Un cambiamento storico : anche i single possono adottare

Samuele Di Meo
SAMUELE DI MEO
Attualità
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Nella giornata del 20 marzo, la Corte costituzionale ha emanato la sentenza numero 33, riguardante l’incostituzionalità di una legge sull’adozione dei minori. Ecco alcune informazioni importanti per capire di cosa tratta.

La legge oggetto della sentenza

Prima di parlare della sentenza, ecco un accenno alla legge a cui essa fa riferimento. Si tratta della legge 184, del 3 maggio 1984, riguardante il diritto del minore ad avere una famiglia. In particolare la questione si pone sull’articolo 29 bische esclude dall’adozione di minori residenti all’estero chi non è coniugato. Questa preclusione però entra in contrasto con gli articoli 2 117, comma 1, della Costituzione, che a sua volta si rifà all’articolo 8 della Carta europea sui diritti dell’uomo (CEDU); quest’ultimo infatti tutela il rispetto della vita privata e familiare.
tribunale

La sentenza numero 33 della Corte costituzionale

Il 20 marzo è stata resa pubblica la sentenza numero 33 della Corte costituzionale, emanata sull’argomento dell’adozione minorile. Con tale sentenza la Corte ha dichiarato l’illegittimità dell’articolo 29 bis della legge 184 del 3 maggio 1984, affermando che essa si pone in contrasto con gli articoli citati della Costituzione (il 2 e il 117, comma 1) e con la CEDU. Secondo i legislatori, la disciplina dichiarata illegittima comprimeva in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto ad un’impegno importante come quello dell’adozione di un minore.
costituzione scritta

I pareri dei legislatori

Riguardo a questa decisione, il legislatore si è espresso sul rinvio del giudice del Tribunale dei minori di Firenze, che ha affermato come la ricerca di un contesto familiare armonioso e stabile non deve per forza ricercarsi per forza in individui che sono tra loro uniti dal vincolo matrimoniale. Tale affermazione ha trovato l’avvallo nelle sentenze della stessa Corte, oltre che nella Convenzione sull’adozione internazionale dell’AjaEssa, adottata nel 1993 e ratificata dall’Italia nel 1998, riconosce il diritto all’adozione internazionale da parte dei single. Di conseguenza anche il legislatore italiano ha riconosciuto che le persone single possono garantire un ambiente stabile e armonioso.
Inoltre tale apertura permette anche di evitare il rischio che l’esclusione di alcune persone dal ruolo di possibili adottanti possa avere ripercussioni e ostacoli sul minore stesso, che rischia di non trovare un ambiente stabile e armonioso.  Ciò si può collegare anche ad una riduzione notevole del numero di richieste di adozioni internazionali.

L’adozione per i single

Grazie a questa importante sentenza, anche le persone single possono accedere alle procedure di adozione, che prima riguardavano appunto solo le persone sposate. Una volta ottenuta l’idoneità, spetterà al Paese estero valutare se c’è un bambino che può essere eleggibile ad essere adottato dall’aspirante genitore. Secondo Cesare Mirabelli, presidente emerito della Corte, la destinata si potrà applicare anche per quanto riguarda i minori nati in Italia e che si trovano in condizioni di abbandono. Ciò nonostante, per ora si è deciso, per evitare possibili discriminazioni causate dall’apertura all’adozione internazionale, di lasciare inalterato il divieto per le persone monoparentali all’adozione interna.
genitore che stringe le mani del figlio

Reazioni alla sentenza

La sentenza ha suscitato notevole interesse, con molti commenti positivi che sono usciti nelle ultime ore. La Lega ha commentato la sentenza, affermando che essa dev’essere l’occasione per rivedere la normativa delle adozioni, in modo tale da poterla aggiornare e improntare in merito alle situazioni odierno; inoltre ha affermato che l’obbiettivo è quello di renderle più veloci e meno costose, coinvolgendo anche coppie eterosessuali stabilmente conviventi. Un altro commento importante è stato quello di Alessandro Zan, che ha affermato che tale sentenza rappresenta una svolta storica,  dato che mette al primo posto i diritti dei minori e l’autodeterminazione dell’individuo, aggiungendo che tale diritto dev’essere esteso alle coppie di individui dello stesso sesso. Vi sono stati anche commenti contrari, come per esempio quello di Provita, che ha affermato come questa decisione possa portare ad un “diritto al figlio” che stravolgerebbe il mondo giudiziario. Per Marco Griffini, presidente dell’associazione Ai.Bi Amici dei Bambini, l’ingresso dei single a questa realtà rischia di far allungare i tempi di attesa alle coppie.
bambine che si godono il momento