Legge di bilancio 2022: una manovra per stimolare la crescita

Il 28 ottobre è stata approvata dal Consiglio dei Ministri la bozza relativa al disegno di legge di bilancio 2022. È stato proprio lo stesso premier Draghi ad annunciarlo, con somma soddisfazione dopo settimane di intenso lavoro svolto, ringraziando in primis il ministro dell’economia, Daniele Franco, e il ministro del lavoro, Andrea Orlando. Draghi definisce il disegno di legge “espansivo”, che accompagna la ripresa economica con l’obiettivo di creare debito buono.
La manovra in questione può sicuramente definirsi molto corposa se si fa riferimento ai fondi stanziati che ammontano a ben 30 miliardi, per un totale di 540 miliardi previsti per i prossimi 15 anni.

 

Divisione dei fondi stanziati – Fonte: Il Giornale

 

Riduzione del cuneo fiscale

La parte maggiore di questo capitale messo a disposizione è riservato alla nuova riforma fiscale volta alla riduzione delle imposte. Una buona notizia per lavoratori ed esercenti visto che è in programma un taglio di tasse significative come Irpef e Irap, che per anni hanno gravato sulle tasche degli italiani.

 

Il nodo pensioni

Un secondo punto molto importante che ha generato pareri contrastanti e contestazioni popolari è la questione pensioni. Si è optato infatti per una soluzione transitoria per quanto riguarda unicamente l’anno 2022: Quota 102, l’espressione usata per intendere la combinazione di età e anni di contributi per poter ottenere i benefici (almeno 64 anni di età e 38 di contributi). La manovra contiene inoltre la proroga fino al 31 dicembre 2022 dell’Ape sociale, con un ampliamento delle tipologie di lavoratori che potrebbero usufruire del provvedimento: sono state aggiunte infatti nuove categorie di lavori gravosi tra cui ad esempio insegnanti di scuola materna e primaria, agricoltori, artigiani, operai, magazzinieri ecc… Estensione della validità per un altro anno anche per quanto riguarda Opzione donna, ma con un inasprimento dei requisiti: se adesso grazie a questo trattamento per raggiungere la pensione sarebbero stati necessari 58 anni di età per lavoratrici dipendenti e 59 per quelle autonome (unitamente a 35 anni di contributi), l’anno prossimo serviranno rispettivamente 60 e 61 anni di età per le medesime categorie. Dal 2023 in poi l’intenzione dello stesso Draghi sarà invece quella di calcolare l’età pensionabile esclusivamente con il metodo contributivo.

 

Il premier Draghi e il ministro Franco – Fonte: Liberoquotidiano.it

 

Reddito di cittadinanza: novità strutturali ma solite polemiche

Fondi decisamente ridotti per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, mai visto di buon occhio dal Governo Draghi. Per l’anno prossimo sarà previsto infatti un “solo” miliardo per tale sostegno economico. Non sarà cancellato, come qualcuno si auspicava, ma saranno presenti alcune novità: un nuovo meccanismo per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro, ad esempio l’erogazione andrà a decadere dopo il rifiuto di due offerte lavorative, mentre attualmente è possibile declinare tre proposte. Il tutto condito da controlli più rigorosi nelle richieste, allo scopo di poter eliminare il sussidio a tutti quei precettori non idonei. Questi cambiamenti hanno causato non pochi malumori anche all’interno dello stesso Consiglio dei Ministri, rinnovando lo scontro sul tema tra la destra e il Movimento 5 Stelle.

 

Educazione motoria anche alla scuola primaria

La bozza di governo prevede anche investimenti importanti per quanto riguarda il settore scolastico. Viene infatti introdotto l’insegnamento dell’educazione motoria nella classi quarte e quinte della scuola primaria. L’inizio delle attività è previsto per l’anno scolastico 2022-2023 per le classi quinte e nel 2023-2024 la disciplina verrà estesa alla classi quarte. Senza dubbio un’ottima notizia per i laureati in Scienze Motorie che da anni si trovano nella condizione di far fronte alla saturazione della propria classe di concorso nel mondo scolastico.

 

Il consiglio dei ministri – Fonte: Governo.it

 

Serie di proroghe e qualche modifica per sussidi e incentivi

Degni di nota, senz’altro, sono anche i numerosi incentivi e ammortizzatori sociali. Il Superbonus del 110%, destinato agli interventi di manutenzione e riqualificazione energetica degli edifici, viene prorogato per il 2023. La detrazione scenderà poi al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Per quanto riguarda lavori edilizi in case unifamiliari o villette la validità del bonus viene rinnovata fino al 31 dicembre 2022, ma sarà riservato solo a famiglie dal reddito non superiore a 25 mila euro annui. Prorogato fino al 2024 il bonus di per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma stavolta il tetto di spesa cala di ben due terzi passando da 16 mila euro del 2021 a 5 mila euro. Esteso di un altro anno anche il bonus facciate, ma con una percentuale ridotta che passa dal 90 al 60%. Infine grandi novità per il mondo dei giovani con le agevolazioni sull’acquisto della prima casa per gli under 36 che vengono prorogate per tutto il 2022. Inoltre è previsto uno sconto sull’affitto per i giovani tra i 20 ai 31 anni provvisti di reddito non superiore ai 15.493,71 euro. Aiuto economico valido a prescindere se il locale in questione sia un appartamento o una stanza singola.
Non resta soltanto che attendere l’approvazione in parlamento di questa manovra che potrebbe favorire la ripartenza dell’economia italiana.

 

Sebastiano Morabito

Tampon Tax al 10%: dal 2022 (probabile) abbassamento dell’IVA sugli assorbenti

Non stupirebbe nessuno affermare che l’Italia sia ancora oggi, sotto alcuni aspetti, poco attenta alle esigenze del genere femminile. Da anni i movimenti femministi cercano di attirare l’attenzione dei massimi vertici del nostro paese sulla necessità di compiere un maggiore sforzo per venire incontro ai bisogni delle donne. Dai posti di lavoro alla vita di tutti i giorni, sono numerosi gli obiettivi per cui sono stati spesi fiumi d’inchiostro e diramati slogan, su internet come nelle piazze, da parte dei movimenti femministi e non. Tra questi ormai da anni continua a ritornare ciclicamente la richiesta di un abbassamento dell’’IVA sugli assorbenti. Ma con l’approvazione mercoledì scorso del DPB (il Documento Programmatico di Bilancio) sembra che tale possibilità sia prossima all’avverarsi. All’interno del documento finanziario, che ogni anno anticipa il contenuto della legge di bilancio, il governo ha deciso di inserire in vista del nuovo anno un abbassamento dell’aliquota sui prodotti assorbenti dell’igiene femminile.

Manifestazione a favore della riduzione dell’IVA sugli assorbenti, fonte: CBlive

Cos’è l’IVA e perché non è giusto che sia così elevata

L’IVA (imposta sul valore aggiunto) è una tassa sulle transazioni finali effettuate dai consumatori e che varia sull’appartenenza a determinate categorie dei beni oggetti delle stesse: i beni di prima necessità, per esempio, hanno un’aliquota pari al 4 o 5% mentre numerosi servizi, come quello alberghiero, ne hanno una al 10%. Ad essere gravati maggiormente sono invece i beni di lusso, cioè quei beni che sono considerati non essenziali alla vita di tutti i giorni e che di conseguenza rappresentano un “di più” (es. vino e sigarette). Ma, ed è da qui che vi è la discrasia, all’interno di questa vasta categoria vengono fatti rientrare anche i “prodotti assorbenti per l’igiene femminile”. Facile dunque capire la stortura nonché le ragioni su cui sono state fondate le rivendicazioni degli ultimi anni di numerosi gruppi femministi ed accompagnati dallo slogan “il ciclo non è un lusso”.

 

Le proposte e le ragioni dietro il respingimento

Non sempre però la politica è rimasta passivamente ad ascoltare e più volte il tentativo di ridurre la “tampon tax” ha raggiunto i canali istituzionali. Degna di nota proponeva l’abbassamento dell’IVA dal 22 al 10%. L’esito non fu felice, venne infatti bocciato dalla commissione Finanze della Camera perché considerato inammissibile per ragioni però esclusivamente economiche. Per la ragioneria di stato un taglio del genere avrebbe comportato una perdita per le casse statali pari a 212 milioni di euro l’anno, 300 se l’aliquota fosse arrivata al 5%. Numeri però che vennero a più riprese criticati poiché non corretti o esagerati. Alla fine però un emendamento simile, ma notevolmente ridimensionato, venne ammesso: la riduzione dell’aliquota venne contemplata ma solo per le coppette mestruali e gli assorbenti compostabili, mentre per i prodotti più comuni e diffusi la tassazione rimase invariata.

 

 A quanto equivarrebbe complessivamente il risparmio?

Qualora quanto delineato all’interno del Documento Programmatico di Bilancio dovesse divenire realtà dall’anno prossimo (2022) ogni donna in Italia arriverebbe a risparmiare il 50% di quanto attualmente destinato all’IVA. In media una confezione da 14 assorbenti costa tra i 4 e i 5 euro, e calcolando che mensilmente servono almeno due confezioni, l’esborso annuale è, in media, pari a circa 126 euro. Di questi ben 22,88 sono di IVA, il che significa che con un eventuale abbassamento dell’aliquota al 10% il risparmio complessivo annuo sarebbe di circa 10 euro l’anno.

 

Quanto è difforme la situazione italiana rispetto all’estero?

Con una tassazione del 22% l’Italia non si conferma certamente in testa nella classifica delle nazioni “period friendly”. Peggio di lei hanno fatto però Paesi come l’Ungheria (27%) e Norvegia, Svezia e Danimarca (25%). La lista degli Stati che hanno adottato un comportamento decisamente più virtuoso non è però breve e sicuramente è alle loro politiche che dovremmo guardare. Nel 2019 la Germania ha abbassato l’IVA dal 19 al 7%, così come la Francia aveva fatto nel 2015 riducendola al 5,5%. Meglio ancora ha fatto la Spagna (4%) mentre Portogallo, Belgio e Paesi Bassi hanno optato per una tassazione pari al 6%. L’esempio però restano i Paesi oltre la Manica: l’Irlanda e il Regno Unito hanno infatti azzerato totalmente ogni forma di tassazione su qualsiasi prodotto sanitario femminile. Da ammirare inoltre le politiche di Scozia e Nuova Zelanda che hanno non solo scelto di non tassare questi beni ma ne hanno addirittura garantito la gratuità dell’accesso.

Ilaria Denaro

Filippo Giletto

Per il CUS Unime una stagione positiva dalla quale ripartire

CUS Unime – hockey

Bilancio più che positivo per il settore hockey del CUS Unime che ottiene risultati soddisfacenti sia con la prima squadra che con i piccoli della scuola sportiva. Spignolo: “E’ stata una stagione da incorniciare e dalla quale ripartire con entusiasmo”.

E’ il momento di tirare le somme per il settore hockey del CUS Unime che, terminata un’altra intensa stagione di attività agonistica, può guardare indietro con tanta soddisfazione e, soprattutto, rivolgersi al prossimo futuro con importanti ambizioni. SI è trattato, certamente, di una stagione particolare sotto il profilo delle novità, prima su tutte quella di poter tornare a giocare di fronte al proprio pubblico grazie alla realizzazione del campo polivalente in sintetico all’interno della cittadella sportiva universitaria, struttura sportiva d’eccellenza che ha permesso non solo di giocare nuovamente a Messina le partite di campionato ma anche di concentrare gran parte del movimento hockeystico regionale in riva allo Stretto.

Annata, dall’altro lato, altamente soddisfacente e positiva anche dal punto di vista dei risultati e della crescita del settore, come confermato con convinzione dal Responsabile Tecnico del settore hockey del CUS Unime, Giacomo Spignolo: “Quella appena trascorsa è stata, certamente, una stagione da incorniciare, il cui epilogo ci rende soddisfatti ed orgogliosi. Avevamo importanti ambizioni nel campionato di Serie B ma non sempre è facile concretizzarle, tanto più perché ci siamo presentati ai nastri di partenza con un organico profondamente rinnovato ed arricchito dalla presenza di tanti giovanissimi provenienti dal nostro vivaio. Alla fine i risultati ci riempiono di soddisfazione, con il secondo posto in Serie B ed al Round 4 della fase Nazionale di Coppa Italia; ottimo anche il terzo posto raggiunto con la squadra under 16 ed il quinto con gli under 14. Ma la più grande soddisfazione ce l’hanno regalata i piccoli under 12 che hanno centrato un’importante finale regionale cedendo solo all’ultimo alla PGS Don Bosco, un risultato che fa sperare in un cammino lungo e positivo per questi piccoli 2007 2008. In generale abbiamo avuto la conferma di atleti già navigati nella squadra senior come Gigy Spignolo, Andrea Siracusa ed il portiere Marco De Domenico, ma una nota di merito anche ai giovani che si sono integrati al meglio in prima squadra, tra i quali Luca Arena ed Alberto Abate. Tra i più piccoli senza dubbio la copertina è tutta per Davide Arena: un 2007 protagonista di prove importanti sul campo e di tantissimi gol, che avrà modo e tempo di togliersi tante belle soddisfazioni. Non meno importante, inoltre, la convocazione nella Rappresentativa dell’Accademia Nazionale Puglisi di ben 5 cussini (Luca Arena, Daniele Romano, Salvo Auditore, Eligio Cantale e Alberto Abate) che hanno partecipato al torneo internazionale di Malta lo scorso aprile e qualche giorno fa al Contest Nazionale tra le 5 Accademie presenti in Italia. Un grazie particolare, infine, va al CUS Unime: stiamo sviluppando attività sportiva in un contesto nel quale è facile crescere, abbiamo riportato l’hockey giocato a Messina grazie ad un Impianto meraviglioso e questo ci ha permesso di costruire un gruppo di atleti, staff e dirigenti compatto e motivato. Un punto di partenza ottimale, insomma, per poter crescere a vista d’occhio nei prossimi anni”.