Proteste ‘’No green pass’’. Ecco le nuove restrizioni annunciate dalla ministra Lamorgese

Nella serata di mercoledì scorso il Viminale ha annunciato nuove restrizioni sulle manifestazioni dei no green pass, che da ormai settimane stanno provocando forti disagi in diverse città italiane.

Fonte: TGCom24

La direttiva – vale a dire un documento che contiene norme e istruzioni – predisposta dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, esorta all’individuazione di aree sensibili e impone tutta una serie di altre limitazioni. L’obiettivo è garantire il diritto a manifestare ma proteggendo l’attività economica e la salute pubblica, soprattutto in vista di un nuovo sabato di proteste atteso per il 13 novembre.

Le nuove misure su cortei e manifestazioni

Con il Natale alle porte, il dilagare del fenomeno proteste per le misure emergenziali dettate dalla pandemia ed il continuo aumento dei contagi, Lamorgese ha ritenuto urgente l’imposizione di una nuova linea a chi ha il compito di tutelare l’ordine pubblico.

La ministra ha quindi inviato due giorni fa una circolare a tutti i prefetti d’Italia, che avranno la facoltà di «individuare specifiche aree urbane sensibili» e di particolare interesse per lo svolgimento ordinato della vita cittadina, che «potranno essere oggetto di temporanea interdizione» agli stessi cortei, almeno fino alla fine dello stato di emergenza.

La ministra degli Interni, Luciana Lamorgese. Fonte: Ansa

I manifestanti dovranno essere tenuti lontani da centri storici e affollati delle città, oltre che da obiettivi sensibili come sedi di sindacati e partiti, palazzi delle istituzioni e ambasciate. Tra le disposizioni c’è poi la possibilità di imporre lo svolgimento delle proteste in forma statica soltanto (sit-in), l’obbligo di mascherina all’aperto e regolamentazione di percorsi idonei a preservare aree urbane nevralgiche.

Le decisioni sulle misure specifiche – da adottare comunque caso per caso – avranno attuazione immediata e saranno affidate ai Comitati provinciali per l’ordine e la sicurezza pubblica (in cui si riuniscono il sindaco del capoluogo di provincia, il presidente della provincia, il questore e i rappresentanti delle forze dell’ordine).

Lamorgese e Mattarella in difesa del bilanciamento dei diritti

Nonostante la direttiva nasca con l’obiettivo esplicito di contenere i disagi derivanti dalle manifestazioni di dissenso delle ultime sedici settimane, la ministra degli Interni ha tenuto a specificare che la circolare non riguarda esclusivamente le manifestazioni ‘’No Green Pass’’ e che pertanto le restrizioni a cui rimanda potranno essere applicate anche a proteste «attinenti ad ogni altra tematica».

Intervenuta all’assemblea dell’Anci, Luciana Lamorgese ha spiegato:

«Il diritto di manifestare è costituzionalmente garantito ma esiste anche un bilanciamento dei diritti: si può manifestare ma servono regole che proteggano gli altri cittadini, il diritto al lavoro e il diritto alla salute». Ha poi messo in evidenza che «Non si può pensare che a fronte di un’economia in rialzo, la penalizziamo con tutte queste manifestazioni».

Ed in merito a ciò è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

«Dissenso non può sopraffare il dovere di proteggere i più deboli».

Il presidente Sergio Mattarella. Fonte: AGI

L’elenco dei luoghi vietati

I prefetti, in accordo con i sindaci, hanno già pensato ad una serie di provvedimenti per impedire le manifestazioni in alcune zone della città. A tal proposito, il Corriere della Sera ha stilato un elenco delle piazze italiane in cui non sarà possibile manifestare: l’intenzione è di seguire l’esempio del prefetto di Trieste Valerio Valenti, il quale ha vietato le manifestazioni in piazza Unità d’Italia fino al 31 dicembre.

Proteste No Green Pass a Firenze in piazza Santa Maria Novella. Fonte: SkyTG24

Pertanto:

• Vietate piazza Fontana, la zona del Duomo e di Brera a Milano;
• Vietata piazza del Popolo con l’indicazione di concentrarsi al Circo Massimo a Roma;
• Vietate Santa Croce e Santa Maria Novella a Firenze;
• Divieto manifestazioni sul lungomare, in piazza Dante e piazza del Plebiscito a Napoli;
• Vietata piazza Maggiore a Bologna;
• Niente manifestazioni a piazza del Ferrarese a Bari;
• Vietata piazza Sant’Oronzo a Lecce;
• Vietata piazza Verdi a Palermo;
• Divieto in piazza Garibaldi a Cagliari;
• Si valuta di vietare piazza della Vittoria a Genova;
• Al vaglio la possibilità di non concedere più piazza Dante a Trento.

La voce degli oppositori

Dopo l’annuncio delle nuove restrizioni, molti gruppi di manifestanti sono sul sentiero di guerra contro tali divieti. Altri si sono mostrati invece maggiormente disposti ad accettare piazze e altri luoghi alternativi.

Tra gli oppositori, a Milano, il Comitato che promuove i cortei del sabato ha annunciato lo stop alle trattative con la questura perché:

«dopo questo sabato, per noi è diventato impossibile sederci al tavolo con chi ha rinchiuso centinaia di manifestanti pacifici in una via e li ha trattati peggio dei criminali».

Più moderati i toni di Marco Liccione, portavoce del movimento ‘’Variante Torinese’’ e organizzatore da settimane delle proteste a piazza Castello che ha detto:

«non possono vietarci di manifestare. Leggeremo la circolare e, per il bene delle persone che aderiscono alla manifestazione e per rispetto dei commercianti, valutiamo per sabato di cambiare luogo di ritrovo».

Problemi di applicazione delle strette

Fonte: SkyTG24

Entro questo scenario non è ancora chiaro fino a che punto potranno essere applicate le nuove limitazioni: mentre potrebbe risultare non particolarmente complessa l’individuazione di un’area «sensibile» da presidiare con l’aiuto delle forze dell’ordine, più difficile sarà obbligare i manifestanti al concordamento del percorso, dopo che nelle manifestazioni delle ultime settimane sono stati in diversi gli attivisti privi di autorizzazione. Così come sarà altrettanto complicato obbligare eventualmente i manifestanti a protestare in forma statica.

Gaia Cautela

Bologna: studentessa No green pass si rifiuta di lasciare l’aula. Incongruenze tra le dichiarazioni e caos in università

Scoppia il caos presso la facoltà di filosofia dell’Università di Bologna: la studentessa No Green pass si è rifiutata di uscire dall’aula, facendo annullare lo svolgimento della lezione.

Bologna, studentessa No Green pass resta in aula –Fonte:correredibologna.corriere.it

Protagonista di questa vicenda diventata mediatica è Silvia, una studentessa di 20 anni che frequenta l’Università di Bologna, iscritta al secondo anno del corso di laurea in filosofia.  È accaduto mercoledì 6 ottobre, quando a seguito della violazione del protocollo universitario che afferma l’obbligo del passaporto verde per poter accedere ai luoghi universitari, la lezione è stata sospesa. Non sono di certo mancate le minacce e gli insulti per la ragazza, la quale ha denunciato l’accaduto pubblicamente, attraverso il suo profilo social e durante la manifestazione svolta presso il cortile Guido Fanti nel capoluogo emiliano. Si è così scatenata una protesta che ha visto decine di studenti appellarsi contrariamente agli obblighi governativi in materia di Green Pass.

Green Pass: le regole per le università

Il 10 settembre 2021 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, il decreto legge n.122 recante “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza da COVID-19 in ambito scolastico, della formazione superiore e socio sanitario-assistenziale”, che estende l’obbligo di esibire il green pass a tutti coloro intendano entrare in una scuola, ad eccezione degli studenti e di chi risulta esentato dal vaccino.

Green pass Università –Fonte:adnkronos.com

Chiunque accede alle strutture del sistema nazionale universitario deve possedere ed è tenuto ad esibire la certificazione verde COVID-19. I responsabili delle Università e delle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica sono tenuti a riscontrare il rispetto delle prescrizioni.

I controlli svolti a campione, saranno effettuati attraverso le modalità operative individuate dagli Atenei. Le uniche esenzioni riguardo le misure contenute nella decretazione d’urgenza dovranno essere rilasciate tramite idonea certificazione seguendo i criteri definiti dal Ministero della Salute.

Cosa è accaduto il 6 ottobre

La studentessa Silvia, pur essendo a conoscenza delle normative vigenti sul territorio nazionale e sapendo che il mancato rispetto di queste avrebbe sicuramente dato avvio ad una situazione di rischio, ha preferito ignorare le richieste dell’addetto all’ingresso, entrando “clandestinamente” nell’aula per seguire la lezione in presenza.

Silvia ha esposto l’accaduto alla docente; quest’ultima, al fine di far rispettare le normative presenti nel protocollo sanitario, ha dovuto interrompere la lezione, invitando tutti i partecipanti a lasciare l’aula.

Studentessa No Green Pass rifiuta di uscire dall’aula –Fonte:ilriformista.it

Si è così dato avvio una perseverante scia di insulti verbali e mediatici sui gruppi sociali nei confronti della ragazza; alcuni pendolari le avrebbero persino chiesto il rimborso del costo del biglietto visto che, a causa sua, la lezione è stata sospesa.

La vicenda ha avuto una tale risonanza da coinvolgere anche il prorettore dell’università, Mirko Degli Esposti che ha dichiarato

“L’obiettivo del nostro Ateneo è quello di evitare di chiamare le Forze dell’Ordine. Il mio sincero invito è alla responsabilità, vorrei che la gente avesse più memoria: un anno fa avevamo aule e biblioteche vuote, nessuno vuole tornare lì, vaccini e Green Pass sono gli strumenti per evitarlo.”

La risposta della docente

Luisa Lugli è la docente che ha interrotto la lezione dove si era presentata Silvia, che racconta presso la testata giornalistica “Repubblica” la sua versione dell’accaduto, che nega la presenza di aggressioni raccontate e denunciate dalla ragazza. Afferma altresì di non aver mai visto la studentessa al corso in presenza.

Studentessa senza Green pass, lezione sospesa –Fonte:corrieredibologna.corriere.it

Dalle dichiarazioni rilasciate dalla Lugli, che era stata avvisata dal personale della presenza di una ragazza sprovvista di certificazione, l’invito a lasciare l’aula era pervenuto successivamente al colloquio con il direttore. Questi riprendendo il protocollo di Ateneo si è appellato al richiamo del corretto comportamento degli studenti, affinchè l’ambiente universitario risulti un luogo che salvaguardi la sicurezza di tutti. Prioralmente nella fase attuale che permette il riempimento degli spazi universitari fino al 100%.

Alta tensione sul Green Pass

La manifestazione tenutasi sabato scorso nel cortile Guido Fanti a Bologna, ha visto spiccare tra le voce del gruppo “Studenti Unibo contro il Green Pass”, anche Silvia che ha voluto raccontare la “reazione di spropositata violenza scaturita da chi si sente protetto da normative illegittime”.

Per la studentessa andare a lezione senza il Green Pass non è di certo un reato, ma un atto di disobbedienza contro l’infame tessera verde”, nonostante l’Università garantisca la didattica mista, permettendo agli studenti di seguire i corsi online.

Green Pass manifestazione –Fonte:ilrestodelcarlino.it

Risulta chiaro come il suo discorso sia incentrato sulla mancanza di fede nella Certificazione Verde, definendolo come uno strumento di controllo e discriminazione. Avvalorando altresì il diritto di seguire le lezioni in presenza a seguito del pagamento delle tasse annuali previste dall’Ateneo.

Nello stesso pomeriggio in cui venivano rilasciate queste dichiarazioni, esplodevano a Roma gli scontri tra forze dell’ordine e gruppi No Green Pass, i cui atti di violenza sono culminati in un assalto presso la sede del Cgil e acute tensioni nei pressi di Palazzo Chigi.

Tali rivolte si pongono così di essere in netta contrapposizione al decreto legge del 6 agosto. Questo prevede dal 1° settembre e fino al termine dello stato di emergenza fissato al 31 dicembre 2021 per le attività in presenza, il possesso e l’esibizione del green pass previsto dall’art. 9 del decreto legge 22 aprile 2021, eccezione applicata solo per i soggetti esentati dalla campagna vaccinale.

Giovanna Sgarlata

Sergio Mattarella e il suo ultimo ‘’Ventaglio’’: le origini della cerimonia ed il discorso sulla pandemia

Si è svolta nella serata di ieri, mercoledì 28 luglio, la tradizionale cerimonia di consegna del ‘’Ventaglio’’ – l’ultimo del suo settennato – al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da parte del Presidente dell’Associazione Stampa Parlamentare, Marco Di Fonzo, alla presenza dei componenti del Consiglio direttivo, degli aderenti all’Associazione e di personalità del mondo del giornalismo.

Il presidente Mattarella alla cerimonia del Ventaglio. Fonte: Interris.it

Durante l’evento – che si tiene annualmente tra la fine di luglio e i primi giorni di agosto presso Palazzo del Quirinale, Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama in vista della chiusura per la pausa estiva dei lavori parlamentari – il Presidente Mattarella ha pronunciato un discorso di rimando al tema pandemia intriso di messaggi politici, rimarcando l’importanza della vaccinazione in quanto dovere civico-morale. Successivamente, la consegna del Ventaglio realizzato da Virginia Lorenzetti, studentessa dell’Accademia di Belle Arti di Roma.

Alle origini del ‘’Ventaglio’’ ed il concorso

7 luglio 1893: il Presidente della Camera Giuseppe Zanardelli ricevette dai giornalisti un ventaglio con le loro firme, un regalo pensato per combattere il caldo afoso dell’aula. Un momento che nei decenni è divenuto una cerimonia ufficiale a tutti gli effetti, con il coinvolgimento delle tre massime cariche dello Stato e l’Associazione Stampa Parlamentare.

Se il dono ricevuto da Zanardelli si limitò ad essere un semplice ventaglio di carta, dal 2007 in poi un concorso riservato agli studenti delle Accademie di Belle Arti consente ogni anno di selezionare il migliore design e realizzazione di tre oggetti. Una delle vincitrici di quest’anno è Virginia Lorenzetti, realizzatrice del ventaglio per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dall’Accademia di Roma:

“È emozionante vedere un mio lavoro in un contesto così importante. Ho partecipato spesso a mostre, perché amo confrontarmi con altri artisti, collaborare agli allestimenti, ma questo era uno dei miei primi concorsi davvero importanti”, ha confessato la studentessa ventitreenne all’HuffPost.

Il doppio binario per fronteggiare la crisi

Nel messaggio rivolto al Paese, il Presidente Mattarella ha avvisato circa la prepotente attualità dell’emergenza Covid, definendola come un incubo «che non è ancora alle nostre spalle» e contro il quale, «con uno sforzo straordinario di collaborazione globale», sono stati individuati «due filoni» per incamminarci verso l’uscita dalla crisi.
Il doppio binario di cui parla il Presidente si riferisce alla campagna di vaccinazione ed alla «scelta di mettere in campo ingenti sostegni pubblici per contenere le conseguenze delle chiusure e dei distanziamenti a livello economico, produttivo e occupazionale», sostenendo così gli sforzi di Draghi ed i temi del suo incarico come premier.

Mattarella ricorda che il virus è mutato, rivelandosi ancora più contagioso:

“Più si prolunga il tempo della sua ampia circolazione più frequenti e pericolose possono essere le sue mutazioni. Soltanto grazie ai vaccini siamo in grado di contenerlo. Il vaccino non ci rende invulnerabili ma riduce grandemente la possibilità di contrarre il virus, la sua circolazione e la sua pericolosità. Per queste ragioni la vaccinazione è un dovere morale e civico“, ha detto durante il suo discorso.

 La priorità ad una vita scolastica regolare

In uno scenario disastroso sotto numerosi punti di vista e oramai ben conosciuto dagli italiani, Mattarella ha deciso di evidenziare in particolar modo le conseguenze pagate dal mondo scolastico:

La pandemia ha imposto grandi sacrifici in tanti ambiti. Ovunque gravi. Sottolineo quelli del mondo della scuola. Ne abbiamo registrato danni culturali e umani, sofferenze psicologiche diffuse che impongono di reagire con prontezza e con determinazione. Occorre tornare a una vita scolastica ordinata e colmare le lacune che si sono formate. Il regolare andamento del prossimo anno scolastico deve essere un’assoluta priorità“.

Fonte: ANSA.it

E sempre sul tema del pesante impatto della pandemia, continua dicendo:

“Nessuna società è in grado di sopportare un numero di contagi molto elevato, anche nel caso in cui gli effetti su molta parte dei colpiti non fossero letali. Senza attenzione e senso di responsabilità rischiamo una nuova paralisi della vita sociale ed economica; nuove, diffuse chiusure; ulteriori, pesanti conseguenze per le famiglie e per le imprese”.

Prima di tutto, il ”bene comune del Paese”

Nel corso dell’incontro con la stampa parlamentare, Mattarella ha anche manifestato l’auspicio di una ritrovata consapevolezza e responsabilità collettiva in nome del bene comune della nazione e a difesa dell’autentico senso di libertà:

“Conto che le forze politiche, di fronte a un tempo che sembra volgersi verso prospettive migliori, continuino a lavorare nella doverosa considerazione del bene comune del Paese. Conto che non si smarrisca la consapevolezza della emergenza che tuttora l’Italia sta attraversando, dei gravi pericoli sui versanti sanitario, economico e sociale. Che non si pensi di averli alle spalle. Che non si rivolga attenzione prevalente a questioni non altrettanto pressanti.”

“Auspico fortemente che prevalga il senso di comunità, un senso di responsabilità collettiva. La libertà è condizione irrinunziabile ma chi limita oggi la nostra libertà è il virus non gli strumenti e le regole per sconfiggerlo. Se la legge non dispone diversamente si può dire:” In casa mia il vaccino non entra”. Ma questo non si può dire per ambienti comuni, non si può dire per gli spazi condivisi, dove le altre persone hanno il diritto che nessuno vi porti un alto pericolo di contagio; perché preferiscono dire:” in casa mia non entra il virus”.

Un invito al rispetto degli impegni di spesa

Sul versante degli impegni di spesa il Presidente ha ricordato che:

“Dall’Unione Europea, sono in procinto di giungere le prime risorse del programma Next Generation. Gli interventi e le riforme programmate devono adesso diventare realtà. Non possiamo fallire: è una prova che riguarda tutto il Paese, senza distinzioni. Quando si pongono in essere interventi di così ampia portata, destinati a incidere in profondità e con effetti duraturi, occorre praticare una grande capacità di ascolto e di mediazione. Ma poi bisogna essere in grado di assumere decisioni chiare ed efficaci, rispettando gli impegni assunti“.

Fonte: DiarodelWeb.it

L’appello alla professionalità dei giornalisti

Rivolgendo poi l’attenzione ai giornalisti, Il capo dello Stato augura infine a sé stesso che nel semestre bianco (il periodo di tempo corrispondente agli ultimi sei mesi del mandato del Presidente della Repubblica Italiana), politica e mass-media evitino di chiamarlo «fantasiosamente» in causa, costringendolo a smentire le fake news sul Quirinale, come la notizia di una sua ricandidatura:

Nel “giornalismo affiora, talvolta, l’assioma che un’affermazione non smentita va intesa come confermata”. “Ad esempio, vista la diffusa abitudine di trincerarsi fantasiosamente dietro il Quirinale quando si vuole opporre un rifiuto o di evocarlo quando si avanza qualche richiesta, il Presidente della Repubblica sarebbe costretto a un esercizio davvero arduo e preminente: smentire tutte le fake news, fabbricate, sovente, con esercizi particolarmente acrobatici. Faccio appello, dunque, alla professionalità dei giornalisti e alla loro etica professionale“.

Gaia Cautela

In Francia è boom di prenotazioni per il vaccino dopo l’annuncio delle restrizioni per i non vaccinati: quasi un milione in poche ore

In Francia è subito corsa al vaccino: dopo il discorso in diretta tv, a reti unificate di Macron, quasi un milione di persone ha prenotato un appuntamento per vaccinarsi contro il coronavirus, nella notte fra lunedì e martedì.

Fonte: Il Messaggero

Nel messaggio di lunedì sera, rivolto alla nazione, il presidente francese ha infatti annunciato nuove restrizioni ai movimenti che riguarderanno soprattutto le persone non vaccinate, estendendo, a partire dal 21 luglio il green pass per accedere a luoghi pubblici, come ristoranti, centri commerciali, caffè e trasporti, e introducendo l’obbligo vaccinale per il personale sanitario. La decisione della Francia ha fatto nascere un dibattito sul tema in diversi Paesi, tra cui l’Italia e la Germania.

Green Pass e obbligo vaccinale

Da mercoledì 21 luglio, l’ingresso in diversi luoghi pubblici e privati come bar, musei, ristoranti e centri commerciali, sarà consentito esclusivamente a coloro che possiedono un certificato ‘’COVID-19’’, vale a dire a tutte quelle persone che saranno completamente vaccinate o risultate negative al virus tramite tampone antigenico o molecolare.
Macron ha spiegato che le misure restrittive si sono rese necessarie in seguito alla progressiva diffusione della variante Delta nel Paese:

“Al momento in cui vi parlo”, c’è una “forte ripresa” dell’epidemia legata al coronavirus che riguarda “tutte le nostre regioni”, ha spiegato il capo dell’Eliseo nel tanto atteso annuncio nazionale. ‘’Quando la scienza ci offre i mezzi per proteggerci, dobbiamo usarli con fiducia nella ragione e nel progresso’’, ha continuato, ‘’dobbiamo muoverci verso la vaccinazione di tutti i francesi, perché è l’unico modo per tornare alla vita normale’’.

Il discorso di Macron in diretta. Fonte: ANSA.it

La linea della Francia risulta essere molto chiara anche in merito al personale sanitario: il ministro della Salute francese, Olivier Véran, ha spiegato che chi non si sarà completamente vaccinato entro il 15 settembre non potrà più lavorare né verrà pagato. “Non è un ricatto”, ma una misura necessaria per evitare di “chiudere il Paese”, ha detto il ministro a Bfm-Tv.

La Francia è scettica sulle vaccinazioni

Nonostante l’indiscusso pericolo della sua contagiosità, la variante Delta non è l’unica ragione che motiverebbe la mossa di Macron, dal momento che quest’ultima ben si coniugherebbe con il basso tasso di persone vaccinate, inferiore a molti altri Paesi. La Francia sarebbe infatti considerata uno dei Paesi più scettici al mondo circa l’efficacia dei vaccini.

Una stima del ministero della Salute citata dal quotidiano francese Le Monde indica che al momento sono stati completamente vaccinati 27,3 milioni di francesi, quindi circa il 40% della popolazione complessiva; mentre il 53% ha ricevuto una singola dose del vaccino.
Dati decisamente migliori rispetto a quelli francesi sono riscontrabili in Germania, Spagna, Belgio ed anche in Italia, dove ad essere state completamente vaccinate sono il 45,01% delle persone e circa il 60% ad aver ricevuto almeno una dose.

Il boom di prenotazioni su Doctolib

Nonostante il forte scetticismo, il cosiddetto ‘’effetto Macron’’ ha sortito gli effetti sperati: dopo l’annuncio del presidente sono state registrate circa 20mila prenotazioni al minuto, tanto che Doctolib, la principale piattaforma per la prenotazione degli appuntamenti in autonomia, è andata ad un certo punto offline.

È stato il giorno in cui la Francia ha toccato il record assoluto di richieste di vaccinazioni dall’inizio della campagna, con un totale di 926 mila persone che si sono prenotate in quelle ore per il vaccino anti-Covid, di cui il 65% sotto i 35 anni, giovani che hanno positivamente accolto l’appello presidenziale con il timore di essere tagliati fuori dalla vita sociale.

La curva delle prenotazioni dei vaccini in Francia. Fonte: Huffpost

Secondo il capo di Doctolib, il numero di appuntamenti presi l’altro ieri sono:

“il doppio della giornata record dell′11 maggio e 5 volte in più rispetto a lunedì scorso. Abbiamo registrato sette milioni di connessioni in qualche minuto durante il discorso del presidente”. Il trend “proseguito durante la notte e che continua stamani. Ci sono ancora 100.000 appuntamenti disponibili questa mattina, in particolare, in alcuni grandi centri” della Francia. Per lui, “si crescerà presto a quattro, cinque milioni di iniezioni a settimana”. “In media – ha concluso – ci sono undici giorni tra la prenotazione e l’appuntamento, in questo modo, i francesi che hanno preso appuntamento ieri saranno integralmente vaccinati entro metà agosto o fine agosto”.

Le posizioni di Ue e Germania

Anche l’Ue è intervenuta sul tema obbligo vaccinale, la quale ha ribadito tramite portavoce:

le campagne vaccinali sono competenze nazionali, quindi se siano obbligatorie o meno è una decisione che spetta agli Stati membri”, ricordando in ogni caso l’importanza della vaccinazione come “via d’uscita dalla pandemia” e l’obiettivo dell’immunizzazione del “70% degli adulti”.

Per quel che riguarda invece la Germania, la cancelliera Angela Merkel ha ribadito di non stare programmando la resa obbligatoria della vaccinazione anti-Covid:

Non abbiamo intenzione di procedere sulla strada proposta dalla Francia. Abbiamo detto che non ci sarà un obbligo di vaccino”. La cancelliera ha poi però sottolineato che esiste la possibilità che vi siano nuove mutazioni anche più pericolose, ”già contro la variante Delta l’efficacia dei vaccini è un po’ più bassa”. Bisogna ”continuare a osservare la situazione” anche a livello globale – ha concluso- ricordando che ”finora le varianti sono arrivate in Germania da altri Paesi del mondo”.

Il ”modello Macron”: si accende il dibattito anche in Italia

Le strette francesi contro la variante hanno fatto accendere un dibattito tra favorevoli e contrari anche in Italia. Il modello Macron piace al commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, generale Francesco Paolo Figliuolo, mentre incontra la forte opposizione del leader leghista Matteo Salvini.

Concordo con Macron sul fatto che la vaccinazione è una delle chiavi per il ritorno alla normalità. Per convincere gli ultimi irriducibili utilizzare il green pass per questo tipo di eventi potrebbe essere una buona soluzione. Potrebbe essere anche una spinta per la vaccinazione”, ha spiegato Figliuolo lunedì al Tg2 Post su RaiDue.

Il generale Figliuolo. Fonte: YouTG.NET

Continua poi dicendo:

“Dobbiamo raggiungere l’80% della popolazione vaccinata per la fine di settembre”, sottolineando “una serie di iniziative, pensiamo alle notte magiche, agli open day, open night, per avere vaccino senza prenotazioni”. “Siamo a 58 milioni di inoculazioni, intorno al 45% della popolazione – ha evidenziato – lo ritengo un dato importante, chiaramente non basta. Dobbiamo intercettare i cosiddetti indecisi, a livello europeo li chiamano esitanti“.

Gaia Cautela

Il Parlamento europeo ha approvato il Green Pass: ecco come ottenerlo e a cosa serve

L’Europarlamento ha dato il via alla certificazione digitale, che permetterà di facilitare gli spostamenti entro i confini dell’Unione. I “green pass” saranno operativi dal 1° luglio 2021.

Il Green Pass europeo –Fonte:repubblica.it

Durante la riunione tenutasi l’8 giugno a Strasburgo, è stato approvata l’introduzione del Green Pass europeo, chiamato anche “Eu Digital Covid Certificate”.

Esso è il documento “lasciapassare” che consentirà di viaggiare tra i Paesi della Ue, senza necessità di sottoporsi a periodi di quarantena o dall’effettuare tamponi, se si è già in possesso della somministrazione del vaccino o se si è guariti dalla malattia.

Sebbene il testo necessiti ancora di essere formalmente adottato dal Consiglio e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, si ritiene applicazione sarà immediata, già dall’ 1 luglio, rimanendo in vigore per un anno.

Il certificato digitale Covid dell’Ue: come ottenerlo

Il progetto (vedi qui il nostro articolo Certificati verdi per poter viaggiare: le proposte della Commissione UE per i passaporti di immunità per salvare il turismo) a seguito del voto dell’Europarlamento e l’ufficializzazione la scorsa mattina, ha ottenuto il punto di svolta per la rimozione dell’ultimo ostacolo che vincolava l’approvazione del documento. Nella giornata di lunedì prossimo, si dovrebbe giungere alla firma dell’accordo per rendere i viaggi tra i Paesi Ue finalmente liberi.

Il Parlamento europeo dà il via libera al green pass –Fonte:dire.it

Il certificato verrà rilasciato dalle autorità dei vari Stati, identificati nelle strutture ospedaliere, nei centri di test o dalle autorità sanitarie. Sarà possibile accedere alla versione digitale del documento tramite il proprio smartphone, nonostante lo si possa anche disporre in versione cartacea. Entrambe saranno fornite di un Qr code, al cui interno verranno registrate tutte le informazioni essenziali sottoscritte tramite firma digitale, tale da garantire tutela contro qualsiasi atto di contraffazione. Risulta chiaro come ciò faciliterà, così, il controllo dei dati.

Saranno riconosciuti solo i vaccini autorizzati nell’Ue e, eventualmente, anche quelli accettati dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS) per il solo uso emergenziale.

È perciò escluso a livello europeo il vaccino Sputnik, ma ciò non preclude la prerogativa delle Nazioni dell’Unione di predisporre altri sieri.

Validità del Certificato

Il documento oltre alla sottoscrizione nella lingua del Paese che lo ha prodotto, sarà fornito di una traduzione in lingua inglese. Una volta rilasciato dovrà essere accettato da tutti gli Stati membri dell’Unione, anche da Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Il possesso dello stesso vieterà l’applicazione delle restrizioni e consentirà la libera circolazione del viaggiatore europeo al pari dei cittadini dello Stato Ue visitato.

Non è stata ancora prevista una scadenza dei certificati, in quanto tale durata dipenderà esclusivamente dalle decisioni da prendere in base ai dati scientifici, non ancora ottenuti, riguardo l’effettivo periodo di protezione del vaccino.

Il Green Pass europeo per tornare a viaggiare –Fonte:tgcom24.mediaset.it

In Italia, come in altri Paesi, è stato deciso che la validità del Green Pass avrà inizio dal quindicesimo giorno successivo alla prima dose, fino alla data prevista per la somministrazione della seconda, subendo poi, così, un prolungamento di nove mesi. Tale regola avrà valore anche per gli stranieri che arrivano nel nostro Paese.

Altresì, per l’Unione Europea il documento deverrà efficace dal quattordicesimo giorno dalla somministrazione della seconda dose.

Le decisioni per chi non è stato vaccinato

Coloro i quali ancora non si sono sottoposti all’iniezione del vaccino contro il Covid, potranno ottenere il certificato a seguito di un test molecolare o antigenico, secondo libero apprezzamento degli Stati, con esito negativo. La stessa possibilità sarà offerta in caso di guarigione dal contagio avvenuta negli ultimi sei mesi.

Test molecolari –Fonte:regione.piemonte.it

Affinché si possa garantire l’unità familiare, i minori che viaggiano con i genitori, dovranno essere esentanti dalla sottoposizione al periodo di quarantena. Per i bimbi con età inferiore a 6 anni l’esenzione si estenderebbe al relativo test negativo al viaggio.

Differenze con il Green Pass italiano

Certificato verde Covid-19 –Fonte:lanotiziagiornale.it

Nell’attesa della piena attuazione dell’Eu Digital Covid Certificate, in Italia esiste già il Green Pass, che prende il nome di Certificazione verde Covid-19. Essa è volta a favorire gli spostamenti tra le regioni con colori diversi (arancioni e rosse), ma trova altresì applicazione per la partecipazione a cerimonie civili e religiose, per le visite ai propri parenti presso le case di riposo (RSA) e si prospetta che avrà valore per l’accesso a concerti, spettacoli e discoteche. Si intende, perciò, come un documento comprovante uno dei seguenti stati:

  • L’avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2;
  • La guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2: che corrisponde alla data di fine isolamento, prescritto a seguito del riscontro di un tampone positivo;
  • Il referto di un test molecolare o antigenico rapido per la ricerca del virus SARS-CoV-2 e che riporti un risultato negativo, eseguito nelle 48 ore antecedenti.

Questa sarà rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura sanitaria o dal Servizio Sanitario Regionale di competenza a seguito dell’avvenuta vaccinazione. Secondo il Decreto legge 65/2021 entrato in vigore dal 18 maggio 2021, il Green Pass potrà essere consegnato contestualmente alla somministrazione della prima dose di vaccino.

Qualora sia attestata, dalla struttura ospedaliera, dall’ASL o dai medici di medicina generale, l’avvenuta guarigione, il documento sarà accompagnato da una certificazione, a seguito di un tampone rapido, con validità di 48 ore dal prelievo effettuato, presso strutture abilitate.

I tempi di validità della Certificazione verde Covid-19 si basano sulle tre casistiche precedentemente dette:

  • A chi ha completato il ciclo vaccinale, avrà un certificato della durata di 9 mesi;
  • A chi è guarito dal Covid-19 avrà un certificato della durata di 6 mesi;
  • In caso di tampone negativo il certificato vale per 48 ore dal test.

Come funzionerà l’Eu Digital Covid Certificate 

Ogni Paese membro avrà l’onere dell’emissione dei certificati, presso strutture abilitate al loro rilascio e dotate di propria chiave di firma digitale, conservate in ciascun database di ogni Nazione. Il documento al momento del controllo prevedrà la scansione del Qr Code e alla verifica della firma apposta.

Eu Digital Covid Certificate –Fonte: ilfattoquotidiano.it

Al fine di consentire l’interoperabilità, ossia lo scambio dei diversi dati, la Commissione europea ha creato un gateway, mediante il quale le firme dei certificati potranno essere verificate in tutta l’Ue. I dati personali del titolare del certificato rimarranno entro i confini del proprio Paese e non verranno trasmessi ad altri.

Ogni Stato avrà la facoltà di scegliere le modalità di distribuzione dei documento, preferendo o la modalità centralizzata oppure affidandola presso i centri o gli operatori sanitari. In Italia sarà possibile aver accesso ai propri codici, attraverso l’app IO, ossia l’applicazione contente numerosi servizi digitali della Pubblica Amministrazione.

Le disposizioni di salvaguardia

Varianti Covid –Fonte:fortuneita.com

Nel caso in cui si debba “salvaguardare la salute pubblica” i singoli Paesi membri saranno legittimati nell’imposizione di ulteriori restrizioni di viaggio da applicare ai titolari dei certificati. Si seguiranno le forme di quarantena, di autoisolamento o di test, qualora sorgano varianti che cagionino preoccupazione. Secondo quanto predisposto dal Parlamento europeo, tali misure dovranno essere notificate con 48 ore di anticipo agli altri Stati Ue e alla Commissione, mentre ai cittadini dovrà essere fornito il preavviso di 24 ore.

Giovanna Sgarlata

Brasile, manifestanti in 200 piazze chiedono l’impeachment del presidente Bolsonaro per la sua “catastrofica gestione della pandemia”

Fonte: Il Fatto Quotidiano

Sabato 29 maggio decine di migliaia di persone sono scese in piazza nelle principali città del Brasile per protestare contro il presidente ultranazionalista (e negazionista) Jair Bolsonaro, accusato di aver capitanato una catastrofica gestione della pandemia che, proprio nel gigante latino-americano, ha provocato finora oltre 461 mila morti. I manifestanti chiedono infatti l’impeachment del presidente. Secondo alcuni osservatori si è trattato della più grande manifestazione a cui il Paese abbia assistito dall’inizio della pandemia di Covid.

I luoghi delle maggiori proteste

Sono circa 200 le città brasiliane in cui si sono tenute le manifestazioni di protesta contro Bolsonaro, tra cui San Paolo, Rio De Janeiro e Brasilia. Gran parte delle persone scese in piazza erano giovani, i quali hanno scandito slogan di ogni tipo contro il presidente di estrema destra.

Le manifestazioni sono state quasi ovunque pacifiche, con l’unica eccezione di Recife, capitale dello stato del Pernambuco terra dell’ex presidente Lula, che ha deciso di non appoggiare pubblicamente le proteste per mantenere un profilo basso. I dimostranti sono stati qui caricati dalla polizia con lacrimogeni e proiettili di gomma che hanno causato decine di feriti.

Nel centro di Rio sono state 10 mila le persone che – tra sinistra e movimenti studenteschi – hanno sfilato gridando «Fuori Bolsonaro», «Vaccino subito», «Bolsonaro genocida» e «Fuori Bolsovirus».

Riempito da oltre 80 mila persone l’Avenida Paulista di San Paolo, viale simbolo della capitale economica del Sudamerica. Durante la sfilata lungo il viale, il leader del Movimento dei Lavoratori Senza Tetto (Mtst) Guilherme Boulos è avanzato così:

«Siamo in strada per difendere vite. Non aspetteremo seduti le elezioni presidenziali del 2022 e la manifestazione di ieri è stata solo l’inizio».

In effetti Boulos sta togliendo spazio da sinistra a Lula ed è già candidato alla presidenza del Psol (Partito Socialismo e Libertà), nato da una scissione «a sinistra» del PT (partito dei lavoratori) di Lula.

Ma i commenti accusatori sono arrivati anche da parte di altri agguerriti manifestanti:

«Dobbiamo fermare questo governo», «Bolsonaro è un genocida. È un assassino, non si rende conto del disastro che sta causando».

Il presidente Jair Bolsonaro. Fonte: ISPI

Si sono verificate proteste anche a Salvador e a Belo Horizonte, dove molte persone hanno deciso di puntare tutto sullo scherno, travestendosi da scheletri con la testa di Bolsonaro e tenendo in una mano la falce della morte e una bottiglia di clorochina nell’altra (farmaco lodato dal presidente come risposta per prevenire l’infezione da coronavirus, nonostante non ci siano prove sulla sua efficacia).

Non potevano certamente mancare infine le proteste nella capitale Brasilia, arrivate dopo che nei due precedenti fine settimana lo stesso Bolsonaro aveva indetto due manifestazioni di sostegno al governo, in risposta alla sua perdita di popolarità: secondo l’ultimo sondaggio di Datafolha quest’ultima è infatti scesa al minimo storico del 24%.

Mala gestione e Impeachment del presidente

Durante la crisi del Coronavirus la popolarità di Bolsonaro è drasticamente precipitata, in quanto gran parte dell’opinione pubblica lo ritiene responsabile della disastrosa gestione della pandemia, che negli ultimi mesi ha condotto al collasso l’intero sistema sanitario brasiliano.

Fonte: ANSA.it

Finora è stato vaccinato con una dose poco più del 21% della popolazione e con due dosi poco più del 10%, una percentuale pari a 19 milioni di persone contro gli oltre 210 milioni di abitanti che si contano in tutto il Paese. Si tratta di un ritardo che chiaramente si riflette anche sul numero di contagi e decessi degli ultimi giorni: a soli due giorni fa risalgono, secondo il ministero della Salute, 79.670 nuovi casi di contagio e 2.012 vittime provocate dalla malattia.

Con questo si spiegherebbe dunque perché il presidente brasiliano starebbe ad oggi affrontando la più grande crisi politica dall’inizio della sua presidenza: il 49% dei brasiliani sarebbe infatti favorevole al suo impeachment, mentre il 46% è contrario.

L’impeachment (ovvero la messa in stato d’accusa) è un istituto giuridico, presente in diversi Stati del mondo, con il quale si prevede il rinvio a giudizio di titolari di cariche pubbliche allorché si ritenga che nell’esercizio delle loro funzioni abbiano commesso determinati illeciti.

Le manifestazioni preannunciano scottanti elezioni nel 2022

È vero che già nel gennaio scorso manifestanti appartenenti sia ai gruppi di destra che di sinistra avevano sfilato in vere e proprie carovane d’auto per chiedere l’impeachment di Bolsonaro, ma le proteste del 29 maggio hanno avuto un valore simbolico molto diverso, senza precedenti. Questo perché in strada sono scese anche quelle categorie dimenticate della società brasiliana di oggi, vale a dire poveri, precari e movimenti di rivendicazione della terra.

Fonte: Il Giornale

A detta di molti organizzatori lo scorso sabato sono andate in scena le prove generali del prossimo anno elettorale, che si preannuncia alquanto bollente specialmente per i movimenti sociali e i sindacati vicini al Partito dei lavoratori (PT) di Lula e allo PSOL di Boulos.
Alle elezioni del 2022 una rielezione dell’attuale presidente in carica è tutt’altro che scontata, laddove invece sembrano esserci buone possibilità per la ricandidatura di Lula, principale leader della sinistra brasiliana ed ex presidente dal 2003 al 2011.

Gaia Cautela

Nuovo accordo Ue: consentito il turismo ai vaccinati, ma il green pass europeo è ancora in trattativa. In Sicilia nuove iniziative sulle vaccinazioni

Fonte: Il Messaggero

Gli Stati membri dell’Unione Europea permetteranno – in seguito ad un accordo preliminare raggiunto dagli stessi – i viaggi turistici ai cittadini dei Paesi che non fanno parte dell’Unione: lo ha annunciato, ieri 19 maggio, il portavoce della Commissione Europea Christian Wigan, mentre è ancora aperta la disputa tra Consiglio ed Eurocamera, per l’accordo sul pass vaccinale Covid per i viaggi degli europei nell’Unione.

A livello locale, invece, arriva la nuova iniziativa ‘’Proteggi te e i nonni’’ promossa dalla Regione siciliana per dare ulteriore impulso alla campagna vaccinale nell’Isola.

L’Ue approva la proposta della Commissione

L’accordo raggiunto dall’Unione riguarda la proposta avanzata dalla Commissione il 3 maggio, ovvero, quella di ammettere l’ingresso nei Paesi dell’Unione per fini turistici, a tutti i visitatori che potranno dimostrare di aver completato, 14 giorni prima del viaggio, tutto il processo di vaccinazione anti-covid, con uno dei vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).

I vaccini attualmente autorizzati sono: Pfizer-BioNTech, AstraZeneca, Moderna e Johnson & Johnson. Mentre non sono autorizzati né il vaccino russo Sputnik V né quelli cinesi di Sinovac e Sinopharm.

Fonte: Fanpage

Wigand ha detto che i membri del COREPER (Comitato dei rappresentanti permanenti dei governi degli Stati membri dell’Unione europea) hanno approvato la proposta della Commissione, che dovrà però essere ora adottata dal Consiglio Europeo ed, in seguito, anche dai governi dei singoli paesi.

L’annuncio è stato accolto favorevolmente al Parlamento europeo dal capogruppo socialista, Iratxe Garcia, che all’Europarlamento rilascia le seguenti parole:

«Qualsiasi accordo che miri a normalizzare la situazione … con tutte le garanzie sanitarie, ovviamente, e con il supporto di medici esperti e ricercatori … penso sia positivo».

Le specifiche dell’accordo

La trovata intesa tra gli ambasciatori europei prevede la raccomandazione ai governi dei singoli Paesi di rimuovere le restrizioni vigenti nei confronti dei turisti extra-Ue (provenienti da fuori dell’Unione) ed il permesso, all’arrivo, delle persone vaccinate con i sieri approvati dall’EMA.

Il Consiglio ha poi deciso di espandere la lista di Paesi – che non fanno parte dell’Unione – da considerarsi con una buona situazione epidemiologica e dai quali sono permessi i viaggi per motivi turistici.

La lista verrà stilata «sulla base di nuovi criteri» benché questi ultimi non siano ancora del tutto chiari, secondo quanto detto da Wigand. Con le nuove regole, comunque, si dovrebbe compiere un significativo salto da 25 a 75 Stati che riceveranno il nullaosta, qualora dovessero registrare 75 casi Covid ogni 100 mila abitanti negli ultimi 14 giorni.

Ha poi aggiunto che, al fine di limitare il rischio che nuove varianti del coronavirus facciano il loro ingresso nell’Unione Europea, «è stato previsto un meccanismo di freno di emergenza, che consente ai Paesi di agire rapidamente e in modo coordinato» per ripristinare le restrizioni.

Nuovi spostamenti consentiti

Finora gli arrivi da paesi terzi nell’Unione Europea sono il più delle volte proibiti per motivi che non siano di salute, lavoro e necessità. Ma laddove la situazione epidemiologica risulta essere particolarmente buona, indipendentemente dalla situazione vaccinale del viaggiatore, gli spostamenti verso l’Unione sono consentiti ai cittadini.

Otto sono i Paesi da cui è attualmente possibile partire anche per altri motivi, non necessariamente prioritari: si sta parlando di Israele, Australia, Nuova Zelanda, Ruanda, Singapore, Corea del Sud, Thailandia e Cina (per quest’ultima solo se confermata la reciprocità per i turisti europei). Chiunque arrivi deve comunque presentare il risultato negativo di un test o, se le regole del Paese d’ingresso lo prevedono, sottoporsi ad un periodo di quarantena.

Secondo una simulazione circolata tra i diplomatici a Bruxelles, poi, sulla base dei nuovi criteri rientrerebbero nell’elenco anche Giappone, Marocco, Albania, e Regno Unito, ma non gli Stati Uniti (la cui soglia va ben oltre). Ciononostante, il premier britannico Boris Johnson continua a ribadire le sue raccomandazioni per i cittadini inglesi di non viaggiare per turismo nei 170 Paesi e territori inseriti nella cosiddetta ‘’lista arancione’’, comprendente pressoché tutta l’Ue (Italia inclusa) ad esclusione del Portogallo.

Green Pass europeo

Fonte: Il Messaggero

L’Unione Europea si sta organizzando affinché sia possibile realizzare un sistema che permetta di muoversi nei Paesi europei tramite un green pass europeo dei viaggi, che consista in un semplice QR Code.

Il Certificato EU Covid-19 – documento che attesta se una persona ha completato l’intero ciclo vaccinale contro il Covid-19 oppure se è guarita dall’infezione – dovrebbe essere già disponibile entro giugno, sia in versione fisica che digitale.

Tuttavia, le istituzioni Ue sono ancora in trattativa per via di alcuni punti che ostacolano il raggiungimento di un accordo finale. Tra questi, il prezzo dei test PCR (test molecolare che evidenzia la presenza di materiale genetico del virus), alto, soprattutto per i giovani, ma necessario ai fini dell’ottenimento del green pass.

«Abbiamo bisogno di un certificato a livello europeo, altrimenti rischiamo di avere una frammentazione dei documenti e questo non è nell’interesse di nessuno in Europa. Ecco perché abbiamo bisogno di un certificato. Ma per il Parlamento è chiaro che il certificato deve significare qualcosa, deve significare che le persone hanno il diritto di viaggiare nell’UE, che ha libertà di movimento», afferma il leader del gruppo PPE Manfred Weber.

‘’Proteggi te e i nonni’’, l’iniziativa siciliana

Dopo l’avvio alle prenotazioni vaccinali per gli over 40 e i diversi open day degli ultimi giorni, la Regione Sicilia presenta un nuovo progetto intitolato ‘’Proteggi te e i nonni’’, indirizzato agli ultra 80enni e ad i loro accompagnatori (anche più di uno) over 18, non necessariamente legati da un vincolo di parentela.

Fonte: Antenna Uno Notizie

Da venerdì 21 a domenica 23 maggio, gli interessati potranno presentarsi in tutti gli hub provinciali della Sicilia per ricevere il vaccino anti-covid, senza che sia necessaria alcuna prenotazione. Sarà loro riservata un’apposita corsia in modo tale da ridurre i tempi di attesa. Per gli accompagnatori verranno utilizzati, previa adesione volontaria, vaccini “a vettore adenovirale’’ (vale a dire Johnson & Johnson o AstraZeneca).

Nel frattempo, in provincia di Messina, è già in corso la nuova iniziativa “on the road’’, che prevede il giro di un camper ‘’anti-covid’’ tra tutti i piccoli paesini del messinese, per portare il vaccino praticamente sotto casa dei residenti. La prima tappa si è svolta lo scorso 18 maggio a Roccafiorita. Per sapere le successive tappe è possibile cliccare sul seguente link: https://normanno.com/attualita/vaccini-a-km-0-nella-provincia-di-messina-arriva-il-camper-anti-covid/ .

Gaia Cautela

Vaccinazioni Anti COVID-19, Sicilia e isole minori: le novità annunciate da Musumeci

La Sicilia apre, da domani, giovedì 6 maggio, alle prenotazioni per i vaccini anche ai cittadini dai 50 anni in su, ‘’smarcandosi’’ così dal piano vaccinale nazionale, stabilito dal generale Figliuolo. Lo ha annunciato il Presidente della Regione Nello Musumeci durante una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.

Nello Musumeci lancia un appello a Figliuolo. Fonte: Normanno.com

Dal prossimo weekend verrà inoltre dato il via alla vaccinazione di massa nelle isole minori, con una somministrazione di dosi prevista per tutti i cittadini dai 18 anni in su.

Per quanto riguarda la provincia di Messina sono state finora somministrate 194 mila dosi, mentre la psicosi da AstraZeneca spiega le 250 mila dosi inutilizzate nei frigoriferi siciliani.

Da giovedì vaccini agli under 60

La prenotazione per la vaccinazione sulla piattaforma nazionale potrà essere effettuata da tutti i cittadini tra i 50 e 59 anni, a partire dalle ore 20 di questo giovedì (anche se inizialmente era stato indicato il 5 maggio come giorno di avvio).

Fonte: RomaSette

Le somministrazioni saranno effettuate con il siero AstraZeneca e cominceranno a partire da giovedì 13 maggio, secondo l’ordine di prenotazione. In base a quanto previsto poi dalle raccomandazioni del Piano Nazionale, le vaccinazioni per i soggetti con patologie pregresse, della stessa fascia di età, saranno effettuate a partire dal 7 maggio, durante gli open day organizzati nei Punti vaccinali dell’Isola e negli Hub, con Pfizer-Biontech. In quest’ultimo caso, non sarà necessaria la prenotazione.

Queste le parole del governatore siciliano Musumeci in merito ai nuovi provvedimenti:

«Abbiamo chiesto al commissario Figliuolo, con due lettere, la possibilità di ammettere al vaccino anche le persone al di sotto dai 50 ai 60 anni. Ci è stato sempre risposto che non è possibile, e che può essere consentito solo quando avremo messo al sicuro gli ultra 80enni ma è chiaro che non abbiamo poteri sanzionatori o coercitivi, per convincere i riottosi, i diffidenti, gli ultraottantenni e persino i soggetti fragili, a sottoporsi al vaccino. Quindi noi abbiamo deciso di aprire, a partire da domani, la prenotazione ai cittadini dai 50 in su».

«Spero che il generale Figliuolo voglia comprendere che da parte nostra non c’è alcuna volontà di essere disobbedienti – continua – ma avvertiamo tutti il peso della responsabilità della specifica condizione epidemiologica dell’isola ma anche di carattere sociale. Dobbiamo correre, altrimenti non ce ne usciremo più da questo tunnel».

La priorità vaccinale alle isole minori

Con il via libera alla campagna di vaccinazione di massa nelle isole minori siciliane – annunciato da Musumeci – le prime somministrazioni verranno effettuate il prossimo venerdì a Lampedusa e Linosa, mentre per il resto delle isole sarà possibile a partire da lunedì prossimo.
La decisione del Presidente Musumeci è stata accolta con grande soddisfazione dal referente di Eolie in Azione e responsabile organizzazione provinciale messinese del partito di Calenda, Francesco De Pasquale, il quale spiega:

«Non più tardi di una settimana fa avevamo incalzato e chiesto a gran voce al Governo regionale di procedere in questa direzione, in considerazione delle grandi fragilità che caratterizzano i sistemi sanitario e infrastrutturale delle nostre isole siciliane. Due punti sui quali, certamente, la pandemia ha acceso fortemente i riflettori. E non è più tempo di nascondere la testa sotto la sabbia: certe criticità, adesso, vanno affrontate una volta per tutte, con massima urgenza e profonda serietà. Da troppo tempo gli isolani sono trattati, inaccettabilmente, come figli di un Dio minore».

Fonte: Gazzetta del Sud Sicilia

«Intanto, applaudiamo alla scelta di buonsenso del Presidente Musumeci, auspicando una sempre maggiore attenzione per la Sicilia tutta e per i suoi territori con bisogni speciali e urgenti; e, in special modo, per quelli che sono zone di frontiera (come, ad esempio, Lampedusa) o i centri di grande affluenza turistica. Una politica seria non è certamente quella che attende inerme si verifichino le tragedie prima di intervenire. Dunque, se è possibile, tentare di ridurre i rischi (e conseguenti costi) non solo è giusto ma assolutamente doveroso» conclude.

I dati sulle vaccinazioni in provincia di Messina

Le dosi di vaccino anti Covid somministrate finora in provincia di Messina sono 193.750, di cui 127.188 sono prime dosi e 66.562 seconde dosi. Per quel che riguarda le prime, 90.355 sono Pfizer, 24.390 AstraZeneca e 12.443 Moderna, mentre ancora non è stata registrata alcuna dose Johnson. E ancora, 29.949 sono state le dosi somministrate agli ultra 80enni, 52.420 alle persone che hanno tra i 60 e i 79 anni e 44.819 a persone di età inferiore ai 60 anni.
La Sicilia, comunque, resta la regione con la peggiore percentuale nazionale di somministrazioni rispetto alle dosi disponibili: dall’inizio della campagna vaccinale sono stati somministrati circa un milione e mezzo di vaccini (poco più di un milione come prima dose e il resto come seconda) su una disponibilità di 1 milione 923mila 625. Tali numeri corrispondono ad una percentuale del 78.3 %, contro una media nazionale del 85.6 %. Al momento nell’Isola risulta già immunizzato (con doppia dose) il 10% della popolazione, mentre la percentuale sale a 21 se si tiene conto soltanto della prima somministrazione.

Il problema dosi di AstraZeneca

In Sicilia, sono 250 mila le dosi di AstraZeneca chiuse nei frigoriferi e per il momento inutilizzate. A comunicare il dato aggiornato è il dirigente generale del Dasoe, Mario La Rocca, in conferenza stampa a Palazzo D’Orleans, sede della Presidenza della Regione siciliana.
Il Presidente Musumeci ha ritenuto dunque necessario fare chiarezza su alcuni decessi non legati in alcun modo alla somministrazione dei sieri AstraZeneca:

«Abbiamo avviato l’open day tre settimane fa per dare forza e impulso alla campagna di vaccinazione e a quella con AstraZeneca in modo particolare, la cui scorta nei frigoriferi è sempre stata abbondante. Verso AstraZeneca c’è stata e c’è una comprensibile ma ingiustificata psicosi, a fronte di 5-6 decessi la cui connessione con il vaccino comunque è stata esclusa».

Fonte: ANSA.it

Gaia Cautela

India: boom di contagi. Usa e Ue istituiscono un piano di aiuti. Speranza firma l’ordinanza sullo stop agli arrivi dall’India

Acuta drammaticità nel continente asiatico. L’India diventa l’epicentro della pandemia, spaventano i numeri dei contagi e delle morti. Gli Stati Uniti e l’Unione Europea inviano dispositivi salva vita.

Variante indiana –Fonte:bresciatoday.it

Durante le ultime settimane l’India è stata investita da un’incisiva aggressione di una nuova variante del coronavirus, che sembra più trasmissibile e pericolosa rispetto a quelle già note in circolazione. A rendere la situazione più critica risulta essere la totale perdita di controllo del contenimento della stessa, che ha portato le autorità locali a dover provvedere all’eliminazione dei corpi degli infetti lasciati per strada attraverso l’incenerimento dei cadaveri. Il Paese asiatico raggiunge così il quarto amaro record consecutivo per contagi giornalieri.

La variante indiana

Variante indiana con doppia mutazione –Fonte:agi.it

Già nota da diversi mesi, la variante indiana consiste in una tripla mutazione, ossia la fusione di tre diversi ceppi del Covid-19, che unendosi hanno dato vita ad un “doppio mutante” noto come B.1.617, la cui diffusione si ritiene essere partita dagli Stati come il Maharashtra, Delhi e il Bengala occidentale.

Inizialmente questa non ha destato particolari preoccupazioni degli esperti, ma a far capovolgere la situazione è stato il grave allarme dell’improvviso boom epidemiologico nel Paese subcontinentale. Si è registrato così il più elevato numero di morti giornalieri mai raggiunto pari a 2.767. Sebbene si tema che le cifre reali dei defunti siano ben più alte, la media statistica del Paese stima che nella capitale New Delhi avvenga un decesso ogni 4 minuti.

Covid-19, inviati respiratori in India –Fonte:bluewin.ch

Per quanto gli scienziati non abbiano ancora dati certi riguardo la contagiosità della nuova variante e della sua abilità di causare sintomi più o meno gravi, risulta accorato l’appello di massima allerta.

Il collasso della sanità

New Delhi diventa così teatro di ospedali i cui corridoi sono occupati da letti e barelle, le famiglie implorano la richiesta di assistenza ai loro cari e molti cittadini periscono sulla soglia della struttura sanitaria.

La variante indiana del Covid –Fonte:panorama.it

L’ambasciatore italiano nella capitale, Vincenzo De Luca sostiene che

“Il Paese sta vivendo un’impennata rapidissima. Le curve dei contagi sono schizzate all’insù prima nelle aree urbane e ora stanno crescendo anche in quelle rurali, mentre il sistema sanitario fatica a far fronte alla sfida della domanda di ricoveri e farmaci: l’India sta affrontando una fase di massima allerta e ha bisogno di una risposta e di una cooperazione globale”

Ciò ha contribuito a prorogare di una settimana il lookdown nella capitale, mentre si attendono gli aiuti promessi dalle Nazioni del globo. Risulta altresì chiaro come l’accorato invito abbia destato molta preoccupazione, dando il via ad una corsa di aiuti nel Paese, affinché la situazione fuori controllo possa rimarginarsi.

Aiuti internazionali: USA e UE

La mobilitazione degli Stati Uniti è avvenuta a seguito di un colloquio telefonico tra il Consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, con la controparte di New Delhi.

“Gli Stati Uniti sono profondamente preoccupati per la grave epidemia di Covid in India. Stiamo lavorando 24 ore su 24 per distribuire più rifornimenti e supporto ai nostri amici e partner in India mentre combattono coraggiosamente questa pandemia.”

L’America è pronta a spedire in India alcune materie prime necessarie per la produzione del Covishield, la versione indiana del vaccino AstraZeneca. L’esportazione di tali sostanze, secondo quanto riportato dal New York Times, riflette la decisione presa dall’amministrazione Biden che avrebbe abrogato il divieto di trasferimento di quegli elementi necessari per la creazione del farmaco. Altresì il Paese a stelle e strisce spedirà gli strumenti essenziali di prevenzione per gli operatori sanitari, come tute protettive e invierà le forniture di ossigeno fondamentali da adoperare nella terapia dei pazienti più gravi.

In India parte l’Oxygen Express –Fonte: it.finance.yahoo.com

Alla stregua delle decisione prese, la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, secondo quanto espresso dall’Agence France-Presse (AFP), ha riferito che l’Unione Europea sta rassembrando tutte le risorse per rispondere prontamente alla richiesta di assistenza, attraverso un innovativo sistema di protezione civile dell’Ue. Si crea così un meccanismo che permette ai 27 Paesi membri dell’Unione di sincronizzarsi per intervenire in caso di emergenza. Secondo quanto riportato dal Commissario Ue per gli Aiuti umanitari Janez Lenarcic, tale coordinazione è già stata avviata dalle Nazioni coinvolte nell’accordo, per contributi di ossigeno e farmaci.

La risposta italiana alla variante

L’arrivo nella scorsa serata all’aeroporto di Fiumicino di un volo proveniente da Nuova Delhi, desta preoccupazione. I 214 passeggeri sono stati destinati a test e quarantena presso le strutture predisposte dalla cittadella militare della Cecchignola e nel Covid hotel di Roma.

Covid: arrivo volo dall’India –Fonte:ansa.it

L’appello promosso dal Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, è volto a sollecitare l’attivazione di misure che fermino le partenze dal subcontinente indiano, invitando gli Stati membri alla realizzazione di iniziative che coordinino gli arrivi su tutto il territorio europeo. Il ministro della Salute Roberto Speranza, a seguito dell’impennata dei contagi prodotta dalla divulgazione della variante indiana, ha firmato una nuova ordinanza che indice il divieto di ingresso in Italia per coloro che hanno soggiornato nel Paese subcontinentale e nel Bangladesh negli ultimi 14 giorni.

Variante indiana, Speranza blocca l’ingresso in Italia –Fonte:corriere.it

Il documento prevede che i residenti in Italia potranno rientrare con tampone in partenza e all’arrivo e con obbligo di quarantena. Chiunque sia stato in India nelle ultime due settimane e si trovi già nel nostro Paese è tenuto a sottoporsi a tampone contattando i dipartimenti di prevenzione.

Tali restrizioni rimarranno attive fino al 12 maggio e sono volte ad irrigidire le misure di controllo, impedendo che il record negativo registrato in India possa ripetersi anche in Italia. Nonostante gli scienziati stiano lavorando ininterrottamente per studiare la “neonata variante”, Speranza ribadisce altresì la necessità di tenere alta la guardia fin quando non si avranno risposte più certe.

Giovanna Sgarlata

Differenze di genere e COVID-19: confronto della malattia tra uomo e donna

Questo lungo anno ha reso evidente la presenza di importanti differenze interindividuali nelle manifestazioni della malattia da Coronavirus: alcuni soggetti vanno incontro a una sintomatologia più grave mentre altri a una semplice sindrome simil-influenzale o addirittura rimangono asintomaticiIl concetto si applica anche alla risposta alle terapie farmacologiche: non sempre le cure funzionano.

Questo è senza dubbio motivo di angoscia sia per i pazienti che per i familiari, ma la scienza sta facendo sempre maggior chiarezza sulle basi di questo meccanismo. Una delle principali motivazioni è da ricercare nel corredo genetico ed enzimatico proprio della persona. Di fronte a tutte queste differenze viene da chiedersi: uomini e donne reagiscono in modo diverso al SARS-CoV-2?

Punti chiave

  1. Chi viene colpito di più?
  2. ACE2, di cosa si tratta
  3. Interazioni con il virus: perché le donne potrebbero essere protette?

Chi viene colpito di più?

Sembra proprio che gli uomini siano più propensi a contrarre il virus e a sviluppare delle complicanze anche gravi. Ma perché? Le ragioni potrebbero essere tra le più disparate, per esempio una maggiore (per ora) propensione al tabagismo nella popolazione maschile.

Altra spiegazione invece la si può trovare nella più pronta risposta del sistema immunitario femminile nel bloccare l’infezione. Tuttavia è stato anche ipotizzato anche un coinvolgimento di un enzima, ACE2, che regola l’attività di un sistema chiamato RAS.


ACE2: di cosa si tratta

Il RAS, o sistema renina-angiotensina-aldosterone, regola la pressione del sangue e la volemia (il volume di sangue nel nostro corpo) essendo a pieno titolo uno dei meccanismi più importanti per il mantenimento della stabilità dell’organismo. Se la pressione si abbassa e/o si riduce la volemia, il rene rilascia in circolo un enzima chiamato renina, il quale convertirà una proteina epatica, l’angiotensinogeno, in angiotensina I. L’angiotensina I potrà a sua volta essere trasformata in altri intermedi, in un processo finemente regolato. Tra i vari enzimi che prendono parte a queso processo c’è proprio ACE2.

Sistema RAS – Fonte: Journal of Clinical Pathology

È un enzima attivo ed espresso in molti tessuti, in particolare, la sua concentrazione è alta nei polmoni, nel rene, nei vasi e nel cuore. La funzione principale di ACE2 è di degradare la angiotensina II, uno degli ormoni deputati al controllo pressorio, che aumenta la forza di contrazione del cuore e la frequenza cardiaca. ACE2 lavora in opposizione a un altro enzima, detto semplicemente ACE, che al contrario favorisce la vasocostrizione. Nei polmoni inoltre, questo enzima metabolizza oltre l’angiotensina anche altre molecole ed è proprio qui a livello dell’apparato respiratorio che si gioca il suo ruolo.

È stato scoperto infatti che una concentrazione aumentata di angiotensina possa peggiorare la sintomatologia da COVID19, favorendo l’accumulo di liquidi nei polmoni.

Interazioni con il virus: perché le donne potrebbero essere protette?

Si è visto che il SARS-CoV-2 per entrare all’interno delle cellule polmonari ha bisogno di legare proprio ACE2Questo porterebbe a pensare che avere una concentrazione alta di questo enzima-recettore sia sfavorevole, in quanto predispone maggiormente all’infezione. 

Così non sembra, in quanto le donne, che grazie agli estrogeni esprimono in maggior misura ACE2, molto spesso manifestano l’infezione in maniera più lieve. Ciò accade perché l’enzima metabolizza l’angiotensina in eccesso, impedendole di provocare danni. Viceversa gli ormoni androgeni svolgono un ruolo opposto.

L’ipotesi di ACE2 come protezione nasce da quanto osservato nei neonati venuti alla luce durante la pandemia.  In Cina hanno appurato che, nella seconda parte della gravidanza, nelle donne aumenta l’espressione di ACE2.
Secondo questi studi, attraverso la circolazione feto-placentare, l’enzima potrebbe essere trasferito al feto, proteggendolo dal virus.
Ovviamente, anche quest’ultima ipotesi è ancora tutta da dimostrare, ma se così fosse si spiegherebbe perché i neonati in particolar modo non sono molto propensi a sviluppare forme gravi della malattia.

Non ci sono ancora certezze in questo campo ma saranno necessari ulteriori studi per approfondire quello che potrebbe essere un altro passo alla comprensione di questa malattia.

Maria Elisa Nasso