Strage a Nashville, 28enne spara all’interno di una scuola elementare

Audrey Elizabeth Hale di anni 28, ex studente transgender, ha fatto irruzione nell’istituto elementare presbiteriano Covenant School uccidendo tre bambini e tre adulti. Hale aveva frequentato in passato tale scuola e, secondo le indagini, aveva pianificato nei dettagli il massacro. L’ennesima strage all’interno di una scuola che porta, ancora una volta, in alto il dibattito sul possesso delle armi negli Stati Uniti. La 129/a dall’inizio dell’anno, oltre una al giorno da gennaio.

Ricostruzione dei fatti

Lunedì, verso le 10 del mattino, l’ex studente dell’istituto Audrey Elizabeth Hale, irrompe all’interno di una scuola elementare cristiana; frantuma il vetro dell’entrata laterale e fa il suo ingresso. Ha con sé due armi d’assalto e una pistola, indossa gilet, pantaloni militari e un cappellino rosso, in base alle immagini fornite dalle telecamere di sicurezza. Con sè, anche le mappe dell’edificio. Un attacco di 14 minuti, poi la prima chiamata di soccorso alle 10:13 e la conclusione alle 10:27, con la morte di Hale ad opera della polizia. Le vittime sono tre bambini di 9 anni, un supplente, un amministratore della scuola e un custode.

 Penso che i genitori di Audrey siano scioccati come tutti noi nel vicinato. Non c’è nulla che mi avrebbe mai portato a pensare che sarebbe stato capace di un gesto simile o che la sua famiglia avesse accesso a una pistola.

Ha dichiarato un vicino di casa ad alcuni media americani.

Le indagini

Fonte: Rainews

La Polizia ha dichiarato che Hale non aveva precedenti penali e che l’attacco è frutto di premeditazione: ha studiato nei dettagli le piantine e le mappe della scuola. Il movente? Secondo gli inquirenti, il soggetto provava un forte risentimento nei confronti della scuola per essere stato costretto a frequentare una scuola cristiana dove probabilmente non si è mai sentito accettato identificandosi come transgender.  Dai primi accertamenti, le armi erano state ottenute legalmente, quanto meno due su tre. Hale è stata identificato per mezzo della sua auto posteggiata vicino alla scuola.

A seguito di una perquisizione è stato ritrovato un disegno minuzioso della mappa della scuola dove aveva segnato i punti “migliori” per entrare. Inoltre, sono stai trovati dettagli relativi ad un’altra possibile scuola dove forse si sarebbe recata se non fosse stata uccisa dagli agenti intervenuti sul luogo, oppure, un’altra ipotesi è che si tratterebbe di un bersaglio alternativo scartato perché la scuola attaccata aveva minori misure di sicurezza.

Qualcosa di brutto sta per accadere. Sentirai parlare di me quando sarò morto. Questo è un messaggio di addio. Ci vedremo in un’altra vita.

Queste sono le ultime parole di Hale ad una sua ex compagna di basket.

Le dichiarazioni del Presidente Biden

Il Presidente Biden è stato fortemente criticato per una battuta detta durante la sua prima apparizione pubblica a seguito della strage, all’inizio di un vertice sulle imprese femminili.

«Mi chiamo Joe Biden. Sono il marito della Dott.ssa Jill. Mangio il gelato Jeni’s con gocce di cioccolato. Sono sceso perché ho sentito che c’era il gelato con le gocce di cioccolato. A proposito, ne ho un frigorifero pieno al piano di sopra. Pensate che stia scherzando? Non è così». Ha affermato tra le risate del pubblico. Dichiarazioni ritenute inopportune in un momento come quello.

Il Presidente americano Joe Biden si è poi espresso su quanto accaduto.

È straziante, il peggior incubo di una famiglia. Dobbiamo fare di più contro la violenza di armi da fuoco. Sta facendo a pezzi le nostre comunità. Sta lacerando l’anima stessa della nazione. Dobbiamo fare di più per proteggere le scuole affinché non diventino prigioni.

Anche la First Lady ha invitato ad alzarsi e a stare in preghiera con Nashville.

Biden ha, inoltre, invitato il Congresso ad approvare il divieto di armi d’assalto e ordinato che vengano messe bandiere a mezz’asta alla Casa Bianca e in tutti gli edifici pubblici fino al 31 marzo in onore e memoria delle vittima della strage.

Di seguito il discorso del Presidente Biden:

Le armi d’assalto, come il fucile utilizzato da Hale, sono le armi più utilizzate nelle stragi di massa. I democratici quindi spingono per il divieto e per norme più stringenti, attente e puntuali sui controlli. I repubblicani, in gran parte contrari all’approvazione di una legislazione di controllo sulle armi, hanno puntato il dito contro la comunità Lgbtq+.

«Visto il numero crescente di trans e non binari che compiono sparatorie di massa, invece di parlare armi non sarebbe meglio parlare di questi lunatici che spingono la loro riaffermazione di genere sui nostri figli?» ha postato su Twitter il figlio di Donald Trump.

Anche Marjorie Taylor Greene si è espressa con lo stesso tono sulla strage.

Quanti ormoni come il testosterone prendeva la killer di Nashville? Tutti dovrebbero smetterla ora di prendersela con le armi. La donna che ha sparato a Nashville si identificava come un uomo. Quindi dovremmo ancora puntare il dito contro gli uomini bianchi?

La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, riportando il focus sulla questione, ha dichiarato:

Le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri dove imparare e insegnare. Quando è troppo è troppo: il Congresso deve agire contro la violenza delle armi da fuoco. Quanti bimbi devono ancora morire prima di agire?.

 

Marta Zanghì

USA: approvata in Senato la proposta di legge sulla sicurezza delle armi da fuoco

Il Senato degli Stati Uniti ha dato l’ok alla legge bipartisan che imporrà restrizioni sulla vendita e sul possesso di armi da fuoco per aumentare la sicurezza della nazione.

Il passaggio al Senato e i motivi della richiesta della legge

Dopo decenni di attesa per l’approvazione di una legge significativa sulla sicurezza delle armi da fuoco, martedì è stato approvato il disegno di legge per introdurre alcune restrizioni sulla loro vendita e possesso. 65 sono stati i voti a favore e 33 quelli contrari. La Camera dei rappresentanti non dovrebbe avere problemi ad approvarla. Anche se il presidente Biden, così come i democratici, avrebbe voluto una legge più restrittiva, la Bipartisan potrebbe rappresentare, una volta definitivamente approvata, un grande passo avanti per la sicurezza degli USA.

La proposta di legge, che si chiama “Bipartisan Safer Communities Act”, è stata presentata a seguito di due principali stragi avvenute nel mese di maggio: la prima, la strage di Buffalo, in cui sono stati uccisi dieci afroamericani da parte di un 18enne. La seconda, in Texas, in cui un altro 18enne ha ucciso 19 bambini e due insegnanti in una scuola elementare.

Joe Biden (Fonte: armimagazine.it)

Cosa prevede la proposta di legge

La proposta di legge prevede maggiori controlli per gli acquirenti di età inferiore ai 21 anni, ai quali saranno accertati eventuali precedenti penali e condizioni di salute mentale; 2 miliardi di dollari per i programmi di sicurezza scolastica e 11 miliardi di dollari di finanziamenti per la salute mentale.

Inoltre, il testo contiene finanziamenti per incentivare gli Stati a implementare leggi a “bandiera rossa” per confiscare temporaneamente le armi possedute da persone considerate una minaccia.

La proposta di legge prevede anche un ampliamento del divieto d’acquisto (già in atto) di armi per i condannati per abusi domestici, includendo anche chi ha o ha avuto recentemente una relazione romantica con la vittima. In tal modo, oltre i conviventi o sposati, anche i fidanzati saranno privati dell’acquisto di armi da fuoco.

Oltre ciò, aumenteranno le sanzioni per chi acquista armi per rivenderle illecitamente a chi non ha i requisiti per farlo.

(Fonte: lavocedibolzano.it)

Le posizioni in proposito

I gruppi di attivisti per l’aumento dei controlli sulle armi sono a favore di questa proposta che aspettavano da anni. Chi si esprime a sfavore è la National Rifle Association (NRA), la potentissima organizzazione americana delle armi da fuoco.

Anche Democratici e Repubblicani hanno espresso il proprio parere sulla questione. Infatti, il Leader della Maggioranza (democratica) in Senato, Chuck Schumer, ha dichiarato:

“Stasera il Senato degli Stati Uniti sta facendo qualcosa che molti credevano impossibile anche solo poche settimane fa: stiamo approvando la prima legge significativa sulla sicurezza delle armi da fuoco in quasi 30 anni”.

Mentre il Leader della Minoranza (repubblicana) in Senato, Mitch McConnell, si è così espresso:

“La legge renderà l’America più sicura senza rendere il nostro Paese un po’ meno libero”.

Eleonora Bonarrigo

Negli USA si continua a morire di armi. Sale il numero delle stragi, uccisi 19 bambini in Texas

Nell’arco di dieci giorni, più di trenta persone hanno perso la vita a causa di tre diverse stragi verificatesi tra lo Stato di New York, il Texas e la California. La prima, il 14 maggio, consumatasi a Buffalo per ragioni razziali; la seconda, in una Chiesa presbiteriana di Irvine nei confronti di alcuni fedeli di origini taiwanesi.

Alcune ore fa, nella città di Uvalde, Texas, un 18enne armato ha fatto irruzione nella Robb Elementary School, uccidendo diciannove bambini e due adulti. L’istituto ospita circa 750 bambini, di cui il 90% di origine ispanica. Mancavano appena due giorni alle vacanze estive. L’uomo, identificato come Salvador Ramos, è stato in seguito ucciso dalla polizia, ma prima di procedere alla carneficina aveva sparato a sua nonna, che è sopravvissuta. Nonostante le prime ricostruzioni, rimane ancora oscuro il movente dell’attentato.

Un Presidente Biden visibilmente scosso ha commentato l’accaduto chiedendo una stretta sulla lobby delle armi, su cui ricadrebbe la colpa di aver bloccato gli iter legislativi delle leggi di sicurezza più severe in fatto di armi, come la cosiddetta H.R.8.

La proposta di legge che giace al Congresso

La H.R.8 (Bipartisan Background Checks of 2021) è un disegno di legge, già passato alla Camera ed in attesa che si esprimi il Senato, che stabilisce nuovi requisiti per il controllo dei precedenti per i trasferimenti di armi da fuoco tra privati (cioè individui privi di licenza). In particolare, vieta il trasferimento di armi da fuoco tra privati a meno che un commerciante di armi, un produttore o un importatore autorizzato non prenda prima possesso dell’arma da fuoco per condurre un controllo dei precedenti.

L’allenatore dei Golden State Warriors Steve Kerr si è espresso a favore dell’approvazione della legge, commentando quanto accaduto negli ultimi giorni: «Sono stanco di venire qui a fare le condoglianze alle famiglie devastate, ne ho abbastanza. Quando faremo qualcosa?»

Quello dell’ostruzionismo della lobby delle armi è un problema molto conosciuto in America, la cui economia si basa in parte anche sul commercio e sul trasferimento delle stesse. La scrittrice e giornalista del The New Yorker Bess Kalb in diversi tweet ha citato alcune delle voci della politica statunitense che hanno espresso cordoglio per le vittime, con… L’ammontare dei finanziamenti da ciascuno ottenuti da parte dell’NRA, la National Rifle Association.

Il problema delle leggi più permissive nel Texas

Quella di martedì è la strage più grave verificatasi sin dal 2012, anno dell’attentato alla scuola elementare Sandy Hook, nel Connecticut, dove persero la vita venti bambini sei adulti. Tipicamente, l’esplodere di queste tragedie come eventi di cronaca riporta l’attenzione del pubblico al dibattito sulle armi, di cui la maggioranza degli americani contrari ne chiede il contenimento, più che l’abolizione. Un dibattito sempre e comunque limitato dalle forze Repubblicane, che hanno sempre promosso il possesso d’armi come strumento di difesa personale e di combattimento al tasso di criminalità.

Lo scorso anno, il governatore texano Greg Abbot ha firmato sette disegni di legge sulla diminuzione delle restrizioni al possesso di armi da parte dei cittadini texani, tra cui il rinomato “trasporto costituzionale”, la H.B 1927 che, a partire da settembre, consente ai texani dai 21 anni in su di portare armi anche senza il rilascio di una licenza statale, a condizione che non siano esclusi dal possesso di un’arma da fuoco da un’altra legge federale o statale. In precedenza, la licenza statale richiedeva, ai fini del rilascio, una formazione, un esame di competenza e un controllo sui precedenti.

(Il governatore Greg Abbot / fonte: flickr.com – Gage Skidmore)

I sostenitori della legge sostengono che «la H.B. 1927 mira a ridurre le barriere al libero esercizio del diritto costituzionale dei texani di portare armi e difendere la propria vita e proprietà».

Gli oppositori (circa il 60% nei sondaggi), tra cui vari sindacati di polizia ed istruttori di armi, affermano che la legge aumenterebbe la violenza armata e i conflitti nei luoghi pubblici ed, inoltre, renderebbe più difficile per la polizia identificare i sospetti dai passanti durante una scena del crimine attiva.

Valeria Bonaccorso

Approvato il Decreto Ucraina, ma senza l’aumento della spesa militare. Ecco l’accordo della maggioranza

In mattinata si è svolto a Palazzo Madama il voto del Senato circa l’approvazione del cosiddetto “Decreto Ucraina”, il disegno di legge già approvato alla Camera contenente disposizioni urgenti per sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa. Il governo aveva apposto la questione di fiducia sul decreto, dal momento che la notizia del possibile aumento della spesa militare italiana al 2% del PIL entro il 2024 – apposto come ordine del giorno da Fratelli d’Italia – rischiava di mettere in pericolo la stabilità dell’Esecutivo, soprattutto dopo il no secco del leader del MoVimento 5 Stelle Giuseppe Conte a qualsiasi aumento della spesa militare che gravi sul bilancio nazionale.

Ad ogni modo, il Governo Draghi non ha avuto particolari difficoltà ad ottenere la fiducia al Senato: il voto si è concluso attorno alle 12 con 214 voti favorevoli 35 contrari, senza astensioni. Il provvedimento si deve quindi ritenere approvato.

Il motivo sta nel fatto che la maggioranza è riuscita a trovare un punto d’incontro sul decreto facendo cadere l’ordine del giorno che prevedeva l’aumento delle spese militari. L’odg era già passato alla Camera, ma per essere definitivamente approvato avrebbe dovuto essere sottoposto alla votazione delle commissioni congiunte Difesa ed Esteri al Senato, ove però la votazione non è stata possibile per via del ritardo della commissione Bilancio a presentare pareri sul testo.

L’odg sull’aumento della spesa militare è stato, quindi, automaticamente espunto assieme agli altri emendamenti ed il testo è stato votato così come approvato già alla Camera. Alla fine, l’accordo è stato raggiunto anche grazie alla mediazione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, che ha affermato che l’aumento si avrà in modo graduale e l’obiettivo è stato spostato dal 2024 al 2028.

Cosa contiene adesso il Decreto Ucraina

Il provvedimento approvato presenta ora misure per l’accoglienza dei profughi e dispone l’invio di equipaggiamenti militari a Kiev. Ai fini del primo obiettivo, è previsto lo stanziamento di 10 milioni di euro per incrementare di 16mila posti complessivi i centri di accoglienza e un fondo di 1 milione di euro per finanziare iniziative di università e enti di ricerca a favore degli studenti, ricercatori e professori di nazionalità ucraina che sono in Italia per ragioni di studio o di ricerca.

(fonte: tgcom24.mediaset.it)

Inoltre, sono state disposte misure per l’aumento della disponibilità di gas e la riduzione programmata dei consumi in qualità di strumenti di contrasto alla crisi del gas naturale derivante dal conflitto in Ucraina.

Un ulteriore punto di dibattito – per cui il capogruppo della commissione Esteri ed esponente del MoVimento Vito Petrocelli ha scelto di non votare la fiducia, nonostante le minacce di espulsione dal partito – è quello sul rafforzamento della presenza del personale militare italiano nelle iniziative della NATO e la cessione a titolo gratuito all’Ucraina sia di mezzi ed equipaggiamenti militari non letali di protezione sia di armi letali.

L’aumento della spesa militare e l’impegno preso con la NATO

In realtà, quello dell’aumento della spesa militare al 2% del PIL è un impegno decennale che l’Italia, assieme ad altri Paesi membri della NATO, si era assunta nel 2014 al vertice di Newport, in Galles. Da allora, nonostante l’aumento graduale della spesa militare, l’Italia non ha raggiunto la soglia prevista, fermandosi all’1,41% del PIL. Mancherebbero quindi circa 13 miliardi di euro per raggiungere quanto dedotto in accordo, ossia circa 38 miliardi in spesa militare entro il 2024.

Tuttavia, l’obiettivo in questione non rappresenta un accordo vincolante né un requisito per rimanere nella NATO: si pensava di accelerare il raggiungimento della soglia in occasione del conflitto in Ucraina. Invece, l’aumento sarà graduale e l’obiettivo è rimandato al 2028.

La NATO si finanzia tramite due tipi di contributi: diretti, che si realizzano tramite finanziamenti alle operazioni comuni dell’Alleanza, che presenta un bilancio annuale di 2,5 miliardi di euro; indiretti, che si realizzano tramite il contributo di ogni Paese ad un’operazione militare specifica. Pur non essendo vincolante, quello dell’aumento della spesa militare italiana rimane un impegno che gli ultimi governi alla guida del nostro Paese hanno rinnovato, assumendosene la responsabilità.

(fonte: teleborsa.it)

Il dibattito in aula questa mattina

Il voto in Senato è stato preceduto dalle dichiarazioni degli esponenti dei vari partiti, che hanno spiegato le proprie ragioni.

Delusi gli esponenti di Fratelli d’Italia come la senatrice Isabella Rauti, capogruppo della commissione Difesa, che ha affermato:

Avremmo votato a favore, come alla Camera, anche al Senato il decreto se avesse avuto un normale percorso con emendamenti, ordini del giorno, miglioramenti, confronto. Invece, il ricorso al voto di fiducia su una materia così sensibile sconfessa il governo.

Favorevoli invece le forze di maggioranza come Partito Democratico, Italia Viva, Forza Italia e Lega. Infine, favorevole anche il M5S. Durante il dibattito sono stati alzati da alcuni senatori dei cartelloni con scritto: «No alle armi», secondo un’iniziativa assunta dai gruppi di Alternativa, Italexit ed alcuni esponenti del gruppo Misto.

Le parole di Draghi

Intanto si sta svolgendo una conferenza stampa del Presidente del Consiglio Mario Draghi con la Stampa Estera, a cui ha dichiarato:

Sulle spese militari l’Ue superi le decisioni nazionali. Serve un coordinamento sulla Difesa, la Commissione proceda.

Il Premier ha anche commentato la telefonata col Presidente russo Vladimir Putin, affermando che -secondo quest’ultimo – non sarebbero mature le condizioni per un cessate il fuoco in Ucraina. Emerge, inoltre, la richiesta di avere l’Italia come garante – spiega il Premier – dell’attuazione delle eventuali clausole negoziate tra Russia e Ucraina.

Valeria Bonaccorso

Governo Draghi, si all’invio di armi in Ucraina e aumento fondi alla difesa ma la maggioranza si spacca

Per quanto sia unanime il riconoscimento all’Ucraina dello status di vittima della politica espansionistica regionale di Mosca, negli ultimi giorni l’opinione pubblica italiana e la maggioranza di governo sono stati attraversati da numerosi dubbi circa il ruolo che il nostro paese deve svolgere nel conflitto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky continua infatti a sollecitare i paesi occidentali chiedendo l’invio di armi, mezzi e strumenti per far fronte all’esercito russo rimproverando a questi ultimi di non avere ancora fatto abbastanza.

Zelensky in collegamento con il Parlamento, fonte: meteoweb.eu

L’appello in realtà è stato prontamente raccolto dal Presidente del Consiglio Mario Draghi che, nel discorso effettuato successivamente al collegamento di Zelensky con il Parlamento riunito in seduta comune, si è dichiarato pronto ad aiutare il popolo ucraino con l’invio di ulteriori aiuti militari. La maggioranza parlamentare a sostegno dell’esecutivo si è però dimostrata divisa sulla strategia e gli obiettivi prefissati: specialmente sull’aumento della spesa militare.

 

L’invio di armi italiane a sostegno degli ucraini

I principali dubbi sull’accoglimento dell’appello di Zelensky ricadono sulle implicazioni etiche derivanti dall’invio o meno di armamenti. L’esecutivo però si è dimostrato sin da subito favorevole e questo perché la guerra in Ucraina è stata riconosciuta essere innanzitutto uno scontro ideologico. Ad essere contrapposti non sono solo Russia e Ucraina, ma anche quei valori conquistati dall’occidente europeo nel secondo dopoguerra e gli interessi di pochi oligarchi ad est.

Rimanere impassibili, o almeno limitarsi all’accoglienza delle centinaia di migliaia di profughi provenienti dall’Ucraina, senza dare un concreto supporto significherebbe tradire la nostra identità. Questa almeno è la narrazione condivisa dai principali leader europei ed occidentali e ribadita anche da Mario Draghi mercoledì scorso durante un intervento alla Camera. Incalzato sulla questione, alla domanda se con l’invio di armi l’Italia contribuisse alla carneficina che si sta perpetrando in Ucraina ha risposto: “La carneficina non distingue le divise ma distingue i bambini. È un terreno molto scivoloso. Perché se noi sviluppiamo le conseguenze di questo ragionamento, dovremmo dire di non aiutare i Paesi che vengono attaccati. Dovremmo sostanzialmente accettare di difendere il Paese aggressore non intervenendo. Dovremmo lasciare che gli ucraini perdano il loro Paese e accettino la schiavitù”.

 

L’aumento del budget per la difesa

Un altro tema caldo sull’agenda del governo è quello dell’aumento del budget della difesa. Attualmente a tale voce l’Italia destina circa 27 miliardi di euro l’anno ma l’esecutivo vuole aumentare tale cifra a 37 miliardi, circa il 2% del Pil. L’ordine del giorno, con cui il governo di impegnava al raggiungimento di tale obiettivo, ha raccolto il favore di una larghissima maggioranza (391 voti favorevoli e 19 contrari) ma col susseguirsi dei giorni sempre più malumori e dubbi sono stati sollevati dalle compagini parlamentari. Dal centrodestra solamente Fratelli d’Italia è rimasta favorevole all’iniziativa mentre la Lega sembra essersi accodata agli scettici facendo sapere, per voce del suo leader Matteo Salvini, che “le armi non sono mai la soluzione”. Anche il Partito Democratico spera nella possibilità di una nuova riflessione sull’argomento prima della nuova votazione, attesa in Senato per questa settimana. Chi si è dichiarato invece contrario a qualsiasi aumento è Giuseppe Conte. L’ex premier ha detto che il MoVimento 5 Stelle non potrebbe mai “assecondare un voto che individuasse come prioritario l’incremento delle spese militari a carico del nostro bilancio nazionale”. “…in un momento come quello attuale di caro-bollette, dopo due anni di pandemia, e con la recessione che si farà sentire sulla pelle di famiglie e imprese, non si capisce per quale motivo le priorità debbano essere le spese militari”. L’obiettivo però sembra essere in cima alle priorità dell’esecutivo che, stando alle fonti di Palazzo Chigi, qualora non riuscisse a ottenere la disponibilità dei partiti sarebbe pronto a porre la questione di fiducia  e ad aprire un eventuale crisi.

 

Quartiere residenziale di Mariupol raso al suolo, fonte: tgcom24

Ucraina, crisi umanitaria e nuovi incontri con la Russia

Mentre in Italia e negli altri paesi si discute sugli aiuti da fornire, a Kiev la guerra prosegue. Le forze di Putin non sembrano più intenzionate ad avanzare, rimanendo stanziate nelle zone già occupate, ma i bombardamenti continuano. Obiettivo principale dei russi a questo punto è il controllo nell’area della regione del Donbass con la città di Mariupol assediata ormai da diversi giorni. Il proseguirsi dei bombardamenti rende impossibile l’apertura di alcun corridoio umanitario in sicurezza e Zelensky stesso ha definito quanto sta succedendo nella città una catastrofe umanitaria.

“L’Ucraina non può abbattere i missili russi con fucili e mitra. È impossibile salvare Mariupol senza altri carri armati e aerei”

Ma anche in altri luoghi del paese i bombardamenti non si sono arrestati. Stando alla Difesa ucraina nelle ultime 24 ore la regione di Kiev è stata bombardata quasi quaranta volte mentre quella di Kharkiv circa duecento. Gli scontri dunque proseguono ma anche la macchina diplomatica non si è mai arrestata: domani e dopodomani i rappresentanti di Russia e Ucraina sono attesi a Istanbul per un nuovo round di incontri. Il Presidente Zelensky ha fatto sapere che l’Ucraina, al fine di ottenere la pace, è pronta ad accettare lo status di paese neutrale, rinunciando di fatto alla possibilità di entrare nella Nato, ed un accordo sul Donbass in cambio delle garanzie di sicurezza e l’integrità territoriale.

 

Filippo Giletto

Violenza nelle strade, uno sguardo sul fenomeno

Cresce sempre più il tasso di omicidi violenti nelle maggiori capitali mondiali. In una sola notte, prima a Londra e subito dopo a Liverpool, sono stati rinvenuti i cadaveri di due giovani ragazzi  di età compresa tra i 17 ed i 20 anni, entrambi morti per mano di coetanei e per futili motivi. Molte le forze dell’ordine impiegate nel tentativo di ridurre un fenomeno che si sta facendo, giorno dopo giorno, più serio e al centro del dibattito politico.

È proprio alla luce di questi fatti che, durante il suo intervento alla “National Rifle Association”, si è espresso il presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump evidenziando ancora una volta il suo forte sostegno all’uso libero delle armi da fuoco da parte dei cittadini. Ha poi rincarato la dose usando parole dure nel ricordare i fatti del Bataclan di Parigi:

“Se i cittadini fossero stati armati, sarebbe stata una storia completamente diversa…”

scatenando le risposte indignate di opinione pubblica ed autorità, politiche e non, di tutto il mondo, tra le quali quella dello stesso ex presidente fracese Francois Hollande che si è detto “disgustato” da queste affermazioni del Tycoon.

Ma, se da un lato troviamo chi continua a dare adito a discorsi che esaltano l’uso della violenza a scopi di difesa, e a flebili tentativi di denuncia dei fatti; dall’altro ci sono coloro che vivono quotidianamente il pericolo di strade sempre più macchiate di sangue. E anche in Italia il discorso non cambia.

Negli ultimi due giorni sono stati quattro i casi di violenza e tentato omicidio nel nostro paese, tre dei quali ad opera di giovani ragazzi e, se a questi si aggiungono i sempre più frequenti casi di bullismo e violenza sulle donne, i dati salgono vertiginosamente presentando un quadro estremamente preoccupante.

E in una situazione politica tanto incerta quanto quella italiana attuale, il tema della sicurezza diventa uno degli argomenti caldi della discussione tra i vari partiti in cerca di un accordo di governo, con M5S e Centrodestra favorevoli ad una massiccia campagna di assunzioni nelle forze dell’ordine e nell’estendere l’uso dell’esercito a supporto della polizia; ed il Centrosinistra che punta a ridurre questi fenomeni incentivando la cultura e puntando alla riqualificazione delle periferie urbane.

È una situazione difficile da affrontare che divide in due la società tutta, rendendo impossibile il raggiungimento di una soluzione comune e funzionale alla riduzione di questi casi. Ciò che però resta sicuramente chiaro a tutti – o forse sarebbe meglio dire, a molti – è che l’uso delle armi per cercare di combattere la violenza nelle strade è qualcosa di ridicolo anche solo da pensare, ma, forse, ci toccherà aspettare ancora un po’ prima che tutti riescano a capirlo.

Giorgio Muzzupappa