L’alba di un nuovo giorno o il tramonto di una gran bella serata!

E così è arrivato il tanto atteso 2018.
Mi immagino sempre le persone il 1 Gennaio del nuovo anno, pesarsi sulla bilancia, correre a iscriversi in palestra, buttare via il pacco di sigarette, rimettersi a studiare, scrivere canzoni o libri, imparare una nuova lingua, imparare a suonare un qualsiasi strumento, dire “Ti amo” e tutte quelle cose che “con l’anno nuovo lo faccio!”, e invece siamo tutti quanti a dormire per smaltire la pesante sbornia del capodanno, così ci ritroviamo il 2 gennaio che già abbiamo mandato a monte tutti quei buoni propositi e un totale disorientamento.

Personalmente sono anni che mi sveglio alle 11:30 del mattino, anche se magari sono rientrata da poco e non riesco a capire se è l’alba di un nuovo giorno o il tramonto di una gran bella serata, e penso.

Prima cerco di ricordare la serata, mentalmente ripasso prima la cena e poi tutti i drink che ho bevuto, cerco di ricordare i nomi delle persone che ho conosciuto (non so come è possibile ma a Capodanno si conoscono sempre persone nuove) e le vecchie conoscenze che ho incontrato. Dopodiché passo in rassegna tutti i ricordi che ho dell’anno passato, del 2017 in questo caso, penso ai vecchi buoni propositi e a quanti di questi ho portato davvero a termine, poi penso alle persone che mi sono lasciata alle spalle, alle “lezioni della vita”, perché no anche agli ex, e a proposito fammi controllare gli ultimi messaggi del telefono … Si rischia sempre di fare il madornale errore di scrivere a qualcuno! O che qualcuno ti scriva.

Poi ci sono quelle che persone che sin dal mattino (anzi, alcuni già dal 31 dicembre) controllano ogni tipo di oroscopo (ok, lo ammetto, lo faccio anch’io). Credo non ci sia nulla di male ad affidarsi alle stelle.

Io sono Sagittario, spirito ribelle a cui il cambiamento non fa paura, a volte un po’ capriccioso (giusto un po’). Dovrei essere già sposata, con figli, essere in carriera e potrei pensare di cambiare città. PENSARE, appunto. Ma la domanda più grande è: quando arrivo alla parte in cui sono su uno yacht a lanciare via i miei soldi come fa Di Caprio in un film (The wolf of Wall Street, per i cinefili)?

Probabilmente non capiterà mai, così mi rigiro sul fianco sinistro e torno a pensare ai miei vecchi buoni propositi del 2017, così da fare un po’ il punto della situazione.

Dunque … innanzitutto ricordo di essermi detta di mettermi sotto con lo studio e seguire tutte le lezioni universitarie. Decisamente fatto, ma è un proposito da rinnovare per il 2018.

Svegliarsi presto al mattino. Insomma … non sempre.

Non starnutire quando metto il mascara. Fatto. A costo di avere una paresi facciali con gli occhi più fuori che dentro.

Trovare la mia taglia durante i saldi. FATTO!!

Ascoltare la musica su Youtube bloccando il cellulare. No! Dannazione no! Perché????

e poi … e poi … e poi tutti quei buoni propositi che non riusciamo completamente a portare a termine, come essere più gentili con il prossimo, più disponibili, seguire la dieta, passare più tempo con gli amici, con la famiglia. Viaggiare, fare nuove esperienze, non inquinare, imparare a cucinare, fare volontariato, mettere un po’ di soldi da parte.

La verità è che vorremmo sempre migliorarci, darci da fare per cambiare, raggiungere nuovi risultati, lasciare tutti a bocca aperta, ma non riusciamo a mai a seguire completamente questi stupidi buoni propositi. Procrastiniamo ogni cosa e poi, un bel giorno, prendiamo in mano la nostra vita e qualcosa di buono la facciamo. La strada sotto i nostri piedi ci porta verso obiettivi che non sapevamo di avere, verso giorni di spudorato coraggio.

Ciò che non cambierei di questo 2017, e probabilmente di tutta la mia vita, sono quegli interminabili secondi in cui prendo decisioni senza rifletterci, senza pensare a eventuali conseguenze o “vabbè magari lo faccio un’altra volta”, le solite “minchiate” (perdonate il francesismo) che alla fine tanto minchiate (perdonate pt. 2) non sono. E probabilmente è questo il mio unico buon proposito 2018: non ci pensare, agisci.

Così si sono fatte le 13:00, nessuno è venuto a buttarmi giù dal letto ma si sente un profumino arrivare dalla cucina, che come una mano invisibile mi tenta. Fa anche un po’ salire al naso il retrogusto di Sambuca. Mi alzo e do una sbirciata al mondo fuori dalla finestra. Nulla è diverso da ieri, in fondo nemmeno io. Mi rendo conto di essermi coricata con il vestito della serata, onestamente non ho il coraggio di specchiarmi.

Apro l’armadio per cercare qualcosa da mettere e la mia attenzione viene bloccata dalle foto attaccate da sempre nell’anta: i miei genitori che si tengono per mano, io da piccola vestita in modo strano, i disegni … mi rendo conto che gli anni passano e non sono i buoni propositi che facciamo il 1 gennaio a cambiarci. Sarà il movimento perpetuo dell’universo, sarà Saturno, o la Luna piena di ieri sera …

Mia madre appare dal corridoio e mi ritrova a fissare l’anta dell’armadio come Andreotti, ancora con il vestito della sera prima e dalla porta sono sicura starà sentendo la puzza di fumo che impregna i capelli tutte le volte che vado a ballare.

Fa una smorfia alla Marge Simpson col suo rauco “Mmmh” e aggiunge “la riscaldo la pizza?”

-Non ci pensare, agisci!-

Serena Votano

Quoque tu, David Bowie!

E’ tutta colpa di David Bowie.
Mi spiego meglio, io credo nella causalità degli eventi, la morte di Bowie il 10 gennaio del 2016 non è stato altro che “l’oscuro presagio” di tutto quello che sarebbe successo nell’anno passato. Incolpo Bowie di tutte le disgrazie, anche se ha fatto a noi tutti quel magnifico regalo di addio che è Blackstar. 


Ora , scemenze a parte, mi trovo a scrivere il primo editoriale dell’anno che inoltre è il mio primo editoriale quindi “No pressure at all!” direbbero ironicamente i fellow anglosassoni.
Non voglio discorrere del pessimo anno che è stato il 2016 a livello locale, nazionale e globale ma qualche rimando lo farò probabilmente, gli eventi positivi sono accaduti ma purtroppo c’è stata una sovrabbondanza di cattivi accadimenti. 

Comunque di tutto ciò possiamo documentarci autonomamente su Google. Anche le liste di buoni propositi , obiettivi e tutto il resto che solitamente si ipotizzano con l’anno nuovo, li mettiamo da parte.

Il mese di dicembre vede Messina ripopolarsi, i suoi cittadini “espatriati” tornano per le feste e per saziarsi abbondantemente fra pranzi, cene di famiglia e granite al volo con amici, aggiungendo le giocate a carte fino a tarda notte.
Siamo una popolazione con radici etniche fra le più disparate, la Falce è sempre stato porto di passaggio (la ritroviamo persino nell’Odissea) e questo ci ha portato, mi piace pensare, ad essere dei migranti. Migriamo per poi tornare perché il nostro legame con questo luogo è così forte che, anche se odiamo la maggior parte delle sue caratteristiche, non possiamo farne a meno.
Lo Stretto chiama i suoi figli.
La Falce è anche protagonista negli ultimi anni di quello che la stampa mondiale definisce “sbarco dei migranti” , termine così generale che bisognerebbe disquisire in merito per un’ora , e che vede centinaia di migliaia di bimbi, donne e uomini arrivare qui da luoghi lontanissimi. Il mare è la loro salvezza o la loro tomba.

Voglio augurarci un 2017 all’insegna della gentilezza.
Ai millenials e alle generazioni successive in particolare : noi siamo il futuro, non lasciamo che la crisi etica/politica e il suo odio gratuito dissolvano il nostro senso di comunità e quindi, la nostra natura di esseri umani.

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Auguro alla nostra città di riscoprire il significato di cooperazione, nello specifico per le attività culturali.
Con l’apertura del nuovo Museo interdisciplinare regionale Messina ha una opportunità più unica che rara per imporsi sul panorama turistico e culturale italiano ed internazionale, sfruttando a pieno la presenza settimanale delle crociere nel nostro porto e non solo.
Questo compito spetta sia a chi del mestiere che a noi cittadini : valorizzandolo e frequentandolo e rispettandolo. Coinvolgendo anche l’Università e i suoi studenti.

La cura della cultura nella nostra città , e in Italia, è andata affievolendosi negli anni , assurdità in un paese come il nostro; la politica si è scordata della sua importanza per le persone  e , sì , anche per l’economia.
Luoghi, opere , edifici ma non solo, riscoprire il teatro e la scena musicale.
Una sinergia che potrebbe nascere anche fra associazioni studentesche per qualunque iniziativa cittadina. Studenti che vivono ancora a Messina o “emigrati”.
Abbiamo idee nuove , iniziative e , più di tutti, siamo coloro che possono veramente modificare il futuro (sia con un contributo costante sul territorio che occasionale) con un confronto costante.
Spezzo qui questa lancia : un percorso insieme si può intraprendere nell’interesse comune.
Auspico che si instauri una più ampia discussione su tutte le tematiche che fino ad oggi sono state sottaciute o sminuite ma di fondamentale importanza e che vengano portate sotto la luce  dei riflettori.

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Spero anche che tutti in questo 2017 rispettino il codice della strada perché di vite spezzate , spesso di giovani , per la disattenzione e noncuranza alla guida ne ho piene le tasche.

Per concludere con una citazione musicale allego quella che a modesto parere potrebbe essere la canzone più adatta per iniziare in maniera positiva questo 2017 :

https://www.youtube.com/watch?v=Tm0nopK1BQM

 

Buon anno signori e signore che “la forza sia con voi” .

 

nda: ricordiamo la simpatica, folle iconica Carrie Fisher con una sua frase sulla sua morte «Voglio che sia detto che sono affogata nella luce lunare, strangolata dal mio reggiseno» 

Arianna de Arcangelis