G20 di Riad: passaggio di consegne tra la Presidenza saudita e la Presidenza italiana. L’intervento del premier Conte

(fonte: prnewswire.com)

 

“Una società più equa, un pianeta più pulito e sano e un ambiente economico più prospero, per noi e per i nostri figli.”.

Questi gli obiettivi da inseguire per il futuro, secondo il premier Giuseppe Conte. Lo ha detto, in collegamento da Palazzo Chigi, nel suo intervento in occasione del summit virtuale del G20 di Riad, il 21 e 22 novembre. Dall’1 dicembre la presidenza del forum passerà all’Italia fino al 2021. Il prossimo Vertice si terrà il 30 e 31 ottobre dell’anno prossimo.

Ad aprire i lavori di questo summit, il messaggio di Salman bin Abdulaziz al Saud, re dell’Arabia Saudita, il primo ospitato da una nazione araba nel G20. Quest’ultimo ha puntato subito l’attenzione sul tema Covid-19 e vaccino.

discorso di apertura del re di Arabia Saudita (ansa.it)

L’impegno in una lotta alla pandemia più equa

Le nazioni del G20 – le quali costituiscono i due terzi del commercio e della popolazione mondiale e oltre l’80% del PIL mondiale – finora hanno contribuito alla lotta contro la pandemia con oltre 21 miliardi e con oltre 11 trilioni di dollari hanno aiutato l’intero sistema economico mondiale.

“Abbiamo mobilitato risorse per soddisfare le esigenze immediate di finanziamento della salute globale al fine di sostenere la ricerca, lo sviluppo, la produzione e la distribuzione di diagnostica, trattamenti e vaccini Covid-19 sicuri ed efficaci” si legge nella dichiarazione finale del summit.

E’ fondamentale impedire che i Paesi più poveri nel mondo e i loro abitanti vengano tagliati fuori dagli interventi contro il coronavirus. Nel suo intervento, Conte ha indicato come un dovere garantire l’accesso all’assistenza, alle terapie e al vaccino, senza esclusioni e ingiustizie. Per l’Italia sono beni pubblici, diritto di tutti e non privilegio di pochi. Inoltre, il Global Health Summit , nel 2021, si terrà proprio nel nostro Paese. Il premier ha sottolineato come importantissima, per la riuscita nei suddetti intenti, la collaborazione multilaterale tra istituzioni e il rafforzamento dell’Oms e dei sistemi sanitari di tutto il mondo, oltre alla necessità di abbassare ancora il debito, interrompendo il “ciclo del sovra-indebitamento”. Si è ormai ampiamente consapevoli della stretta correlazione tra crisi sanitaria e crisi economica, perciò è necessario risanare entrambe.

Il videomessaggio di Conte per il summit del G20 (fonte: ilfattoquotidiano.it)

Il programma italiano e il riferimento alla condizione della donna

Tre saranno i pilastri del programma italiano per il G20 2021 e gli anni futuri: persone, pianeta, prosperità. Costruire, quanto più solidamente, una società più equa e un ambiente economico più prospero, anche per le generazioni future, è fondamentale anche per avere un pianeta più pulito e sano. L’empowerment delle donne è una delle condizioni fondamentali per riuscirvi. La promessa del presidente Conte è quella di lavorare per una piena partecipazione delle donne di tutte le età a tutte le sfere della società. La pandemia ha aggravato ancor di più problematiche già esistenti, come le disparità negli stipendi, e ne ha create di nuove.

La sfida per l’ambiente

Oltre l’emergenza coronavirus che ha preso tutta la nostra attenzione, non bisogna dimenticare, secondo il premier Conte, le altre sfide del nostro tempo. Sembra di esser arrivati al punto di svolta, ad un bivio, ormai. La minaccia del cambiamento climatico, il degrado del suolo e il declino della biodiversità globale non ci lascia più tempo, è necessario agire da subito. Per questo, il presidente del Consiglio si è, poi, focalizzato sulle tematiche riguardo l’ambiente. Ha ribadito il ruolo dell’Italia nella COP26 del 2021, organizzata in collaborazione con il Regno Unito, il quale sarà un evento innovativo che consentirà ai giovani di tutto il mondo di scambiare opinioni, idee con ministri e altre figure chiave che saranno presenti alla pre-COP. Si punta ad una nuova visione del mondo, e non c’è dubbio che i giovani debbano avere il diritto di dare un contributo decisivo a questo processo. L’impegno per la tutela del nostro pianeta è destinato ad essere sempre maggiore. L’obiettivo dell’Italia è raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050. Per tale motivo, l’adesione all’Accordo di Parigi e all’Agenda 2030. Non c’è più tempo e la quasi totalità dei sistemi economici, finanziari e produttivi ancora non tengono adeguatamente conto dell’emergenza climatica e ambientale. Bisogna agire da adesso e soprattutto in sinergia, sfruttando le immense possibilità offerte dalla tecnologia:

“E’ bene promuovere la diffusione di tecnologie pulite ed efficienti, modernizzare i centri urbani e puntare su “città intelligenti”. – ha detto il premier – Questa pandemia ha messo a nudo qualsiasi velleità di poter riuscire da soli. Nel mondo di oggi, così interconnesso e interdipendente, il multilateralismo non è una delle tante opzioni a disposizione: è l’unica scelta sostenibile.”

 

Rita Bonaccurso

Si abbassa il prezzo della benzina. Crollo del Petrolio ai minimi storici dopo la Guerra del Golfo

 

Parallelamente all’emergenza coronavirus, negli ultimi  giorni una nuova questione sembra rallegrare automobilisti e consumatori ma preoccupare gli economisti di tutto il mondo: ovvero il crollo di oltre il 30% dei mercati petroliferi.

Negli ultimi giorni, infatti, il greggio è calato a picco e in larga parte ciò è dovuto alla decisione dell’Arabia Saudita, uno dei principali produttori di petrolio al mondo che ha deciso di abbassare il prezzo della vendita del proprio petrolio con parallelo aumento della produzione fissata a più di 10 milioni di barili al giorno.

Si innesca così una guerra dei prezzi tra Arabia Saudita e Russia che probabilmente avrà conseguenze politiche ed economiche travolgenti.  Lo scopo del Paese Emiro, ha detta di molti esperti, sarebbe quello di rendere più appetibile il petrolio saudita nei mercati europei ed asiatici, a discapito soprattutto di quello prodotto dalla Russia. Le quotazioni del greggio hanno subito il secondo più grande declino storico nei secondi di apertura delle negoziazioni in Asia, dietro solamente al crollo durante la Guerra del Golfo nel 1991. Il benchmark globale del petrolio precipita a soli 31,02 dollari al barile. Mentre le Borse europee, condizionate dal crollo del petrolio così come dalle conseguenze nefaste del coronavirus, hanno aperto la settimana in caduta libera, con cali tra il 7 e l’8%. Dunque un lunedì all’insegna dello choc per i prezzi del petrolio crollati di oltre il 30%.

I motivi del calo erano prevedibili dopo il mancato accordo tra i paesi Opec  (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) e quelli non Opec, in primis la Russia, su ulteriori tagli alla produzione per 1,5 milioni di barili al giorno per venire incontro al calo della domanda, e di fronte alle incertezze economiche causate dallo scoppio del coronavirus.

Proprio domenica, infatti, l’Arabia Saudita ha lanciato una vera e propria guerra dei prezzi decidendo unilateralmente di abbassarli, determinando il più grande taglio dei prezzi degli ultimi 20 anni. Di conseguenza, il petrolio destinato all’Asia è sceso di 4-6 dollari al barile, mentre quello degli Stati Uniti si è ridotto di 7 dollari al barile.

La decisione di abbassare ulteriormente i rendimenti prodotti dalla vendita di petrolio, danneggia quei paesi che già oggi faticano a mantenere i loro bilanci in ordine con i sempre più magri proventi delle esportazioni di idrocarburi. Circa metà del bilancio pubblico russo, per esempio, è finanziato con i proventi dell’industria petrolifera e del gas, mentre la situazione è altrettanto sbilanciata per diversi paesi africani e sudamericani.

Il resto del mondo, invece, pagherà ancora meno per acquistare petrolio, permettendo a molti paesi di risparmiare.

Le conseguenze a breve termine saranno probabilmente positive per i consumatori in Europa e in alcune zone dell’Asia – perché importare il petrolio costerà molto meno rispetto ai giorni scorsi – ma secondo diversi analisti nelle prossime settimane questa misura potrebbe comunque rendere più instabile il mercato mondiale, con conseguenze poco prevedibili.

Dunque ancora una volta si preannuncia uno squilibro economico mondiale, operato esclusivamente allo scopo di indebolire la forza di alcuni Paesi in favore di altri. Non sembrano aver sortito alcun effetto le parole del Santo Padre all’Angelus di due settimane fa, quando richiamava tutti alla responsabilità e alla comunanza per contrastare il grande nemico (coronavirus) che ha colpito il mondo nel 2020.

 

Santoro Mangeruca