Alla scoperta di un meraviglioso luogo di Messina: peccato che sia chiuso

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, esterno, 2020

La provocazione insita nel titolo di questo breve articolo nasce spontaneamente, sul finire delle vacanze natalizie, più precisamente il 4 gennaio. Apprendo la notizia della riapertura straordinaria della celebre Galleria INPS-INA, situata tra il Municipio della città e il Duomo, isolato n.318. L’occasione è tra le più meritevoli: si è svolta l’iniziativa benefica, promossa dalla Direzione provinciale INPS e dall’Assessore alle Politiche sociali del Comune di Messina, Alessandra Calafiore, a favore di bambini e ragazzi in situazioni di disagio. L’evento ha visto la partecipazione della banda della Brigata meccanizzata “Aosta”, del Conservatorio “Arcangelo Corelli” e del Coro “Note colorate”.

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, interno, 2020

Desideroso di conoscere una parte inaccessibile della mia città, chiamo un amico per scattare qualche foto e mi reco sul posto, forse spinto anche dal mio ruolo di direttore della rubrica “Cultura locale”, all’interno di UniVersoMe. Ciò che immediatamente mi colpisce è lo stato di abbandono nel quale versa la Galleria, che denuncia una certa aria di “temporaneità”. Mi spiego meglio: nessuna parte di essa, dal soffitto a vetri ampiamente danneggiato, alle due facciate interne, fino al pavimento dissestato, lascia intendere che questo spazio sarà nuovamente aperto al pubblico.

Consapevole di non conoscere affatto la storia della Galleria, un po’ perché l’ho sempre vista chiusa, un po’ per noncuranza, decido di informarmi a riguardo una volta tornato a casa. L’architetto Gino Peressutti, progettista dell’opera, non è certo il cosiddetto primo che passa: al suo operato dobbiamo infatti la realizzazione di Cinecittà a Roma. Ma né i nobili natali, né la centralissima posizione, né tantomeno l’ormai consumata bellezza dell’opera, sono stai sufficienti a mantenerla aperta. Oserei aggiungere – se me lo permettete – a mantenerla in vita. Perché, e questo possiamo affermarlo con certezza, nelle intenzioni di qualsiasi architetto non c’è sicuramente la perenne chiusura della propria opera, sottratta alla fruizione da pesanti catene e lucchetti.

Ma in mezzo a tanta disillusione, una speranza: un accordo per la ristrutturazione e messa in sicurezza, siglato da INPS, ordine Architetti e Fondazione Architetti nel Mediterraneo. Poco importa se la data risale al 28 settembre 2018, quando gli unici lavori tangibili – ahimè – consistono nell’incauta sovrapposizione di uno strato di intonaco su una delle due facciate interne (quella di competenza privata).

©Alessio Gugliotta – Galleria INPS, interno, 2020

Preoccupato dal fatto che Peressutti possa non stare riposando in pace, mi chiedo: come è possibile che un’opera di tale importanza, rimanga costantemente chiusa e in bella vista, sotto gli occhi di cittadini, istituzioni e parti in causa? Riuscirà l’accordo siglato, seppur con qualche ritardo, a restituirci questo “nobile sottopassaggio”?

Memore degli anni in cui, da giovane liceale, osservavo una buia ed abbandonata Galleria Vittorio Emanuele, sono fiducioso in un come risposta, nonostante le dovute differenze. Pertanto mi auguro di raccontare, in un nuovo articolo, una storia diversa da quella di oggi, magari – e sopratutto – con un titolo diverso.

Emanuele Chiara

 

Questo articolo è già stato pubblicato come inserto sulla Gazzetta del Sud. Il nostro giornale lo ripropone su autorizzazione dell’autore.

L’articolo su Noi Magazine, Gazzetta Del Sud – pubblicata giorno 16/01/2020

Immagine in evidenza: © tutelabenistorici.it – Tutela beni storici Onlus

 

…l’anemia mediterranea è molto più frequente a Messina rispetto alla media nazionale?

La talassemia (dal greco mare e sangue, anche detta anemia mediterranea) è una patologia genetica che causa distruzione dei globuli rossi con conseguente anemia. Dall’etimologia del nome possiamo già comprendere come questa condizione si riscontri principalmente in zone marittime quali la Sicilia, la Calabria e la Sardegna, nonché in alcune regioni dell’Africa settentrionale, Medio Oriente e Sud-Est asiatico.
In realtà, si tratta di un insieme di emoglobinopatie, ovvero malattie legate a un malfunzionamento dell’emoglobina, proteina contenuta nei globuli rossi che trasporta l’ossigeno in circolo. Di queste la più frequente è la β-talassemia.

Nei soggetti adulti l’emoglobina (HbA) è costituita da due catene α e due catene β. Affinché la proteina svolga la sua funzione devono essere presenti due geni non mutati che permettano la sintesi delle due catene β.
Possono quindi verificarsi due condizioni in caso di mutazioni:

  • Portatore sano: soggetto che presenta solo un gene mutato. Circa il 5% della popolazione italiana e circa il 10% della popolazione nelle zone sopracitate è affetta da questa condizione. A Messina, su 353 soggetti sottoposti a test genetico, l’8,5% sono risultati portatori sani di β-talassemia.
    Tuttavia, i portatori non presentano alcun sintomo. Le problematiche risiedono nella riproduzione: c’è il 25% di possibilità che da due genitori portatori sani nasca un figlio malato ad ogni gravidanza. Da ciò la necessità di consulenze genetiche e diagnosi precocissima nel nascituro. Si pensa che l’elevata frequenza di portatori sani in alcune regioni sia dovuta alla resistenza che i globuli rossi di questi soggetti oppongono alla malaria, infezione molto rappresentata in passato nelle stesse zone: di fatto, essere un portatore sano costituisce un vantaggio da questo punto di vista.
  • Talassemico: paziente affetto da talassemia major, presenta entrambi i geni mutati. In questo caso, l’anemia è presente sin dai primi mesi di vita e l’unica possibilità terapeutica è rappresentata da periodiche trasfusioni (in media ogni 20 giorni).

Associazione per la ricerca Piera Cutino Onlus

L’associazione nasce nel 1998 per migliorare la qualità della vita dei pazienti talassemici. Guarire dalla talassemia, slogan dell’associazione, rappresentava il sogno di Franco Cutino, papà di Piera, affetta da talassemia major e scomparsa a causa di questa malattia a soli 23 anni. Oggi è Giuseppe Cutino a continuare l’opera del padre, con l’obiettivo di trasformare il sogno in realtà!
Grazie alle innumerevoli iniziative promosse, è stato realizzato il Campus di Ematologia Franco e Piera Cutino all’Ospedale Cervello di Palermo, diventato punto di riferimento nazionale per il suo approccio totale alle malattie rare.

  • Prevenzione: come abbiamo visto, è importante conoscere se in una coppia sono presenti due portatori sani. Per fare ciò, con un semplice prelievo di sangue, presso centri specializzati, è possibile informare i futuri genitori. Tra questi citiamo l’Ambulatorio di Genetica Medica del Policlinico di Messina. Inoltre, l’Ospedale Cervello è l’unico centro in Italia ad effettuare la celocentesi. Questa consiste in un prelievo, del tutto sicuro, eseguito sul feto, già entro la nona settimana di gestazione, per accertare se il nascituro sarà affetto da patologie genetiche quali la talassemia.

  • Assistenza: i talassemici necessitano trasfusioni continue. È fondamentale che i pazienti, in particolare i più piccoli, abbiano degli ambienti dedicati che alleviino i continui stress causati dalle giornate passate in ospedale.
  • Formazione: per medici, biologi e infermieri operanti nell’area delle malattie rare del sangue.
  • Ricerca scientifica: nonostante tutto, ancora oggi i pazienti non guariscono dalla talassemia. Nuove e interessanti tecniche sono destinate a rivoluzionare la terapia di questa patologia: si tratta della cosiddetta terapia genica per autotrapianto. Essa consiste nel prelevare cellule staminali midollari, dalle quali originano i globuli rossi, e correggere le mutazioni responsabili della malattia. Una volta rese sane, queste cellule vengono reimmesse nel paziente, dando origine a globuli rossi normalmente funzionanti. L’Area trapianto di midollo per terapia genica è in fase di attivazione e sarà l’unica presente in Europa.

Cosa possiamo fare, nel nostro piccolo, per aiutare i talassemici?

Tra le tante raccolte fondi proposte dall’associazione, citiamo oggi la campagna “Con questo panettone mi cambi la vita”, in perfetto clima natalizio, attiva da un paio anni. È possibile scegliere, effettuando una donazione e con spedizione gratuita,  panettoni artigianali di vari gusti. I fondi raccolti saranno destinati alla ricerca sulla talassemia.

Sono certo che il gusto sarà doppiamente buono!

Ricordiamo come sia fondamentale la disponibilità durante tutto l’anno di sangue per le trasfusioni, per cui essere donatore di sangue (presso l’AVIS o i centri trasfusionali) assume grandissima importanza.

Infine, l’Associazione FAST Messina è da anni in prima linea nel fornire ai talassemici e alle loro famiglie un’assistenza globale, tutelandone il diritto alla salute, all’accesso alle cure, alla parità sociale, alle opportunità di lavoro.

Credo che il primo passo per combattere una patologia, a maggior ragione se insiste particolarmente sul nostro territorio, sia conoscerla. Dunque, spero che articoli come questo riescano a sensibilizzare e a informare più persone possibili.

Emanuele Chiara

 

Si ringrazia la dott.ssa Silvana Briuglia dell’ Ambulatorio di Genetica Medica del Policlinico G. Martino di Messina per aver fornito i dati dello screening sulla talassemia eseguito nel 2018. Da precisare che tra i 353 soggetti testati, si è registrato anche un 11.3% di portatori sani di alfa talassemia (variante causata da mutazioni nei geni per le catene alfa). Anche queste mutazioni meritano di essere indagate, vista la frequenza nella popolazione.

Neovisionismo “I paesaggi dell’Anima”: vernissage in memoria di Flavia Rosa

Sabato 30 marzo 2019. Messina. Via Enzo Geraci 27. Art Gallery Fadibè. Una galleria d’arte, un atelier, uno spazio espositivo, sorto negli stessi locali dell’ex libreria Colosi, nel pieno centro cittadino, composto da tre stanze, ha ospitato ed ospiterà, sino al 6 aprile 2019, circa un centinaio di opere di Fabio di Bella, in arte Fadibè, docente di Pittura, e, 22 tarocchi provenienti da alcuni talenti emergenti di una prima liceo dell’I.I.S. E. Basile.

Il vernissage di arte moderna, a sfondo benefico, è stato ideato e realizzato da Bruno Barlassina, giovanissimo architetto, in ricordo della madre: Flavia Rosa, scomparsa di recente. Prezioso l’aiuto di Donatella Salerno – Donatella è un’amica di famiglia, senza la sua collaborazione oggi non saremmo qui –  come afferma lo stesso Bruno.

“Mia madre ha sempre fatto beneficenza. Una volta che è venuta a mancare, sentivo la necessità di ricordarla, di seguire i suoi passi, di star dietro le sue orme. Sentivo di poterle stare vicino facendo qualcosa che le avrebbe fatto piacere e che avrebbe procurato del bene alla comunità. L’idea nasce da due fattori scatenanti: in primis sono un architetto e sono un grandissimo appassionato di arte. Infatti ho sempre avuto il cruccio di organizzare un vernissage. Così ho riunito due dei miei più grandi desideri. Il progetto, chiaramente, non è nato dal nulla ma ha radici profonde un anno, ammetto che non è stato affatto semplice: ho riscontrato molteplici difficoltà, tra richieste di concessioni e problemi burocratici.”

La kermesse è stata organizzata a sostegno dell’Associazione “Walking together”, che promuove un’iniziativa di raccolta fondi a favore dell’Anoalite Hospital di Mungbere, R.D. Congo, che si occupa dello sviluppo dei mezzi di prevenzione del cancro alla mammella.

La gente accorsa durante l’inaugurazione è il chiaro sintomo di una città affamata di cultura e sensibile ad un tema così delicato. Una città che ultimamente è sempre più cosciente e attiva verso argomenti di tale portata. Lo dimostra la partecipazione numerosa. Circa un centianio gli avventori che si sono recati nella piccola pinacoteca complimentadosi e contribuendo all’iniziativa.

Le opere esposte, fuori dagli schemi convenzionali, riprendono tutte il manifesto che Fabio di Bella ha lanciato alla Camera di Commercio nel 2016: Neovisionismo-Sacro contemporaneo. Come spiega lo stesso artista:

“Neovisionismo-Sacro contemporaneo: va interpretato alla lettera, cioè, la visione del sacro nel nostro contemporaneo, che in questo momento, cammina in largo e in lungo senza avere una giusta direzione. È un mio modo di vedere, che nasce dalla mia intimità. Oggi la gente sta perdendo il contatto reale con ciò che è il sacro. Vorrei far capire con le mie opere che il sacro è insito nell’essere umano. Non ha un volto. Sacro in quanto umano. La riconoscenza di una dimensione sacra, di un qualcosa attraverso cui si può vedere oltre per arrivare alla profonda natura delle cose.”

Gabriella Parasiliti Collazzo