Nicole Kidman, “l’ultima diva di Hollywood”

Compie 55 anni oggi “l’ultima diva di Hollywood”: un attrice versatile che nel corso della sua carriera ha indossato diverse maschere. Metamorfosi continue che hanno reso Nicole Kidman una leggenda del cinema! Non ha bisogno di presentazioni: a chiunque almeno una volta nella vita sarà capitato di vederla sul grande schermo.

Sono passati 19 anni da quando sollevò l’ambita statuetta degli oscar, dopo aver vinto nella categoria di migliore attrice per l’interpretazione di Virginia Woolf in The Hours nel 2003. Cosa rende la Kidman l’ultima diva di Hollywood? Sono molte le risposte: prima di tutto l’eleganza e il portamento (guardandola ci sembra di ammirare una donna uscita da una copertina di Vogue).

Un altro punto a favore è la voce: per chi non lo sapesse, l’attrice non solo ha preso parte ad alcuni musical cinematografici, ma nella propria carriera ha anche inciso varie canzoni.

Il talento maggiore di Nicole Kidman, si esprime però nella recitazione. Ogni personaggio che interpreta lo rende suo e lo spettatore sembra immedesimarsi con lei.

Oggi parleremo di tre film che l’hanno immortalata nella storia di Hollywood.

Nicole Kidman in Dogville. Fonte: Zentropa Entertainment

Mouline Rouge! ( 2001)

Diretto dal regista Baz Luhrmann, Mouline Rouge! è un musical che è entrato a far parte della storia del cinema. Canzoni, trama, colori, cast: tutto è perfetto. Il film è ambientato nelle strade della Parigi del 1889, e le vicende si svolgono nel famoso locale Mouline Rouge, un cabaret, dove i clienti rimangano incantati dalla bellezza e dal talento delle ballerine di quel luogo magico. La protagonista è la bella Satine (Nicole Kidman), prima ballerina e c0rtigiana, che si innamora dello scrittore Christian (Ewan McGregor). I due innamorati se la dovranno vedere però contro il perfido Duca Di Monroth (Richard Roxburgh) che vuole possedere Satine.

La Kidman è a dir poco straordinaria: chiunque vorrebbe essere Satine, vivere quella storia d’amore, che a molti appare iraggiungibile

Palette rossa, Parigi, canzoni pop, e burlesque: unendo tutti questi elementi si può creare il mix perfetto per dar vita a una pellicola romantica, divertente e anche con un velo di malinconia.

Satine ( Nicole Kidman) e Chistian (Ewan McGregor). Fonte: 2oth Century Fox, Bazmark Production

The Others (2001)

Dietro la cinepresa troviamo il regista Alejandro Amenábar, che ha creato uno dei thriller e horror più famosi di sempre.

La storia si svolge sull’Isola di Jersey. Siamo nel 1945: la  seconda guerra mondiale è appena terminata. Grace Stewart ( Nicole Kidman), vive da sola in un’enorme casa coi i suoi due figli, Anne ( Alakina Mann) e Nicholas ( James Bentley), i quali soffrono di una malattia per cui non possono esporsi alla luce del sole e perciò uscire dalle mura del palazzo. Nella dimora vige una regola: le tende devono essere perennemente chiuse, nemmeno un singolo raggio di sole può entrare.

“Nessuna porta deve essere aperta prima che l’ultima sia stata chiusa, è così difficile da capire? Questa casa è come una nave e qui la luce deve essere controllata come se fosse acqua, aprendo e chiudendo le porte.”

Grace soffre di terribili emicranie,  il marito è lontano da casa, si trova al fronte e lei si ritrova ad essere una madre sola in una grande dimora, lontana da tutti, ed è perciò costretta ad assumere dei domestici.

Con l’arrivo di quest’ultimi, alla vita tranquilla dei proprietari subentrerà la paura: Grace vedrà qualcosa di anomalo nei nuovi arrivati, che inizierà a tormentarla.

Assieme al Sesto Senso, The Others viene considerato tra i film con uno dei finali più sconvolgenti mai creati.

La Kidman, è riuscita a far provare al telespettatore paura e angoscia (di certo non è una cosa da tutti!).

Grace Stewart ( Nicole Kidman) assieme alla figlia Anne (Alakina Mann). Fonte: Warner Sogefilms

Australia (2008)

Il regista Baz Luhrmann, ci porta nella sua terra senza confini e come protagonisti sceglie i suoi due connazionali Nicole Kidman e Hugh Jackman.

La storia è ambienta subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. Da un lato abbiamo Lady Sarah Ahely ( Nicole Kidman), che lascia la caotica Inghilterra, per volare verso la “terra dei canguri”: qui si occuperà del ranch ereditato dal marito deceduto da poco.  Il personaggio della Kidman si sentirà smarrito nel nuovo Paese, un posto così grande e meno civilizzato rispetto alla Gran Bretagna, popolato dagli aborigeni.

Dall’altro lato abbiamo Drove ( Hugh Jackman), un mandriano vecchio stile, che adopera la locuzione “Vieni qui donna!”. A primo impatto sembrerebbe un “buzzurro”, ma sotto quella barba incolta e gli stivali da cowboy si nasconde un gentiluomo che farà conoscere alla nostra Lady le meraviglie dell’Australia.

Jackman e Kidman sono due attori straordinari: la coppia di cui non sapevamo di aver bisogno. Nicole Kidman qui non è solo una nobildonna, ma una “femminista”, che è riuscita a rendere giustizia alle donne del passato e presente con Lady, una donna forte e sempre elegante.

Nicole Kidman e Hugh Jackman in una scena del film. Fonte: 20th Century Fox

 

Nicole Kidman, nonostante il successo e i suoi innumerevoli lavori, una volta disse: «Sono diventata molto famosa molto presto. Anche perché ho sposato un uomo famoso.» Non siamo d’accordo con queste parole: il suo talento e la sua audacia l’hanno resa una dei volti più amati del grande schermo.

Ha lavorato con grandi registi (da Baz Luhrmann a Sofia Coppola.)  L’abbiamo sentita sulle note di Somethin’ Stupid con Robbie Williams e l’abbiamo amata nei panni della Dottoressa Chase Meridian in Batman Forever. Sono tanti e sono troppi i ruoli che hanno reso l’attrice dagli occhi color ghiaccio, l’ultima grande diva.

Alessia Orsa

Un bagno nel blues: buon compleanno Pino Daniele

Nessuno muore veramente sulla Terra finché vive nel cuore di chi resta. Si dice così, vero? Nonostante siano passati diversi anni da quella drammatica notizia, la presenza di Pino Daniele continua ancora ad accompagnarci dolcemente lungo quei grandi brani che sono passati alla storia come componimenti che raccontano le diverse anime di Napoli e dell’Italia, ma anche del volgo e dei sentimenti più profondi.

A me me piace ‘o blues e tutt’ ‘e juorne aggia cantà.

Pino Daniele. Fonte: libreriamo.it

Al confine tra poesia e musica leggera

Pino Daniele nasce a Napoli il 19 marzo 1955 in una famiglia molto numerosa. Dopo aver frequentato l’Istituto Armando Diaz di Napoli, impara a suonare la chitarra da autodidatta e successivamente migra in diversi complessi che lo aiutano ad acquisire conoscenza ed esperienza nel campo della musica.

Il 1976 segna importanti cambiamenti, tra cui le prime esperienze professionali come musicista e la maturazione artistica. Da quel momento il cantautore inizia a produrre album e canzoni di un certo spessore: alcune passarono alla storia della musica italiana come dei veri e propri capolavori.

L’omaggio che oggi intendiamo offrire a questo grande cantautore non sarà quello di raccontare la sua storia come se fosse una semplice biografia, ma di ripercorrere insieme alcuni dei brani più importanti. Un modo per sentirci più attivi e vicini al percorso compiuto dal grande Pino Daniele  e per augurare buon compleanno al cantautore e chitarrista blues più innovativo presente nel panorama italiano .

 

Pino Daniele: illustrazione in bianco e nero. Fonte: studio93.it

Napule è

Napule è, una fantastica traccia che apre il suo album di esordio: Terra mia del 1977.

Napule è mille culure, Napule è mille paure, Napule è a voce de’ criature che saglie chianu chianu e tu sai ca’ nun si sulo

Un inno, una poesia d’amore per la propria città, accompagnata  dalla denuncia a un insieme di problematiche quali le difficoltà, le contraddizioni e- sotto alcuni punti di vista- anche la rassegnazione.

Quella che vuole attuare Pino Daniele in questo brano è una rivoluzione, fatta di amare verità e dolci parole che si propongono di raccontare a testa alta e con determinazione le molteplici realtà di un posto così magico, lasciando spazio al sentimento e alla parola del volgo.
Allo stesso tempo, il cantautore non intende descrivere in modo oleografico la città ma vuole riportare alla memoria tutte quelle storie che ricordava o sapeva di aver ascoltato nei bar, nei vicoli, fra le panchine.

Una realtà che si lascia spogliare e raccontare senza mai consumarsi, una fiamma alimentata dall’amore, dalla passione, dall’incontro tra un foglio bianco e sentimenti liberi.

Le strade di Napoli illuminate dalle parole di Pino Daniele. Fonte: tpi.it

Je so’ pazzo

Je so’ pazzo je so’ pazzo, e vogl’essere chi vogl’io ascite fora d’a casa mia, je so’ pazzo je so’ pazzo

Un brano forte e dirompente che risale al 1979: ancora una volta, Pino parla e racconta Napoli, facendo diversi riferimenti testuali, e allo stesso tempo mostra una forte propensione al rock blues.

Il protagonista del testo è un “pazzo” che, in quanto non perseguibile dalla legge, si mostra libero di poter manifestare il proprio dissenso o le proprie idee senza la necessità di essere politicamente corretto. Un brano provocatorio, quasi sfacciato, ribelle.

Pino Daniele in concerto. Fonte: rockit.it

Quando

Tu dimmi quando, quando. Ho bisogno di te, almeno un’ora per dirti che ti odio ancora

Un brano molto conosciuto ed inoltre da inserire nei più grandi successi di Pino Daniele. Spesso viene consideratola canzone simbolo del cantautore. Pubblicato nel 1991, venne pensato come colonna sonora del film di Massimo Troisi, Pensavo fosse amore… invece era un calesse. Le parole di questa bellissima canzone la rendono un classico senza tempo e diversi cantanti si cimentano ancora oggi nella sua esibizione.

Il significato del testo è molto profondo e allo stesso tempo delicato, in quanto descrive l’animo combattuto di un uomo innamorato che si chiede quando vedrà la donna amata per dirle «Ti amo ancora». Nella canzone si chiede «Dove sono i tuoi occhi e la tua bocca»: un chiaro appello all’amore perso. Mentre lei sembra molto lontana, così come cita il brano («forse in Africa che importa»), lui aspetta di rivederla un’ultima volta. Questo è chiaramente l’inno di chi non si arrende ma ama e brama la propria donna, nonostante lei non sia  lì con lui.

 Cover del cofanetto “Quando” (2017). Fonte: musicaintorno.it

Dai balconi alla rete, buon compleanno Pino

A gran voce, dai balconi delle nostre case, dai social alle radio nelle nostre camere, nonostante l’emergenza Coronavirus, siamo tutti abbracciati in un unico pensiero che ci accompagna proprio lì, a stringerci tra le note di Pino Daniele.

Grazie per la tua musica, buon compleanno.

Annina Monteleone