F1 – Il Film: il “Top Gun” di Brad Pitt nella Formula 1

“F1 – Il Film” è un film del 2025 diretto da Joseph Kosinski (regista di “Top Gun Maverick”) e con protagonista Brad Pitt. Il regista è anche produttore, assieme a Jerry Bruckheimer (lo stesso di “Top Gun”, “Pirati Dei Caraibi”, “Pearl Harbor” ecc.)

Trama

1993. Sonny Hayes (Brad Pitt) è stato un campione della Formula 1 fino a quando un incidente in pista ha quasi messo fine alla sua carriera.

2023. Il suo vecchio amico Ruben Cervantes (Javier Bardem), proprietario di un team di Formula 1 in crisi, gli fa visita e lo convince a tornare in pista per un ultimo tentativo di salvare la squadra ed essere il migliore del mondo. Guiderà al fianco del giovane Joshua Pearce (Damson Idris), di cui dovrà cercare anche di essere un mentore, nonostante i conflitti tra i due. Durante il campionato, il passato di Sonny si farà vivo e la strada per la redenzione non è un qualcosa che può percorrere da solo.

“F1 – Il Film” è un film per gli amanti della Formula 1 e non solo

“F1 – Il Film” è un film apparentemente pensato per gli appassionati dello Formula 1 ed invece, può attirare l’attenzione anche di chi non lo segue . Gli appassionati resteranno incollati al grande schermo, come se stessero guardando (o vivendo addirittura) una vera gara di Formula 1. Inoltre, si divertiranno a cogliere i riferimenti e alcuni grandi nomi che accompagnano questo sport.

Kosinski e Pitt, però, non volevano solo raccontare una semplice storia di Formula 1 solo per chi lo segue. Volevano parlare anche a chi disconosce questo mondo e scavare in fondo ad esso. Quello che c’è dietro la gara e cosa provano i piloti è il perno del film e in un certo senso, può parlare a tutti. Non parla solo del sistema che circonda le corse, ma dell’umanizzazione dei piloti e cerca anche di essere un carburante per l’autostima, essenziale per l’essere umano quanto per un auto. E’ un film che parla di redenzione, di crisi esistenziale, dell’importanza dell’amicizia e del gioco di squadra e dà pure una bella botta di adrenalina e rafforza l’autostima. Insomma, anche una bella storia motivazionale e tutti si possono immedesimare nei personaggi, soprattutto in quello di Brad Pitt

Brad Pitt e Damson Idris in "F1 - Il Film"
Fonte: Teatro Cinema Italia

“F1 – Il Film” è il “Top Gun Maverick” della Formula 1

“F1 – Il Film” è diretto dal regista e dal produttore di “Top Gun Maverick” (Jerry Bruckheimer). Si percepisce il loro tocco, perché ci sono delle similitudini sia a livello tecnico che narrativo nei film sopracitati. E’ in un certo senso, un “Top Gun Maverick” sostanzialmente ambizioso ma che non vola e sfreccia nelle piste di Formula Uno.

Brad Pitt interpreta un personaggio che è simile a quello interpretato da Tom Cruise in “Top Gun”. Entrambi si sentono vivi quando mettono le mani sui mezzi (uno su un aereo e l’altro su un auto da corsa), rispetto ad altri ambiti. Ed allo stesso tempo, entrambi hanno anche avuto una crisi esistenziale, per poi riuscire ad osare e volare sempre in alto (metaforicamente parlando). Sono stati spesso in bilico, tra il rimanere nella loro dimensione e il voler osare di più, senza sfondare mai come avrebbero dovuto fare.

Sono stati anche dei mentori per giovani provetti che volevano emergere come loro volevano fare agli inizi, nonostante siano stati in conflitto. Hanno anche avuto eventi traumatici che hanno distrutto la loro autostima e non volevano più saperne di niente e di nessuno. Ma poi, sono riusciti ad affrontare i loro demoni interiori e a rinascere dalle ceneri (citando il mito della fenice) e questo è sufficiente per essere motivazionale per lo spettatore.

Brad Pitt
Fonte: GPFans.com

Brad Pitt è ormai un bravo attore lontano anni luce dal giovane belloccio di un tempo.

Nel corso degli anni, Brad Pitt è stato capace di essere versatile e tra alti e bassi (e non con pochi ostacoli), ha collezionato una serie di ruoli che hanno messo in risalto la sua bravura attoriale. Inizialmente (ed erroneamente), si associava Pitt solo al bel faccino e si guardavano i film a cui prendeva parte, solo per il suo bell’aspetto (caratteristica che gli si riconosce, obiettivamente).

Ma lui non si è arreso e come Leonardo DiCaprio, è riuscito a crescere nella recitazione, accumulare sempre di più esperienza e a dimostrare che è un bravissimo attore. Ormai, è affermatissimo e “F1 – Il Film” è l’ennesima dimostrazione della sua incredibile esperienza e della sua crescita professionale. Anzi, nonostante il suo personaggio voglia avere le luci della ribalta, lo stesso Pitt non cade nell’istrionismo e comprimari come Javier Bardem e Damson Idris non vengono messi da parte e riescono a fare bene la loro parte.

Brad Pitt
Fonte: il Cineocchio

Un comparto tecnico che fa vivere in primo piano la Formula 1

Kosinski si può considerare un vero “architetto del cinema” e forse grazie ai studi compiuti nell’architettura, ha potuto unire ciò al cinema. Con un approfondimento della grafica computerizzata, sta dando un segno al cinema con una cura maniacale nei dettagli e con una continua sperimentazione. Basti pensare ad alcuni suoi lavori come Tron Legacy o il successo mondiale “Top Gun Maverick”. Nell’ultimo film citato, ha unito nostalgia e spettacolarizzazione, grazie alla costruzione di scenografie aeree e ai voli resi più o meno realistici.

Adesso, dalle missioni aeree è atterrato sul piano terreno, continuando a sfrecciare con grande velocità, ma stavolta in una vera pista di Formula 1. Sì, si è spostato in vari Paesi (inclusa l’Italia, esattamente a Monza) e ha voluto far mettere delle videocamere sulle auto da corsa. Viste le inquadrature, sembra di vivere in primo piano le gare. Un’idea davvero geniale e nata da una regia architettonica ed equilibrata. Questa regia è accompagnata da una fotografia suggestiva e dalla colonna sonora maestrale di Hans Zimmer.

Brad Pitt e Javier Bardem
Fonte: comingsoon

Un film dove si corre, a tratti con un ritmo paradossalmente lento e con un minutaggio eccessivo

“F1 – Il Film” non è assolutamente un film “perfetto” e ha dei difetti piuttosto evidenti. Per essere un film incentrato sulle corse, ha un difetto che si è riscontrato in un altro film simile, ovvero “Gran Turismo”. In alcuni momenti, si percepisce un abbassamento del ritmo narrativo ed è un difetto piuttosto paradossale, visto il contesto della Formula 1. Mentre le macchine corrono al massimo, in alcune scene si percepisce una velocità del ritmo diametralmente opposta a quella delle auto.

Inoltre, nella parte centrale si percepisce una certa ridondanza e una certa deviazione. E’ come se non fosse chiara la direzione narrativa da prendere, come se la macchina da corsa continuasse a girare intorno alla pista, senza raggiungere mai il traguardo. Questi difetti citati si avvertono maggiormente con un eccessivo prolungamento del minutaggio e vista la trama, poteva durare anche meno. Tolti questi difetti, “F1- Il Film” è uno spettacolo cinematografico da non perdere in sala e dà una bella botta di adrenalina e di motivazione allo spettatore che decide di vivere quest’esperienza visiva.

Giorgio Maria Aloi

 

Altri 60 di questi, Brad Pitt!

William Bradley Pitt, megli noto come Brad Pitt, nasce a Shawnee (Oklahoma) il 18 Dicembre del 1963 dai coniugi Bill Pitt (dirigente di trasporti) e Jane Etta Hillhouse (consigliere scolastico).

Dopo una brillante carriera da atleta nell’adolescenza, decise di frequentare l’Università del Missouri in giornalismo e grafica pubblicitaria. Abbandonò il mondo universitario a pochi esami dalla laurea per seguire il suo sogno di recitare nei film di Hollywood. Prima di iniziare a recitare ha fatto gavetta lavorando come autista per spogliarelliste in limousine, il trasportatore di frigoriferi e addirittura travestendosi da pollo per promuovere una catena di ristoranti.

Le serie tv come trampolino di lancio

Ad aiutare la sua ascesa nel mondo dello spettacolo sono state principalmente delle parti prese in varie soap opera quali Destini (1987), Dallas (1987), 21 Jump street e Genitori in blue jeans (1987-1989). Raggiunge il successo nel ’91 nel film Thelma e Louise. Al contrario nel 2001 la sua comparsa in Friends (episodio 10 della stagione 8) permise alla serie stessa di sfruttare la popolarità raggiunta dall’attore. Qui Brad interpretò la parte di un ex compagno di liceo di Ross e Rachel (Jennifer Aniston) che ha un conto in sospeso con loro.

Amori, divorzi e Mr. & Mrs. Smith

Le riprese del film Mr. & Mrs. Smith sono iniziate il 21 giugno 2004 e si sono concluse il 15 dicembre 2004. Qui Pitt ha conosciuto l’attrice Angelina Jolie con il quale inizierà una relazione. Questo portò alla fine del matrimonio durato 5 anni tra Pitt e la Aniston. Infatti nel gennaio 2005 i due annunciarono la loro separazione e a dicembre dello stesso anno il divorzio.

Mr. & Mrs. Smith è un film del 2005 diretto da Doug Liman. Brad Pitt e Angelina Jolie interpretano rispettivamente John e Jane Smith. I coniugi Smith sono una coppia in crisi che confessano i loro problemi coniugali all’analista, omettendo però che entrambi sono delle spie che lavorano per agenzie rivali. Entrambi ignorano la doppia vita dell’altro, ma un giorno durante una missione i due coniugi finiscono per identificarsi. Le rispettive organizzazioni gli ordinano allora di eliminarsi a vicenda, ma il conflitto domestico a colpi di pistola non porterà altro che al rinnovato desiderio tra i due.

Il film che ha fatto incontrare e innamorare Angelina Jolie e Brad Pitt, soprannominati i Brangelina, è diventato un cult per essere stato il calcio di inizio della storia d’amore più bella di Hollywood degli ultimi vent’anni il cui finale però è stato drammatico con la separazione nel 2016.

La scena della sparatoria finale ha permesso a entrambi di vincere un MTV Movie Award per il miglior combattimento.

Il curioso caso di Benjamin Button

Il curioso caso di Benjamin Button è un film del 2008 diretto da David Fincher, basato sull’omonimo racconto breve del 1922 di Francis Scott Fitzgerald. La storia inizia nel 1860, anno di nascita del protagonista Benjamin Button. Il bambino nasce con l’aspetto di un anziano, e viene addirittura paragonato ad un ultraottantenne. Il padre Thomas Button, vergognatosi dell’aspetto inquietante del figlio, lo abbandona davanti ad una casa di riposo. Il bambino è, trovato da Queenie e Tizzy Weders che, nonostante siano disorientati dal suo aspetto, decidono di adottarlo. Il piccolo Benjamin, così chiamato dai nuovi genitori, trascorre la sua infanzia intrappolato nel corpo di un uomo anziano. La cosa strana che gli accade è che invece di crescere, più passa il tempo e più Benjamin ringiovanisce; egli è infatti, un uomo fuori dal comune che non riesce ad integrarsi con nessuna generazione.

L’interpretazione di Brad gli è valso il premio per i Critics’ Choice Movie Award e 3 nomination come miglior attore sia per gli Oscar sia per i Golden Globe.

Brad Pitt : Vi presento Joe Black

 

Susan (Claire Forlani) e La Morte (Brad Pitt) in una scena di Vi presento Joe Black. Fonte: Wired

Cosa succederebbe se sapeste tutto della vita e aveste raggiunto ogni soddisfazione dalla vita? Succede che arriva La Morte a voler conoscere il segreto della felicità. Questo è quello che succede a William “Bill” Parrish (interpretato da Anthony Hopkins), un magnate delle comunicazioni che viene avvicinato dalla Morte stessa. Ciò che ha permesso a questa entità di arrivare al mondo terreno è stato mettere fine alla vita di un uomo (interpretato da Brad Pitt) che si era innamorato della figlia di Bill, Susan, impossessandosi del suo corpo. Seppur la storia non lo dia a vedere, la narrazione ha note dolci e romantiche. Il rapporto tra La Morte e Susan che non sa cosa sia l’amore, permette a entrambi di collidere e conoscere un mondo che entrambi non avevano mai provato.

Questo film è valso a Brad una nomination ai Golden Globe e una al Saturn Ward, vincendo solo quest’ultima.

C’era una volta a… Hollywood

In questa ultima pellicola il nostro Brad non interpreta il protagonista, ma il suo migliore amico. Rick Dalton, interpretato da Leonardo Di Caprio, è un attore d’altri tempi e nel 1969 la sua carriera non riesce a decollare. Rick è grande amico del suo stuntman, Cliff Both (recitato dal nostro Brad) e anche lui non riesce a trovare lavoro dopo alcuni atti illeciti e i sospetti su di lui per la morte di sua moglie. In questo film di Quentin Tarantino la chimica tra Di Caprio e Pitt è stata elogiata dalla critica come “una presenza magnetica” quando si trovano insieme. Oltretutto la parte di Pitt riesce ad essere sia un punto di riferimento per il personaggio di Rick Dalton, ma anche l’artefice di alcune sue sventure. Riesce ad essere sia carismatico ma anche misteriosamente inquietante per la questione della moglie defunta. Per alcuni critici è sembrata la migliore interpretazione di Pitt in assoluto data la complessità del personaggio.

Questa interpretazione è valsa al nostro sex symbol il premio Oscar, il Golden Globe, il BAFTA e il Critics Choice Award come miglior attore non protagonista.

Per Brad Pitt i 60 sono i nuovi 20!

In questo articolo vi abbiamo riportato alcuni dei film più di successo dell’attore che hanno segnato la vita e la carriera dell’attore; se ne potrebbe parlare di molti altri, quali Fight Club di David  Fincher o il più recente Babylon di Damien Chazelle. Ora però ci limiteremo ad omaggiare l’attore per i 60 anni che compirà questo 18 Dicembre. Ci auguriamo che anche in questa sua nuova fase della vita sappia stupirci con nuovi ruoli che vadano fuori dagli schemi del suo passato. Tanti auguri Brad!

Salvatore Donato,

Carmen Nicolino

Babylon: gli eccessi della Hollywood dei roaring twenties

Babylon è tutto: eccentrico, a tratti eccessivo, fedele alla realtà, ma soprattutto mantiene salda l’attenzione dello spettatore. Voto UVM: 5/5

 

In un turbinio di luci, musica, balli e piaceri, Babylon è un’esperienza audiovisiva che porta lo spettatore in un’epoca di sfarzo e lussuria: la Hollywood degli anni ’20. Scritto e diretto Damien Chazelle, più giovane vincitore del premio Oscar per miglior regia fino ad ora (Whiplash, La La Land), Babylon è, con i suoi 189 minuti, un’opera imponente. Il film ha riscontrato già da subito una buona accoglienza da parte della critica, aggiudicandosi numerose candidature ai Golden Globe, Critics’ Choice Awards e BAFTA. Ciononostante, la pellicola non ha riscontrato il successo sperato in fatto di incassi, probabilmente per via del grande successo di Avatar- la via dell’acqua.

Nel cast si ritrovano alcune delle più grandi stelle del cinema Hollywoodiano contemporaneo: Brad Pitt (Mr e Mrs Smith) nei panni di Jack Conrad, Margot Robbie (Amsterdam) nel ruolo di Nellie Leroi e Tobey Maguire in quello di James McKay.

Babylon
Nellie Leroi in una scena del film. Fonte: Paramount Pictures, Marc Platt Productions, Material Pictures, Eagle Pictures

Babylon: dal cinema muto all’avvento del sonoro

Il film si apre nel culmine degli eccessi: in una strabiliante festa. Tutta la ricca Hollywood si rifugia la sera in un circolo di droghe di ogni tipo, libertà sessuale ed eccessi di ogni tipo; qui si intrecciano le storie di tre figure focali del film. Jack Conrad è una stella del cinema muto, con una certa passione per l’alcol ed alcuni problemi nelle relazioni di coppia; Manuel Torres è un giovane cameriere di origini messicane, con l’ambizione di lavorare nel cinema, di sentire di far parte di qualcosa di più grande. Come Manuel anche Nellie Leroi, bella e determinata, vuole farsi strada nel mondo del cinema, fino a diventare una star.

Proprio nel quieto devasto dopo la festa, Nellie otterrà il suo primo ruolo, trampolino di lancio per la sua carriera. Anche Manny (Manuel) ottiene un biglietto di entrata al parco giochi, che è il set cinematografico, grazie allo stesso Conrad, che lo prende in simpatia e lo aiuta a raggiungere le sue aspirazioni. Ma in una società che cambia, in un cinema che cambia con l’avvento del sonoro, anche le grandi star possono tramutarsi in stelle cadenti e finire nel dimenticatoio.

La parabola del successo

“Ti è stato fatto un dono, avevi i riflettori. Vivrai per sempre nella pellicola.” – Elinor St John a Jack Conrad

Babylon presenta quattro differenti storie di successo: quattro figure che, una volta raggiunto l’apice, decadono miseramente dimenticate dal pubblico. Prima fra tutte Jack Conrad; attore desiderato da tutti i registi, star del cinema muto, non riesce ad adattare il suo talento con l’avvento del sonoro. Determinante è la scena in cui Conrad, osservando gli spettatori in una sala di un cinema guardare un momento particolarmente commuovente della pellicola, semplicemente ridono. La stessa critica amica dell’attore Elinor St John (Jean Smart) lo abbandona, dipingendolo come una star decaduta. La St John considera il destino di Conrad ormai segnato: ciò nonostante, pur avendo perso il suo successo, l’attore rimarrà impresso nella storia del cinema grazie ai suoi film.

La stessa Nellie non riesce a sopportare il peso delle critiche e finisce in un vortice di alcol, droga e gioco d’azzardo, trasportando con sé Manny, innamorato di lei. L’unico che si mantiene indenne dalle influenze dell’ambiente hollywoodiano è il trombettista Sidney Palmer (Jovan Adepo).

Babylon
Manny e Nellie alla festa. Fonte: Paramount Pictures, Marc Platt Productions, Material Pictures, Eagle Pictures.

Da Babilonia ad una società moralista

Un altro fattore focale in Babylon è l’evoluzione che si crea nella Hollywood dagli anni ’20 agli inizi degli anni ’30. Se prima vigevano gli eccessi e la libertà assoluta nei piaceri, si nota come, con l’avvento del sonoro, anche la società tende a modificarsi. Il pubblico stesso inizia a richiedere una maggiore moralità nel cinema e negli attori, e molte figure, come Nellie, hanno difficoltà ad adattarsi ad una nuova società moralista ed ipocrita. Pur cercando di modificare il proprio comportamento, considerato ora rozzo e volgare, l’attrice finirà per rigettare la nuova moralità.

Il cambio di rotta a Hollywood si può notare ancora più chiaramente dagli eventi: se prima le feste erano tanto sfarzose da sembrare quasi delle sorta di orge, in un secondo momento si preferiscono eventi più pacati, caratterizzati da una visione snob e classista.

Un tripudio di colori

In questa lunga dedica alle origini del cinema, Babylon è costellato da varie tecniche cinematografiche e sperimentazioni da parte del regista, che rendono il film alquanto originale. Le scene delle vecchie pellicole mute vengono portate sul grande schermo in bianco e nero, rispettando le inquadrature e lo stile dell’epoca.

Ma ciò che rende veramente unica la pellicola è il finale: senza fare alcuno spoiler, si anticipa solamente la presenza di una totale esplosione di colori, con una sequenza di scene che hanno fatto la storia del cinema. Come dice la stessa St John a Conrad nel film “ è più grande di te, è più grande di tutti noi”: non si tratta di un singolo attore, o di una singola pellicola, ma del cinema in se.

A dare un tocco di colore in più contribuisce anche la grande performance di Margot Robbie nel ruolo di Nellie: l’attrice costruisce una nuova diva, dalla bellezza magnetica ed accattivante, ma pur sempre autonoma nelle proprie scelte e dall’animo forte e determinato.

Babylon: tratto da una storia vera

Ciò che rende la pellicola di Chazelle ancora più strabiliante ed un po’ sconvolgente per lo spettatore è il fatto che ci sia un certo grado di verità nei fatti del film. Si pensi alla figura di Nellie Leroi: lo stesso regista ammette di aver costruito la figura della star sul modello della diva Clara Bow. Altro esempio di personaggio realmente esistito è la scrittrice Elinor St. John, nella realtà Elinor Glyn, mentre l’attore Jack Conrad sembra essere ispirato all’attore John Gilbert.

Ma ciò che sorprende più di tutto è la veridicità della Hollywood-Babilonia: questa espressione, coniata dal regista Kenneth Anger, sembra rappresentare la realtà di una Hollywood fuori controllo. Dopo lo scandalo che coinvolse il comico Fatty Arbuckle per l’omicidio di un’attrice durante una festa, gli studios decisero di cambiare rotta, ristabilendo l’ordine. Il sentimento per un maggiore contegno da parte delle star sfociò infine in un vero e proprio Codice di produzione.

 

Ilaria Denaro

Film Cult: la cruda verità delle nostre trame preferite

Film

La rubrica delle recensioni si occupa di recensire (oh, quale SORPRESA) cose belle e farle conoscere allo studente medio. MA, la rubrica delle recensioni non PUO’, in coscienza, occuparsi solo di questo. Da buoni CRITICI, ma sì diamoci cariche a caso senza motivo alcuno, abbiamo deciso che è nostro compito aprirvi gli occhi su fatti sconvolgenti: ebbene, ci sono certi film, certi CULT, che vogliono prenderci tutti in giro con un mix di banalità e fatti senza senso che essi narrano.

Siamo stanche, stanche di chi non apre gli occhi così, dentro una cabina telefonica, abbiamo indossato la nostra tuta da super eroine per aprirveli noi e mostrarvi, a muso duro, la realtà.

In queste trame si susseguono una serie di fatti volti a dimostrare che l’AMORE VINCE SEMPRE. No, non è così. Che tu abbia 18, 30 o 40 anni, alla fine rimarrai sempre con il tuo ‘’MAI NA GIOIA’’ in tasca.

Si sa che nel dolore ci si sente tutti più vicini, accomunati. Sarà per questo motivo che, almeno ogni anno, un qualche regista a caso (ma anche sempre lo stesso) decida di sfornare un film tratto da un libro su malati terminali. Storie d’amore tra adolescenti con problemi inimmaginabili, con la personalità e la maturità di un quarantenne. A quale film di incassi ci stiamo riferendo? COLPA DELLE STELLE, pubblico di UniVersoMe, che non ha solo vinto svariati premi per il film ma anche, appunto, per il romanzo. E sapete dove sono le stelle? Nello champagne che i due gustano prima di andare a fare all’ammore. Perchè, è ovvio, quale medico non consiglia una bella dose di alcol in questi casi. 97469

Ovviamente sarà la malattia ma anche il loro carattere unico che li farà innamorare con un solo sguardo perché, si sa, gli occhi sono lo specchio dell’anima. Ovviamente questi ragazzi si vedranno quando vorranno, a qualsiasi ora del giorno e in posti improbabili, perchè i loro genitori sono sempre libertini e permissivi, mica come i nostri che ci mandano un messaggio alle 23.00 dicendoci di tornare a casa in quanto si è fatto tardi.

Alla fine? Uno dei due muore e all’altro, fondamentalmente, gliene sbatte poco, mentre guarda le stelle ridendo (strafatto di farmaci).

Uno dei film che tutti adorate, se lo analizzaste bene sapreste davvero di cosa parla. Il protagonista, il solito poveraccio di turno, bello, con un gran cuore (praticamente inesistente nella realtà), in cerca di un sogno, che ci prova in modo molesto con la ricca di turno, che sta con il cattivo di turno, che fa anche nascere spontaneamente una domanda in ognuno di noi: ” ma se è sempre stato così stronzo, ma perchè ci stava insieme?”. Avete capito, no? TITANIC. Titanic-sinking

Ovviamente parliamo sempre di amori al primo sguardo: “sarà sicuramente una donna meravigliosa, anche se si comporta da stronza viziata, perchè guarda l’orizzonte in modo enigmatico“.  Dopo essere inevitabilmente nato, questo piccolo grande amore (cit.), il tempo di bere un bicchiere d’acqua ed aver consumato in posti improbabili il loro amore, il tempo di alzare una serranda, capita una catastrofe che sommata a drammi vari, crea panico e speranza.

Alla fine? Uno dei due muore e all’altro, fondamentalmente, gliene sbatte poco, mentre butta a mare un medaglione da 3944039 $.

E se avessi 40 anni, la mia età fertile stesse volgendo al termine e non fossi Carrie Bradshaw? Potrei conoscere un gran figo in un bar che mi offre un caffè e mi fa innamorare follemente mentre mastica pancake con la bocca aperta. Mi ricordo del mio fidanzato stronzo solo sulla soglia del locale e, mentre le nostre strade si dividono, non mi volto nemmeno indietro. Meglio, perché la Morte quella mattina si è svegliata ed ha deciso di farsi un giro di shopping sulla terra, ha scelto il figaccione come corpo e lo fa finire crudelmente sotto un camion che lo sbatte all’aria più e più volte (spoiler: alla fine del film il tizio resuscita e poi mi dovete spiegare come lo spiega alla sua famiglia, ma va bene). E’ lui, è proprio lui: Vi Presento Joe Black. vi_presento_joe_black

A parte che già è assurdo di per sé che la Morte venga a farci una visita, ma che essa sia anche “vestita” da Brad Pitt, diventi nostra amica e si stabilisca come un barbone abusivo a casa nostra è molto BOH (per usare termini eruditi). Successivamente scopriamo anche che ha dei sentimenti e che le piace il BURRO DI ARACHIDI, particolare che per il regista, non se ne capisce il motivo, sembra di VITALE importanza.

Quindi si innamora della figlia del tizio che dovrà morire ma che sta risparmiando solo perché gli serve una guida turistica sulla terra e, ullallà, ci prova con l’espressione e la personalità di un acciuga in scatola. Ovviamente lei, che è solo bella, ci casca e poi gli insegna anche a fare all’ammmore. La Morte che fa l’amore ma non lo sa fare e viene sverginata. OK.

Alla fine? La Morte muore.

 

E, adesso, buona visione.

Elena Anna Andronico

Elisia Lo Schiavo