Cyrano

Il genio e la malinconia di Cyrano de Bergerac al Teatro Vittorio Emanuele

Gaetano Aspa
GAETANO ASPA
Eventi
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Tra le opere più amate del teatro francese, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand continua, a oltre un secolo dalla sua prima rappresentazione, a conquistare il pubblico di ogni età. È una commedia eroica e romantica, un inno alla parola, all’amore e al coraggio di essere se stessi, anche quando la realtà non corrisponde ai propri sogni.

Scritta nel 1897, l’opera è ambientata nella Francia del Seicento e racconta la storia di Cyrano, spadaccino e poeta dal talento straordinario, ma segnato da un naso tanto grande quanto il suo orgoglio. Innamorato perdutamente della bella cugina Rossana, Cyrano non osa dichiararsi, convinto che il suo aspetto lo renda indegno d’amore. Quando l’affascinante ma impacciato Cristiano chiede il suo aiuto per conquistare la donna, Cyrano sceglie di prestargli la sua voce e le sue parole, nascondendo così il proprio sentimento dietro la maschera dell’altro.

Il risultato è una tragedia dell’anima e dell’identità, in cui la bellezza esteriore e quella interiore si scontrano fino all’ultimo atto, in una delle scene più commoventi del teatro mondiale. La penna di Rostand alterna con maestria ironia e malinconia, duelli e dichiarazioni d’amore, in una partitura di versi musicali e potenti che rendono Cyrano de Bergerac un classico eterno.

Ancora oggi, ogni nuova messa in scena di Cyrano de Bergerac è una sfida per attori e registi. Il personaggio di Cyrano, in particolare, è un banco di prova per chiunque voglia misurarsi con uno dei ruoli più intensi e complessi del repertorio teatrale.

Mariapia Rizzo (Cirano) e Marina Cacciola (Rossana) durante una scena dello spettacolo. ©UniVersoMe

Il Cirano a Messina

Il capolavoro di Edmond Rostand rivive al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, nella suggestiva Sala Laudamo, grazie alla compagnia Teatro dei Naviganti. Lo spettacolo, andato in scena il 16 ottobre alle ore 21, è una libera ispirazione firmata da Domenico Cucinotta e Mariapia Rizzo, che firmano rispettivamente la regia e l’adattamento. In scena, Marina Cacciola, Elvira Ghirlanda, Antonio Previti e Mariapia Rizzo, con quest’ultima anche in veste di assistente alla regia.

Una versione innovativa

Confesso di essere sempre un po’ diffidente di fronte alle “libere ispirazioni” dei grandi classici, spesso il rischio è quello di snaturarne la complessità e, in qualche modo, rovinarne il fascino in nome di un’attualizzazione forzata.
Eppure, questa volta, sono rimasto sinceramente sorpreso. La rilettura del Cyrano de Bergerac proposta dal Teatro dei Naviganti riesce a rispettare lo spirito dell’opera originale pur trovando una voce propria, fresca e contemporanea.

Il punto di forza dello spettacolo è senza dubbio la sua dinamicità: la continua rottura della quarta parete crea un dialogo vivo con il pubblico, rendendolo parte integrante della narrazione. Così come l’utilizzo della platea come palco “secondario”, fa vivere negli spettatori una sorta di esperienza immersiva, con voci fuori campo e scene svolte direttamente tra la sedute del pubblico.

Un altro elemento riuscitissimo è l’uso delle canzoni “moderne”, per citarne una “Con una rosa” di Vinicio Capossela. 
Gli attori e le attrici, poi, sono straordinari nel restituire la profondità e la tensione emotiva della storia: ognuno riesce a rendere palpabile la complessità dei personaggi, dall’orgoglio malinconico di Cirano alla dolcezza irrisolta di Rossana.

Il risultato è uno spettacolo coinvolgente, intelligente e sincero, capace di far ridere e commuovere, di unire poesia e ritmo, parola e musica.

Un Cyrano che parla al presente senza tradire il passato e che dimostra come, anche quando un classico viene reinventato, ciò che conta davvero è la verità delle emozioni.

Gaetano Aspa