My Cicero ed ATM, splendida combinazione. Peccato per la grammatica

sottomyciceroMessina si avvicina sempre di più alle altre grandi città italiane nel settore dei trasporti pubblici, finalmente i titoli di viaggio dell’ATM sono acquistabili anche da smartphone. Sembrano così lontani i tempi del minimo storico con una quindicina di Bus nel 2013, ormai le corse non vengono più saltate, girano per la città mezzi nuovi ed affidabili e quando si può si trova anche il tempo di istituire nuove corse o ripristinarne di vecchie.

Recentemente l’ATM ha presentato “Messina viaggia in smartphone”, informando la cittadinanza che è adesso possibile acquistare i biglietti per Bus e Trama tramite l’applicazione “myCicero”. Una volta scaricata, bisogna accedere alla sezione Trasporto e poi alla sezione Biglietteria, selezionare “Atm Messina”, e scegliere il biglietto più consono alle proprie esigenze e successivamente bisogna scegliere la modalità di pagamento ed il gioco è fatto. Non resta che obliterare il biglietto prima di salire a bordo premendo il pulsante Attiva presente nel titolo, oppure per i biglietti a corsa basta inquadrare il Qr-code presente sui pannelli informativi affissi sul mezzo.

MyciceroIn occasione della presentazione l’ATM ha anche rilasciato un video esplicativo per spiegare passo dopo passo come acquistare il biglietto con il proprio telefono. Ecco, questo è forse più simile ad un cortometraggio che non ad un tutorial di quelli che si trovano on-line. Poco accattivante per i ragazzi che sono rinomatamente molto intuitivi per quello che è il mondo delle applicazioni, ma di certo più che dettagliato per persone appartenenti a quelle generazioni che non sono propriamente nate con il telefonino in mano. A me in quanto Millennials però non è sfuggito un dettaglio più importante, un errore in una battuta di questa scena muta, precisamente quando la signora impreca “No! Ne ho perso UN’ALTRO”. Ecco, non è per fare il Paolo Sorrentino o il Tullio De Mauro della situazione, ma posto che le cose fondamentali sono la nascita, lo sviluppo e la resa di una idea, anche la comunicazione di questa è importante, no?

Comunque lodi e plausi per l’ATM che un passo dopo l’altro risale la china e ci da ogni giorno un motivo in più per rivalutare la nostra Messina…peccato per il video.

Alessio Gugliotta

E se Pokemon Go fosse fatto per l’Università?

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Avevo circa 10 anni, non di più. Me ne stavo nel sedile posteriore della macchina dei miei nonni, tutto stretto accanto al finestrino, schiacciato dai bagagli residui e da mia zia durante un viaggio Messina – Torino, passando per tratti dello stivale che “Autostrade per l’Italia” proprio scansate, e l’unica gioia, con 40 gradi fuori e 30 dentro, era il mio game boy color, o meglio, la cassetta che ci stava dentro. Quel Pokemon Diamante mi aveva fatto imprecare, festeggiare, piangere per la rabbia e divertire. Quello schermo senza luce interna mi costringeva a giocare e poi fermarmi nelle gallerie, in quell’auto, oppure a mettere in pausa quando sapevo che le batterie stavano ormai per esaurirsi. Se 10 anni fa mi avessero detto: “tra un po’ di tempo potrai giocare con i Pokemon dallo stesso apparecchio con cui telefoni”, avrei risposto, con la mia solita eleganza, “Siii dumani”, essendo proprietario di un modesto Motorola Turtle modello “carbone”, per farlo funzionare era necessario proprio incendiarlo.
Ragazzi, mi sono dovuto ricredere. Non solo adesso i Pokemon stanno nel mio smartphone, ma per catturarli non giro più per Lavandonia o Biancavilla, ma per il corso Cavour, via Garibaldi, il bagno di casa mia, il balcone e spio il vicino perchè c’era Zubat e della privacy onestamente chi se ne frega.
Pokemon Go è ufficialmente una droga, ci si mette con il cellulare puntato, gambe in spalle e si parte (i più eccentrici mettono anche il cappello al contrario che proprio Ash Ketchum chi?!): per catturarli tutti, ma davvero tutti, adesso si viaggia per palestre che sono luoghi reali, si portano i propri animali in centri ricovero adatti (ma perchè la mappa mi segna la statua di Padre Pio sulla circonvallazione come punto di cura?).
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C’è solo un problema: “Claudio ma me la vuoi dare una soddisfazione in questa vita infame e ti prendi sta laurea?”. C’è questo problema, la frase di mia madre che mi gira spesso in testa quando mi perdo ore con questi giochi. Dovrei dare esami, studiare ed invece no, cerco di unire l’utile al dilettevole, e mentre ripeto a casa giro con il telefono acceso e provo a vedere che trovo (Rattata vicino al tappeto vuol dirmi qualcosa o è solo coincidenza?) o in biblioteca o nei bar, mentre leggo, dove ho trovato un Pikachu nella granita fragola (ma che cazz) e un Magikarp nel gelato di un tizio che mi stava accanto (onestamente il cono mi sembrava di un aspetto strano, tipo lilla, forse un Pokemon così inutile si trovava in un gusto del genere perchè, sinceramente, lilla è una minchiata di gusto). Comunque, io propongo un compromesso: perchè non fare Pokemon Go anche con il mondo accademico? 
Seriamente, cioè, parliamone, immaginiamo che io cammini per via Palermo e trovi un appello regalato dell’esame di privato, mi metterei a catturarlo anche se avessi una gamba sola. Se passeggiando sulla litoranea vedessi un cfu selvatico i rapporti sociali finirebbero, prenderlo è l’unica cosa che conta. Girovagando per il viale San Martino, se mi spuntasse davanti un blocco di appunto di dottrine politiche, datemi una masterball che vi cambio anche il trattato di Maastricht così, no look, come fece Pirlo nel 2006. Non ne parliamo se poi nella via Tommaso Cannizzaro, a buffo, spuntasse un riassunto del libro di 1000 e più pagine quando mancano solo 10 giorni all’esame, lì inutile dirvelo, già ho preso i contatti per vendere il rene ed avere una pokeball infallibile.
Non si scherza, fate Pokemon Go con l’università, lo propongo davvero, altro che boom di donwload, saremmo tutti costantemente collegati. Il server down sarebbero un problema, ci toccherebbe studiare, ma insomma, l’importante, nella vita, è essere Charizard al momento giusto e mai, dico mai, Magikarp nel gusto lilla. Ora vado, il capo-palestra della Fiera di Messina ha certe responsabilità, quando divento quello del dipartimento di Scienze Politiche vi chiamo, anche se la vedo dura. Altro che acchiappali tutti, accettali tutti (i 18) è il mio nuovo motto. Dopo aver catturato Alakazam.
Claudio PaneBianco

UNIME NEWS – Le notifiche di Unime, direttamente sul tuo smartphone

905584_1681638842093359_3861091866760164997_oGiovanni Rizzotti, studente e nostro collega al corso di studi magistrale ECS – Engineering and Computer Science –, è l’autore di Unime News, questa interessantissima app che permette di poter rimanere aggiornati, attraverso il tradizionale sistema di notifiche smartphone, su tutte le news del sito ufficiale del nostro Ateneo e del proprio dipartimento di appartenenza. Inoltre, è possibile usufruire di notizie quali mezzi di trasporto, orari e recapiti segreterie, calendario didattico e molte altre notizie.

Giovanni, cosa ti ha spinto a sviluppare questa applicazione?

L’applicazione è nata da una mia esigenza personale: mancava una risorsa simile a disposizione degli studenti, che dovevano necessariamente collegarsi sul sito del nostro ateneo, che non è responsive (non adatta i suoi contenuti in base allo schermo dal quale si stanno visualizzando, ndr) e non permette quindi una navigazione agevole da dispositivi mobile, i quali sono usati da noi studenti in misura maggiore rispetto ai computer desktop o laptop. Volevo inoltre sperimentare la programmazione per il mondo Android, che ha una fetta di mercato superiore rispetto a qualsiasi altro sistema attualmente in uso.

La tua applicazione funziona solo su dispositivi Google?

Attualmente si, ma ho da poco acquistato tutto il materiale necessario per poter sviluppare per iPhone e il mondo Mac in generale. 

Da quanto tempo sei presente sul mercato? Quali numeri avete finora raggiunto?

In pochissimo tempo abbiamo ottenuto quasi mille utenti di media al giorno e più di 4000 download totali. Sono numeri che spero siano destinati a crescere, anche con il prossimo ingresso nel mondo della mela morsicata.

Ti aspetti che l’Università di Messina possa adottarla come applicazione di riferimento?

Sarebbe l’ideale. Penso che la nostra Università abbia bisogno di un servizio ufficiale del genere, e piuttosto che andare a reperirlo altrove potrebbe utilizzare un’applicazione come la mia che offre un servizio a tutti gli studenti che io ritengo essenziale nei tempi in cui ci troviamo. Inoltre, usufruire di un servizio creato appositamente dagli studenti credo sia un chiaro segnale di partnership e perfetta simbiosi tra gli ambienti che gestiscono il nostro Ateneo e gli studenti che lo popolano.

È possibile scaricare l’applicazione da Play Store o direttamente da questo link

Salvo Bertoncini