Spinning Out: ciò che nasconde un sorriso

  

Serie tv che valorizza l’importanza di certi aspetti e temi sottovalutati, legati alla salute mentale e allo sport. Lavoro eseguito egregiamente – Voto UVM: 4/5

 

Il termine inglese “spinning out” può assumere vari significati, uno dei quali è “impazzire”. Può significare anche “sfuggire (di mano)” o “andare fuori (controllo) ”. Titolo perfettamente rappresentativo, metaforicamente, dell’omonima serie tv.

La serie

Il 1° gennaio 2020, a deliziarci le giornate durante l’inizio di quella che era ancora un’epidemia, viene pubblicata su Netflix la serie televisiva Spinning out, ideata e diretta da Samantha Stratton.

Una serie interamente incentrata sulla vita di Kat Baker (Kaya Scodelario), una ragazza che insegue un sogno … Un sogno che viene interrotto: Kat pratica pattinaggio artistico sul ghiaccio ed è una grande atleta fino al momento dell’incidente sui suoi stessi pattini che la porta ad abbandonare la carriera individuale.

Ma la passione continua a chiamarla, il fuoco dentro di sé arde ancora forte, il suo sogno è lì, su una pista ghiacciata ad attenderla. Decide così di affrontare il suo incidente, le sue paure, e si rimette in carreggiata, ma stavolta non sarà sola. Per la prima volta entra nel mondo del pattinaggio in coppia, con Justin Davis (Evan Roderick), un ragazzo apparentemente pronto a distruggere chiunque pur di pattinare.

Kat Baker (Kaya Scodelario) e Justin Davis (Evan Roderick). Fonte: Netflix

La storia di Kat, però, è costantemente tormentata e instabile e ciò è dovuto al disturbo bipolare trasmesso geneticamente dalla madre, che la porta spesso ad allontanarsi o a far allontanare le persone che ama.

La protagonista non si arrende, continua a combattere, imperterrita, forte e coraggiosa, ma la sua malattia la ostacola in maniera irreversibile, causando problemi non solo alla sua vita sociale, ma influenzando negativamente la sua carriera agonistica e professionale.

Lo stop di Netflix

A distanza di solo un mese dalla premiere di Spinning Out sulla rete globale, la piattaforma streaming a cui appartengono i diritti, Netflix, decise di non rinnovarla per una seconda stagione. La motivazione sarebbe stata quella del mancato raggiungimento del minimo audience sperato durante il primo mese.

Ma Netflix ha tenuto in considerazione i risultati successivi a questo periodo Evidentemente no. Un mese dopo l’uscita, la serie ha iniziato a ingranare con gli ascolti, arrivando nelle case di milioni di persone e intasando i social di foto, video e recensioni positive, seppur contrarie a quelle dei critici.

Kaya Scodelario in un’immagine promozionale della serie tv

A mio modesto parere, questo “insuccesso” iniziale è dovuto al fatto che è stato creato un progetto totalmente diverso dal solito, dai prodotti tagliati su misura per il compiacimento del grande pubblico. Una serie con scarso potenziale commerciale quindi, seppur assolutamente meritevole di una seconda chance.

I fan, alla notizia, hanno reagito in tutta risposta creando petizioni e raccogliendo migliaia di firme, ad oggi purtroppo inutili.

Attori pattinatori o controfigure?

Volete sapere chi tra degli interpeti si è lanciato realmente nell’impresa del pattinaggio artistico?

  • Partendo dai protagonisti Kaya Scodelario ed Evan Roderick, diversi attori hanno fatto ricorso a controfigure per difficoltà quali salti e trottole;
  • C’è chi invece si è messo in gioco. Si parla della sorella di Kat, Serena Baker, interpertata dall’ormai conosciuta da tutti Willow Shields, nota per il suo ruolo di Primrose Everdeen in Hunger Games. Mesi prima delle riprese decise di iniziare ad allenarsi sul ghiaccio come una vera professionista;
  • Infine, tra le comparse, vi sono veri pattinatori e campioni olimpici, tra i quali Johnny Weir ( Gabriel Richardson nella serie, il più grande rivale di Justin).

Da guardare ?

A parer mio, il tema del bipolarismo viene affrontato magistralmente dagli attori e, naturalmente, dagli sceneggiatori, che escono dagli schemi delle solite tematiche trattate attualmente e quotidianamente nel mondo e rompono la monotonia per mettere in risalto un argomento oscuro e ignorato dalla maggior parte degli spettatori.

Tutto ciò raccontato attraverso uno sport anch’esso fuori dal comune, esteticamente incantevole, adatto a tener incollati alla tv milioni di persone. Sembra essere il pattinaggio la bocca della verità, ed è attraverso questa forma d’arte che lo spettatore viene indotto a concentrarsi sugli aspetti della sindrome bipolare: il cambio d’umore, e come questo influisce sulla vita di una persona indifferentemente dal tempo e dal luogo. Lavoro ben riuscito che ha coinvolto e colpito persone di ogni fascia d’età!

Scena tratta da “Spinning Out” (Justin Davis e Kat Baker)

Scene di dure realtà si alternano alla vita comune degli adolescenti: il loro rapporto con la famiglia, la loro continua lotta con l’esistenza e la resa dei conti con sé stessi.

È sicuramente una serie da guardare per prendere conoscenza di questa realtà, riflettere sull’importanza della salute fisica e mentale, su valori quali amore e amicizia, su aspetti talvolta dati per banali e scontati, su ipotetiche situazioni difficili da dover fronteggiare. E infine – ma non per importanza – per l’originalità dei creatori di portare sugli schermi uno sport artistico col quale comunicano e da cui traggono ispirazione.

Disturbo bipolare: di cosa si tratta?

Il bipolarismo, definito anche “disturbo bipolare”, è una patologia psichiatrica caratterizzata da instabilità dell’attività psichica. Si verifica una rottura di quello che è l’equilibrio timico, ovvero un’anomalia patologica del tono dell’umore.

Ne esistono diverse varianti, ma nella classica forma di disturbo bipolare tipo I ,si alternano due momenti (o fasi):

  • La fase depressiva, caratterizzata da tono dell’umore molto basso, tanto da portare il soggetto a non provare alcun tipo di piacere (anedonia) fino al ricorrente pensiero del suicidio. Può manifestarsi anche attraverso alterazioni del sonno e dell’appetito, riduzione della memoria e della capacità di concentrazione e sintomi psicosomatici;
  • La fase maniacale, caratterizzata invece da tono dell’umore particolarmente elevato, il cosiddetto eccitamento, che porta il soggetto a compiere atti impulsivi e azioni pericolose, perdendo totalmente la capacità di valutarne rischi e conseguenze. Può inoltre manifestarsi attraverso rabbia e aggressività.
Fonte: ohga.it

La terapia, di pertinenza psichiatrica, è molto complessa. Si basa sull’assunzione di farmaci stabilizzanti dell’umore, ma anche antidepressivi e antipsicotici, a seconda delle fasi prevalenti della malattia, sotto attenta e costante supervisione medico-specialistica.

Marco Abate

Sapresti riconoscere la depressione e il bipolarismo e aiutare chi ne soffre?

Se esiste qualcosa che affascina gli uomini è l’incompleta comprensione di certi fenomeni naturali.
Tra questi, il confine tra biologia e psiche, tra anima e corpo, è qualcosa che forse l’uomo non riuscirà mai a comprendere sino in fondo.

Espressione di questo confine sono anche i disturbi dell’umore, vere e proprie malattie psichiatriche che vengono spesso sottovalutate perché non capite. L’incomprensibile non è sempre amato, a volte viene stigmatizzato o banalizzato.

” Sono bipolare perché a volte sono triste, altre nervoso”.

” Tirati su, perché stai sempre a piagnucolare, a lamentarti? Rimboccati le maniche e reagisci!”, frasi spesso ripetute da familiari e amici a chi soffre di depressione.

Frasi figlie di un’epoca che ignora il substrato biochimico e neurobiologico di certe patologie, con la conseguente incapacità di aiutare e sostenere chi si trova in queste situazioni, per mancanza di strumenti di conoscenza adeguati.

E’ stata dimostrata l’esistenza di un’alterazione di neurotrasmettitori e neurobiologica nei pazienti affetti da depressione e da disturbo bipolare.

In particolare, caratteristiche della depressione sono:

Alterazione della serotonina (5HT) implicata nel buon umore e nel piacere.

  • Riduzione della concentrazione nel liquido cefalo-rachidiano dell’acido 5-idrossi-indolacetato, il principale metabolita del 5HT;
  • Deplezione dei siti di legame del trasportatore del 5HT nel mesencefalo e nelle piastrine;
  • Riduzione del L-Triptofano, precursore del 5HT;

Alterazione della Noradrenalina (NA) implicata nell’energia, nella vitalità.

  • Bassi livelli dei metaboliti della NA sono stati trovati nelle urine e nel liquido cefalorachidiano;
  • Lo stress aumenta l’attività della NA nei circuiti cerebrali;
  • Gli inibitori del reuptake della NA hanno azione antidepressiva;

Alterazioni della dopamina (DA) implicata nella motivazione, nella memoria.

  • Riduzione dei metaboliti della DA nel liquido cerebrospinale;
  • Studi di brain imaging e studi post mortem hanno rilevato un aumento del trasportatore della DA e un incremento dei recettori D2/D3 ad indicare una riduzione nella trasmissione DA;
  • Farmaci che incrementano la neurotrasmissione DA hanno azione antidepressiva;

Alterazioni neuroanatomiche e neurofunzionali.

  • Diminuzione del volume corticale e subcorticale tramite studi con risonanza magnetica;
  • Studi post mortem hanno mostrato riduzione del volume ippocampale, della corteccia frontale, del talamo e dei gangli della base;
  • Gli studi effettuati con la PET hanno evidenziato una riduzione della sostanza grigia nell’amigdala, nella corteccia prefrontale e nella corteccia del cingolo. Infatti l’amigdala è coinvolta nella salienza emozionale delle esperienze, l’ippocampo nei processi di memoria e la corteccia prefrontale è la sede delle funzioni esecutive e di autostima.

Alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrenale.

Si tratta di strutture aventi un ruolo importante nelle funzioni di base come il sonno, l’appetito e la libido, che mediano anche la risposta agli stress.

Le aree di interesse delle manifestazioni cliniche

Area affettiva-emotiva: l’umore altamente depresso non è modificabile da eventi positivi. Il dolore è un’esperienza soggettiva difficile da comprendere, deriva da un’idea di male presente pervasiva, attuale, immodificabile, nel quale l’unica via d’uscita è l’idea suicidaria per sfuggire.

Rallentamento nella psicomotricità: qualsiasi azione richiede uno sforzo immane. A volte l’unica azione possibile è un pianto continuo e disperato.

Area cognitiva: l’alterazione di quest’area comporta difficoltà di concentrazione, disturbi della memoria, difficoltà ad affrontare la vita quotidiana, il lavoro e tutto ciò porta all’isolamento sociale.

Un depresso non sceglie la sua malattia, non sceglie di rimanere fermo immobile come un vegetale nel letto bloccato a piangere, perché è poco intelligente, perché ha poco carattere. I suoi sensi di colpa aumentano quando gli si dice: “Forza alzati! Reagisci!”

Finiscono per essere lasciati dalla moglie, dal marito, abbandonati dagli amici. Chi vuole star accanto ad una persona che piange sempre?

C’è una paralisi della mente, non si può motivare chi biologicamente non ce la fa. In questo tunnel buio si è completamente soli, incompresi dalla società.

Il bipolarismo è un sistema più complesso. Il soggetto oscilla da un umore basso ad un umore alto, che può salire vertiginosamente in breve tempo. Vira da periodi di depressione ripetuti ad episodi ipomaniacali e maniacali.

In fase ipomaniacale il soggetto sperimenta l’euforia, la gioia di vivere, l’entusiasmo, l’aumento di energia o dell’attività finalizzata, il diminuito bisogno di sonno, per poi arrivare alla fase maniacale dove le idee sono troppo veloci, si ha un autostima grandiosa, idee di onnipotenza, coinvolgimento in attività che hanno alto rischio, oppure un umore disforico caratterizzato da grande aggressività, maggiore loquacità, discorsi sconnessi, che può degenerare fino al delirio.

E’ come essere in una giostra continua di alti e bassi, come essere sulle montagne russe: salire su, per poi toccare il fondo e sperimentare il vuoto e l’anedonia.
I soggetti bipolari presentano un rischio molto più alto di suicidio.

Eppure molti personaggi bipolari non sono tanto lontano da noi, a volte si nascondono per vergogna, altri hanno scritto la storia. Ad esempio in ambito politico erano bipolari Winston Churchill, Napoleone Bonaparte, ma anche Silvio Berlusconi e Francesco Cossiga, più vicini ai nostri tempi, o in ambito letterario e filosofico Charles Baudelaire, Virginia Woolf, Carl Gustave Jung.

Francesco Cossiga

 

Silvio Berlusconi

In ambito umanitario invece Gandhi o Martin Luther King, o personaggi famosi, come cantanti o calciatori, dai quali ci si aspetterebbe una vita felice grazie al loro successo e alla loro popolarità, in realtà hanno sofferto del disturbo della depressione.

Probabilmente, però, senza questo aspetto della loro vita, questi personaggi avrebbero perso un pezzo di tessuto in loro che li ha arricchiti.

Tutto ciò non nega il caro prezzo che hanno dovuto pagare, un dolore immenso perché come scriveva Goethe descrivendo la sua depressione:

Quando siamo derubati di noi stessi, siamo derubati da tutto. Le mie forze creative sono state ridotte a un’irrequieta indolenza. Non ho fantasia, nessun sentimento per la natura e leggere mi è diventato ripugnante.”

Forse bisognerebbe conoscere meglio certe patologie, per amare ed aiutare veramente chi non ha un “io” molto forte per uscirne fuori.

Ma come aiutare una persona affetta da depressione?

  • Non dirle “Forza, reagisci!”.
  • Spronarla a uscire di casa.
  • Evitare l’isolamento sociale.
  • Evitare che abbandoni il lavoro per la sua malattia.
  • Farle conoscere gente nuova.
  • Risvegliare passioni abbandonate e stimolare passioni nuove.
  • Farle praticare sport, il più potente antidepressivo naturale.
  • Consigliarle un consulto medico da uno specialista.

Per aiutare una persona bipolare bisogna:

  • Farle prendere coscienza e adeguata conoscenza della sua malattia.
  • Raccontarle biografie di persone che hanno condotto una vita brillante con il loro stesso disturbo: la diversità può essere fonte di grande ricchezza.
  • Spiegarle che non ha nulla di cui vergognarsi dei gesti compiuti in fase maniacale.
  • Farle comprendere che con un’adeguata cura farmacologica che tiene costantemente in equilibrio l’umore, può evitare gli up e down.
  • Evitare di alterare il ritmo sonno-veglia (dormire almeno 8 ore al giorno).

                                                                                              Daniela Cannistrà