Neurofibromatosi: la ricerca è fondamentale

Dario Gallo
DARIO GALLO
Scienza & Salute
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Siamo abituati a sentir parlare delle malattie più comuni. Le patologie cardiovascolari e oncologiche sono tra le prime cause di mortalità. Ma ci sono malattie più silenziose, meno conosciute, che colpiscono in profondità e spesso restano ai margini dell’attenzione pubblica. Una di queste è la neurofibromatosi: una malattia genetica rara, ereditaria che predispone a sviluppare tumori, sia benigni che maligni, principalmente nel sistema nervoso.

  1. Cos’è la Neurofibromatosi?
  2. Cause
  3. Clinica – Segni e sintomi
  4. Diagnosi
  5. Terapia, soluzioni e Ricerca
  6. A Stefano

Cos’è la Neurofibromatosi?

La neurofibromatosi è una malattia genetica ereditaria che provoca l’insorgenza di diversi tumori a livello del nostro sistema nervoso. In particolar modo, questa patologia altera i normali processi di crescita e sviluppo delle cellule del sistema nervoso.

Questa può manifestarsi fin dall’infanzia con alcuni segni tipici come macchie cutanee, tumori benigni (neurofibromi), disturbi visivi e cognitivi. Ne esistono tre varianti: la più diffusa è la Neurofibromatosi di tipo 1 (NF1); seguono la Neurofibromatosi di tipo 2 (NF2) e la Schwannomatosi, forme meno comuni ma spesso più aggressive. Ognuna è causata da mutazioni genetiche specifiche che alterano il funzionamento di proteine fondamentali per la crescita cellulare, provocando tumori anche multipli e complessi da trattare.

Cause

I tumori benigni si distinguono da quelli maligni per la loro velocità di crescita tumorale nonchè dalla loro capacità di disseminarsi in più punti, dando così metastasi. Sono 3 le varianti di questa patologia: Neurofibromatosi di tipo 1 (NF1) o malattia di von Recklinghausen, la più comune in assoluto, Neurofibromatosi di tipo 2 (NF2) la quale è 10 volte meno comune rispetto al primo tipo, Schwannomatosi. Ogni tipologia presenta cause e sintomi diversi tra loro. Più di 1 milione di persone colpite, ben 20’000 solo in Italia.
Questa patologia è causata da una mutazione genetica. Partiamo dal concetto base. Il DNA è il nostro deposito di informazioni, le quali sono divise per unità, i cosiddetti geni. Ogni gene può codificare per una o più proteine: se si ha una o più mutazioni del gene, si avrà la formazione di una proteina anomala o la sua totale assenza, dando così la malattia. Ogni forma di neurofibromatosi ha una sua mutazione specifica e da queste nascono i sottogruppi.

Le proteine anomale in questo caso sono la neurofibromina (NF1) e la merlina (NF2) con mutazioni dei geni localizzati rispettivamente nel cromosoma 17 e 22; per la Schwannomatosi abbiamo la mutazione del genere SMARCB1. Non si escludono però altre mutazioni attualmente sconosciute.
Spesso, almeno uno dei genitori del paziente affetto dalla malattia è portatore (per questo la malattia viene considerata ereditaria). Inoltre, è una malattia autosomica dominante, cioè il figlio di un genitore malato ha il 50% di possibilità di ammalarsi. Purtroppo, la malattia si può evolvere anche a seguito di alcune mutazioni spontanee, quindi con entrambi i genitori sani e non coinvolti nel meccanismo patogenetico.

Clinica – Segni e sintomi

La NF1 presenta un quadro clinico più ampio e complicato, solitamente sotto diagnosticata perché presenta sintomi e segni vari provocando problemi solo estetici la maggior parte delle volte, con tumori (spesso benigni) in numerose parti del corpo, deficit di apprendimento e deficit fisici o disturbi cardiovascolari. In particolar modo, abbiamo: Macchie color caffelatte, Neurofibromi, anomalie oculari (come i noduli di Lisch, fondamentali per la diagnosi), anomalie visive con gliomi delle vie ottiche, difetti fisici-scheletrici per anomalie della crescita ossea associata ad una scarsa densità ossea con possibile osteoporosi (quindi bassa statura, gambe arcuate, testa molto voluminosa), lievi disturbi cognitivi, ipertensione, epilessia, ansia e depressione.

Recognising neurofibromatosis type 1 - M4RD
Le macchie caffè-latte, segni caratteristici della patologia. Fonte

La NF2 e la Schwannomatosi hanno meno sintomi e segni ma sicuramente sono delle forme più drammatiche. Quelli della NF2 compaiono verso la fine dell’adolescenza, vediamo l’insorgenza di numerose forme tumorali, tra cui Neurinoma acustico, Meningiomi (con mal di testa, visione doppia, epilessia, problemi di personalità, memoria e linguaggio), Ependimomi e tumori coinvolgenti le vie ottiche. Nella Schwannomatosi i tumori (i cosiddetti “Schwannomi”) colpiscono i nervi cranici, spinali e periferici.

Diagnosi

Per scoprire la patologia bisogna fare, prima di tutto, l’anamnesi e un buon esame obiettivo.
Fondamentale chiedere la storia familiare, indagando sui genitori data la forte ereditarietà: se un genitore ne è affetto, il sospetto diagnostico si rafforza. All’esame obiettivo indagheremo sui primi segni e sintomi: placche o macchie cutanee, la vista, l’udito e la posizione dei tumori benigni. Ci aiutano gli esami audiometrici e gli esami radiologici, tra cui TC e RMN. Questi ultimi, oltre a confermare la diagnosi, ci permettono di studiare anche la disseminazione tumorale e vedere quindi la sua aggressività. Infine, possiamo avvalerci dei test genetici (attuabili persino in età prenatale quando il rischio è forte); questi individuano le mutazioni responsabili.

Terapia, soluzioni e Ricerca

Allo stato attuale, purtroppo, non esiste una cura risolutiva per la neurofibromatosi. Tuttavia, i trattamenti disponibili si concentrano principalmente sul contenimento della progressione della malattia, sulla riduzione dei sintomi che essa comporta e sul miglioramento della qualità di vita dei pazienti.

I pazienti affetti da neurofibromatosi richiedono un monitoraggio continuo e attento dell’andamento della malattia, con particolare attenzione alla possibile insorgenza di tumori, ai quali sono geneticamente predisposti.

In questo contesto, la diagnosi precoce dei tumori associati alla NF assume un ruolo cruciale, data la loro rarità e la complessità del loro approccio terapeutico. È importante sottolineare che alcuni di questi tumori possono manifestarsi in forma aggressiva e dimostrare resistenza alle terapie oncologiche convenzionali.

Nello specifico, la radiochirurgia e l’adroterapia rappresentano approcci terapeutici di notevole importanza. L’adroterapia, in particolare, è una forma avanzata di radioterapia che si distingue per l’utilizzo di ioni carbonio o protoni – particelle denominate “adroni” – in sostituzione dei raggi X. Queste particelle, accelerate a velocità elevatissime da un acceleratore denominato sincrotrone, sono in grado di colpire il DNA delle cellule tumorali con estrema precisione. Il loro meccanismo d’azione permette di danneggiare il tumore, preservando i tessuti sani circostanti.

Sincrotrone CNAO - Sidea
Il Sincrotrone, acceleratore di particelle. Fonte

Grazie a questa elevata selettività, l’adroterapia si dimostra particolarmente efficace nel trattamento di tumori rari, inoperabili o che presentano una resistenza alla radioterapia tradizionale. Solo un numero limitato di centri al mondo è in grado di offrire questa terapia.

Tra questi centri di eccellenza figura il CNAO – Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica, situato a Pavia. Il CNAO è l’unico centro in Italia e un punto di riferimento internazionale per la cura di tumori complessi che non rispondono ai trattamenti convenzionali, offrendo adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio.

Il centro di CNAO, a Pavia. Fonte

A Stefano

Recentemente, il 22 aprile 2025, si è spento Stefano Pio Torre, un giovane di soli 22 anni proveniente da Milazzo nonché studente universitario del Corso di Laurea “Lingue, letterature straniere e tecniche della mediazione linguistica”  dell’Università degli Studi di Messina il quale, nonostante la malattia, metteva sempre al primo posto lo studio e la sua famiglia. Stefano ha combattuto con grande coraggio contro una forma grave di neurofibromatosi, che ha portato allo sviluppo di un tumore maligno raro e particolarmente aggressivo.

Il nostro caro Stefano.

Questo appello è dedicato a Stefano, ai suoi cari, e a tutte le famiglie che quotidianamente affrontano la difficile sfida delle malattie rare. Il sostegno alla ricerca e all’accesso a terapie avanzate come l’adroterapia è fondamentale per migliorare le prospettive di vita di questi pazienti.

Contribuisci con una donazione al CNAO, utilizzando il seguente IBAN: IT90N0306911336100000006374 o visita la pagina dedicata: https://fondazionecnao.it/dona-alla-ricerca

Insieme, possiamo fare la differenza.

Come disse Albert Einstein:

«La vita è come andare in bicicletta: per mantenere l’equilibrio devi muoverti.»

Muoviamoci insieme, per sostenere chi lotta contro i tumori rari e inoperabili.

Dario Gallo

Bibliografia: