A qualcuno piace brutto

Una città che, seppur mostri segni di miglioramento, non perde mai l’occasione di perdere un’occasione.

Dopo tanti anni ce l’abbiamo fatta, è successo che Gugliotta ha citato se stesso! 
In alto la conclusione dell’editoriale Blu scompare da Bologna. Cosa è rimasto a Messina? pubblicato nell’aprile del 2016 dove denunciavamo le condizioni in cui verteva il meraviglioso murale di via Alessio Valore, vilipeso dal primo impunito che passa. Nonostante l’amministrazione Accorinti avesse speso parole rassicuranti nulla è cambiato, anzi, la situazione è degenerata. Nel settembre 2013 l’allora assessore Sergio Todesco, con un comunicato stampa sottolineava come l’amministrazione comunale intendesse “adottare misure volte alla valorizzazione dell’edificio in oggetto” con tanto di collocazione di segnaletica illustrativa, esecuzione di lavori di pulitura, manutenzione dei manufatti. A questo comunicato seguì un sopralluogo della Soprintendenza dei beni culturali, ma niente e nessuno ha impedito che il murales, alla fine del 2014, venisse brutalmente vandalizzato. Un atto vile ed imbecille a cui sono seguite solo le parole dell’assessore Tonino Perna, fiducioso riguardo la possibilità di recuperarlo. In occasione dello Street art tour ci eravamo anche premurati di consegnare all’ex consigliere comunale Lucy Fenech una copia cartacea del sopracitato editoriale, perchè potesse essere uno sprono a riqualificare un’opera di rilevanza internazionale lasciata a se stessa. Niente da fare. Oggi il dono del writer BLU alla nostra comunità è in queste condizioni:

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019
©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019

Come si può “apprezzare” il murales è completamente irriconoscibile rispetto al 2016

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2016

E nel frattempo, come se non bastasse, l’attuale amministrazione lo ha letteralmente ignorato piazzandoci davanti un parcheggio a strisce blu assieme al mercato domenicale

©GiuliaGreco – Mercato Ittico, Messina, 2019

Messina non è certamente una città d’esempio in Europa per quel che riguarda la sensibilità artistica, ma gli atti di vandalismo oramai sono all’ordine del giorno. Esclusi i casi (vergognosi) del vilipendio al monumento ai caduti nei pressi della Fiera e dei danni al pianoforte in Galleria Vittorio Emanuele, gli atti vandalici più rilevanti negli ultimi mesi hanno sempre avuto come oggetto elementi dell’arte urbana. La prima settimana di gennaio Elisabetta Reale sulla Gazzetta ed il Mezzo TG di Todo Modo hanno portato agli onori di cronaca lo scempio al murale dello stabilimento della Miscela D’Oro, atto compiuto con un movente di matrice xenofoba.

messina.gazzettadelsud.it

Più recenti invece sono gli esempi di miopia per l’arte di questa amministrazione comunale: i fatti di via Maregrosso. Un quartiere di rara bruttezza, dal quale convenzionalmente facciamo iniziare la zona sud di Messina, famoso perché dimora di due locali di successo come il Retronouveau e l’Officina, che in realtà avrebbe anche altro da offrire. Esiste infatti una costruzione particolare, una architettura spontanea che per tutti risponde al nome de La Casa del Puparo

Giovanni Cammarata già Cavalier Cammarata, è stato un muratore e veterano di guerra che trasferitosi a Maregrosso ha deciso di abbellire la sua baracca, costruendo un esempio mirabile di arte del riciclo, che per i posteri dovrebbe essere qualcosa di più. Uno fra tutti a pensare che Casa Cammarata sia più di un semplice esperimento è il Prof. Pier Paolo Zampieri, docente di Sociologia urbana ed esperto di Outsider art, che da anni è impegnato nella riqualificazione della via Maregrosso a partire dall’eredita lasciata dal Cavaliere. Uno dei progetti meglio riusciti è la Via Belle Arti, immaginata da Cammarata per soppiantare il degrado di cui siamo ancora oggi testimoni. Tramite concorso, ogni anno vengono chiamati artisti ad impreziosire le pareti della via su cui sorge la casa del puparo, dando di fatto una chance alla comunità di Maregrosso. Purtoppo il desiderio di riabilitazione sociale non è nelle corde di tutti gli uomini e così la casa è stata in parte abbattuta nel 2007 nella realizzazione di un primo centro commerciale ed oggi, nel giubilo degli autoctoni per l’apertura di un secondo centro, la costruzione si trova in queste condizioni:

Anche peggio è andata ad una delle opere realizzate per il progetto di Via Belle Arti dall’artista messinese Giuseppe Raffaele, autore del Pesce Spada infiocinato in fil di ferro, che non è stato tutelato nel rifacimento del marciapiede della via, la quale ora rischia di rimanere priva della sua arte.

normanno.com

In una città a cui serve disperatamente la bellezza esistono altri esempi di anticorpi al degrado, come i ragazzi di PuliAmo Messina che in questi giorni hanno terminato il ciclo di incontri aperti alla cittadinanza Messina arcana. Grazie alla buona ruscita dell’evento sono addirittura riusciti a raccogliere quasi duemila euro per l’illuminazione artistica della fontana di Nettuno.

Qualcuno diceva “non ci resta che piangere“, forse. Intanto, facendosi strada tra le macchine e le buche sull’asfalto, si può entrare nel nuovo centro commerciale Maregrosso, salire su per la scale mobili, prendersi un bel caffè al bar del secondo piano, uscire sul terrazino ed ammirare il panorama.

Alessio Gugliotta

 

Street art tour – tra il mare ed il caffè per raccontare la bellezza

IMG_4404“Bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore” questa riflessione di Peppino Impastato ha ispirato la consigliera comunale Lucy Fenech ad organizzare per la prima volta a Messina un tour dedicato alla Street Art, forma artistica urbana ed alla portata di tutti, che si sta sempre più affermando nella nostra città. Il giro è stato guidato da Enrica Carnazza, curatrice dei due progetti protagonisti dell’iniziativa: Distrart – distretti d’arte urbana e Arte e caffè a cielo aperto.

Con la collaborazione dell’ATM, che ha messo a disposizione due dei bus nuovi che girano da poco per le strade, la prima tappa è stato lo stabilimento di Miscela d’oro; per i suoi 70 anni di attività, l’azienda ha voluto fare un doppio regalo, per se e per la città: “Non volevamo organizzare i soliti festeggiamenti ai quali partecipano poche persone e dei quali sarebbe rimasto poco o niente, ma volevamo lasciare il segno, qualcosa che durasse nel tempo, e che fosse anche per la città, che tutti i messinesi ne potessero godere-  le parole della responsabile marketing di Miscela d’oro Eliana Ferrarada qui nasce il progetto Arte e caffè a cielo aperto: i muri del nostro stabilimento erano ingrigiti, e direi sterili, così abbiamo bussato alla porta di Enrica Carnazza la quale è stata entusiasta di partecipare e rendere reale questa idea, mettendosi immediatamente all’opera”Dodici gli artisti che si sono impegnati nel progetto, riempiendo di colori e stili diversi la striscia di mattoni e calcestruzzo che circonda la sede dell’azienda messinese. Il soggetto dei disegni è indubbiamente il caffè, ed ognuno ne ha dato una propria interpretazione: dal minimal alla pop art, dallo stilizzato al fauvismo, ispirandosi a grandi artisti moderni e contemporanei. 

Dalla diversa interpretazione del caffè alla diversa interpretazione delle pensiline, poste lungo la linea tranviaria: qui si concentra il progetto Distrart – distretti d’arte urbana, sogno nel cassetto dell’assessore alla cultura Tonino Perna, il progetto si prefigge la rigenerazione del tessuto urbano messinese attraverso il linguaggio artistico della Street Art. “Mi chiese di valorizzare una zona degradata e periferica della città. Ma io, bastian contraria per natura, ho evidenziato il fatto che, proprio perché non tutti i cittadini avrebbero avuto il piacere di ammirare le opere, ci saremmo dovuti concentrare su un luogo che fosse alla portata di tutti, e che dovesse essere rivalutato: quelle pensiline tristi e degradate erano perfette per il nostro progetto” ha spiegato la Carnazza. Dialogando, infatti, con il flusso dinamico che passa da una parte all’altra di Messina, gli interventi degli artisti chiamati per il progetto hanno come comune denominatore il mare, elemento fondamentale del territorio. Nelle varie opere, le acque dello Stretto sono state rappresentate evidenziando la forte connessione tra l’animo umano e la natura, della quale, molto spesso, sottovalutiamo l’importanza. Si può notare che alcuni disegni sono esterni ed altri interni alle pensiline, proprio per dare la possibilità a chiunque di poter osservare le opere: ad esempio quando si è in macchina fermi (si spera) al semaforo, o quando si aspetta, con molta speranza nel cuore, che arrivi il tram.

Il giro si è trattenuto solo su alcune fermate della linea (sfortunatamente anche per motivi di tempistica) quali Dante, Cairoli e Repubblica, per poi spostarsi verso la zona portuale, in cui si trovano 4 grandi nuove opere di artisti italiani famosi a livello internazionale. Con la presenza di vecchi e nuovi “pezzi” la zona più vicina al via vai marittimo si è riempita di colori, pensieri e critiche sulla società contemporanea che perde di vista la grandezza di essere uomini. Prima di salutare la manifestazione, abbiamo voluto lasciare alla consigliera Fenech una copia del nostro editoriale riguardante l’abbandono dell’opera di BLU, perchè possa essere uno sprono a riqualificare un’opera di rilevanza internazionale lasciata ormai a se stessa.

Giulia Greco, Alessio Gugliotta

 

Il grande sconosciuto blu: l’autismo

nws_oggi_l_viii_giornata_mondiale_consapevolezza_dell_autismo_360_1L’autismo colpisce una persona su centosessanta nel mondo, con un’incidenza dieci volte maggiore negli ultimi quarant’anni, ma di cosa si tratta realmente? Tanta confusione e tanta disinformazione aleggiano sull’argomento di cui, forse, si sente parlare troppo poco.

Dare una definizione precisa di autismo è alquanto difficile, si tratta infatti di una patologia che si manifesta nei primi anni di vita, caratterizzata da una grande varietà di sintomi e che porta oggi a parlare più precisamente di disturbi dello spettro autistico.

Complessivamente, gl’individui affetti presentano difficoltà, più o meno gravi, nel relazionarsi agli altri ed al mondo esterno sia verbalmente che non, un repertorio ristretto e ripetitivo d’interessi e comportamenti stereotipati; talvolta può esserci un’associazione con problemi fisici come l’epilessia o la sindrome di Down.

Tuttavia, molti individui autistici presentano una spiccata intelligenza, grandi abilità visive ed artistiche, non a caso si ritiene che personaggi di spicco della cultura in genere, come Emily Dickinson o Isaac Newton, fossero affetti da questa patologia.

Non esiste un’etnia maggiormente colpita rispetto ad un’altra, a differenza invece del sesso maschile che sembra esserne interessato fino a cinque volte in più rispetto a quello femminile.

Proprio per la varietà di sintomi che caratterizzano il disturbo e per i gradi di complessità estremamente variabili che si riscontrano nella pratica clinica, spesso diagnosticare con precisione l’autismo risulta difficile ed è per questo che la ricerca e la comunità scientifica in generale sono impegnati sempre più a trovare un riscontro patologico a livello anatomico e fisiologico del cervello.

Recentemente, grazie alle nuove tecniche di imaging che evidenziano con grande dettaglio le attività cerebrali, è stato possibile riscontrare, nei soggetti autistici, differenti connessioni tra varie aree dell’encefalo coinvolte nell’elaborazione dell’espressione facciale o delle emozioni, rispetto a soggetti sani.

Decisamente più sconosciute e difficilmente individuabili sono invece le cause che stanno alla base della patologia; che il vaccino trivalente contro il mobillo-parotite-rosolia causi questo disturbo è ormai ampiamente superato, data la completa mancanza di evidenze scientifiche.

Pare invece che oggi i ricercatori siano concordi nel ritenere che sia presente un coinvolgimento genico ed ambientale, infatti il 10% dei bambini affetti da autismo presenta altre condizioni genetiche come la sindrome di Down e la sindrome dell’X fragile e sembrano essere correlati al rischio di autismo l’età avanzata dei genitori al momento del concepimento o l’esposizione della madre a pesticidi ed inquinamento, parti estremamente prematuri e complicati.

Tutt’oggi non esistono cure per questo disturbo permanente, che nelle forme più gravi è estremamente invalidante, tuttavia è consigliato intervenire con terapie per lo sviluppo del linguaggio, del gioco e dell’adattamento all’ambiente fisico e sociale, pertanto risulta essenziale il supporto e la preparazione dei genitori per la buona riuscita dell’intervento.

Trattandosi di un disturbo sempre più diagnosticato ma poco conosciuto dalla popolazione,  da pochi anni è stata introdotta dalle Nazioni Unite la giornata mondiale per la consapevolezza dell’autismo, il 2 aprile, così da promuovere la conoscenza della patologia e la solidarietà nei confronti dei bambini e delle persone affette.

Non a caso è stato scelto come simbolo della patologia e della Giornata il colore blu, essendo una “tinta enigmatica, che risveglia il desiderio di conoscenza e di sicurezza” come spiegano i promotori della Giornata stessa.

Morgana Casella

Blu scompare da Bologna. Cosa è rimasto a Messina?

IMG_216712 marzo 2016 – Il writer di fama internazionale Blu fa sparire tutti i suoi murales dai palazzi della città di Bologna. Lo rivela sulla sua pagina Facebook pubblicando un post che recita: “Magnante magnati, a Bologna non c’è più Blu e non ci sarà più finché i magnati magneranno…”; alla frase viene allegato un articolo scritto dal collettivo Wu Ming , che parla di “un’azione contro il ricco e potente che porta via la street art dalla strada”.

Un gesto estremo, di protesta, nei confronti della mostra “Street Art. Bansky & Co. – L’arte allo stato urbano” e del suo organizzatore, l’ex rettore dell’Università di Bologna, Fabio Roversi Monaco accusato da Blu e dal Wu Ming di aver messo in piedi una esposizione d’arte che rappresenta “l’ennesima sottrazione di un bene collettivo allo spazio pubblico”. La mostra in questione, aperta a Bologna fino al 20 giugno, espone più di 250 lavori tra cui il pomo della discordia alla base di questo gesto iconoclasta: una serie di opere staccate da diversi muri cittadini, con l’obiettivo dichiarato di salvarle trasformandole in pezzi da museo. All’indomani di questo atto di contestazione si è acceso un dibattito sulla legittimità o meno della decisione dell’artista, segnalato nel 2011 da Guardian fra i primi dieci al mondo: fra chi ritiene che Blu abbia ragione poiché la street art “nasce, si sviluppa e muore in strada” e chi invece si appella alla titolarità del diritto di proprietà non riconoscendola all’artista italiano.

Chi sarà penalizzato dal gesto di Blu è però qualcosa su cui rimangono forti dubbi. È vero che gli organizzatori della mostra hanno ricevuto delle critiche durissime, ma non dimentichiamoci che anche la cattiva pubblicità resta pur sempre pubblicità; tra le strade di Bologna adesso quei lavori non ci sono più e a non poterli apprezzare sarà “l’uomo della strada”. Qualsiasi conseguenza avrà questa presa di posizione , è chiaro come Blu abbia agito sulla base di un principio non scardinabile, il fatto che il bene pubblico deve rimanere collettivo e quindi non si può privatizzare.

IMG_2157Un principio il suo che si sposa bene con le idee del Collettivo Pinelli, tanto che le due strade si sono incontrate a Messina nel luglio del 2013. Il gruppo di attivisti messinese infatti riuscì quell’estate a mettersi in contatto con Blu il quale decise venire a “dipingere” in Via Alessio Valore la facciata dell’Ex – Casa del Portuale, stabile che in quel periodo era occupato dal collettivo. Volendo fare un paragone goliardico, è come se Zlatan Ibrahimovic decidesse di venire a giocare una stagione con l’ A.C.R. Messina. Per una intera settimana l’artista ha lavorato nell’assoluta discrezione degli attivisti e nell’inconsapevolezza della città, realizzando un’opera splendida capace di ridare dignità ad un luogo abbandonato, il tutto con l’intento di restituire questo spazio degradato alla collettività. Un regalo quello di Blu che purtroppo non è stato particolarmente gradito, infatti il murale non è stato oggetto di sincere laudatio ma solo di polemiche da parte di numerosi esponenti del consiglio comunale e del clero, lamentele alle quali è seguito lo sgombero del locale occupato dal collettivo.

Nel settembre 2013 l’allora neoassessore Sergio Todesco con un comunicato stampa sottolineava come l’amministrazione comunale
intendesse “adottare misure volte alla valorizzazione dell’edificio in oggetto”  con tanto di collocazione di segnaletica illustrativa, esecuzione di lavori di pulitura, manutenzione dei manufatti. A questo comunicato seguì un sopralluogo della Soprintendenza dei beni culturali, ma niente e nessuno ha impedito che il murales ,alla fine del 2014, venisse brutalmente vandalizzato. Un atto vile ed imbecille a cui sono seguite solo le parole dell’assessore Tonino Perna, fiducioso riguardo la possibilità di recuperarlo. Alla fine della giostra il murales di Blu rimane in via Alessio Valore, imbrattato e deturpato, sulla facciata di un palazzo mai riqualificato, in una città che ,seppur mostri segni di miglioramento, non perde mai l’occasione di perdere un’occasione.

Alessio Gugliotta