Unime-Mons: la firma della convenzione

Questa mattina, in Aula Senato, si è svolta la conferenza stampa in cui è stato ufficializzato l’accordo tra l’Università di Mons e l’Università degli Studi di Messina.
Il lavoro, iniziato a luglio proprio in Belgio, è terminato con la firma sul contratto da parte del Rettore Prof. Pietro Navarra e del Rettore dell’Università di Mons, Calogero Conti.

Presente all’incontro anche una delegazione belga e l’ex Primo Ministro Elio Di Rupo, Presidente del partito socialista.

A fare gli onori di casa, in apertura, il Magnifico Rettore Navarra: “Ho il piacere di avere presenti l’On. Di Rupo ed il Rettore Calogero Conti. Abbiamo intrapreso un percorso importante, che ha portato alla stipula di importanti accordi”. Mobilità internazionale di studenti e docenti, condivisione della ricerca scientifica e realizzazione di attività congiunte: questi i punti salienti dell’accordo.

Successivamente è intervenuto l’On. Di Rupo, ricordando le proprie origini italiane, ed elogiando la collaborazione dell’Ateneo messinese: “Ho il piacere di vedere i contatti tra le Università che collaborano, è bello condividere il potenziale intellettuale. Volevo inoltre ringraziare il Rettore e i Professori per il riconoscimento del lavoro e delle mie origini: il mio sangue è italiano, mi fa molto piacere essere qui”.

In conclusione, è intervenuto Calogero Conti, Rettore dell’Università di Mons: “Voglio ringraziare il Rettore e l’Università per l’accoglienza. Sono felice delle firma alla convenzione tra le nostre università, l’allargamento della dimensione internazionale è indispensabile, così come lo è nella ricerca”.

In conclusione, è arrivata la firma alla convenzione.
Nello specifico, le aree interessate sono: area medica, biotecnologie, chimica, farmacia, psicologia e scienze della formazione.

Alessio Micalizzi

Amico caro, fatti una Convenzione tutta tua..

Anno nuovo, o forse no. Neanche il tempo di abituarsi alle vacanze estive (di difficile collocazione per noi studenti universitari) che l’anno accademico è ricominciato. Sorrisi, speranze, progetti e ambizioni si rimescolano al panorama cittadino, sempre più confusionario e imperfetto, ma pur sempre “presente”. Passi che dalle parti di noi direttori il concetto di progetto è ormai fin troppo chiaro (finalmente ci siamo, questo giornale decolla…menomale perché Micalizzi stava per incatenarsi al Rettorato) ma pensando a chi si affaccia per la prima volta al nostro Ateneo la vita non deve sembrare proprio una passeggiata. Pensateci: riempire chili e chili di documenti (quanti alberi abbattuti), rispettare scadenze, stare ore e ore alla segreteria di Palazzo Mariani nella speranza di uscire entro il prossimo cambio di moneta. E tralascio la parte “di contenuto” che si appresta ad affrontare la matricola: lezioni a qualsiasi orario di materie magari non tanto interessanti da svegli ma miracolose per schiacciare un pisolino. In tutto questo “tram tram” nelle ultime settimane ha tenuto banco, sui social e non solo, la questione riguardante la nuova convenzione ATM – UNIME per il trasporto pubblico, che consentirà ad ogni studente dell’Università di Messina la fruizione di bus e tram dalle 07:00 alle 22:00 al costo di 30 Euro, pagabile comodamente scaricando il MAV dal nostro spazio personale su ESSE3. Ma in quali giorni varrà questo abbonamento? Solo nei cosiddetti “feriali” cioè dal lunedì al sabato, escludendo i” festivi” che non sono solo le domeniche, come qualcuno poco argutamente potrebbe pensare, ma anche tutte le altre festività segnate in rosso sul calendario. Neanche il tempo di postare il testo integrale sul sito dell’Ateneo che già si scatenano le prime polemiche su Facebook , il miglior modo per amplificare qualcosa (fosse pure una cacca di piccone sull’auto del Rettore). Si va dal “a Milano costa meno” ad un “già paghiamo tasse alte, 30 Euro è un furto” e ci fermiamo qui per non essere censurati. Qualche precisazione forse però è utile a chiarire le idee: l’ATM ha precisato che l’anno scorso, a fronte di un tesserino al costo di 3 Euro e ad una previsione d’utenza pari a 2.500, ne erano state fatte oltre il doppio ed in virtù di questo il contributo richiesto è stato aumentato: niente di strano tutto sommato, se non fosse che a canone aumentato non corrisponde incremento del servizio (fermo restando l’evidente crescita di affidabilità: ci sono molti piu bus in giro e si dice a breve ne arriveranno altri). Spieghiamoci meglio: a parte ricordare che le navette per il Polo Papardo e per l’Annunziata continueranno ad essere fornite ditte private, pagate profumatamente, e non fornite dal servizio pubblico, se Messina è città universitaria come si può negare, a chi rientra ad esempio dalla provincia le domeniche, la possibilità di viaggiare gratis? Ha torto chi dice che i 30 Euro sono un furto (se si fa un conto veloce il computo mensile è comunque irrisorio) ma appaiono sproporzionati rispetto a quel che si riceve pagando quella somma. Ma ha torto pure chi si lancia nel paragone, da Codice Penale onestamente, con Milano, come se la somiglianza tra le due realtà urbane fosse evidente e soprattutto come se le rispettive società di trasporto pubblico fossero nelle stesse condizioni finanziarie. Ridiamoci su ragazzi, facciamoci una Convenzione tutta nostra: dove un tram non è l’apparizione di un santo ma la normalità e dove i bus corrono felici e puntuali senza imprecazioni varie dei passeggeri .. Due parole, infine, sull’emergenza idrica che ci ha fatto divertire (si fa per dire) per quasi un mese. Troppi messinesi si sono lanciati nel paragone col “Terzo mondo”, denominazione ufficiale oramai per i paesi poveri dell’Africa. Ora, a parte che il sottosviluppo non è una caratteristica di un solo continente, ci sembra che tirare in ballo il “Terzo Mondo” sia davvero eccessivo, soprattutto se si pensa che in quei luoghi, purtroppo, è lo stesso concetto di “acqua corrente” che viene disconosciuto, senza contare tutti gli altri problemi che fortunatamente noi non abbiamo (fame, malattie ecc) all’insaputa dei messinesi, ovviamente. Si è detto tanto su questo, si è pensato che “nel 2015 queste cose non possono accadere”, dimenticando che ogni giorno migliaia di disperati muoiono nella speranza di una nuova vita in un altro paese, che ogni anno parliamo di cambiamento ma sprechiamo risorse del pianeta senza renderci conto che il nostro benessere è pagato da chi non ha nulla . Questo è quanto: affrontiamo ogni giorno al meglio, sperando di poter vedere qualcosa di buono.