Artemis 1: il ritorno dell’uomo sulla Luna

19 dicembre 1972. Questa la data dell’ultima missione che ha portato l’uomo sulla Luna: l’Apollo 17. Fu un’operazione piena di record. Si tratta, infatti, del soggiorno più lungo sulla superficie del nostro satellite, caratterizzato dalla più alta quantità di campioni mai raccolti.
Dopo quasi mezzo secolo dall’evento, si realizza in questi giorni un nuovo progetto, finalizzato a riportare gli esseri umani sulla Luna entro il 2026.
Si apre, dunque, una nuova fase dell’esplorazione spaziale e l’interesse mondiale per il satellite aumenta.

INDICE

  1. Tre missioni, un obiettivo
  2. Artemis 1
  3. Una piattaforma di lancio storica
  4. Il razzo più potente mai utilizzato
  5. Un nome orbitante
  6. 2022: gli ospiti della Luna aumentano

Tre missioni, un obiettivo

Tra i vari progetti che interessano lo studio del nostro satellite, la missione Artemis pone le basi ad una nuova fase dell’esplorazione spaziale. Gli obiettivi sono di creare una base sulla Luna e realizzare l’hardware per i primi voli su Marte, programmati dopo il 2030.
La missione si compone di tre parti: la prima, Artemis 1, è pronta per prendere un volo automatico verso la Luna nei prossimi mesi. Nel 2024, invece, saranno tre gli astronauti pronti ad effettuare la missione Artermis 2. Verrà condotta attorno al satellite, senza tuttavia atterrarvi.  Nel 2026 si avrà, infine, il primo sbarco effettivo di Artemis e, l’anno successivo, la quarta missione permetterà di trasferire sul suolo lunare un cargo automatico.

Artemis 1

Questa missione sarà la prima di una serie di spedizioni sempre più complesse, per costruire, nei decenni successivi,  una presenza umana a lungo termine sulla Luna.
Non conosciamo con esattezza la data del primo lancio. È stato confermato dalla NASA che questo avverrà tra fine maggio e metà giugno. A tal riguardo Tom Whitmer, vicedirettore per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione presso la NASA, ha comunicato:

Continuiamo a valutare la finestra di maggio, ma sappiamo che c’è molto lavoro da fare e potremmo slittare ancora.


In questa prima missione, a bordo del razzo, non vi saranno astronauti ma manichini.
Artemis 1 durerà 26 giorni e la navicella raggiungerà la distanza di 450.000 chilometri dalla Terra, ben oltre la Luna (che dista 384.000 chilometri). Volerà, dunque, più lontano di qualsiasi veicolo spaziale costruito dall’uomo fin ora.

https://www.google.com

Una piattaforma di lancio storica

Il decollo avverrà dal Kennedy Space Center della NASA, in Florida.
La piattaforma di lancio, il Launch Complex 39 B, ha una storia interessante.
Si tratta, infatti, della seconda rampa di lancio del Launch Complex 39, progettato per il decollo di quello che all’epoca era considerato il razzo più potente degli Stati Uniti (Saturn V). Il Launch Complex 39 B, in particolare, permise il lancio dell’Apollo 10, delle missioni Skylab, Apollo-Sojuz e di buona parte degli Space Shuttle.

https://commons.wikimedia.org

Il razzo più potente mai utilizzato

Il veicolo spaziale della missione Artemis I verrà lanciato con il razzo più potente del mondo, che circa una settimana fa ha raggiunto la piattaforma 39 B.
È in grado di portare in orbita terrestre bassa 75 tonnellate. Le future versioni, che verranno utilizzate nelle missioni seguenti potranno invece immettere in orbita fino a 150 tonnellate.
Orion, la navicella utilizzata durante la missione, passerà nello spazio più tempo di qualsiasi altra astronave e tornerà sulla Terra più rapidamente e con temperature mai raggiunte.
Il veicolo spaziale rimarrà in orbita con la Luna circa sei giorni, così da raccogliere dati e valutare le prestazioni dello stesso. Verrà poi eseguito un altro sorvolo ravvicinato, che porterà la navicella entro 100 km dalla superficie lunare. Sarà questa manovra a riportarla sulla traiettoria verso la Terra.
Quando rientrerà nell’atmosfera la sua velocità sarà pari a a 11 km/s, con una temperatura di circa 2760°C.
L’atterraggio della capsula dovrebbe avvenire al largo della costa della Bassa California, atteso dai subacquei della Marina degli Stati Uniti e dalle squadre operative della NASA Exploration Ground Systems.

https://bfcspace.com

Un nome orbitante

Caratteristica particolare di questa missione è l’inclusione del resto della popolazione mondiale nella stessa. È possibile registrarsi sul sito web della NASA e mandare il proprio nome intorno alla Luna cliccando qui. Nome e cognome saranno conservati su una memoria USB che volerà a bordo dell’Artemis 1 intorno al satellite terrestre. La procedura prevede l’inserimento dei propri dati e di un PIN personalizzato per generare la tua carta d’imbarco.
È, dunque, possibile divenire ospite virtuale della missione Artemis 1. In questo modo si riceveranno le ultime notizie ufficiali dalla NASA riguardo a questa missione nella casella di posta elettronica.

2022: gli ospiti della Luna aumentano

Il 2021 sarebbe dovuto essere uno degli anni più interessanti per quanto riguarda l’esplorazione lunare. Avrebbero dovuto aver luogo ben sei missioni verso il satellite. Nessuna di queste, tuttavia, è stata effettuata.
Sono state rimandate all’anno in corso, con l’aggiunta di quattro missioni già programmate.
Oltre Artemis 1, quest’anno verranno effettuate nove operazioni sul satellite (CAPSTONE, IM-1, IM-2, Luna-25, Chandrayaan, Mission One, KPLO, SLIM e Hakuto-R). Possiamo osservare come nuovi Paesi si stiano interessando negli ultimi anni alle esplorazioni spaziali. Oltre USA e Russia, che in quest’ambito vantano una storia ricca di spedizioni, Corea del Sud, Giappone e India manderanno in orbita quest’anno progetti da loro sperimentati, con tecnologie d’avanguardia.

L’interesse dell’uomo si rivolge ancora una volta alla Luna. La costruzione di una base stabile sul satellite pare essere un punto di partenza per esplorazioni spaziale più lontane all’interno del Sistema Solare.

Alessia Sturniolo

Bibliografia

 

Flat Brain Society: quando giudicare a tutti i costi è più importante che ragionare

È domenica sera. Dopo una giornata di studio sento che è ora di mangiare qualcosa- e vorrei ben vedere, sono le 22 inoltrate! -mentre accendo il pc. Niente Netflix e Narcos Messico per stasera, meglio evitare. Finirei per spararmi quattro puntate di fila e chi dorme poi? Meglio fare zapping tra i canali online. Da quando sono uno studente fuori sede non ho più avuto la tv, tanto ormai col web puoi vedere ciò che vuoi. Su Italia 1 ci sono le Iene, vediamo se trovo qualche servizio interessante.

Ecco un tizio che parla. La voce è cryptata. Sembra abbia fatto una scoperta incredibile che cambierà il modo di vedere le cose. La maschera di ‘Guy Fawkes‘, ormai abusata da chiunque dopo che ‘V per vendetta’ e ‘Anonymous’ hanno deciso di associarla all’idea di rivolta, completa la scena ed ecco che il nostro personaggio misterioso ci rivela la sua incredbile scoperta:’La terra è piatta!‘.

Non so se ridere o piangere.

Il servizio continua, l’inviato Gaston Zama affronta con un’ironia brillante quella che è la teoria della ‘Flat Earth Society‘, una società che ha origini inglesi ma che ormai si è diffusa in tutto il mondo. La iena ci porta in Campania, ad Agerola, dove parteciperà ad un convegno di un gruppo italiano di ‘terrapiattisti‘.

Lo spettacolo che vedo è una riunione che somiglia ad una riunione di una qualche nuova setta religiosa o di uno di quei brand che vendono porta a porta prodotti dalla dubbia utilità. Si passa dalla negazione di qualsiasi legge fisica, alla denigrazione di Einstein, alla negazione di ogni evento storico, passando per le scie chimiche, i vaccini considerati il male della scienza moderna, passando per tutte le teorie complottistiche conosciute, quali il finto 11 settembre o il finto allunaggio del 1969. Il culmine si raggiunge quando uno degli ‘esperti’ del convegno afferma di essere stato in grado di vedere dalla montagna più alta di Capo Nord, sino a terre lontanissime quali l’Australia. Viene negata persino l’esistenza stessa dei dinosauri-in realtà sarebbero dei giganti, come mostrano le porte del Duomo di Milano o di S.Pietro-e dell’Australia stessa(Ma come? Non l’aveva vista l’esperto?!). Ma la ciliegina sulla torta è il cosiddetto ‘effetto pacman‘, che sarebbe quello che causa il ritorno ad una stessa terra volando in direzione retta con un aeroplano, che va inevitabilmente a confutare la teoria della terra sferica.

Una volta finito il servizio spengo il computer, ho visto abbastanza. Sono amareggiato. Il primo pensiero va a tutte le grandi menti che si sono prodigate nel corso dell’esistenza per fornirci la conoscenza che abbiamo oggi. Penso cosa direbbero Copernico, Galileo, Einstein, Newton se vedessero che tutto quello che hanno scoperto e teorizzato fosse oggi confutato da gente comune convinta di potersi definire esperta dopo aver guardato qualche video su Youtube.

Cerco di capire cosa possa portare la società moderna a produrre individui che un giorno, per capriccio, decidono di andare contro ogni legge universalmente riconosciuta. Non credo sia colpa dell’ignoranza- in Italia il tasso di analfabetismo è sceso dal 13% nel 1950 al 3% nel 1990 ed è ancora in calo-. Forse è un po’ per il gusto di andare controcorrente, perché in fondo sentirci dei ribelli ci piace e ancora di più ci piacciono le ipotesi complottistiche. Ma quella che secondo me è la vera natura di questi fenomeni è Internet. Proprio lui, che ha connesso tutto il mondo, che ha portato la libertà di espressione in tutte le case, in fondo ci sta rovinando. Chiunque ormai, dopo aver letto una pagina sul web si sente in grado di poter dare giudizi su qualsiasi cosa, su una partita di calcio, su un dipinto, su un piatto, su un film o, appunto, sulla scienza. Proprio la libertà di espressione, se abusata, causa fenomeni di questo tipo, in cui gente comune crede di poter smontare anni e anni di studi basandosi su qualche stupida dimostrazione senza valore.

E allora poveri noi, chissà cosa ci riserva il futuro.

Ricordate la regola secondo cui se si ha qualcosa da dire bisognerebbe pensarci per 30 secondi e dirla solo se anche dopo quel lasso di tempo sembra qualcosa di sensato? Beh, vale anche per Internet e per i social network, anzi forse meglio pensarci per 30 minuti o, meglio ancora, 3 ore.

Nel frattempo questo servizio mi ha lasciato indignato, ma forse mi passerà, forse un giorno ne riderò quando sarò su un volo per Sidney.

P.s. Non vedo l’ora di guardare il sequel della storia questa sera alle Iene, quando due degli ‘esperti terrapiattisti’ incontreranno un astronauta italiano- sì, ovviamente anche le missioni nello spazio non sono mai avvenute ma sono frutto di computer graphic -ed avverrà finalmente uno scambio di opinioni.

Ivan Brancati