Gazzetta del Sud

Una notte… a Gazzetta del Sud

Valeria Vella
VALERIA VELLA
Attualità
gazzettadelsud giornalismo informazione messina

È pensiero comune che essere un membro di UVM significhi solamente trascorrere il proprio tempo di fronte lo schermo vuoto del computer.

UVM nella redazione di Gazzetta del Sud
UVM nella redazione di Gazzetta del Sud

Ebbene, non si riduce tutto a quello.

Sì, certo, essere un giornalista richiede di scrivere articoli – ma va! – e a questo incombente lavoro non ci siamo mai sottratti, svolgendolo anche – riconoscetecelo – in maniera piuttosto efficiente.

Ma cosa sarebbe un giornalista senza esperienze?

Gazzetta del Sud, ieri sera, ci ha dato la grandissima opportunità di poterne vivere una assai peculiare.

In visita alla sede, non solo abbiamo avuto modo di vivere la vita redazionale, respirando il frenetico circolare delle idee e ciò che è alla base della creazione delle notizie, ma abbiamo anche visto da vicino quelle stesse notizie farsi cartacee e diventare vera e propria informazione. Quella vecchio stile, impressa nero su bianco su profumati fogli di giornale.

Ed è stato proprio il giornale in sé ad aver catalizzato l’attenzione. In una versione a noi inedita, Gazzetta del Sud ci ha raccontato la sua trasformazione.

Stampa della nuova edizione di Gazzetta del Sud
Stampa della nuova edizione di Gazzetta del Sud

Cosa è cambiato?

«Il design è studiato per guidare il lettore in un’esperienza fluida e coinvolgente, senza distrazioni. Ogni scelta grafica è pensata per lasciare spazio (bianco) alla riflessione, creando una connessione emotiva e cognitiva con il contenuto»

ha spiegato il designer spagnolo Sergio Juan, coordinatore del progetto di restyling.

Minimale e moderna, di una più facile fruizione: la nuova grafica di Gazzetta del Sud ha fatto, infatti, dell’accessibilità il suo cavallo di battaglia.

D’altronde, in un’epoca storica di grandi mutazioni, in cui la carta stampata ha perso attrattiva a favore della velocità e della tempestività del digitale, modificarsi in primis – senza per questo cambiare DNA – potrebbe essere l’unica strada che rimane da percorrere per riuscire a fronteggiarla.

In un’intervista ad Antonino Rizzo Nervo, subentrato alla guida di GdS lo scorso dicembre, il direttore responsabile ha concordato con noi nell’affermare che «il cambiamento del progetto grafico è un segno di vitalità».

Intervista al direttore responsabile Antonino Rizzo Nervo
Intervista al direttore responsabile Antonino Rizzo Nervo

«Il giornale è un prodotto vivo, che si evolve. Ogni tanto, vi è il bisogno di rivisitarlo»

si è, inoltre, espresso a riguardo il presidente Lino Morgante.

Intervista al presidente Lino Morgante
Intervista al presidente Lino Morgante

Quella di Gazzetta del Sud, quindi, non sarebbe solo una “rivoluzione” estetica, ma, innanzitutto, simbolo della sua volontà di sapersi reinventare, al fine di poter rilanciare il proprio ruolo in quanto inestimabile fonte di informazione.

«Il giornale è qualcosa che si legge in poltrona. Nel momento in cui leggi in poltrona, pensi di più rispetto a quando leggi sullo smartphone»

ha aggiunto Rizzo Nervo, sottolineando l’importanza del cartaceo e dell’analisi critica che questo favorirebbe.

In questo senso, sfogliarne le pagine, più che scrollarle, consentirebbe di acquisire una maggiore consapevolezza.

Una consapevolezza che riguarda la sacralità dell’atto in sé e di ciò che di positivo può derivarne.

Gazzetta rende, quindi, evidente la sua intenzione di andare incontro alle esigenze del lettore, per poter creare con lui una comunicazione bidirezionale in grado di scuotere la coscienza e spingere all’azione.

Una trasformazione sentita

Un avvenimento senz’altro suggestivo, quello di cui siamo stati spettatori. Una scelta direzionale che noi, come UVM, condividiamo in pieno.

Durante il suo breve intervento per Scirocco, la nostra coordinatrice, Giulia Cavallaro, ha, di fatto, rivelato:

«Noi stessi, come progetto, abbiamo vissuto una trasformazione. Questo è il giornalismo che continua ad andare avanti.»

I tempi corrono, le mentalità – si spera – evolvono. Non si può rimanere statici e invariati, ferrei in un abito che non ci calza più.

Manteniamo i nostri principi, l’ambizione di creare comunità e confronto, ma prendendoci cura della nostra forma.

Cambiamo, sì, ma rimanendo gli stessi.