Il team “Messina Energy Boat” al MEBC 2023

Torna anche quest’anno uno degli eventi che dell’innovazione e della sostenibilità in mare ne fa una costante, ovvero la “Monaco Energy Boat Challenge” (MEBC).  Quest’anno alla decima edizione parteciperà, tra le 16 squadre in gara, anche il team “Messina Energy Boat” (MEB), selezionato da un comitato tecnico d’eccellenza. Sarà un onore per l’Università degli studi di Messina, che parteciperà come prima Università del Centro/Sud d’Italia.

Professionisti e studenti di ingegneria di tutte le università del mondo competono tra loro, attraverso nuove tecnologie a sostegno dell’imminente transizione energetica. In un momento di grave crisi climatica come questo, la nautica dovrebbe contribuire ad abbattere le emissioni inquinanti. Bisognerebbe “tendere ad un approccio eco-responsabile, per il nostro pianeta, per gli oceani e per le nuove generazioni”, come dichiara il segretario generale dello Yacht Club di Monaco, Bernard d’Alessandri. La competizione internazionale è organizzata dallo Yacht Club di Monaco, il quale motto è “nuove tecnologie per un mondo migliore”.

In cosa consiste la competizione del MEBC?

I team premiati nella scorsa edizione avevano gareggiato su fronti e in categorie differenti come:

  1. La “Solar Class”, una sfida tra imbarcazioni alimentate a energia solare;
  2. La “Energy Class”, una sfida in cui ad ogni team viene fornito lo stesso scafo, sfidando i giovani ingegneri a progettare la cabina di pilotaggio ed un sistema di propulsione. Utilizzando fonti di energia a zero emissioni e materiali ecosostenibili;
  3. La “Open Sea Class”, una gara aperta riservata alle barche con motore elettrico. È una prova di resistenza per mettere in risalto l’autonomia data dalla motorizzazione elettrica.

Nella precedente nona edizione l’Italia ha trionfato nella “Energy Class”. Categoria per la quale è stato selezionato quest’anno il team “Messina Energy Boat”.

Da spettatori a protagonisti. Qual è il progetto del  “Messina Energy Boat” (MEB)?

Il Messina Energy Boat (con l’acronimo MEB) è nato proprio lo scorso settembre. Dopo che alcuni studenti e docenti, del Corso di laurea in Scienze e Tecnologie della Navigazione dell’Ateneo messinese, partecipando da spettatori all’edizione 2022 si sono voluti dare una possibilità. Il team, coordinato dal prof. Vincenzo Crupi, del Dipartimento di Ingegneria di UniMe, è composto da dottorandi, ricercatori, docenti ma principalmente da studenti dell’Ateneo peloritano. La determinazione e la voglia di fare contraddistingue questi giovani ragazzi. Dalle parole della team leader MEB, Angelica Sparacino, lo si può intuire

Siamo felici ed orgogliosi di poter rappresentare l’Università e la città di Messina e di interfacciarci con il resto del mondo, in questa competizione basata sull’innovazione e la sostenibilità.

 

Il team del “Messina Energy Boat”, Fonte: UniMe

 

Lo Yacht Club di Monaco si occuperà di fornire ai team, come al MEB, un catamarano. Questo dovrà essere allestito nel rispetto del regolamento con limiti di peso, potenza erogata e energia accumulata. L’imbarcazione dovrà essere alimentata da una fonte di energia rinnovabile (come energia solare o idrogeno). L’intero progetto deve essere realizzato con materiali e materie prime Eco-Friendly, in modo da ridurre l’emissione di CO2. Verranno eseguiti test sull’equilibrio e la rigidità della barca, per garantire la massima sicurezza a bordo. Infatti il pilota prescelto dovrà avere grande esperienza nel mondo nautico ed ingenerale delle imbarcazioni.

Quando e dove si terrà il Monaco Energy Boat Challenge?

La competizione si terrà nel Principato di Monaco, nei giorni del 3 e 8 luglio 2023. Il Principato negli anni è diventato protagonista assoluto, centro di eccellenza internazionale della nautica a impatto zero. Sono previste conferenze e talk, dove verranno trattate tematiche a sostegno dell’ambiente, per una nautica ecosostenibile. Partecipare anche come solo spettatore a questa competizione mondiale è un’esperienza da non perdere. Perché non farlo? Che vinca il migliore!

Per maggiori informazioni sul Monaco Energy Boat Challenge 2023 clicca qui. Se vuoi conoscere meglio il progetto dei giovani ragazzi del MEB clicca qui.

Marta Ferrato

Boiler Summer Cup: la nuova umiliante challenge su TikTok in vista dell’estate

Si tratta di un nuovo gioco che sta spopolando sul web e che istiga pesantemente al body shaming tra i più giovani. L’obiettivo è quello di adescare il maggior numero di ragazze in sovrappeso possibile per “totalizzare più punti”, riconoscendo come vincitore chi riesce a sedurre la ragazza che pesa di più.

Cos’è la Boiler Summer Cup, la nuova “challenge” diventa virale -Fonte: ilriformista.it

La vergognosa challenge, diventata virale in pochi giorni sulla piattaforma di TikTok, consiste in una vera e propria sfida in vista dell’estate (deve iniziare il 21 giugno) ma già nei primissimi giorni conta la realizzazione di diversi video e contenuti essendo che per scalare la vetta della classifica si dovrà documentare tutto.

Cos’è la Boiler Summer Cup

La challenge consiste nell’adescare e flirtare in discoteca con una ragazza descrivibile come “boiler” mentre gli amici documentano l’accaduto avviando registrazioni, senza che la vittima ne sia consapevole. Il mix di bullismo e body shaming incontra l’ottica sessista dell’uomo virile che vince solo se seduce la ragazza che pesa di più.

Frasi come “Ho toccato una boiler di 130 chili”; “Io non riesco ad andare oltre i 70 chili”; “Quella mi sembra una da 100/110”, finiscono per alimentare la visione dell’oggettificazione del corpo femminile, nonché la viltà di ragazzi che hanno bisogno di sentirsi realizzati discriminando il corpo altrui. Il tutto alimentando l’ideologia metropolitana che un corpo debba rientrare in determinate misure e pesi per essere accettato dalla società.

La pericolosità di questa challenge

Oltre al linguaggio sessista, misogino e violento, la Boiler Summer Cup, sta creando forti angosce alle giovani ragazze che per paura di essere prese in giro ed umiliate evitano di uscire.

Il racconto di mamma Katia testimonia la pericolosità della sfida. Dalle sue parole trapela il senso di vergogna che la challenge ha lasciato in sua figlia, mostrando come un “gioco” possa incidere e ledere l’area psicologica di un soggetto, in quanto è più semplice far sentire gli altri insicuri ed umiliati.

La cattiveria e la superficialità di queste azioni “l’ha ferita nel profondo: io spero che qualcuno fermi questo orrore e che chiunque sia vittima di questa challenge e lo scopra denunci. È una lotta lunga e la strada è in salita. Ma non si può far finta di niente. Ci vogliono pene severe ed educazione a casa e anche nelle scuole. Non si può andare avanti così…”.

“Boiler Summer Cup”, la vergognosa challenge che prende di mira le ragazze in discoteca -Fonte:teleclubitalia.it

La goliardia che diventa reato

A tutela delle ragazze vittime della challenge interviene la giurisprudenza. Sebbene molti suppongano che il “giochino” abbia finalità goliardiche, chi incorre nella Boiler Summer Cup potrebbe avere alle spalle diversi capi d’accusa. I reati che si commettono sono enumerati nel Codice della privacy (D.lgs. del 30.06.2003 n. 196) e nel Codice Penale che sanzionano:

  • Pubblicazione illecita, (art.167 del Codice della Privacy): punisce il trattamento illecito dei dati personali avvenuto attraverso la pubblicazione non autorizzata di immagini o notizie sul web, con la reclusione da sei mesi a un anno, che però aumenta da uno a tre anni se riguardano i dati sensibili. La vittima altresì può richiedere non solo la rimozione del contenuto digitale, bensì il risarcimento pecuniario, ove avesse provocato danno fisico o morale;
  • Trattamento illecito di dati personali, (art.167-172 del Codice della privacy) è punito con la reclusione da 6 a 18 mesi per il trattamento illecito di dati personali da cui derivi nocumento al titolare degli stessi, e con la reclusione da 6 a 24 mesi per la comunicazione o diffusione di dati illecitamente trattati, indipendentemente dal potenziale danno che derivi a terzi. Entrambe le fattispecie di reato presuppongono il dolo specifico nonché un preventivo trattamento dei dati personali;
  • Diffamazione, (art.595 del Codice Penale): se l’offesa è recata col mezzo della stampa o con qualsiasi altro mezzo di pubblicità, ovvero in atto pubblico, la pena è della reclusione da sei mesi a tre anni o della multa non inferiore a 516 euro.

Ove il video pubblicato contenesse la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti il Codice Penale all’Art.612 ter (Revenge porn) incrimina in via specifica la divulgazione non consensuale, dettata da finalità vendicative, di immagini intime. La pena include anche chi, avendo ricevuto o acquisito le immagini e i video, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento. L’autore è punito con la reclusione da uno a sei anni e con una multa da 5.000 a 15.000 euro.

La severità di tali disposizioni vuole in primis tutelare la libertà di autodeterminazione della persona, nonché l’onore, il decoro, la reputazione e la privacy del singolo.

La risposta della piattaforma

Una portavoce di TikTok ha reso noto che le linee guida della Community esplicitano in modo chiaro che non si tollerano contenuti che promuovono bullismo o molestie, agendo dunque con la rimozione dei video che le violano. Ha poi aggiunto

“Nonostante non abbiamo evidenza che la ‘Boiler Summer Cup’ sia un trend diffuso sulla piattaforma, il nostro team dedicato alla sicurezza continua a monitorare attentamente e rimuoverà qualunque contenuto dovesse risultare in violazione. Nel frattempo, stiamo vedendo la nostra community rispondere con video che condannano questo comportamento, contribuendo a creare uno spazio di condivisione sicuro.”

Al fine di “promuovere un posto accogliente e sicuro dove le persone possano condividere la propria creatività”,  la piattaforma  nel quarto trimetre del 2021 ha rimosso il 94% dei contenuti che violavano le policy entro 24 ore dalla loro pubblicazione e il 90% di quelli prima di essere visualizzati.

Nonostante ciò si dovrà continuare ad arginare il grave problema che la società affilia alla donna con qualche chilo in più. Questa infatti non rispecchiando i canoni di una società che valuta “a peso” non meriterebbe lo stesso rispetto di chi rientra in suddette misure dettate da un contesto sociale. Occorrerebbe educare di più nonché limitare l’amplificazione di ciò che i social hanno portato su un altro livello.

Giovanna Sgarlata