Non è colpa nostra! Community Talk LGBTQ+ e 1°AperInchiesta sulla violenza

Si terrà giovedì 24 settembre, dalle ore 18:00 fino alle ore 20:00, presso la sede di Cambiamo Messina dal Basso (Via Mario Giurba 15), il Community Talk LGBTQ+ sulle varie forme di violenza. Al termine dell’evento, dalle ore 20:00 alle ore 23:00, il caffè letterario COLAPESCE (Via Mario Giurba 8/10) ospiterà l‘AperInchiesta che approfondirà l’argomento di discussione.

Nella nostra città la violenza omolesbobitransfobica è preoccupantemente diffusa ma ugualmente silenziata: passano sotto silenzio atti di bullismo, aggressioni e minacce, ma anche e soprattutto discriminazioni e stereotipi che avvolgono tutta la nostra quotidianità. Dopo alcuni fatti di victim blaming che ci hanno colpito da vicino, abbiamo deciso che è arrivata l’ora di affrontare la questione!

Cos’è il Community Talk?

È un’assemblea rivolta non solo alle/agli attivisti della nostra associazione ma a tutta la comunità LGBTQ+ in città per affrontare le questioni che ci riguardano collettivamente.

Cos’è l’AperInchiesta?

È un evento che si svolge sotto forma di domande davanti ad un aperitivo: esploreremo insieme un argomento e come questo riguarda noi e la nostra vita di tutti i giorni. In forma anonima tramite bigliettini o, per chi se la sente, intervenendo durante l’evento. Insieme poi discuteremo dei risultati emersi!

Me Too

Racconta con un video o un messaggio la tua storia, che tu abbia subito o assistito ad una violenza omolesbobitransfobica! Contro il rimosso della violenza, costruiamo una comunità forte e unita!
Dove mandare il tuo video: Instagram Liberazione Queer+ Messina, Facebook Liberazione Queer+ Messina.
Mappa per raggiungere Cambiamo Messina dal Basso

Mappa per raggiungere Colapesce

Per maggiori informazioni link all’evento: Non è colpa nostra! // #CommunityTalk LGBTQ+ e 1°AperInchiesta sulla violenza @Messina

Artonauti: il primo album per bambini dedicato alla storia dell’arte

È fondamentale dare una buona educazione ai propri figli anche dal punto di vista culturale. Oggi è possibile farlo unendo ad un momento divertente come la raccolta delle figurine, anche un momento per far conoscere ai piccoli la cultura e insegnargli qualcosa sull’arte e sulle meraviglie mondiali.

Ecco che nasce Artonauti, il primo album di figurine culturale pensato per i bambini dai 7 agli 11 anni, ma che sarà sicuramente apprezzato anche dai più grandi. Artonauti è il primo album di figurine sia in italia che a livello mondiale, interamente dedicato alla storia dell’arte, creato dalla società Wizart S.r.l.i.s, con la casa editrice La Spiga Edizioni. Il titolo dell’album è una sintesi tra le parole “arte” e “astronauti”, una sintesi tra l’aspetto divertente e ricreativo e quello educativo e di scoperta.

Il progetto si basa su tre principi fondamentali:

  • il primo è che l’arte può essere alla portata di tutti;
  • il secondo che il gioco, in particolare quello analogico, rappresenta lo strumento didattico più valido ed efficace per i bambini;
  • il terzo che arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo evolutivo dei bambini.

Un gioco sociale, educativo e accessibile: il gioco delle figurine è da sempre uno dei più diffusi e apprezzati tra i bambini e, per sua stessa natura, è accessibile a tutti, con un grandissimo pubblico potenziale dell’attività educativa.

Già in edicola da qualche settimana, oltre che la raccolta delle figurine avrà proprio dietro una storia, con i tre protagonisti Ale, Morgana e il cane Argo, che porteranno i bimbi con loro per viaggiare nel tempo alla scoperta dei grandi capolavori dell’arte e dei grandi artisti della storia.

In un viaggio che parte dalle grotte di Lascaux e attraverso gli egizi, i greci e i romani, arriva al Novecento passando attraverso l’arte di Giotto, del Rinascimento con Botticelli, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, degli impressionisti, di Van Gogh.

Le figurine comporranno dipinti, affreschi, sculture, svelandone i particolari, e  -oltre alle figurine – aneddoti, giochi, indovinelli curiosità sulla storia dell’arte e pittori e scultori, così i bambini avranno l’opportunità di cominciare a imparare la storia dell’arte giocando e divertendosi.

L’album è composto da 64 pagine che contengono la storia, 28 illustrazioni, 65 opere d’arte, 20 quiz e indovinelli e 2 pagine di giochi. Per un totale di 216 figurine. La forza di Artonauti risiede proprio nella storia personale di un’insegnante che ha imparato il mestiere sul campo. Artonauti vuole scardinare il pregiudizio che l’arte sia un argomento troppo difficile per i bambini, proponendo un gioco educativo, intelligente e divertente.

Arte e creatività svolgono un ruolo fondamentale per lo sviluppo evolutivo dei bambini. Numerosi studi dimostrano, infatti, che l’arte contribuisce a sviluppare le attività espressive, il ragionamento logico, matematico e linguistico.

Scoperta, gioco, apprendimento auto-costruttivo: partendo da queste considerazioni ed attingendo al vasto patrimonio artistico italiano ed europeo nasce l’idea di Artonauti, l’album di figurine che ambisce ad avvicinare i bambini all’arte.

Piero Cento

Colapesce presenta ”crea la tua T-shirt”

Da sempre Colapesce, locale di ritrovo che fa del gusto e della cultura un binomio, è fucina di idee originali; l’iniziativa Crea la tua T-shirt ne è l’ennesima dimostrazione.

Un innovativo modo di intendere il riciclo attraverso il laboratorio creativo coordinato da Artica17 che trasformerà un’antipatica e noiosa (magari bucata) maglietta in disuso in un’estrosa opera d’arte personalizzata.

 

Colapesce coniuga meravigliosamente il rispetto dell’ambiente ed il piacere della condivisione di un pomeriggio spensierato, “colorato” da un piccolo ma importante sorriso alla natura.

 

Crea la tua T-shirt” tra un sorso di vino e l’altro significa armonia, creatività ed ingegno alla portata di tutti.

 

>Mercoledì 19 Febbraio dalle 17:30 presso i locali di Colapesce date colore alla vostra fantasia, aiutate il pianeta con un piccola ma importante pennellata.

 

 

 

Antonio Mulone

GALLERIA PROVINCIALE D’ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA “LUCIO BARBERA”

 

©GiuliaGreco, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea Lucio Barbera, Messina 2019

 

In via XXIV Maggio, salendo da piazza Duomo, e a meno di cinque minuti a piedi da questo, si trova la Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea intitolata a Lucio Barbera, critico d’arte. Seppur nella zona centrale e storica di Messina, la Galleria è ancora poco conosciuta; ci siamo sentiti, perciò, in dovere di raccontarvi della sua storia e delle opere che contiene.

©GiuliaGreco, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea Lucio Barbera, Messina 2019

 

Da poco ha compiuto 21 anni, è stata infatti inaugurata il 9 Maggio 1998 nei locali che erano conosciuti come “ex falegnameria”. L’Azienda Autonoma Provinciale per l’Incremento Turistico ha fatto una gentile e consistente donazione, andando ad aumentare notevolmente la collezione, basata principalmente sull’arte neorealista del dopoguerra. La selezione è ricaduta su un numero limitato di opere, dato lo spazio esiguo, all’incirca quattro grandi vani, le quali tuttavia sono ottime rappresentanti e perfette protagoniste delle correnti artistiche che le hanno attraversate e dei geni che le hanno create.

©GiuliaGreco, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea Lucio Barbera, Messina 2019

 

Una delle opere che ci ha colpito maggiormente è di Giò Pomodoro, scultore di vuoti pieni di luce. Si intitola il Carro e Sole, realizzato con bronzo e marmi bianco di Carrara, giallo di Siena e nero del Belgio. Giorgio Pomodoro nasce vicino Pesaro il 17 novembre del 1930.  I suoi volumi si gonfiano e si fanno imponenti, solidificandosi in blocchi di marmo o pietra squadrati, incasellati o agganciati spesso su pilastri massicci. Si cimenta a lavorare con materiali eroici, come il ferro, lo stagno, il piombo, l’argento, il cemento e il bronzo; nonostante la ruvidità delle sue materie prime, le opere che ne vengono fuori sono tese ma allo stesso tempo attorcigliate, quasi creando spirali volumetriche.

Giò Pomodoro è invitato più volte a esporre alla Biennale di Venezia e le sue opere sono collocate in collezioni di rilievo, pubbliche e private, in tutto il mondo; Pomodoro, come qualunque artista che si rispetti, concepisce la sua carriera come un unicum e ha dichiarato: “Ciascuna delle mie opere è legata alla precedente e alla successiva, anche se questo non sempre avviene in un percorso lineare.” 

©GiuliaGreco, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea Lucio Barbera, Messina 2019

 

Perla di rilievo e monito di orgoglio è la mostra permanente dal 2001 dedicata al poeta Salvatore Quasimodo, il quale, nato a Modica, si è diplomato a Messina presso l’Istituto Tecnico A.M.Jaci. La mostra intitolata La vita non è un Sogno” comprende una raccolta di fotografie, manoscritti e lettere del poeta, premio Nobel per la letteratura nel 1959. La raccolta comprende inoltre spartiti musicali ispirati a liriche del poeta.

©GiuliaGreco, Galleria Provinciale d’Arte Moderna e Contemporanea Lucio Barbera, Messina 2019

 

L’esigenza di fornire uno spaccato della migliore produzione messinese realista del dopoguerra si è tradotta, in questa piccola ma accogliente Galleria, in un vero e proprio manifesto d’arte moderna e contemporanea. Ma un buon Museo, per quanto si possa esser abili nella descrizione, non sarà mai in grado di suscitare emozioni se non come quando i nostri passi percorrono le superficie dei suoi ampi, silenziosi e suggestivi saloni. Proprio per questo vi suggeriamo di visitarlo. In una città non molto grande, ma attracco turistico di prima eccellenza, abbiamo l’obbligo e il dovere morale di far conoscere questi musei, piccoli ma pieni di iniziativa; raccolgono fenomeni svariati, dalla pop art italiana, agli artisti come Mazzullo, Migneco e Toco, conosciuti anche all’estero, affinché l’arte, in qualsiasi forma ed espressione, possa essere diffusa e compresa, affinché possa essere divulgata. L’arte raggiunge l’apice dei suoi propositi solo quando può essere vissuta, che sia osservandola oppure leggendola.

Ilaria Piscioneri

Banksy strega Venezia

Venezia, la profezia di Banksy si è avverata.

In questi giorni a Venezia un’enorme nave da crociera è andata contro un battello turistico.

Lo “street-artist” più famoso del mondo aveva tentato di inviare un segnale, che però non è stato colto.

Una serie di quadretti firmati dall’artista anonimo per eccellenza, dal messaggio comunicativo apparentemente innocuo, in piazza San Marco,  raffiguravano in successione una nave da crociera dentro la splendida laguna.

Quando pensiamo a Venezia fascino, eterea bellezza, mistero e arte sono le sfumature compongono il ritratto di una delle città più uniche e particolari del mondo.

Venezia è una perla che, però, viene deturpata con violenza turistica dalle navi da crociera che attraccano nel porto della laguna.

Nei giorni scorsi la città dei canali è stata svegliata da un’improvvisa sirena.

La crociera MSC che doveva attraccare nel porto della città, a causa del motore in avaria accelera senza riuscire a fermarsi: il “mostro marino” lungo 275 metri e che pesa 65 mila tonnellate si è scontrato contro la barca fluviale River Countess, i cui passeggeri erano per lo più turisti.

Questo episodio ha sicuramente provocato come è ovvio, uno scossone, tanto che dal governo è giunta la decisione di trovare una soluzione definitiva per evitare incidenti del genere e allontanare le grandi navi dal percorso Bacino di San Marco – Canale della Giudecca.

L’arte, spesso sa essere anche ironica e cinica.

E’ trascorso davvero poco tempo dalla mostra artigianale ideata da Banksy interrotta dall’arrivo delle forze dell’ordine, che, non avendo consapevolezza di quanto stesse accadendo, chiedono, per mancata autorizzazione, la sospensione della’attività artistica.

In concomitanza, non casuale, con l’accaduto si teneva la Biennale di Venezia, la quale non si è premurata di invitare Banksy, che ha espresso la sua delusione sui social.

Ancora una volta, l’arte ha  dimostrato di essere molto più lungimirante ed accorta delle istituzioni.

Venezia è una cristalleria, è una bomboniera, piccola, romantica, senza tempo, piena di storia, ma come tutte le rarità più caratteristiche è altrettanto fragile, una gracilità che non si sposa con l’accoglienza di navi cosi grandi.

Preservare ciò che di più unico abbiamo è un dovere etico, dal vangelo secondo Banksy.

Antonio Mulone

Messina che Vale: vetrina di eccellenza a Palazzo Mariani

Domenica 5 maggio 2019. Palazzo Mariani – ex palazzo delle poste – sede delle Segreterie Studenti dell’Università. Messina. Dalle ore 10:30 alle 13:00 e dalle 16:30 alle 20:00 si è svolta, grazie all’associazione Idee X Me, la quarta edizione di Messina che vale: abili artigiani hanno esposto le loro creazioni, mentre i ragazzi dell’IIS Verona Trento hanno esposto i loro più recenti elaborati. Durante la kermesse sono stati narrati racconti della tradizione messinese e si è potuta degustare una vasta gamma di prodotti locali per suggellare meglio il connubio tra cibo e cultura. Diversi gli intrattenimenti previsti per i bambini. La partecipazione all’evento è stata fruibile a titolo gratuito.

Idee X Me è un’associazione che ha costruito il suo percorso con sacrificio, studio, professionalità e vuole investire in questa città, senza arrendersi all’idea che Messina diventi la città “dei morti viventi”. Proprio per questo la presidente dell’associazione, Luciana Salvato, dichiara che servono iniziative come queste. Ove in uno spazio ristretto, ma, dalla cornice bellissima, si riescano a far emergere le eccellenze della nostra terra, per far capire che nella nostra città si può fare. Si può restare. Non bisogna andare.

Una vera e propria full immersion nella cultura, nel senso più totale del termine. Grande Successo per Trash Art Messina, Emanuele Fichera e Salvatore Roberto, due giovanissimi artisti Messinesi, provenienti da studi artistici, con competenze nel settore orafo, realizzano sculture con parti di scarto tecnologiche dando vita a delle vere e proprie opere d’arte.

Scarto è un termine generico ed è irresponsabile usarlo. Quando smetteremo di impiegarlo, ci renderemo conto del numero di differenti materiali da cui è formato e quindi tratteremo la questione in maniera diversa. Si può vedere questa roba come scarto, posto lì, sulla spiaggia, oppure nelle discariche in attesa di essere smaltito. Oppure, si può iniziare a pensarci sopra, a lavorarci sopra. Ogni elemento può diventare indispensabile. Dipende da noi.

Un percorso dal forte pathos che si è snodato dalle creazioni 3D di Calogero Fiumicello, passando dalle varie opere d’arte, come il ricamo, i ferri, o i vari Olio su tela, finendo a nuove realtà cittadine come i Quattrocalici vino e gastronomia urbana. Un locale, nato dall’idea di Alessandra Strazzeri, all’interno del mercato muricello – Largo la Corte Cailler – che vende vini e birre esclusivamente siculi, valorizzando le piccole aziende e i piccoli produttori ancora non ben noti della nostra Isola.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Gli Oscar sotto i riflettori della polemica

L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences fa ancora una volta parlare di se.

L’associazione, madrina degli Oscar, ha rivisto la decisione, alquanto inconsueta, di assegnare quattro premi durante le pause pubblicitarie previste nel corso della cerimonia del 24 febbraio, in seguito alle critiche ricevute dai suoi membri.

I premi che sarebbero stati impropriamente oscurati dalle pause pubblicitarie erano quelli per la miglior fotografia, il miglior montaggio, il miglior trucco e il miglior cortometraggio.

La scelta aveva l’obiettivo di accorciare di un’ora la cerimonia, da sempre ritenuta pedante e lunga, ed era stata approvata dagli oltre cinquanta consiglieri dell’associazione, ma fin dall’annuncio tanti altri attori, registi e produttori, tra i quali Alfonso Cuaron, Martin Scorsese e Quentin Tarantino, avevano contestato l’oscuramento dei premi per categorie ritenute fondamentali per il cinema.

Hanno tuonato registi e addetti ai lavori, che ieri hanno inviato una lettera aperta per chiedere di rivedere quanto stabilito.
L’Academy non ha fatto attendere la sua risposta.

Nel comunicato stampa diramato dall’ente dello spettacolo preposto ai Premi Oscar si legge: “Desideriamo assicurare che nessuna categoria sarà presentata in modo da sminuire né i vincitori né i prodotti premiati.

Cambierà solo il tempo dedicato durante la diretta alla premiazione sul palco”. Non solo rassicurazioni, ma per difendersi l’Academy attacca “le informazioni non accurate e i post sui social media” e tutta la “catena di disinformazione che ha sconvolto tutti i membri dell’Academy stessa”.

“ I nostri produttori hanno tenuto in gran considerazione sia la tradizione del Premio Oscar sia il sempre crescente pubblico globale.

Siamo sinceramente convinti che sarete soddisfatti dallo show e non vediamo l’ora di festeggiare un grande anno cinematografico con tutti i nostri membri e con il resto del mondo”.

Quest’anno tra presentatori non pervenuti e varie polemiche interne, pare che la cerimonia dell’Oscar possa essere la più squallida di sempre.

D’altronde quando l’istituzione più autorevole con il compito di proteggere e custodire la bellezza cinematografica, la pone invece alla mercè dello show-business, allora non solo non si sta più rispettando lo spirito dell’Accademy, ma anche la solenne promessa di celebrare il cinema come arte collettiva.

Antonio Mulone

Zeitspace | Un anno di pittura bastarda

SALA LETTURA
25 gennaio 2019, 18:00

Un anno di pittura bastarda

pittura e note di Gianfranco Anastasio

testo di Marco Bazzini

foto di Gerri Gambino

grafica di Laura Anastasio

Edizioni Sido, 2018

ZEITSPACE raccoglie segni, parole e immagini in un intreccio di linguaggi e sguardi che rendono conto di un anno di pittura. La formula meticcia del titolo riprende quello del ciclo di pitture di cui il libro/quaderno è opera conclusiva.

Con la partecipazione di:

Gianfranco Anastasio, artista

Marco Bazzini, curatore, presidente ISIA Firenze

Gerri Gambino, fotografo

Valeria Patrizia Livigni, direttrice del Polo Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo

In occasione della presentazione, sarà allestita una striscia di “bastardi”, piccole tele dove il colore è il risultato di infinite mescolanze, quale “dispositivo” di accesso ai temi e agli esiti del quaderno.

INGRESSO LIBERO

Il MACRO si trova a Roma, nel quartiere Salario-Nomentano, in via Nizza 138.

Si può accedere al museo anche da via Reggio Emilia 54.

Mostre a Palermo: Vittorio Storaro e Antonello da Messina

A Palermo è stata accolta presso il Palazzo Chiaramonte Steri la mostra dedicata a Vittorio Storaro dal titolo “Scrivere con la luce”. Ha rappresentato un’occasione innovativa per scoprire la maestria di un importante autore della fotografia cinematografica.

Vincitore di numerosi premi tra cui tre premi Oscar per Apocalypse Now, Reds e L’ultimo imperatore, Vittorio Storaro ha lavorato con diversi registi come Bernardo Bertolucci e Francis Ford Coppola, e curato la fotografia di film rimasti nella storia (“Il Conformista”, “Ultimo tango a Parigi”, “Giordano Bruno”, “Novecento”, “Il tè nel deserto”). 

Innanzitutto, un po’ di chiarezza. Chi è l’autore della fotografia cinematografica? Una figura professionale, fondamentale per un set di un film, che ne cura la resa visiva, cioè l’aspetto dell’immagine in movimentoLa mostra è stata distribuita all’interno della Sala delle Armi e la Sala delle Verifiche, ed è stata allestita partendo dalla trilogia di libri scritti dall’artista per poi fare un confronto tra opere pittoriche (dal ‘700 in poi) e la cinematografia dei vari film.

La speranza è quella che in futuro verranno ideate ulteriori esposizioni riguardo alla settima arte, cercando anche di coinvolgere personalità della realtà cinematografica siciliana, in modo da fare sempre meglio e da espanderne la conoscenza con ampia risonanza.

L’Annunciazione, Antonello da Messina

La mostra di Antonello da Messina al Palazzo Abatellis invece è forse la più frequentata dal pubblico, nella quale sono presenti diverse opere provenienti da musei sparsi in molte città italiane e non solo.

Il percorso è suddiviso in diverse sale e presenta una sequenza cronologica della carriera artistica dell’autore. A partire dalla giovane età con dipinti del periodo fiammingo, per poi arrivare al periodo veneziano, che comprende la collaborazione con il figlio Jacobello nell’opera la Madonna col Bambino. Il tragitto viene seguito da grandi pannelli didattici che mostrano la vita e la storia delle opere dell’artista.

Questa monografica è una prova di come sia possibile realizzare mostre di grandi autori che, anche se spesso considerati minori, non hanno nulla da invidiare a quelli europei. L’unica nota negativa di questa mostra è l’assenza di altri lavori altrettanto rilevanti realizzati dal pittore, che rimangono visionabili solo fuori porta.

Avendo assistito nello stesso giorno a due mostre di impostazione e tipologia diverse, ma ugualmente interessanti, ho maturato alcune riflessioni. Sorge dunque spontaneo proporre il seguente confronto: la mostra di Antonello da Messina è organizzata sulla base di un ordinato orientamento spaziale; quella di Storaro, pur rispecchiando parzialmente questi canoni, risulta a tratti dispersiva, aspetto probabilmente attribuibile all’ampiezza delle sale.

“Scrivere con la luce” Vittorio Storaro, Palazzo Steri

Nonostante sia sicuramente una scelta valida confrontare i vari film con opere pittoriche che risalgono a epoche dal ‘700 in poi, questo aspetto rimane poco comprensibile e accessibile a quella parte di pubblico che non ha già visto preventivamente tutti i film.

Se le stampe dei frame fossero state sostituite con l’installazione di pannelli virtuali proiettanti pochi secondi di film, si sarebbe garantita maggiore dignità al maestro della luce Vittorio Storaro, mostrandola in tutta la sua interezza.

“Il cinema non è un’opera singola. Il cinema è un linguaggio di immagini attraverso cui si esprime un concetto, essendo l’immagine rilevata dal conflitto e dall’armonia dell’ombra e della luce e, come li chiamava Leonardo da Vinci, dei loro diretti figli: i colori. Infatti una diversa impostazione della luce, comporta nel film una differente struttura figurativa.”  Vittorio Storaro

 

Marina Fulco

Van Gogh – Sulla Soglia dell’Eternità

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Sono stati tanti i registi che ispirati dal folle genio di Vincent Van Gogh ne hanno proiettato la vita e le opere sul grande schermo.

Questa volta a farsi carico della responsabilità di rappresentare al meglio l’arte del visionario pittore è stato Julian Schnabel; lo statunitense regista, trascorsi vent’anni dal suo esordio (un biopic sull’artista Basquiat), torna nuovamente a parlar d’arte.

Van Gogh – Sulla Soglia dell’Eternità verte sugli ultimi anni della vita del pittore, concentrandosi sulla sua figura di uomo, sul rapporto viscerale che lo lega al fratello Theo, su quello con l’amico e collega Paul Gauguin (Oscar Isaac), concludendosi con la tragica morte.

Il film si apre con Vincent, interpretato da un eccellente Willem Dafoe, che ormai stanco ed esasperato dalla vita nella capitale francese, proprio su consiglio del suddetto amico, decide di trasferirsi a sud della Francia, nella città di Arles.  Ed è qui che, lontano dal grigiore di Parigi, Vincent si darà alla libera ricerca di quella luce e di quel calore che ispireranno sempre i suoi dipinti.

Il film è pervaso interamente da un malinconico sentimento di bonaria rassegnazione. L’artista sa che la sua arte è destinata al successo, ma è inconsciamente consapevole che, finché sarà in vita, mai questo successo gli verrà riconosciuto. Tutto ciò che nella sua vita è stato è un cammino che porterà i posteri a poter godere della sua immensa arte. Grazie ad un saggio uso dei filtri che se nei momenti di crisi e sconforto, sono freddi, cupi, nei momenti di gioia sono colorati e luminosi, è facile per lo spettatore immedesimarsi in quelle atmosfere e nei sentimenti dello stesso Vincent.

Funzionali a questo proposito anche l’ottima sceneggiatura e l’ottima regia che, senza sbavatura alcuna, riescono pienamente a trasportarci in un visionario mondo pittorico. Doveroso citare quindi le speciali musiche per violino e pianoforte composte da Tatiana Lisovkaia che seguono i variabili stati d’animo del tormentato pittore, e sono ora concitate, movimentate, ora pacate e mistiche. Willem Dafoe con la sua bravura, la sua straordinaria mimica, riesce a interpretare perfettamente il dolore e il dramma del pittore, emozionando e commuovendo. Quest’opera non ha nulla da invidiare ai suoi predecessori; raggiunge pienamente il suo intento di raccontare in maniera innovativa e quasi sperimentale la travagliata vita di Van Gogh, pittore e uomo complesso, nonché l’immensa grandezza della sua arte.

Benedetta Sisinni