Femminismo sui social o nella letteratura: la risposta a Jane Austen

Come ogni 8 Marzo che si rispetti, le città e i social si riempiono di mimose.

L’8 Marzo è quella “festa” in cui tutte (e tutti) diventano femministe e si urla a gran voce «viva le donne!», «auguri a tutte noi!» o – per meglio dire – spesso si condivide soltanto una storia o un post ad hoc. Questo può essere definito femminismo? Può realmente creare un movimento per quei diritti che ancora mancano? Ciò che vediamo sui social è femminismo o mero esibizionismo?

Ma un’altra domanda sorge spontanea: è giusto chiamarla “festa”? No. L’8 marzo non è propriamente una festa, ma una ricorrenza per ricordare i diritti per cui le donne hanno combattuto e le lotte che hanno affrontato.

Ultimamente nel web e sui social si è sviluppato un “finto” femminismo che va a schiacciare l’uomo e la donna stessa. Ma che vuol dire essere davvero femministe?  E chi lo è stato in passato? Sono tanti e troppi i nomi, ma una delle femministe più influenti e conosciute è Jane Austen.

Jane Austen: ritratto di una femminista

Non so cosa significhi amare la gente a metà, non è nella mia natura. I miei affetti sono sempre eccessivi.

   Ritratto di Jane Austen. Fonte: Marieclaire

Essere femministe tra ‘700 e ‘800 non era semplice:  essere donna a quei tempi voleva dire essere ” una donna di casa”,  “una donna nata per essere moglie e madre”, ” una donna che deve lavare e cucire”, e tante altre definizioni stereotipate. Essere donna significava essere ciò che vuole e pretende la società.

Cosa rende una  “donna” tale? Non credo che ci sia un’unica risposta, ma molteplici, perché si è ciò che è solo quando si è liberi di sentirsi bene con sé stessi: solo allora si può diventare “qualcuno”.

Ma – tornando a noi – stavamo parlando di Jane Austen, scrittrice femminista vissuta a cavallo tra ‘700 e ‘800. Jane Austen con il suo lavoro è riuscita a rompere la patina delle etichette, trasformando l’impensabile in normalità. Le eroine dei suoi romanzi sono semplici ragazze che vogliono affermare la propria identità in un mondo costruito su misura per il genere maschile, un mondo in cui essere donna equivale a trovare marito, una società in cui solo diventando moglie si diventava “Donna”.

La Austen con la sua impronta è riuscita togliere il velo del finto perbenismo e ne ha tessuto un altro, allungato poi da altre donne con battaglie e piccoli segni di protesta. È riuscita a costruirsi la propria strada senza affiancarsi a un uomo: rifiutò infatti il matrimonio per dedicarsi totalmente alla scrittura. Il suo essere nubile è un segno di protesta che sembra urlare: “non ho bisogno di un uomo che mi mantenga, il mio essere e il mio modo di fare  costruiscono ciò che sono, la mia identità”.

Curioso sapere che la Austen non firmò mai col suo nome i propri libri, ma utilizzo l’appellativo “The Lady”: come mai? Non si conosce la verità: forse la scrittrice non voleva dare troppo nell’occhio o forse voleva semplicemente urlare la propria protesta senza troppi meriti ed elogi.

Orgoglio e pregiudizio (1813)

 L’immaginazione di una donna corre sempre: dall’ammirazione passa all’amore, dall’amore al matrimonio, tutto in un istante.

Copertina del libro. Fonte: libraccio.it              

Orgoglio e pregiudizio è uno dei libri più famosi della scrittrice. I protagonisti sono Elizabeth (pregiudizio) e lo scapolo Mister Darcy (orgoglio), due giovani ragazzi dotati di originalità, giacché ragionano con la propria testa, rinnegando il pensiero tradizionale e seguendo la loro propria identità in un mondo in cui non sei tu a decidere chi devi essere.

Elizabeth fa parte della famiglia Bennet ed è la seconda di cinque figlie, si è sempre sentita fuori luogo perché a differenza delle altre sorelle e della madre la frivolezza non fa parte di lei. Il padre, Mr Bennet, nutre una preferenza verso la nostra eroina, proprio per il suo essere “la pecora nera” della famiglia.

Nei pressi di casa loro, si trasferisce un giovane scapolo, Mr Bingley, accompagnato da Mr Darcy, e la madre di Elizabeth, col suo animo di donna frivola, vede un opportunità per le sue figlie: un marito per “sistemarle”.

La famiglia Bennet farà conoscenza dei nuovi vicini e durante un ballo Elizabeth noterà Mr Darcy, ma quest’ultimo mostrerà indifferenza scatenando sentimenti di antipatia in Elizabeth. Da quel ballo, la vita della protagonista cambierà: scoprirà di nutrire un interesse verso Mr Darcy e nascerà una delle storie d’amore più belle della letteratura mondiale.

Mai aveva sentito così chiaramente di poterlo amare, come ora che tutto l’amore era vano.

Ma cosa ha reso così importante Orgoglio e pregiudizio nel panorama femminista? L’opera è riuscita a scavare nell’animo di un’eroina anticonformista ma non esibizionista, forte e indipendente, che ha saputo imporre sé stessa e il suo modello di vita semplicemente con la razionalità delle proprie scelte, senza per questo rinunciare all’amore. A testimonianza di come il femminismo “reale”- quello di Jane Austen e di tante altre sue colleghe scrittrici – continuerà a gridare dai loro libri fino a quando ogni singola donna non sarà considerata veramente uguale all’uomo.

Alessia Orsa

Il MuMe regala alle donne un percorso tutto al femminile

Venerdì 8 e sabato 9 marzo 2019.  Museo Interdisciplinare di Messina in accordo con l’associazione Guide Turistiche Eolie-Messina-Taormina, con a capo Cristina Leone, celebra la Festa della Donna organizzando un percorso tematico dedicato alla figura femminile.
L’evento intitolato “D d’arte” è stato progettato con l’intento di analizzare lo sviluppo della figura femminile nell’arte attraverso la descrizione di 12 opere selezionate. I visitatori, infatti, sono stati accompagnati dalle guide attraverso le collezioni museali, per osservare statue, dipinti e mosaici da una nuova prospettiva: come la donna sia stata protagonista, soggetto e musa ispiratrice nell’arte. Un tour tutto al femminile che si è snodato dalla sezione archeologica fino all’ultima tela scelta per il percorso: un ritratto di fine Ottocento.

 

Ѐ Costanza Rizzo, segretario dell’associazione Guide Turistiche Eolie-Messina-Taormina a spiegarci il perché di un percorso così singolare:

 

“L’idea nasce dal Presidente dall’associazione Cristina Leone. Da anni propone di fare questo tipo di percorso. Sia perché ci piace l’idea di celebrare la donna in modo diverso, infatti, organizziamo tantissime iniziative durante l’anno, sia perché volevamo mostrare alcune opere del Museo che vengono trascurate dai nostri visitatori. Il MuMe è famoso per Antonello, per Caravaggio, per il Montorsoli, ma moltissimi quadri, come il ritratto che fa da copertina alla nostra iniziativa, il ritratto della Donna in Nero, solitamente passano inosservati agli occhi dei visitatori, in quanto è esposto in una delle ultime sale. Proprio per questo abbiamo voluto portare alla ribalta una serie di opere meno note. Abbiamo scelto donne sante, martiri, tutte donne vittime di femminicidio. Infatti l’idea era quella di fare un parallelismo tra il femminicio oggi e quello nei secoli scorsi. Soprattutto perché le donne rappresentate all’interno delle nostre gallerie – dato che le collezioni presenti all’interno del Museo hanno pochi ritratti profani o semplicemente di donne reali- purtroppo raccontano spesso storie di martirii. Tali torture fungevano da esempio per le donne del tempo affinchè fossero dimesse, fossero umili, religiose. Noi abbiamo posto l’accento su questo. Esaltando la bellezza femminile e chiudendo il nostro tour con una donna aristocratica. Una donna consapevole, piena di sé, cinta in un abito mozzafiato che esalta la sua femminilità. Infatti, tengo a precisare che noi aderiamo all’iniziativa del posto occupato, e che, organizzando questa giornata, interamente dedicata alla donna, non intendiamo esaltare nessuna differenza di genere. Anzi. Organizzeremo una giornata tutta al maschile per la festa del papà perché abbiamo tantissime iconografie di uomini presenti all’interno delle sale. ”

 

Per la giornata dell’8 marzo è stato assicurato al gentil sesso, dalle 9 alle 18.30, l’ingresso gratuito, come disposto dall’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’identità siciliana. Affluenza stupefacente. Altissima. Molto più delle aspettative riposte. Affluenza di entrambi i sessi. Uomini e donne.

Il MuMe ha confermato, ancora una volta, gli obiettivi di impulso di crescita sociale e culturale del territorio aderendo al Progetto Nazionale dedicato alle vittime della violenza di genere riservando un Posto Occupato nelle sale museali, davanti al dipinto La Strage degli Innocenti, databile fra il 1609 e il 1610, del messinese Alonzo Rodriquez.

La scelta dell’opera, proposta dalla direttrice della struttura museale Caterina Di Giacomo è stata condivisa per il forte impatto emozionale da Maria Andaloro, ideatrice della significativa e importante iniziativa.

 

Gabriella Parasiliti Collazzo

Jessica Jones è tornata!

Quando Netflix e l’universo Marvel si unirono qualche anno fa per dare vita a due serie tv tutti erano un po’ scettici, poi Jessica Jones ha fatto ricredere tutti.
L’eroina torna sulla piattaforma streaming più prolifica al mondo oggi giorno 8 marzo (quale data migliore?).

Jessica Jones è tratta dall’omonimo fumetto creato da Brian Michael Bendis e  Michael Gaydos nella serie tv è interpretata da Krysten Ritter (Braking Bad, Asthma).
Lo sfondo è New York.
È dotata di una forza e resistenza sovrumana, ma non è tagliata per fare la supereroina quindi lavora come investigatrice privata. È una donna alcolista, cinica, dal tagliente senso dell’umorismo di cui però è facilissimo invaghirsi perché dal cuore buono.
Questo personaggio è il centro e il motivo per cui vedere questa serie televisiva : è umana e imperfetta. I traumi passati non la rendono invulnerabile il contrario e sono queste vicende che vengono raccontate nella serie.
La sua nemesi è tale Kilgrave uomo capace di controllare le menti , che negli anni precedenti si era invaghito di lei e l’aveva resa la sua amante-schiava. Jessica gli era totalmente succube, a causa del potere di quest’uomo. Questo antagonista non è un semplice strumento narrativo, è una metafora estrema di un disagio che viene vissuto in altri contesti.
Le figure femminili della serie sono anche altre: Trish (Rachel Taylor) la migliore amica di Jessica che ha subito violenze psicologiche dalla madre che riversava su di lei frustrazioni e aspettative, costringendola a interpretare da giovane un personaggio televisivo “Patsy”. Poi c’è Jeri (Carrie Anne Moss la Trinity di Matrix) l’avvocatessa spietata (che ritorna anche in Daredevil e Iron Fist).
Di seguito una clip in cui Kristen Rytter parla del personaggio.

https://www.youtube.com/watch?v=0KVdGX051Go

La prima stagione è avvincente e divertente, nonostante la storyline in alcuni casi un po’ contorta, ma anche per i “profani” semplice da seguire. Rientra in un genere noir con qualche sprazzo di comicità.
Krysten Ritter è perfetta per il ruolo e da qualcosa in più al personaggio.

https://www.youtube.com/watch?v=78SCXvhJhl0

Della seconda stagione si sa poco nulla a parte che i 13 episodi sono stati girati da registe e scritta per lo più da sceneggiatrici.
Fra queste troviamo Liz Friedlander (la firma dietro diversi video degli U2, Celine Dion, Alanis Morissette), Deborah Chow, Mairzee Almas (Smallville, Once Upon a Time) e Minkie Spiro (Downtown Abby, Better Call Saul).
Vedremo Jessica combattere con i propri demoni interiori alla ricerca delle verità sul suo passato.
Forse non è una serie da sottoporre a “binge watch” ma è un ottimo modo di passare del tempo a casa.

 

Arianna De Arcangelis