Taormina Film Festival: un esordio in sordina?

Tra ferventi attese e scetticismi è partito ieri il Taormina Film Fest: ospiti d’eccezione hanno calcato il palco del Teatro Antico durante la cerimonia di apertura di questa 67esima edizione tenutasi alle 21: 30 e condotta dall’attrice Anna Ferzetti, nota alle cronache per essere compagna del più celebre Pierfrancesco Favino. L’occhio disincantato dei frequentatori abituali della rassegna non si sarà lasciato sfuggire sicuramente l’assenza di ospiti internazionali, l’esiguo numero di attori e registi presenti o i tanti posti vuoti in tribuna.

Pochi ma buoni invece a nostro parere i protagonisti della serata: dall’elegante presenza di Massimo Ghini, insignito del Premio Manfredi da Luca Manfredi, figlio del grande Nino, fino all’inaspettato cast del film fuori concorso Boys (nelle sale dal 1 luglio).

Un emozionato Massimo Ghini riceve dalle mani di Luca Manfredi il premio in onore del grande Nino.

Chi si aspettava di trovare sullo stesso palco – e ancor di più nella stessa pellicola – Giorgio Tirabassi, Marco Paolini, un disinvolto Neri Marcorè, in collegamento dall’isola d’Elba, e un divertentissimo Giovanni Storti senza i suoi compari del trio? Chi si aspettava di vederli cantare tutti assieme sulle note del maestro Mauro Pagani, anche lui presente, che ha firmato la soundtrack del film? Eppure sono i prodigi di un regista come Davide Ferrario che ha firmato questo lavoro, del mixer della commedia italiana, genere oggi tanto bistrattato perché magari incapace di elevarsi ai livelli di quella commedia all’ italiana che ha portato alto il nostro nome nel mondo, ma comunque capace di strapparci ancora qualche emozione e qualche risata.

Da sinistra a destra: l’attrice Linda Messerklinger, Anna Ferzetti e Mauro Pagani. © Gianluca Carbone

Un cinema fatto per divertire, ma anche divertendosi: nonostante non avevamo mai visto questi attori coinvolti in un progetto comune, non si può fare a meno di notare la loro sintonia, la complicità vibrante. Proprio come la voce tremante del maestro Pagani mentre canta Regola 3, canzone che aveva nel cassetto dai tempi in cui negli anni ’70 collaborava con Faber, assieme a tante altre che sono andate a comporre la colonna sonora della pellicola di Ferrario. Sempre all’interno di questa parentesi musicale, davanti alla scenografia suggestiva del teatro antico, si esibisce poi con tanto di chitarra acustica Neri Marcoré in collegamento sul maxischermo e conclude l’intera band di attori/ cantanti di Boys, prima della premiere del film.

Il cast del film “Boys” assieme al maestro Marco Pagani durante l’esibizione musicale.© Gianluca Carbone 

Poche celebrazioni, pochi momenti decisivi, poca solennità insomma, ma tanta nostalgia a cominciare dalla proiezione di alcuni spezzoni di Nino Manfredi, in occasione del centenario della sua nascita, fino al ricordo del figlio e di Massimo Ghini che hanno decantato la capacità quasi “americana” dell’attore ciociaro di immedesimarsi «come un camaleonte» nei personaggi che andava ad interpretare, ricordo accolto con una commossa standing ovation del pubblico.

Sempre legata al fil rouge della nostalgia è la trama dell’esordiente Boys che ruota attorno alle vincende di una band anni ’70 ormai in decadenza, un film che mostra come il modo di fare musica e di trasmetterla sia davvero cambiato da quelli che erano gli anni d’oro del vinile, di Woodstock, del rock nudo e crudo. Forse anche il modo di produrre cinema è di certo cambiato: non si scrivono più le stesse storie, non si ride alle stesse battute, non esistono più i “Nino Manfredi”, ma il pubblico riesce sempre ad emozionarsi, a caricare premiere ed eventi come questi di alte aspettative e a trasmettere il proprio calore ai protagonisti: a fine serata non sono mancati infatti i fan accaniti che hanno approfittato per strappare una foto ai loro beniamini.

Angelica Rocca

 

 

 

 

Il Coronavirus blocca Hollywood: tante le uscite in sala rinviate

Quelli che stiamo vivendo sono giorni surreali, infiniti, sospesi nel vuoto.

L’emergenza pandemica che investito l’intero globo ha prodotto delle conseguenze concrete anche sul mondo della settima arte e delle dimensioni professionali che vi ruotano attorno.

Produzioni in stand-by, riprese interrotte, set “smontati”, serie tv sospese, uscite nelle sale rinviate e non solo.

Qui vi proponiamo una rapida – ma intensa  – carrellata di ciò che ci aspetta una volta rientrata l’emergenza sanitaria!

NO TIME TO DIE

Fonte: ItaliaSera

Il titolo del venticinquesimo lungometraggio dedicato alle gesta di James Bond, beffardo ed attuale quanto mai, era indubbiamente tra le pellicole più attese.
Il film diretto da Cary Fukunaga, inizialmente previsto per aprile, è stato posticipato al 12 novembre 2020. Considerando l’imminenza del suo arrivo in sala, con Daniel Craig & Co. in rampa di lancio, lo spostamento degli eventi marketing e della campagna pubblicitaria creata attorno all’ultimo capitolo di 007 non sarà affatto indolore per le casse della Universal.
Questo slittamento potrebbe costare tra i 30 e i 50 milioni, basti pensare ai 5 milioni di dollari investiti nel Super Bowl di febbraio.

FAST & FURIOUS 9

Fonte: Comicus

Come insegna il buon vecchio Dominic Toretto: la famiglia prima di tutto. Del resto si sa: la famiglia va protetta, a qualsiasi costo.
Questa volta, però, Vin Diesel ha dovuto inserire la retromarcia.
La star americana, inizialmente, aveva rassicurato i fan della fortunata saga Fast & Furious, garantendo loro l’uscita regolare del nono attesissimo capitolo.
L’attore aveva anche rimarcato l’importanza del cinema come fonte di svago e di leggerezza in un momento delicato ed incerto come questo.
Purtroppo per i fan del cinema rombo e motori così non è stato, anche l’uscita di Fast & Furious è stato rimandato al 2 aprile 2021.

A QUIET PLACE 2

Fonte: Ansa

La prima pellicola è stata una delle sorprese del 2018.
Un dramma familiare che rende la narrazione tesa ed estremamente coinvolgente, ambientato in uno scenario post-apocalittico ispirato, visivamente potente e soprattutto credibile.
Il sequel, che era previsto per Aprile 2020, è la naturale conseguenza di un successo acclamato.
A Quiet Place 2 slitta a data da destinarsi, ad annunciarlo è stato Krasinski regista-attore-sceneggiatore con attraverso il suo account Instagram: “Le persone sostengono che il nostro film vada visto tutti insieme in sala. Ebbene, a causa delle mutevoli circostanze di ciò che sta succedendo in questo momento intorno a noi, questo non è chiaramente il momento giusto per una cosa del genere. Anche se eravamo estremamente entusiasti di farvi vedere il film al più presto, aspetteremo a distribuirlo, in modo che tutti possiamo vederlo insieme”.

BLACK WIDOW

Fonte: SkyNews

Anche un colosso come la Disney ha dovuto deporre le armi davanti al nemico invisibile coronavirus.
Dopo aver resistito sino all’ultimo, anche Black Widow viene travolto da questo ineluttabile effetto domino.
Il cinecomic dedicato ad esplorare le “ombre” affascinanti di Vedova Nera, interpretata dalla magnifica Scarlett Johannson quest’anno candidata a due premi Oscar, era previsto nelle sale italiane per il 30 aprile, ma è stato spostato a data da destinarsi.
Dunque anche i fan dei fumetti Marvel dovranno arrendersi all’idea di pazientare per vedere in sala il primo adattamento cinematografico sulla Vedova Nera.

AVATAR

Fonte: TgCom24

La produzione dei tre attesissimi sequel di Avatar, le cui riprese erano in corso in Nuova Zelanda, è stata “rinviata fino a nuovo avviso”.
Il cast e la troupe della saga creata e diretta da James Cameron sono tornati a Los Angeles.
La previsione, sebbene molto ottimistica, è quella di tornare negli studi di Wellington entro la fine dell’anno.
Pare quindi che il coronavirus abbia messo in ginocchio anche i “giganti blu” di Pandora, chissà ancora per quanto tempo.

MATRIX 4

Fonte: Ciak!

Anche la quarta pellicola dell’ormai storico “The Matrix” ha dovuto chiudere i battenti della produzione.
Conclusesi le riprese in quel di San Francisco, il progetto si è letteralmente arenato a Berlino, dove l’intera troupe si trova bloccata.
Non è ancora stata comunicata una data di uscita nelle sale dell’ultimo entusiasmante atto che vede di nuovo insieme Keanu Reeves e Carrie-Anne Smith.
Un po’ di pazienza, Neo sta per tornare nel cyber-spazio.

THE BATMAN

Fonte: Movieplayer

Le riprese del nuovo lungometraggio sull’ultimissima versione del celebre uomo-pipistrello della DC, già fermatesi per due settimane, sono state ulteriormente arrestate per ovvi motivi di sicurezza.
Il regista Matt Reeves ha confermato sul suo profilo Twitter la proroga dello stop: “Ci siamo fermati finché non sarà sicuro per tutti noi riprendere le riprese. Tutti sono al sicuro per il momento, grazie per averlo chiesto, e state al sicuro anche voi”.
The Batman aveva attirato i riflettori di Hollywood su di sè, soprattutto per la presenza di Robert Pattinson, ritenuto perfetto persino dall’ex Batman Ben Affleck.

Ai cinefili è chiesta in questo momento un po’ di pazienza.

Tutto è stato sospeso, nulla cancellato Il prossimi mesi saranno pregni di buon cinema, abbiate fiducia.

Antonio Mulone

Gli Oscar sotto i riflettori della polemica

L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences fa ancora una volta parlare di se.

L’associazione, madrina degli Oscar, ha rivisto la decisione, alquanto inconsueta, di assegnare quattro premi durante le pause pubblicitarie previste nel corso della cerimonia del 24 febbraio, in seguito alle critiche ricevute dai suoi membri.

I premi che sarebbero stati impropriamente oscurati dalle pause pubblicitarie erano quelli per la miglior fotografia, il miglior montaggio, il miglior trucco e il miglior cortometraggio.

La scelta aveva l’obiettivo di accorciare di un’ora la cerimonia, da sempre ritenuta pedante e lunga, ed era stata approvata dagli oltre cinquanta consiglieri dell’associazione, ma fin dall’annuncio tanti altri attori, registi e produttori, tra i quali Alfonso Cuaron, Martin Scorsese e Quentin Tarantino, avevano contestato l’oscuramento dei premi per categorie ritenute fondamentali per il cinema.

Hanno tuonato registi e addetti ai lavori, che ieri hanno inviato una lettera aperta per chiedere di rivedere quanto stabilito.
L’Academy non ha fatto attendere la sua risposta.

Nel comunicato stampa diramato dall’ente dello spettacolo preposto ai Premi Oscar si legge: “Desideriamo assicurare che nessuna categoria sarà presentata in modo da sminuire né i vincitori né i prodotti premiati.

Cambierà solo il tempo dedicato durante la diretta alla premiazione sul palco”. Non solo rassicurazioni, ma per difendersi l’Academy attacca “le informazioni non accurate e i post sui social media” e tutta la “catena di disinformazione che ha sconvolto tutti i membri dell’Academy stessa”.

“ I nostri produttori hanno tenuto in gran considerazione sia la tradizione del Premio Oscar sia il sempre crescente pubblico globale.

Siamo sinceramente convinti che sarete soddisfatti dallo show e non vediamo l’ora di festeggiare un grande anno cinematografico con tutti i nostri membri e con il resto del mondo”.

Quest’anno tra presentatori non pervenuti e varie polemiche interne, pare che la cerimonia dell’Oscar possa essere la più squallida di sempre.

D’altronde quando l’istituzione più autorevole con il compito di proteggere e custodire la bellezza cinematografica, la pone invece alla mercè dello show-business, allora non solo non si sta più rispettando lo spirito dell’Accademy, ma anche la solenne promessa di celebrare il cinema come arte collettiva.

Antonio Mulone

Mostre a Palermo: Vittorio Storaro e Antonello da Messina

A Palermo è stata accolta presso il Palazzo Chiaramonte Steri la mostra dedicata a Vittorio Storaro dal titolo “Scrivere con la luce”. Ha rappresentato un’occasione innovativa per scoprire la maestria di un importante autore della fotografia cinematografica.

Vincitore di numerosi premi tra cui tre premi Oscar per Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore, Vittorio Storaro ha lavorato con diversi registi come Bernardo Bertolucci e Francis Ford Coppola, e curato la fotografia di film rimasti nella storia (“Il Conformista”, “Ultimo tango a Parigi”, “Giordano Bruno”, “Novecento”, “Il tè nel deserto”). 

Innanzitutto, un po’ di chiarezza. Chi è l’autore della fotografia cinematografica? Una figura professionale, fondamentale per un set di un film, che ne cura la resa visiva, cioè l’aspetto dell’immagine in movimentoLa mostra è stata distribuita all’interno della Sala delle Armi e la Sala delle Verifiche, ed è stata allestita partendo dalla trilogia di libri scritti dall’artista per poi fare un confronto tra opere pittoriche (dal ‘700 in poi) e la cinematografia dei vari film.

La speranza è quella che in futuro verranno ideate ulteriori esposizioni riguardo alla settima arte, cercando anche di coinvolgere personalità della realtà cinematografica siciliana, in modo da fare sempre meglio e da espanderne la conoscenza con ampia risonanza.

L’Annunciazione, Antonello da Messina

La mostra di Antonello da Messina al Palazzo Abatellis invece è forse la più frequentata dal pubblico, nella quale sono presenti diverse opere provenienti da musei sparsi in molte città italiane e non solo.

Il percorso è suddiviso in diverse sale e presenta una sequenza cronologica della carriera artistica dell’autore. A partire dalla giovane età con dipinti del periodo fiammingo, per poi arrivare al periodo veneziano, che comprende la collaborazione con il figlio Jacobello nell’opera la Madonna col Bambino. Il tragitto viene seguito da grandi pannelli didattici che mostrano la vita e la storia delle opere dell’artista.

Questa monografica è una prova di come sia possibile realizzare mostre di grandi autori che, anche se spesso considerati minori, non hanno nulla da invidiare a quelli europei. L’unica nota negativa di questa mostra è l’assenza di altri lavori altrettanto rilevanti realizzati dal pittore, che rimangono visionabili solo fuori porta.

Avendo assistito nello stesso giorno a due mostre di impostazione e tipologia diverse, ma ugualmente interessanti, ho maturato alcune riflessioni. Sorge dunque spontaneo proporre il seguente confronto: la mostra di Antonello da Messina è organizzata sulla base di un ordinato orientamento spaziale; quella di Storaro, pur rispecchiando parzialmente questi canoni, risulta a tratti dispersiva, aspetto probabilmente attribuibile all’ampiezza delle sale.

“Scrivere con la luce” Vittorio Storaro, Palazzo Steri

Nonostante sia sicuramente una scelta valida confrontare i vari film con opere pittoriche che risalgono a epoche dal ‘700 in poi, questo aspetto rimane poco comprensibile e accessibile a quella parte di pubblico che non ha già visto preventivamente tutti i film.

Se le stampe dei frame fossero state sostituite con l’installazione di pannelli virtuali proiettanti pochi secondi di film, si sarebbe garantita maggiore dignità al maestro della luce Vittorio Storaro, mostrandola in tutta la sua interezza.

“Il cinema non è un’opera singola. Il cinema è un linguaggio di immagini attraverso cui si esprime un concetto, essendo l’immagine rilevata dal conflitto e dall’armonia dell’ombra e della luce e, come li chiamava Leonardo da Vinci, dei loro diretti figli: i colori. Infatti una diversa impostazione della luce, comporta nel film una differente struttura figurativa.”  Vittorio Storaro

 

Marina Fulco