Il 7 e l’8 maggio la prima Student Conference del DICAM, “Il Conflitto”

Il 7 e 8 maggio si terrà al Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina un convegno dal titolo Il conflitto: prospettive storico-antropologiche, filosofico-sociali, filologico-letterarie e archeologiche”. L’evento è organizzato dal dottorato in Scienze Umanistiche.

L’inaugurazione sarà nell’Aula Magna del Dipartimento alle ore 9.30 alla presenza della Magnifica Rettrice Giovanna Sparari, del Direttore del Dipartimento Giuseppe Ucciardello e della Coordinatrice del Dottorato in Scienze Umanistiche Caterina Malta. Subito dopo, la sessione plenaria sarà inaugurata dalla prof.ssa Caterina Resta, già ordinario di Filosofia Teoretica, e dal prof. Antonino De Francesco, ordinario di Storia Moderna e già presidente della Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna; a moderare il prorettore vicario Giuseppe Giordano.

Per gli studenti che parteciperanno alla Student Conference è previsto il rilascio dell’attestato di partecipazione per il riconoscimento dei CFU nei corsi di laurea triennali e magistrali del Dipartimento.
Gli studenti che vorranno fare richiesta ai coordinatori devono registrarsi presso la segreteria generale del convegno allestita in Sala Mostre.

Locandina del convegno

Le tematiche del convegno

Abbiamo chiesto a tre dei dottorandi che si sono occupati dell’organizzazione, la dott.ssa Rosita Castelluzzo, il dott. Giovanni Di Bella e la dott.ssa Francesca Rodolico, cosa ci si dovesse aspettare da questi due giorni. “Il termine conflitto verrà declinato da ogni relatore afferente a diversi campi della ricerca. Ognuno darà la sua visione dal punto di vista concettuale, ma anche metodologico, su come affrontare il conflitto e come trovare le linee guida per risolverlo”.

È stato allestito un programma ricco di panel, che procederà per sessioni parallele mettendo in dialogo anche settori scientifici relativamente diversi uno dall’altro. “Abbiamo avuto un grosso riscontro” ci dicono i dottorandi “e ci sono state anche risposte da dipartimenti prettamente scientifici. Ovviamente poi il Comitato Scientifico ha dovuto restringere il campo per questioni tempistiche. Sulle 142 risposte ricevute, abbiamo potuto accogliere “solo” la metà dei relatori, purtroppo.”

Un convegno non soltanto locale, con relatori dalle università di Bari, Bologna, Firenze, Genova, Milano, Milano “Bicocca”, Napoli, Palermo, Perugia, Roma “La Sapienza”, Salerno, Torino, Venezia, dalla Scuola Normale Superiore di Pisa e dalle università di Belgrado (Serbia), Gent (Belgio) e Malaga (Spagna).

La genesi

Questo è il primo convegno organizzato dal dottorato di Scienze Umanistiche. I dottorandi dicono: “Il progetto è nato diversi anni fa, i colleghi dei cicli precedenti lo hanno pensato, ma poi per varie difficoltà non è stato possibile realizzarlo. Quest’anno, però, abbiamo tentato nuovamente e con l’aiuto di varie figure ci stiamo riuscendo, anche perché, essendo il primo, abbiamo dovuto fare tutto da zero.”

Lo stesso convegno pone in dialogo le quattro macro-aree del dottorato, risolvendo già in qualche modo un conflitto e creando comunità su più fronti. I dottorandi ci dicono: “Sono subito state coinvolte diverse forze dell’Ateneo e della Città, creando una sinergia forte, che non è sempre una cosa facilissima. Per questo un forte grazie va intanto alla Coordinatrice, la prof.ssa Caterina Malta, ai proff. Giuseppe Ucciardello e Giuseppe Giordano, al Comune di Messina, per averci dato la possibilità di visitare i luoghi più importanti della città.” Alla fine della prima giornata di lavoro, infatti, non mancherà la visita al centro storico di Messina con la guida dei proff. Roberto Cobianchi, ordinario di Storia dell’Arte Medievale, e Giovanni Giura, ricercatore in Storia dell’Arte Moderna.

I ringraziamenti continuano: “Si deve dire grazie al Palazzo Arcivescovile, all’Arciprete della Cattedrale, ma anche all’E.R.S.U, che offrirà i due pranzi a tutti i relatori, e all’A.T.M. per le linee potenziate. Il convegno è stato organizzato dai Dottorandi e dalle Dottorande di Scienze Umanistiche, ma l’aiuto di persone esterne è stato prezioso dal punto di vista pratico e spirituale, una su tutte il dott. Francesco Galatà.”

Ci sono già delle prospettive per il futuro di questo convegno? L’idea sarebbe quella di riproporlo ogni due anni, l’auspicio è quello che i posteri abbiano interesse nel perseguire questo progetto. A questo punto, non resta che augurare buon lavoro ai Dottorandi e alle Dottorande!

Programma del convegno 1/2

Programma del convegno 2/2

Giulia Cavallaro

La Sapienza, caricati dalla polizia gli studenti in protesta: le risposte delle istituzioni

Martedì, mentre a Montecitorio si votava la fiducia al governo di nuova formazione con a capo Giorgia Meloni, nei pressi dell’Università La Sapienza di Roma, degli studenti sono stati caricati e manganellati dalla polizia durante una protesta.

Le ragioni della manifestazione riconducevano ad un convegno organizzato da Azione Universitaria (sigla degli studenti di destra) presso la facoltà di Scienze Politiche, che ha visto la partecipazione di alcuni esponenti di Fratelli d’Italia (quale il deputato Fabio Roscani) ed il giornalista Daniele Capezzone. Il tema del convegno era intitolato al “Capitalismo, il profilo nascosto del sistema” ed aveva ricevuto la regolare autorizzazione da parte dell’Università.

La manifestazione e l’intervento delle forze armate

La sera prima, alcuni studenti appartenenti ai collettivi studenteschi hanno annunciato che si sarebbe tenuta una manifestazione per esprimere il proprio dissenso nei confronti del convegno che, secondo quanto lamentato, non sarebbe stata un’occasione di dibattito in quanto carente del contraddittorio. Tra i relatori, oltre ai diversi esponenti di Azione Universitaria, due docenti rispettivamente di Sociologia e di Politica Economica. Inoltre, l’accaduto si è svolto in piena campagna elettorale: infatti, alla Sapienza si voterà nei giorni tra il 7 e l’11 novembre.

Alla manifestazione è stata registrata la presenza di una cinquantina di giovani, alcuni dei quali hanno esposto uno striscione che recitava “Fuori i fascisti dalla Sapienza”. Sarebbe anche stato riportato il tentativo di alcuni dei partecipanti di accedere all’evento, ma le forze dell’ordine avrebbero provveduto al contenimento con delle cariche di alleggerimento. Tuttavia, su questo punto – riporta il Fatto Quotidianola Facoltà un quarto d’ora prima del convegno sarebbe stata letteralmente blindata e le porte d’accesso sarebbero state chiuse anche attraverso le inferriate esterne, impedendo l’accesso dei manifestanti.

Un manifestante, identificato dalla polizia, avrebbe brandito un’asta contro gli agenti ed al momento la sua posizione rimane sotto esame.

(Immagini dello scontro registrate durante la protesta. Fonte: ansa.it)

La risposta di Sapienza non si è fatta attendere. Cancelli sbarrati, cordone di polizia, cariche e fermi, questa la risposta alla mobilitazione degli studenti nella giornata in cui viene organizzato un convegno alla presenza di rappresentanti del governo con una contestazione degli studenti.

Questo quanto affermato dal Fronte della Gioventù Comunista. E continua:

L’atteggiamento dell’amministrazione è a dir poco vergognoso: in un’università in cui mancano spazi, con tasse sempre più alte e barriere economiche per gli studenti degli strati popolari, Sapienza pensa ad organizzare convegni con esponenti di governo, pro-vita e antiabortisti. Un’università che manganella gli studenti e srotola il tappeto rosso ai reazionari è un’università che si schiera apertamente a favore della repressione e della reazione. È evidente che per l’amministrazione attuale, che non si è risparmiata neanche di fare i complimenti a Giorgia Meloni per la sua elezione, queste siano le priorità. Inammissibile e vergognoso: Sapienza condanni immediatamente ciò che è successo.

Le parole delle istituzioni

A commentare l’accaduto anche la rettrice Antonella Polimeni:

L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee.

Il Dipartimento di Scienze Politiche della Sapienza, in un comunicato, ha invece condannato l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università, sostenendo che dovrebbe essere limitata alle sole situazioni eccezionali ed auspicando la valorizzazione del dialogo come mezzo di risoluzione dei conflitti.

La Flc Cgil, organizzazione della Cgil che opera nel settore dell’istruzione, ha ritenuto inaccettabile la reazione della polizia ed ha richiesto chiarimenti circa l’accaduto a tutte le istituzioni. Secondo quanto affermato dalla rettrice, l’intervento delle Forze dell’Ordine è stato deciso e coordinato dal Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma.

E ritornando alla situazione in Parlamento, anche la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni è stata chiamata a rispondere degli avvenimenti di martedì, con pesanti critiche da parte del centrosinistra, tra cui la senatrice Ilaria Cucchi e il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte, che ha commentato le immagini “da brividi”: «vedere manganelli e cariche contro gli studenti che dalle immagini appaiono indifesi mi preoccupa da cittadino e da professore universitario».

(La Presidente del Consiglio espone il discorso programmatico alle Camere. Fonte: ansa.it)

La Premier, che appena poche ore prima aveva sottolineato, all’interno del proprio discorso programmatico, l’importanza dell’entusiasmo e del coraggio dei giovani per risollevare il Paese, ha risposto direttamente alle critiche della senatrice Cucchi:

Io vengo dalla militanza giovanile, ho organizzato tantissime manifestazioni, e in tutta la mia vita non ho mai organizzato una manifestazione per impedire a qualcun altro di dire quello che voleva dire. Mai. Io ho organizzato manifestazioni per dire quello che io volevo dire. Quelli non erano manifestanti pacifici, erano manifestanti che facevano un picchetto per impedire che ragazzi che non pensano come loro potessero dire la loro.

Ad ogni modo, la Presidente non si è espressa nello specifico sull’intervento della polizia contro gli studenti.

A Roma dilagano le occupazioni

In seguito agli avvenimenti di martedì, le proteste sono dilagate sotto forma di occupazioni: dapprima il Liceo classico Albertelli che, oltre a condannare le cariche della polizia contro gli studenti, intende mandare un segnale a un «governo che si insedia con premesse pessime: Valditara, complice del taglio di 10 miliardi su scuola e università della Riforma Gelmini, come Ministro dell’Istruzione e l’aggiunta del concetto di “Merito” al Ministero sono punti di partenza sconcertanti».

Ieri il movimento Cambiare Rotta ha occupato il Dipartimento di Scienze politiche, dove gli studenti hanno inneggiato, tra le altre cose, anche alle dimissioni della rettrice Polimeni.

 

Quanto avvenuto negli ultimi giorni non può che suscitare perplessità in capo all’intera comunità studentesca, che adesso si ritrova spaccata dalle opinioni e strumentalizzazioni politiche della vicenda. Far venir meno uno dei più importanti pilastri del mondo studentesco, ovverosia che gli studenti indifesi non dovrebbero mai essere sfiorati dalle forze dell’ordine in qualsiasi contesto, significa togliere solidità alla base di interessi comuni che ci caratterizza, in quanto studenti, a prescindere dal colore politico. Sarebbe tuttavia necessario un impegno ad uno svolgimento del conflitto sociale – che di per sé non rappresenta una minaccia ai nostri valori democratici – ispirato al pluralismo delle idee (che è e rimarrà sempre un principio costituzionale indispensabile) ed al rispetto reciproco, in modo tale da favorire il soddisfacimento di quelle esigenze cui ciascun studente dovrebbe, individualmente e collettivamente, collaborare a raggiungere per sé e per gli altri.

Valeria Bonaccorso

Convegno “Mafie tra continuità e mutamento: analisi, esperienze, narrative”: intervista alla dott.ssa Rossella Merlino

Nei giorni 27 e 28 settembre si svolgerà il convegno “Mafie tra continuità e mutamento: analisi, esperienze, narrative” presso l’Aula Magna del Rettorato.

L’evento rientra nell’ambito del progetto di ricerca MessCa: “Mafia-type organised crime in the Province of Messina”, di cui è responsabile scientifico la Dott.ssa Rossella Merlino (Bangor University-U.K.) sotto la supervision del Prof. Luigi Chiara presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Giuridiche dell’Università di Messina (SCIPOG), e finanziato della European Research Executive Agency (REA) della Commissione Europea.

L’evento sarà trasmesso in diretta sulla pagina Facebook dell’Ateneo.

Marie Skłodowska-Curie Actions: un programma per le eccellenze europee

La Dott.ssa Rossella Merlino è detentrice della prestigiosa borsa di studio post-dottorato “Marie Curie” (Marie Sklodowska Curie Research Fellow). Le Marie Skłodowska-Curie Actions, direttamente collegate alla Commissione Europea, contribuiscono a promuovere le eccellenze nel campo della ricerca, finanziando ricercatori con investimenti mirati a sviluppare nuove conoscenze e competenze, e favorendo la collaborazione tra diversi settori, discipline e università.

In questo contesto stimolante e autorevole, il team composto dal Professore Luigi Chiara, la Dott.ssa Merlino, la Dott.ssa Francesca Frisone, e il Dott. Marco Maria Aterrano, ha organizzato un meeting che affronterà una tematica di rilievo con ospiti da tutto il mondo: la mafia in rapporto ai suoi mutamenti ma anche alla continuità storica, entrambi elementi che la caratterizzano.

Il programma del convegno

Il ricco programma, che si svilupperà tra il pomeriggio del 27 (dalle 15.30) e l‘intera giornata del 28, affronterà il fenomeno mafioso da diversi punti di vista, grazie alla partecipazione di numerosi ospiti illustri provenienti da diversi contesti: saranno presenti in Aula Magna (oltre agli interventi previsti da remoto) sia rappresentanti delle Istituzioni, che studiosi universitari provenienti da tutta la penisola e da prestigiosi Atenei stranieri, nonché addetti ai lavori del mondo del giornalismo.

Programma completo del convegno – UniMe

Il tema principale, che accomunerà i diversi panel, è rappresentato dall’analisi multidisciplinare del fenomeno mafioso in relazione ai processi di mutamento dell’ambiente esterno: in altri termini, saranno approfonditi, da differenti punti di vista, i meccanismi di adattamento delle mafie, quali l’assunzione di forme organizzative più flessibili e di modelli d’azione più complessi e multiformi.

Interrogativi quali:

  • In che misura modelli di analisi e rappresentazione del fenomeno mafioso accompagnano questi mutamenti?
  • Quali sono le risorse che facilitano i meccanismi di riproduzione mafiosa nel tempo e nello spazio?
  • Quali le relazioni tra consorterie mafiose tradizionali e le cosiddette “nuove mafie”?

rappresentano dei nodi imprescindibili da sciogliere per comprendere quali sfide si presentano oggi nella lotta alla criminalità organizzata.

Dott.ssa Rossella Merlino – Bangor University

Vista la complessità dell’argomento – e del programma – abbiamo deciso di porre qualche domanda alla dott.ssa Rossella Merlino, per addentrarci “dietro le quinte” del convegno e approfondire il suo ruolo di ricercatrice titolare di una prestigiosa borsa di studio come la Marie-Skłodowska-Curie. 

Il convegno spazia in vari ambiti, ma delinea un percorso ben preciso. Qual è il vero filo conduttore che accomunerà i diversi interventi degli ospiti?

Il convegno prevede una serie di panel incentrati su temi diversi, da modelli di analisi e proposte interpretative sul fenomeno mafioso, all’ esperienza sul campo di autorità inquirenti, ai nuovi contesti in cui si muovono le mafie e alle loro rappresentazioni culturali. A sottendere gli interventi, tuttavia, è il focus sui processi di trasformazione che interessano le mafie, e gli elementi di continuità che le caratterizzano. Perché a caratterizzare la criminalità organizzata di tipo mafioso, in generale, è proprio la capacità di coniugare continuità di obiettivi e trasformazione del profilo operativo per adattarsi alle circostanze esterne.

Parlare di mafia in una terra come la Sicilia, a Messina, potrebbe sembrare quasi un “dovere”. Potresti dirci, a livello umano ma soprattutto scientifico, come nasce questa “esigenza”? 

Di mafia in Sicilia si parla da oltre un secolo e mezzo, ma non sempre il parlarne ha contribuito a conoscere meglio il fenomeno. Spesso posizioni discordanti o letture approssimative hanno contribuito semmai a creare una gran confusione sul tema.
Gli studiosi oggi hanno il compito di metterne in luce la realtà complessa, in modo rigoroso, e di divulgare i risultati della ricerca in modo da accrescere la consapevolezza generale sul tema. Nel caso specifico della provincia di Messina, contesto inspiegabilmente trascurato dalla letteratura specialistica in tema di mafia, diventa un’esigenza occuparsene da ambiti disciplinari diversi perché non si sottovaluti un territorio dove le mafie operano su più fronti.

Collegandoci alla domanda precedente, ormai sappiamo che il fenomeno mafioso ha raggiunto – da moltissimo tempo – una portata “internazionale”. Provenendo da un’università straniera – tra l’altro assisteremo agli interventi di diversi ospiti da tutto il mondo – come reputi il livello della ricerca sulle mafie fuori dal nostro Paese? Viene posta più attenzione a questo tema in Italia o all’estero?

C’è sempre stata una grande attenzione – e curiosità – all’estero per le mafie italiane. Per lungo tempo, tuttavia, ha prevalso un’immagine del fenomeno mafioso condizionata da rappresentazioni culturali, in particolar modo cinematografiche, spesso stereotipate che finivano con l’assimilare la cultura mafiosa a quella siciliana. Gli studiosi di altri Paesi impegnati sul tema hanno senza alcun dubbio contribuito alla comprensione del fenomeno mafioso, del suo radicamento sul territorio a livello locale e della sua capacità di espansione e di mobilità su scala nazionale e transnazionale, mettendo in luce la disomogeneità esistente, e le conseguenti difficoltà, nelle azioni investigative e giudiziarie di contrasto dei diversi Paesi.

Quali opportunità ti ha dato la borsa “Marie Skłodowska Curie”? È stato difficile accedervi? Puoi spiegarci più nel dettaglio di cosa si tratta?

Nel mio caso, la borsa rientra nelle azioni Marie Skłodowska-Curie Individual Fellowships. Si tratta di borse di ricerca individuali che incoraggiano la mobilità internazionale e hanno come obiettivo quello di sostenere la formazione alla ricerca e lo sviluppo di carriera dei ricercatori titolari di dottorato di ricerca in qualsiasi ambito disciplinare e su qualsiasi argomento di ricerca. Si presenta una proposta progettuale in collaborazione con un ente ospitante e sotto la supervisione di un responsabile scientifico dello stesso. Ovviamente sono borse molto competitive, per le quali, oltre ad un progetto di ricerca valido, è necessario dimostrarne l’originalità e la rilevanza.

Cosa consiglieresti a un giovane ricercatore per migliorarsi professionalmente?

Consiglierei di scegliere un percorso di formazione post-laurea mirato a sviluppare determinate competenze nell’ambito lavorativo in cui ci si vuole specializzare. Sicuramente un’esperienza all’estero aiuta, come è stato nel mio caso, magari con l’idea, un giorno, di riportare queste competenze “a casa”.

Emanuele Chiara, Claudia Di Mento

Sea in SHELL: l’evento dell’Ateneo messinese associato alla Notte dei Ricercatori Europei 2021

Venerdì 24 Settembre 2021, a partire dalle ore 16:00 e fino alle ore 23:00, si terrà, presso il Campus di Scienze del Polo Papardo e il Parco Horcynus Orca, l’evento Sea in SHELL. Quest’ultimo termine è in realtà un acronimo che sta per: Science, Health, Environment, Literature, Law & economy. Si tratta delle tematiche attorno alle quali si svilupperà l’evento.

L’obiettivo è presentare l’attività di ricerca dell’Ateneo, che ha come fulcro l’ecosistema e l’ambiente marino, una delle maggiori risorse del nostro territorio. Lo Stretto di Messina è un luogo unico per le sue peculiarità e l’iniziativa ha l’intento di presentare l’attività scientifica prodotta dall’Ateneo sui nostri mari in ambito biologico, legale, economico, ambientale, letterario, chimico, fisico, ingegneristico, archeologico e geologico.

L’evento è associato alla Notte dei Ricercatori Europei 2021. Si tratta di un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005, che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatori e istituzioni di ricerca in tutti i Paesi europei. La finalità della Notte dei Ricercatori è creare occasioni di incontro con tutti i cittadini per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

Sea in SHELL ha come idea principale quella di illustrare con chiarezza al pubblico il ruolo del Mare come importante cornice ambientale, come fonte di energia, come snodo commerciale ed economico, come oggetto di numerose opere letterarie e come uno dei principali ambienti in cui si muove l’uomo.

Chi fa ricerca scientifica nel contesto di un ambiente così unico può essere in grado di produrre progresso e benefici per tutti i cittadini.

Per ulteriori informazioni, è possibile accedere alla pagina Facebook o al programma della giornata:

Antonino Micari

Al rettorato un seminario sul tema delle disuguaglianze e migrazioni forzate

Giovedì 16 maggio 2019. Messina. Accademia dei Pericolanti – Rettorato. Ore 15:00. Ѐ stato presentato il rapporto 2018 “Il diritto di asilo”.

Al tavolo dei relatori la prof.ssa Anna Maria Anselmo, vicedirettrice COSPECS, che ha fornito le categorie utili per contestualizzare il fenomeno; si è poi proseguito con l’intervento della curatrice del rapporto, Mariacristina Molfetta, presidente del Coordinamento “Non solo Asilo”. Infine, l’evento si è concluso con la presentazione di una ricerca sul campo di Tiziana Tarsia, sociologa, e Giuliana Sanò, antropologa, e due interventi che hanno descritto iniziative di partecipazione attiva con i rifugiati, gli studenti e gli operatori sociali del settore.

Più di 160mila sono gli immigrati che dall’inizio del 2016 sono sbarcati sulle coste italiane tutti ufficialmente in cerca di protezione internazionale. La politica da tempo è divisa sulla loro accoglienza e sulla presenza dei requisiti per la concessione dello status di rifugiato. Un dibattito spesso sin troppo polemico.

Infatti negli ultimi anni l’attenzione pubblica e politica, italiana ed europea, è stata fagocitata dall’ossessione delle migrazioni. Il tema è diventato la bussola delle campagne elettorali. Il futuro dell’Europa sembra tragicamente legato alla sua capacità di gestire, o meglio, respingere le migrazioni. Questo dibattito cieco e di cortissimo respiro non permette di ragionare con maggiore consapevolezza su questioni fondamentali che segneranno veramente il nostro futuro. E in particolare, la triade cambiamento climatico, migrazioni e disuguaglianza, si presenta come una questione che avrebbe bisogno di una maggiore attenzione per discutere di politiche e comportamenti sociali ed individuali.

Il fenomeno migratorio è complesso e le cause sono interagenti. Gli studiosi sottolineano che le migrazioni sono un modo per adattarsi al cambiamento e che quindi non vanno combattute, ma regolate e rese sicure con piani ad hoc.

Nello scenario mondiale, i Paesi che accolgono il maggior numero di rifugiati si trovano in regioni in via di sviluppo. La Turchia si conferma il Paese che ospita il maggior numero di rifugiati con 2,5 milioni di persone accolte, rispetto agli 1,6 milioni dello scorso anno; la Siria è il primo paese di origine con 4,9 milioni di rifugiati.

In questo quadro si chiede alle istituzioni e si propone alla società civile una riflessione sugli strumenti legali e sulle politiche internazionali e nazionali: affinché non siano discriminanti verso le persone in difficoltà o che hanno necessità di spostarsi, ma riconoscano il diritto ad una vita dignitosa di chi fugge dai sempre più frequenti disastri di varia natura; occorre creare nuovi regimi per regolare, regolamentare e rendere sicure e ordinate le migrazioni a livello internazionale e regionale, fondati sul riconoscimento dei diritti dei migranti.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Nell’auditorium della Gazzetta del Sud un convegno su tematiche di giornalismo e diritto

©GiuliaGreco, Messina 2019

Venerdì 3 maggio 2019. Messina. In occasione della Giornata Mondiale della libertà di stampa, si è svolto alle ore 16:30 presso l’Auditorium della Gazzetta del Sud, un convegno sul tema Libertà di cronaca, diritto all’oblio e dignità della persona, organizzato dall’Associazione Alumnime, dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, con il patrocinio di Ses Gazzetta del SudGiornale di Sicilia e dell’Associazione Nazionale Magistrati.

La scelta del tema, di straordinaria attualità, è stata presa in considerazione della recente entrata in vigore del Regolamento generale per la protezione dei dati personali che, recependo l’orientamento manifestato dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea, ha espressamente riconosciuto il diritto all’oblio (art. 17).

Il nuovo quadro normativo si presenta insidioso per i professionisti dell’informazione chiamati ad una complessa operazione di contemperamento di diritti di rango costituzionale.

©GiuliaGreco, Messina 2019

Per tale ragione, con ordinanza del 5.11.2018 n. 28084, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha ritenuto di rimettere al Primo Presidente della Corte, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, la questione concernente il bilanciamento del diritto di cronaca – posto al servizio dell’interesse pubblico all’informazione – e del cosiddetto diritto all’oblio – posto a tutela della riservatezza della persona – alla luce del quadro normativo e giurisprudenziale negli ordinamenti interno e sovranazionale.

©GiuliaGreco, Messina, 2019

Dopo l’introduzione dell’amministratore delegato e direttore editoriale di SES Lino Morgante e del rettore dell’Ateneo messinese Salvatore Cuzzocrea, porgeranno i saluti la presidente di Alumnime prof. ssa Patrizia Accordino, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Vincenzo Ciraolo e la dott. ssa Maria Militello presidente della sezione distrettuale dell’Anm.

I diversi aspetti della complessa tematica sono stati approfonditi, alla presenza delle massime autorità tra cui il prefetto Maria Carmela Librizzi, durante i lavori moderati dal giornalista Franco Cicero, componente del collegio dei probiviri della Federazione nazionale della Stampa italiana, da Angelo Federico, ordinario di Diritto Privato dell’Ateneo messinese; da Alessandro Notarstefano, direttore responsabile della Gazzetta del Sud; da Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto Costituzionale e direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Messina; da Francesco Scalia, componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia; da Marco Romano, vicedirettore del Giornale di Sicilia. A concludere i lavori Fabrizio Di Marzio, consigliere della Corte di Cassazione e direttore della rivista Giustizia Civile.

©GiuliaGreco, Angelo Federico, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©GiuliaGreco, Alessandro Notarstefano, Messina 2019

 

©GiuliaGreco, Franco Cicero, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Convegno “Libertà di cronaca, diritto all’oblio e dignità della persona”

Venerdì 3 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della libertà di stampa, si svolgerà, alle ore 16:30 presso l’Auditorium della Gazzetta del Sud, un convegno sul tema Libertà di cronaca, diritto all’oblio e dignità della persona, organizzato dall’Associazione Alumnime, dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Messina e dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, con il patrocinio di Ses Gazzetta del Sud – Giornale di Sicilia e dell’Associazione Nazionale Magistrati.

La scelta del tema prende spunto dall’ordinanza del 5.11.2018 n. 28084 con la quale la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha ritenuto di rimettere al Primo Presidente della Corte, per l’eventuale assegnazione alle Sezioni Unite, la questione “concernente il bilanciamento del diritto di cronaca – posto al servizio dell’interesse pubblico all’informazione – e del c.d. diritto all’oblio – posto a tutela della riservatezza della persona”. Un bilanciamento, si legge nell’ordinanza, che “incide sul modo di intendere la democrazia nella nostra attuale società civile, che, da un lato fa del pluralismo delle informazioni e della loro conoscenza critica un suo pilastro fondamentale; e, dall’altro, non può prescindere dalla tutela della personalità della singola persona umana nelle sue diverse espressioni”.
Ai giudici della Suprema Corte è, perciò, apparsa indifferibile l’individuazione di criteri univoci che consentano agli operatori di conoscere preventivamente i presupposti in presenza dei quali un soggetto ha diritto di chiedere che una notizia pur legittimamente diffusa in passato, non resti esposta a tempo indeterminato alla possibilità di nuova divulgazione.

Sul tema interverranno eminenti studiosi ed esperti della materia provenienti dall’accademia, dalla magistratura e dal mondo delle professioni al fine di indicare a tutti gli operatori del settore le più opportune linee di condotta.
Dopo l’introduzione dell’amministratore delegato e direttore editoriale di SES Lino Morgante e del rettore dell’Ateneo messinese Salvatore Cuzzocrea, porgeranno i saluti la presidente di Alumnime prof. ssa Patrizia Accordino, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Vincenzo Ciraolo e la dott. ssa Maria Militello presidente della sezione distrettuale dell’Anm. Le relazioni introduttive sono affidate al prof. Angelo Federico, ordinario di Diritto Privato dell’Ateneo messinese e al dott. Alessandro Notarstefano, direttore responsabile della Gazzetta del Sud. A seguire gli interventi del prof. Luigi D’Andrea, ordinario di Diritto Costituzionale e direttore della Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali dell’Università di Messina, del dott. Marco Romano, vicedirettore del Giornale di Sicilia e dell’avv. Francesco Scalia, componente del Consiglio di disciplina dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia. Le riflessioni conclusive sono, invece, affidate al dott. Fabrizio Di Marzio, consigliere della Corte di Cassazione e direttore della rivista Giustizia Civile. Modererà i lavori il giornalista Franco Cicero, già caporedattore di Gazzetta del Sud e componente del collegio dei probiviri della Federazione nazionale della Stampa italiana.

Il  comitato scientifico del convegno, che costituisce per i giornalisti evento formativo di carattere deontologico, è composto dai docenti dell’Ateneo messinese Antonio Baglio e Francesco Rende, dalla giornalista della Gazzetta del Sud Natalia La Rosa e dall’avv. Carlo Carrozza, componente del consiglio dell’Ordine degli avvocati di Messina.

Allo SCIPOG seminario su “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”

Lunedì 29 Aprile 2019. Ore 9.00. Messina. Aula Buccisano – via Malpighi, 3. Il Dipartimento di Scienze politiche e giuridiche dell’Università di Messina, in collaborazione con l’Associazione italiana di Sociologia e l’associazione Alumnime ha organizzato un seminario di studi sul tema “Globalizzazione, pluralismo culturale, post-democrazia”.

Dopo i saluti istituzionali del professor Giovanni Moschella, pro-rettore vicario, e del professor Mario Calogero, direttore del Dipartimento promotore, si sono alternati gli interventi dei seguenti relatori: professoressa Lidia Lo Schiavo, Università degli studi di Messina; professor Roberto Serpieri, Università Federico II – Napoli; professoressa Vittoria Calabrò, Università degli studi di Messina; professor Daniele Fazio, Università di Messina e di Alleanza Cattolica; professor Dario Caroniti, Università degli studi di Messina; professor Salvo Torre, Università degli studi di Catania;

I temi principalmente trattati e sviluppati sono stati: la Globalizzazione, la società, le culture – come indicato dal titolo – e particolare enfasi è stata posta sull’analisi della post-democrazia. Con questo termine polemico si intende un’evoluzione in atto nel corso del XXI secolo che sta avvenendo in molte democrazie, dove vige un sistema politico che pur essendo regolato da istituzioni e dalle norme democratiche, viene di fatto governato e pilotato da grandi lobby, come ad esempio le multinazionali e i mass media. Secondo questa teoria politica, le democrazie tradizionali rischierebbero di perdere parte dei loro caratteri costituenti a favore di nuove forme di esercizio del potere, prevalentemente oligarchiche.

Si son toccate pure le corde dell’inclusione e dell’esclusione sociale e della globalizzazione culturale, vale a dire la diffusione mondiale di un certo tipo di cultura, prevalentemente quella degli U.S.A., e della conseguente “colonizzazione” a dispetto di quella dei paesi più poveri che non riescono ad imporsi. I colossi dell’economia mondiale, cioè i paesi più ricchi e sviluppati come Europa, U.S.A. e Giappone, acquistando quasi tutto il controllo delle telecomunicazioni, hanno privatizzato anche quelle statali. Questo processo permette loro di rafforzarsi e di inglobare nella propria struttura le reti di telecomunicazione di interi paesi. Si sta quindi formando un oligopolio a livello mondiale in cui le maggiori società competono nell’offrire servizi avanzati a una clientela qualificata. Lo scopo di queste società non è, però, quello di collegare ogni villaggio dell’Asia, Africa o America Latina, ma quello di trarre del profitto: quindi si rivolgono solo a quella minoranza di popolazione in grado di pagare i loro servizi. Infine, è stata sollevala la questione della globalizzazione nel magistero sociale della Chiesa Cattolica e delle forme di oppressione delle minoranze religiose.

I lavori dell’intero seminario sono stati moderati dal professor Giuseppe Bottaro dell’Università degli studi di Messina.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Una sequenza felice: salute, sport e alimentazione

Venerdì 5 aprile 2019. Messina. Aula Magna del Dipartimento di Economia. Il convegno è stato organizzato congiuntamente dall’Università di Messina, dall’Associazione ALuMnime e dall’Unione Sportiva Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani – US ACLI, per festeggiare la Giornata Internazionale dello Sport e la Giornata Mondiale della Salute, per celebrare le due ricorrenze del 6 e 7 aprile.

Il convegno si è svolto con il patrocinio del CUS Unime, presieduto da Antonino Micali, del Centro Medico Sportivo dell’Università di Messina diretto da Daniele Bruschetta; dall’Associazione Bios, presieduta da Carmelo Lembo; dalla sezione provinciale dell’E.N.D.A.S, presieduta da Salvatore Sidoti, dalla sezione regionale dell’Associazione Italiana Avvocati dello Sport, coordinata da Antonio Carmine Zoccali; dal Circolo del Tennis e della Vela , presieduto da Antonio Barbera e da Olympialex.

All’iniziativa hanno preso parte illustri studiosi provenienti dall’accademia, dalla magistratura e dal mondo delle professioni come: Francesco Rende, docente di diritto sportivo nell’Università di Messina;  Giuseppe Liotta, dell’Università di Palermo; Mauro Mirenna e Maria Militello, entrambi magistrati del Tribunale di Messina; Demetrio Milardi e Eliseo Scarcella, appartenenti al ramo di medicina dello sport, Giacomo Dugo e Paola Dugo, appartenente al mondo della chimica degli alimenti; Maurizio Lanfranchi e Carlo Giannetto, di marketing agroalimentare; Davide Trio e Gabriele Blanca, esperti in nutrizione; Marina Magnanti, allenatrice della judoka Odette Giuffridamedaglia d’argento ai Giochi olimpici di Rio de Janeiro 2016 . Laura Santoro, componente del Collegio di garanzia del C.O.N.I. e docente di diritto sportivo nell’Università di Palermo; Damiano Lembo, Presidente Nazionale US ACLI e Coordinatore Nazionale C.O.N.I degli Enti di Promozione Sportiva.

©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019
©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

©GabriellaParasilitiCollazzo, Salute-Sport-Alimentazione, Aula Magna dipartimento di Economia, Messina 2019

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La manifestazione, pensata dall’Ateneo in sinergia con le altre associazioni, per le ricorrenze delle due “Giornate Mondiali” dello sport e della salute, ha fatto ricadere la scelta del luogo sul dipartimento di Economia non casualmente, ma, in quanto salute e sport generano utili, le imprese si muovono con interesse, in loro, dimora un valore economico. Economicamente parlando, sono elevati i numeri che ruotano intorno allo sport, ecco il perché la scelta della Facoltà di economia.

Lo sport, secondo quanto è affiorato nel degli innumerevoli interventi, ha delle forti potenzialità, al di là di quelle economiche. Favorisce lo sviluppo psichico dei soggetti, crea cittadinanza attiva, previene malattie, riduce patologie già in atto, è strumento di aggregazione sociale e di accrescimento personale.

Il convegno ha posto l’accento sull’esercizio fisico, abbinato a un sano e corretto regime dietetico. Grazie a una maggiore attenzione da parte dell’individuo verso il proprio benessere, il legame tra alimentazione, salute e forma fisica sta diventando un valore sia individuale che sociale. A questo ha contribuito in maniera determinante anche lo sport che, attraverso l’espressione corporea, promuove un rapporto diverso con il corpo. Un costante esercizio fisico migliora l’efficienza del corpo e agisce positivamente sull’attività mentale concentrando e coordinando le funzioni corporee secondo tecniche espressive che coinvolgono il corpo e la mente di un individuo.
Una dieta ricca di alimenti che garantiscono un apporto di acidi grassi insaturi può certamente giovare alla salute dell’atleta e quindi anche alla prestazione sportiva, mentre una dieta erroneamente pianificata, che ponga troppa attenzione agli introiti proteici, oppure una dieta che preveda un insufficiente apporto calorico, comporta un ripristino inadeguato dei depositi di glicogeno muscolare e quindi un calo della performance. Tra le varie diete, quella mediterranea è stata promossa come la più idonea ed efficace. Ottima anche per gli Omega3, fondamentali per chi fa attività fisica. Infine, si è parlato di argomenti come i functional food e gli integratori alimentari, i cui componenti aggiuntivi, assunti nelle giuste quantità, evitando gli abusi, migliorano le prestazioni dei soggetti.

Gabriella Parasiliti Collazzo

Fabrizio De Andrè: Musica, Poesia e Società

Lunedì 1 aprile 2019. Ore 15:40. Auditorium del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina. L’associazione Must, ha dato vita ad un incontro intitolato “Fabrizio De Andrè: Musica, Poesia e Società”, in occasione dei 20 anni dalla scomparsa del famoso cantautore.

Durante l’incontro sono intervenuti il professore Giorgio Forni, ricercatore universitario, il professore di comunicazione e giornalismo Francesco Pira e il professore Marcello Mento, giornalista della Gazzetta del Sud. Ai partecipanti sono stati riconosciuti 0,25 CFU.

Nel corso del convegno sono state analizzate le canzoni di De André come vere e proprie poesie del Novecento italiano, un’indagine concentrata sull’umanità dell’autore e dei testi, sui temi e i sentimenti più forti: la necessità dell’amore, l’incombenza della morte, la ricerca di Dio.

La musica leggera italiana, dal principio sino ad ora, ha conosciuto trasformazioni perenni, metamorfosi, innovazioni del linguaggio, dei contenuti e dei destinatari. Come ogni arte è specchio di informazioni sull’uomo.

L’esordio di Fabrizio De André come cantante coincide con un periodo di palpabile fermento nel mondo della musica e nella società italiana. A questa fase di rinnovamento egli partecipa attivamente, muovendo la sua personale ricerca in direzione di nuovi contenuti e nuove forme. La finalità di De André e di altri cantautori è accompagnare alla musica una maggiore profondità testuale, una varietà di argomenti “alti” e “altri” rispetto alla tradizione canzonettistica del paese. Ne consegue la necessità di conformare alle nuove e più impegnate tematiche un linguaggio e una forma adatta a sostenerne lo slancio.
Nell’ascoltare le canzoni del cantante genovese ci si accorge immediatamente della cura che la scelta di ogni parola ha richiesto. Come nella poesia ogni termine occupa un suo posto specifico, per contenuti, musicalità, esigenze metriche o stilistiche, allo stesso modo, nelle canzoni di De André, la parola impiegata colma tutto lo spazio a sua disposizione e ha un’assolutezza che la fa apparire come insostituibile.

Fabrizio De André era maniacale, perfezionista e puntiglioso, capace di stare per giorni interi a cercare la parola giusta da incastrare in un verso, ma era anche un grande compositore musicale, oltre che attento ricercatore di musica antica e popolare. Spicca la perfetta fusione fra una melodia leggera anche se drammatica, e un testo che dietro alla poesia, volutamente ingenua. Uno degli stratagemmi musicali utilizzati dal compositore durante la prima parte della sua carriera era l’alternanza tra la tonalità di La minore e quella di Do minore. L’ascoltatore, nei testi di Faber – così soprannominato per la sua passione per le matite colorate –  si immerge completamente. Il cantautore spesso si appropria di stili, sonorità o addirittura di melodie, prese in prestito dalla sua memoria.

L’ultima grande fonte di influenza, una tra quelle che maggiormente hanno caratterizzato il suo stile musicale, è stata la musica etnica. Molteplici sono state le influenze folcloristiche nella musica del Maestro, partendo dalle influenze del bacino mediterraneo, ad esempio con l’utilizzo del classico giro armonico della tarantella napoletana o come il dialetto genovese  che riesce a fare da base ad una straordinaria serie di influenze musicali mediterranee, che vengono dalla Catalogna, attraverso la Sardegna e si spingono fino al medio oriente, per poi risalire in Grecia ed arrivare a lambire i Balcani.

Vent’anni fa, l’11 gennaio 1999, se ne andava Fabrizio De Andrè. Ci resta la sua buona novella, chissà se qualcosa l’abbiamo imparata interrogandoci su come avrebbe cantato questo nostro tempo.

Gabriella Parasiliti Collazzo