È nata ITA Airways: la nuova compagnia di bandiera italiana

La sera del 14 ottobre Alitalia ha cessato definitivamente di esistere. L’ultimo volo della storica compagnia di bandiera è partito alle 22.05 da Cagliari per Roma ed ha sancito la chiusura di uno dei capitoli più discussi e controversi della storia recente italiana. Al suo posto, ma nel segno della “discontinuità”, si pone ITA Airways. La newco, posseduta al 100% dal Ministero dell’economia e della finanza, avrà il compito di garantire ed erogare i servizi precedentemente spettanti ad Alitalia senza però emularne le tristi vicende finanziarie.

Ultimo volo Alitalia, fonte: linkoristano.it

La crisi Alitalia, dai tentativi di fusione alle privatizzazioni

Per quanto possa essere facile lasciarsi toccare dalla nostalgia per la scomparsa di un nome e di un brand come quello di Alitalia, le motivazioni dietro la cessazione dell’esistenza della storica compagnia di bandiera affondano le loro radici in anni di crisi economica, mala gestione e incapacità di adattamento all’innovazione.

I primi segnali di crisi risalgono agli inizi degli anni ’90. Con l‘apertura dei mercati e la concorrenza delle compagnie low cost, oltre alla riduzione delle tratte intercontinentali coperte e l’assenza di investimenti, i bilanci iniziarono a sprofondare. Nel 1996, dopo mezzo secolo di controllo statale, l’allora governo Prodi decise di risollevare le sorti della compagnia quotando in borsa il 37%. La privatizzazione non ebbe però gli effetti sperati e nel 1997 iniziarono dunque i dialoghi con la compagnia di bandiera olandese KLM Royal Dutch per una fusione. L’accordo sfumerà non per ragioni economiche bensì politiche: la richiesta di trasferimento dell’hub principale da Fiumicino a Malpensa fece storcere il naso a parecchi. Gli olandesi si ritirarono e pagarono la penale da 250 milioni di euro per rompere la partnership, facendo registrare quello che, ad oggi, rimane l’ultimo bilancio in positivo dell’azienda.

Silvio Berlusoni e la promessa di un Alitalia made in italy, fonte: Repubblica

Alitalia si trovò quindi da sola a fronteggiare le problematiche causate dagli attentati alle torri gemelle dell’11 settembre del 2001. A fine 2006 il secondo governo Prodi tenta una seconda privatizzazione ma la visione dei conti dell’azienda e il fallimento della procedura di gara rendono imprevedibili le sorti della compagnia. Anche l’unico interlocutore rimasto, AirFrance, decide di ritirarsi adducendo come causa di ciò l’instabile del clima politico italiano e le promesse fatte in campagna elettorale da Silvio Berlusconi, futuro vincitore. Questi spinge affinché la compagnia di bandiera rimanga italiana e spiana l’ascesa dei “capitani coraggiosi“, una cordata di imprenditori italiani che promette di risollevare le sorti di Alitalia.

Sotto la nuova gestione made in italy si rendono comunque necessari più di 2400 licenziamenti, un taglio degli stipendi dirigenziali e l’ingresso dello Stato che acquista il 20% con Poste Italiane. Etihad Airways mostra il suo interesse per la compagnia ed entra nell’azionariato con il 49% non riuscendo però a far rifiatare i conti. Nel 2017 Alitalia arriva a perdere più di un milione al giorno e il 2 maggio entra inevitabilmente in amministrazione controllata dopo essere costata allo Stato ben 13 miliardi di euro nei precedenti vent’anni.

Ita Airways, nel segno della “discontinuità”

Con Alitalia in amministrazione controllata la Commissione Europea autorizza l’Italia a costituire una nuova società pubblica di trasporto aereo ponendo però come condizione necessaria che quest’ultima si posizioni in discontinuità con la precedente compagnia di bandiera. Ciò non solo per restituire una nuova immagine ma anche e soprattutto per evitare che la newco fosse costretta a restituire i 900 milioni di euro del prestito ponte effettuato dallo Stato ad Alitalia e successivamente dichiarati illegali dall’Europa.

Presentazione del brand ITA Airways, fonte: viazionecivile.it

La flotta aerea della nuova compagnia, ceduta dalla precedente al prezzo simbolico di 1 euro, continuerà a volare con la livrea Alitalia in attesa del riammodernamento secondo il modello presentato dalla nuova amministrazione. ITA Airways opererà solamente con 52 aerei, 28 in meno rispetto alla precedente, i quali copriranno solamente le tratte più redditizie di quelle precedentemente garantite. Ridimensionamento che non ha riguardato però unicamente la flotta: dei 10500 dipendenti di Alitalia solo 2800 sono stati assunti da ITA. Scelta questa che ha causato non pochi malumori.

Tante altre le novità introdotte sempre nel segno della discontinuità, come per esempio il mancato trasferimento del programma Millemiglia e l’annuncio di un proprio programma fedeltà denominato “Volare” che renderà possibile trasferire le miglia dai programmi di altre compagnie aeree di linea fin da subito. Numerose sono state anche le promesse fatte dai nuovi vertici della compagnia, dall’ad Fabio Lazzerini al presidente Alfredo Altavilla, e tutte rivolte “a tre obiettivi principali: profittabilità, sostenibilità e connettività“. Nonostante ciò non sono mancate già alcune polemiche per la scelta di acquistare il vecchio logo Alitalia per 90 milioni senza però avere specificato l’utilizzo che se ne intende fare.

 

Filippo Giletto

Caro voli, è polemica in Sicilia. Musumeci: “Più corse e tariffa unica per i siciliani”

Numerose sono le segnalazioni relative alle speculazioni legate all’emergenza pandemica. Se prima erano guanti, mascherine e igienizzanti a preoccupare – e che oramai sono stati regolamentati – oggi, dal momento che si può ufficialmente viaggiare da regione a regione, sono i voli e i treni per rientrare al sud a suscitare dibattiti.

Polemica tra regione Sicilia e Alitalia

Tre giorni fa il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, ha attacco la Compagnia di bandiera Alitalia per aver cancellato senza preavviso le tratte di luglio e agosto da e per l’aeroporto di Trapani Birgi con destinazioni Roma e Milano. Il governatore ha parlato di “schiaffo ai siciliani”, ma la compagnia si difende affermando che il numero di prenotazioni era inferiore al 60% e non ha ritenuto “di favorire una più equa distribuzione dello sforzo economico”.

Anche il viceministro ai Trasporti Giancarlo Cancellieri e i sindaci della provincia di Trapani si sono uniti alla polemica. Il viceministro ha ricordato che l’aeroporto Trapanese riceverà entro dà novembre 2020 50 milioni di euro, con i quali verranno attivati i biglietti a tariffa agevolata, definendo questi atteggiamento come “speculazioni politiche”. Il sindaco di Trapani, Giacomo Tranchida, afferma che Alitalia non si può permettere di parlare in termini commerciali dopo che è stata ripetutamente salvata “con i soldi degli italiani”.

La questione è stata discussa nelle ultime ore con il ministro per il Sud, Peppe Provenzano, i sindaci del Trapanese, e Airgest, società che gestisce gli scali, con la presenza anche i sindacati e le associazioni degli industriali, dei commercianti e il presidente Musumeci.

Il governatore della Sicilia ha formalizzato il documento di protesta indirizzata alla direzione generale dell’Alitalia che verrà consegnata martedì al ministro dei Trasporti a Roma.

Il documento sintetizza lo stato d’animo che la  comunità siciliana vive, Musumeci afferma che il comportamento

” registra il cinismo di una compagnia” e continua “si permette di fare i capricci, abbandonando gli scali minori e mantenendo limitato il numero delle corse negli scali maggiori e soprattutto adottando una politica dei costi, inaccessibile per gran parte dei siciliani”.

Per i siciliani il trasporto aereo non è un lusso ma è una necessità, e le politiche adottate dalla compagnia Alitalia scoraggiano i cittadini a far ritorno nella propria terra. Attraverso il documento

chiediamo al governo nazionale di intervenire sull’Alitalia, per applicare una tariffa unica per i siciliani, che faccia la media tra le tariffe accessibili  e le tariffe inaccessibili.

I prezzi proposti dalla compagnia sono solo da un lato accessibili ai cittadini, con biglietti aerei di 70 euro se prenotati con mesi di anticipo, e dall’altro inaccessibili se prenotati nella stessa settimana, con l’ammontare dei costi che può superare i 700 euro. Il governatore conclude il discorso esortando ad evitare queste iniziative speculative nei confronti dei cittadini.

I voli scontati tardano ad arrivare

“Le tariffe sociali? Le stiamo chiudendo, in settimana incontrerò le compagnie aeree”, ha dichiarato Giancarlo Cancellieri, vice ministro dei trasporti a Open. Il motivo del ritardo è dovuta dall’emergenza sanitaria che “Ha ritardato tutto, compresi gli sconti sui voli –chiarisce il Ministro– se non cominciano a volare le compagnie, non possiamo sapere quando scatteranno le tariffe sociali”. E’ in progetto da parte del governo Conte di dare “un contributo per ogni biglietto aereo acquistato da e per Palermo e Catania”. Le tariffe sociali consistono in uno sconto del 30% per ogni biglietto acquistato dai residenti in Sicilia. Non tutti però potranno usufruire dell’agevolazione, ma solo alcune categorie. Ad esempio gli studenti fuori sede, i lavoratori con sede lavorativa al di fuori della regione, coloro che dovranno viaggiare per esigenze sanitarie e i disabili. Le tariffe avrebbero dovuto iniziare già da quest’estate, ma sfortunatamente, il tutto è stato posticipato.

Polemica anche a Catania

Il primo cittadino di Catania, Vincenzo Bianco, ha parlato di un rincaro dei prezzi anche da e per l’aeroporto del Catanese, dove alcuni biglietti verrebbero venduti all’ammontare di 800 euro. Circostanza che si presenta nella tratta Verona-Catania. Le tariffe esorbitanti, però, non dovrebbero continuare per molto tempo. Con la ripresa delle compagnie low cost e il recente annuncio di Alitalia che dovrebbe, da oggi, prevedere il lancio dei voli a 30 euro da Roma e Milano.

La situazione in Calabria

Parlando di Calabria, spostiamo l’attenzione sulle ferrovie.

La bella notizia è che, dal 3 giugno, in Calabria sono arrivati i FrecciaRossa direttamente da Torino senza dover fare cambio a Roma.

Gianfranco Battisti, amministratore delegato e direttore generale del gruppo FS italiane afferma “per la prima volta il Frecciarossa arriva a Reggio Calabria. Il treno simbolo dell’eccellenza italiana nell’Alta velocità collegherà Reggio Calabria al Sistema AV. Un nuovo servizio che avvicina le persone, nel momento in cui il Paese deve ripartire. L’arrivo del Frecciarossa contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia”. Ma quanto costerà un biglietto?

La cattiva notizia è che un biglietto da Torino Porta Susa diretto a Reggio Calabria centrale (solo andata) prenotato oggi, con partenza 25/06/2020 parte dai 100 euro fino ad arrivare ai 155 euro. E a differenza di quanto affermato dalla compagnia ferroviaria, sono pochi i treni senza cambi. Invece prendendo il treno da Milano Centrale diretto Reggio Calabria centrale con partenza il 18/06 e prenotato oggi, i costi lievitano a dismisura, per un totale di 237 euro (andata e ritorno) senza neppure scegliere il posto a sedere (che aumenterebbe la spesa di 8 euro).

Comparando i prezzi dei treni diretti al sud con i voli internazionali, sarebbe addirittura preferibile optare per una vacanza piuttosto che tornare a casa dalla propria famiglia: il volo con WizzAir con partenza da Roma e direzione Ibiza a 230 euro (andata e ritorno), oppure una bella vacanza ad Amsterdam con la compagnia aerea Level a soli 126 euro, o anche andare a tornare da Londra con Ryanair a soli 94 euro.

Paola Caravelli

 

https://gds.it/articoli/economia/2020/06/04/aeroporti-riaperti-ma-prezzi-molto-alti-per-la-sicilia-e-pochi-voli-43debd0e-7491-497a-8398-6781b11a67bd/

https://catania.liveuniversity.it/2020/06/10/caro-voli-sicilia-prezzi-biglietti/