Ponte sullo Stretto: cosa sappiamo sull’iter per gli espropri

Mercoledì scorso, la società “Stretto di Messina”, che gestisce il progetto del Ponte sullo Stretto, ha pubblicato un avviso per avviare la fase degli espropri per la realizzazione dell’opera; e da allora è stato il caos informativo.

Dati diffusi e poi corretti, dati incerti professati per certi. Dati puri, estrapolati per fini matematici, sono stati reinterpretati da “pro-Ponte” e “no-Ponte” per servire l’una o l’altra verità: tragica o tranquillizzante.

L’obbiettivo di questo articolo, frammezzo, è di provare a elencare in maniera ordinata quello che le fonti ufficiali hanno reso noto, evitando commenti di merito propagandistico. La situazione è complessa e il baccano degli interessati rende poca grazia alla comprensione.

Dunque, ecco di seguito schematizzate le principali informazioni riguardo: i possibili tempi per gli espropri, gli indennizzi che potranno essere corrisposti, i contatti per ricevere chiarimenti e, soprattutto, le zone, i cittadini e le proprietà coinvolte.

Ponte sullo Stretto, per gli espropri è ancora solo “avviso”

Per quanto la questione sia stata attualizzata e surriscaldata dai commentatori, non è a oggi o a domani che si riferiscono le eventuali operazioni di esproprio forzato. Anzi, sempre poste nell’eventualità, queste dovrebbero essere svolte in un futuro più o meno distante.

Adduciamo a svariati mesi.

A partire dal lunedì corrente e per i prossimi 60 giorni, tutti i soggetti i cui beni sono interessati dalle procedure espropriative potranno rivolgersi per l’assistenza a personale tecnico appositamente disposto (nell’ultimo paragrafo i contatti).

Trascorsi i due mesi, si procederà per la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera – senza la quale nessuna sottrazione di averi potrà essere operata dallo Stato. E infine, qualora la scritta “dichiarazione di pubblica utilità dell’opera” dovesse essere formalizzata, gli espropri potranno essere autorizzati ed effettuati.

Sul progetto definitivo e la sua validità di opera pubblica devono comunque ancora esprimersi: la Conferenza dei Servizi (convocata il 16 aprile), la Valutazione d’Impatto Ambientale e infine il Cipess, il Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile.

Il progetto dovrà inoltre recepire le 68 prescrizioni ed osservazioni che il comitato tecnico scientifico ha annotato alla sua ultima presentazione.

Un’ipotetica immagine del Ponte sullo Stretto – Fonte: ilsole24ore.com

Le persone, le proprietà e le zone coinvolte nello Stretto

Appurato che sembrano esserci tempi e margini per intervenire a contrasto o in adesione agli input governativi, vediamo ora – secondo le stime – quante persone, quante proprietà e quali zone – della Sicilia e della Calabria – saranno coinvolte della grande costruzione; e dunque dagli espropri.

Qui più fonti concordano nel riferire che le famiglie toccate saranno circa 450di cui 300 in Sicilia e 150 in Calabria – per un totale di 3,7 milioni di metri quadrati da liberare.

A Torre Faro è previsto l’abbattimento di 250 case, due ristoranti, un chiosco sulla spiaggia, un residence con piscina, una panetteria, una macelleria, un motel e il campeggio dello Stretto.

Sono previsti espropri anche in molte altre aree più vicine alla città di Messina, soprattutto terreni, per costruire le opere collegate al ponte. Oltre queste, si può facilmente immaginare come diverse zone verranno rese “cantieri a cielo aperto” per la durata dei lavori.

A Villa San Giovanni, sulla sponda calabrese, le case oggetto di esproprio saranno circa 150.

Indennizzi: ecco a chi spetteranno

Gli indennizzi, stando a un’ipotesi riportata dal Sole 24 Ore, dovrebbero avere un valore totale di 100milioni di euro; e verranno sostanzialmente indirizzati a tutti i soggetti cui verrà lesa l’entità della proprietà privata in maniera parziale o radicale, e in via definitiva o temporanea.

Non possono di certo essere dimenticati, infatti, tutti quegli individui che vedranno semplicemente ridotto di qualche metro il personale domicilio o cui la presenza del Ponte provocherà fastidi di altro ordine pratico: come il minor flusso di luce o la novità dell’inquinamento acustico.

Né tantomeno potranno essere accantonati coloro che subiranno delle espropriazioni a tempo definito (per la durata dei lavori di costruzione).

Sia per l’esproprio che per l’asservimento è previsto un indennizzo che corrisponde al cosiddetto “valore venale”, a cui si aggiungerà un bonus che la società “Stretto di Messina” e i comuni individueranno tramite accordo.

Riferimenti per chiedere informazioni

Come già scritto – la società ha aperto sportelli informativi sia a Messina che a Villa San Giovanni.

Coloro che risiedono nelle aree interessate dagli espropri e che necessitano di assistenza, dunque, potranno prenotare un appuntamento ai numeri: 06.85826210 – 06.85826230 – 06.85826270.

Per poi recarsi a uno dei due sportelli informativi: a Messina, presso il Palacultura Sala Rappazzo (piano terra) sito in Viale Boccetta 373, lunedì dalle 15.00 alle 17.00; martedì e mercoledì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00 ad esclusione dei giorni festivi.

O a Villa San Giovanni, presso la ex sede della Pretura sita in via Nazionale Bolano 541, giovedì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 17.00, venerdì dalle 9.00 alle 13.00, ad esclusione dei giorni festivi.

Gabriele Nostro

Prematurità: la forza travestita da fragilità

Il 17 novembre, non celebriamo la prematurità in se, ma l’immensità di un bambino microscopico che, nonostante tutto, si aggrappa alla vita. Diamo voce alle famiglie.

Quando parliamo di prematurità? 

Prematuro

Parliamo di prematurità quando un feto nasce prima delle 37 settimane di gestazione. I neonati prematuri sono suddivisi in:

  • Estremamente pretermine: prima delle 28 settimane
  • Molto pretermine: tra 28 e 31+6 settimane
  • Moderamente pretermine: tra 32 e 33+6 settimane
  • Tardo pretermine: tra 34 e 36+6 settimane

In base al loro peso alla nascita, i neonati pretermine possono essere ulteriormente classificati in:

  • Neonati di peso basso (LBW), con peso inferiore ai 2.500 grammi.
  • Neonati di peso molto basso (VLBW), con peso inferiore ai 1.500 grammi.
  • Neonati di peso estremamente basso (ELBW), con peso inferiore ai 1.000 grammi.

Fattori che possono condurre ad un parto prematuro

Rischio

I fattori che possono condurre ad un parto prematuro sono svariati. L’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG) raccomanda il parto elettivo a partire da 32 settimane in casi selezionati che comportano complicazioni materne gravi e/o fetali. Nel caso del parto spontaneo, le cause possono  riguardare l’anamnesi personale, tra cui:

  • Precendenti parti prematuri (principale fattore di rischio)
  • Precedenti gravidanze multiple
  • Precedenti aborti terapeutici multipli e/o aborti spontanei

Oppure, problemi insorti o dovuti all’attuale gravidanza, come: Fecondazione in vitro, fumo di sigaretta, età materna giovane o avanzata (< 16 anni, > 35 anni), gravidanza gemellare, distacco di placenta, preeclampsia, tra le più comuni.

Rischi di un neonato pretermine

I rischi principali per un neonato pretermine sono strettamente correlati alla settimana di gestazione. Più precoce è la nascita, maggiore sarà il grado di immaturità fetale e ridotto il peso:

  • Gli estremamente pretermine risultano essere i più fragili. Presentano maggiore rischio di problematiche cardiovascolari e respiratorie. Risulta fondamentale  monitorare e valutare costantemente le funzioni e l’attività cerebrale.
  • Per i nati tra le 28 e le 31 settimane, i rischi neurologici risultano essere ridotti, ma risulta ancora aumentato il rischio di problematiche respiratorie e la suscettibilità alle infezioni.
  • Superate le 32 settimane, i rischi si riducono ma potrebbe essere posizionato, preventivamente, nei primi giorni di vita, un supporto respiratorio e nutrizionale, perché spesso in questa fase le funzioni di suzione e deglutizione non sono perfettamente sviluppate.
  • I nati tra le 34 e le 36 settimane rappresentano circa il 70% dei prematuri, e pur essendo stabili dal punto di vista cardiovascolare e respiratorio sono molto delicati sotto l’aspetto neuroevolutivo e immunitario.

Problematiche più comuni

neonato

Le condizioni patologiche riscontrabili in un prematuro, possono essere diverse, sia per gravità che per trattabilità. Viene prestata molta attenzione alle funzioni respiratorie, soggette alle maggiori problematiche a breve termine in caso di prematurità. Altre condizioni caratterizzanti il prematuro, possono essere:

  • Sindrome da distress respiratorio e displasia broncopolmonare
  • Entero-colite necrotizzante
  • Sepsi
  • Condizioni neurologiche
  • Difficoltà di alimentazione
  • Problemi cardiaci
  • Problemi visivi e uditivi

Complicazioni e sequele a lungo termine

Un Neonato prematuro avrà bisogno di cure mediche e controlli regolari; i medici, di solito, effettuano dei monitoragi a lungo termine per evitare complicazioni in futuro. Alcune delle complicazioni a lungo termine che un bambino prematuro può avere sono:

  1. Sequele neurologiche: lo stress a cui sono sottoposti i bambini prematuri può causare alterazioni nel cervello. I sintomi del danno cerebrale possono apparire nel tempo.
  2. Problemi di vista e udito: la mancanza di ossigeno nel cervello può danneggiare la retina, dato che è la parte dell’occhio che si collega con il cervello. L’eccesso di ossigeno che, può verificarsi a causa della respirazione artificiale, può anche generare alterazioni come la retinopatia. I bambini prematuri hanno un alto rischio di perdita dell’udito.
  3. Problemi di sviluppo e di comportamento: la prematurità e il basso peso aumentano il rischio di problemi di attenzione o di iperattività. La stimolazione precoce dei bambini prematuri aiuta a prevenire i problemi di apprendimento legati alla prematurità.

Prendersi cura dei genitori, per curare i bambini

coppia

Ben noto, come il divenire genitori richieda sempre nuovi apprendimenti, ma diventare genitori di un bambino nato pretermine amplifica ancora di più questa sfida. Uno studio ha indicato come lo stress dei genitori dei nati pretermine si riduca sensibilmente se, messi nelle condizioni di poter agire per la loro cura e di ricevere informazioni e istruzioni da parte degli operatori sanitari.

Ciò che si consiglia è il coinvolgimento dei gentori nei primi approcci al gavage (alimentazione tramite sondino gastrico) e poi all’allattamento vero e proprio, nel tenere in braccio, lavare e cambiare il loro bambino. Tutte azioni che tendono a ridurre i livelli di stress e ansia. Per un bambino prematuro i genitori sono come farmaci naturali, prendersi cura di loro significa prendersi cura del piccolo.

Un neonato prematuro, verrà sottoposto, ancora prima della nascita, ad una serie di trattamenti farmacologici; come per esempio la somministrazione di glucocorticoidi per la maturità polmonare. Tuttavia la sensibilizzazione va effettuata sulle procedure assistenziali svolti proprio dai genitori, piuttosto che sulla somministrazione farmaceutica.

Un affare di famiglia

genitori

La marsupio terapia; modalità di assistenza in cui il bambino, svestito, viene posto in posizione verticale sul petto nudo del genitore in modo che si crei un contatto pelle a pelle continuo e prolungato. L’orecchio del bambino poggia sul cuore del genitore, e lo riporta ai suoni della vita intrauterina. È stata dimostrata la sua efficacia nell’aumentare la capacità di termoregolazione, nel prolungare il sonno, nel migliorare i parametri respiratori e nello stabilizzare la funzione cardiaca.  Oltre a rinsaldare il legame genitore-bambino, il contatto col neonato attiva una serie di risposte neuro-ormonali (tra cui l’incremento dei livelli di ossitocina e prolattina) che aumentano la produzione di latte. Ne deriva una maggiore fiducia, autostima e senso di realizzazione per le madri, che si associa al fatto di poter fare qualcosa di positivo per i loro bambini.

La possibilità di accesso prolungato delle madri in reparto coi loro bambini, permette di stimolare l’allattamento al seno, grazie al contatto fisico e alla correlata riduzione dello stress in entrambi. Occorre sostenere le madri nell’allattamento prima, durante e dopo il parto, coinvolgendo attivamente anche la figura del partner. Egli può sostenere la compagna sedendosi accanto a lei durante le poppate o l’estrazione di latte, massaggiandola, valorizzando le occasioni in cui riesce a tirare anche solo poche gocce, comunque preziose per il neonato. Siccome l’immaturità neurologica, respiratoria e orogastroenterica del bambino ne ostacolano, in un primo momento, la suzione al seno, le madri andrebbero incoraggiate all’estrazione manuale di latte o con tiralatte, possibilmente in un luogo in cui possono vedere e toccare il figlio. È sulla base di queste evidenze che la presenza dei genitori in TIN andrebbe considerata, più che come una possibilità, un diritto fondato su dati scientifici.

Mortalità in Italia e nel mondo

Secondo la neonatologa María Isabel de las Cuevas, i progressi in neonatologia hanno ridotto drasticamente la mortalità e le conseguenze nei prematuri. Lei crede che il “rischio zero” non esista mai, nemmeno con un bambino nato a termine.

L’Italia oggi è uno dei Paesi con il più basso tasso di mortalità al mondo per neonati di peso inferiore a 1500 grammi con il 13,8% rispetto al 15% a livello mondiale (negli anni ‘70 era il 60%)”.  Risulta essere fondamentale, che questi piccoli nascano in Ospedali dotati di Terapie Intensive Neonatali (TIN) con attrezzature moderne e personale altamente specializzato, per garantire loro un’assistenza adeguata.

Miglioramenti per la salute dei piccoli

Tin

Dovrebbero consentire l’accesso dei genitori 24 ore su 24, con il loro coinvolgimento diretto e favorendo il contatto pelle a pelle, anche allo scopo di facilitare l’avvio dell’allattamento materno. Sarebbe fondamentale, inoltre, attivare presso questi reparti percorsi di sostegno psicologico, per i genitori che si accingono ad affrontare la prematurità del proprio figlio, attualmente presenti in non tutti i reparti e non sempre ben strutturati. I progressi scientifici hanno migliorato molto la sopravvivenza e la prognosi a breve termine dei neonati prematuri, ma alcuni di questi bambini sono a rischio di sviluppare problemi durante la crescita.

“Per migliorare la prognosi a lungo termine di questi neonati e sostenere attivamente le loro famiglie, dovrebbero essere tenuti sotto osservazione costante per valutarne i parametri vitali e di sviluppo, con accertamenti ripetuti nel tempo fino all’inizio dell’età scolare.”

Per la Società Italiana di Neonatologia è fondamentale che il Follow-up del Neonato Pretermine venga ufficialmente riconosciuto dal nostro Sistema Sanitario, in modo da garantire risorse umane ed economiche che lo configurino come una Rete di Servizi specifica e multidisciplinare per soddisfare le complesse esigenze post-dimissione del neonato a rischio evolutivo e della sua famiglia.

Conclusioni

La prematurità è un filo sottile tra il non illudersi e il non abbattersi; Dove ogni grammo in più è un traguardo e ogni goccia di latte è importante. Un enorme senso di impotenza di fronte alle loro  sofferenze e fatiche, è paura, rabbia ma anche speranza.

Dalla pagina instagram “Tincoraggio”

Alice Pantano

www.msdmanuals.com

www.salute.gov.it

www.quotidianosanita.it

simri.it

 

Al via l’Unime Recruiting Day Lidl

Dopo il Recruiting Day Decathlon, l’Università degli Studi di Messina – attraverso il Career Service – organizzerà un nuovo evento di selezione dedicato a LIDL – famosa catena europea di supermercati della Schwarz Gruppe – in cerca di profili da inserire in azienda. L’appuntamento prenderà il via nella tarda mattinata del 18 ottobre, presso la sede Polo Centrale in Piazza Pugliatti 1 (Aula Cannizzaro).

Come si svolgerà l’evento

L’evento si suddividerà in due tronconi:

  • Dalle 10.30 alle 11.30 verrà presentata l’azienda LIDL, partendo dalle sue origini tedesche fino ad arrivare alla sua progressiva ascesa in Europa e in Italia.
  • A partire dalle ore 12:00 inizieranno i colloqui di selezione. L’azienda si confronterà con i candidati ritenuti interessanti, seguendo l’ordine degli appuntamenti fissati dai selezionatori. Fra i requisiti più ricercati, ci sono studenti laureati e/o laureandi.

Come prenotarsi al colloquio

Per potersi prenotare ai colloqui bisogna innanzitutto accedere al seguente link, controllare ed eventualmente aggiornare il proprio Curriculum Vitae AlmaLaurea e procedere infine con la registrazione. Per ogni informazione sulla selezione è possibile rivolgersi al Career Service di Ateneo.

Fonte: Wikimedia Commons

Le opportunità lavorative offerte da LIDL e punti vendita

La proposta lavorativa della LIDL non si limita solo alla vendita di prodotti. L’azienda richiede infatti competenze in ambito ingegneristico, giuridico, economico e comunicativo. Questo fa sì che qualsiasi studente universitario diventi un potenziale candidato per la scelta finale.

Il territorio messinese, inoltre, offre al momento due punti vendita LIDL:

  • Contrada Masseria, snc, 98044 Milazzo-ME*
  • Strada Statale 114, km 4+400, 98145 Messina-ME*

Per quel che concerne il territorio reggino, infine, abbiamo cinque punti vendita LIDL:

  • Via Cappelleri snc, 89135 Reggio Calabria (RC)*
  • Traversa Via Padova snc, 89129 Reggio Calabria (RC)*
  • Superstrada Jonica 14, 89131 Reggio Calabria (RC)*
  • Viale Della Libertà, snc, 89063 Melito di Porto Salvo (RC)*
  • Via La Resta, 1, 89029 Taurianova (RC) – Via Giuseppe Impastato, 1, 89024 Polistena (RC)*.

*Fonte: Lidl.it

Antonino Nicolò

Alessio Morganti

Come sopravvivere all’università. L’incontro promosso dall’associazione Elsa

Il 4 Ottobre si è svolto alla Feltrinelli point di Messina un incontro organizzato dall’associazione Elsa Messina: UNIVERSITY: HOW TO SURVIVE.

Cos’è l’Elsa

La European Law Students’ Association è un’associazione indipendente che riunisce gli studenti europei di Giurisprudenza, con un’importante sezione italiana dal Marzo 1988, che rappresenta il secondo gruppo nazionale Elsa per numero di tesserati e sezioni locali.

L’incontro si è caratterizzato per uno scambio profittevole di opinioni sul metodo di studio e sull’esperienza universitaria in generale.

Metodo di studio e vita universitaria

Dell’introduzione degli ospiti e dei temi, si è occupata Cristina Scorza, VP Conferenze e Seminari di Elsa, che ha dato il via all’evento tramite un sondaggio.

La domanda a cui bisognava rispondere era “In quale di queste circostanze ti rispecchi più?”, alla quale la maggior parte delle persone a cui è stato sottoposto ha scelto l’opzione ‘non sfruttare efficacemente il tempo messo a disposizione per lo studio‘.

Successivamente, ha presentato e dato la parola al Professore Ordinario di Diritto Costituzionale dell’Università di Messina, Luigi D’Andrea. Quest’ultimo ha analizzato lo studio dal punto di vista metodologico, ha sottolineato l’importanza di personalizzare il proprio metodo di studio, partendo da cose basilari come la gestione del tempo. Importante per uno studente è arrivare a definire il giusto approccio da usare per qualsiasi materia.


Il professore ha anche ricordato anche il valore della partecipazione alla vita universitaria: l’università non come un “esamificio”, ma come un luogo di incontro che schiude orizzonti lavorativi e culturali. Nella vita universitaria, si intrattengono relazioni peculiari che devono essere sfruttate per lo studio della disciplina.

Approfondendo il tema del metodo di studio, il professore D’Andrea ha elencato quelli che per lui, sono tre pilastri da tenere sempre in considerazione: sicuramente lo studio e la padronanza di quelle che sono gli elementi base di una materia (nel caso del diritto, le norme); in secondo luogo, l’elaborazione concettuale dei punti cardine di una materia, per mezzo di un approccio scientifico e, infine, l’utilizzare le conoscenze apprese per guardare alla realtà in modo critico.

Un intervento, dunque, centrato sull’importanza di studiare in modo cosciente e critico, non basando tutto sulla memoria, molto spesso fallace.

Il ruolo importante dell’ansia – e come farvi fronte

Dopo aver ringraziato il professore D’Andrea, la relatrice Cristina Scorza, ha dato la parola alla dottoressa psicologa Emanuela Zanghì, la quale ha iniziato il suo intervento mostrando un Tik Tok che racconta l’ansia in modo ironico. La psicologa, dopo aver ringraziato l’Elsa per l’invito, ha approfondito il ruolo inabilitante, sabotatore, che può assumere l’ansia nello studio.

Ansia che si può suddividere in anticipatoria e da prestazione. La prima fa scaturire un’angoscia che tutto possa andare male, la seconda, invece, si palesa quando ci si mette in gioco e bisogna mettere in atto delle capacità che la persona non è sicura di possedere.
Secondo la psicologa Zanghì, dietro l’abbandono degli studi da parte di molti studenti c’è l’incapacità di gestire il peso che ansie e frustrazioni portano con sé: si può arrivare ad un sovraccarico cognitivo ed emotivo. Per evitare ciò è fondamentale ottimizzare il tempo, in modo concedersi delle valvole di sfogo che permettano alla mente di rigenerarsi e trovare un equilibrio.

A concludere la sezione sulla preparazione e metodo di studio, è stato il dott. Nucera, introdotto dalla relatrice Cristina Scorza, che ha condiviso la sua esperienza riguardo al metodo di studio, soprattutto alle differenze tra prima e dopo l’università.

Ha impreziosito l’incontro l’intervento di Fabio Alosi, VP Professional Development di Elsa, che ha raccontato come per lui primeggiare fosse importante per dimostrare il suo valore come persone anche a persone care. In seguito ad eventi personali, Alosi ha poi capito quanto sia importante prendersi del tempo e lasciare che a dettare il ritmo del suo studio dovesse essere la passione e nessun altro fattore.

Giuseppe Calì

Pesca sostenibile, l’Italia contro le novità UE: “Regolamenti privi di logica”

L’Italia fa ancora una volta il campanello tra le campane dell’Ue, tentando un flebile contro-suono sull’acustica comunitaria. La questione contesa, come in altre recenti occasioni, riguarda la sostenibilità di un settore economico, particolarmente: la sostenibilità nella pesca.

Il Consiglio dei Ministri dell’Unione Europea ha approvato una nuova normativa a proposito, ancora più stringente e, secondo alcuni, ancora più dannosa. Vediamo quindi ora cosa prevede, perché l’Italia non si è schierata a suo favore e come questa potrebbe smuovere il mercato ittico.

 Pesca sostenibile, i punti principali del regolamento

Riporta le informazioni Il Sole 24 Ore. Lunedì 26 maggio, in una riunione del Consiglio dei ministri Ue dell’Agricoltura, la maggioranza assoluta dei membri comunitari ha approvato il pacchetto per la pesca sostenibile già proposto dalla Commissione europea. “La maggioranza assoluta” per così scrivere, perché è solo per un’approvazione, quella dell’Italia, che non è stata raggiunto l’accordo unanime.

La misura sicuramente più incisiva prevista dal pacchetto è quella che sancisce lo stop definitivo per la pesca a strascico a partire dal 2030. Seguono, per importanza, la normativa che prevede l’obbligo di telecamere a bordo dei pescherecci grandi oltre i 18 metri e l’inasprimento delle regole sul “margine di tolleranza”, che riduce al minimo la flessibilità nelle operazioni di trasbordo e di cattura accidentale.

L’Italia che non ci sta: non chiamateli “no green”

Nell’Italia che non ci sta, ci stanno in molti: a partire dal Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida, passando per gli altri componenti della maggioranza di governo e giungendo fino alle associazioni degli imprenditori e i sindacati dei lavoratori.

Tutti soggetti che non si considerano “no green”, ma che sono pronti a essere etichettati così se essere (molto) “green” comporta ingentissimi costi. Ed è su quest’ultimo aspetto che si deve valutare ogni ragione.

In nome della sostenibilità, sostengono gli italiani della categoria: si possono presagire sanzioni e sanzioni pecuniarie, eccedendo più di quanto già si eccede, e poi, soprattutto, “la fine della pesca a strascico porterebbe alla perdita di 7mila posti di lavoro e alla fine del business per il 20% della flotta peschereccia italiana, con un drastico abbattimento dei ricavi del settore del 50%“.

Pesca
Pesce. Fonte: Wikimedia Commons

 

Annalisa Tardino: “Regolamenti privi di logica” 

Annalisa Tardino, eurodeputata della Lega, componente della Commissione Pesca e commissario regionale del partito in Sicilia, ha commentato le scelte dell’Unione con una nota:

Come anticipato all’indomani dell’accordo siglato con il Consiglio dell’Ue, la commissione pesca del PE ha oggi votato il regolamento Controlli, con il voto contrario da parte della Lega. I gruppi di maggioranza a Bruxelles, complici le assenze degli eurodeputati di Pd, M5s e terzo polo, hanno dato il via libera a nuove misure vessatorie nei confronti dei pescatori, categoria sempre nel mirino delle restrizioni dell’Ue, tartassata da regole e norme che invece di sostenere un settore di vitale importanza per l’economia costringono le imprese alla chiusura. Tutto questo grazie ai soliti fanatici delle ideologie green e alle nostre sinistre: le avevamo invitate a schierarsi a favore della nostra pesca e invece hanno disertato la votazione in Commissione. Il provvedimento prevede l’obbligo di telecamere a bordo dei pescherecci, per i quali è anche previsto un inasprimento delle regole sul cosiddetto ‘margine di tolleranza’ che riduce al minimo la flessibilità nelle operazioni di trasbordo e di cattura accidentale. Questo vorrà dire ancora più sanzioni. Una nuova vergognosa decisione che, all’inizio, prevedeva nella proposta originale telecamere a bordo di pescherecci a partire dai 12 metri di lunghezza, mentre grazie al lavoro e all’impegno della Lega sarà applicato solo alle imbarcazioni oltre i 18 metri. Una misura che ci consente di escludere gran parte della nostra flotta. Continueremo ad impegnarci per questo settore e lottare contro provvedimenti lontani dalla realtà, scritti da chi, evidentemente, non è mai salito su una barca da pesca, e che tendono solo a impedire ai nostri pescatori di poter lavorare, mentre favoriscono i nostri Paesi competitor dell’area mediterranea non soggetti a questi regolamenti asfissianti e privi di logica.

Gabriele Nostro

ACR Messina iscritto alla Serie C, ma il futuro resta incerto

L’estate è appena iniziata e i tifosi dell’Acr Messina si apprestano a vivere mesi roventi, non solo per colpa delle temperature torride, ma per la situazione di incertezza nella quale si trova la società giallorossa che, nonostante l’avvenuta iscrizione al campionato di Lega Pro, non sa quale sarà il suo futuro in vista della prossima stagione sportiva.

I fatti

Dopo un finale al cardiopalmo conclusosi con la salvezza ottenuta soltanto nei playout vinti dalla squadra guidata da Ezio Raciti a discapito Gelbison, e la conseguente permanenza in Lega Pro, il club peloritano ha vissuto settimane di incertezza con la paura della mancata iscrizione più volte minacciata dal Presidente Pietro Sciotto.
Una situazione complicata che ha tenuto col fiato sospeso tutta la città e che si è risolta, fortunatamente, nel migliore dei modi, visto che la società ha presentato in tempo tutti i documenti utili per l’iscrizione al girone C del campionato.

Pietro Sciotto – fonte: messinasportiva.it

Cosa è successo

A confermare i rumors dei mesi scorsi, appena terminata la stagione, è stato il Presidente Sciotto, il quale ha dichiarato la propria volontà di non continuare a essere il N° 1 della società giallorossa e di essere disposto a cedere definitivamente il club.
Fin qui tutto bene; anche perché l’interesse dell’imprenditore Fabrizio Mannino faceva ben sperare. Tuttavia, nonostante una presunta offerta di circa 3 milioni di euro da parte di quest’ultimo (notizia però smentita dalla società stessa) e vari incontri tra le parti, con la presenza anche del Sindaco Basile, i due soggetti non sono riusciti a trovare un accordo.

Ciò ha spinto Sciotto, il 15 giugno, a comunicare alla stampa l’intenzione di non iscrivere il club tra i professionisti abbandonandolo così al proprio destino e scatenando l’ira dei tifosi biancoscudati che hanno inveito, soprattutto sui social network, contro il Presidente e la società.

Il comunicato del Presidente dell’ACR Messina

Il Presidente Pietro Sciotto ritiene opportuno intervenire per precisare alcuni aspetti importanti in un momento fondamentale per il futuro del Messina, riguardanti gli incontri in corso con Fabrizio Mannino che ha manifestato l’interesse ad acquisire la società.
Dopo un primo contatto avvenuto lunedì scorso, due giorni fa il presidente Sciotto si è confrontato con i rappresentanti del signor Mannino, impossibilitato ad essere presente per un improvviso improrogabile impegno a Palermo. Nello spirito della massima collaborazione, il presidente Pietro Sciotto ha esaminato una bozza di massima, scritta a penna, che prevedeva gli aspetti essenziali di un accordo mirato a concretizzare il passaggio di quote dell’Acr Messina, riservandosi di valutarla per dare una risposta ieri e chiedendo, alla parte potenzialmente acquirente, di esibire adeguate garanzie al documento preparato in bozza.
Purtroppo, dopo l’ulteriore contatto avvenuto ieri, il signor Mannino non ha fornito alcuna garanzia e non ha sottoscritto alcun accordo, neppure preliminare, nemmeno sulle proposte da lui formulate.
Pertanto, la trattativa può considerarsi chiusa.
Il presidente del Messina Pietro Sciotto, come affermato ripetutamente da tempo, e da ultimo lo scorso 24 maggio, con grande rammarico e dolore, non iscriverà la squadra al prossimo campionato.

Il cambio di rotta

Quando tutto sembrava perduto, però, martedì la società tramite il proprio profilo ufficiale ha sorpreso tutti annunciando di aver completato l’iter per l’iscrizione, presentando tutti i documenti necessari agli uffici competenti della Lega Pro.

Acr Messina comunica di aver prodotto ed inoltrato alla Lega Pro tutta la documentazione richiesta dalla normativa federale per l’iscrizione al campionato di serie C 2023/24 entro i limiti temporali.

Messina vs Gelbison – fonte: Facebook

 

Le reazioni

Non si sono fatte attendere le reazioni della Messina calcistica che, nonostante l’antipatia verso il Presidente, ha espresso la propria gioia nell’apprendere una notizia così importante.

Mentre il Sindaco Federico Basile, ai microfoni di messinasportiva.it, si è detto felice per la decisione assunta, affermando:

Avevo spronato il presidente Sciotto sabato scorso, ma non abbiamo avuto altri contatti in una giornata convulsa. Ho appreso ufficiosamente che tutto è andato per il meglio. Sono soddisfatto e contento della scelta della proprietà che ha iscritto la squadra in Serie C consentendo alla città di Messina di non perdere il professionismo. È stato un autentico atto d’amore da parte del presidente che va ringraziato per aver salvato il Messina sul campo e anche fuori dal campo

Tifosi Messina – fonte: Facebook

Quale futuro per l’ACR Messina?

Scongiurata, quindi, la possibilità di scomparire e ripartire dai dilettanti, il futuro dell’Acr resta comunque incerto. Si dovrà capire se Sciotto voglia continuare la propria avventura in riva allo Stretto per il settimo anno consecutivo, nonostante le numerose difficoltà da affrontare, oppure la proposta di cessione resterà invariata finché non arriverà un’offerta giusta che possa garantire al calcio messinese la stabilità e le certezze di cui ha bisogno per ritornare a sognare in grande.

 

Giuseppe Cannistrà

Continuano le ricerche per il Titan, ma con scarsa la probabilità di successo

Da domenica scorsa si sono perse le tracce di un sommergibile: “Titan“. Appartenente all’azienda “Ocean Expeditions“, durante una spedizione turistica super esclusiva, messa in atto nell’oceano atlantico, l’obiettivo era quello di osservare da vicino i relitti del Titanic.
Il Titan è un batiscafo privato lungo 7 metri e largo 2,5 costruito con fibra di carbonio e titanio, capace di ospitare al massimo 5 persone. Costruito per essere pilotato da remoto, dalla nave MV POLAR prince, per mezzo di messaggi testuali inviati tramite un controller ( un G-F710 della Logitech modificato).

Domenica scorsa, il sommergibile è salpato dalla città di St. John, in Canada, alle 8 del mattino, per poi perdere tutti i contatti con la nave, circa 1 ora e 45 minuti dopo.

Come procedono le ricerche?

Le ricerche sono iniziate alle 17.45 di domenica e proseguono da ormai da quattro giorni. Nonostante il notevole dispiegamento di mezzi per trovarlo, non si sono registrati grandi progressi. Le probabilità di trovare il sommergibile si riducono sempre di più. Secondo la guardia costiera statunitense, che coordina le attività di ricerca, l’ossigeno all’interno del sommergibile potrebbe terminare alle ore 13 (italiane) di oggi.

Vista la possibilità che l’ossigeno termini oggi stesso – sempre, però, che il Titan possa contare sui sistemi di riciclo dell’aria funzionanti – sono aumentati i mezzi a disposizione per la ricerca, con l’arrivo di una decina di navi e di sottomarini guidati a distanza, per le perlustrazioni.
Inoltre, l’aria di ricerca è stata allargata fino a 28700 chilometri quadrati (circa l’area della Sicilia), dopo che nelle ultime 24 ore sono stati captati dei suoni che possono essere ricondotti a dei “colpi umani”. Anche se non è possibile stabilire con certezza l’origine di quei rumori, appare evidente che gli strumenti più potenti e utili sono i sonar, fondamentali per captare suoni tra i 4000 metri che distanziano il fondale e la superficie.
Il capitano della guardia costiera americana, James Frederick, è stato molto cauto sull’andamento delle ricerche, ammettendo che: “A essere onesti con voi, non sappiamo dove si trovino“.

Sono molti gli aspetti da tenere in considerazione, per quanto riguarda le condizioni di vita all’interno del sommergibile. La presenza di cinque individui, all’interno di un sommergibile di ridotte dimensioni, potrebbe portare ad un consumo accelerato di ossigeno e ad un aumento di anidride carbonica che, se non rimossa, può portare ad asfissia e rivelarsi mortale. Inoltre, la possibilità che si sia verificato un guasto al sistema di riscaldamento potrebbe avere come conseguenza l’ipotermia per i passeggeri, viste le temperature che le acque oceaniche possono raggiungere a profondità elevate

L’OceanGate non ha mai certificato il “Titan”

L’azienda americana che ha prodotto il sommergibile andato disperso, non ha mai certificato quest’ultimo, poiché troppo all’avanguardia e diverso da tutti gli altri.
È emerso che l’azienda fosse a conoscenza dei rischi connessi alle immersioni, e avesse deciso di ignorarli per concentrarsi su scelte che riducevano i costi di trasporto, con l’obiettivo di rendere il sommergibile l’opzione più economica per chi desidera immergersi in profondità. È necessario sottolineare che negli Stati Uniti , non è obbligatorio certificare le imbarcazioni private, ma è fortemente consigliato soprattutto se compiono immersioni sottomarine.
Esemplare dell’attitudine approssimativa per ciò che riguarda la sicurezza, è la vicenda che ha coinvolto David Lochridge, ex direttore delle operazioni marittime dell’OceanGate, che è stato licenziato dopo aver sollevato dubbi per ciò che riguarda la sicurezza del progetto sperimentale del “Titan”.

Giuseppe Calì

Messina, traguardi nella smart mobility! Presto noleggiabile una flotta di mezzi elettrici

Messina ha raggiunto un importante traguardo nel campo della smart mobility! Cioè della mobilità sostenibile e flessibile.
Presto, già nei prossimi giorni o al principio del prossimo mese, la città verrà disseminata da bici e monopattini elettrici, noleggiabili da chiunque a costi esigui.

L’obiettivo dell’amministrazione comunale è mettere Messina al passo di altri grandi centri cittadini d’Italia, creando alternative “futuribili” ai classici mezzi di trasporto. Scopriremo se il progetto sarà all’altezza! Intanto, di seguito, ulteriori informazioni per capirne di più e convincersi, magari, che i monopattini non sono così difficili da guidare.

Messina: più di ottocento mezzi per un piano in grande

Riporta le informazioni LetteraEmme. La mobilità messinese diventerà “smart” grazie all’influsso di ben nove società che, insieme, metteranno a disposizione più di ottocento mezzi (suddivisi in circa seicento monopattini e duecento e-bike). 

L’unica società messinese coinvolta è la “Verde Mercurio”, che è nata due mesi fa proprio allo scopo di introdurre il bike sharing locale e renderà attivi 50 mezzi (36 monopattini e 14 E-Bike) con il marchio “Elerent”.

Rappresentiamo una società messinese che si occupa di micromobilità sostenibile. La nostra azienda offre un servizio di noleggio monopattini a propulsione prevalentemente elettrica e biciclette a pedalata assistita con sistema free floating, modalità adottata nei principali comuni italiani.
Opereremo in tutto il comune messinese. Inoltre nella stagione estiva abbiamo già previsto un integrazione di altri mezzi nei comuni limitrofi.

Ha fatto sapere tramite una nota.

Le altre società coinvolte sono invece: la Ridemovi di Milano, Drivio di Pettoranello del Molise e la Bit Mobility di Bussolengo (operatore attivo a Reggio Calabria) per un totale di 182 monopattini e 139 bici elettriche; la Voi Technology di Milano per 182 monopattini e 14 bici, la Emtransit di Milano per 91 monopattini e 14 bici, Toogo di Patti per 36 monopattini e 14 bici, Lime  per le stesse risorse e Vento per 73 monopattini e 14 bici.

Messina
Monopattini elettrici. Fonte, Pixabay

Ma come funzionerà il nuovo servizio?

Il sistema di gestione dei dispositivi elettrici a noleggio sarà completamente informatizzato. Tramite apposita app, l’utente potrà visualizzare il numero e la locazione dei mezzi, poi eventualmente prenotare, pagare, sbloccare e, al termine dell’utilizzo, ribloccare un mezzo.

Non è previsto un limite temporale di fruizione e il limite spaziale corrisponde al perimetro della città. Il sistema è “free floating” , cioè senza dotazione di attrezzature per custodia, il che permette di lasciare il dispositivo elettrico anche in un punto diverso da quello di prelievo. 

I gestori dovranno garantire un call-center in lingua italiana e inglese a supporto dell’utenza. A loro carico sono anche le spese di ricarica delle batterie. Monopattini e biciclette potranno sostare solo negli stalli riservati a ciclomotori e motocicli.

Non sono ancora state rese note le tariffe di noleggio. In altre parti del Paese comunque si paga un euro per sbloccare un monopattino più una cifra a tempo compresa tra i 15 e i 29 centesimi al minuto. 

Un progetto innovativo… l’attenzione di UniMe 

Sul progetto ci vede lungo anche UniMe! Che ad esso ha voluto dedicare una parte dell’informazione accademica della sua “Scuola Di Eccellenza”. 

La Scuola di Eccellenza promossa dalla nostra Università, giunta nel 2023 alla sua sesta edizione, consiste in una serie di sei percorsi formativi che gli studenti presentanti particolari requisiti di merito possono scegliere di seguire.

Ed è proprio uno di questi percorsi formativi che analizza da vicino il tema della smart mobility, il suo nome è “ICT e sistemi di trasporto innovativi: concept, organizzazione, responsabilità” ed è tenuto dai professori Ingratoci e Villari.

Gabriele Nostro

Torneranno le province! Già sul tavolo la riforma: ecco quando si voterebbe

Tornerà l’elezione diretta dei presidenti delle Province e dei sindaci metropolitani! Tornerà anche l’elezione dei consiglieri e la nomina degli assessori provinciali! Almeno, questa sembra essere la volontà della maggioranza di governo, che già da qualche mese sta tracciando la direttiva per concretizzare il cambiamento. Intanto gli animi dei candidabili si scaldano; secondo il decreto in uscita: quali organi potrebbero votare i cittadini? E quando?

Province, la bozza della legge elettorale

Riporta le informazioni La Gazzetta del Sud. Nel corso degli ultimi mesi sono stati depositati ben nove disegni di legge riguardo la riforma sulle province, ma è nei giorni appena passati che l’indirizzo governativo è stato completamente esplicito per l’elaborazione di una bozza a opera del Comitato ristretto della Commissione Affari costituzionali al Senato. 

Secondo il testo più recente, il presidente della Provincia verrebbe eletto, dai cittadini della Provincia, tra i candidati che ottengano il maggior numero di voti: entro il primo turno previo raggiungimento di almeno il 40% delle preferenze o tramite ballottaggio ai turni successivi.

I consiglieri provinciali sarebbero sempre a elezione cittadina. Verrebbero votati nelle varie circoscrizioni elettorali, ovvero nei vari territori provinciali, ripartiti in collegi plurinominali con un numero di seggi compreso fra tre e otto (secondo l’estensione territoriale).

La soglia di sbarramento è attualmente fissata al 3% e non è prevista la possibilità di esprimere un voto disgiunto. 

Elezioni in primavera: perché sarebbe vantaggioso

Le province sarebbero chiamate ad agire principalmente nei seguenti ambiti: valorizzazione dei beni culturali; gestione della viabilità e dei trasporti; protezione della flora e della fauna; garanzia servizi sanitari; organizzazione dello smaltimento di rifiuti; tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche; promozione, coordinamento e organizzazione delle attività economiche e produttive di interesse locale; etc.
Di fronte a tutto questo, l’opposizione in primis pone il dubbio della necessità in rapporto ai costi. Vale la pena ricreare e rifinanziare le istituzioni provinciali? Conviene, nell’ottica di un investimento, oppure sarebbe solo uno spreco di denaro pubblico?
Non è semplice farsi un’idea a proposito, si discute pure dell’imprevedibile. Neanche guardare al passato può essere sufficiente: molto può cambiare nei tempi e nei tempi.  
Gabriele Nostro

Padova, medici “rivitalizzano” un cuore e lo trapiantano. Operazione unica nella storia

Lo scorso giovedì, un’equipe di medici padovani ha ricordato al mondo quanto bravi possano essere i professionisti sanitari nostrani. Compiendo un’operazione che ha dell’incredibile, unica nella storia per le sue modalità, l’equipe è riuscita a trapiantare un cuore “morto” da 20 minuti nel corpo di un cardiopatico. Ma andiamo per ordine…

Padova: in attesa da tre anni, poi il miracolo!

Riporta le informazioni Skytg24. Un uomo cardiopatico, oggi 46enne, nel 2020 aveva fatto richiesta, presso la struttura ospedaliera di Padova, per un cuore sano. Suo malgrado però, come spesso accade per penuria di “risorse anatomiche”, il suo desiderio era rimasto per tanto tempo inesaudito.

Per un lungo periodo ha sofferto ansioso in lista d’attesa, fino a quando, qualche giorno fa, è giunta  un’opportunità. È arrivato il bramatissimo bene, da mettere a frutto con un’operazione difficilissima.

Un altro uomo, colpito da “morte cardiaca”, ha lasciato in dono il suo cuore all’azienda ospedaliera di Padova: un cuore di tipo compatibile con quello del 46enne. 

L’operazione:  un cuore “vivo” da corpo a corpo

Così, senza perdere un attimo di tempo, i medici hanno messo le mani sul cuore del donatore. L’hanno riperfuso e, dopo averne valutato lo stato, l’hanno trapiantato con successo!

Hanno partecipato all’intervento, accompagnati dai rispettivi entourage: Gino Gerosa, direttore del reparto di cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera di Padova e Paolo Zanatta, direttore del reparto di Anestesia e Rianimazione di Treviso.

A onor del vero, non è la prima volta che un cuore viene “rivitalizzato” in un altro corpo. Ma è la prima volta che ciò accade dopo ben venti minuti di “stop”. 

D’altronde, in Italia nessuno avrebbe potuto agire diversamente: una legge prescrive che il prelievo da cadavere possa avvenire solo dopo che un medico ha certificato la morte attraverso l’esecuzione di un elettro-cardiogramma protratto per una durata di almeno venti minuti, trascorsi i quali si considera vi sia una irreversibile perdita delle funzioni dell’encefalo e dunque la morte dell’individuo.

Cuore
Ospedale. Fonte: Italia Informa

Il Presidente Zaia: “Una nuova pagina sul fronte del trapianto di cuore”

Il direttore Gerasa ha commentato così la buona riuscita dell’operazione:

Per primi al mondo abbiamo dimostrato che si può utilizzare per un trapianto cardiaco un cuore che ha cessato ogni attività elettrica da 20 minuti. Questo risultato straordinario potrebbe portare ad un incremento del 30% nel numero dei trapianti, in un arco di tempo relativamente breve.

Ci sono Paesi in cui l’attesa dopo lo stop del cuore è di 2, massimo 5 minuti, qui in Italia ne sono previsti 20. Quindi abbiamo studiato e lavorato intensamente per superare questo ostacolo e abbiamo dimostrato che anche in Italia si può fare questo tipo di trapianto

E anche Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha voluto dire la sua sulla vicenda, dimostrando enorme soddisfazione:

Si tratta di una notizia emozionante, si apre una nuova pagina di storia sul fronte del trapianto di cuore, risultato di un lavoro di squadra eccezionale portato avanti dalla sanità veneta e da questi medici professionisti di grandissimo spessore.

 

Gabriele Nostro