La guerra silenziosa tra Congo e Rwanda: un conflitto che minaccia l’intera Africa

Marco Prestipino
MARCO PRESTIPINO
Attualità
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28 aprile 2025 – Negli ultimi mesi, l’Africa centrale è sprofondata in una nuova spirale di violenza.
Il conflitto rischia di destabilizzare l’intera regione dei Grandi Laghi.
La guerra, non dichiarata, tra la Repubblica Democratica del Congo (RDC) e il Rwanda è combattuta soprattutto attraverso il gruppo ribelle M23.
Ha provocato migliaia di morti e milioni di sfollati, aumentando le tensioni storiche tra i due paesi.

Le radici del conflitto

Il Movimento del 23 marzo (M23), formato prevalentemente da tutsi congolesi, aveva firmato un accordo di pace nel 2013.
Dal 2021 ha ripreso le armi, accusando il governo congolese di non rispettare gli impegni di reintegrazione.
Nel 2025, il M23 ha conquistato territori strategici nel Nord Kivu, tra cui la città di Goma.

Il presidente congolese Félix Tshisekedi accusa il Rwanda di voler controllare le risorse minerarie dell’est del Congo — ricchissimo di coltan, oro e cobalto.
Il Rwanda si difende. Dice di agire per proteggere la propria sicurezza nazionale contro i gruppi armati hutu presenti in Congo, responsabili del genocidio del 1994.

La rottura diplomatica e l’intervento internazionale

La tensione è salita ancora a marzo 2025.
Il Rwanda ha annunciato la rottura delle relazioni diplomatiche con il Belgio, accusandolo di “sostenere il Congo” e di avere “ambizioni neocoloniali”.

Pochi giorni dopo, l’Unione Europea ha imposto sanzioni a figure chiave dell’apparato militare ruandese e ai leader del M23.
Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la risoluzione 2773.
Ha condannato il sostegno ai gruppi ribelli e chiesto il ritiro immediato delle truppe ruandesi dal Congo.

Gli Stati Uniti hanno sospeso parte degli aiuti militari al Rwanda.
La diplomazia di Qatar e Kenya sta lavorando per evitare una guerra più grande.

Le conseguenze umanitarie

Il bilancio è drammatico: oltre 7.000 civili uccisi da gennaio 2025 e più di un milione di sfollati.
Villaggi sono stati rasi al suolo.
Scuole e ospedali sono stati distrutti.

Le organizzazioni umanitarie parlano di una “catastrofe dimenticata“.
Rischia di superare, per gravità, la crisi umanitaria del 1994.

La crisi alimentare peggiora ogni giorno.
Le terre agricole sono minate o occupate dai gruppi armati.
La semina e la raccolta sono bloccate in molte province orientali.

Prospettive future: tregua o escalation?

Alla fine di aprile, sotto la pressione internazionale, sono ripresi i colloqui indiretti a Doha. Il 24 aprile, con un accordo preliminare, le parti si sono impegnate a lavorare per una soluzione politica.

Pochi giorni prima, il 17 aprile, era stato firmato anche l’Accordo di Washington.
Questo accordo punta a ridurre la tensione tra Congo e Rwanda e ad avviare una missione internazionale di osservatori.

Tuttavia, molti analisti temono che senza un reale disarmo del M23 e senza un controllo internazionale credibile, il cessate il fuoco sarà fragile.

Le prossime settimane saranno cruciali.
Se la mediazione internazionale fallirà, la guerra tra Congo e Rwanda potrebbe allargarsi.
Potrebbe diventare la più grande crisi armata africana degli ultimi trent’anni.

Marco Prestipino