella è quando ci sono occasioni di incontro.

Dallo spettacolo “Favole senza olio di palma” – Teatro dei 3 Mestieri di Messina – Foto: Guido Munafò, 2019

Ti sei esibita dal vivo, vorresti raccontarci qualcosa in merito?

In quest’ultimo periodo ovviamente è stato complicato, però prima della pandemia ho avuto un bell’anno: nel 2019 ho portato live in diversi locali “Favole senza olio di palma”. Ho fatto una cosa un po’ insolita: in genere si pubblica il disco e poi si fanno i live, io invece ho fatto il contrario. L’album è poi diventato uno spettacolo di “teatro-canzone” che ho portato in scena al Teatro dei 3 Mestieri di Messina; un’esperienza magnifica! La produzione di “Imperfetta”, purtroppo, è capitata in mezzo alla pandemia e quindi non è stato possibile fare parallelamente una promozione in live del disco; quindi, a tutti gli effetti, c’è stato un unico live, l’estate scorsa, in cui ho presentato le nuove canzoni. Poi mi sono fermata per un po’, perché sentivo l’esigenza di riprendere la mia vocazione primaria, cioè quella della scrittura, e prendermi del tempo per creare.

Sei stata ospitata diverse volte in radio e televisione, ci parli di queste esperienze?

Sì, sono state sicuramente delle bellissime esperienze. Devo dire che sono stata sempre accolta con grande affetto da diverse radio di Messina e non solo; questo è stato importantissimo nel periodo del Covid, perché non potendo portare live “Imperfetta” se non altro ho avuto l’occasione di cantare le canzoni in radio.

Dallo spettacolo “Com’è alto il sole” – Sala Laudamo di Messina – Foto: Salvatore Morabito, 2016

Cosa rappresenta Messina per te? E’ stata fonte di ispirazione?

Io sono molto legata a Messina, è comunque nel mio cuore sempre. Sapete meglio di me che è molto difficile restare al Sud, soprattutto se si fanno determinate professioni; quindi per me è stata una forma di affetto e di resistenza restare a Messina, perché appunto sono molto legata alle mie radici. Sicuramente è stata di grande ispirazione, non c’è dubbio, anche solo per il fatto che da adolescente, quando scrivevo le mie prime poesie, andavo magari in qualche angolo di Messina come la Passeggiata a mare o Cristo Re, luoghi particolarmente favorevoli all’ispirazione; è sicuramente questo il primo legame tra la mia creatività e la mia città. Poi devo dire che l’ambiente cittadino mi ha aiutata: i media messinesi -radio, Tv e giornali- e la popolazione mi hanno sostenuta molto, hanno sempre creduto nella mia musica, mi hanno permesso di portare avanti i miei progetti, sia musicali che teatrali. Ho intrapreso il percorso teatrale prima a livello formativo e poi sul piano professionale, e ho avuto l’opportunità, grazie a dei registi messinesi che hanno creduto in me, di partecipare dal 2015 al 2018 a una decina di spettacoli, non solo a Messina. Quindi sicuramente queste esperienze nate a Messina, e che poi si sono anche espanse, sono state molto importanti nel mio percorso.

Prospettive future sulla tua carriera?

Come dicevo prima in questo momento sono in una fase più creativa. A volte secondo me è importante, nel mondo artistico, o in generale, prendersi delle pause e del tempo per creare: di canzoni e di progetti nel cassetto ne ho tanti, però ovviamente si scontrano anche con la realtà, col fatto che è difficile portare avanti questi progetti e ci vogliono tante energie, tanto tempo, tanti fondi, e quindi è giusto fare le cose in maniera ponderata.

Un saluto ai lettori di UniVersoMe!

Ringrazio voi e chi legge. Seguite le vostre passioni!

 

Corinne Marika Rianò, Marta Cloe Scuderi

 

PATRIZIA SUI SOCIAL

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Draghi annuncia la fine dello stato di emergenza: verso il ritorno graduale alla normalità

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi dichiara che è «intenzione del governo» non prorogare oltre il 31 marzo lo stato di emergenza, introdotto dal Governo Conte II il 31 gennaio 2020, venti giorni prima della scoperta del paziente 1 a Codogno. L’obiettivo è quello di «riaprire del tutto, al più presto», ha affermato il Premier durante il suo intervento al Teatro del Maggio musicale ieri pomeriggio a Firenze. La notizia è stata accolta da un lungo applauso della platea, costituita da rappresentanti delle istituzioni e da categorie economiche.

Le dichiarazioni di Draghi

In apertura, il Premier ha tenuto a sottolineare che:

Il governo è consapevole del fatto che la solidità della ripresa dipende prima di tutto dalla capacità di superare le emergenze del momento

Quest’ultima frase è significativa, considerato l’andamento della campagna vaccinale. In virtù di ciò, il Presidente ha anche sostenuto che:

La situazione epidemiologica è in forte miglioramento, grazie al successo della campagna vaccinale, e ci offre margini per rimuovere le restrizioni residue alla vita di cittadini e imprese

È stato questo il momento che ha preceduto l’annuncio dello stop della proroga. Dopodiché, Draghi ha chiarito quali saranno i cambiamenti successivi: dal 1° aprile, dunque, non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate, già abbondantemente svuotate delle loro funzioni negli scorsi mesi e ormai senza alcuna differenza dal bianco all’arancione per chi è vaccinato. Inoltre, le scuole resteranno sempre aperte per tutti, poiché «saranno eliminate le quarantene da contatto». E ancora: cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto e quello delle mascherine FFP2 in classe.

Rimozione graduale del Super Green Pass

(fonte: ilfattoquotidiano.it)

Un passaggio importante del discorso del Premier Draghi è stato quello inerente all’utilizzo del Super Green Pass (o Green Pass rafforzato):

Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto tra cui fiere, sport, feste e spettacoli

Aggiungendo, inoltre, che l’esecutivo continuerà a monitorare «con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze». Da ciò si può dedurre come, sotto il profilo organizzativo, il governo dovrà mettere mano a diversi aspetti nella gestione delle strutture che da oltre due anni hanno gestito la pandemia. E avrà un’influenza anche sulla gestione dello smartworking, che dovrà essere definito con accordi individuali tra azienda e lavoratori.

Come cambia la gestione sanitaria

Il Generale Francesco Paolo Figliuolo (fonte: openpolis.it)

Il generale Francesco Figliuolo e Fabrizio Curcio, rispettivamente Commissario per l’emergenza e Capo della Protezione civile, dovranno predisporre gli interventi per il ritorno alla normalità. In concreto significa che alcune competenze, come la gestione dell’acquisto dei vaccini, resteranno in capo al Ministero della Salute, la cui competenza dovrebbe estendersi anche agli acquisti di farmaci per la lotta al virus (Il Fatto Quotidiano). Da riorganizzare anche logistica e distribuzione di farmaci e vaccini ora in carico a Figliuolo, compresi mascherine e ventilatori polmonari.

Dichiarazioni sulla situazione economica

Il premier ha approfittato anche per chiarire le intenzioni sulla situazione economica: «Nel più recente decreto ristori – ha detto –stanziamo altri 100 milioni per il Fondo Unico Nazionale del Turismo, che si aggiungono ai 120 milioni stanziati con la Legge di Bilancio. Sempre nello stesso decreto aiutiamo gli operatori del settore con la decontribuzione per i lavoratori stagionali e un credito d’imposta per gli affitti di immobili». E sull’energia, ha aggiunto che:

Il Governo è intervenuto più volte per aiutare imprese e famiglie e per trovare soluzioni strutturali perché questo problema non si riproponga in futuro. La settimana scorsa abbiamo stanziato quasi 6 miliardi di euro, che si aggiungono agli oltre 10 miliardi che abbiamo già impiegato a partire dallo scorso anno, Incrementiamo la produzione nazionale di energia rinnovabile e di gas, che potrà essere venduto a prezzi più contenuti di quello importato

Sul finire della conferenza, Draghi ha voluto ribadire l’importanza del Pnrr in questa fase della gestione della pandemia, dicendo che:

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è un’opportunità storica per affrontare i problemi che sono rimasti irrisolti per decenni, come la carenza di infrastrutture o le diseguaglianze generazionali e di genere

L’attuazione del piano dovrà avvenire infatti «a stretto contatto con associazioni ed enti locali, perché non esiste una sola ricetta per tutto il Paese, ma dobbiamo adattarci alle esigenze e alle caratteristiche di ogni territorio».

La reazione della politica

La fine dello stato di emergenza era richiesta da mesi da molte forze politiche, e in particolare dal centrodestra. Si tratterebbe, per queste alee politiche, di un importante passaggio per il ritorno a una normalità post-pandemica, di convivenza con i contagi e con i problemi sanitari che ne derivano. Il segretario della Lega Matteo Salvini si è espresso a proposito in un tweet:

Grazie a Pres. Draghi per aver confermato che #statodiemergenza non sarà prorogato. Un’altra buona notizia per Italia, fortemente auspicata dalla Lega.

Anche l’ex Premier Giuseppe Conte si è espresso a riguardo:

 

Federico Ferrara

Covid: dall’11 febbraio inizia una nuova fase con lo stop all’obbligo di mascherina all’aperto

Da ieri, 11 Febbraio, abolito l’obbligo di mascherine all’aperto e riaperte le discoteche. Questa la prima tappa di un percorso  delineato dal governo che dovrebbe terminare entro la data del 15 giugno prossimo, quando scadrà l’obbligo vaccinale per gli over 50.

Da ieri, 11 febbraio, stop alle mascherine all’aperto, tranne che in caso di assembramento (fonte: triesteallnews.it)

Via le mascherine all’aperto, ma attenzione agli assembramenti

Inizia una nuova fase, che parte proprio dall’abolizione della mascherina all’aperto. Bisognerà, però, sempre portarle con sé e metterle in caso di assembramenti o situazioni dove non sia possibile stare a distanza dalle altre persone.

I dati sulla pandemia sono finalmente confortanti. Sembra che, nonostante le drammatiche cifre raggiunte durante questi mesi, la situazione epidemiologica stia migliorando davvero. Però, per ora, come consigliato dagli esperti è giusto guardare con ottimismo agli attuali miglioramenti, seppur ancora timidi.

Il vaccino è stata la nostra più grande arma contro questo virus e continuerà ad esserlo ancora, infatti si pensa a un richiamo annuale. Il nostro organismo sarebbe pronto a convivere con la malattia, senza che questa, costituisca nella maggior parte dei casi, un pericolo insormontabile. Quindi sarebbe giunto il momento di voltare pagina, seppur con cautela.

«Siamo verso l’uscita ma dobbiamo avere cautela, continuare con i comportamenti prudenti» ha dichiarato il ministro Roberto Speranza.

Questa decisione è carica anche di significato simbolico, testimonia una virata concreta verso la fine delle restrizioni. L’introduzione delle mascherine all’aperto è una misura che era stata deliberata con il decreto del 13 ottobre del 2020, dall’allora premier Giuseppe Conte.

L’obbligo di indossare le mascherine al chiuso, invece, rimarrà ancora fino al 31 marzo, data in cui è stata fissata la fine dello stato di emergenza.

Il testo del provvedimento enuncia:

«Fino al 31 marzo 2022 è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di indossare i dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private».

Rimangono, comunque, esenti dall’obbligo: i bambini di età inferiore ai sei anni; le persone con patologie o disabilità incompatibili con l’uso della mascherina, nonché le persone che devono comunicare con un disabile che e non possono fare uso del dispositivo; tutte le persone mentre svolgono attività sportiva.

«Oggi finalmente lanciamo via l’obbligo delle mascherine all’aperto nell’attesa di farlo presto anche al chiuso. Gli ospedali non sono più in affanno per il Covid e si vede una luce all’orizzonte sempre più forte. Torniamo alla vita che abbiamo sempre fatto prima del Covid.».

Bassetti invita all’ottimismo (fonte: profilo Instagram ufficiale di Matteo Bassetti)

Queste le parole del direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, Matteo Bassetti, scritte sui suoi profili social, in merito alla disposizione del governo. Ha pubblicato una foto che lo ritrae come forse non ci saremmo facilmente aspettati: lo si vede, infatti, lanciare in aria proprio una mascherina, accompagnata da altre parole: «Finiamola di pensare alla positività Covid come l’anticamera del patibolo». L’infettivologo ha infatti ricordato ancora una volta il grande aiuto che ci hanno dato i vaccini: «Hanno depotenziato gli effetti gravi di questo virus. Bisogna tornare a uscire a cena, a viaggiare, a divertirsi, a ballare e a pensare al futuro in maniera positiva. Viva la vita!».

 

In Campania l’obbligo resta

Il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è contrario a questa disposizione. Lo ha dichiarato in una diretta, nella stessa giornata di ieri.

Quando si passeggia in una strada commerciale, come si fa a distinguere l’assembramento dal non assembramento? È più semplice indossarla, visto che è obbligatoria sui mezzi di trasporto, nei locali al chiuso e nei negozi. Quindi, è preferibile fare un gesto di prudenza ancora per qualche settimana, saltare un po’ il periodo di Carnevale e mantenerci tranquilli per evitare di far riaccendere il contagio.

De Luca, dunque, ha predisposto un allungamento dell’obbligo delle mascherine all’aperto, di ancora una settimana. La preoccupazione nasce dal fatto che la Campania è la regione con maggiore densità di popolazione e gli assembramenti possono essere molto più frequenti che altrove, rischiando di pregiudicare il miglioramento della situazione.

 

Ripartono le discoteche e si lavora sulle capienze, anche per gli impianti sportivi

L’altra importante novità riguarda le discoteche. A lungo si è discusso sul ritorno in pista e finalmente è arrivato il momento. Ieri, 11 febbraio, insieme alla disposizione sulle mascherine è arrivato il momento della riapertura delle piste da ballo. Dopo numerose lamentele da parte dei proprietari delle discoteche, che hanno risentito più a lungo delle restrizioni, questo fine settimana si torna a ballare.

Ovviamente vi sono delle regole: potrà entrare solo chi è in possesso di green pass rafforzato, quindi chi si è sottoposto a tre dosi di vaccino o chi è guarito dal covid; la mascherina dovrà esser tenuta nelle discoteche al chiuso, ma non vi sarà l’obbligo in pista, mentre si balla. Nelle discoteche all’aperto si potrà tornare senza dispositivi di protezione. Vi sono dei limiti di capienza, non superiore al 75% per le strutture all’aperto e 50% al chiuso.

Si sta lavorando sui limiti di capienza anche per gli impianti sportivi, in collaborazione con la sottosegretaria allo Sport, Valentina Vezzali, per attuare un percorso graduale fino alla completa riapertura degli impianti sia all’aperto che al chiuso:

«Si lavora a un primo allargamento, a partire dal primo marzo, che porterà al 75% e al 60% il limite delle capienze rispettivamente all’aperto e al chiuso. Per poi proseguire con le riaperture complete, qualora la situazione epidemiologica continuasse il suo trend di calo.».

(fonte: theworldnews.net)

Super green pass ora illimitato

Diverse le ipotesi riguardo la validità del Super Green Pass. Come suddetto, per ora non è prevista dal governo l’ipotesi di una quarta dose, in accordo secondo quanto sostenuto dagli esperti, che raccomandano, invece, un richiamo annuale per il futuro. La situazione di copertura di chi si è sottoposto alla terza dose è equiparata a quella di coloro che sono guariti dal Covid dopo il completamento del ciclo vaccinale primario.

Il green pass rafforzato, dunque, ora è considerato illimitato.

La copertura delle vaccinazioni ha fatto stabilire che agli studenti nella fascia 12-18 anni, il cui tasso di vaccinazione è intorno all’80%, potrà essere evitata la Dad. Quest’ultima verrà attivata solo per i non vaccinati della scuola secondaria, a partire dal secondo contagio in classe, e, inoltre, la quarantena, in caso di stretto contatto con un positivo, è stata dimezzata da 10 a 5 giorni.

Anche negli altri Paesi europei si sta andando verso le riaperture totali, in alcuni casi in maniera pure più spedita. In Francia, ad esempio, si pensa all’abolizione del green pass tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, come dichiarato dal ministro della salute francese, mentre le mascherine da questo mese sono obbligatorie solo sui mezzi pubblici e nei luoghi in cui non è previsto obbligo Super Green Pass, anche se l’attenzione rimane alta. Gabriel Attal ha dichiarato: «C’è un inizio di miglioramento negli ospedali e ci sono proiezioni che possono farci sperare che entro la fine di marzo o l’inizio di aprile la situazione negli ospedali sarà sufficientemente tranquilla da permetterci di revocare il pass vaccinale».

La discussione in merito rimane aperta in Italia e, secondo le prime valutazioni, la certificazione verde dovrebbe esser usata almeno fino a metà giugno, data in cui è fissata la scadenza dell’obbligo vaccinale.

 

Rita Bonaccurso

DL festività, le misure restrittive per Natale e Capodanno

ARTICOLO AGGIORNATO

Il Natale è alle porte e la variante Omicron rappresenta ormai il 28,2% dei positivi. Il governo ha annunciato nuove misure restrittive per arginare la nuova ondata di casi legati al Covid e non rendere vano il vantaggio che l’Italia ha fin qui accumulato grazie alla somministrazione dei vaccini. Il CdM ha approvato ildl festività“, ovvero il decreto legge del governo per reagire all’impennata di contagi in vista delle feste di Natale e Capodanno.

E’ stato deciso di non estendere l’obbligo vaccinale ai dipendenti della Pubblica Amministrazione né ad altre categorie. Non si potranno organizzare eventi in luoghi pubblici all’aperto, come feste in piazza; le discoteche saranno chiuse fino al 31 gennaio e niente più caffè al bancone dei bar per i non vaccinati.

Sarà obbligatorio il super green pass per andare in un museo o in palestra; mascherine Ffp2 obbligatorie sui mezzi pubblici e non solo, anche per andare allo stadio o al cinema.

Le mascherine all’aperto 

L’Esecutivo esclude qualsiasi forma di lockdown e, per questo motivo, ha optato per l’obbligatorietà della mascherina all’aperto anche in zona bianca, fino al termine dello stato di emergenza, fissato al 31 marzo. L’obbligo sarà in vigore dalla pubblicazione del decreto in Gazzetta e fino al 31 gennaio 2022. Inoltre, il dl introduce l’obbligo della Ffp2, come suddetto, sui mezzi pubblici, teatri, cinema, locali all’aperto.

Green pass valido 6 mesi 

Dal 1 febbraio 2022 il green pass durerà 6 mesi e non più 9. Inoltre, con ordinanza del Ministro della salute, il periodo minimo per la somministrazione della terza dose sarà ridotto da 5 a 4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario.

Super green pass per bar, musei e palestre

Fino al termine dello stato di emergenza, l’obbligo del Green Pass rafforzato sarà esteso alla ristorazione per il consumo anche al banco in bar e ristoranti; al chiuso per piscine, centri benessere, centri termali, palestre e sport di squadra, ma anche per musei e mostre, parchi tematici e di divertimento,  centri culturali, centri sociali e ricreativi (esclusi i centri educativi per l’infanzia) al chiuso e per sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò. Il decreto prevede un rafforzamento delle misure anti-contagio anche per accedere alle strutture residenziali, socio-assistenziali, socio-sanitarie: potranno entrare solo le persone con Super Green Pass e tampone negativo oppure vaccinati già con la terza dose.

Stop alle feste in piazza e in discoteca 

Stop al Capodanno in strada; il decreto prevede innanzitutto lo stop a tutti gli eventi e le feste previste in piazza e i concerti all’aperto fino al 31 gennaio in tutta Italia per evitare assembramenti. Una misura che uniforma le varie decisioni che erano state già adottate da regioni e sindaci. Chiuse anche le discoteche e i locali da ballo. Al contrario dello scorso anno, non sono stati previsti limiti al numero di ospiti da ricevere in casa il 24, 25, 26 e 31 Dicembre. Nessun obbligo, ma tante raccomandazioni da parte dei virologi, epidemiologi, igienisti che invitano a tavolate contenute, con invitati vaccinati, possibilmente già conviventi.

Controlli a chi entra in Italia

Il governo ha optato per una piccola mossa per contenere la diffusione del virus in Italia: chi entra in Italia, per turismo, lavoro o altre ragioni, potrà essere sottoposto a test antigenici o molecolari a campione. I controlli saranno effettuati in porti, aeroporti, stazioni e frontiere. Isolamento fiduciario per un periodo di dieci giorni se il tampone dovesse dare esito positivo.

 

Elidia Trifirò